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prop:13251
55
sec:15.14
In questo paragrafo e nel successivo discuteremo connessioni principali invarianti rispetto ad azioni di gruppi di Lie. Considereremo in primo luogo il caso di
spazi omogenei.
Definizione 3.12.1. Sia G un gruppo di Lie ed H un suo sottogruppo chiuso. Diciamo che lo spazio omogeneo M = G/H e` riduttivo se lalgebra di Lie h di H
ammette, nellalgebra di Lie g di G, un complemento lineare Ad(H)-invariante.
Supponiamo cio`e che esista un sottospazio vettoriale m di g tale che:
eq:14.13.1
eq:14.13.2
(3.12.1)
(3.12.2)
g = h m,
m = Ad(a)(m),
a H.
Notazione eq:14.13.1
3.12.2. Indicheremo con Ah , Am le componenti di A g nella decomposizione (3.12.1): A = Ah + Am , con Ah h, Am m.
Osservazione 3.12.3. G/H e` sempre riduttivo quando H sia compatto, perche le
rappresentazioni lineari dei gruppi compatti sono completamente riducibili.
thm:15.16.1
14.13.a
14.13.b
14.13.c
eq:14.13.3
Teorema 3.12.4 (Connessioni invarianti su spazi riduttivi). Sia M = G/H uno spazio omogeneo ed indichiamo con il corrispondente fibrato principale, con gruppo
strutturale H, spazio totale G e base M.
eq:14.13.1
eq:14.13.2
(1) Supponiamo che M sia riduttivo e valgano le (3.12.1), (3.12.2). Allora
la componente in h eq:14.13.1
della forma di Maurer-Cartan G di G rispetto
alla decomposizione (3.12.1) e` la forma di Cartan di una connessione
H-principale su .
(2) Se esiste su una connessione H-principale , invariante per le trasla14.13.a
zioni a sinistra su G, allora M e`eq:14.13.1
riduttivo, e e` ottenuta eq:14.13.2
come in (1), a
(3.12.2).
partire da una decomposizione (3.12.1), per cui valga la
14.13.a
(3) La forma di curvatura della connessione definita in (1) e` 7
(3.12.3)
(A , B ) = [Am , Bm ]h ,
A, B g.
14.13.a
(3.12.4)
(A ) = Ah h,
A g
A h.
A g,
a H.
56
eq:14.13.3
14.13.c
thm:15.16.1
Come conseguenza diretta del Teorema 3.10.1 e della (3) del Teorema 3.12.4
abbiamo:
thm:14.12.7
Teorema 3.12.5. Sia M = G/H uno spazio omogeneo che ammette una connessione G-invariante e sia g = h m la corrispondente decomposizione della sua
algebra di Lie. Allora lalgebra di Lie del suo gruppo di olonomia e` generata
dagli elementi di h della forma [X, Y]h al variare di X, Y in m.
thm:13246
3.13. Connessioni invarianti
(3.13.1)
(F()) = f (()),
F(a) = F()a,
P, a G.
Fissiamo una connessione principale su , con forma di Cartan . Ricordiamo che un automorfismo ( f, F) di lascia invariante se F = .
prop:14.13.2
eq:13182
Ft () = ft () exp(t(XP )),
t R, P,
57
k(a) = (k)a,
k K, P, a G.
(3.13.3)
K0 = {k K | k p0 = p0 }
(3.13.4)
0 : K0 k 01 k0 G.
eq:14.14.9
(3.13.5) P R (, t) exp(tX) P,
M R (p, t) exp(tX)p M.
58
Notazione 3.13.5. Analogamente, indichiamo con X K il campo di vettori invariante a destra su K, generatore infinitesimale del gruppo a un parametro di diffeomorfismi K R (k, t) exp(tX) k K.
lem:13254
eq:13184
(3.13.6)
X, Y .
X X P X(P),
(3.13.7)
e X X M X(M)
[X, Y]P = [X P , Y P ]
(3.13.8)
[X, Y] M = [X M , Y M ],
X, Y .
0 : X (XP0 ) g.
(3.13.9)
eq:14.14.10
0 (X) = 0 (X), X 0 ,
0 (Ad(k0 )(X)) = Ad(0 (k0 ))(0 (X)),
k0 K0 , X .
14.a
YP0
k0 dR (k1 ) XP0 .
0 0
=
Applicando ad ambo i membri di questa
Questa ci d`a
uguaglianza, poiche e` K-invariante, otteniamo che
Y = (dR
14.b
cio`e la (2).
P
(k01 ) X0 )
59
prop:14.13.2
X, Y ,
e quindi abbiamo
eq:14.15.11a
"
(3.13.11) R p0 (X M , Y M ) = 0 [0 (X), 0 (Y)] 0 ([X, Y]) 1
0
X, Y .
thm:14.16.7
1-19.
60
Baster`a quindi verificare che si possa definire la distribuzione orizzontale ponendo Hk0 a = k Ra H0 , che cio`e, se k1 , k2 K ed a1 , a2 G sono tali che
k1 0 a1 = k2 0 a2 , allora k1 Ra1 H0 P = k2 Ra2 H0 P.
1
Posto a = a1 a1
o e` equivalente a dimostrare che
2 e k = k2 k1 , ci`
k Ra H0 = H0
se
k0 a = 0 .
se
X , k K0 , a = 0 (k1 ).
Abbiamo
d
d
= k exp(tX)0 a = exp(tAd(k)X)(k0 a)
dt t=0
dt t=0
d
= exp(tAd(k)X)0 = [Ad(k)X]P 0 .
dt t=0
Se A = 0 (X), abbiamo
d
d
14.b
= 0 m,
Ad(k)(m) = m, k K0 .
(3.13.14)
m : m g
tali che
eq:14.15.y
(3.13.15)
X m, k K0 .
se X 0 ,
X,
0 (X) =
m (X), se X m.
61
(3.13.16)
eq:13190
thm:13268
Fissiamo unaeq:14.14.10
connessione K-invariante su , con forma di Cartan . Sia 0
lomomorfismo (3.13.9). Definiamo per ricorrenza
(3.13.17)
n p+1 = n p + [0 (), n p ,
per p 0,
n = p0 n p .
eq:131919
(3.13.18)
X P f = X M f [(X P ), f ].
Vale poi
eq:131920
(3.13.19)
= Z,
[X P , Y]
con Z = [X M , Y],
X , Y X(M).
[X P , Y]
Infatti
e` un campo di vettori orizzontale, perche H (P) e` K-invariante, ed
P
e` il
i campi X ed Y sono -correlati ad X M , Y, rispettivamente. Quindi [X P , Y]
M
campo di vettori orizzontale -correlato a Z = eq:13170
[X , Y].
Consideriamo gli spazi K p definiti dalla (3.11.2). Dico che
eq:131921
(3.13.20)
X PKp Kp,
X , p 0.
eq:131922
Ci`o dimostra che X P K p+1 K p+1 e perci`o la (3.13.20) vale per ogni intero p 0.
Poiche per ipotesi K opera transitivamente su M, i campi
X M , al variare di X in ,
eq:131919
(3.13.22)
m p (0 ) = n p ,
p N.
prop:13251
CAPITOLO 4
2.9).
prop:13.2.3
Viceversa, per la Proposizione 2.2.3, ogni connessione principale definita su un
sottofibrato di M , si estende a una connessione affine su M.
Fissiamo un sottofibrato principale = (P M) di M , il cui gruppo strutturale G sia un sottogruppo chiuso di GL(m, R). Indicheremo con g lalgebra di Lie
di G.
Sia 1 (P, Rm ) la forma canonica, definita da
(4.1.1)
(X ) = 1 (d(X )),
P, X T P.
(4.1.2)
: H P X (X ) = 1 d(X ) Rm .
B(v) = 1
(v) = h(v),
(4.1.3)
P.
eq:cop.7.2
La (4.1.3) e` equivalente a
eq:1512a
(4.1.4)
v Rm ,
P.
Osservazione 4.1.4. I campi orizzontali standard non sono, in generale, sollevamenti orizzontali di campi di vettori su M.
63
` AFFINI E RIEMANNIANE
4. VARIETA
64
(a)
B(v) H (P),
(b)
H P = {B(v) | v Rm },
(c)
(d)
P (Rm g) (; v, A) B(v) + A T P.
(4.1.6)
Dimostrazione. Abbiamo :
!
d
d
[A , B(v) ] = dRexp(tA) (B(v)) = B
exp(tA)v = B(Av),
dt t=0
dt t=0
2
= D = d h ,0
(P, Rm ).
(4.2.1)
2
= D = d h Ad,0
(P, gl(m, R)).
(4.2.3)
= D = d +
eq:1518
(4.2.4)
= D = d + 21 [ ] .
eq:15179
LMMACB
Dimostrazione. La (4.2.3) e` conseguenza del Lemma 3.1.5, perche e` una forma tensoriale
di tipo (, Rm ), dove e` la rappresentazione canonica di G GL(m,
R).
eq:1518
TMACURV
La (4.2.4) e` un caso particolare dellequazione di struttura del Teorema 3.4.2.
LMMACB
TMABIAN
eq:15179
Dal Lemma 3.1.5, dal Teorema 3.4.4 e dalle equazioni di struttura (4.2.3),
(4.2.4), otteniamo:
eq:1518
65
Teorema 4.2.3 (Identit`a differenziali di Bianchi). Le forme di torsione e di curvatura soddisfano le identit`a :
D =
D = 0
(I)
(II)
eq294
(4.3.1)
141
(i)
f X+gY = f X + gY ,
142
(ii)
X ( f Y) = (X f )Y + f X Y,
f C (M), X, Y X(M).
eq:1420
141 142
Viceversa, ogni applicazione (4.3.1) che goda delle propriet`a (i), (ii) e` la derivazione covariante associata ad una connessione affine.
eq:14.8.6
eq:15.1.e
ch:13a
(4.3.2)
(g
X, Y X(M).
X Y) = X(
2 (P, Rm ) ed 2
Le ,0
Ad,0 (P, gl(m, R)) sono forme tensoriali. Ad essi
2
corrispondono i tensori T (M, T M) ed1 R 2 (M, T 1,1 M) su M, mediante
2 (P, Rm ) e
2
(4.3.3)
(T ) = .
(4.3.4)
Ad (R) = .