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Benn: \"Bombardiamo i fascisti di Daesh\"
Pubblichiamo il testo del discorso pronunciato dal ministro degli Esteri ombra
del Labour durante il dibattito parlamentare che ha poi portato alla decisione
di procedere con gli attacchi militari contro l'Isis in Siria.
di Hilary Benn *
Grazie Mr Speaker. Prima di rispondere al dibattito, vorrei dire una cosa al
primo ministro: pure se io e il mio amico e leader dellopposizione (Jeremy
Corbyn, ndr) andremo in direzioni diverse questa sera, sono fiero di parlare
dalla stessa Despatch Box (il podio da cui si tengono i discorsi parlamentari)
in cui ha parlato lui. Il leader del Labour non un simpatizzante dei
terroristi, onesto, ha dei princpi, un uomo di grande dignit e credo che il
primo ministra debba rammaricarsi di quel che ha detto e di quel che non
riuscito a fare oggi, che sarebbe stato semplicemente dire: Im sorry.
Ora Mr Speaker, abbiamo assistito a un dibattito intenso e appassionato, e
questo giusto considerata la chiara e imminente minaccia proveniente da
Daesh, considerata la gravit della decisione che abbiamo sulle spalle e sulle
coscienze e considerate le vite che teniamo per mano questa sera. Qualsiasi
decisione raggiungeremo, spero che ci tratteremo tutti con rispetto. Abbiamo
ascoltato discorsi bellissimi e mi dispiace non averli potuti seguire tutti. La
domanda cui dobbiamo rispondere in questo conflitto davvero molto
complesso al suo cuore molto semplice. Che cosa dobbiamo fare, assieme
agli altri, per affrontare una minaccia per i nostri cittadini, il nostro paese, gli
altri paesi e le persone che soffrono sotto il giogo, il crudele giogo, di Daesh? Il
massacro a Parigi ci ha portato in casa il pericolo chiaro e attuale che ci pone
Daesh. Sarebbe potuto accadere a Londra, Glasgow, Leeds o Birmingham, e
ancora pu accadere. Penso che abbiamo il dovere morale e pratico di
estendere le operazioni militari che gi facciamo in Iraq anche alla Siria. Sono
anche convinto, e lo dico ai miei colleghi, che le condizioni poste nella
risoluzione demergenza adottata dal Labour alla conferenza di partito di
settembre sono soddisfatte.
C una risoluzione dellOnu chiara e senza ambiguit, la 2249, paragrafo 5,
che chiede specificatamente agli stati membri di adottare tutte le misure
necessarie per raddoppiare e coordinare gli sforzi in modo da prevenire e
sopprimere atti terroristici commessi dallo Stato islamico, e per sradicare le
roccaforti che Daesh ha creato in molte parti dellIraq e della Siria.
Le Nazioni Unite ci chiedono di fare qualcosa. E ci chiedono di farlo ora. Ci
chiedono di operare in Siria come gi facciamo in Iraq. E fu un governo
laburista che contribu alla fondazione delle Nazioni Unite alla fine della
Seconda guerra mondiale. Perch lo facemmo? Perch volevamo che i paesi di
tutto il mondo, lavorando assieme, potessero gestire le minacce alla pace e alla
sicurezza internazionale e Daesh senza dubbio questa minaccia.

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Visto che le Nazioni Unite hanno adottato questa risoluzione, visto che tale
azione sarebbe legale sotto larticolo 51 dello statuto dellOnu perch ogni
stato ha il diritto di difendere se stesso perch non dovremmo seguire la
volont stabilita dallOnu, soprattutto nel momento in cui c un sostegno
nella regione, compreso lIraq? Siamo parte di una coalizione di 60 paesi che
lavorano assieme spalla a spalla per opporsi allideologia e alla brutalit di
Daesh.
Ora Mr Speaker, tutti capiamo limportanza di porre fine alla guerra civile in
Siria e ci sono alcuni progressi in corso grazie al negoziato di Vienna. Ci sono
buone possibilit di ottenere almeno un cessate il fuoco. Questo potrebbe
portare alla fine dei bombardamenti di Assad, a un governo di transizione e
alle elezioni. Perch vitale tutto ci? Perch aiuter a sconfiggere Daesh e
perch potrebbe permettere ai milioni di siriani che sono stati costretti a
scappare di fare quel che ogni rifugiato sogna: avere la possibilit di tornare a
casa.
Ora Mr Speaker, nessuno in questo dibattito parlamentare mette in dubbio la
minaccia seria di Daesh e delle sue azioni, anche se a volte ci risulta difficile
convivere con questa realt. Sappiamo che in giugno quattro omosessuali
sono stati buttati gi dal quinto piano di un palazzo a Deir ez-Zor, in Siria.
Sappiamo che in agosto lottantaduenne direttore del sito archeologico di
Palmira, il professore Khaled al Assad, stato decapitato, e il suo corpo senza
testa stato appeso a un semaforo. Sappiamo che nelle ultime settimane
stata scoperta una fossa comune a Sinjar, vicino a Mosul, con i corpi delle
donne yazide pi anziane uccise da Daesh perch erano troppo vecchie per
essere vendute come schiave del sesso. Sappiamo che hanno ucciso 30 turisti
inglesi in Tunisia, 224 vacanzieri russi su un aereo, 178 persone in attentati
suicidi a Beirut, Ankara e Suru, 130 persone a Parigi compresi i ragazzi al
Bataclan che Daesh, per giustificare il massacro sanguinoso, ha definito
infedeli dediti alla prostituzione e al vizio. Se fosse accaduto qui, quelli
sarebbero stati i nostri figli. E sappiamo che Daesh sta organizzando nuovi
attacchi.
Allora la domanda per ognuno di noi, e per la nostra sicurezza nazionale, :
visto che sappiamo cosa stanno facendo, possiamo davvero tirarci indietro e
rifiutarci di agire per difenderci contro chi sta pianificando questi attacchi?
Possiamo davvero lasciare agli altri la responsabilit di difendere la nostra
sicurezza, quando la responsabilit nostra? E se non facciamo nulla, che
messaggio invieremo riguardo alla nostra solidariet verso quei paesi che
stanno soffrendo molto, compresi lIraq e la Francia nostra alleata?
La Francia ci chiede di stare con lei e il presidente Hollande, leader del Partito
socialista nostro fratello, ci ha chiesto assistenza e aiuto. Visto che stiamo
facendo blitz aerei in Iraq dove Daesh sta un po indietreggiando e stiamo gi
facendo tutto il possibile tranne gli strike in Siria, non dovremmo farla tutta,
la nostra parte?
Si detto nel dibattito che gli attacchi aerei non servono a niente. Non vero.
Guardate come stata contenuta la lunga marcia di Daesh in Iraq. La Camera
ricorder che, 14 mesi fa, si diceva: Sono quasi arrivati a Baghdad. Ed per
questo che abbiamo votato, per rispondere alla richiesta del governo iracheno
di aiutarli a combattere. Guardate come la capacit militare di Daesh e la sua
libert di movimento stata messa sotto pressione. Chiedete ai curdi di Sinjar
e di Kobane. Gli airstrike da soli non sconfiggeranno Daesh, ma fanno la
differenza. Perch stanno complicando la strategia di Daesh, e gli

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impediscono di allargare il suo stato. Condivido la preoccupazione espressa da


molti sulle vittime civili. Per, a parte Daesh, nessuno di noi opera con
lintento di far male ai civili. Anzi, operiamo per proteggere i civili da Daesh,
che se la prende con gli innocenti.
Sulla discussione sui boots on the ground, c stato molto dibattito sui 70
mila uomini sul campo e credo che il governo debba spiegare meglio questo
numero. Ma sappiamo che la maggior parte di questi sta gi combattendo
contro Assad. Ma vi dico unaltra cosa che sappiamo, ed che qualsiasi sia il
numero 70, 40, 80 mila pi aspettiamo a intervenire pi Daesh ridurr la
dimensione delle forze di opposizione. Per questo dire che gli airstrike non
devono essere fatti finch la guerra civile siriana non terminata significa
ignorare lurgenza della minaccia terroristica che Daesh pone a noi e a tutti, e
credo che falsifichi la natura e gli obiettivi che lampliamento delle operazioni
aeree si propone. E dunque dobbiamo prendere liniziativa. Non c alcuna
contraddizione con il tentativo di tagliare finanziamenti, armi e combattenti a
Daesh, e certo dobbiamo dare aiuto umanitario, e certo dobbiamo dare riparo
ai rifugiati, anche qui da noi, e certo dobbiamo impegnarci a fare la nostra
parte per aiutare la ricostruzione della Siria una volta che la guerra sar finita.
Ora, so che ci sono argomenti legittimi, e li abbiamo sentiti durante il
dibattito, sul non prendere liniziativa adesso. Ed chiaro che molti
parlamentari sono combattuti, e lo saranno ancora, su quale sia la cosa giusta
da fare. Ma io dico che la minaccia adesso, e raramente, se non mai, esistono
le circostanze perfette in cui fare unoperazione militare. Abbiamo ascoltato
prima il discorso della parlamentare di Eddisbury (la conservatrice Antoinette
Sandbach, ndr), quando ha citato il passaggio, e vorrei rileggerlo, di quel che il
rappresentante del governo del Kurdistan a Londra, Karwan Jamal Tahi, ha
detto la scorsa settimana: A giugno, Daesh ha catturato un terzo dellIraq nel
giro di una notte e in pochi mesi ha attaccato la regione del Kurdistan. I
bombardamenti del Regno Unito, dellAmerica e della Francia, e le azioni dei
nostri peshmerga, ci hanno salvato. Ora condividiamo un confine di 650
miglia con Daesh. Li stiamo respingendo, e abbiamo appena ripreso Sinjar.
Ancora una volta i bombardamenti occidentali sono stati vitali. Ma lantico
confine tra Iraq e Siria non esiste pi, i combattenti di Daesh vanno avanti e
indietro da questo confine fittizio. E questo per dire che dobbiamo trattare i
due paesi come se fossero uno, se vogliamo essere seri nella lotta contro
Daesh.
Ora Mr Speaker, spero che la Camera mi conceda ancora un attimo, perch
vorrei parlare direttamente ai colleghi del mio schieramento. Come partito ci
siamo sempre caratterizzati per il nostro internazionalismo. Siamo convinti di
avere responsabilit uno verso laltro. Non abbiamo mai voluto n dovuto
andare dallaltra parte della strada.
E qui di fronte a noi ci sono dei fascisti. Non c solo la loro brutalit calcolata,
ma la loro convinzione di essere superiori a ognuno di noi qui stasera e alle
persone che rappresentiamo. Ci disprezzano. Disprezzano i nostri valori.
Disprezzano la nostra fiducia nella tolleranza e nella dignit. Disprezzano la
nostra democrazia, questi strumenti stessi che usiamo stasera per prendere
una decisione. E se c una cosa che sappiamo dei fascisti che devono essere
battuti. E il motivo per cui questa sera qualcuno ha ricordato che i sindacalisti
e altri si unirono alla Brigata internazionale contro Franco negli anni Trenta.
E il motivo per cui questa intera Camera si oppose a Hitler e a Mussolini. E il
motivo per cui il nostro partito sempre stato contro chi nega i diritti umani e
la giustizia. E io penso, Mr Speaker, che dobbiamo affrontare questo Male. E
il momento di fare la nostra parte in Siria. Cos chiedo ai miei colleghi di
votare per la mozione, questa sera.

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* traduzione ilfoglio.it
(5 dicembre 2015)

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