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L'ARCHEOLOGIA FILOLOGICA

La filologia come indagine e sistemazione dei testi letterari e della loro trasmissione manoscritta era sorta nel periodo
del tardo ellenismo, mentre in epoca moderna nata quando Friedrich August Wolf nel 1777 chiese ed ottenne di essere
immatricolato all'universit di Gottinga come studiosus philologiae e non come studiosus theologiae. Da quel momento
la filologia fa il suo ingresso nella nomenclatura universitaria ufficiale in Europa. Essa si afferm particolarmente in
Germania e si divise in due grandi rami: la grammatica comparata e la critica dei testi. Fu proprio il metodo sviluppato
per la critica dei testi ad indirizzare la ricerca archeologica volta a ricostruire la storia della cultura greca. Inizia cos,
dopo il periodo di Winckelmann, il periodo dell'ARCHEOLOGIA FILOLOGICA. E proprio la scuola filologica a
scoprire che il Wink. Non aveva mai visto originali greci,ma solo copie romane perch la maggior parte delle sculture
esistenti a Roma erano copie di et romana di originali greci. Dal 1830 ca e per un secolo larcheologia divenne una
scienza diretta dalle scuole di studiosi tedeschi anche grazie allappoggio dello stato,in quanto la Germania si vedeva
diretta discendente della Grecia,tra gli studiosi ricordiamo: Overback,friederics,Brunn; Ci si volse allo studio critico dei
testi antichi traendone tutte le notizie relative agli artisti, cercando di mettere accordo tra le varie fonti e di correggere
filologicamente i testi corrotti. Da questa indagine venne fuori lipotesi che forma il nucleo di tutte queste ricerche: Da
una parte esistono copie romane di originali greci di sculture che dovevano essere le pi famose ed apprezzate
dellantichit,dallaltra esiste una serie di menzioni di opere di grandi artisti greci descritte dalle fonti antiche.Si
supponeva che le sculture conservate e le opere nelle fonti dovessero coincidere. Questo fu il tema fondamentale della
scuola filologica: identificare le une nelle altre mettendo dacordo monumenti e fonti.La prima identificazione fu quella
dell'Apoxyomenos di Lisippo in una copia di marmo allora scoperta (1849), sulla base della descrizione di Plinio e fu
resa facile dall'atto compiuto dalla figura che si pulisce con lo strigile (non era entrato nell'uso il sapone, che si conobbe
solo dopo il contatto con i popoli barbarici; per lavarsi si usava ungersi con l'olio e con una polvere finissima di pomice
e per togliersi dalla pelle l'impasto untuoso che si formava si usava lo strigile, una specie di lungo e stretto raschiatoio a
doccia ricurvo da usare con molta acqua). Questa identificazione insegn che le statue in bronzo potevano essere
copiate in marmo ma che tuttavia rimaneva qualche traccia della tecnica originaria: per es. la particolare incisivit dei
capelli che se pensati originariamente in marmo sarebbero stati molto pi plastici. Poi l'uso dei puntelli perch se la
statua in bronzo si regge anche se fuori dal suo equilibrio statico, passando al marmo, il copista deve aggiungere per la
statica della statua dei punti d'appoggio (un albero, una colonnetta...) perci un primo esteriore criterio di
classificazione fu: dove ci sono puntelli le statue non sono originali, ma copie. In seguito l'identificazione pi
importante fu quella compiuta da Friederichs del Doriforo di Policleto in una copia del Museo di Napoli.. La statua
considerata il canone della formazione classica,in quanto diede modo di superare un problme acentrale dellarte greca
nel passaggio tra leta arcaica e la classica:Ovvero rappresentare la figura virile nuda e stante,ben proporzionata,dopo il
kouros o la kore si voleva dare movimento alla figura. Basta pensare al fatto che ad esempio in et romana,lAugusto di
prima porta,trovato in una villa di Livia non altro che il doriforo con la corazza. Friederichs arriv ad identificare
questa statua attraverso pari step:
1.not che esistono molte repliche di questo tipo di statua atletica e perci doveva trattarsi di una statua famosa
2.attraverso lo studio accurato della capigliatura giunse a convincersi che l'originale era in bronzo e che quindi erano da
togliere i puntelli, aggiunti solo nelle copie marmoree.
3.studi la composizione della figura che rivela la ricerca da parte dell'artista dell'equilibrio delle varie parti del corpo,
che formano un chiasmo e che crea al contempo la possibilit del movimento nella statua non impegnata nell'azione.
Trov nelle fonti che Lisippo era considerato il perfezionatore di questo equilibrio, ma siccome cera ancora qualche
traccia di arcaismo si presume che la statua doveva essere retrodatata al IV sec il che concorda con l'epoca in cui le fonti
pongono Policleto. Anche se quella pi fedele ritenuta quella in basamento degli Uffizi almeno dal punto di vista
stilistico,in quanto conserva quello stile severo che doveva essere proprio del Doriforo,per lepoca in cui stato creato
La ricostruzione pi giusta quella del copista di Napoli, che aveva messo in mano alla statua una lancia (il doriforo il
portatore di lancia).
Procedendo secondo questo sistema molti studiosi fecero lo stess,volevano identificare numerose copie con gli originali
descritti nelle fonti. Nell800 ci si impegn cos tanto in questo che si fin a studiare pi le copie romane che le originali
greche messe in luce proprio in quel periodo dagli scavi,e larcheologia alla pari della filologia divenne una disputa

accademica fine a se stessa. La tendenza a costruire una storia dellarte greca basandosi su copie trov la sua massima
espressione in Furtwaenger che ebbe molta fortuna nelle identificazioni. Si fin per trascurare gli originali e di parlare
dell Athena Lemnia per studiare la personalit di Fidia,piuttosto che parlare del parthenone. Questa impostazione
prettamente filologica perch non solo parte dalla fonte letteraria anzicch dallopera,ma anche perch come per un
testo arcaico si cerca quello pi simile alloriginale,cos attraverso le copie romane si cerca loriginale greca. Tale
metodo ha avuto due effetti: 1) Ci si concentrati troppo su questo problema cos da trascurare larte greca e c voluto
del tempo per capire che loriginale seppur mutilata e di meno valore, pi preziosa per comprendere il linguaggio del
tempo; 2) perdere di vista lo studio della qualit a favore delliconografia artistica. Per quanto riguarda un altro
importante studioso Brunn,egli ricolleg al gladiatore morente del museo capitolino,gi riconosciuto come Gallo
Morente,al gruppo Ludovisi fino ad allora interpretato secondo diversi miti greci e romani,egli riconobbe le figure come
immagini di barbari le colleg a quanto invece diceva Plinio. Inoltre riconobbe anche il piccolo donario di
Attalo,partendo da un passo di Pausania in cui descrive un dono fatto da re Attalo allacropoli di Atene composto da
quattro gruppi,che nel frattempo si erano sparsi in tutto il mondo:venezia,Vaticano,Louvre. In molti casi lattribuzione
rimasta ferma in altri casi invece vennero messe in dubbio,un caso emblematico quello dell Eirene e Ploutos di
Kephisodotos: Questa statura femminile che tiene in braccio un bambino sul lato sinistro venne interpretata dal Wink.
Come Giunone Licinia e pi tardi stesso da lui come Ino-Leucotea col piccolo Bacco. Successivamente altri due
studiosi ritennero in base a dei passi di Pausania che la statua invece raffigurasse appunto Eirene e Ploutos. Nel 1867
intervenne nuovamente Brunn che dimostr innanzitutto che la statua era una copia di et romana e che il suo stile si
collocava tra V e IV. Quindi attribuisce la statua a Kephiosodotos in base ai passi di Pausania e cap anche in che
occasione venne costruita la statua,per la pace di sparta nel 375. Ma Rumpf solleva osservazione che rendono difficile
la collocazione in quel periodo,piuttosto lui ci vede somiglianze con lo stile della ricostruzione dellartemision di efeso
nel 340.
La ricerca filologica ha il merito di costituire un primo ordinamento del materiale monumentale,stabilire liconografia
ovvero laspetto esteriore delloriginale greco,ma ci non serve per studiare il linguaggio formale dei singoli artisti.
Come ad esempio tutte le riproduzioni che troviamo oggi in giro a scopo commerciale.
Lo stesso procedimento usato in ambito scultoreo fu applicato, in modo sempre problematico, anchealla pittura antica,
che si pens di poter ricostruire per mezzo di quella romana famosa comepompeiana, perch ritrovata nella citt
nonostante la distruzione causata dall'eruzione. La scuola filologica riconobbe giustamente nelle pitture decorative nelle
pareti delle case di Pompei delle riproduzioni + o fedeli di pitture originali greche, che in parte corrispondevano a
quelle descritte dalle fonti. Tuttavia trascuro il fatto che quelle pitture davano anzitutto testimonianza dell'arte del tempo
in cui furono eseguite e che si potevano a partire da esse ricostruire non tanto le singole pitture perdute, quanto i grandi
problemi formali affrontati dalla grande pittura greca. Anche qui si tent di ricostruire gli originali tramite le
interpolazioni fu fatto questo lavoro di esegesi artistica per la pittura antica, furono usati criteri poi risultati fallaci: per
es. si pensava che nella pittura greca nonpotessero esserci sfondi paesaggistici, perch essa seguiva i criteri formali della
scultura, e che la dove ci fossero dei paesaggi si trattava di interpolazioni romane. Le fonti di Plinio non menzionano
nessun pittore posteriore al IV,quindi tali fonti ci hanno trasmesso unarte greca fissata in canoni estetici che sono veri
solo in parte perch ci danno conoscenza di un periodo limitato e un determinato punto di vista, come se nella storia
dellarte rinascimentale non andassimo oltre il Vasari,prendendo per vero quanto lui dice senza osservare le opere
direttamente. Come reazione a ci nel 1950 in poi si inizi a guardare direttamente la pittura pompeiana trascurando le
fonti antiche e guardandola con un occhio contemporaneo.
Tra i fondatori della scuola filologica dellarcheologia ricordiamo Brunn il quale pur basandosi sulle fonti possedeva un
suo innato intuito artistico,che gli permise di formulare giudizi pi adeguati dei suoi contemporanei e di molti altri
successivi. Egli lautore di storia degli artisti greci, raccoglie notizie e opere artista per artista,una base per far
sorgere una storia dellarte.
Furtwaengler port al successo il metodo di ricostruzione degli originali attraverso le copie,ma non si preoccup di
usare queste copie per studiare il gusto di et romana. Le sue opere ricordiamo: Capolavori della scultura greca 1893
spesso considerata lultima parola sullarte greca ma curioso il fatto che non si tratta veramente di scultura greca ma di
copie di et romana; Trattatato sulle gemme intagliate 1900 e collabor anche con un altro studioso in una raccolta di
grandi tavole con il disegno di vasi e da studi monografici vaso per vaso,opera che sta alla base degli studi sulla
ceramica greca. Per questo ha portato a degli equivoci in quanto laltro studioso Reichhold per quanto disegnatore
abile rimase sempr inferiore alloriginale aiutando a diffondere unimmagine accademica e fredda rispetto alloriginale

falsando larte greca. Per questo molti artisti moderni hanno insultato e denigrato larte greca,ma andando a fondo alla
questione tale denigrazione non riguarda tanto larte greca quanto limmagine che gli archeologi hanno diffuso nell800.
Infatti anche capitato che i detrattori dellarte greca venendo a contatto con loriginale arte greca sono diventati
esaltatori di tale arte. Lerrore a cui ha portato lequivoco winkelmanniano stato quello di considerare larte greca
come un arte idealista che rifugeg la realt,al contrario questarte piena espressione della realt,lastrazione possiamo
trovarla nelle arti dellantico oriente. Mentre larte greca affronta la realt e ci ha permesso di scoprire fondamentali
norme per larte europea come lo scorcio,prospettiva.

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