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Facolt`a di Ingegneria
CORSO DI LAUREA IN
INGEGNERIA INFORMATICA
E IN INGEGNERIA
ELETTRONICA E DELLE
TELECOMUNICAZIONI
FISICA SPERIMENTALE I
Meccanica e Termodinamica
APPUNTI DELLE LEZIONI
Docente: Prof. Giorgio Sberveglieri
Assistenti al Corso: Dr. Andrea Ponzoni,Dr.ssa Camilla Baratto
Dr. Maurizio Donarelli
A.A. 2015-2016
Indice
Indice
1 Introduzione
2 Misure e unit`
a di misura
Angoli piani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3 Vettori
11
Componenti di un vettore . . . . . . . . . . . . . .
11
Prodotto scalare . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
13
Prodotto vettoriale . . . . . . . . . . . . . . . . .
14
Matrici e determinanti . . . . . . . . . . . . .
16
Derivata di un vettore . . . . . . . . . . . . . . . .
16
19
19
21
Coppia di forze . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
22
23
Centro di Massa . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
25
ii
Indice
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27
28
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29
30
31
34
34
38
40
41
43
45
47
49
51
54
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56
56
58
60
61
63
69
iii
Indice
Moto curvilineo . . . .
Momento della quantit`a
Forze centrali . . . . .
Leggi di forza . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . .
di moto (Momento angolare)
. . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . .
7 Lavoro ed Energia
Risoluzione dellequazione fondamentale della dinamica
Lavoro . . . . . . . . . . . .
Potenza . . . . . . . . . . .
Energia Cinetica . . . . . . .
Lavoro di una forza costante
Energia Potenziale . . . . . .
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Moto piano in un campo di forze centrali .
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Conservazione dellenergia meccanica di una particella .
Moto rettilineo sotto lazione di forze conservative . .
Moto in un campo di forze centrali . . . . . .
Discussione sulle curve della energia potenziale
Forze non conservative . . . . . . . . . . . . .
8 Dinamica di un sistema di particelle
Moto del centro di massa . . . . . . . . . . .
Leggi del moto di un sistema di particelle . .
Massa ridotta . . . . . . . . . . . . . . . . .
Momento angolare di un sistema . . . . . . .
Momento angolare nei sistemi di riferimento C
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e
77
78
81
82
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84
84
85
89
91
94
96
104
105
108
110
113
117
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. .
L
121
121
122
127
129
133
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iv
Indice
145
159
Indice
177
206
vi
Indice
Indice
vii
Bilanci termici. Equilibri termici . . . . . . . 233
viii
Indice
Introduzione
Introduzione
Introduzione
Misure e unit`
a di misura
Introduzione
` necessario
Si attua un confronto con ununit`a di misura. E
produrre la minore perturbazione sul sistema osservato
Introduzione
Grandezze e unit`
a fondamentali
Grandezze fondamentali: non sono definite in termini di altre grandezze fisiche. Es: lunghezza, tempo.
Grandezze derivate: la definizione operativa `e basata sulluso di altre grandezze fisiche. Es: velocit`a,
accelerazione.
Si definisce ununit`a fondamentale o campione e il procedimento di misura.
Le grandezze fondamentali sono: Lunghezza, tempo, massa
e carica elettrica; sistema di unit`a MKSC adottato nel 1960
a Parigi durante la XI Conf: Generale dei Pesi e delle Misure.
Lunghezza
Unit`a: metro (m) definito come 1.650.763,73 x L Kr86.
Cammino percorso dalla luce nel vuoto in 1/299.792.458s.
` accessibile, invariabile e si mantiene inalterato il camE
pione costituito da una sbarra di Pt-Ir
Tempo
Unit`a: secondo (s) definito come 9.192.631.770 x T
Cs133
In precedenza definito come 1/86400 del giorno solare
Massa
Unit`a: Kilogrammo (Kg). Massa del prototipo internazionale del kilogrammo costituito da un blocco di platino. Esso `e uguale alla massa di 103 m3 di acqua a 4 C.
Introduzione
Carica elettrica
Unit`a: coulomb (C) definito come 6.241870 1018 qe - carica dellelettrone.
A rigore venne scelta la corrente elettrica con unit`a di
misura lampere (A). Il coulomb `e la quantit`a di cariche elettriche che passano attraverso la sezione di un
conduttore quando la corrente `e uguale a 1 A
Il Sistema Internazionale definisce come unit`a fondamentali
MKSA e il kelvin (K) per misurare le temperature, la candela
Introduzione
Introduzione
Angoli piani
Grandezza fisica derivata dalla lunghezza. Rappresenta la
porzione di piano compresa tra due semirette con origine in
comune
l
R
Vettori
Vettori
Grandezze scalari: sono completamente determinate
dalla loro grandezza espressa nella corrispondente unit`a
di misura; Es: volume, temperatura
Grandezze vettoriali: richiedono per essere completamente determinate oltre alla loro grandezza una
direzione.
Vettori
Risulta
|OA| =
16 + 9 = 5
3
= arctan 37
4
10
Vettori
Algebricamente
11
Vettori
Componenti di un vettore
Tutti i vettori che, quando sommati, danno per somma V~ sono
chiamati vettori componenti di V~ .
Dato un punto P di coordinate cartesiane X, Y, Z, il vettore
posizione ~r pu`o essere rappresentato da
12
Vettori
~r = X ux + Y uy + Z uz
|~r| = X 2 + Y 2 + Z 2
dove ux, uy e uz sono tre versori diretti come gli assi cartesiani
X, Y e Z sono chiamate componenti (ortogonali) cartesiane.
X ux `e chiamato vettore componente cartesiano lungo la direzione x
In termini di componenti cartesiane la somma di vettori `e
espressa
V~1 = V1xux + V1y uy + V1z uz
V~2 = V2xux + V2y uy + V2z uz
si ha
V~ = V~1 + V~2 = (V1x + V2x)
ux + (V1y + V2y )
uy + (V1z + V2z )
uz
La somma di n vettori V~1, V~2, . . . V~n risulta
n
n
n
X
X
X
V~ =
Vixux +
Viy uy +
Viz uz
i=1
i=1
i=1
13
Vettori
Prodotto scalare
(3.1)
~B
~ =0
se = 2 , cioe i due vettori sono perpendicolari, allora A
Il prodotto scalare gode della propriet`
a commutativa
~B
~ =B
~ A
~
A
e distributiva rispetto alla somma
~ (A
~ + B)
~ =C
~ A
~+C
~ B
~
C
Valgono le seguenti relazioni
ux ux = uy uy = uz uz = 1
ux uy = uy uz = uz ux = 0
Se i due vettori sono espressi in coordinate cartesiane
~B
~ = (Axux + Ay uy + Az uz ) (Bxux + By uy + Bz uz ) =
A
= AxBx + Ay By + Az Bz
14
Vettori
Prodotto vettoriale
15
Vettori
16
Vettori
Matrici e determinanti
Una matrice `e una tabella di numeri ordinati per righe e per
colonne
Derivata di un vettore
17
Vettori
~r = ~r(t0) ~r(t)
Quando t = t0 t 0 il vettore ~r/t, che `e diretto
come la corda, tende al vettore velocit`a d~r/dt diretto lungo la
tangente alla traiettoria nel punto A
~v (t) =
d~r
dt
ur
d~r(t) dr(t)
d
=
ur + r
dt
dt
dt
Quando
~r(t) = x(t)
ux + y(t)
uy
si ottiene
d~r(t) dx(t)
dy(t)
~v (t) =
=
ux +
uy = vxux + vy uy
dt
dt
dt
ESEMPIO: moto circolare uniforme
(3.2)
18
Vettori
~r(t) = r(t)
ur
se ~r ruota con velocit`a costante (in modulo) si pu`o scrivere
ur = cos t
ux + sin t
uy
velocit`a angolare costante e = t
Essendo dr/dt = 0 si ottiene dalla (3.2)
d
ur
d cos t
d sin t
ux +
uy
=r
~v (t) = r
dt
dt
dt
quindi
~v (t) =
d~r(t)
= r( sin t
ux + cos t
uy )
dt
Equilibrio
19
20
Equilibrio
a)
y
r
m
F=mg
21
Equilibrio
~ = ~r F~ =
uz rF sin =
uz mgb
ESEMPIO: Determinare il momento applicato
|~r| = 0.45m; F~ = 6N
ux
uy
uz ux
uy uz
~ = r cos r rsinr 0 = 0.289 0.345 0 = 0.925
uz N m
F cos F F sinF 0 5.196 3
0
Momento di pi`
u forze concorrenti
22
Equilibrio
~i = ~r F~i
~ dove R
~ = F~1 + F~2 +
Il momento della risultante `e ~ = ~r R
F~3 +
Quindi
~ = ~r(F~1+F~2+F~3+ ) = ~rF~1+~rF~2+~rF~3+ =
~ = ~rR
X
~i
~1 + ~2 + ~3 + =
i
Coppia di forze
23
Equilibrio
~ =
R
3
X
i=1
3
X
i=1
xi F i = x1 F 1 x2 F 2 + x3 F 3
24
Equilibrio
3
X
~
Fi = F1 F2 + F3 = 400N
R =
i=1
xc =
xc =
P3
x i Fi
Pi=1
3
i=1 Fi
P3
xi F i
Pi=1
3
i=1 Fi
= 0.29 m rispetto ad A
= 0.09 m rispetto ad D
25
Equilibrio
Centro di Massa
In prossimit`a della terra su ogni particella di massa mi di
un corpo `e agisce una forza denominata peso diretta verso il
centro della terra
~ i = mi~g
W
~ i sono fra
In presenza di un corpo non molto esteso, le forze W
loro parallele
n
n
X
X
~ =
~i =
W
W
mi~g
i=1
i=1
26
Equilibrio
Nei corpi omogenei il centro di massa giace sullasse di simmetria ove presente. Esempio:
sfera: c.m. coincide con centro geometrico
cono,piramide: c.m. lungo asse di simmetria ad 41 h dalla
base
ESEMPIO:
y
m3=3Kg
(1/2,3/2)
(1,0)
m1=1Kg
m2=2Kg
P3
mi x i
Pi=1
3
mi
P3 i=1
mi yi
Pi=1
3
i=1 mi
=
=
7
12 m
3
4 m
27
Equilibrio
Pn
~
una
si trova
in equilibrio se i=1 Fi = 0 cio`e i=1 Fx =
Pparticella
P
0; ni=1 Fy = 0; ni=1 Fz = 0 Quando su una particella agiscono tre forze, affinch`e la particella si trovi in equilibrio le tre
forze devono essere complanari
F1
F2
F3
=
=
sin sin sin
28
Equilibrio
Cinematica
29
Cinematica
30
Cinematica
x0 x x
= 0
=
t t
t
Velocit`
a istantanea
v = lim vmedia
t0
x
= lim
t0 t
dx(t)
v(t) =
dt
La velocit`a istantanea `e la derivata dello spostamento rispetto
al tempo
il segno di v indica il verso lungo la retta orientata
Se `e noto v = v(t), integrando
Rt
Rx
x0 dx = t0 v(t)dt
Rx
x0 dx = x x0
Z t
x(t) = x0 +
v(t)dt
t0
m
s
31
Cinematica
NOTA: Verificare sempre lomogeneit`a dimensionale delle equazioni scritte e indicare sempre le unit`a di misura nella risoluzione dei problemi
ESEMPIO: Una particella si muove lungo una retta orientata
in accordo con la legge oraria x(t) = 5t2 + 1. Sia t0 = 2s
calcolare
a)velocit`a media tra t0 e 3s
x x x0
m
vmedia =
=
= 25
t
t t0
s
b)velocit`a media tra t0 e 2.1s
x
m
= 20.5
t
s
c)velocit`a media tra t0 e 2.001s
vmedia =
x
m
vmedia =
= 20.005
t
s
d)velocit`a media tra t0 e 2.00001s
vmedia
x
m
=
= 20.00005
t
s
e)velocit`a istantanea
v = dx
dt = 10t
vt=t0 = 20 ms
32
Cinematica
Se `e noto a = a(x),risulta
dv = a(x)dt
v = dx
dt
vdv = va(x)dt = a(x)dt dx
dt = a(x)dx
33
Cinematica
Integrando
Z
vdv =
v0
1 2 1 2
v v0 =
2
2
a(x)dx
Zx0x
a(x)dx
x0
~v = i
dt
dv
~a = i
dt
m
s2
34
Cinematica
Z
x = x0 +
dt = x0 + v(t t0)
v(t)dt = x0 + v
t0
t0
25
20
1,5
15
v=costante
v (m/s) 1
x(m)
x = x0 +v(t-t0 )
tangente dx/dt=v
10
x0
0,5
0
0
10
15
t (s)
20
25
t0 5
10
15
20
25
t (s)
v = tan
v = v0 +
dt = v0 + a(t t0)
a(t)dt = v0 + a
t0
t0
35
Cinematica
Z
x = x0 +
t0
1
= x0 + v0(t t0) + a(t t0)2
2
Nel caso t0 = 0 e x0 = 0 si ottiene
1
v = v0 + at x = v0t + at2
2
consistenza dimensionale
[L] = [L][T ]1[T ] + [L][T ]2[T ]2 = [L]
Ricordando che
1 2 1 2
v v0 =
2
2
a(x)dx
x0
Graficamente
36
Cinematica
25
20
1,5
a=costante
da/dt=0
a (m/s2)
v = v0 +at
tangente dv/dt=a
15
v (m/s)
10
0,5
5
0
0
10
t (s)
15
20
25
10
t (s)
15
20
25
250
200
150
x (m)
x = v0 t+1/2at2
tangente dx/dt=v
100
50
-50
0
10
t (s)
15
20
25
a t = 2s
a t = 3s
m
m
x = 41m; v = 44 ; a = 34 2
s
s
m
m
x0 = 104m; v 0 = 84 ; a0 = 46 2
s
s
vm =
am =
x
t
v
t
= 63( ms )
= 40( sm2 )
Cinematica
37
38
Cinematica
dove
s = spostamento lungo la traiettoria
s = arco di curva
~r = ~r 0 ~r vettore spostamento
si definisce
r
~vmedia = ~
t
~vmedia k ~r
~r d~r(t)
=
t0 t
dt
39
Cinematica
in forma cartesiana
~v = vxux + vy uy + vz uz
~r = x
ux + y uy + z uz
dove
vx =
dx
dy
dz
; vy = ; vz = ;
dt
dt
qdt
|~v | = vx2 + vy2 + vz2
~r d~r
=
= uT
s0 s
ds
lim
(5.1)
40
Cinematica
Si definisce
v
~amedia = ~
t
~amedia k ~v
e laccelerazione istantanea
~a = lim ~am
t0
~v d~v (t)
=
= lim
t0 t
dt
41
Cinematica
dove
dv
ay = dty ; az = dvdtz ;
q
|~a| = a2x + a2y + a2z
ax =
dvx
dt ;
d~v
dt
e ~v =
d~r
dt
ottenendo
t
~a(t)dt
~v = ~v0 +
t0
~v (t)dt
~r = ~r0 +
t0
42
Cinematica
m/s
m/s2
-9,8
-4,9
-9,8
-9,8
-19,6
-19,6
-9,8
-44,1
-29,4
-9,8
-78,4
-39,2
-9,8
43
Cinematica
t = 1s
z = 4.9m
vz = vz0 gt = 9.8 ms
t = 2s
z = 19.6m
vz = 19.6 ms
t = 3s
z = 44.1m
vz = 29.4 ms
t = 4s
z = 78.4m
vz = 39.2 ms
d~v
;
dt
d~v = ~adt
d~v =
Rt
integrando
R ~v
~v0
~v ~v0 =
adt
t0 ~
Rt
~a t0 dt
~v =
~r
(5.2)
44
Cinematica
1
~r = ~r0 + ~v0(t t0) + ~a(t t0)2
2
Lestremo di ~r giace nel piano ~v0 e ~a
Quindi se ~a = cost si ha
1. moto in un piano
2. moto parabolico y = ax2 + bx + c
(5.3)
45
Cinematica
Si ha
~a = ~g =
uy g
e
~v0 = uxv0x + uy v0y
dove
v0x = v0 cos
v0y = v0 sin
Dalla eq.(5.2) ponendo t0 = 0 risulta
vx = v0x = cost
vy = v0y gt
(5.4)
(5.5)
x = v0x t
y = v0y t 21 gt2
(5.6)
(5.7)
46
Cinematica
47
Cinematica
v02
v02
= ; h=
g
4g
~a = ~at + ~an
~at=accelerazione tangenziale (variazione |~v |)
~an=accelerazione normale (variazione direzione di ~v )
Infatti
48
Cinematica
(5.12)
|d
ut| = |
ut| sin d |
ut| d = d
d
ut = und
d
d
ut
u
=
n
dt
dt
d ds
d
d
=
=
v
dt
ds dt
ds
(5.13)
(5.14)
(5.15)
(5.16)
ds
,
quindi
49
Cinematica
dv
at =
dt
2
v
an =
Moto circolare:velocit`
a
risulta s = R e
~v = v ut =
ds
d
ut = R ut
dt
dt
Si definisce la velocit`
a angolare
d 1
=
[s ]
dt
50
Cinematica
v = R
Se il moto `e periodico si definiscono
P = periodo(tempo necessario per compiere un giro)
= P1 =frequenza (numero di giri per unit`a di tempo) s1, Hz, rpm, min1
Se = cost il moto `e circolare uniforme e risulta
R
Rt
Rt
0 d = t0 dt = t0 dt
(t) = 0 + (t t0)
ponendo 0 = 0 e t0 = 0 si ha = t
2
= =
= 2
t
P
Si definisce il vettore
~ come in figura
51
Cinematica
risulta
~
~v =
~ ~r =
~ R
(5.17)
v = r sin = R
d
dt
52
Cinematica
d~
~=
dt
Si ha
d~v d(~ ~r) d~
d~r
~a =
=
=
~r +
~
=
~ ~r +
~ ~v =
dt
dt
dt
dt
=
~ ~r +
~ (~ ~r) (5.18)
Nel moto circolare uniforme risulta = 0,at = 0 e
~a = ~an =
~ (~ ~r) =
~ ~v
Poich`e
~ ~v si ha
|~a| = v = 2R
ESEMPIO:Determinare an e at dei punti sul bordo del disco,
sapendo che a t = 0 risulta v = 0.04 ms e che a t = 2s risulta
x = 0.2 m
53
Cinematica
Si ha
1
1
x = vO t + at2 = 0.04t + at2[m]
2
2
risolvendo rispetto ad a e introducendo t = 2s ,x = 0.2 m, si
ottiene a = 0.06 sm2 ,quindi
x = 0.04t + 0.03t2 [m]
m
v = dx
=
0.04
+
0.06t
[
dt
s]
m
at = dv
=
0.06
[
]
dt
s2
v2
(0.04+0.06t)2
0.1
an = =
=
= 0.016 + 0.048t + 0.036t2 [ sm2 ]
ESEMPIO: Determinare in funzione della latitudine,~v e ~a di
un punto posto sulla superficie terrestre.
54
Cinematica
Si ha
R = r cos = BA dove =latitudine
v = R = r cos tangente alla circonferenza
a = 2R = 2r cos accelerazione centripeta
Poich`e r = 6370 103m e = 7.292 105 s1, risulta
v = 459 cos [ ms ]
3
a = 3.34 102 1000
g [ sm2 ]
55
Cinematica
Scomponendo il moto da P a P 0 lungo le direzioni perpendicolari individuate da d~r e rd si pu`o scomporre la velocit`a
in
vr =
dr
dt
v =
d
dt r
velocit`a radiale
velocit`a trasversale
ovvero
~v = ur
d
dr
+ u r
dt
dt
dove
e un vettore avente la direzione di ~r che tiene conto
ur dr
dt `
dello spostamento radiale
u d
r che tiene conto
dt r un vettore avente la direzione a ~
della variazione di direzione di ~r, cio`e dello spostamento
angolare
Nel moto circolare `e presente soltanto la componente trasversa
v = d
dt r = r
56
57
58
La trasformazione galileana collega sistemi di riferimento inerziali in moto traslatorio uniforme con velocita ~v (|~v | c)
~r = ~r ~v t
V~ 0 = V~ ~v
0
~a = ~a
La Terra non e un sistema di riferimento inerziale in quanto
ruota intorno al proprio asse e intorno al Sole. Le accelerazioni
sono:
at 0 an = a = 2R = 0.6 cm
s2
accelerazione nel moto attorno al Sole
at = 0 an = a = T2 RT = 3.4 cm
s2
accelerazione nel moto attorno al proprio asse
Il Sole non e un sistema di rifermento inerziale in quanto ruota
intorno al centro della galassia con accelerazione a = 2R =
3 108 cm
s2
Lapprossimazione del Sole a sistema di riferimento inerziale e
molto migliore di quella della Terra
In molti casi gli effetti della rotazione della Terra sono trascurabili e i sistemi di riferimento solidali a osservatori terrestri
possono essere considerati inerziali senza grande errore
Massa
Supponiamo che un sistema di riferimento inerziale osservi
il moto di due particelle soggette soltanto alla loro mutua
interazione, isolate dal resto del mondo
59
Nellintervallo t = t0 t si ha
~v1 = ~v10 ~v1
(6.1)
60
m2
~v2
m1
(6.2)
Quantit`
a di moto
Tramite il concetto di massa inerziale introduciamo una nuova
grandezza fisica denominata quantit`
a di moto:
p~ = m~v
[M ][L][T ]
Kg m
s
61
62
(6.3)
ovvero
p~1 + p~2 = cost
pix = pfx
piy = pf y
piz = pf z
La quantit`a di moto totale di un sistema composto da due
particelle sottoposte soltanto alla loro mutua interazione
rimane costante
63
n
X
i=1
La quantit`
a di moto totale di un sistema isolato di particelle `e costante
Come conseguenza si ha che la quantit`a di moto totale di un
sistema isolato di punti materiali non pu`o variare per effetto
di interazioni fra i punti materiali stessi
Lapplicazione del principio di conservazione della quantit`a di
moto risulta molto utile quando non sono note le interazioni
interne di un sistema isolato. Es: rinculo di un fucile che spara,
scoppio in volo di una bomba, urti fra particelle.
Non sono note eccezioni a questo principio generale di conservazione della quantit`a di moto (`e valida anche a livello
atomico)
64
(6.4)
Newton introduce la dizione di forza come una quantit`a dinamica correlata alla variazione della quantit`a di moto. La forza
agente su una particella `e:
d~p
F~ =
dt
(6.5)
(6.6)
La relazione (6.6) costituisce la terza legge del moto di Newton o legge di azione e reazione:
Quando due particelle interagiscono, la forza sulla prima
particella esercitata dalla seconda particella `e uguale ed
opposta alla forza sulla seconda particella esercitata dalla
prima particella
Le due forze giacciono sulla retta congiungente i due corpi
65
(6.7)
La forza agente su una particella di massa costante `e uguale al prodotto della massa della particella per la sua accelerazione
Se F~ = cost ~a = cost cio`e il moto `e uniformemente
accelerato
Unit`a di misura della forza
66
67
Poich`e ~a = 0 si ha:
~ +W
~ =0
F~ + N
Scegliendo il sistema di riferimento come in figura si
ottiene
F W sin = 0
N W cos = 0
caso dinamico
~ = m~a
Si ha R
Rx = max F W sin = max
Ry = may N W cos = 0
68
ESEMPIO
N
T
m1
x
F=m g
1
N m1g = 0
T = m1a1x
Per determinare T consideriamo il corpo m2. Le forze agenti
su di esso sono
69
m2
F=m g
2
m2g T = m2a
T = m1a
Da cui si ricava
m2
a=
g
m1 + m2
m2
T = m1
g
m1 + m2
Forze di attrito
Le forze di attrito sono tipici fenomeni del mondo macroscopico
70
f=coeff.attrito
N=forza
contatto
l=coeff.attrito
v=velocit`a
t=coeff.attrito
v=velocit`a
di
F = F fs
Moto accelerato
F > Ffd
Moto uniforme
F = F fd
Sperimentalmente si verifica
F fs f s N
F f d = fd N
71
72
v02
x =
2a
Risulta N = mg; Ffd = fdN = fdmg
inoltre
Ffd = ma
Quindi
a = fdg
73
74
Siccome Fs = mg = sN = s mv
R
Oppure
p
v = gR/s
Che `e la velocit`a per cui la persona non scivola verso il basso
e come si nota non dipende dal suo peso.
Forze di attrito nei fluidi
Quando un corpo si muove in un fluido (gas o liquido) in
assenza di turbolenze subisce una forza dattrito proporzionale
alla velocit`a
F~f = K~v
F~f risulta
proporzionale alla velocit`a
dipendente dal fluido ( =viscosit`a)
dipendente dalla geometria del corpo (K fattore geometrico)
Per una sfera di raggio r, si determina ( Legge di Stokes)
K = 6r
75
dt
m
K
separando le variabili e integrando
R
R v dv
K t
v0 v F = m 0 dt
K
F
v K
ln v
F
0 K
F
v K
F
v0 K
= K
mt
=e
K
mt
76
sostituendo v0 = 0 si ottiene
F
K
t
1e m
v=
K
Poich`e il termine esponenziale tende a zero la velocit`
a limite
(di regime) risulta
F
vL =
K
Dipende dalla viscosit`a del fluido e dalla forma del corpo
In un corpo in caduta libera cio`e sotto lazione della sola forza
di gravit`a, si ha
mg
vL =
K
Se si tiene conto della spinta idrostatica esercitata dal fluido,
uguale al peso del fluido spostato (Principio di Archimede), si
ottiene
F~R = m~g mf ~g
quindi
(m mf )g
vL =
K
77
Moto curvilineo
dove
~at=accelerazione tangenziale (variazione |~v |)
~an=accelerazione normale (variazione direzione di ~v )
La forza totale agente sulla particella
2
dv
v
F~ = m~a = F~t + F~n = m ut + m un
dt
dove
F~t=forza tangenziale
78
Fx = max = m dvdtx
dv
Fy = may = m dty
79
(6.8)
80
si ha
~ = m~r (~vr + ~v ) = m~r ~v
L
solo la componente trasversale contribuisce al momento della
quantit`a di moto In quanto v = r d
dt risulta
L = mr2
d
dt
d~r
dt
(6.9)
= ~v si ha
d~r
p~ = ~v p~ = m~v ~v = 0
dt
(6.10)
(6.11)
81
~
dL
~ =
dt
La relazione (6.11) non costituisce un nuovo postulato fondamentale della meccanica ma una diversa espressione della
seconda legge di Newton
Forze centrali
Principio di conservazione della quantit
a di moto
Quando il momento della forza risultante che agisce su una
particella e nullo (~ = ~r F~ = 0) si ha
~
dL
=0
dt
~ = cost
L
82
~
F~ = 0 quindi L=cost
L = mvr sin = mvd = cost
2. Moto sotto lazione di forze centrali
~ = cost
F~ k ~r quindi ~r F~ = 0; L
Leggi di forza
Prima di discutere delle diverse applicazioni delle leggi di Newton, della forza gravitazionale (Fisica B) e della forza elettromagnetica (Fisica C) vediamo le diverse intensit`a di queste
forze. I Fisici hanno identificato quattro tipi di forze:
Forza gravitazionale. Ha origine nella presenza stessa
della materia
83
84
Lavoro ed Energia
Lavoro ed Energia
p~0
definendo
Risulta
Rt
t0
F~ (t)dt Impulso I~
p~ p~0 = I~
85
Lavoro ed Energia
Integrando la ~v =
d~r
dt
risulta
I~
~v0 + E
m
1
~r(t) = ~r0 + ~v0(t t0) +
m
~r ~r0 =
t0
dt
cio`e
t
~
Idt
t0
F~ = F~ (~r) = F~ (x, y, z)
Lavoro
Si abbia una particella A che si muove sotto lazione della forza
F~
86
Lavoro ed Energia
(7.2)
risulta
dW = F ds cos = FT ds
Il lavoro `e una grandezza scalare
La sola componente della forza parallela al moto compie
lavoro
Se una forza `e perpendicolare allo spostamento il lavoro
da essa compiuto `e nullo. Infatti
~
dW = F d~r = F ds cos = 0
2
Per esempio non compie lavoro
Lavoro ed Energia
87
88
Lavoro ed Energia
Risulta quindi
Z
F~ (~r) d~r
W =
A
W =
FT ds
A
89
Lavoro ed Energia
Potenza
Lavoro compiuto nella unit`a di tempo
Si definisce la potenza media
Pm =
W
t
90
Lavoro ed Energia
91
Lavoro ed Energia
Energia Cinetica
Lenergia cinetica esprime la capacit`a di una massa in movimento di compiere lavoro
Calcoliamo il lavoro compiuto da una forza F~ applicata ad
una particella di massa m durante lo spostamento da A a B
lungo un qualsiasi percorso
Z B
Z B
d~v (~r)
F~ (~r) d~r = m
W =
d~r
dt
A
A
Cambiando la variabile di integrazione da ~r a t:
Z tB
Z tB
d~v (t) d~r(t)
d~v (~r(t))
d~r(t) = m
dt
W =m
dt
dt
dt
t
tA
ZA tB
d~v (t)
~v dt (7.3)
=m
dt
tA
utilizzando la relazione
d~v (t)
1 d~v (t)
d~v (t)
1 d(~v ~v ) 1 d(v 2)
~v =
~v + ~v
=
=
dt
2 dt
dt
2 dt
2 dt
nella (7.3) si ottiene
Z tB
Z vB
2
1
d(v )
1
1
1
dt = m
d(v 2) = mvB2 mvA2
W = m
2
dt
2
2
2
tA
vA
Definendo Energia cinetica di un corpo di massa m che si
muove di velocit`a v
1 2
p2
EK = mv =
2
2m
92
Lavoro ed Energia
(7.4)
La quantit`a di moto e lenergia cinetica sono entrambe propriet`a dinamiche della particella
93
Lavoro ed Energia
o
P
94
Lavoro ed Energia
peso 2
1 2
v = kx
g
2
per cui
r
x=
peso
v = 1.4 m
kg
95
Lavoro ed Energia
F~ =
uy mg
~rB ~rA = ux(xB xA) + uy (yB yA)
96
Lavoro ed Energia
Si ha
Z
W =
Energia Potenziale
In presenza di una forza costante si ha
W = F~ (~rB ~rA)
97
Lavoro ed Energia
W =
A
98
Lavoro ed Energia
v
(1)
m
x
v=0
(2)
m
v
(3)
m
Trascurando le forze di attrito si verifica come lenergia cinetica iniziale diminuisce fino ad annullarsi nella posizione di
massima compressione. Successivamente si produce una inversione del moto e il corpo abbandona la molla con la stessa
energia cinetica iniziale e con velocit`a opposta.
Il corpo ha percorso, nel campo di forze conservativo dovuto
alla molla, una linea chiusa e la sua capacit`a di compiere lavoro rimane inalterata
In presenza di forze di attrito tra le superfici, lenergia cinetica
al distacco sarebbe inferiore, in quanto le forze di attrito non
sono conservative
Una forza `e conservativa quando il lavoro che la forza compie
per spostare un corpo da una punto A ad un punto B `e indipendente dalla traiettoria seguita per portare il corpo da A a
99
Lavoro ed Energia
F~ (~r) d~r =
W =
F~ (~r) d~r =
F~ (~r) d~r = . . .
A(3)
A(2)
A(1)
F~ (~r) d~r =
W =
A
F~ (~r) d~r +
F~ (~r) d~r
F~ (~r)d~r =
F~ (~r)(d~r) =
F~ (~r)d~r = U (A)
Quindi
Z
W =
A
100
Lavoro ed Energia
W =
A
101
Lavoro ed Energia
I
W =
F~ (~r) d~r = 0
dEP
quindi
F~ d~r = dEP
sviluppando
F~ d~r = F ds cos = dEP
dove ds `e il modulo dello spostamento e langolo compreso
tra F~ e ~r
Risulta
dEP
F cos =
(7.5)
ds
Noto EP (~r) possiamo ricavare la componente di F~ in qualsiasi
direzione
dEP
e denominata derivata direzionale di EP
ds `
102
Lavoro ed Energia
si pu`o scrivere
dV
C2 C1
=
ds
ds
Variazione di V per unit`a di lunghezza (derivata direzionale
di V )
Indicando con dV
dn la derivata direzionale lungo la direzione
normale AN si ha
dV
dV dn dV
=
=
cos
ds
dn ds
dn
(7.6)
103
Lavoro ed Energia
~
= ux + uy + uz
x
y
z
Quindi le componenti di una forza conservativa possono essere
scritte come
EP
EP
EP
Fx =
; Fy =
; Fz =
;
x
y
z
Applicando il teorema di Schwartz (le derivate parziali seconde
miste di una funzione continua sono uguali):
2 EP
xy
2 EP
xz
2 EP
yz
2 EP
yx
2 EP
zx
2 EP
zy
Fy Fx
=
x
y
Fz Fx
=
x
z
Fz Fy
=
y
z
104
Lavoro ed Energia
105
Lavoro ed Energia
Conservazione dellenergia meccanica di una particella
(7.8)
106
Lavoro ed Energia
mg sin = ma
6
per cui a = 4.9 sm2
utilizzando la vf2 = vi2 + 2as si ottiene vf = 3.13 ms
Se una particella parte da ferma da una altezza h0 si pu`o
ottenere la velocit`a in un punto qualsiai tramite la relazione
1
E = mv 2 + mgh = mgh0
2
da cui v 2 = 2g(h0 h) ricavabile anche da equazione del moto
Lavoro ed Energia
107
108
Lavoro ed Energia
Mediante lapplicazione dei principi di conservazione si ricavano in generale le quantit`a dinamiche principali ma non si
risolve lequazione del moto ~r = ~r(t)
In alcuni casi semplici si ricava lespressione completa del moto
Nel moto rettilineo sotto lazione di forze conservative risulta
1 2
E = mv + EP (x) = cost
(7.9)
2
essendo v =
dx
dt
si ha
1
dx
E= m
2
dt
2
+ EP (x) = cost
109
Lavoro ed Energia
risolvendo rispetto a
dx
dt
si ha
r
2
dx
=
[E EP (x)]
dt
m
=t
2 0
E + Fx
cio`e
2p
2
(E + F x)
E=
F
F
risolvendo rispetto a x
r
1F 2
2E
x=
t +
t
2m
m
sostituendo
ottiene
F
m
2
t
m
1 2
x = at + v0t
2
Lespressione cinematica del moto uniformemente accelerato
110
Lavoro ed Energia
(1)
dr
1
F
1
F
2
F
1
R+dR
(2)
dr
2
dR
111
Lavoro ed Energia
di conseguenza
~2
~ 1 = F~2 dr
F~1 dr
Lintegrale non dipende dal percorso per qualsiasi percorso
F~ `e una forza conservativa
Lenergia potenziale `e funzione soltanto di |~r|
1 2
E = mv + EP (r) = cost
2
Il modulo di ~v dipende solo dalla distanza dal centro della
forza
Il principio di conservazione dellenergia, grandezza scalare che
non fornisce informazioni sulla direzione del moto, non `e sufficiente per risolvere lequazione del moto in un campo di forze
centrali
Per ottenere la soluzione generale del moto in un campo di
forze centrali devono essere applicati due principi di conservazione:
Principio di conservazione dellEnergia
Principio di conservazione del momento della quantit`a
~
di moto (L)
In coordinate polari la velocit`a `e
2
2
dr
d
v 2 = vr2 + v2 =
+ r2
dt
dt
introducendo la relazione L = mr2 d
dt si ha
2
dr
L2
2
+
v =
dt
(mr)2
112
Lavoro ed Energia
1
dr
E= m
2
dt
2
L2
+
+ EP (r)
2mr2
Espressione analoga alla (7.9) relativa al moto rettilineo supponendo che nel moto radiale la particella si muova sotto
lazione di una energia potenziale efficace
L2
EPef f (r) = EP (r) +
= EP (r) + EPc (r)
2mr2
Il termine EPc (r) `e definito Energia potenziale centrifuga, in
quanto la forza associata sarebbe diretta verso lesterno
dEc
L2
Ec
=
=
Fc =
r
dr
mr3
LEPc (r) semplifica la trattazione
Sulla particella non agisce nessuna forza centrifuga non associata al potenziale EP (r)
La soluzione del moto radiale r = r(t) diventa analoga al caso
rettilineo
Z x
dx
q
=t
2
x0
m [E EPef f (r)]
La parte angolare del moto `e ottenuta dallespressione del
momento della quantit`a di moto L = mr2 d
dt :
d =
L
dt
2
mr (t)
113
Lavoro ed Energia
Integrando
Z
= 0 +
0
L
dt
2
mr (t)
dEP
dx
114
Lavoro ed Energia
Lavoro ed Energia
115
116
Lavoro ed Energia
EP (J)
dine cm2
,MT
g2
ET=0
EK,i
-2
EK
-4
-6
-8
RT
-10
0
1 104
2 104
3 104
4 104
5 104
6 104
7 104
r (Km)
Lavoro ed Energia
117
118
Lavoro ed Energia
(7.10)
119
Lavoro ed Energia
Applicando la (7.10)
1 2
mv = EPi + WS = 9.7 J
2 f
quindi vf = 2.54 ms
ESEMPIO: Un corpo inizialmente in quiete cade attraverso
un fluido viscoso da una altezza y0. Determinare la rapidit`a
con cui vengono dissipate la sua energia cinetica e potenziale
gravitazionale
Si ha
1
2
d(EK + EP ) d 2 mv + mgy
=
dt
dt
inoltre
d(EK + EP ) = dW 0
per cui
d(EK + EP ) dW 0
=
= F 0v
dt
dt
nel caso dei fluidi F 0 = Kv, quindi
d(EK + EP )
= Kv 2
dt
(7.11)
(7.12)
120
Lavoro ed Energia
121
n
X
i=1
pi =
n
X
i=1
122
n
X
mi
i=1
Pn
pi
P
= Pni=1
=
M
i=1 mi
123
Supponiamo che i due sistemi siano isolati dal resto del mondo
Per il principio di conservazione della quantit`a di moto si ha
X
X
P=
pi +
pj = costante
i
cio`e
P = PS + PS 0 = costante
(8.2)
124
Quindi
PS = PS 0
(8.3)
dvCM
= M aCM
dt
125
(8.4)
126
= F1 + F12
= F2 + F21
127
Massa ridotta
Consideriamo due particelle soggette soltanto alla loro mutua
interazione
dt
dt
m1
m2
Utilizzando la (8.4) si ha
d(v1 v2)
=
dt
1
1
+
F12
m1 m2
128
129
m1v1 + m2v2
vCM =
m1 + m2
Utilizzando la trasformazione galileiana
2
v12
v10 = v1 vCM = m1m+m
2
1
v20 = v2 vCM = m1m+m
v12
2
(8.5)
(8.6)
130
dL1
dt
dL1
dt
= 1 ;
= r1 (F1 + F12) ;
dL2
= 2
dt
dL2
= r2 (F2 + F21)
dt
131
Li ;
ext =
exti
(8.8)
(8.9)
132
quindi
L1 + L2 + L3 + . . . = costante
legge di conservazione della quantit`
a di moto angolare
Il momento angolare totale L di un sistema isolato o per il
quale `e nullo il momento delle forze esterne, `e costante (in
modulo, direzione e verso)
Esempi:
gli elettroni di un atomo rispetto al nucleo (Sistema
isolato)
I pianeti del sistema solare rispetto al Sole (Sistema
isolato)
I principi di conservazione della quantit`a di moto e della quantit`a di moto angolare sono validi anche in fisica atomica e
nucleare, dove non sono valide le leggi della meccanica Newtoniana
In presenza di due sistemi interagenti S e S 0 isolati dal resto
del mondo, il momento angolare totale `e costante
L = LS + LS 0 = costante
Per effetto dellinterazione i due sistemi interagenti si scambiano quantit`a di moto angolare
LS = LS 0
133
m1r1 + m2r2
=
m1 + m2
m2 (r1 r2 )
m2 r12
=
m1 +m2
m1 +m2
m1 (r2 r1
m1 r12
=
m1 +m2
m1 +m2
(8.10)
(8.11)
(8.12)
134
r2 = r02 + rCM
v2 = v20 + vCM
p2 = p02 + m2vCM
135
Essendo
p01 + p02 = 0
LC = r01 p01 + r02 p02
2 r2
rCM = m1mr11+m
+m2
Risulta
L = LC + (m1 + m2)rCM vCM
Ovvero
L = LC + rCM P
(8.13)
136
(8.15)
(8.16)
(8.17)
drCM
P = vCM M vCM = 0
dt
si ottiene
dL dLC
=
+ rCM Fext
dt
dt
(8.18)
Ricordando che
dL
= ext
dt
Si ha dalla (8.17) e dalla (8.18)
dLC
= CM
dt
(8.19)
(8.20)
137
(8.21)
138
Si ha
Z
Wext =
A
139
X1
i
mivi2
EP,int
Dove la prima sommatoria `e estesa alle i particelle e la seconda alle j coppie di particelle
In assenza di forze interne lenergia interna ha soltanto la
componente cinetica
Dalla definizione di energia propria ricaviamo
UB UA = Wext
140
(8.22)
141
142
v2 = v20 + vCM
Sostituendo otteniamo
1
1
0
2
EK = m1(v1 + vCM ) + m2(v20 + vCM )2 =
2
2
1
1
1
0
0
2
= m1v12 + m2v22 + (m1 +m2)vCM
+(m1v10 +m2v20 )vCM
2
2
2
Lespressione
m1v10 + m2v20 = PCM = 0
Risulta quindi
1
2
EK = EK,int + (m1 + m2)vCM
2
cio`e
1
2
EK = EK,int + M vCM
2
dove
EK,int = 12 m1v12 + 12 m2v22 `e lenergia cinetica interna
143
2
12 M vCM
`e lenergia cinetica traslazionale
144
Definizioni di Energia
Energia propria: U = EK + EP,int
Energia interna: Uint = EK,int + EP,int
Energia totale: E = EK + EP,int + EP,ext
Per il moto di un sistema di particelle valgono relazioni analoghe a quelle valide per il moto delle singole particelle:
dP
dt
dL
dt
145
Urti
Urti
Nella collisione tra due particelle una forza relativamente grande agisce su ciascuna di esse per un tempo relativamente breve. Secondo lidea principale che sta alla base del concetto di
urto, il moto delle particelle collidenti (o di almeno una di
esse) cambia piuttosto rapidamente e si pu`o fare una separazione piuttosto netta nella scala dei tempi fra ci`o che avviene
prima dellurto e dopo lurto.
Le forze che agiscono per un tempo molto breve rispetto al
tempo di osservazione del sistema sono chiamate forze impulsive.
Le due particelle possono non toccarsi, ma parliamo ugualmente di urto poiche una forza relativamente grande, agente per un tempo breve rispetto a quello di osservazione della
particella alfa, ha leffetto di cambiare sostanzialmente il suo
moto.
Possiamo anche parlare di urto tra due galassie, se siamo
preparati a osservarle su una scala dei tempi dellordine dei
milioni o dei bilioni di anni
146
Urti
Impulso e quantit`
a di moto
Una forza impulsiva F (t) varia col tempo in modo arbitrario durante un urto che avviene nellintervallo di tempo da ti
a tf . Larea sotto la curva F (t) rappresenta limpulso J, il
rettangolo limitato dalla forza media F ha area uguale alla
precedente.
Supponiamo che la curva rappresenti landamento in funzione
del tempo dellintensit`a (modulo) della forza agente su uno dei
due corpi durante un urto.
dp = Fdt
Z pf
Z tf
dp =
Fdt
pi
(9.1)
(9.2)
ti
Z
J=
tf
Fdt
ti
(9.3)
147
Urti
J = pf pi
(9.4)
teorema dellimpulso-quantit`
a di moto:
Limpulso della forza risultante agente su una particella
durante un certo intervallo di tempo `e uguale alla variazione della quantit`
a di moto della particella nello stesso
intervallo di tempo
Il lavoro implica un integrale sulla posizione della forza risultante, mentre limpulso implica lintegrale sul tempo della
stessa forza
Il modulo dellimpulso di questa forza e uguale allarea sottesa
dalla curva F (t).
J = F t
(9.5)
Consideriamo ora un urto tra due particelle, come per esempio quelle di massa m1 e m2. In ogni istante siano F12 la
148
Urti
tf
p1 =
12t
F12dt = F
(9.6)
ti
tf
21t
F21dt = F
(9.7)
ti
p1 = p2
(9.8)
P = p1 + p2
(9.9)
P = p1 + p2 = 0
(9.10)
Urti
149
La forza impulsiva Fimp che agisce durante un urto `e generalmente molto pi`u intensa di ogni forza esterna Fext (in questo
caso costante) che pu`o agire sul sistema.
La variazione di quantit`a di moto di una particella dovuta
alle forze esterne agenti durante lurto `e trascurabile rispetto
a quella dovuta alle forze esterne impulsive
150
Urti
Esempio
(9.11)
= J/t.
Dalla relazione J = Ft,
si ha F
= (12.3Kg m/s)/0.0015s = 8200N
|F|
(9.12)
Urti
151
Urti elastici
Consideriamo un urto elastico unidimensionale
152
Urti
(9.13)
(9.14)
(9.15)
2
2
2
2
m1(v1i
v1f
) = m2(v2f
v2i
)
(9.16)
(9.17)
(9.18)
153
Urti
si ottiene
m1 m2
2m2
v1i +
v2i
(9.19)
m1 + m2
m1 + m2
Analogamente, eliminando v1f e risolvendo rispetto a v2f
v1f =
v2f
2m1
m2 m1
=
v1i +
v2i
m1 + m2
m1 + m2
(9.20)
v2f = v1i
(9.21)
v2f v2i
(9.23)
v2f 0
(9.24)
(9.25)
154
Urti
Urti anelastici
Consideriamo ora gli urti anelastici, nei quali per definizione
lenergia cinetica non `e conservata. Nel solo caso particolare
di un urto completamente anelastico `e possibile determinare
il moto finale conoscendo solo le condizioni iniziali. In questo
caso, i corpi dopo lurto restano attaccati e si muovono con la
stessa velocit`a vf . Si ottiene
m1
m2
vf =
v1i +
v2i
m1 + m2
m1 + m2
(9.26)
Il pendolo balistico
m1
v1i
m1 + m2
(9.27)
155
Urti
(9.28)
(9.29)
Eliminando V
M + mp
v=
2gh
m
Lenergia cinetica del proiettile `e
1 2
Kb = mv = 1900J
2
(9.30)
(9.31)
(9.32)
156
Urti
con il laboratorio (sistema del laboratorio). Indipendentemente dalle modalit`a dellesperimento, lurto viene osservato
da un sistema di riferimento solidale con il centro di massa
delle particelle collidenti (sistema del centro di massa), lanalisi del fenomeno `e spesso pi`u semplice e il significato fisico
pi`u chiaro.
157
Urti
v =v +u
(9.34)
158
Urti
Dopo lurto:
0
vf = vf vcm =
m1
m1
v1i
v1i = 0
m1 + m2
m1 + m2
(9.39)
Corpo Rigido
10
159
Corpo rigido
160
Corpo Rigido
`e sempre possibile quindi determinare un sistema di riferimento soltanto traslante rispetto al quale il moto del corpo rigido
sia esclusivamente rotatorio
Rispetto a questo sistema di riferimento lasse di rotazione `e
il luogo dei punti istantaneamente fissi
Lasse di rotazione pu`o spostarsi rispetto al riferimento o cambiare la direzione rispetto al corpo durante il moto
Il moto di un corpo rigido si studia considerando separatamente il moto traslatorio di un punto del corpo e quello rotatorio
intorno al punto stesso
Come origine del sistema di assi solidale con il corpo si sceglie
generalmente il CM
161
Corpo Rigido
162
Corpo Rigido
cio`e
!
Lz =
(m1R12
m2R22
+ . . .) =
miRi2
La quantit`a
I=
miRi2
(10.1)
Corpo Rigido
163
Dalla (10.1) si ricava come il valore di I dipende sia dalle masse che costituiscono il corpo che dal quadrato della distanza
rispetto allasse di rotazione
Mentre la massa `e una caratteristica di un corpo, il momento
di inerzia dipende dallasse di rotazione
ESEMPIO: pattinatrice in rotazione rispetto a un asse verticale
Quando la pattinatrice solleva le braccia, modifica il proprio
momento di inerzia (I2 < I1)
Per il principio di conservazione del momento angolare del
sistema (pattinatrice) risulta
Lz = I = costante I11 = I22
poiche I2 < I1 si ha 2 > 1
Assi principali di un corpo rigido
In ogni corpo rigido, indipendentemente dalla forma, esistono
sempre almeno tre assi di rotazione fra loro mutuamente perpendicolari e passanti per il CM , per i quali risulta L parallelo
a
Questi tre assi vengono denominati assi principali di inerzia
I momenti di inerzia corrispondenti vengono denominati
I1 il massimo momento di inerzia
I2 il minimo momento di inerzia
I3 il momento di inerzia intermedio
164
Corpo Rigido
(10.2)
R2dm =
R2dV
165
Corpo Rigido
dm
dV
`e costante
Z
I = R2dV
166
Corpo Rigido
(10.3)
DIMOSTRAZIONE
Si ha
RC2 = x2 + y 2
R2 = x2 + (y + a)2 = RC2 + 2ya + a2
Il momento di inerzia rispetto allasse Z e
X
X
2
2
2
IZ =
miRi =
mi RCi + 2yia + a =
i
!
=
miRC2 i
+ 2a
miyi
+a
mi
167
Corpo Rigido
IZ = IZC + M a2
168
Corpo Rigido
Rispetto a X: IX =
Y 2dV
Rispetto a Y : IY =
X 2dV
Rispetto a Z: IZ =
(x2 + y 2)dV
IZ = IX + IY
169
Corpo Rigido
L
2
x (Sdx) = S
0
1
x dx = SL3
3
2
Poich`e V = SL si ha M = SL e
1
IA = M L2
3
Per calcolare il momento di inerzia rispetto ad un asse baricentrale, si utilizza il teorema di Steiner. Dalla (10.3) si
ha
1
2
IC = IA M a = M L2 M
3
2
L
1
= M L2
2
12
170
Corpo Rigido
(10.5)
171
Corpo Rigido
(10.6)
(10.7)
172
Corpo Rigido
(10.9)
173
Corpo Rigido
aCM = r
174
Corpo Rigido
v
2v
R=v CM
CM
CM
CM
CM
CM
R=-v
P
traslazione
CM
rotazione
Metodo dinamico
Il moto traslatorio `e determinato assumendo tutte le forze
esterne applicate CM
N M g cos = 0
M g sin f = maCM
(10.10)
(10.11)
175
Corpo Rigido
Poiche vCM
1
1
2
M gy0 = M vCM
+ IC 2
2
2
= R si ha
2
1
1 vCM
2
M gy0 = M vCM + IC 2
2
2 R
176
si ricava v =
Corpo Rigido
4
3 gh
Gravitazione
11
177
Gravitazione
178
Gravitazione
(11.1)
dove
P = periodo di rivoluzione
k= costante di proporzionalit`a
rmedio= semisomma della distanza minima e massima dal Sole
Gravitazione
179
Dinamica planetaria
Le leggi di Keplero forniscono una descrizione cinematica del
moto dei pianeti
Newton (1642-1727) enunci`o la Legge di gravitazione universale
Dalla legge delle aree
180
Gravitazione
d
dt
cio`e
dA
dt
La legge delle aree di Keplero equivale alla affermazione che il
momento angolare `e costante e quindi che la forza applicata
al pianeta `e centrale:
La forza associata allinterazione gravitazionale `e centrale
Se ammettiamo che linterazione gravitazionale sia una propriet`a universale della materia deve essere
L = 2m
F = M mf (r)
La forma di f (r) `e stata determinata da Newton attraverso la
prima legge di Keplero
Un caso particolare della prima legge di Keplero `e quando una
particella si muove di moto circolare uniforme
181
Gravitazione
2r
P
risulta
F =
2 mr
4 2
P
m
4 2 kR
2
4 2
=
kRT2
182
Gravitazione
Mm
r2
Gravitazione
183
184
Gravitazione
cie terrestre, si ha
M m 1g
m1i a1 = G 2
RT
M m 2g
m2i a2 = G 2
RT
dividendo le due equazioni
m1i a1 m1g
=
m2i a2 m2g
ma a1 = a2 = g quindi
m2i
m1i
=
m1g m2g
Il valore di G `e stato implicitamente scelto tale da porre
uguale a uno il rapporto fra la massa inerziale e la massa
gravitazionale
185
Gravitazione
GM m
r
(11.3)
E = M vM
2
2
r
Quando M m possiamo supporre che M sia in quiete in
un sistema di riferimento inerziale, quindi
1 2 GM m
E = mv
2
r
dove v e la velocit`a della massa m rispetto al CM
(11.4)
186
Gravitazione
2
GM m
2r
(11.5)
187
Gravitazione
ESEMPIO:Un satellite posto ad una altezza h riceve una spinta che produce una velocit`a iniziale v0. Determinare la traiettoria in funzione dellenergia totale
1
GMT m
E = mv02
2
R+h
Quando lorbita `e chiusa, la Terra occupa uno dei due fuochi.
Per i satelliti interplanetari, deve risultare E > 0
ESEMPIO:Velocit`
a di fuga di un corpo dalla terra
La velocit`a di fuga `e la minima velocit`a con cui un corpo deve
essere lanciato dalla superficie terrestre per potersi allontanare
indefinitamente dalla Terra
Deve essere
1 2 GMT m
E = mvf
=0
2
RT
si ricava
r
vf =
2GMT
= 1.12 104 ms1
RT
188
Gravitazione
2
2
=
=
=
= 7.3 105 s1
t 1 giorno 60 60 24
189
Gravitazione
Risulta
PF
PQ
Ponendo P F = r e F D = d, si ha P Q = F D F B =
d r cos
Quindi
r
=
d r cos
=
190
Gravitazione
Risolvendo rispetto a r
d
= 1 + cos
r
(11.6)
d
1+
r2 =
d
1
(11.7)
p
b = a 1 2
(11.8)
Il semiasse minore `e
Eccentricit`
a in funzione dei parametri fisici del moto gravitazionale
Introducendo il potenziale efficace
L2
EPef f (r) = EP (r) +
2mr2
(11.9)
191
Gravitazione
risolvendo rispetto a
dr
dt
si ha
s
2(E EPef f )
dr
=
dt
m
Poiche
dr
dt
(11.10)
dr d
d dt ,
dalla (11.10) si ha
q
s
2(EEP )
ef f
dr
mr2 2(E EPef f )
m
=
=
d
d
L
m
dt
d
L2
m
m2r2
(11.11)
dr
d
2
r4 sin2
=
d2
(11.12)
2
2
2
L
m
mr
Dalla (11.6) si ha cos = dr 1 inoltre
2
d 1
d2 2d 1
2
2
=1 2 +
sin = 1 cos = 1
2
r
r
r
192
Gravitazione
2
r
r 2
L2
L2
r
Eliminando
otteniamo
d2
r2
=
2
L
r
cioe
L2
EP (r) =
(11.13)
mdr
Per descrivere una sezione conica con centro di forza in un
fuoco, lenergia potenziale deve variare con la distanza come
1/r, quindi la forza deve variare come 1/r2
Uguagliando i termini costanti si ottiene
1
2d2mE
=1 2
L2
cioe
1
L
E= 2
1 2
2d m
=
r
mdr
193
Gravitazione
quindi
L2
= GM m
md
Per cui la (11.14) diventa
(11.15)
Mm
E = G
2a
(11.16)
L
GM m
2
(11.17)
194
Gravitazione
La dimensione dellorbita `e determinata dallenergia mentre, per una data energia, la forma dellorbita `e determinata dal momento angolare
Campo Gravitazionale
La massa M produce nello spazio che la circonda una situazione fisica che chiamiamo campo gravitazionale
195
Gravitazione
196
Gravitazione
Potenziale gravitazionale
Il potenziale gravitazionale in un punto `e definito come lenergia potenziale per unit`a di massa posta nel campo gravitazionale
EP
=
m
Introducendo lespressione di EP dalla (11.3)
=
GM
r
(11.19)
(11.20)
Gravitazione
197
198
Gravitazione
d)
=
M sin d
(2a
2
4a
2
Tutti i punti della striscia si trovano alla stessa distanza R
da P . Il potenziale gravitazionale prodotto dalla striscia in P
risulta
d = G
1
2M
sin d
GM
=
sin d
R
2R
199
Gravitazione
(r > a)
(11.21)
(r < a)
(11.22)
200
Gravitazione
Gravitazione
201
202
Gravitazione
Risulta
GM r
= 3 u (r < a)
a
203
Gravitazione
Principio di equivalenza
Poiche la massa inerziale e la massa gravitazionale sono uguali
si ha che
Tutti i corpi posti nel medesimo luogo sono soggetti alla
stessa accelerazione
Consideriamo un punto dove il campo `e , laccelerazione per
un corpo di massa m posto in quel punto `e
F
a=
=
m
indipendentemente dalla massa m
Consideriamo due sistemi di riferimento
1. S non accelerato (inerziale) immerso in un campo gravitazionale uniforme
2. S 0 uniformemente accelerato rispetto ad esso con a =
g ma non immerso in un campo gravitazionale
Vale il principio di equivalenza:
Un osservatore non `e in grado di distinguere se il suo
laboratorio `e solidale con S o con S 0
204
Gravitazione
principio di relativit`
a generale
Le leggi della natura si devono scrivere in modo tale che sia
impossibile distinguere fra un campo gravitazionale uniforme e un sistema accelerato
Gravitazione
205
Le forze presenti a livello atomico sono del tipo elettromagnetico e sono enormemente maggiori della forza gravitazionale
La forza gravitazionale diventa importante in presenza di grandi masse elettricamente neutre
206
12
Termodinamica
Termodinamica
Il metodo termodinamico
Il metodo termodinamico o macroscopico consiste nel definire
operativamente poche osservabili fisiche dette variabili termodinamiche o coordinate macroscopiche e nel trovare equazioni
generali che le collegano.
Ad esempio, se consideriamo come sistema il contenuto di un
cilindro di un motore a scoppio, possiamo descrivere il sistema
in termini di: composizione, volume, pressione e temperatura.
Queste possono essere le variabili del sistema. Le loro caratteristiche principali:
1. Sono suggerite pi`u o meno direttamente dai nostri sensi
Termodinamica
207
208
Termodinamica
Equilibrio termodinamico
Un sistema in equilibrio termodinamico soddisfa alle seguenti
condizioni:
1. Equilibrio meccanico: non esistono forze non equilibrate
che agiscono sul sistema o su singole parti di esso.
Termodinamica
209
210
Termodinamica
Il passaggio tra due condizioni di equilibrio infinitamente vicine implica in generale una variazione dV , dT e dP .
Un teorema del calcolo differenziale permette di scrivere
V
V
dV =
dT +
dP
T P
P T
cio`e siamo in presenza di differenziali esatti per dV ,dT e dP .
Per queste si pu`o scrivere se z = z(x, y)
z
z
dz =
dx +
dy
x y
y x
Nota:
Ogni infinitesimo in termodinamica deve rappresentare una
variazione piccola della grandezza considerata (rispetto al suo
valore) ma deve allo stesso tempo essere sufficientemente grande in modo da potersi riferire ad un numero di molecole talmente elevato da giustificare lapproccio macroscopico.
Trasformazioni termodinamiche
Quando un sistema termodinamico cambia di stato si dice che
il sistema effettua una trasformazione.
Le trasformazioni pi`u importanti sono:
1. Trasformazioni tra stati di equilibrio: Sono quelle trasformazioni che avvengono tra due stati di equilibrio
(iniziale e finale). Poiche un sistema isolato in equilibrio permane nel suo stato occorre che questo sistema
scambi energia con lambiente per poter cambiare stato.
Termodinamica
211
212
Termodinamica
Termodinamica
213
Equilibrio termico
Gli esperimenti mostrano che lo stato di equilibrio di un sistema dipende dalla vicinanza di altri sistemi o dalla natura
214
Termodinamica
Con la parete diatermica i valori x,y e x0 ,y 0 cambiano spontaneamente fino a che il sistema complessivo non raggiunge uno
stato di equilibrio. Si dice che i due sistemi sono in equilibrio
termico. In altre parole: Lequilibrio termico `e quello stato,
caratterizzato da certi valori delle variabili, che due o pi`u sistemi raggiungono quando vengono posti a contatto tramite
una parete diatermica.
Consideriamo ora due sistemi A e B separati da una parete
adiatermana ma singolarmente a contatto con un terzo sistema
C per mezzo di pareti diatermiche.
Termodinamica
215
Lesperienza mostra che se A e B sono separatamente in equilibrio termico con C nel caso 1 essi allora sono in equilibrio
termico tra loro (caso 2).
Si pu`o allora enunciare il principio zero della termodinamica:
Due sistemi in equilibrio termico con un terzo sono in equilibrio
termico tra loro.
In pratica viene utilizzato per misurare la temperatura di
oggetti (A, B) mediante un termometro (C).
Temperatura
Possiamo usare il sistema C (termoscopio) per classificare gli
stati di equilibrio termico purche C subisca delle variazioni
vistose dei suoi parametri.
Esempio: limmersione di una barretta metallica (C) in due
recipienti separati (A) e (B) con la misura dellallungamento
della barretta. Lindice di stato di equilibrio termico viene
chiamato temperatura. In altre parole:
La temperatura di un sistema `e quella propriet`a che determina
se un sistema `e in equilibrio termico o meno con altri sistemi.
216
Termodinamica
217
Termodinamica
218
Termodinamica
Esempi:
Gas a volume costante; x = Pressione (P )
Resistore elettrico; x = Resistenza elettrica (R)
Liquido in un capillare; x = Lunghezza (L)
Termocoppia; x = f. e. m. (e)
Occorre scegliere un sistema termodinamico campione per avere un riferimento preciso e determinare le costanti a e b.
O meglio poiche per due punti nel piano passa una sola retta
occorre trovare due particolari fenomeni fisici che definiscono
i due punti di riferimento.
Le scale di temperatura attualmente pi`u usate sono tre: la scala Celsius (centigrada), la scala Fahrenheit, la scala Kelvin.
Nella scala Celsius i due punti fissano la temperatura del ghiaccio fondente (valore 0) e la temperatura di ebollizione dellacqua (valore 100); dividendo per 100 lintervallo si ottiene il
grado Celsius (C).
La scala Kelvin o scala assoluta ha gli stessi punti fissi ma gli
attribuisce i valori 273.15 e 373.15. Dividendo sempre per 100
lintervallo si ottiene il grado kelvin (K). Lo zero di questa
scala si chiama zero assoluto ed `e la pi`u bassa temperatura
raggiungibile da qualsiasi fenomeno fisico.
Si hanno le relazioni:
1 C = 1 K =
9
F
5
9
t C = 32 + t F
5
219
Termodinamica
220
Termodinamica
t
)
273.15
1
1
273.15 C
221
Termodinamica
Legge di Boyle
A T costante tutti i gas, considerati perfetti, seguono la seguente legge:
P V = costante
222
Termodinamica
223
Termodinamica
tratto 0-1
t
V1 =V0 1 +
273.15
V0T
V1 =
273.15
= V0
t + 273.15
273.15
(12.1)
(12.2)
tratto 1-2
P V = P0 V1
Introducendo la (12.2)
PV =
P0 V0
T
273.15
P0 V 0
273.15
(12.3)
224
Termodinamica
N
V
Unit`
a di misura della pressione
Lunit`a di misura della pressione si esprime come il rapporto
tra una unit`a di forza e una unit`a di superficie.
F
A
Nel S. I. si avr`a N/m2 che in onore di B. Pascal `e stata
chiamata Pascal (P a) quindi:
P =
N
= 1 Pa
2
m
225
Termodinamica
mentre la pressione `e
P =
F
= gh
A
Termometri
Termometro a gas
Uno schema semplificato `e il seguente:
226
Termodinamica
Termometro a resistenza
Sono termometri piuttosto precisi. Il pi`u usato `e il termometro
a resistenza di platino.
Si tratta di un lungo e sottile filo avvolto su un supporto. Si
misura la resistenza elettrica del filo. Si usa tra 20 e 1500 K.
Con intervalli di T non ampi si ha:
R = R0(1 + T + T 2)
Termodinamica
227
228
Termodinamica
Ciclica (o chiusa)
Il calore
Come `e ben noto due corpi posti a contatto raggiungono una
temperatura intermedia fra quelle di partenza.
Fin al XIX sec. il fenomeno veniva spiegato con una sostanza
detta calorico. Oggi sappiamo che il calore `e una forma di
energia che viene scambiata.
Diciamo che linterazione termica ha trasferito unentit`a fisica
misurabile chiamata calore o quantit`a di calore Q.
Per definizione si ha:
1. Il calore passa dal corpo pi`u caldo al corpo pi`u freddo.
229
Termodinamica
230
Termodinamica
Capacit`
a termica e calore specifico
Si definisce capacit`
a termica media di un sistema durante
una trasformazione ,
Q
Q
CM, =
=
T2 T1
T
Si definisce capacit`
a termica istantanea la quantit`a di calore
(Q) che deve entrare nel sistema per variare la sua temperatura di dT . Si ha
Q
C = lim CM, =
T 0
dT
CP = Q
dT P
capacit`a termica a pressione costante
CV = Q
dT V
capacit`a termica a volume costante
E utile definire le capacit`a termiche per unit`a di massa che
vengono chiamati calori specifici: `e la quantit`a di calore che si
deve fornire allunit`a di massa di una sostanza per aumentare
di un grado la sua temperatura
h i
1
1 Q
cal
cM, = m CM, = m T gK
calore specifico medio
1
1 Q
c = C =
m
m dT
calore specifico istantaneo
231
Termodinamica
T2
c dT
T1
T Q
=0
mc
deve essere m
Esempi:oggetti di grande massa
Transizioni di fase e calori latenti
I materiali si possono presentare a seconda delle variabili di
stato in diverse fasi o stati di aggregazione
1. Stato solido
2. Stato liquido
3. Stato gassoso
Un modo di rappresentare le fasi `e il diagramma P T
232
Termodinamica
TC = temperatura critica
Le transizioni di fase richiedono un assorbimento di calore che
viene restituito nella trasformazione inversa.
Si definisce calore latente di transizione la quantit`a di calore,
per unit`a di massa, che deve essere scambiata nella transizione.
Si definisce in particolare:
a calore latente di sublimazione
transizione solido gas
b calore latente di fusione
transizione solido liquido
c calore latente di solidificazione
transizione liquido solido
d calore latente di vaporizzazione
transizione liquido vapore
233
Termodinamica
Esempio:
Acqua: calore latente di fusione 80 Kcal/Kg calore latente di
vaporizzazione 540 Kcal/Kg
Bilanci termici. Equilibri termici
Supponiamo di avere allinterno di un recipiente adiabatico
(calorimetro) due corpi (o liquidi) che si trovano inizialmente
a temperature diverse.
Nel caso non ci siano transizioni di fase mentre i due corpi si
scambiano calore si ha:
calore uscito da A (QA) = calore entrato in B (QB )
QA = QB
Z
Tf
Z
cA dT
QA = mA
Tf
cB dT
QB = mB
Ti,B
Ti,A
QB = mB cB (Tf Ti,B )
e quindi
Tf =
Ti,AmAcA + Ti,B mB cB
mAcA + mB cB
Nel caso che uno dei due corpi subisca una transizione di fase
di calore latente , tra Ti ed Tf , il suo calore assorbito nella
transizione sar`a:
Z Tt
Z Tf
Q=m
c dT + m + m
c0 dT
Ti
Tt
234
Termodinamica
dove Tt=temperatura della transizione, c=calore specifico prima della transizione,c0=calore specifico dopo la transizione
Il Lavoro in termodinamica
Se un sistema esercita una forza sullambiente e ha luogo uno
spostamento della frontiera il lavoro compiuto dal o sul sistema
prende il nome di lavoro esterno.
Esempio: gas in un cilindro che si espande facendo muovere
un pistone. Non `e compreso nel lavoro esterno:
a il lavoro compiuto dalle forze interne (lavoro interno)
b lavoro scambiato con lesterno che non provoca uno spostamento della frontiera a livello macroscopico
Calcoliamo il lavoro esterno scambiato tra un sistema e lambiente nel caso che: dF =forza normale allelemento di frontiera d
Si ha:
dF = pF d
dove pF = pressione alla frontiera
Si assume, per convenzione, che il lavoro sia
positivo: lavoro compiuto dal sistema termodinamico
sullambiente
negativo: lavoro compiuto dallambiente sul sistema termodinamico
235
Termodinamica
Graficamente:
Se pF = costante si ha inoltre
Z
L = pF
d dlcos = pF dV
236
Termodinamica
Esempio
Calcolo del lavoro in una trasformazione politropica. Calcolo
del lavoro esterno compiuto da un gas lungo una trasformazione reversibile
pV x = cost
dove x= numero (reale) della trasformazione politropica
Z B
Z B
cost
LAB =
p dV =
dV
x
A
A V
Poiche pAVAx = pB VBx = cost per x 6= 1 si ottiene
LAB =
pB V B p A V A
1x
mentre per x = 1
LAB
VB
= pAVA ln
VA
237
Termodinamica
238
Termodinamica
Unit`
a di misura del lavoro
RB
Dalla equazione LAB = A p dV si pu`o definire lunit`a litro
atmosfera (l atm).
Poiche 1 atm = 1.01 105 P a e 1 l = 103 m3 si calcola nel
sistema S.I.
l atm = 1.01 105 103 = 1.01 102 N m = 101 Joule
Mulinello di Joule
Descriviamo la seguente esperienza ideata da J.P. Joule
239
Termodinamica
(12.4)
240
Termodinamica
L
Q1
241
Termodinamica
(Q L)1 + (Q L)2 = 0
trasf.ciclo 1-2
(Q L)1 + (Q L)3 = 0
trasf.ciclo 1-3
sottraendo si ottiene:
(Q L)2 (Q L)3 = 0
ovvero (Q L)2 = (Q L)3 cioe la quantit`a (Q L) non
dipende dal percorso ma solo dagli estremi A e B. Sar`a quindi:
(Q L) = U (A, B)
Si ha dunque che U = U (A, B) e una funzione di stato detta
energia interna termodinamica Si ha di conseguenza che Q
L = U ovvero
Q = U + L
(12.5)
1 principio della termodinamica (1 PT)
dove U = UB UA
242
Termodinamica
243
Termodinamica
Gas in A1
Gas espanso tramite d anche in A2
Cio`e nellespansione libera se il gas `e rarefatto non si osserva
trasmissione di calore al calorimetro. Lespansione libera:
`e un processo irreversibile
il lavoro esterno L `e nullo (L = 0)
Q = 0 (tramite misura del calorimetro)
Per il 1P. T. si ha U = 0 quindi se T = cost la U non varia,
cioe:
U = U (T )
Applicazioni del 1 P.T. ad un gas perfetto
Dal 1 P. T.: Q = dU + p dV
Se poniamo dV = 0 (trasformazione isocora) si ha:
(Q)V =cost = dU
244
Termodinamica
(12.6)
245
Termodinamica
poiche p dV + V dp = nR dT , essendo dp = 0 si ha p dV =
nR dT
inoltre dU = ncv dT
sostituendo nella (12.6) risulta:
1 ncv dT + nR dT
cp =
= cv + R
n
dT
p
Gas perfetto
Riassumendo si ha con buona approssimazione per i gas rarefatti:
pV = nRT
U = ncv T
cv = 32 R per i gas monoatomici
cv = 52 R per i gas biatomici
cp = cv + R
Trasformazione isoterma reversibile
poiche
pV = cost
U = nCvT = cost
Si ha
Z
Q = U + L = L =
V2
p dV = nRT
1
V1
V2
dV
= nRT ln
V
V1
246
Termodinamica
cp
=
cv
quindi
= 53 R per gas monoatomico
= 75 R per gas biatomico
247
Termodinamica
trasformazione adiabatica: da pV = K si ha
P
P
K
= +1 =
V adiab
V
V
poiche > 1 la pendenza della curva adiabatica `e maggiore
dellisoterma. Graficamente si ha:
248
Termodinamica
x = 0 (isobara)
c = cp = cv + R
x = (isocora)
c = cv
x=
cp
cv
= (adiabatica)
c = cv +
R
=0
cv +R
1 cv
p0 V 0
V0
T0
dove p0 e V0 sono i valori di uno stato termodinamico arbitrariamente scelto ed S0 `e il valore dellentropia scelto arbitrariamente per questo stato.
Le conseguenze della relazione di S sono:
249
Termodinamica
250
Termodinamica
gas ideale
Nel ciclo
L = Q1 Q2 = T1S1 T2S2 = (T1 T2)S1 =
= (T1 T2)(S2 S1)
Calcoliamo il rendimento del ciclo di Carnot
=
L
Q1 Q2 T1 S T2 S T1 T2
T2
=
=
=
=1
Q1
Q1
T1 S
T1
T1
Termodinamica
251
Macchine termiche
Tutto il lavoro pu`o essere convertito in calore
Esempio: si sfregano due pietre sottacqua e si ottiene una
completa trasformazione di lavoro in calore (L = Q) ed il
rendimento sar`a del 100%
La trasformazione del calore in lavoro si pu`o fare con:
trasformazione cicliche
Il sistema viene riportato allo stato iniziale. Il dispositivo che fa compiere al sistema la trasformazione ciclica
si chiama macchina termica o motore termico. Cio`e il
sistema `e la sostanza che lavora e la macchina lavora su
un ciclo. Essa compie lavoro verso lesterno eseguendo
sempre lo stesso ciclo.
252
Termodinamica
Termodinamica
253
macchina di Stirling
macchina a vapore
Macchina di Stirling
Nel 1816 Stirling progett`o una macchina che bruciando benzina eseguiva del lavoro. Il ciclo `e costituito da 4 fasi:
254
Termodinamica
Si ha L = QH QC > 0
255
Termodinamica
Macchine frigorifere
Oltre alle macchine termiche, che trasformano calore in lavoro,
esistono anche le macchine frigorifere. Queste ultime hanno lo
scopo di raffreddare un corpo. In pratica una macchina termica fatta funzionare, nel piano di Clapeyron, in senso antiorario
risulta essere una macchina frigorifera. Cioe si ha:
H
Q
H
L
Q
C
T
256
Termodinamica
T
H
Q
H
L
Q
C
T
lobiettivo `e prelevare QC dallambiente (linterno del frigorifero) il calore a bassa temperatura mentre il costo `e L (energia
elettrica consumata) quindi si deve definire il coefficiente di
prestazione f (fattore di qualit`a):
f=
QC
QC
=
L
QH QC
Il fattore di qualit`a pu`o risultare maggiore di 1. Non `e opportuno chiamarlo rendimento frigorifero.
La relazione tra il rendimento ed il fattore di qualit`a risulta:
Q2
=1
Q1
Q1
quindi Q
=
2
ma poiche
1
1
f=
si ottiene:
Q2
Q2
1
=
=
L
Q1 Q2
1
=
1+f
Termodinamica
257
1
Dalla relazione = 1+f
o quella inversa f = 1
o con si pu`
cludere che un ciclo termico che abbia un alto rendimento,
funzionando come frigorifero ha un fattore di qualit`a molto
basso.
In pratica vorrebbe dire che il cilo di Carnot funzionante da
macchina termica va bene mentre funzionante da frigorifero
sarebbe da scartare. E chiaro che queste conclusioni non possono essere accettate. Infatti anche se altri cicli danno un f
pi`u alto, non garantiscono a differenza del ciclo di Carnot una
temperatura veramente bassa e costante e quindi solo con il
ciclo di Carnot siamo sicuri di aver allinterno del frigorifero
quella determinata temperatura.
Il frigorifero di Stirling
Supponiamo di percorrere in senso inverso il ciclo della macchina di Stirling. Si avr`a lassorbimento di calore a bassa temperatura e la cessione di una quantit`a di calore pi`u grande ad
alta T e lesecuzione di lavoro sul sistema.
Questo dispositivo si chiama frigorifero o macchina frigorifera
mentre la sostanza si chiama refrigerante
Analizziamo come esempio il frigorifero di Stirling.
258
Termodinamica
Termodinamica
259
260
Termodinamica
Il moto perpetuo di prima specie, cioe il funzionamento continuo di una macchina che crea energia, non `e possibile per il
1 P. T.
Mentre il moto perpetuo di seconda specie, cioe il funzionamento di una macchina che scambia calore con un unico
serbatoio, non `e possibile per il 2 P. T.
Le macchine termiche hanno sempre bisogno per funzionare di
scambiare calore almeno con due sorgenti a diversa temperatura.
Si preleva Q1 alla T maggiore, se ne trasforma una parte in
lavoro e si cede il resto Q2 alla T minore. Si ha:
=
Q1 Q2
Q1
261
Termodinamica
T1
Q'
1
Q
1
L
M
Q
2
T
Si ha L = Q1 e Q01 = L + Q2
T1 assorbe complessivamente Q2
T2 cede Q2
Falso Clausius falso Kelvin
T1
Q
2
Q
2
T
Q
1
Q
2
Si ha L = Q1 Q2
T2 non ha scambi di calore
Infatti se fosse possibile trasformare Q L da una sorgente
T (violando lenunciato di Kelvin) con lattrito prodotto da
262
Termodinamica
Il Teorema di Carnot
Il postulato di Kelvin-Plank impedisce che le macchine termiche abbiano rendimento unitario. Il teorema di Carnot afferma:
263
Termodinamica
dove
A = macchina di Carnot reversibile
B = macchina qualsiasi(reversibile o no)
Si fa si che |Q1,A| = |Q1,B | e si ottiene:
Ltotale = LB LA = B Q1,B AQ1,A = Q1,A(B A)
Per il II P. T. si ha che deve essere LT 0 quindi B A.
Se: B `e reversibile si possono scambiare i ruoli e quindi:
B = A
`e stato calcolato precedentemente nel caso ideale che ora
vale in generale
T2
Carnot = 1
T1
Dimostriamo 2):
Un ciclo qualsiasi si pu`o approssimare con una serie di cicli di
Carnot fra T10 < T1 ed T20 > T2 .
264
Termodinamica
T2
T20
=1 0 1
T1
T1
265
Termodinamica
ovvero
Qx
= 1 C (R, x)
QR
Qx
= 273.16 (1 C (R, x))
QR
266
Termodinamica
assoluto.
Si user`a il simbolo T per indicare la temperatura assoluta e si
misurer`a con il grado kelvin (K).
Altra definizione di zero assoluto:
Lo zero assoluto `e la temperatura alla quale una trasformazione reversibile isotermica `e anche adiabatica
+
=0
T1
Q1
T1
T2
Ricordando che un qualsiasi ciclo reversibile `e approsimabile
ad una successsione di N cicli di Carnot ed `e identico a
cicli di Carnot.
lim
N
X
Q1
k=1
T1
Q2
T2
I
=
REV
Q
=0
T
267
Termodinamica
nel caso pi`u generale di un qualsiasi ciclo reversibile o irreversibile si pu`o scrivere:
I
Q
0
T
questa espressione costituisce il teorema di Clausius dove il segno di uguaglianza vale per i cicli reversibili e il segno minore
vale per i cicli irreversibili.
Il teorema di Clausius si pu`o enunciare nel seguente modo: In
un ciclo termodinamico reversibile (o irreversibile) la somma
dei rapporti tra le quantit`a di calore infinitesime (dQ) scambiate dal sistema durante il ciclo con le sorgenti a temperatura
T e le temperature stesse `e nulla (o negativa).
Nel caso di un numero finito di sorgenti si pu`o scrivere
n
X
Qi
i=0
Ti
Questa disuguaglianza denominata disuguaglianza di Clausius indica che: In un ciclo termodinamico reversibile (od
irreversibile) la somma dei rapporti tra Q e le temperature
T `e nulla (o negativa).
La disuguaglianza di Clausius si pu`o applicare per determinare se una trasformazione `e reversibile o no.
Esempio: una sostanza alla temperatura T1 trasmette calore
ad una sostanza T2 (T2 < T1) ed entrambe sono dentro ad un
contenitore adiatermano. Per il primo corpo `e Q/T2 mentre
per il secondo `e Q/T1. la somma `e
Q Q
1
1
+
= Q
<0
T2
T1
T2 T1
268
Termodinamica
`
e possibile ogni ciclo?
Per determinare se un ciclo termodinamico `e realizzabile bisogna confrontare il suo rendimento con un ciclo di Carnot
operante tra le due temperature estreme ma anche verificare
la disuguaglianza di Clausius:
Esempio: un ciclo ha Q1 = 600 J,Q2 = 450 J, Q3 = 200 J
e T1 = 600 K, T2 = 400 K, T3 = 300 K. Il rendimento e:
L
350
=
=
= 0.43
Qass 800
il rendimento del ciclo di Carnot e:
TM IN
300
C = 1
=1
= 0.5
TM AX
600
P
Entropia
Se consideriamo nel piano di Clapeyron un generico ciclo reversibile come quello mostrato
269
Termodinamica
=0
A (I) T
A (II) T
Quindi:
Z
Q
=
T
A (I)
Q
A (II) T
Per cui lintegrale `e indipendente dal percorso seguito quindi sar`a una funzione di stato. Questa grandezza `e stata
chiamata da Clausius ENTROPIA ed indicata con il simbolo
S.
La variazione di essa tra uno stato A ed uno stato B lungo
una trasformazione reversibile e:
Z B
Q
S = SB SA =
T REV
A
270
Termodinamica
271
Termodinamica
da cui:
Z
SB SA = ncv
A
dT
+ nR
T
dV
V
per cui
TB
VB
SB SA = ncv ln
+ nR ln
TA
VA
questa formula generale assume diverse forme a seconda delle
trasformazioni:
1. Trasformazione isotermica (TA = TB )
pA
VB
= nR ln
S = nR ln
VA
pB
2. Trasformazione isobarica essendo VVB =
A
la relazione di Mayer si ottiene
TB
TA
ed utilizzando
VB
TB
S = ncp ln
= ncp ln
VA
TA
3. Trasformazione isocora (VA = VB )
TB
pB
= ncV ln
S = ncV ln
TA
pA
4. Trasformazione adiabatica (dQ = 0) avr`a S = 0
Le trasformazioni adiabatiche reversibili vengono definite isoentropiche.
272
Termodinamica
S = m
c(T )
A
dT
T
SB SA
A
Q
T
273
Termodinamica
274
Termodinamica
mentare non significa che in una certa trasformazione la variazione di entropia non possa essere negativa; se essa diminuisce
la variazione di entropia dellambiente esterno sar`a sicuramente positiva e con un valore assoluto maggiore della diminuzione
di entropia della trasformazione.
In modo analitico avremo:
Su = Ss + Sa = 0 trasformazione reversibili
Su = Ss + Sa > 0 trasformazione irreversibili
Su = Sa = Ss = 0, cicli reversibili
Su = Sa > 0 cicli irreversibili
Entropia e processi naturali
Analizziamo in questo paragrafo levoluzione spontanea dei
sistemi utilizzando la legge dellaccrescimento dellentropia.
Supponiamo ad esempio di mescolare due quantit`a di acqua
che per semplicit`a prendiamo identiche (massa = m) poste
rispettivamente alle temperature T1 e T2 con T1 > T2. La
temperatura finale sar`a
Tf =
T1 + T2
2
275
Termodinamica
trova:
Tf
T1
Tf
S2 = mc ln
T2
S1 = mc ln
Tf
Tf
+ ln
=
T1
T2
Tf2
(T1 + T2)2
= mc ln
>0
= mc ln
T1T2
4T1T2
S = S1 + S2 = mc ln
276
Termodinamica
T1
T2
T2 T1
277
Termodinamica
cioe:
E 0 = T0Stot
(12.7)
278
Termodinamica
Termodinamica
279
Paragonando il risultato con lequazione detta si ottiene linterpretazione microscopica della temperatura.
Trascureremo gli urti tra le particelle ma poiche essi sarebbero
elastici non darebbero contributo.
Inoltre il tempo speso durante gli urti `e trascurabile rispetto
al tempo tra gli urti.
Calcolo cinetico della pressione
Consideriamo il gas in una scatola cubica:
280
Termodinamica
(12.8)
(12.9)
2
2
2
per ragioni statistiche si ha vqm
=
v
=
v
, ma dal
qm
qm
x
y
z
momento che
2
2
2
2
+
v
vqm
= vqm
+
v
qm
qm
z
x
y
si ha
2
2
vqm
= 3vqm
x
(12.10)
281
Termodinamica
(12.11)
(12.12)
(12.13)
nR
k
sostituendo nella (12.13) si ottiene
N=
2
1 nR vqm
p= m
3 k V
oppure
nR 1 2
mvqm
pV =
k 3
dalla pV = nRT si ricava
1 2
3
mv = kT
2 qm 2
Cio`e la temperatura assoluta `e proporzionale al valore medio
dellenergia cinetica. Lenergia cinetica associata al moto ha
effetto sulla temperatura.
282
Termodinamica
Processo di diffusione
2
Siccome 21 mvqm
= 32 kT si ha che per i due gas alla stessa
temperatura il rapporto tra le velocit`a quadratiche medie delle
molecole `e uguale alla radice quadrata del rapporto inverso
delle loro masse. Cio`e
2
2
2 m1vqm,1
2 m2vqm,2
T =
=
3k
2
3k
2
si ottiene:
vqm,1
=
vqm,2
v12
v22
r
=
m2
m1
283
Termodinamica
3p
= 1840m/s
284
Termodinamica
da correggere
Si `e supposto di avere N = 1016 molecole e quindi si `e disegnato
N (v) = N y(v)
quindi N (v) dv `e il numero di molecole tra v e v + dv. Sar`a:
Z
N=
N (v) dv = 1016
0
285
Termodinamica
=
v
quindi v =
286
Termodinamica
287
Termodinamica
1 dU 5
= R
n dT
2
1
1
7
= EK,totale + EP = 6 kT + kT = kT
2
2
2