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Massimo Corradi
Universit degli Studi di G
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Massimo Corradi
1. Introduzione
Johann Wolfgang von Goethe (1749 - 1832), uno tra i pi importanti autori e poeti
di tutti i tempi, definito come lultimo genio rinascimentale, stato non solo un
grande letterato, ma anche un pittore, uno scienziato e un pensatore a tutto tondo.
Nel saggio Zur Farbenlehre (Della Teoria dei Colori) [1] illustra la sua teoria
scientifica o come lhanno considerata alcuni detrattori prescientifica - sui colori
e sulla loro percezione che, nelle sue intenzioni, doveva rappresentare un nuovo
modo di interpretare non solo lottica, ma la fisica e, pi in generale, la scienza. Si
tratta di uno scritto che si discosta molto dalle sue composizioni letterarie, anche se
ne contiene al suo interno lo stile poetico associato per a una visione scientifica, e
mette in risalto la complessit del fenomeno cromatico e lingerenza non
trascurabile che ha lorgano della vista nei confronti della percezione luminosa e
della sua traslitterazione nel colore. Nondimeno, approfondendo lazione sensibile e
etico-morale del colore, e la sua funzione estetica e artistica, Goethe si pone in
contrapposizione, in una onorevole contesa, alla visione Newtoniana strettamente
scientifica del fenomeno, ridando dignit sensibile e poetica al fenomeno fisico. In
questa breve esposizione si vuole affrontare la critica Goethiana alla teoria della luce
e del colore di Newton, facendo notare il grido di protesta contro ci che Goethe
ritiene una insopportabile e inconcepibile tirannia della matematica e della fisica, nel
caso particolare dellottica, riconoscendo - attraverso una visione che possiamo
certamente definire puramente romantica del fenomeno - che i colori sono qualche
cosa di vivo e di umano, e che trovano la loro completa giustificazione
fenomenologia in quella macchina fisica che locchio umano e nel meccanismo
della visione, ma anche e soprattutto nella spiritualit e nellanimo dellosservatore,
con una metrica di giudizio che seppure deve generalizzare in forma universale,
deve tuttavia conservare quella sfumatura che linterpretazione personale.
2. Zur Farbenlehre
Il saggio di Goethe, pubblicato nel 1810, contiene alcune delle prime descrizioni
pubblicate, ad esempio, su fenomeni come ombre colorate, rifrazione e aberrazione
cromatica. Tale scritto esercit una forte influenza su numerosi artisti, sulla pittura
di Philipp Otto Runge (1777 1810), Joseph Mallord William Turner (1775
1851), i Pre-Raffaeliti, Wassily Kandinsky (1866 1944), Paul Klee (1879 1940),
e molti altri, e trov anche un ampio interesse e forte curiosit in studiosi di
differenti discipline quali filosofi e fisici; tra i filosofi, Arthur Schopenhauer (1788
1860) che allet di 28 anni pubblic un interessante trattato sulla visione dei
colori (ber das Sehn und die Farben) -, Ludwig Wittgenstein (1889 1951),
Rudolf Steiner (1861 1925), tra i fisici Thomas Johann Seebeck (1770 1831),
1
Hermann von Helmholtz (1821 1894), Werner Heisenberg (1901 1976), e infine
tra i matematici Kurt Gdel (1906 1978) e Mitchell Feigenbaum (1944 - ).
Il libro di Goethe uno studio sulla percezione del colore che si pone in
contrapposizione alla teoria scientifica di Isaac Newton, e che lo stesso autore
tedesco relega nellambito delle verifiche sperimentali dei fenomeni di percezione
sensitiva. Il tema affrontato da Goethe non riguarda il lato meccanicistico
dellargomento, il colore come fenomeno di oscillazione elettro-magnetica piuttosto
che pigmento chimico-fisico, quanto piuttosto la percezione fisico-sensoriale del
fenomeno da parte delluomo, ponendo una differenza sostanziale tra loggetto
fenomenico, lo spettro ottico, cos come era stato osservato da Newton, e quello
percettivo- sensoriale del colore conoscibile nellesperienza attraverso i sensi, tema
che sar poi oggetto di studio da parte di Wittgenstein [2] nella sua esegesi del testo
di Goethe. Unanticipazione della metodologia fenomenologica, come osserva
Giulio Carlo Argan (1909 - 1992) nella prefazione alla Farbenlehre [3] del poeta
tedesco.
Goethe espone la propria teoria riguardante i colori, analizzando le propriet, le
caratteristiche e i fenomeni con cui essi si manifestano. Nella prima Sezione parla
dei colori fisiologici e di quelli patologici che riguardano soprattutto la luce e
loscurit e gli effetti che provocano sullocchio; per esempio le immagini, le ombre
colorate, e per quanto riguarda i primi gli aloni soggettivi, mentre in merito ai
secondi si limita solo a una descrizione di ci che pu essere conosciuto
esperienzialmente. Nella seconda e terza Sezione distingue i colori fisici (suddivisi
in diottrici, catottrici ossia relativi alla riflessione della luce, parottici, ossia relativi a
una visione extra-retinica, epottici di carattere metafisico) da quelli chimici
analizzando, per esempio, fenomeni come la rifrazione, anche in assenza di
manifestazione di colore, la fissazione e la trasmissione del colore, le immagini
grigie e colorate, lacromaticit e lipercromaticit; la Sezione quarta dedicata al
cerchio dei colori (energia, determinazione, mescolanza, intensificazione,
compiutezza della manifestazione, scomparsa e durata del colore); nella sezione
successiva del libro (Sezione quinta) espone infine le proprie considerazioni circa i
rapporti di prossimit con altre discipline (filosofia, matematica, tecnica della
tintura, fisiologia e patologia, storia naturale, fisica generale e teoria del suono) e,
infine, nella Sezione sesta tratta degli effetti sensibili-morali e storico-culturali del
colore.
La nota che introduce la posizione di Goethe illustrata in questa osservazione al
pensiero di Newton che nel suo trattato sullottica del 1704 [4] aveva mostrato che il
bianco, in sostanza il colore/non-colore, contempla in s tutti i colori componenti la
gamma e che questo fenomeno visibile quando un fascio di luce diretta attraversa
un prisma. Goethe era convinto che tutti i colori fossero contenuti nella luce, e non
aveva alcun minimo motivo per dubitare di questo, tuttavia, scrive, a questo
proposito: Ma come io rimasi stupito, come guardando un muro bianco attraverso il
prisma, esso era rimasto bianco! Che solo soltanto osservando da qualche zona buia,
esso mostrava un certo colore, poi finalmente, attorno al davanzale della finestra
tutti i colori brillavano ... Non ci volle molto tempo che io capii che cera qualcosa
di significativo sul colore che doveva essere compreso, e io ho parlato distinto ad
alta voce, [dicendo] che gli insegnamenti di Newton erano falsi [5]. La prova
2
Schopenahuer. Il filosofo tedesco sottoline come il lavoro di Goethe fosse solo una
raccolta di dati, come peraltro citato nel titolo della sua opera; una raccolta
importante, completa e rilevante, un materiale cospicuo per procedere alla
formulazione di una teoria del colore ma nulla di pi. Schopenhauer rimarc ancora
che Goethe non ha fornito una vera spiegazione della natura essenziale del colore,
ma in realt solamente postulato come avviene un fenomeno, una presentazione
sistematica dei fatti, che ci racconta come nasce il colore, non quello che , e si
ferma a questa unica caratterizzazione. Questo, peraltro, era stato affermato dallo
stesso Goethe che, nel suo saggio del 1772 [15], aveva scritto che lesperimento
mediatore tra soggetto e oggetto sottolineando come lessere umano stesso, nella
misura in cui fa buon uso dei suoi sensi, d la pi esatta descrizione di un fenomeno
fisico. A titolo di esempio si rileva che, a differenza dei suoi contemporanei, Goethe
non vede il buio come assenza di luce, ma piuttosto come lopposto che deve
interagire con essa; in questa contrapposizione buio-luce, il colore diventa lo
strumento di interazione che ne stabilisce la gradazione, e le ombre sono parte della
luce stessa. Secondo Goethe, la luce la pi semplice, pi indivisa, pi omogenea
cosa che noi conosciamo e pertanto si deve per necessit confrontare con il buio, e
pertanto egli caratterizza il colore come una combinazione dinamica di buio e luce.
Loscurit un nulla completo, la luce non trova resistenza nelle tenebre, ma
loscurit pu indebolire la luce, come la luce pu limitare lenergia del buio [16].
Anche qui possiamo dire che un bianco che si scurisce, che si intorbida, diviene
giallo; il nero che si schiarisce diviene invece azzurro [17].
3. La chiarezza una giusta distribuzione di ombre e di luci
... essere stato lunico del mio secolo che ha visto chiaro in questa difficile scienza
dei colori, ebbene s, di questo vado fiero, e sono cosciente di essere superiore a
molti saggi [18]. La comprensione della verit lobiettivo di Goethe. Egli afferma
che esistono ambiti della conoscenza che sfuggono, a causa della propria natura
intrinseca ed estrinseca, e alla loro interpretazione attraverso lo strumento della
matematica; uno di questi proprio linterpretazione del fenomeno dei colori: Io
riverisco i matematici per non approvo che si voglia far abuso delle cose che
non appartengono al loro campo e dove questa nobile scienza diviene assurda, come
se esistesse solo ci che pu essere dimostrato matematicamente! [19] La questione
dellinterpretazione fenomenologica dei colori secondo Goethe mette in evidenza
una sua personale visione del mondo illuminista, che non pu prescindere di fatto da
una mediazione romantica della verit di ragione, la prosa del fenomeno fisico si
muta in poesia.
Il colore deve essere compreso globalmente nella sua interezza di fenomeno
percettivo e non solamente fisico-matematico, e dunque non solo analiticamente,
pertanto il fatto visuale un fenomeno sostanzialmente sensuale. La percezione dei
colori dipende dallequilibrio che esiste tra luminosit e oscurit: nelloscurit tutto
nero e viceversa niente si pu distinguere se la luminosit eccessiva. Lorigine
dei colori sta nelloscurit e nella luce, il giallo e il blu sono i colori che si
trasformano e consentono di arrivare alla nascita del colore finale, il rosso, per
intensificazione di ognuno di essi [20]. Il rosso, il risultato delloscuramento del
giallo e lattenuazione verso il chiaro del blu. I tre colori intermedi (il verde, il viola,
4
1a
1b
1c
Fig. 1 a, b, c (a) Il cerchio dei colori di Newton, Libro I, Parte II, Tavola III, fig. 11 [27], (b) Il cerchio dei colori di
Goethe; (c) La sfera dei colori di Runge [28].
[3] Goethe, Johann Wolfgang 1974. Goethe Farbenlehre. Kln: M. Du Mont Scahuberg (ed. ital. La
teoria dei colori. Milano: il Saggiatore, 1973, 2013).
[4] Mandelkow, Karl Robert 1968. Goethes Briefe. Vol. 2: Briefe der Jahre 1786-1805. Hamburg:
Christian Wegner, p. 528. Das zentrale Axiom von Newtons Farbentheorie, da in dem weien,
farblosen Licht alle Farben enthalten seien (lassioma centrale della teoria dei colori di Newton
afferma che ci sono tutti i colori nel bianco, la luce [] incolore) .
[5] Aber wie verwundert war ich, als die durch's Prisma angeschaute weie Wand nach wie vor wei
blieb, da nur da, wo ein Dunkles dran stie, sich eine mehr oder weniger entschiedene Farbe zeigte,
da zuletzt die Fensterstbe am allerlebhaftesten farbig erschienen, indessen am lichtgrauen Himmel
drauen keine Spur von Frbung zu sehen war. Es bedurfte keiner langen berlegung, so erkannte
ich, da eine Grnze nothwendig sey, um Farben hervorzubringen, und ich sprach wie durch einen
Instinct sogleich vor mich laut aus, da die Newtonische Lehre falsch sey. Goethe, Johann
Wolfgang von 1887-1919. Goethes Werke. Weimar: Hermann Bhlau. II. Abtheilung:
Naturwissenschaft lichte Schriften, Bd. 4, pp. 295296.
[6] Rupprecht, Matthaei 1949. ber die Anfnge von Goethes Farbenlehre. In: Jahrbuch der GoetheGesellschaft, 11, 1949, p. 259.
[7] Mandelkow, Karl Robert 1968. Op. cit., p. 528.
[8] Mandelkow, Karl Robert 1968. Op. cit., p. 553.
[9] Castel, Louis-Bertrand 1740. Optique des couleurs, fonde sur les simples observations et tourne
surtout la pratique de la peinture, de la teinture, et autres arts coloristes. Paris: Briasson.
[10] Thomas L. Hankins and Robert J. Silverman 1995. Instruments and the Imagination. Princeton:
Princeton University Press.
[11] Die Lehre dagegen, die wir mit berzeugung aufstellen, beginnt zwar auch mit dem farblosen
Lichte, sie bedient sich uerer Bedingungen, um farbige Erscheinungen hervorzubringen; sie gesteht
aber diesen Bedingungen Wert und Wrde zu. Sie mat sich nicht an, Farben aus dem Licht zu
entwickeln, sie sucht vielmehr durch unzhlige Flle darzutun, dass die Farbe zugleich von dem
Lichte und von dem, was sich ihm entgegenstellt, hervorgebracht werde; Mandelkow, Karl Robert
1968. Op. cit., p. 528.
[12] Die Goethesche Lehre von der Entstehung der Spektralfarben ist nicht eine Theorie, die sich als
ungengend erwiesen hat, sondern eigentlich gar keine Theorie. Es lt sich mit ihr nichts
vorhersagen. Sie ist eher ein vages Denkschema nach Art derer, die man in Jamess Psychologie
findet. Es gibt auch kein experimentum crucis, das fr, oder gegen diese Lehre entscheiden knnte.
Wittgenstein, Ludwig 2007: op. cit., p. I-70, IIe. Cfr.: Wittgenstein, 1978.
[13] Goethe, Johann Wolfgang von 1995. Scientific Studies. In: Miller, Douglas. The Collected Works,
Vol. 12, p. 57. Princeton: Princeton University Press.
[14] Seamon, David e Arthur Zajonc (eds.) 1998. Goethes Way of Science: A Phenomenology of Nature.
Albany: State University of New York Press.
[15] Goethe, Johann Wolfgang von 1792. Trad. inglese: The experiment as mediator between subject and
object. In: Goethe. Scientific studies edited and translated by Douglas Miller, vol. 12. New York:
Suhrkamp Publisher, 1988.
[16] Steiner, Rudolf 1897. Goethes Weltanschauung. Wiemar: Emil Felber.
[17] Goethe, 2013, op. cit., 502, p. 134.
[18] Conversations de Goethe avec Eckermann (intervista del 19 febbraio 1829), trad. francese di Jean
Chuzeville (1930), Paris, Gallimard 1949; 1988, p. 285.
[19] Gesprche mit Goethe in den letzen Jahren seines Lebens 1823-1832. Leipzig: Brockhaus, vol. I & II
1836; Magdeburg: Heinrichshofen, vol. III 1848. Per la citazione si fatto riferimento alla traduzione
francese di Chuzeville del 1930, op. cit., p. 176. Si veda anche ledizione a cura di Luca Bianco, con
trad. di Ada Vigliani, Conversazioni con Goethe. Torino: Einaudi, 2008.
[20] Cfr. Vues gnrales internes, in Trait des Couleurs, trad. francese di Henriette Bideau, Paris:
Triades, 1973. Lopera contiene la prefazione di Rudolf Steiner, del quale si pu leggere leccellente
opera scritta con lo spirito del suo predecessore: La science de locculte, trad. francese di H. & R.
Waddington, Paris: Triades, 1976.
[21] Goethe, 2013, op. cit., 748 e 750, pp. 185-86.
[22] Cox, Gareth 2004. Blumengru and Blumenglcken: Goethes Influence on Anton Webern. In: Byrne,
Lorraine (edited by) 2004. Goethe: Musical Poet, Musical Catalyst. Dublin: Carysfort Press Book,
pp. 203-224.
11
[23] Sulla storia dei colori, la teoria di Goethe, e sulla distinzione tra colori fisiologici, fisici e chimici, si
veda anche larticolo di Manlio Brusatin, Colori (storia dellarte): Unopposizione radicale, di
natura non scientifica, nellottica di Newton si manifesta con lapparizione della Teoria dei colori
(Farbenlehre, 1810). In questopera, Goethe si oppone deliberatamente al carattere primario della
luce bianca ed al carattere secondario delle sensazioni cromatiche. Negandogli una natura astratta, di
fatto manifesta il suo interesse per la ricostruzione di una fisiologia della visione, la quale passa dalla
soggettivit partecipante di chi percepisce e lapprezzamento dei colori fisici confrontati con i nuovi
colori chimici. Per riassumere le posizioni di Goethe, si pu dire che lui avrebbe voluto stabilire un
fondamento dialettico per la forma della percezione dei colori, prima di contestare la pretesa unit
del bianco newtoniano. Dato che il colore indifferentemente legato alla luce e alloscurit (il chiaro,
bianco, lo scuro, nero), la sua miscela, il grigio, che riassume e fonde in se stesso tutti gli altri
colori. Goethe spiegher che i colori possono essere fisiologici: si tratta di colori soggettivi, il cui
unico intermediario il soggetto che li percepisce; fisici: colori soggettivi o oggettivi di intensit
variabile e passeggera, che si ottiene per interposizione di corpi trasparenti o traslucidi; chimici: solo
colori oggettivi, si fissano su corpi e sostanze di diversa natura o sono estratti da loro in
Encyclopaedia Universalis, vol. 6, 1997.
[24] Ribe, Neil and Friedrich Steinle 2002. Exploratory Experimentation: Goethe, Land, and Color
Theory. Physics Today, 55 (7), 43.
[25] Goethe, Johann Wolfgang von 1809. Farbenkreis zur Symbolisierung des menschlichen Geistes- und
Seelenlebens. Jeder Farbe wird eine menschliche Eigenschaft zugeordnet (...). Im inneren Ring: rot
schn, gelbrot edel, gelb gut, grn ntzlich, blau gemein, blaurot unnthig.
[26] Diottrica, Meteore, Geometria, in Ren Descartes, Opere scientifiche, II, a cura di E. Lojacono.
Torino: UTET, 1983.
[27] Newton, Isaac 1704. Op. cit., Book I, Part. II, Plate III, Fig. 11.
[28] Runge, Philipp Otto 1810. Farben-Kugel oder Construction des Verhltnisses aller Mischungen der
Farben zueinander, und ihrer vollstndigen Affinitt, mit angehngtem Versuch einer Ableitung der
Harmonie in den Zusammenstellungen der Farben. Hamburg: Friedrich Perthes.
[29] Cfr.: Joseph Priestley (1733 - 1804), The history and present state of discoveries relating to vision,
light and colours. London: J. Johnson, 1772.
[30] Lehrs, Ernst 2004. Man or Matter. Introduction to a Spiritual Understanding of Nature on the Basis
of Goethes Method of Training Observation and Thought. Project Gutenberg eBook. Il ruolo attivo
dei sensi nella visione dei colori si rivel, comunque, una intuizione scientificamente valida, come
dimostrarono i risultati delle ricerche condotte nell'Ottocento, da Thomas Young (1773 - 1829) e
Charles Maxwell (1831 - 1879).
[31] Stephenson, R. H. 1995. Goethes Conception of Knowledge and Science. Edinburgh: Edinburgh
University Press.
[32] Goethe, 2013, op. cit., Prefazione, p. 7.
[33] Newton, Isaac 1704. Opticks or, A treatise of the Reflections, Refractions, Inflexions and Colours of
Light, Also Two treatises of the Species and Magnitude of Curvilinear Figures. London: printed for
Sam. Smith, and Benj. Walford, Printers to the Royal Society.
[34] Argan, Giulio Carlo 2013. In Goethe, Johann Wolfgang 1974. Goethe Farbenlehre. Kln: M. Du
Mont Scahuberg (ed. ital. La teoria dei colori. Milano: il Saggiatore, 1973, 2013), p. XVII.
[35] Argan, Giulio Carlo 2013, op. cit., p. XVIII.
[36] Sepper, Dennis L. 2007. Goethe contra Newton: Polemics and the Project for a New Science of
Color. Cambridge: Cambridge University Press.
[37] Mandelkow, Karl Robert 1976. Goethes Briefe. Vol. 4: Briefe der Jahre 1821-1832. Mnchen: C. H.
Beck, p. 622. Wie die Anfnge von Goethes Beschftigung mit der Farbenlehre veranlat waren
durch die Frage nach dem Kolorit in der Malerei (...), so war die Anteilnahme bildender Knstler an
seinen Farbenstudien fr Goethe eine hochwillkommene Besttigung des von ihm Gewollten, wie er
sie vor allem von Philipp Otto Runge erfahren hat.
[38] Bockemuhl, M. 1991. Turner. Kln: Taschen.
[39] Rowley, Alison 2002. Kandinskiis theory of colour and Oleshas Envy. Canadian Slavonic Papers,
Vol. 44, No. 3-4, pp. 251-261.
[40] Plotino, Enneadi, I, 6: Sulla bellezza, III.
[41] Plotino, Enneadi, I, 6: Sulla bellezza, IX.
[42] Troncon, Renato 2013. Goethe e la filosofia del colore. Appendice a: Goethe, 2013, op. cit., p. 221.
[43] Goethe, 2013, op. cit., Prefazione, p. 5.
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