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La diplomazia di Bismarck
Ottone Von Bismarck, dopo aver portato a compimento con una serie di programmate
aggressioni il processo nazionale tedesco, negli ultimi venti anni del suo governo
promosse in Europa una politica di stabilita e di conservazione. Considerava
necessario impedire alla Francia il ritorno ad un ruolo egemonico; cerc, pertanto, di
tenerla lontana dall'Europa, spingendola verso le imprese africane e fomentando
contro di essa la rivalit coloniale dell'Inghilterra. Volle perci garantirsi ad oriente da
ogni minaccia russa e a tal fine, nel 1873, stipulo con l'Austria e la Russia il Patto dei
tre imperatori: un trattato essenzialmente difensivo fondato sulla comunanza degli
interessi dinastici e conservatori. L'alleanza aveva, tuttavia, il suo punto debole nella
penisola balcanica e nel Vicino Oriente, dove la crisi dell'impero ottomano poneva
l'una contro l'altra l'Austria e la Russia. Nel 1882 stipul la Triplice Alleanza,
associando l'Italia all'intesa e nel 1887 con il Trattato di contro-assicurazione
stabiliva un rapporto preferenziale, segreto, con la Russia alle spalle dell'Austria,
impegnando l'impero dello zar ad una benevola neutralit nel caso che Germania
fosse attaccata dalla Francia sul confine renano.
un'autorit esterna. Furono cosi approvate tra il 1872 e il 1875 leggi repressive
dellattivit del clero cattolico, furono espulsi i Gesuiti e soppresse numerose
congregazioni, vennero sottoposte al controllo statale le scuole tenute dai religiosi, si
rese obbligatorio il matrimonio civile. Il conflitto non riusc a ridurre la forza elettorale
dei cattolici e si chiuse alla fine, con la rinuncia di Bismarck a proseguire la lotta
(1878). Dinanzi alla minaccia di sovversione sociale egli non esito a allearsi con i
cattolici, riscoprendo in essi un forte sostegno in favore dell'ordine costituito. Per la
verit, nonostante l'appoggio dei cattolici, nonostante i consensi delle folle
nazionalistiche, I'impero tedesco era scarsamente integrato nella base sociale. Il Reich
aveva avuto un assetto federale, per cui ognuno dei venticinque Stati aveva
conservato Costituzione, governo, sistema parlamentare e amministrativo propri, ma
alla Prussia era stata riconosciuta la preminenza sugli altri Stati. La somma del potere
era in sostanza nelle mani dell'imperatore, del suo cancelliere e dello stato maggiore.
Dopo Bismarck: il nuovo corso tedesco
Il sistema bismarckiano delle alleanze si avvi a dissoluzione allorch Guglielmo II,
insofferente della tutela del vecchio e glorioso Cancelliere, ne sollecit le dimissioni,
dando inizio, nel 1890, a quello che l'imperatore stesso volle chiamare il nuovo corso
politico. Nulla in sostanza cambi. Il ritiro di Bismarck dalla scena politica si spiega nel
quadro delle pressioni che lo stato maggiore e i gruppi industriali misero in atto nei
confronti del sovrano, reclamando un governo finalmente disposto ad accogliere le
loro aspirazioni. Guglielmo II esord abrogando le leggi eccezionali. Pensava di poter
tenere a bada movimento operaio con il diversivo di una politica di grandezza e di
potenza. Questa, negli anni Novanta, si configuro come pangermanesimo, ossia come
aspirazione a creare nell'Europa centrale una grande area dominata dalla Germania.
Questo programma trovo il suo simbolo nel progetto di una ferrovia BerlinoCostantinopoli-Bagdad. Questi propositi suscitavano consensi di massa nella societ
tedesca: ai lucidi disegni di espansione si mescolavano orgogli e odi nazionalistici.
Il vero nuovo corso si ebbe nel
campo della politica estera in cui al mantenimento dell'equilibrio si prefer una politica
imperialistica e aggressiva, che impegn la Germania in una duplice rettrice di
espansione rivolta verso l'Europa e verso i mari e il resto del mondo. Gi nel 1891,
appena un anno dopo le dimissioni di Bismarck, la Francia si liber dal trentennale
isolamento e strinse un'alleanza formale con la Russia. In tal modo l'elemento centrale
del sistema bismarckiano - il Trattato di contro-assicurazione - veniva a cadere e per la
Germania si apriva di nuovo la prospettiva della guerra su due fronti. Quasi
contemporaneamente, Russia e Inghilterra si riavvicinavano, mentre l'Entente cordiale
del 1902 metteva fine all'urto tra la Francia e l'Inghilterra. Era lo scardinamento del
sistema bismarckiano delle alleanze e la fine per l'Inghilterra dello splendido
isolamento. L'intesa si fece via via pi stretta quanto pi aspra diveniva la gara per la
supremazia navale tra il Reich e il Regno Unito.
Laffaire Dreuyfus
In Inghilterra alla morte della regina Vittoria, sal al trono Edoardo VII. I ministeri
liberali procedettero ad importanti riforme; oltre ad un progetto di legislazione sul
lavoro si deve ricordare la riforma fiscale che introdusse l'imposta progressiva sul
reddito e sulle successioni: in tal modo il maggior peso fiscale si riversava sulle classi
agiate. La legge era stata approvata dalla Camera dei Comuni; per superare
l'opposizione della Camera dei Lords si ricorse ad un'audace riforma procedurale per la
quale divenne esecutivo ogni progetto di legge che, respinto dalla Camera Alta, fosse
stato approvato per due volte successive a quella dei Comuni. Nella societ si
affermavano i movimenti pacifisti e, quello femminista. Analoga evoluzione in senso
democratico si ebbe in Francia; ma qui la resistenza opposta dalle forze conservatrici
fu particolarmente aspra e tenace. Battute sul terreno politico, le forze di destra
tentarono la loro rivincita in occasione della scoperta di un clamoroso episodio di
spionaggio militare a favore della Germania, nel quale resto coinvolto lo stato
maggiore dell'esercito. Si monto un famoso e discusso processo ai danni del capitano
Alfred Dreyfus, di religione ebraica, che la Destra clericale e razzista si sforz di far
passare per reo: la vera spia risult essere alla fine un altro ufficiale. Ciononostante
Dreyfus fu processato e condannato per alto tradimento alla deportazione a vita
nell'Isola del Diavolo. II paese si divise: con i colpevolisti si schierarono le forze
conservatrici e i nazionalisti, con gli innocentisti, le forze laiche e progressiste. La
divisione era ideologica: da un lato l'autorit dello Stato, il prestigio della nazione,
dall'altro i diritti dell'uomo, il rifiuto d'ogni discriminazione razziale. Scesero in campo
anche gli intellettuali, come il romanziere Emile Zola che indirizz una lettera aperta al
presidente della Repubblica, nella quale si formulavano precise accuse contro le
autorit militari e si chiedeva la revisione del processo; revisione pervicacemente
respinta. Solo nel 1899 fu decisa la revisione che porto Dreyfus dinanzi ad unaltra
corte marziale, la quale pronunzio un assurdo verdetto: Dreyfus fu giudicato
nuovamente colpevole di alto tradimento, ma gli si riconobbero circostanze attenuanti,
per cui fu condannato a dieci anni di carcere. Lo sfortunato ufficiale fu graziato, poi
riconosciuto innocente ed infine, nel 1906, definitivamente riabilitato. Le elezioni del
1899 segnarono la vittoria delle forze progressiste: queste, nei primi anni del
Novecento, sostennero quei governi radicali che imposero contro le De tre cattoliche ,
la denuncia del Concordato tra Stato e Chiesa, introducendo, in tal modo, un regime di
separazione.
era l'opposizione dei cadetti, che reclamavano una costituzione sul modello
occidentale, e quella dei partiti del proletariato operaio e contadino, il Partito socialista
rivoluzionario e il Partito socialdemocratico di ispirazione marxista, diviso allinterno
tra menscevichi e bolscevichi i primi con un programma minimo(abbattimento dello
zarismo, istituzione di una repubblica democratica, giornata lavorativa di otto ore,
restituzione da parte dei proprietari terrieri dei contributi di riscatto delle terre pagati
dai contadini), i secondi con un programma massimo (eliminazione del capitalismo,
instaurazione della dittatura democratica del proletariato). I bolscevichi erano guidati
da Lenin, che propugnava la conquista del potere da parte delle masse operaie e
contadine e l'instaurazione del socialismo senza passare per la fase capitalisticoborghese. La crisi politica precipit in seguito al disastro navale nella guerra contro il
Giappone. Nel 1905 la guardia imperiale fece strage, dinanzi al palazzo d'inverno di
Pietroburgo di una moltitudine di popolani guidati dal pope Gapon, che intendevano
presentare allo zar una petizione contenente una serie di rivendicazioni. II massacro di
tanta gente inerme, passato alla storia come la domenica di sangue, provoc
sdegno in tutta la Russia. Scioperi e proteste assunsero il carattere della rivolta
armata. L'ammutinamento dell'equipaggio della corazzata Potmkin diede la misura
dell'estendersi del moto rivoluzionario. Sbarazzandosi degli ufficiali, i marinai della
Potmkin guidarono la nave dando man forte alla citt in sciopero. Lo zar Nicola II si
decise allora a concedere con il Manifesto di ottobre l'amnistia, le liberta civili e un
Parlamento elettivo o duma. Il fronte dell'opposizione si scisse: liberali e moderati si
dichiararono soddisfatti della Costituzione, mentre i socialdemocratici giudicarono del
tutto insoddisfacenti le concessioni e tornarono a reclamare l'Assemblea costituente.
Cosi divisa, I'opposizione perse parte della sua forza: il regime dello zar sopravvisse
sino all'ottobre 1917.
Russia e, poco dopo, l'allineamento con Vienna. Sotto lombrello dei Russi la Serbia
divenne la pi fiera antagonista dellespansionismo austriaco nei Balcani.