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LINEE GUIDA

RELATIVE AL QUADRO NORMATIVO


DELINEATO DALLA STAGIONE DI RIFORME
DEL
SISTEMA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE
NELLAMBITO DI ANALOGA
TRASFORMAZIONE DELLE COMPETENZE E
DELLORGANIZZAZIONE DELLO STATO E
DELLE AUTONOMIE LOCALI
*************
SONO SINTETICAMENTE ANALIZZATE LE
NORME A DECORRERE DALLANNO 2003
AL 2012

Roma, Maggio 2012

A cura di: Prof. Paola Puntieri

Gli aspetti normativi relativi al sistema scolastico che verranno presi in


considerazione in queste Linee guida, a partire dalla Legge 53/2003 Delega al
Governo per la definizione delle norme generali sullistruzione e dei livelli
essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale
si inquadrano in un modello di Stato che, gi oggetto di precedenti profonde
trasformazioni indotte da leggi come la Legge 59/97, assunte per a
Costituzione invariata, assume caratteristiche federaliste, determinate dalla
riforma del Titolo V della Costituzione, che nellart.114 (modificato dalla Legge
costituzionale 3/2001), stabilendo che la Repubblica costituita dai Comuni,
dalle Province, dalle Citt metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato., assegna
allo Stato il ruolo di articolazione della Repubblica allo stesso livello degli altri
soggetti territoriali. Per quanto riguarda il settore dellistruzione, lart.117 della
Costituzione (anche esso modificato dalla Legge costituzionale 3/2001),
togliendo allo Stato la esclusiva titolarit del servizio scolastico, assegna ad
esso una funzione di indirizzo e di garanzia esercitata attraverso la legislazione
esclusiva sulle norme generali sullistruzione e la determinazione dei livelli
essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere
garantiti su tutto il territorio nazionale. Lo stesso articolo 117 introduce il
principio di legislazione concorrente, di profonda discontinuit istituzionale,
attribuendo, tra laltro, alle Regioni il potere di regolamentare lattuazione delle
norme generali sullistruzione e la esclusiva competenza in merito allistruzione
e alla formazione professionale. In questo contesto, il sistema di istruzione si
trasforma in sistema integrato, sia nei soggetti promotori sia nelle finalit, con il
vincolo del rispetto dellautonomia delle istituzioni scolastiche, che, in tal modo,
seppur introdotta da norme di decentramento amministrativo, assume valore
tutelato a livello costituzionale.
Le profonde trasformazioni, sommariamente richiamate, hanno inciso ed
incideranno sulle scuole, sulla loro organizzazione, sulle figure professionali, a
partire dal dirigente scolastico, sulla visione dinsieme e sulle regole condivise
che devono essere coniugate con la libert conseguente allautonomia
scolastica affinch il servizio scolastico rappresenti una risposta flessibile e non
rigidamente precostituita allincessante mutare delle esigenze formative. Anche
il processo di insegnamento apprendimento non pu pi essere un compito
solitario e predefinito ma deve assumere la caratteristica di progetto, frutto della
sinergia di molti apporti, aperto alle reti di scuole e alle altre agenzie
istituzionali.
La Legge 53/2003 assume la forma della legge delega, ovvero il Governo viene
delegato dal Parlamento ad adottare, entro 24 mesi dallentrata in vigore della
legge, una serie di decreti legislativi atti a definire le modalit di attuazione della
riforma sulla base dei principi e dei criteri indicati dai diversi articoli della legge,
cos come previsto dallart. 76 della Costituzione. I decreti legislativi sono
adottati, su proposta del Ministro dellistruzione, sentita la Conferenza unificata
Stato- Regioni di cui allarticolo 8 del DL.vo 281/97 e previo parere delle
competenti Commissioni di Camera e Senato. I singoli articoli della legge
definiscono le norme generali ed i livelli essenziali delle prestazione del sistema
di istruzione e formazione professionale e pi precisamente:
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-nellart.1 si individuano le finalit generali della riforma rappresentate, nel


rispetto dellautonomia scolastica e delle competenze istituzionali di regioni,
province e comuni, dalla riforma degli ordinamenti, dallistituzione del Servizio
nazionale di valutazione del sistema scolastico, dallo sviluppo delle tecnologie
multimediali e dellalfabetizzazione nelle tecnologie informatiche, dallo sviluppo
dellattivit motoria, dalla valorizzazione professionale del personale docente ed
ATA, dalle iniziative di formazione iniziale e continua del personale, dagli
interventi di orientamento contro la dispersione scolastica e per assicurare la
realizzazione del diritto-dovere allistruzione e alla formazione, dagli interventi
per lo sviluppo dellistruzione e formazione tecnica superiore e per leducazione
degli adulti, dagli interventi di adeguamento delle strutture di edilizia scolastica;
-nellart.2 si individuano i caratteri del sistema educativo di istruzione e
formazione, in osservanza dei principi sanciti dalla Costituzione, in particolare
dellobbligo scolastico che viene ridefinito in termini di diritto-dovere
allistruzione e alla formazione in considerazione anche dellobbligo formativo
introdotto dallarticolo 68 della Legge 144/99, e con la finalit di promuovere
lapprendimento per tutto larco della vita e pari opportunit di sviluppare
capacit e competenze, attraverso conoscenze ed abilit, generali e specifiche,
coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate allinserimento nella vita
sociale e nel mondo del lavoro . Si afferma altres che il diritto allistruzione
e alla formazione per almeno dodici anni o comunque sino al conseguimento di
una qualifica professionale entro il diciottesimo anno di et si realizza nel
sistema di istruzione ed in quello di istruzione e formazione professionale,
secondo livelli essenziali di prestazione definiti su base nazionale, a norma
dellarticolo 117 della Costituzione, garantendo lintegrazione delle persone in
situazione di handicap, a norma della Legge 104/92.
Il sistema educativo di istruzione e formazione si articola in scuola dellinfanzia,
in un primo ciclo comprendente la scuola primaria e la scuola secondaria di
primo grado, ed in un secondo ciclo comprendente il sistema dei licei ed il
sistema dellistruzione e della formazione professionale. Le indicazioni presenti
nellart. 2 non si riferiscono solo allarchitettura di sistema ma anche alla finalit
di ciascun grado formativo ed ai processi necessari per raggiungerla.
In particolare, per il secondo ciclo, si individua quale percorso da attivare per
corrispondere allobiettivo della crescita educativa, culturale e professionale dei
giovani e dello sviluppo dellautonomia di giudizio e della responsabilit
personale e sociale quello che passa attraverso il sapere, il fare e lagire, e la
riflessione critica su di essi. Nel secondo ciclo si realizza la separazione del
sistema dei licei da quello dellistruzione e della formazione professionale ed il
rinvio al sistema dei licei di settori dellistruzione tecnica che assumono
denominazione liceale (liceo economico e liceo tecnologico).
Per quanto riguarda sempre il secondo ciclo, dal compimento del quindicesimo
anno di et, i diplomi e le qualifiche si possono conseguire in alternanza scuola
-lavoro o attraverso lapprendistato ed assicurata ed assistita la possibilit di
passare dal sistema dei licei a quello dellistruzione e formazione professionale
e viceversa ed allinterno dello stesso sistema dei licei, attraverso lacquisizione
di crediti certificati.

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Sia il primo ciclo che il secondo si articolano didatticamente in periodi


corrispondenti a diverse fasi del percorso didattico, la scuola primaria in un
primo anno ed in due successivi periodi didattici biennali, la scuola secondaria
di primo grado in un biennio ed in terzo anno, il secondo ciclo in due bienni ed
in un quinto anno. I piani di studio personalizzati, nel rispetto dellautonomia
scolastica, contengono un nucleo fondamentale, omogeneo su base nazionale,
ed una quota riservata alle regioni relativa agli aspetti di interesse locale.
-nellart.3 si tratta della valutazione. La valutazione periodica ed annuale degli
apprendimenti e del comportamento degli studenti e la certificazione delle
competenze da essi acquisite sono affidate ai docenti, mentre allIstituto
nazionale per la valutazione del sistema di istruzione ( di cui si preannuncia la
rideterminazione delle funzioni e della struttura) affidato il compito di
effettuare verifiche periodiche e sistemiche sulle conoscenze ed abilit degli
studenti e sulla qualit complessiva dellofferta formativa delle istituzioni
scolastiche e formative. Anche gli esami di Stato conclusivi sia del primo che
del secondo ciclo di istruzione sono finalizzati a valutare le competenze
acquisite dagli alunni sulla base di prove organizzate dalle commissioni
desame e di prove predisposte dallINVALSI, sulla base degli obiettivi specifici
di apprendimento del corso ed in relazione alle discipline di insegnamento
dellultimo anno.
-nellart.4 si definisce lalternanza scuola lavoro, come possibilit offerta agli
studenti che abbiano compiuto il quindicesimo anno di et di realizzare i corsi
del secondo ciclo in tale modalit, progettata, attuata e valutata dallistituzione
scolastica e formativa in collaborazione con le imprese od enti pubblici e privati
al fine di far acquisire ai giovani, oltre alle conoscenze di base, competenze
spendibili nel mercato del lavoro.
-nellart.5 si dettano le indicazioni generali per la formazione iniziale degli
insegnanti di tutti i cicli di istruzione, che si realizzer attraverso corsi di laurea
specialistica da svolgersi presso le Universit.
La legge 53/2003 abroga la Legge 30/2000 di Riforma dei cicli e la Legge 9/99
relativa allobbligo scolastico.
Come detto in premessa, la legge, che rappresenta una articolata e complessa
riforma del sistema di istruzione e formazione, viene seguita da un lato da una
serie di decreti legislativi che regolamentano diversi aspetti affrontati nel testo e
dallaltro viene a sua volta riformata in alcune parti da provvedimenti successivi
prima ancora di essere totalmente in vigore.

Il DL.vo 59/2004, in applicazione dellart.2 della Legge 53/2003, regolamenta


lordinamento del primo ciclo di istruzione e fornisce, negli allegati, le Indicazioni
nazionali per i piani di studio della scuola dellinfanzia, della scuola primaria e
della scuola secondaria di primo grado ed il Profilo dello studente alla fine del
primo ciclo di istruzione. E da rilevare limportante passaggio, dovuto alla
Legge 53 ed al DL.vo attuativo 59, dalla prescrittivit dei programmi ministeriali
alla consapevole e partecipata adozione delle Indicazioni nazionali, i cui
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caratteri di inderogabilit attengono soltanto al rispetto degli obiettivi di


apprendimento. In tal senso, la riforma 53/2003 contribuisce al riconoscimento
sostanziale dellautonomia scolastica in quanto rimette alle capacit
organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche il raggiungimento degli
obiettivi generali del processo formativo e degli obiettivi specifici di
apprendimento attraverso la personalizzazione dei piani di studio. Il primo ciclo
ha la durata di otto anni, ha carattere unitario, ferma restando la specificit dei
due segmenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, e
costituisce la prima fase nella quale si realizza il diritto dovere allistruzione e
alla formazione. Lorario annuale delle lezioni composto da un monte ore
obbligatorio e da un monte ore facoltativo per le famiglie degli alunni. Il
passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado avviene a
seguito di valutazione positiva effettuata dai docenti al termine del secondo
periodo didattico biennale; il primo ciclo si conclude con lesame di Stato il cui
superamento costituisce titolo di accesso al sistema dei licei ed al sistema
dellistruzione e della formazione professionale.
Il DL.vo 76/2005 regolamenta il diritto dovere allistruzione e alla formazione, ai
sensi dellart.2 della Legge 53/2003, tale diritto si realizza nelle istituzioni
scolastiche del primo e secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione,
anche attraverso lapprendistato di cui allart.48 della Legge 276/2003 e nelle
scuole riconosciute paritarie ai sensi della Legge 62/2000. Il decreto legislativo
prevede che siano adottate linee guida, da parte del ministro dellistruzione di
concerto con il ministro del lavoro previa intesa con la Conferenza unificata
Stato regioni, per la realizzazione di piani di intervento per lorientamento, la
prevenzione ed il recupero degli abbandoni scolastici.
Il DL.vo 77/2005 regolamenta lalternanza scuola lavoro ai sensi dellart. 4 della
Legge 53/2003, le cui finalit sono quelle di offrire, nellambito del sistema dei
licei e del sistema dellistruzione e formazione professionale,1) modalit di
apprendimento flessibili ed equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo
rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino
sistematicamente la formazione in aula con lesperienza pratica, 2)
arricchimento della formazione
acquisita nei percorsi scolastici con
lacquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro, 3) orientamento
dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali e gli interessi e stili di
apprendimento, 4) realizzazione di un organico collegamento tra istituzioni
scolastiche e formative con il mondo del lavoro e della societ civile, che
consenta la partecipazione condivisa ai processi formativi. I percorsi in
alternanza hanno struttura flessibile e si articolano in periodi di formazione in
aula e periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, che le istituzioni
scolastiche e formative progettano ed attuano sulla base di convenzioni con
partner del mondo del lavoro; i periodi di apprendimento mediante esperienze di
lavoro fanno parte integrante dei percorsi formativi personalizzati volti alla
realizzazione del profilo e degli obiettivi specifici di apprendimento stabiliti a
livello nazionale. I percorsi in alternanza sono oggetto di verifica e valutazione
da parte dellistituzione scolastica o formativa, che certifica le competenze
acquisite dai soggetti in alternanza, costituenti crediti da spendere sia per la
prosecuzione del percorso scolastico sia per un eventuale passaggio tra sistemi
compresa la transizione nellapprendistato.
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Il DL.vo 226/2005 detta le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni


del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione a norma
dellart.2 della Legge 53/2003, che, come detto, costituito dal sistema dei licei
e dal sistema dellistruzione e formazione professionale.
Gli alunni possono passare da un sistema allaltro e allinterno del sistema dei
licei da un indirizzo di studi allaltro sostenuti da opportune iniziative didattiche
messe in campo dalle scuole e dalle istituzioni formative, attraverso il
riconoscimento di crediti acquisiti nei diversi percorsi, le modalit di valutazione
dei quali si preannuncia che saranno definite con successive norme
regolamentari.
Tutti i titoli e le qualifiche a carattere professionalizzante sono di competenza
delle regioni e vengono rilasciati esclusivamente dalle istituzioni scolastiche e
formative del sistema di istruzione e formazione professionale, essi hanno
valore nazionale in quanto corrispondenti ai livelli essenziali delle prestazioni
che devono essere garantiti dalle Regioni nellesercizio della loro competenza
legislativa esclusiva in materia di istruzione e formazione professionale.
Il sistema dei licei comprende il liceo artistico, il liceo classico, il liceo linguistico,
il liceo musicale e coreutico, il liceo scientifico, il liceo delle scienze umane, il
liceo economico ed il liceo tecnologico. I licei artistico, economico e tecnologico
si articolano in indirizzi corrispondenti a diversi bisogni formativi.
Per quanto riguarda i percorsi di istruzione formazione professionale, il decreto
legislativo in esame definisce i livelli essenziali delle prestazioni in termini di
requisiti per laccreditamento delle istituzioni che realizzano i percorsi stessi,
requisiti che riguardano i livelli essenziali dellofferta formativa, dellorario
minimo annuale, dei docenti, della valutazione della certificazione delle
competenze, delle strutture e dei relativi servizi. Il decreto prevede lattivazione
delle prime classi del nuovo ordinamento sia del sistema dei licei sia del
sistema dellistruzione formazione professionale a partire dallanno scolastico
2008/2009, nel rispetto delle competenze delle Regioni in merito allofferta
formativa complessiva territoriale, come stabilito dal DL.vo 112/98, art.138.
Gli allegati al decreto legislativo 226/2005 contengono lindicazione del profilo
educativo, culturale professionale dello studente a conclusione del secondo
ciclo del sistema di istruzione e di istruzione e formazione professionale che
viene articolato, per entrambi i sistemi, in termini di competenze attinenti
caratteristiche personali, sociali e culturali del soggetto.
Successivamente il profilo viene disarticolato e diversamente descritto per il
sistema dei licei e al suo interno per ciascun indirizzo di studi e vengono
declinate le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati e gli obiettivi
specifici di apprendimento che rappresentano i livelli essenziali di prestazione,
secondo un modello pedagogico che informa tutta la legge 53/2003 e che si
riferisce ai diversi gradi scolastici. Il percorso nel sistema dei licei si conclude
con gli esami di Stato il cui superamento costituisce titolo necessario per
laccesso allUniversit, mentre per il sistema dellistruzione e formazione
professionale i titoli e le qualifiche conseguiti al termine di percorsi di durata
almeno quadriennale consentono di sostenere lesame di Stato, previa
frequenza di un apposito corso annuale.
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Con DM 86/2004 e OM 87/2004 viene regolamentato il passaggio dal sistema


della formazione a quello dellistruzione, con la certificazione e il riconoscimento
di crediti per il proseguimento degli studi nel settore dellistruzione.
Con DL.vo 286/2004 viene istituito il servizio nazionale di valutazione del
sistema educativo di istruzione e formazione nonch riordinato lomonimo
istituto, ai sensi dellart. 3 della Legge 53/2003.
Come anticipato, alcune parti della Legge 53/2003 subiscono modifiche, in
seguito allavvicendarsi di diverse maggioranze politiche, in particolare subisce
profonde trasformazioni il DL.vo 226/2005 relativo al II ciclo di istruzione prima
ancora di entrare in vigore. Infatti lart.13 del Decreto legge 7 del 31/01/2007
modifica radicalmente, per quanto riguarda il II ciclo, limpianto della legge,
superando la separazione del sistema di istruzione da quello di istruzione e
formazione professionale, con linclusione degli istituti tecnici e professionali,
unitamente ai licei, nel sistema dellistruzione e con la finalit, per tutti, del
conseguimento del diploma di istruzione secondaria superiore. Ne deriva che
vengono soppressi i licei economico e tecnologico, previsti allart.2, comma 6,
del DL.vo 226/2005 ed il Decreto legge prevede il riordino ed il potenziamento
degli istituti tecnici e degli istituti professionali, attraverso Regolamenti adottati
con decreto dal ministro dellistruzione, previo parere delle competenti
Commissioni parlamentari. Tali Regolamenti devono prevedere la riduzione
degli indirizzi ed il loro ammodernamento, nellambito di ampi settori tecnico
professionali, articolati in unarea di istruzione generale, comune a tutti i
percorsi, ed in aree di indirizzo, unitamente alla previsione di un monte ore
annuale delle lezioni sostenibile per gli alunni. Il Decreto legge in questione
proroga ulteriormente allanno scolastico 2009/2010 lentrata in vigore della
riforma per il secondo ciclo di istruzione, gi oggetto di precedente proroga
rispetto alloriginale data dellanno scolastico 2005/2006.
Con successivo Decreto ministeriale, decreto 41 del 25/05/2007, in attesa del
riordino dellistruzione professionale, lorario del curricolo, a partire dalle prime
classi dellanno scolastico 2007/2008, ridotto a 36 ore settimanali. Con
Decreto ministeriale 47 del 13/06/2006, la quota oraria di autonomia viene
innalzata dal 15% al 20% del monte ore annuale delle discipline ed attivit
obbligatorie anche dei curricoli relativi agli ordinamenti non ancora riformati,
sebbene questo innalzamento venga inizialmente introdotto con analogo
decreto ministeriale in riferimento ai curricoli definiti dalla riforma. Con Decreto
legge 147/2007, viene introdotta, allart.4 ter, la prova nazionale INVALSI
nellesame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione e vengono apportate
(art. 2) importanti modifiche al Testo Unico sullistruzione, DL.vo 297/94, in
materia di sanzioni disciplinari del personale docente e dirigente della scuola.
La problematica dellobbligo di istruzione, gi oggetto di regolamentazione
tramite la Legge 9/99 abrogata dalla Legge 53/2003, che sostituiva al concetto
di obbligo quello di diritto dovere allistruzione e alla formazione, viene
nuovamente riconsiderata, nel DM 139/2007 Regolamento recente norme in
materia di adempimento dellobbligo di istruzione, ai sensi dellart. 1, comma
622, della Legge 296/2006 (finanziaria 2007). Nel DM 139, art.1, comma 2, si
afferma che lobbligo di istruzione per almeno dieci anni, finalizzato al
conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una
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qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di


et, assolve il diritto dovere di cui al DL.vo 76/2005. Il documento tecnico
allegato al decreto ministeriale contiene importanti indicazioni di tipo
metodologico didattico, gli assi culturali e la declinazione di essi in competenze
in uscita dal percorso di obbligo, al fine dellacquisizione delle competenze
chiave di cittadinanza. E recente ladozione da parte del MIUR, con DM 9/2010,
del modello di certificazione dei saperi e delle competenze acquisite dagli
studenti che hanno assolto lobbligo di istruzione, ai sensi dellart.4, comma 3,
del DM 139/2007.
Per quanto riguarda il primo ciclo di istruzione, in attuazione del DL.vo 59/2004,
viene promossa ladozione, in via sperimentale, delle Nuove indicazioni
nazionali per il primo ciclo di istruzione, con DM del 31/07/2007. Il decreto
costituisce un importante documento tecnico nel quale, nel quadro di
considerazioni, potremo dire, di stampo europeo, si propone una
organizzazione del curricolo, per la scuola dellinfanzia, per la scuola primaria e
per la scuola secondaria di primo grado, finalizzato al raggiungimento di
traguardi per lo sviluppo di competenze che sono descritte per ciascun
segmento ed al suo interno per ciascun ambito e/o area e/o disciplina.
La legge finanziaria 2007, Legge 296/2006, nellart. 1, comma 631 e comma
632, rispettivamente, stabilisce la riorganizzazione del sistema di istruzione e
formazione tecnica superiore e la costituzione degli istituti tecnici superiori
(precedentemente disciplinati dagli articoli 68 e 69 della legge 144/99 e dai
Regolamenti DPR 275/2000 e DI 436/2000) e la riorganizzazione dei centri
territoriali permanenti per leducazione degli adulti e dei corsi serali. Nel primo
caso, il DPCM del 25/01/2008 detta le linee guida per detta riorganizzazione,
nel secondo caso il DM 25/10/2007 a fissare il percorso di regolamentazione
al fine di riorganizzare i CTP, istituiti con OM 455 del 29/07/97, e i corsi serali.
Successivamente viene presentato lo Schema di regolamento di
riorganizzazione dellistruzione degli adulti, ai sensi dellart. 64, comma 4, della
Legge 133/2008.
Con la legge 1/2007 vengono apportate modifiche, in materia di ammissione dei
candidati interni ed esterni agli esami di Stato conclusivi del II ciclo di istruzione,
alla Legge 425/97 e, nellart. 2, si fissano le norme in relazione ai percorsi di
orientamento, di accesso allistruzione post secondaria e di valorizzazione dei
risultati di eccellenza. In applicazione di quanto fissato dalla Legge 1/2007, il
DL.vo 21/2008 ed il DL.vo 22/2008 disciplinano, rispettivamente, la
realizzazione dei percorsi di orientamento finalizzati alla scelta dei corsi
universitari e la valorizzazione dei risultati scolastici ai fini dellammissione ai
corsi di laurea e la definizione dei percorsi di orientamento finalizzati alle
professioni ed al lavoro.
La Legge 1/2007 prevede altres che sono ammessi allesame di Stato gli alunni
che abbiano saldato i debiti formativi contratti nei precedenti anni scolastici, con
modalit definite con decreto del ministro dellistruzione. In merito vengono
pertanto emessi il DM 80/2007 che disciplina la questione del recupero dei
debiti formativi e la OM 92/2007 applicativa del decreto ministeriale.
Per quanto riguarda lintegrazione degli alunni con disabilit, il fondamentale
testo normativo rappresentato dalla Legge 104/92 integrato e supportato, nel
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caso dellintegrazione scolastica, dal DPR 24/02/94 Atto di indirizzo e


coordinamento relativo ai compiti delle Unit sanitarie locali in merito di alunni
portatori di handicap, dalla Legge 328/2000 Legge quadro per la realizzazione
del sistema integrato di interventi e servizi sociali, dal DPCM 185/2006
Regolamento recante modalit e criteri per lindividuazione dellalunno come
soggetto in situazione di handicap, dallIntesa DPCM del 20/03/2008 Intesa
tra Governo, Regioni, Province e Comuni in merito alle modalit ed ai criteri per
laccoglienza scolastica e la presa in carico dellalunno disabile, dal DM
30/08/2006 Osservatorio per lintegrazione persone disabili.
Le linee guida sullintegrazione degli alunni con disabilit, formulate dal MIUR
con nota prot. 4274 del 04/08/2009, dopo lemanazione della legge 18/2009 che
ratifica la convenzione ONU in materia di persone con disabilit, rappresentano,
nellambito di riflessioni di ampio respiro culturale, un vademecum per le scuole
in relazione agli adempimenti didattici, organizzativi e relazionali da eseguire
per lintegrazione dei disabili. Per quanto riguarda laccoglienza e lintegrazione
degli alunni stranieri, nellambito del Regolamento DPR 394/99 di attuazione
dellart.1, comma 6, del DL.vo 286/98, in materia di testo unico
sullimmigrazione, la CM 24 del 01/03/2006 fornisce Le linee guida per
laccoglienza e lintegrazione degli alunni stranieri, prendendo in esame tutti gli
aspetti didattici ed amministrativi della questione. In materia di prevenzione e
lotta al bullismo vengono emanate dal MIUR, con Direttiva 16 del 05/02/2007, le
Linee di indirizzo generali e le azioni a livello nazionale, mentre, con Direttiva 30
del 15/03/2007, vengono fornite indicazioni sullutilizzo dei telefoni cellulari e
altri dispositivi elettronici.
Altro fondamentale aspetto che caratterizza una istituzione scolastica autonoma
riguarda la esplicitazione dei diritti e dei doveri degli studenti e le regole che
disciplinano la vita della comunit scolastica. I relativi Regolamenti interni
devono essere condivisi da detta comunit e devono essere resi noti a studenti
e famiglie. In questa ottica i comportamenti degli studenti oggetto di possibili
sanzioni sono chiaramente individuati, in quanto la finalit del provvedimento
assunto dalla scuola deve essere sempre di tipo educativo. Il DPR 249/98,
come modificato dal DPR 235/2007, costituisce il Regolamento recante lo
statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria e
rappresenta lessenziale riferimento normativo per la definizione dei rapporti tra
studenti ed istituzione scolastica e tra famiglie ed istituzione scolastica,
attraverso il patto educativo di corresponsabilit ( art. 5 bis).
Altro importante cambiamento nel sistema scolastico deriva dallallargamento
anche alla scuole paritarie del concetto di servizio pubblico esercitato
inizialmente solo dalle scuole statali. Con la Legge 62/2000, le scuole paritarie,
dotate di requisiti fissati dallo Stato, entrano a far parte del sistema nazionale di
istruzione e sono pertanto abilitate a rilasciare titoli di studio aventi valore
legale. Con la successiva Legge 27/2006, tutte le scuole non statali vengono
ricondotte alle due uniche tipologie di scuole paritarie, che sono quelle aventi i
requisiti previsti dalla Legge 62/2000, e scuole non paritarie. I DM 263/2007,
DM 267/2007 ed il DPR 23/2008 disciplinano, rispettivamente, le modalit
procedimentali per linclusione delle scuole non paritarie nellelenco regionale,
per il riconoscimento e permanenza della parit scolastica, per le convenzioni
con le scuole primarie paritarie.
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Con Decreto legge 137/2008 Disposizioni urgenti in materia di istruzione ed


universit, convertito nella Legge 169/2008, si anticipano profonde
trasformazioni del sistema scolastico che troveranno successivamente
collocazione in norme coerentemente articolate attorno ad un progetto
complessivo. E precisamente si introduce in via sperimentale linsegnamento,
per tutti i cicli di istruzione, di Cittadinanza e Costituzione, nellart.2 si
stabilisce che la valutazione in decimi del comportamento degli studenti, se
inferiore a sei decimi, determina la non ammissione allanno successivo,
nellart. 3 si stabilisce che la valutazione periodica ed annuale degli
apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi
acquisite , anche nella scuola primaria e secondaria di primo grado, espressa
in decimi e che sono ammessi alla classe successiva ovvero allesame di
Stato, a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non
inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.
Nellart. 4 si introduce linsegnante unico nella scuola primaria, che ha affidata
una classe funzionante con 24 ore settimanali. In applicazione della Legge
169/2008, viene emanato il DPR 122/2009 Regolamento recante
coordinamento norme vigenti per la valutazione degli alunni.
Il DPR 122/2009 contiene sostanziali modifiche della disciplina in materia di
valutazione e certificazione delle competenze degli alunni, fermo restando
quanto fissato dallo Statuto degli studenti e dal DM 139/2007 per lobbligo
scolastico. La valutazione degli apprendimenti e la certificazione delle
competenze, per tutti e due i cicli di istruzione, espressa con voti in decimi, gli
alunni sono ammessi agli esami conclusivi sia del primo che del secondo ciclo
di istruzione se conseguono una valutazione non inferiore a sei decimi in ogni
disciplina e nel comportamento.
Per lesame conclusivo del primo ciclo, lesito degli esami dipende dalle prove
scritte, compresa la prova elaborata dallINVALSI, mentre il voto finale
costituito dalla media dei voti ottenuti nelle prove desame e nel giudizio di
idoneit formulato allammissione.
Nella Direttiva 16 del 25/01/2008, si affronta lo svolgimento della prova
nazionale INVALSI per lesame conclusivo del primo ciclo, mentre nella recente
circolare ministeriale 49/2010 ripresa tutta la procedura relativa alla
valutazione degli alunni ed agli esami conclusivi del primo ciclo di istruzione, ai
sensi del DM 122/2009 e del DL.vo 297/94.

Pur nellambito di importanti novit relative agli esami conclusivi dei due cicli, il
MIUR non ha ancora elaborato un modello nazionale di certificazione di
competenze da compilare e rilasciare al termine di detti esami, pertanto il
modello formulato per il fine obbligo rimane, attualmente, lunico.
Altri argomenti nodali per il sistema scolastico vengono affrontati in articoli di
leggi di stampo economico e poi regolamentati con specifici decreti
presidenziali. E il caso della Legge 133/2008, art.64, Disposizioni urgenti per la
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finanza pubblica, in base alla quale viene emanato il Regolamento attuativo


DPR 81/2009 di riorganizzazione della rete scolastica, il Regolamento DPR
89/2009 Revisione dellassetto ordinamentale, organizzativo e didattico della
scuola dellinfanzia e del primo ciclo di istruzione , i Regolamenti di riordino dei
licei, degli istituti tecnici, degli istituti professionali e lo schema di decreto
presidenziale di riforma dei centri di istruzione per gli adulti. Per quanto riguarda
il DPR 89/2009 viene confermata lapplicazione, per tre anni scolastici, a
decorrere dal 2009/2010, delle Indicazioni nazionali di cui al DM 31/07/2007, si
stabiliscono inoltre, per la scuola primaria, tre modelli di tempo scuola, ed allo
stesso modo si rivede il tempo scuola della scuola secondaria di primo grado.
Latto di indirizzo del 08/09/2009 fornisce le indicazioni rispetto alle quali le
scuole autonome devono organizzare il curricolo del primo ciclo di istruzione,
nel quadro del rinnovamento e delle sollecitazioni provenienti anche dalle
rilevazioni internazionali e dallEuropa.
Mentre sul fronte della revisione dellintero sistema del secondo ciclo di
istruzione vengono, nel 2010, emanati, ai sensi dellart.64 della Legge
133/2008, i regolamenti di riordino dei licei, DPR 89 del 25/03/2010, degli istituti
tecnici, DPR 88 del 25/03/2010, e degli istituti professionali, DPR 87 del
25/03/2010, con le relative Indicazioni nazionali per il licei, DM 211 del
07/10/2010, e le linee guida per il biennio degli istituti tecnici, Direttiva 57 del
15/07/2010, e professionali, Direttiva 65 del 28/07/2010, sul fronte
dellorganizzazione dello Stato e delle sue articolazioni viene emanato il DPR
17/2009 che introduce modifiche nellassetto organizzativo e delle competenze
degli Uffici del MIUR, gi precedentemente regolamentato con DPR 260/2007 e
ancora prima con DPR 347/2000, in applicazione del DL.vo 300/99 di riforma
dellorganizzazione del Governo.
In merito ai Regolamenti di riordino del secondo ciclo, limpianto del sistema di
istruzione che ne emerge quello di una offerta formativa che, seppur articolata
su un insieme di ambiti completo rispetto alle esigenze del lavoro, delle
professioni e delle esigenze civili, sociali e culturali italiane ed europee, si fonda
sulla drastica riduzione del ventaglio di indirizzi e sperimentazioni che avevano
raggiunto livelli patologici e non controllabili ancorch dispersivi.
Tutta listruzione e la formazione liceale, tecnica e professionale, compone il
sistema nazionale dellofferta formativa. I licei, nel numero di sei (liceo artistico,
classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico, scienze umane), con le
opzioni delle scienze applicate per il liceo scientifico ed economico sociale per il
liceo delle scienze umane e gli indirizzi di articolazione del liceo artistico, si
sviluppano in due periodi biennali ed in un quinto anno, realizzano il profilo
educativo, culturale e professionale (PECUP) dello studente a conclusione del
secondo ciclo di istruzione, declinato nellallegato al regolamento, con
riferimento ai piani di studio definiti per ogni indirizzo ed agli obiettivi specifici di
apprendimento.
Per quanto riguarda il primo biennio, sia per il licei che per gli istituti tecnici e gli
istituti professionali, si richiamano le norme riferite allobbligo di istruzione da
assolversi con le modalit previste dal DM 139/2007.
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Le Indicazioni nazionali per il licei, secondo il principio del superamento del


programma ministeriale gi proprio del primo ciclo di istruzione, forniscono i
nuclei fondanti disciplinari sui quali si basa la costruzione del curricolo al fine
dellacquisizione, da parte degli studenti, delle competenze declinate per ogni
indirizzo di studi nellambito del profilo generale culturale, educativo e
professionale.
Gli istituti tecnici e gli istituti professionali sono strutturati in una area di
istruzione generale comune a tutti i percorsi ed in aree di indirizzo; i percorsi
dellistruzione tecnica sono accorpati allinterno di due settori, quello economico
e quello tecnologico, i percorsi dellistruzione professionale allinterno dei settori
dei servizi e dellindustria ed artigianato.
I settori si articolano a loro volta in indirizzi. La struttura dei percorsi , come nel
caso dei licei, articolato in due bienni ed i un quinto anno, essi sono
caratterizzati, rispetto ai licei, da una forte flessibilit che si pu realizzare a
partire dal secondo biennio, la cui quota si aggiunge a quella del 20% prevista
per lautonomia scolastica e alla quale possono accedere anche i licei.
Tale quota di flessibilit variabile dal 30% al 40%, secondo il periodo
considerato e listruzione tecnica o professionale, ha la funzione di curvare il
curricolo in sintonia con le esigenze del territorio ed i bisogni espressi dal
mondo del lavoro, nellambito delle competenze in merito delle regioni.
Limpianto metodologico didattico degli istituti tecnici e degli istituti professionali,
come quello dei licei, fondato sul profilo educativo, culturale e professionale e
sui profili in uscita per ciascun indirizzo. Anche questo settore dellistruzione si
conclude con il diploma di istruzione secondaria di secondo grado al termine di
un percorso curricolare costruito in termini di competenze da acquisire in uscita.
Le Linee guida che accompagnano il passaggio dal vecchio al nuovo
ordinamento sono un documento tecnico di supporto alle scuole nellaffrontare i
diversi aspetti della riforma dei settori tecnico e professionale. In tutti i casi
dellistruzione liceale, tecnica e professionale, i regolamenti prevedono non solo
innovazioni didattiche ma anche innovazioni organizzative di supporto alle
prime, come i Dipartimenti ed il Comitato tecnico scientifico e, ove previsto,
lUfficio tecnico che sono gi, in molte situazioni, realt sperimentate da tempo.
Con nota del 01/06/2010, stata predisposta la riduzione oraria del curricolo, a
decorrere dallanno scolastico 2010/2011, delle classi comprese tra le seconde
e le quarte degli istituti tecnici e professionali, non ancora coinvolte nella riforma
che riguarder soltanto le classi prime di tutti i settori dellistruzione secondaria
di secondo grado.
E stato recentemente approvato il decreto ministeriale 249/2010 che
regolamenta la formazione iniziale dei docenti, ai sensi dellart.2, comma 416,
della Legge 244/2007 (finanziaria 2008).
Sul fronte
dipendenze
sensi della
emanato in

delle norme generali relative allordinamento del lavoro alle


delle amministrazioni pubbliche, il DL.vo 165/2001, emanato ai
legge 59/97, viene modificato e integrato dal DL.vo 150/2009,
attuazione della legge 15/2009 in materia di ottimizzazione della
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produttivit del lavoro pubblico e dellefficienza e della trasparenza della


pubblica amministrazione.
Si occupano delle modalit di applicazione delle nuove norme al settore della
scuola la CM del MIUR n.88 del 08/11/2010 e la CM della Funzione pubblica
n.14 del 23/12/2010.
Per quanto riguarda la disciplina del rapporto di lavoro, della tutela delle libert
sindacali e dellesercizio del diritto di sciopero in particolare nei servizi pubblici
essenziali quali quello dellistruzione tutelato costituzionalmente, le materie
sono oggetto dei CCNL, che vengono stipulati nellambito delle predette norme
di legge che regolano lordinamento del lavoro dei pubblici dipendenti di legge.
In tale ambito si colloca il codice di comportamento dei dipendenti delle
pubbliche amministrazioni, DM 28/11/2000, la CM 88 del 08/11/2010 che
contiene i codici disciplinari del personale della scuola ai sensi del DLvo
150/2009.
Per quanto riguarda la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro,
il DL.vo 81/2008, come modificato dal DL.vo 106/2009, in attuazione dellart.1
della legge 137/2007, che detta le norme in materia, gi precedentemente
trattata nel DL.vo 626/94 e nel DL.vo 242/96, in base ai quali viene emanato il
DM 292/96 che individua il datore di lavoro nelle istituzioni dipendenti dal MIUR.
In relazione al Codice in materia di protezione dei dati personali, DL.vo
196/2003, con DM del ministro dellistruzione 305/2006 viene emanato il
Regolamento relativo alla protezione dei dati personali.

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