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La responsabilit disciplinare del dirigente scolastico.

Prime considerazioni sugli effetti del


d.lgs n. 150/2009
La responsabilit disciplinare la reazione che lordinamento giuridico, di carattere contrattuale,
prevede di fronte alla violazione di obbligazioni, nascente direttamente dal rapporto di lavoro, oggi
rapporto di lavoro privatizzato.
Il sistema disciplinare sviluppato su due aree che presentano criticit del sistema: i comportamenti
violatori che danno luogo a responsabilit non sono compiutamente contrattualizzati. In base allart.
55 del d.lgs n. 165, cos come sostituito dal d.lgs n. 150/2009, si rimanda ai contratti collettivi la
definizione della tipologia delle infrazioni e delle relative sanzioni. Le sanzioni assunte con i codici
di comportamento non sono giuridicamente norme di diritto privato poich il codice viene assunto
con Decreto Ministeriale, quindi con una norma essenzialmente pubblicistica. Larticolo 55 del d.lgs
n. 165/2001, come sostituito dal 150/2009, non prevede pi il rimando ai codici della definizione
dei doveri dei dipendenti, eliminando cos quel richiamo al dovere di natura pubblicistica. Ma
lart. 55-sexies d.lgs n. 165/2001, regolativo della responsabilit disciplinare per condotte
pregiudizievoli per lamministrazione, si riferisce agli obblighi concernenti la prestazione lavorativa,
stabiliti da norme legislative o regolamentari, dal contratto collettivo o individuale, da atti e
provvedimenti dell'amministrazione di appartenenza o dai codici di comportamento.
La responsabilit disciplinare sembra in questo caso, pertanto, afferente alla disciplina privatizzata
anche se rimane la natura pubblicistica dei codici di comportamento. Tale natura pubblicistica
giustificata, da parte della dottrina, dal fatto che la perseguibilit del dipendente pubblico non
apparterrebbe allarea degli interessi datoriali, cio non sarebbe un interesse tipico del datore di
lavoro. Al contrario, sarebbe da riportare nellarea degli interessi pubblici, ossia ci sarebbe la
necessit di tutelare linteresse dei consociati e degli amministrati a perseguire comportamenti
disciplinarmente rilevanti per il dipendente. Questa interpretazione sembra molto coerente con la
visione complessiva del d.lgs n. 150/2009 che funzionalizza le prestazioni pubbliche allinteresse
della collettivit ad elevati standard qualitativi ed economici delle funzioni e dei servizi.
Prima di affrontare la responsabilit disciplinare del dirigente scolastico, richiamiamo due
previsioni del d.lgs n. 150/2009 al fine di delineare lo scenario entro cui si definir la responsabilit
disciplinare del dirigente scolastico.
Il comma 2 del nuovo articolo 55 ripropone in parte alcune previsioni gi presenti nel previgente
articolo 55: la distinzione della responsabilit disciplinare rispetto alla responsabilit civile,
amministrativa, penale e contabile e lapplicazione dellarticolo 2106 del codice civile, secondo il
quale la violazione dei doveri di diligenza e di fedelt da parte del lavoratore pu dar luogo alla
applicazione di sanzioni disciplinari, secondo la gravit dellinfrazione1.
Lultimo comma dellart. 55 del d.lgs n. 165/0012. come sostituito dal 150/2009, prevede che
Fermo quanto previsto nell'articolo 21, per le infrazioni disciplinari ascrivibili al dirigente ai sensi degli

Art. 55 d.lgs n. 150/01, comma 2


2. Ferma la disciplina in materia di responsabilit civile, amministrativa, penale e contabile, ai rapporti di lavoro di cui
al comma 1 si applica l'articolo 2106 del codice civile. Salvo quanto previsto dalle disposizioni del presente Capo, la
tipologia delle infrazioni e delle relative sanzioni e' definita dai contratti collettivi. La pubblicazione sul sito
istituzionale dell'amministrazione del codice disciplinare, recante l'indicazione delle predette infrazioni e relative
sanzioni, equivale a tutti gli effetti alla sua affissione all'ingresso della sede di lavoro.
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Art. 55 d.lgs n. 150/01, comma 4
4. Fermo quanto previsto nell'articolo 21, per le infrazioni disciplinari ascrivibili al dirigente ai sensi degli articoli 55bis, comma 7, e 55-sexies, comma 3, si applicano, ove non diversamente stabilito dal contratto collettivo, le disposizioni
di cui al comma 4 del predetto articolo 55-bis, ma le determinazioni conclusive del procedimento sono adottate dal
dirigente generale o titolare di incarico conferito ai sensi dell'articolo 19, comma 3.

articoli 55-bis, comma 73, e 55-sexies, comma 34, si applicano, ove non diversamente stabilito dal
contratto collettivo, le disposizioni di cui al comma 4 del predetto articolo 55-bis, ma le determinazioni
conclusive del procedimento sono adottate dal dirigente generale o titolare di incarico conferito ai sensi
dell'articolo 19, comma 3. Questo significa che sar lufficio individuato dallAmministrazione di
appartenenza per la gestione dei procedimenti disciplinari a procede alla contestazione e a gestire le
successive fasi.
Lo stesso decreto, allart. 55 sexies, titolato Responsabilit disciplinare per condotte
pregiudizievoli per lamministrazione e limitazione della responsabilit per lesercizio dellazione
disciplinare, individua due casi di applicazione ai dirigenti della sanzione disciplinare della
sospensione dal servizio e dalla retribuzione, nonch la mancata attribuzione della retribuzione di
risultato per un importo pari a quello spettante per il doppio del periodo della durata della
sospensione.
La prima ipotesi riguarda il mancato esercizio o la decadenza della sanzione disciplinare da parte
del dirigente, dovuti allomissione o al ritardo, senza giustificato motivo, degli atti del procedimento
disciplinare.
La seconda attiene alle valutazioni del dirigente irragionevoli o manifestamente infondate sulla
insussistenza dellillecito disciplinare, in relazione a condotte aventi oggettiva e palese rilevanza
disciplinare.
Infine, lart. 55 septies del d.lgs n. 165/2001, relativo ai controlli sulle assenze per malattia,
prevede che il responsabile della struttura in cui il dipendente lavora, nonch il dirigente
eventualmente preposto allamministrazione generale del personale, secondo le rispettive
competenze, curano losservanza delle disposizioni relative alle assenze per malattia, in particolare
al fine di prevenire o contrastare le condotte assenteistiche. Nel caso di inadempimento colposo,
relativamente a tale dovere di vigilanza, prevista la possibilit di comminare una sanzione a carico
del dirigente consistente nella decurtazione della retribuzione di risultato, in relazione alla gravit
della violazione, di una quota fino allottanta per cento.
Venendo allattivit svolta dal dirigente scolastico, essa si estrinseca in azioni amministrative e
gestionali, sulla base di decisioni e comportamenti che possono portare ad un mancato
raggiungimento dei risultati, il che comporta responsabilit dirigenziale. Al contrario, la
responsabilit disciplinare si fonda sullelemento volitivo rispetto al comportamento messo in atto.
Si ritiene, con riferimento particolare alla dirigenza scolastica, che la mancata regolazione della
responsabilit disciplinare sin dal CCNL 2000-2001, non indichi linclusione di tale responsabilit
in quella di tipo dirigenziale. Cerchiamo di ripercorrere liter seguito dalla normativa in materia.
La precedente formulazione dellart. 55, comma 10 del d.lgs n. 165/2001, riproducendo una norma
gi presente nel d.lgs n. 29/93, lart. 59, prevedeva che fino al riordino degli organi collegiali
della scuola nei confronti del personale ispettivo, tecnico, direttivo, docente ed educativo delle
scuole di ogni ordine e grado e delle istituzioni educative statali si applicano le norme di cui agli
articoli da 502 a 507 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297.
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Art. 55 bis d.lgs n. 150/01, comma 7


Il lavoratore dipendente o il dirigente, appartenente alla stessa amministrazione pubblica dell'incolpato o ad una diversa,
che, essendo a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio di informazioni rilevanti per un procedimento disciplinare
in corso, rifiuta, senza giustificato motivo, la collaborazione richiesta dall'autorit' disciplinare procedente ovvero rende
dichiarazioni false o reticenti, e' soggetto all'applicazione, da parte dell'amministrazione di appartenenza, della sanzione
disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione, commisurata alla gravit dell'illecito
contestato al dipendente, fino ad un massimo di quindici giorni.
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Art. 55 sexties, comma 3
Il mancato esercizio o la decadenza dell'azione disciplinare, dovuti all'omissione o al ritardo, senza giustificato motivo,
degli atti del procedimento disciplinare o a valutazioni sull'insussistenza dell'illecito disciplinare irragionevoli o
manifestamente infondate, in relazione a condotte aventi oggettiva e palese rilevanza disciplinare, comporta, per i
soggetti responsabili aventi qualifica dirigenziale, l'applicazione della sanzione disciplinare della sospensione dal
servizio con privazione della retribuzione in proporzione alla gravit dell'infrazione non perseguita, fino ad un massimo
di tre mesi in relazione alle infrazioni sanzionabili con il licenziamento, ed altres la mancata attribuzione della
retribuzione di risultato per un importo pari a quello spettante per il doppio del periodo della durata della sospensione

Lart. 56 del ccnl 1995 del comparto scuola ha lasciato invariata la normativa preesistente per i
dirigenti scolastici e per il personale docente, ridefinendo parzialmente la materia per il personale
ATA.
Il primo contratto collettivo nazionale di lavoro della dirigenza scolastica ha disciplinato le modalit
di stipula dei contratti individuali di conferimento delle funzioni, lo stato giuridico e il trattamento
economico dei dirigenti. Esso non disciplinava la responsabilit disciplinare del dirigente scolastico,
ma faceva un richiamo allart 33 relativamente agli effetti del procedimento penale sul rapporto di
lavoro. Il comma 1 prevedeva che La materia relativa al rapporto tra procedimento penale e
procedimento disciplinare ed agli effetti del giudicato penale nel rapporto di lavoro dei
dirigenti scolastici disciplinata dalla legge 27.3.2001, n. 97. Le disposizioni contenute nei
commi che seguono trovano applicazione in quanto compatibili con la citata legge 97/2001.
A confondere maggiormente intervenne la circolare ministeriale n. 710/2002 che affermava la
responsabilit dei capi di istituto, ora dirigenti scolastici, va valutata sulla base dei nuovi parametri
e strumenti legislativi e contrattuali previsti in particolare dagli artt. 21 e 25 del citato D.lgs n.
165/2001 e dagli artt. 27 e 31 del CCNL e non pi secondo lottica e con gli istituti propri della
responsabilit disciplinare previsti e regolati dal T.U. n. 297/1994, Parte III Titolo I, Capo IV.
Questa interpretazione ha legittimato la presa di posizione di diversi organismi rappresentativi della
dirigenza scolastica i quali affermavano linclusione della responsabilit disciplinare del dirigente
scolastico nella responsabilit dirigenziale dello stesso.
Il fatto che il CCNL non regoli la responsabilit disciplinare non realizza quel dovere di colegiferazione a carico delle organizzazioni sindacali, n tanto meno la mancata disciplina indica la
volont di cassare listituto della responsabilit disciplinare, n di includerla in altra tipologia. In
assenza di regolazione il principio di sussidiariet normativa riporta alle disposizioni del TU n.
297/1994 la regolazione della responsabilit disciplinare.
Si riafferma, pertanto, assumendo la posizione di parte della dottrina (Auriemma, Cogliandro) che
altra cosa sia la responsabilit disciplinare rispetto alla responsabilit dirigenziale.
Nellistituzione scolastica, in particolare, la responsabilit disciplinare del dirigente si configura al
di fuori delle ipotesi di mancato raggiungimento dei risultati, fissati contrattualmente, sulla base dei
criteri previsti dallart. 20 del CCNL 11/04/2006. Casi concreti possono essere rappresentati da
comportamenti che, pur non inficiando il raggiungimento dei risultati, risultano contrari ai doveri
dufficio (ad esempio assenze ingiustificate). Possono inoltre essere posti in essere comportamenti
antigiuridici che producono responsabilit di tipo dirigenziale e disciplinare, come ad esempio
linosservanza di direttive provenienti dal soggetto sovraordinato. Ma le disposizioni introdotte dal
d.lgs n. 150/2009 richiedono interventi pi chiari e definitivi.
Lart. 72 del d.lgs n. 150/2009 abroga, come su accennato, gli articoli dal 502 al 507 del d.lgs .
297/1994. Tali articoli disciplinavano le competenze, i provvedimenti cautelari e le procedure
disciplinari applicabili a docenti e dirigenti. Oggi, a seguito dellintervenuta riforma, abbiamo la
seguente situazione:
il procedimento disciplinare per i dirigenti regolato per legge dal d.lgs n. 165/2001, come
modificato dal d.lgs n. 150/2001;
le sanzioni disciplinari per i dirigenti rimangono disciplinate dagli articoli 492 501.
Il quadro va completato in sede di rinnovo del contratto dirigenziale scolastico gi scaduto da
diversi anni. In tale occasione si dovranno recepire le norme generali e i principi fissati nel d.lgs n.
150/2009, senza artifici interpretativi relativi alla posizione peculiare del capo di istituto. Va
riconosciuta la configurazione giuridica dellistituzione scolastica quale organo dello Stato con
personalit giuridica, dipendente funzionalmente dallUfficio scolastico regionale che esercita sulla
stessa il potere di vigilanza. Inoltre, occorre tenere presente che lo strumento dellincarico
dirigenziale definisce contestualmente o attraverso il richiamo alle direttive emanate dallorgano di
vertice, la natura, loggetto, i programmi da realizzare e gli obiettivi da conseguire in coerenza con
il pof.. Il mancato raggiungimento di questi obiettivi pu comportare, oltre limpossibilit del
rinnovo dellincarico, responsabilit disciplinare.

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