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Sentenze

16/03/16 10:48

Cassazione
Civile
Cass. civ. Sez. III, Sent., 27-05-2010, n. 12973
Fatto

Diritto

P.Q.M.

MEDIAZIONE
PROCEDIMENTO CIVILE

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TERZA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. VARRONE Michele - Presidente
Dott. FEDERICO Giovanni - Consigliere
Dott. TALEVI Alberto - Consigliere
Dott. VIVALDI Roberta - Consigliere
Dott. AMBROSIO Annamaria - rel. Consigliere
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso proposto da:
MARSH SPA (gi J. & H MARSH & MCLENNAN ITALIA S.P.A.) (OMISSIS) in persona del Legale
Rappresentante Dott. V.A. Amministratore Delegato, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA GIUSEPPE
FERRARI 35, presso lo studio dell'avvocato VINCENTI MARCO, rappresentata e difesa dagli avvocati
MIGLIAROTTI LUCIO, ARMENIO SALVATORE giusta delega a margine del ricorso;
- ricorrente - contro
IDROMECCANICA BERTOLINI SPA (OMISSIS) in persona dell'amministratore delegato Dott. Q.L.,
elettivamente domiciliata in ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO 440, presso lo studio dell'avvocato
TASSONI FRANCESCO, che la rappresenta e difende unitamente all'avvocato DEL CONTE ELIO giusta
delega a margine del controricorso;
- controricorrente avverso la sentenza n. 2270/2004 della CORTE D'APPELLO di MILANO, SEZIONE PRIMA CIVILE, emessa
il 3/6/2004, depositata il 30/07/2004, R.G.N. 1574/2003;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 12/04/2010 dal Consigliere Dott.
AMBROSIO Annamaria;
udito l'Avvocato MARCO VINCENTI per delega dell'Avvocato SALVATORE ARMENTO;
udito l'Avvocato FRANCESCO TASSONI;
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udito il P.M. in persona dell'Avvocato Generale Dott. FEDELI Massimo che ha concluso per il rigetto del
ricorso.

Svolgimento del processo


1.1. Con citazione notificata in data 26-5-1998 la s.p.a.
IDROMECCANICA BERTOLINI (di seguito brevemente BERTOLINI), societ produttrice di pompe per
l'agricoltura e l'industria, esportate nel mercato mondiale, conveniva in giudizio innanzi al Tribunale di
Milano la MARSH & MC LENNAN ITALIA s.p.a. (ora MARSH s.p.a.), societ incorporante la s.p.a.
JOHNSON & HIGGINS, che esercitava l'attivit di broker, lamentando che la convenuta non avesse
svolto con la necessaria diligenza professionale l'attivit di assistenza e consulenza nella rinegoziazione
della polizza R.C. prodotti e chiedendo il conseguente risarcimento del danno.
A fondamento della domanda l'attrice precisava: che aveva affidato nel settembre 1996 alla JOHNSON
& HIGGINS un mandato esplorativo avente ad oggetto la garanzia R.C. prodotti, in vista di una migliore
copertura assicurativa del relativo rischio; che all'epoca aveva in corso una polizza (OMISSIS),
acquisita tramite il broker Assiaudit nell'anno 1992 con retroattivit biennale e, quindi, con decorrenza
dal 1990, rinnovatasi di anno in anno; che nel dicembre 1996, aveva ricevuto dalla JOHNSON &
HIGGINS comunicazione dell'avvenuta rinegoziazione della linea di rischio, gi frazionata presso due
assicuratori, con indicazione delle modifiche rispetto alle coperture in corso, individuate esclusivamente
nei massimali; che aveva, quindi, provveduto al pagamento del premio, ricevendo copia della nuova
polizza solo in un momento successivo e, precisamente nell'aprile 1997, quando aveva gi ricevuto (nel
marzo 1997) una citazione innanzi all'autorit giudiziaria (OMISSIS) relativa a sinistro subito da tale
A.V.; che solo a seguito di ci aveva appreso dalla JOHNSON & HIGGINS, cui aveva comunicato
l'evento dannoso, che il sinistro non era in garanzia, in quanto la nuova polizza stipulata con la Zurich
International prevedeva la garanzia solo nel biennio precedente e quindi solo per gli anni 1995-1996,
manifestandosi rispetto alla precedente polizza (OMISSIS) uno scoperto di garanzia di cinque anni (anni
1990-1995), non essendo stata rinnovata la polizza con la precedente compagnia ed essendo cos
rimasto a carico dell'attrice il rischio di eventi dannosi del periodo suddetto.
Costituitasi in giudizio, la societ convenuta resisteva alla domanda, deducendo che gi nel dicembre
1996, prima della stipula del nuovo contratto, la BERTOLINI era stata messa in grado di valutare
l'estensione temporale della copertura assicurativa;
inoltre, bench richiesta, la societ attrice non aveva consegnato la precedente polizza al fine di
consentire una prudente valutazione dei rischi da coprire.
In esito all'istruttoria orale e documentale, nel corso della quale si dava atto dell'avvenuta transazione
del sinistro A., con pagamento da parte della BERTOLINI della somma di L. 454.012.000, l'adito
Tribunale con sentenza in data 7-3-2002 rigettava la domanda.
1.2. La decisione, gravata da impugnazione della BERTOLINI, era riformata dalla Corte di appello di
Milano, la quale con sentenza in data 3-6-1994 - ritenuta la responsabilit professionale della MARSH
s.p.a. in relazione alla mediazione assicurativa richiesta dalla BERTOLINI - condannava la stessa societ
al risarcimento dei danni cagionati, liquidati in misura pari agli esborsi anticipati per complessivi Euro
234.000,48 oltre rivalutazione monetaria e interessi legali con decorrenza dai singoli esborsi e
computando gli interessi sulle somme via via rivalutate anno per anno sino alla data della sentenza e
oltre interessi legali fino all'effettivo saldo sulla somma rivalutata a tale data; condannava, infine, la
s.p.a. MARSH al pagamento delle spese del doppio grado.
1.3. Avverso detta sentenza ha proposto ricorso per Cassazione la MARSH s.p.a. svolgendo quattro
motivi, illustrati anche da due memorie.
Ha resistito la BERTOLINI, depositando tempestivo controricorso, nonch memoria.

Motivi della decisione

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1. La Corte di appello - diversamente dal primo giudice - ha ritenuto che dal complesso delle prove orali
e documentali risultasse provato che la MARSH era stata tempestivamente informata dalla cliente dei
dati rilevanti della precedente polizza assicurativa e, in particolare, di quello relativo all'efficacia
retroattiva del contratto (OMISSIS) (tanto da averlo contrattato con la nuova compagnia di
assicurazione, la Zurich International, per un periodo di due anni). Sulla base di tale premessa e
dell'ulteriore considerazione che l'onere della prova dell'esatto adempimento della prestazione a suo
carico gravava sul broker, la Corte di appello pervenuta alla conclusione che la societ appellata era
in grado di valutare (ben meglio della cliente) ogni aspetto che poteva concorrere a formare il
contenuto tecnico del prodotto offerto, fornendo alla stessa cliente tutte le informazioni utili a
procurarle una copertura assicurativa di non minore efficacia, quanto a garanzie, della precedente e pi
conveniente e migliore, in una valutazione tecnico - economica; tanto in considerazione della natura
professionale dell'attivit del broker assicurativo e della specificit degli obblighi contrattuali di
assistenza e di collaborazione, quali imposti dalla L. n. 792 del 1984, art. 1 da cui conseguivano a
carico al broker, anche in difetto di un incarico particolare, l'obbligo di svolgere tutte le indagini di
natura tecnico - giuridica utili al fine di della conclusione dell'affare, nonch quello di corretta
informazione, che gli imponeva di comunicare alla cliente tutte le circostanze conosciute o conoscibili
con la diligenza media.
In difetto della prova dell'esatto adempimento della prestazione nei termini sopra precisati e, anzi,
ritenendo sussistente la prova certa dell'inadeguatezza della prestazione resa del broker e
dell'insufficienza della informazione fornita alla mandante, la Corte di appello ha, dunque, affermato la
responsabilit della societ odierna ricorrente per il danno subito dalla BERTOLINI, rappresentato
dall'essere rimasto a carico di detta societ il sinistro ( A.) denunciato nel 1997 (e, quindi, durante il
periodo di efficacia della nuova polizza), risultato scoperto da garanzia, per essersi verificato il fatto nel
1992, e cio in un anno che sarebbe rientrato nel periodo di copertura assicurativa della precedente
polizza, ma non in quello della polizza stipulata tramite la JOHNSON & HIGGINS. 1.1. Con il primo
motivo di ricorso si denuncia: omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione; mancata ed erronea
valutazione di risultanze istruttorie sui punti decisivi della controversia e in particolare sulla pretesa
assunzione di una specifica obbligazione della MARSH; violazione della legge processuale e sostanziale.
Al riguardo parte ricorrente lamenta che il giudice di appello, postulando un dovere di diligenza
professionale a carico del broker, abbia mandato assolto la cliente da ogni bench minimo ugual
dovere;
lo stesso giudice, poi, avrebbe ravvisato nell'operato del broker un errore professionale, prescindendo
dalle risultanze istruttorie che, correttamente valutate, farebbero desumere l'insufficienza di
informazioni fornite dalla BERTOLINI al broker in ordine alla precedente polizza. In tale contesto l'errore
pi evidente in cui sarebbe incorso il giudice di appello dovrebbe individuarsi nell'aver prefigurato nel
carteggio tra le parti un contratto d'opera professionale che imponesse una particolare estensione
temporale del contratto di assicurazione, tale da colmare il vuoto di garanzia che sarebbe derivato dalla
cessazione di efficacia del precedente contratto; al contrario non sarebbe confondibile la richiesta di
mandato esplorativo circa le disponibilit del mercato, convenienti secondo la relativit propria del
contratto aleatorio di assicurativo, con prescrizioni di conservazione e di miglioramento da riferirsi a un
diverso contratto, cui la stessa cliente aveva, peraltro, posto termine con propria autonoma
determinazione; inoltre la decisione impugnata sarebbe suscettibile di censura, anche sotto il profilo
processuale, per non esservi "adeguata coincidenza tra la causa petendi" azionata dalla BERTOLINI in
relazione ad un presunto errore professionale per non aver fornito la migliore copertura assicurativa e
quella enunciata nell'atto di appello, ove l'errore veniva individuato nel non avere conservato e
possibilmente migliorato la garanzia, e non essendovi neppure conformit tra il chiesto e il pronunciato,
per essere stata la responsabilit radicata dalla Corte di appello in profili diversi, individuati in
deficienze di attivit consulenziale, non contestate nel contraddittorio delle parti.
1.2. Con il secondo motivo di ricorso si denuncia violazione o falsa applicazione di norme di diritto e, in
particolare, degli artt. 1175, 1176, 1227, 2230, 2236, 2697 c.c., nonch della L. n. 792 del 1984, art. 1
e art. 40 c.p., omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione circa punti decisivi della controversia.
Il motivo si incentra sull'individuazione dei contenuti del rapporto inter partes e sugli obblighi di
informazione e correttezza gravanti sulle parti, in relazione ai quali parte ricorrente rileva che spettava
in primis alla cliente di individuare le proprie esigenze, con la conseguenza che la condotta della
BERTOLINI verrebbe a costituire l'antecedente causale del danno. In particolare parte ricorrente
deduce: A) che il giudice di appello ha erroneamente ritenuto che, all'atto di rinegoziazione della
polizza, la cliente non avesse alcun onere di informazione esaustiva al nuovo broker, anche in relazione

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a sue specifiche esigenze o di comunicazione della decisione di disdettare la precedente polizza; e ci in


contrasto con il tenore dell'incarico, meramente esplorativo, conferito al broker e, comunque, in
violazione delle norme del codice civile in premessa, che impongono un dovere di diligenza anche a
carico dell'altro contraente; B) che il riferimento nella decisione impugnata ad un obbligo del broker
"anche in difetto di un incarico particolare in proposito" di svolgere specifiche indagini di natura tecnica
si traduce nell'assegnare al broker "una prestazione letteralmente indefinita, illimitata, sconfinata"
quanto ad attivit e indagini utili all'assicurando, senza previsione di indicazione alcuna da parte di
costui; C) che - pacifico che il contratto Zurich avesse una retroattivit biennale uguale a quella del
contratto (OMISSIS) - non era pensabile un dovere in capo al broker di proporre contratti nuovi di una
retroattivit sempre pi lunga, in dipendenza della durata precedente; in definitiva si vorrebbe gravare
la MARSH di un automatismo dovuto al fatto che il precedente broker aveva negoziato una garanzia
limitata alle denunce pervenute durante la polizza, ma non anche dopo la sua cessazione.
1.3. Con il terzo motivo di ricorso si denuncia violazione e falsa applicazione dell'art. 1227 c.c. nonch
omessa e insufficiente motivazione sul punto decisivo del dovere di diligenza della BERTOLINI. Al
riguardo parte ricorrente deduce che la BERTOLINI non pu essere esonerata dal concorso nella
produzione del danno, trattandosi di un operatore industriale, ben consapevole del suo fabbisogno di
copertura assicurativa, a prescindere dalla diligenza del mandatario.
2. I tre motivi - ognuno dei quali accorpa una molteplicit di censure, sotto i plurimi profili della
violazione della legge sostanziale e/o processuale e del vizio logico - motivazionale - si rivelano, in
buona parte, ripetitivi e, comunque, strettamente connessi, imponendo una trattazione congiunta.
2.1- Con specifico riferimento alla natura dell'attivit svolta dall'odierna ricorrente e, correlativamente,
all'individuazione degli obblighi di diligenza ad essa connessi, giova premettere - in aderenza a principi
gi acquisiti nella giurisprudenza di questa Corte (n. 6874/03; n. 1991/2005) - che la L. n. 792 del
1984, art. 1 (il quale definisce "mediatore di assicurazione e riassicurazione, denominato anche broker,
chi esercita professionalmente attivit rivolta a mettere in diretta relazione con imprese di
assicurazione o riassicurazione, alle quali non sia vincolato da impegni di sorta, soggetti che intendano
provvedere con la sua collaborazione alla copertura dei rischi, assistendoli nella determinazione del
contenuto dei relativi contratti e collaborando eventualmente alla loro gestione ed esecuzione")
distingue, nell'ambito delle attivit proprie del broker, quella della collaborazione intellettuale con
l'assicurando per la copertura dei rischi e quella di assistenza alla determinazione del contenuto dei
futuri contratti, e cio un momento di consulenza e assistenza, anteriore logicamente e
cronologicamente a quello della eventuale intermediazione nella conclusione e gestione dei contratti
assicurativi.
In particolare questa Corte ha avuto modo di evidenziare che la definizione legislativa di cui al cit. art.
1 giustappone le due qualificazioni giuridiche prevalenti prima dell'entrata in vigore della L. n. 792 del
1984 - quella del prestatore di opera intellettuale, sostenuta da parte della dottrina, e quella di
mediatore, valorizzata dalla precedente giurisprudenza di legittimit (sent. n. 5860/1979; n.
3531/1980) - e, pur definendo il broker come un mediatore, ne pone in rilievo il ruolo di collaborazione
con l'assicurando nella fase antecedente alla "messa in contatto" delle parti del contratto di
assicurazione, valorizzando tale momento, quale prius logico e indefettibile del successivo momento di
intermediazione vera e propria, nell'ottica della funzione sociale assolta nel settore dell'intermediazione
assicurativa dal broker a livello di assistenza della parte debole al fine di realizzarne la tutela effettiva
come corollario del generale principio di solidariet sociale (cfr. Cass, n. 8467/1998).
Nella qualificazione giuridica dell'attivit del broker stato, altres, ritenuto significativo il disposto della
L. n. 792 del 1984, art. 4, lett. f) e g), art. 5, lett. e) ed f), e art. 8 dai quali risulta che per esercitare
detta attivit necessaria l'iscrizione all'albo professionale e questa si ottiene assicurandosi contro il
rischio imprenditoriale mediante la stipula di polizza di assicurazione della responsabilit civile per
negligenza o errori professionali e l'adesione al fondo di garanzia per risarcire gli assicurati e le imprese
di assicurazione dei danni (cfr. Cass. n. 2003, n. 6874). Il che significa che l'attivit del broker
attivit commerciale e che in essa presente un rischio imprenditoriale da collegare all'aspetto
mediatizio dell'attivit;
ma, nel contempo, conferma che la stessa attivit connotata da profili di intellettualit, richiedendosi
in chi la esercita specifiche ed approfondite conoscenze di economia, tecnica e diritto delle
assicurazioni.
Ne consegue che - come stato correttamente ritenuto dai giudici a quibus - il broker, almeno nella
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fase che precede la messa in contatto dell'assicurando con l'assicuratore, non equidistante dall'uno e
dall'altro, ma agisce per iniziativa del primo e come consulente dello stesso, analizzando i modelli
contrattuali offerti sul mercato, rapportandoli alle esigenze del cliente, allo scopo di riuscire ad ottenere
una copertura assicurativa il pi possibile aderente a tali esigenze e, in generale, mirando a collocarne i
rischi nella maniera e alle condizioni pi convenienti per lui.
Ed appunto su tale ruolo del broker - di assistenza e consulenza dell'assicurando - ed in
considerazione dell'inesatto adempimento delle obbligazioni ad esso connesse, in rapporto al metro di
diligenza professionale desumibili dalle norme citate, che la Corte di appello ha fondato l'affermazione
di responsabilit della MARSH e la conseguente pronuncia di risarcimento del danno.
2.2. Ci premesso in via di principio, nessuna delle suesposte censure coglie nel segno.
Innanzitutto, per quanto riguarda la censura, logicamente prioritaria, adombrata da parte ricorrente,
circa una presunta violazione del principio di corrispondenza del chiesto e pronunciato, si rammenta che
il vizio di "ultra" ed "extra" petizione ricorre solo quando il giudice, interferendo indebitamente nel
potere dispositivo delle parti, alteri alcuno degli elementi di identificazione dell'azione o dell'eccezione,
pervenendo ad una pronunzia non richiesta o eccedente i limiti della richiesta o eccezione, mentre deve
escludersi la violazione dell'art. 112 c.p.c. tutte le volte in cui la pronunzia vi corrisponda nel suo
risultato finale, sebbene fondata su argomentazioni giuridiche diverse da quelle prospettate.
Infatti il giudice libero di individuare l'esatta natura dell'azione e di porre a base della pronuncia
adottata considerazioni di diritto diverse da quelle prospettate, attinendo ci all'obbligo inerente
all'esatta applicazione della legge (cfr. ex plurimis: Cass. n. 14552/2005; n. 26999/2005).
Orbene, nel caso di specie, i giudici di appello, non hanno riconosciuto alla BERTOLINI un bene della
vita non richiesto, n glielo hanno attribuito in base ad una causa petendi diversa da quella allegata,
ma, riconoscendo all'appellante il risarcimento del danno nella misura corrispondente a quanto dalla
stessa pagato in esito alla transazione del contenzioso con l' A., hanno accolto esattamente la domanda
fatta valere dalla stessa BERTOLINI, diretta per l'appunto, sin dall'inizio, ad ottenere il risarcimento del
danno, consistito nell'essere rimasta esposta alle conseguenze dell'azione di responsabilit proposta
dall' A. negli Stati Uniti, per effetto dello scoperto di garanzia della nuova polizza Zurich (stipulata per il
tramite della JOHNSON & HIGGINS, poi MARSH), rispetto alla precedente polizza (OMISSIS).
La circostanza, su cui si fonda il rilievo di parte ricorrente - secondo cui, per giungere a tale risultato, i
giudici di appello hanno valorizzato profili consulenziali della condotta del broker, che non sarebbero
stati, invece, dedotti dall'originaria attrice - esula dall'ambito dell'art. 112 c.p.c., riguardando le
connotazioni giuridiche della condotta stessa, che, in ogni caso, resta quella individuata dall'attrice a
fondamento della pretesa risarcitoria.
2.3. Quanto poi al presunto e pi evidente errore in cui sarebbe incorso il giudice di appello,
consistente nell'aver prefigurato un contratto d'opera professionale che imponesse una particolare
estensione temporale del contratto di assicurazione e alla pretesa confusione che lo stesso giudice
avrebbe fatto in ordine ai contenuti del "mandato esplorativo" affidato al broker, ravvisandovi
inesistenti prescrizioni di conservazione e di miglioramento della garanzia (1^ motivo) e all'altra
censura circa la presunta "indeterminatezza" dei compiti dello stesso broker (2^ motivo), ritiene il
Collegio che le deduzioni di parte ricorrente incorrano in pi di un profilo di inammissibilit. Innanzitutto
perch travisano la ratio decidendi, la quale - muovendo dal rilievo in diritto della qualit di operatore
professionale del broker e della specificit delle competenze allo stesso richieste - ha evidenziato, in
aderenza ai principi sopra esposti, come lo stesso broker dovesse svolgere tutte le indagini di natura
tecnico-giuridica occorrenti per l'adeguato svolgimento dei compiti di assistenza e consulenza
dell'assicurando, correlativamente assolvendo in maniera diligente l'obbligo di corretta informazione in
favore dello stesso; il che significa che la JOHNSON & HIGGINS, a prescindere dalle prescrizioni della
cliente (che, per quanto, imprenditore commerciale, non aveva quelle specifiche competenze nel
settore assicurativo, proprie del broker) non poteva limitarsi a individuare l'offerta assicurativa
economicamente pi conveniente, ma doveva raffrontare i prodotti sul mercato con quello gi a
disposizione della cliente, anche con riferimento al dato temporale, adeguatamente informando la
cliente stessa ai fini di una scelta oculata e consapevole.
Diversamente opinando e focalizzando l'attenzione sulla natura meramente "esplorativa" del mandato,
la ricorrente propone una valutazione delle risultanze di causa che - prima ancora che risultare
meramente alternativa e riduttiva rispetto a quanto ritenuto dal giudice di appello - si rivela in
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contrasto con la qualificazione giuridica (correttamente) adottata dallo stesso giudice alla luce
dell'evoluzione del rapporto tra le parti e in relazione alla disciplina legislativa sopra richiamata.
2.4. Merita altres puntualizzare che le censure all'esame - postulando che il broker non avesse ricevuto
adeguate informazioni dalla cliente, n, in particolare, fosse stato reso edotto dell'esigenza della stessa
cliente di coprire anche rischi per fatti precedenti alla stipula del nuovo contratto e non ancora
denunciati - sollecitano la rivalutazione delle risultanze fattuali, segnatamente nel punto in cui il giudice
di appello, lungi dall'esonerare la BERTOLINI da ogni onere di diligenza (come assume la ricorrente), ha
ritenuto che la stessa societ avesse tempestivamente fornito alla JOHNSON & HIGGINS tutti i dati
necessari per l'espletamento del mandato affidatole.
Va qui ribadito che l'esame dei documenti esibiti e delle deposizioni dei testimoni, nonch la valutazione
dei documenti e delle risultanze della prova testimoniale, il giudizio sull'attendibilit dei testi e sulla
credibilit di alcuni invece che di altri, come la scelta, tra le varie risultanze probatorie, di quelle
ritenute pi idonee a sorreggere la motivazione, involgono apprezzamenti di fatto riservati al giudice
del merito, il quale, nel porre a fondamento della propria decisione una fonte di prova con esclusione di
altre, non incontra altro limite che quello di indicare le ragioni del proprio convincimento, senza essere
tenuto a discutere ogni singolo elemento o a confutare tutte le deduzioni difensive, dovendo ritenersi
implicitamente disattesi tutti i rilievi e circostanze che, sebbene non menzionati specificamente, sono
logicamente incompatibili con la decisione adottata (ex plurimis Cass. 24/05/2006, n. 12362; n.
21412/2006; n. 12747/2003).
Nel caso all'esame il giudice di appello ha chiarito in termini congrui e logici le ragioni, per cui il
confronto tra la deposizione del teste ( Al.) addotto dall'originaria parte attrice e del teste ( Ce.)
addotto della controparte, odierna ricorrente, induceva a propendere per l'attendibilit del primo sul
punto dell'avvenuta tempestiva consegna alla JOHNSON & HIGGINS della copia del contratto
(OMISSIS); e ci sia per la ragionevolezza della spiegazione data da costui (secondo cui era pi
comodo fornire i dati della copertura assicurativa vigente mediante consegna della polizza stessa,
piuttosto che riempire il questionario predisposto dal broker), sia perch la BERTOLINI non aveva alcun
interesse a non esaudire la richiesta del contratto; sia ancora perch lo stesso teste di parte convenuta
aveva confermato che la proposta contrattuale sostitutiva era stata formulata sulla base del formulario
relativo ai rischi e del "sommario Assiaudit" (pacificamente pervenuto alla JOHNSON & HIGGINS
nell'ottobre 1996 e contenente l'indicazione della data di inizio della copertura della precedente
garanzia nel 31 luglio 1992); sia, soprattutto, perch lo stesso comportamento del broker confermava
che egli aveva a disposizione il dato relativo alla efficacia retroattiva della polizza (tanto da averne fatto
un punto di discussione con la Zurich).
A fronte dell'attenta e compiuta analisi delle risultanze della prova orale e documentale, dalla quale
consegue il convincimento della sufficienza dei dati a disposizione del broker e, correlativamente,
dell'inadeguatezza della prestazione dallo stesso fornita e dell'insufficiente informazione data alla
mandante, la ricorrente oppone che il teste Ce. meritava maggior credito e che il dato temporale
riportato sul "sommario Assiaudit" si riferiva alla durata della polizza e non gi a quella della copertura
assicurativa, dimenticando che la valutazione dei singoli e specifici elementi costituisce valutazione di
merito, non censurabile in Cassazione in quanto logicamente motivata. Invero non costituisce vizio
logico della motivazione la maggiore o minore rispondenza in fatto della ricostruzione operata dal
giudice di merito alle circostanze effettivamente emerse nel corso del processo, od una esposizione dei
dati che non instauri tra di essi il collegamento pi opportuno e pi appagante, in quanto tutto ci
rimane all'interno della possibilit di apprezzamento dei fatti, e, non contrastando con la logica e con le
leggi della razionalit, appartiene al convincimento del giudice senza renderlo viziato ai sensi dell'art.
360 c.p.c., n. 5 (Cass. n. 2869 del 26.02.2003).
2.5. Il tessuto motivazionale della sentenza impugnata non presenta evidenti aporie di ragionamento o
violazioni della normativa rilevante in materia neppure sul punto dell'individuazione dell'esclusiva
efficienza causale della condotta del broker nella produzione del danno; n le deduzioni della ricorrente
rivelano alcun contrasto disarticolante tra le emergenze processuali e il ragionamento seguito.
In particolare - una volta accertato dal giudice di appello che sia la scadenza della polizza (OMISSIS),
sia il termine ultimo per la relativa disdetta costituivano dati a conoscenza della JOHNSON & JIGGINS l'affermazione dell'esistenza di un rapporto di regolarit causale tra l'inesatto adempimento ascritto al
broker e il danno lamentato dalla mandante risulta corretto alla luce di quanto evidenziato dallo stesso
giudice, secondo cui era implicito, proprio in considerazione della prossimit delle indicate scadenze,
che la societ di mediazione dovesse assistere la mandante nell'utile sostituzione della copertura
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assicurativa con altro assicuratore e non semplicemente nel procacciare una garanzia aggiuntiva a
quella in corso. In tale contesto - contrariamente a quanto apoditticamente e infondatamente sostenuto
dalla ricorrente - l'avvenuto recesso della BERTOLINI dalla polizza (OMISSIS), lungi dal costituire fatto
esterno eccezionale idoneo a interrompere il nesso eziologico tra la rilevata condotta colposa e l'evento
dannoso, doveva essere preventivato dal broker, costituendo il presupposto stesso del mandato
affidatogli.
Risulta, altres, esclusa in radice la prefigurabilit di un comportamento colpevole a carico della
BERTOLINI, dal momento che proprio la professionalit a cui doveva conformarsi la diligenza della
JOHNSON & HIGGINS avrebbe dovuto orientare le scelte del cliente, fornendo le indicazioni e le
informazioni, con i suggerimenti del caso, essendo il broker specificamente tenuto a rendere
esattamente quel servizio al cliente (pag. 17 della sentenza impugnata).
L'apprezzamento compiuto sul punto dal giudice di secondo grado non illogico n contraddittorio,
risultando, altres, conforme ai principi rilevanti in materia che sono quelli della causalit materiale, con
il contemperamento di quello della causalit adeguata; le valutazioni sono valutazioni di merito e
appaiono immuni da rilievi sotto il profilo logico - formale, nonch correttamente orientate, in coerenza
con i canoni sopra enunciati in punto di specificit delle competenze del broker e di diligenza allo stesso
richiesta nello svolgimento dell'attivit di consulenza e assistenza dell'assicurando.
2.6. In definitiva - se la sentenza impugnata ha correttamente applicato la disciplina normativa di
riferimento e logicamente interpretato le risultanze procedimentali - di converso appare chiaro che le
censure mosse dalla ricorrente, al di l della loro formale enunciazione, mirano soltanto a proporre una
diversa lettura delle risultanze stesse, tentando surrettiziamente di trasformare il giudizio di legittimit
in un terzo grado di merito, nel quale ridiscutere il contenuto della vicenda per cui processo, nonch
le opzioni espresse dal giudice di appello, non condivise e perci censurate al fine di ottenerne la
sostituzione con altra alternativa e conforme alle proprie difese.
Tutti e tre i motivi all'esame vanno, dunque, rigettati.
3. Con il quarto motivo di ricorso si denuncia violazione e falsa applicazione dell'art. 1224 c.c. nonch
omessa e insufficiente valutazione delle risultanze istruttorie. Al riguardo parte ricorrente si duole che
sia stata riconosciuta la svalutazione monetaria e gli interessi sull'importo liquidato, pur in difetto di
prova del maggior danno di cui all'art. 1224 c.c.; osserva che nella specie la misura del danno era stata
determinata (nel giudizio promosso in (OMISSIS) dall' A.) in base a un titolo convenzionale, quale era
la transazione, risultando perci fissata in una somma di danaro, sulla quale potevano essere
riconosciuti i soli interessi.
3.1. Il motivo infondato.
Precisato che l'importo per cui vi condanna costituito non solo dalla somma versata dalla
BERTOLINI all' A. a seguito della transazione con questi raggiunta, ma anche da diverse spese e
anticipazioni conseguenti al contenzioso poi transatto, osserva il Collegio che il motivo di ricorso
volutamente confonde il rapporto avente ad oggetto il risarcimento danni conseguenti al difetto del
prodotto (rapporto BERTOLINI - A.) e quello avente ad oggetto il risarcimento danni conseguenti allo
scoperto assicurativo (rapporto BERTOLINI/MARSH). Invero, nella fattispecie, non si tratta di dare
esecuzione alla transazione stipulata tra la BERTOLINI e l' A., quanto, piuttosto, di reintegrare il
patrimonio dell'originaria attrice per le conseguenze dell'inesatto adempimento del broker al contratto
di mediazione assicurativa tra essi intercorso.
D'altra parte l'obbligazione di risarcimento del danno, ancorch derivante da inadempimento
contrattuale, configura debito di valore, e tale natura non perde per il fatto che il danneggiato abbia
provveduto a proprie spese ad eliminare o ridurre l'evento dannoso, con la conseguenza che
competono al danneggiato rivalutazione e interessi (Cass. n. 707/2002).
In conclusione il ricorso va rigettato.
Le spese del giudizio di legittimit sono equamente compensate per l'intero, avuto riguardo alla natura
delle questioni, quale evidenziata anche dal diverso esito nei due gradi di merito.

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Sentenze

16/03/16 10:48

P.Q.M.
LA CORTE rigetta il ricorso e compensa per l'intero tra le parti le spese del giudizio di cassazione.
Cos deciso in Roma, il 12 aprile 2010.
Depositato in Cancelleria il 27 maggio 2010
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