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Tesi
Docenti
Liliana Iaria
Giuseppe Astuto
Studente
Gaetano La Tella
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Poich Persefone,
a quelli che hanno gi pagato il debito
dei loro antichi peccati, giunto il nono anno, di nuovo
lanima loro rimanda su in alto verso il sole;
da tali anime i re illustri rinascono
e gli uomini potenti per forza o grandi per sapienza,
che per tutto il tempo furono sono, tra i mortali,
chiamati eroi senza macchia (1).
Lanima dunque, poich immortale e pi volte rinata, avendo veduto
il mondo di qua e quello dell Ade
in una parola tutte quante le cose, non c nulla che non abbia appreso.
Non v dunque da stupirsi se pu fare riemergere alla mente ci che
prima conosceva della virt e di tutto il resto.
Poich daltra parte, la natura tutta imparentata con s stessa e
lanima ha tutto appreso, nulla impedisce che lanima ricordando,
ricordo che gli uomini chiamano apprendimento, una sola cosa, trovi da
se tutte le altre, quando uno sia coraggioso e infaticabile nella ricerca(2).
E forse questo il giusto modo di ricordare chi visse in altri tempi appartenendo ad antiche
famiglie , le cui origini si dissolvono nei tempi che furono, vissuti alla belt e la virt, forti e nobili
danimo e belli nellanima.
La Tesi che vuole guardare al fenomeno della Nascente Borghesia Siciliana, e le sue ricerche che
prendono forma in questi Scritti di Storia Moderna in Memoria della Famiglia Aronne, trova origine
nella volont dei quanti e dal caso che hanno desiderato, aspettato e quindi voluto la realizzazione
di essa, dai familiari e discendenti, a coloro che hanno conosciuto questi Signori, ai quanti ne
hanno saputo il loro valore attraverso i racconti che come leggende metropolitane si sono
tramandati da generazione in generazione nelle famiglie dei villaggi allora ed oggi comuni di
Tremestieri e Pistunina della citt di Messina e in alcune genti messinesi, sino ai cultori e custodi
della Storia meridionale e messinese come la Professoressa Liliana Iaria la cui volont, anche se
ultima ma non certo meno importante, tra le tante fu quella decisiva alla realizzazione di questi
scritti, come si pu ricordare con le sue stesse parole allorquando in qualit di titolare delle
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cattedre di Storia Moderna e della Sicilia, mi consentiva di iniziare le ricerche, con il monito che
sarebbero dovute essere condotte con estremo rigore empirico e storiografico, potendosi rivelare
lunghe ed estenuanti, correndo il rischio di risultare vane:
Ebbene si: occorre ridare dignit al nome di questa famiglia perch evidente come dalloblio della storia ha subito
oltre il danno la beffa, sta a noi adesso rimuovere questo strato che scurisce, fin che siamo ancora in tempo, sempre
che le macerie del terremoto del 1908 e le fiamme dei fasci non abbiano distrutto ogni prova della loro esistenza,
per riportare i loro nomi alla luce delle loro stesse istituzioni.
Nelle vicissitudini trascorse dalla famiglia Aronne si ripercorrono e si incontrano alcuni degli
elementi e fattori che caratterizzarono il fenomeno della nascente borghesia in Sicilia, su le
spoglie di unantica feudalit, rivelandosi un esempio di quei ceti direttamente interessati al nuovo
ordine di cose (3).
Alla famiglia Aronne dunque, dedicato il lavoro di questa tesi, realizzata con lattenta guida della
Professoressa Liliana Iaria, del Professore Domenico Ligresti e del Professore Giuseppe Astuto,
oggi rispettivamente mie relatori e correlatori, che a seguito della triste scomparsa della
Professoressa Liliana Iaria, come compagni di una fata Morgana portano a termine con la loro
volont la sua, attribuendo con il loro contributo di conoscenze e le loro indicazioni, ulteriore
valore a questo percorso di ricerca attraverso il quale ho avuto modo di incontrare e trovare
ricordi e scritti di eventi, di atti e pensieri, di uomini che nel tempo che furono, per la loro belt
non esito a considerarli come dei fiori, e che il lettore perdoni il mio romanticismo, per la cui
bellezza si offrono con amore.
Gaetano La Tella
Universit di Catania
Facolt di Scienze Politiche
Capitolo I
Scritti in Memoria della Famiglia Aronne
Capitolo I
Scritti in Memoria della Famiglia Aronne
Un ricordo tramandato
Giuseppina Grioli una dei discendenti della famiglia Aronne, essendo nipote da tre generazioni
di Josepha La Tella che fu moglie di Lorenzo Aronne (foto A), conserva il ricordo della famiglia
Aronne tramandatogli dai suoi nonni, del loro casale nei possedimenti di Roccamotore (foto B)
dove visse la sua adolescenza. A lei abbiamo chiesto di raccontare questo ricordo che da
generazione in generazione a oggi le stato tramandato.
Lei, stata ben lieta di raccontare la storia della sua famiglia:
Il padre di mio nonno Domenico si chiamava Giuseppe ed aveva una sorella di
nome Josepha, una donna molto bella, tanto che vedendola, Lorenzo Aronne se
ne innamor.
Lorenzo veniva da Gallico, un paese delle Calabrie, ed era molto ricco, suo padre
Angelo era procuratore generale del Regno delle Due Sicilie e possedeva delle
propriet a Fiumefreddo, a Galati ed a Roccamotore che gli affid.
Qui a Roccamotore, Lorenzo conobbe Josepha La Tella innamorandosi di lei.
Si diceva per che non soltanto per amore Lorenzo da Gallico venne qui tra
Pistunina e Zafferia nei possedimenti di Roccamotore, ma anche perch il padre
che era procuratore generale del Regno delle due Sicilie voleva tenerlo lontano
dai fatti risorgimentali e dagli ambienti rivoluzionari dellepoca, tanto pericolosi
per la posizione della famiglia Aronne in cui vi era un procuratore del Re, e per
evitare le possibili reazioni del governo borbonico o forse perch Lorenzo aveva
partecipato in qualche modo alle idee rivoluzionarie, dunque per evitare tristi
soluzioni lo mand a vivere nel casale di Pistunina. Quando Lorenzino decise di
sposare Josepha il padre si oppose fermamente dicendo:
-
A quei tempi si guardava al ceto nei matrimoni, ma la zia Josepha non era dello
stesso ceto degli Aronne, i procuratori erano gente ricca! Lorenzo non ascolt le
Ricordo perfettamente questa casa: entrando dopo lingresso vi era una grande
stanza detta la sala darmi dove vi erano tante spade e fucili intorno ai muri,
a destra della quale cera lo studio, a sinistra aveva la cucina, e poi unanticucina
con uno sgabuzzino, andando avanti cera la camera da ricevimento, alla sua
destra cera la camera da letto dove vi era la statua di una Madonna lignea,
settecentesca, dai lineamenti stupendi seduta che portava tra le braccia il bambino
Ges, che adesso conservata da mia cugina Maria La Tella, andando verso
sinistra si raggiungeva la camera da pranzo che a sua volta portava, attraverso un
camerino, ad altre stanze. Aveva in ogni stanza, i suoi disegni in cielo, cos me la
ricordo: la camera da letto con angeli, la stanza di ricevimento era blu con i fiori
bianchi, i tetti erano tutti ad arco e nella sala darmi erano raffigurate delle scene
di caccia.
Lorenzo Aronne era un uomo di politica, riceveva in casa dei diversi personaggi
politici, molti dei quali venivano da Roma. I miei nonni mi raccontavano delle
sue conoscenze di uomini del Risorgimento come il Pellico, il Mazzini, Garibaldi.
Ricordo di una foto con due dediche:
Al mio amico e compagno darmi, da Alfonzo Gianrizzo;
Ricordo con affetto, al mio compagno affezionato. Marotta Garibaldi.
Essendo un possidente, si occupava anche di queste sue grandi propriet di
Roccamotore, Galati e quelle delle Calabrie, delle campagne e delle terre curate
dai suoi operai, in cui si produceva di tutto: vino, olio, grano, ecc., che venivano
commercializzati. Dalle rendite dei possedimenti, comprava altre vendite sia
fondiarie che mercantili per commerciarle. Infatti nella marina di Roccamotore
tra i paesini di Tremestieri e Pistunina, fece costruire un porticciolo, cos come
gi suo padre e suo zio avevano fatto a Galati, a Fiumefreddo e nelle Calabrie a
Gallico. Questi attracchi servivano per le imbarcazioni che trasportavano i
prodotti da commerciare, per via di mare.
Si diceva che aveva molti soldi in banca, ed era molto generoso quanto era ricco,
e cera un grande lusso in questa casa.
Tutte le mattine venivano da Galati, due pescatori di famiglia, e un altro veniva
da Messina, per portare i pesci agli operai e a casa dAronne.
Era una vita agiata, vi era luso di mangiare una volta al giorno, ma la tavola era
imbandita dei miglioro piatti, il migliore pesce, frutta di stagione ecc.
E questa vita andava avanti cosi: ricchi, ricchezze, allora succedeva che i poveri
andavano a chiedere sostentamento a queste famiglie ricche e venivano anche a
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Lorenzo rimase male della proposta! Ma con aria serena gli risponde :
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E ripeteva sempre:
-
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chiamati. La zia gli and incontro chiedendogli chi fossero e casa stavano
facendo? Ma questi non vollero rispondergli e lei li caccio via.
La zia chiese a mio nonno, cosa stava succedendo, e se quelli operai gli aveva
chiamati lui, e lui disse di no!
Tale fatto insospettisce e preoccupa mio nonno che v da un avvocato a spiegare
tutta la situazione, lavvocato, quando indagando nei registri degli atti
procedimentali scopr subito la verit sul come stavano i fatti in merito ai
possedimenti, e con enorme disprezzo di chi ingann la zia, disse:
-
Ladri avete rovinato questa povera sventurata, lei non pi padrona di niente, la
Signora Josepha La Tella non risulta pi padrona dei possedimenti, il padrone adesso
Muscolino. E questo e tutto.
Vane ed inutili sarebbero state le azioni per ristabilire loriginaria propriet di quei
possedimenti.
Ma fu una sorta di giustizia divina a castigare Muscolino, perch dopo esser
diventato padrone muori subito dopo, senza godere per nulla i possedimenti
dAronne.
Ed intanto il tremendo terremoto che si abbatt su Messina fece cadere tutto, la
chiesetta e la sacrestia, che Lorenzo aveva fatto costruire, la foresteria, le stalle, il
frantoio, tutto ceduto, soltanto il casale rimase in piedi, solo una parte ne crollo.
Ricordo anche Don Carmelo Cacopardo che al tempo di Lorenzo curava i
possedimenti di Fiumefreddo, Galati e Roccamotore e ne divenne con Muscolino
lamministratore di queste propriet, diventando un uomo molto ricco.
Ricordo che veniva sempre a portare qualcosa alla nonna, un fiasco di vino, di
olio, ci portava sempre qualcosa, ed era molto disponibile e gentile nei riguardi di
tutti forse per un qualche senso di gratitudine e di rimorso per le sue fortune
fatte grazie a quei possedimenti, infatti la nonna affettuosamente lo prendeva in
giro per questo, dicendogli:
-
Muscolino non aveva altri eredi se non una sorella mai sposatasi che viveva a
casa sua, che eredit tutto: terre, casali, magazzini di vino, di olio, ecc., lei aveva
tutte le chiavi di tutti i magazzini e dei casali.
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Cuscina, u pani mi livaru. La notte mi fanno fare la guardia, pure se sono ammalata, mi
danno da mangiare quello che non posso mangiare, cuscina non ci fazzu chiui!
Ammalatasi, la Muscolino rest in vita solo qualche anno e prima di morire disse
alle sue sorelle monache:
-
Voi siete padrone e voi rimarrete padrone della dote che vi ho portato, ma alla famiglia
La Tella non la potete molestare, anche loro devono rimanere sempre padroni!
Lei era riconoscente verso la zia, perch sapeva che suo fratello Muscolino aveva
sbagliato, e ne portava in se il senso di colpa. Prima che lei morisse, dei suoi
parenti, si fecero lasciare comunque dei possedimenti a Galati, per il resto invece
restarono proprietarie le monache.
In seguito alla morte della zia Josepha, venne a fare visita a mia nonna insieme ad
altre suore, Suor Chiara, la Madre generale del convento del Carmine di Messina,
me la ricordo ancora, era bassina e grassetta ed era a conoscenza di tutta la storia.
Disse che padre Celone avrebbe fondato un convento delle Ancelle riparatrici,
che sarebbe dovuto sorgere proprio in quel casale, invitando cos mia nonna a
doverlo lasciare:
-
Perch non si prende un nuovo appartamento, che questa casa non per lei.
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Mia nonna:
-
Se tolgo mio marito da questo casale muore, nato qua e vuole morire
qua,mio marito in un appartamento non pu stare.
Le monache:
-
Sono cose impossibili quelle che mi dice, mi hanno detto che mio marito doveva rimanere
qua e rimarr qua, andate via non siete degne di indossare questo abito, con quale coraggio
vi alzate ogni mattina, via, via da qua!!!
Dopo qualche mese si ripete la visita di Suor Chiara e delle suore che
laccompagnavano, mia nonna li fa accomodare, e le suore dicevano sempre che
dovevano lasciare quel casale e prendere un appartamento. Mia nonna rispose
indisposta dalle loro insistenze:
-
Ma io vi ho gi detto che un appartamento non lo prendo, mio marito e nato qua e vuole
morire qua, non avete rispetto ne anche per la parole della vostra sorella Muscolino.
No! Non giusto, finch ci sono io, dovete e dovrete restare, non ci sar nessuno che vi
disturber pi. Mi dispiace di prendere questa miseria daffitto ma non ne posso fare a
meno perch registrato, quando verr suo figlio a portare questa miseria, mi deve sempre
far chiamare.
Ma lei non pu sapere il favore che mi ha fatto, mio padre morir in quella casa e non
verr disturbato da nessuno.
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procedere delle ricerche, con enorme stupore ci sono apparse in gran numero rispetto alle
informazioni iniziali in nostro possesso. Si voluto ricondurre ad un rigido determinismo causale
ognuna di queste osservazione casuali, verificando gli scritti del Tomeucci
(5),
che gi da soli
avrebbero potuto confutare il ruolo di Procuratore Generale del Re e di Direttore del giornale il
Maurolico rivestito dallAngelo Aronne, attraverso una ricostruzione degli Atti dellAccademia
Peloritana
(6)
(7),
e la
biblioteca digitale deglArchivi di Stato del Ministero dei Beni e le Attivit Culturali (8).
Da questi documenti emersa una cronologica storiografia dallAronne quale membro dell
Accademia Peloritana, Direttore del Maurolico, ed inoltre proprio in una sequenza casuale
Presidente della Corte di Legislazione in Palermo, attraverso il ritrovamento del poemetto
intitolato Marcello
(9)
dall Almanacco del Regno delle due Sicilie(10), due ultime informazioni, da cui emerge con
enorme chiarezza un ulteriore aspetto del ruolo dellAronne, quale uomo e funzionario
fortemente vicino a Ferdinando II gi prima dei suoi natali e poi fino agli ultimi anni di reggenza,
nella missione a Girgenti. Seppure anche tali informazioni tratte da fonti determinate sarebbero in
se sufficienti a convalidare il ruolo rivestito dalla Famiglia Aronne, le abbiamo comunque volute
sottoporre ad ulteriori e definitive verifiche attraverso una loro confutazione a mezzo degli atti
civili custoditi presso lArchivio Storico Notarile di Messina
della Caterina Decaridi
(12)
(13)
(11),
matrimoniale per la Caterina ora di legittimo figlio per lAntonio all Angelo Aronne Procuratore
Generale del Re in Girgenti. Tali ulteriori informazioni verificate ci hanno fatto comprendere
dunque con chiara precisione il ruolo rivestito dalla Famiglia Aronne e dei suoi componenti,
rappresentato con enorme chiarezza negli atti storico notarili, nelle note bibliografiche dei testi
ottocenteschi come gli Annali e gli Almanacchi del Regno delle due Sicilie, negli scritti di storia
del Tomeucci e gli originali articoli scritti dallAvvocato Angelo Aronne sui principali giornali
dellepoca. Confermando con quel rigido riferimento empirico che questi ritrovamenti
rappresentano una ben precisa connotazione di verit storica alla leggenda, anzi aggiungendo ad
essa delle informazioni storiografiche di notevole interesse non solo per la citt di Messina ma pi
in generare di quel Regno Meridionale, offrendosi quali possibili chiavi di lettura insieme ad altre
per una nuova storiografia dei rapporti politico - istituzionali non solo in esso, ma nello stesso
Risorgimento Siciliano e Italiano, ma la presunzione di determinare tale studio non pu aversi in
questa sede in cui ci limitiamo con umilt, senza scadere nella falsa modestia perch la ricerca mi
inorgoglisce, alla semplice ricostruzione della vita degli Aronne, offrendo tale storia al ventaglio di
quelle che formano e rappresentano il sacrificio e lofferta a quell unificazione auspicata nel
nome di nobili principi come quello della virt.
16
17
(20) provenienti
(22),
successivo secolo confluirono sia gli ebrei dei vicini centri del Ducato e del Patrimonio:
Ischia di Castro (Brunetta di Giuseppe Laudadei e Pacifico di Laudadio);
Viterbo (Abraham di Consulo, Emanuelle di Mois, Sperantia di Davith Aronne, Fiammetta di Giuseppe);
19
20
i divieti (impegnare al banco robbe de chiesie: Calice, patene, Croce, paramenti; uscire dalle abitazioni dal
Gioved al Sabato Santo); e le agevolazioni (osservanza del Sabato con astensione dal prestito e
dalle cause civili; divieto per altri banchieri di prestare ad usura in Castro o suo distretto; carne
sciattata; non pagare gabelle al termine del loro mandato) (23).
Nonostante i divieti della bolla di Clemente VIII (1593) i banchi di prestito rimasero attivi nei
centri di confine: ad Onano dal 1604 al 1611 e poi ancora fino al 1619 abit ed oper Ventura di
Simone Pomis, nipote del suddetto David, mentre pochi anni prima vi avevano esercitato il prestito
Crescenzio di Meluccio e Bonaiuto di Laudadio.
La Comunit di Farnese, a partire dal 1 dicembre del 1600, stipul con Pacifico di Meluccio e suo
figlio Prospero, un contratto della durata di 5 anni per esercitare un banco di prestanza ad interessi sopra
pegni a ragione del 12% allanno.
Fu inoltre concesso loro di abitare nella terra di Farnese o nella citt unitamente alle famiglie e
garzoni, di vivervi secondo i loro costumi, di essere esentati dallobbligo di portare il segno di
riconoscimento, di fabbricarvi un proprio cimitero, di riconoscere loro gli stessi trattamenti
riservati agli altri vassalli dello stato (24).
Gi nel 1599, Mario Farnese aveva autorizzato Aronne di Clemente da Velletri ad aprire un banco a
Latera della durata di 5 anni con la condizione che pagasse 15 scudi per ciascun anno.
Prima della scadenza dei termini (maggio 1604), la concessione venne loro rinnovata per altri 5
anni. Con sua lettera (6 novembre 1603) Mario Farnese regol i termini del nuovo banco (da
iniziarsi a partire dal primo giugno 1604) ma aument da 15 a 40 scudi annui la quota che il
banchiere doveva versargli: le nuove e pi esose condizioni vennero accettate in data 20
novembre 1603. Dal rogito conosciamo che allatto era presente il solo Aronne e che questi agiva
anche a nome del fratello, impegnatosi poi a rispettarne i capitoli, il banchiereiuravit tacto calamo
more hebraeorum (25).
Le condizioni poste, sono le stesse di quelle regolate nel capitolato tra la Comunit di Farnese e
Pacifico di Meluccio. Alcuni anni prima (1596, 27 giugno), per il la Sinagoga di Acquapendente
risultava pagare la quota di 10-12 scudi annui alla Casa dei Catecumeni di Roma (1569).
Versamento che per larea del Patrimonio era esteso anche a quella di Bagnaia, Nepi, Orte,
Vitorchiano e le due di Viterbo (26).
Infine degno di nota il fatto che dallarea del Castrense proviene il frammento di un piattello
ceramico in cui sono rappresentati un calice e una pergamena della met del XVI secolo con la
scritta Pesah (Pasqua) in caratteri ebraici (27).
forse questa la prima testimonianza archeologica della Comunit ebraica dalle citt rifugio che
definiscono la provenienza di una parte della comunit ebraica italiana dalle terre del Patrimonio
la cui storia, prima negata e poi ignorata, solo allincipit.
21
Certificato di matrimonio tra Laureatine Aronne con Josepha La Tella, celebrato in Messina
il I Marzo 1867 ( Volume dei matrimoni Pistunina anno 1743 1908, riga 140.) (doc. 1);
certificato di morte di Laurentius Aronne fu Angelo, anno domini 1906 di anni 74,
professione possidente, tumulato nel cimitero di Larderia, fila n4 al n23, (volume morti
Pistunina dal 1865 al 1967, pag.58, n5), (doc. 2) ;
certificatodi Matrimonio tra La Tella Domenico con Giuseppa Nicosia celebrato in data 20
ottobre 1897, (libro dei matrimoni, vol. I dal 1743 al 1908, pag. 227,228), (doc.4);
certificato di Morte di Nicosia Giuseppa, morta il 26 Dicembre 1951, (vol. dei morti dal
1865 al 1967), (doc.6).
22
(29).
fondo civile che interessa i componenti della famiglia Aronne costituita da falconi diversi che
contengono i registri degli atti di nascita, quelli degli atti di solenne promessa di matrimonio e
quelli di morte, documenti cos ordinati ordinati:
Atto di Morte nel casale di Pistunina del D.n Antonino Aronne, danni 27, nato in Messina,
di professione Avvocato, domiciliato in Pistunina, figlio di D.n Angelo, di professione
Procuratore Generale, domiciliato in Girgenti e di D.na Caterina Decaridi, domiciliata in
Girgenti, Num. dordine quarto, lanno 1858, il d d17, del mese di Aprile, (doc. 10) ;
Atto di Morte nel casale di Pistunina della Signora D.na Caterina Decaridi, sposa del signor
D.n Angelo Aronne Procuratore Generale in Girgenti, di anni 54, nata in Gallico comune di
Reggio di professione proprietaria, domiciliata in Pistunina, figlia di D.n Antonino e di fu
D.na Serafina Aronne, Num. dordine primo, lanno 1860, il d 27 del mese di Gennaio,
(doc.11);
23
Atto di Morte nel casale di Pistunina, del D.n Vincenzo Aronne, danni 85, sposo della fu
Memorie Storiche e Letterarie della Reale Accademia Peloritana di Gaetano Oliva, nelle
quali si rinviene che lAvvocato Angelo Aronne membro della seconda classe di
legislazione (doc. n31).
DallArchivio bibliografico:
Messina Risorgimentale di Luigi Tomeucci, il quale scrive che lAvvocato Angelo Aronne
dirisse il giornale Maurolico (doc. n32).
DaglAtti Notarili che riguardano le vicissitudini della Famiglia Aronne nei diversi interventi ora
dellAngelo, ora del Vincenzo, si evincono le loro paternit rispettivamente nel DAnt Vincenzo
Aronne e nel fu Don Angelo Negoziante Messinese domiciliato Ges e Maria del Sarciato,
Numero omesso. Ci rappresenta un primo tassello per la ricostruzione delle origini degli Aronne
quali appartenenti ad un ceto di mercanti stanziatisi lungo le coste dello Stretto di Messina, in
quanto il domicilio presso Maria e Ges al Sarciato, oggi Maria e Ges al Ringo (foto D), si trova
di fronte ad una particolare costa del messinese, che anche se oggi una spiaggia frequentata da
piccoli gruppi di pescatori e bagnanti, presenta una naturale vocazione di punto di attracco infatti
bench il porto della citt si sviluppa subito prima, a sud, essa nasconde i segni del tempo che
lhanno voluta costa di approdo, di movimenti marinari e scambi commerciali nello Stretto, anche
se oggi non si vedono strutture di approdo perch dismesse durante il periodo fascista in seguito
alle politiche di controllo costiero, e solo le barche restaurate dai pescatori locali sono rimaste a
ricordare quei tempi, non sarebbe da stupirsi che rappresentasse allepoca un punto commerciale
a fianco del grande porto, infatti fino a dopo la seconda guerra mondiale era punto di imbarco di
navigazioni verso il continente europeo e le americhe, del resto la naturale vocazione di punto di
approdo far s che gli stabilimenti portuali dei traghetti da e per Reggio si stanziassero in quei
pressi (foto E). Oggi accanto la chiesa di Ges e Maria di fronte la spiaggia, esiste ancora un
palazzo signorile sede della Gran Loggia Regolare dItalia (Foto F) la cui facciata presenta delle
connotazioni molto simili a quello della strada San Giacomo(Foto G), altro domicilio degli
Aronne, a lato del Duomo di Messina.
25
Il Gabinetto di Lettura
Il Gabinetto di Lettura (foto H) fu durante tutto il periodo risorgimentale loriginaria sede della
Reale Accademia dei Peloritani, della quale erano membri e soci i maggiori personaggi di quel
processo risorgimentale che vide la citt di Messina esserne un punto di riferimento.
Oggi Il Gabinetto di Lettura continua ad essere un prestigioso circolo letterario diretto da una
gentile Signora daltri tempi, anche se la sede la stessa di quella epoca risorgimentale il
Gabinetto ha perduto negli anni la sua influenza politico culturale anche a seguito della
dissoluzione graduale dellAccademia, ma rimar sempre un luogo della memoria e simbolo di
quel fervore risorgimentale, non solo per la citt di Messina, custodendo al suo interno una
preziosissima biblioteca.
Tra gli Atti della Reale Accademia dei Peloritani contenuto il Giornale Storico Letterario Il
Maurolico, di cui Angelo Aronne ne fu direttore dal 1834 al 1840, i suoi scritti sono conservati
tra i fogli de Il Maurolico insieme a quelli di altri eminenti autori che trattano tematiche di
natura letteraria, economica, giuridica e scientifica, di enorme interesse ed attualit, si spiega
facilmente come per quellepoca potessero rappresentare unavanguaria culturale di elevata
statura.
Dal foglio periodico Il Maurolico, Anno II Vol.3, Messina 10 Giugno 1838:
Cose Patrie, Primo Dottorato della Regia Universit degli Studi, (doc. n36).
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Cenno sul discorso inaugurale del Sig. Beniamino Caracciolo Procuratore del Re presso il
Tribunale Civile di Messina il 3 Gennaio 1843, (doc. n38);
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Almanacco Reale del Regno delle due Sicilie, Ordine Giudiziario, capitolo VII, sez. III,
(doc. n41).
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Chi era questo procuratore di Re che con amore paterno allontana il proprio figlio Lorenzo dai
pericolosi fervori rivoluzionari di una citt come Messina o chiss quale altra, e che lo intima di
non sposare la donna amata o chiss quale causa dicendo:
Se sposerai Verremo in Sicilia e la spaccheremo in quattro quarti.
Sono parole che celano un conflitto generazionale tra padre e figlio?
O in esse possiamo riscontrare il conflitto che investe i classici ed i romantici del tempo?
Oppure quello tra i rivoluzionari e borbonici?
Chi era la sua famiglia il cui nome a oggi e stato conosciuto e conservato dai pochi discendenti,
nel velo sottile tra la verit e loblio di storie, di fatti, vicende e luoghi tramandati alla conoscenza
delle generazione successive degli abitanti dei villaggi di Pistunina, Tremesieri, fino anche a
giungere alla conoscenza dei cultori e custodi della nostra storia, come il Tomeucci o la Iaria, e a
oggi finalmente divenire reale storia accaduta tra la Sicilia e quello Stretto di Messina, che la
legenda e la scienza lo vogliono dimora della Fata Morgana, e la costa di Gallico, prezioso paese
della Calabria punta di quello stivale che unitosi alla nostra Isola si chiam Italia?
ho visitato, unite alle analisi di una moderna storiografia, prende forma questa tesi sul fenomeno
della nascente borghesia siciliana e questi scritti in memoria della famiglia Aronne, quale esempio
di quel ceto che appare protagonista nel risorgimento e della formazione di quel nuovo ordine di
cose, come scrive il Tomeucci.
La tesi, come vedremo nei prossimi capitoli, vuol essere il tentativo di ricostruire le modalit di
quel processo che port alla nascita della borghesia siciliana, osservando i modi con i quali si
manifestato.
Un processo di formazione e manifestazione del fenomeno della borghesia ben diverso da quello
avvenuto in altri luoghi ed in altri tempi, con diverse ispirazioni, motivazioni, diverso nelle cause
come negli effetti e le conseguenze, con diverse modalit di manifestarsi e di essere.
L intento quello che chiamo, con il permesso delle comunit degli storici, unanalisi trasversale
ed introspettiva delle genti e dei fatti latenti ed evidenti, perch si vuole guardare alle
motivazioni e le modalit del verificarsi dei fatti della storia, cogliendo le loro possibili
congiunture nei loro contesti ed in altri, le loro possibili sfaccettature e riflessi.
Il terreno di indagine visto come un orizzonte temporale dove si assumono quali punti da
osservare, dunque: gli eventi, i fatti, le gesta, il verificarsi dei fenomeni; ma come linea esplicativa
si vuol tentare di usare la possibile visione offerta nello spazio dallintero orizzonte, nella speranza
di ottenere dei risultati esplicativi ottimali ed eccellenti di quei tempi.
A tal fine il presente studio di Storia Moderna si sviluppa in ulteriori lavori in altre discipline con
degli scritti di Storia Moderna in Diritto Amministrativo, Privato, Economia, Statistica e Scienza
dellAmministrazione, in quella volont di osservare il fenomeno da pi prospettive possibili.
Tra gli strumenti di questanalisi non viene abbandonato quel rigido determinismo causale dei
fenomeni nel loro verificarsi, tentiamo anzi di perfezionarlo ulteriormente mediante un approccio
non soltanto storiografico ma anche quasi giuridico, economico e sociale, attraverso quegli
ulteriori strumenti che un tale approccio offre come il funzionalismo, analisi dellorganizzazione,
dei modelli decisionali, dei sistemi e quella dei contesti, riportando le metodologie e le categorie di
queste diverse discipline entro quelle storiche, entro la rigida e rigorosa empiria e verificazione
storiografica dei fatti, dei concetti, e di ogni elemento sia esso strutturale, funzionale o
concettuale che interessa questo studio.
Anche nei capitoli seguenti di questa tesi, come nei lavori che laccompagnano, dunque, il monito
della professoressa Iaria, del professore Ligresti e del professore Astuto, sar da guida in questo
percorso, inoltre i loro scritti e le loro lezioni di Storia, insieme a quelli di altri autorevoli storici,
divengono dei punti strutturali di questo orizzonte, che qui si vuole osservare indagando sul
fenomeno della nascente borghesia siciliana.
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La Questione dellOrizzonte
Allorizzonte si prende presto labitudine.
Per qualcuno si tratta solo di vapore, o di umori sfuggiti da campi lontani.
Per dirla senza ritegno: una sorta di traspirazione che non pu opporre la minima
consistenza.
Perci, non si bada al mastro incerto che taglia in due lo sfondo; ovvero, gli si fa
credito di unocchiata distratta, essendo intanto intenzionati a cose pi vicine e
concrete.
Quella tenue sfumatura, dietro innumeri oggetti,
ha secato lo spazio e ci ha consegnati al tempo.
Ma non una presenza stabile: potrebbe in via dipotesi farsi ingoiare dalla
distanza, ci vuol niente.
Tanto che lorizzonte non ha davvero complessione
robusta come la linea dei monti, n come questi sincunea di netto;
esso collegato esilmente con occhi di qui: per un batter di ciglia gli accade di venir
meno, e disfarsi.
Nulla fu detto con miglior equilibrio della dottrina cheuguaglia la fine allinizio.
Nel frammezzo, pot sfrenarsi
un rigoglio di aree dal tocco apollineo,
dove si perde ogni lume di simmetria e di ponderata disposizione.
La vita vi si rovescia come fuor di recipiente, scorre e striscia su materie ancor pi
frolle; in ultimo, quando tutte le combinazioni del disordine si siano sfogate senza
costrutto, c un momento del tempo in cui qualcosa di noto sporge dallinforme:
sembra di ritrovarsi dove gi si fu, ci si illude: ed il ciclo conchiuso. Anche un occhio
patito pu scorgere in quel punto la vera norma delle cose. Non quella che si volle
retrostante alla polpa visibile; bens, la loro propriasuccessione immotivata per la quale
fu il dubbio: ma riscattata in fine dal concludersi in tondo.
Il fato, che mancanza di di, non regala spesso di giungere a quel passo dove un ciclo
si perfeziona e la variet del cosmo mai stata; tanto pi che gli di non morirono, n
muoiono. Furono dimenticati, come una santella troppo discosta dalla strada;
furono spopolati, e i loro tratti divennero illeggibili al nostro sguardo,
pareggiandosi nel grembo amorfo da cui serano alzati(30).
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Foto A
Laureatine Aronne
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Foto B, 1
Possedimenti di Roccamotore
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Foto B, 2
Possedimenti di Roccamotore
Foto C
Il Casale di Aronne
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Foto D
Domicilio degli Aronne presso Maria e Ges al Sarciato , oggi Maria e Ges al Ringo
Foto E
Di fronte ad una particolare costa del messinese
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Foto F
Palazzo signorile sede della Gran Loggia Regolare dItalia
Foto G
La strada San Giacomo, altro domicilio degli Aronne, a lato del Duomo di Messina.
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Foto H
Il Gabinetto di Lettura fu durante tutto il periodo risorgimentale loriginaria sede della Reale
Accademia dei Peloritani
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Foto I
Effige murale posta ad Agrigento per il centenario del di J. W. Goethe viaggio in Italia
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Note Bibliografiche
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Dai discorsi tra Socrate e Menone: Men: Quali cose divine e chi sono coloro che le dissero? Socr. Sacerdoti e
sacerdotesse,quelli a cui stava a cuore saper rendere ragione del proprio ministero. E quelle stesse cose dice anche
Pindaro e molti altri poeti, i poeti divini.
Da Platone, Menone, a cura di F. Adorno in opere, vol. V, pag. 265-268.
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Archivio Storico Notarile di Messina: Miscelanea risorgimentale, Angelo Aronne: Marcello.
Ministero dei Beni Culturali, Almanacco del Regno delle due Sicilie, Napoli, Stamperia Reale, 1855.
Archivio Storico Notarile di Messina: Fondo civile di Messina, Villaggio di Pistunina.
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Certificato di morte di Caterina Decaridi. Archivio Storico Notarile, Fondo civile di Messina, doc. n11.
L. IARIA. Dai colloqui preparatori alla tesi, sulle possibili origini della Famiglia Aronne.
B.MANCINI, le comunit ebraiche nelle terre di rifugio del Patrimonio tra il XVI e XVII secolo
Come quello della bassa Toscana, costituito dalla contee di Pitigliano (Pitigliano, Sorano e Montevitozzo), di Santa Fiora
(Santa Fiora, Castellazzara,.Scansano) di Castellottieri (Castellottieri, S. Giovanni, Montorio)e dalla Repubblica di Siena,
cos il territoriodellalto Lazio, nella sua frammentazionepolitica di staterelli allinternodello Stato Pontificio, includeva il
Ducato di Castro e Ronciglione, le signorie appartenenti alla famiglia dei Monaldeschi della Cervara (Onano fino al
1561, Torre Alfina,Trevinano) e dei Farnese del ramo di Bartolomeo (Farnese e Latera), degli Sforza di Santa Fiora
(Proceno e Onano), le citt di Montefiascone e Acquapendente.
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Rinascimento nel Lazio.
Si tratta di un fondo di piattello di probabile produzione altolaziale, con decoro e scritta in azzurro. Il motivo
iconografico, una coppa con sul bordo un uccellino, riconducibile alla sfera rituale religiosa.
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