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Lectio magistralis

Letteratura e geografia a braccetto

di Giuseppe Langella*

Una feconda sinergia


Nella riorganizzazione dei curricula liceali varata nel 2010, la Geografia, da sempre confinata nel primo
biennio, per evidenti esigenze dorario stata accorpata alla Storia, con sensibile riduzione del tempo
globale a disposizione. Le Indicazioni nazionali spingono nella direzione, in astratto seducente ma di
dubbia fungibilit, di una disciplina integrata, la Geostoria, al cui concreto decollo osta, per, una
difficolt pressoch insormontabile: quella di conciliare le coordinate spaziali proprie della descrizione
geografica con la dimensione prevalentemente diacronica che contraddistingue la narrazione storica,
tanto pi dovendo far interagire lorizzonte per definizione odierno delluna col mondo antico o
altomedievale nel cui bacino cronologico si dipana il nastro della Storia affrontata durante il primo biennio
delle medie superiori.
Comunque, a compensare, sia pure in piccola misura, i sacrifici imposti alla Geografia, pu intervenire la
Letteratura, mossa com da uninsaziabile curiosit di conoscere tutte le sfaccettature del mondo. Certo,
non pensabile surrogare per via letteraria lo studio sistematico della Geografia: la didattica della
Letteratura persegue altri obiettivi ed in grado di assolvere solo in parte funzioni di supplenza. Tuttavia,
laffermarsi nellarea delle scienze umane di quello che stato definito lo spatial turn e la fortuna
crescente di unermeneutica letteraria centrata sulla dimensione locale o comunque attenta alle
caratteristiche e alle peculiarit di una regione, di una citt o di un territorio, dalle intuizioni pionieristiche
di Carlo Dionisotti alle pi recenti formulazioni geocritiche di Bertrand Westphal e di Robert Tally, ci
assicura che dallesame delle opere letterarie pu giungere un contributo nientaffatto irrilevante
allacquisizione di nozioni e di competenze riconducibili al perimetro disciplinare della Geografia.
Del resto, non un caso se diversi manuali scolastici di Geografia impiegano anche brani letterari per
affrontare tematiche di stretta osservanza geografica, e non soltanto si badi in riferimento alla variet
e alla bellezza dei paesaggi e dei fenomeni naturali. La Geografia, infatti, sempre meno una scienza
della natura, paga di consegnarci una morfologia meramente fisica del pianeta, e sempre pi una scienza
antropica, che si occupa dei modi di vita di gruppi umani in un determinato territorio, e quindi anche di
organizzazione, di produzione, di scambi, di usi e costumi. Peraltro, dopo la rivoluzione industriale, il
rapporto con lambiente non si configura pi allinsegna della soggezione e delladattamento alle forze e
alle leggi di natura, com stato per un numero indefinito di millenni, ma sotto la dominante
antropocentrica, e vorrei dire prometeica, del controllo e dello sfruttamento delle risorse naturali, della
manipolazione genetica, del primato della tecnologia e dellinarrestabile, incalzante, espansione degli
spazi artificiali: ci che chiama, di nuovo e doppiamente, in causa il fattore antropico.
Il senso dei luoghi: linvenzione letteraria degli stereotipi geografici
Sul processo culturale di elaborazione e sedimentazione nellimmaginario collettivo degli stereotipi
geografici, la Letteratura torna spesso a giocare un ruolo determinante, in quanto generatrice o
divulgatrice di clichs identitari. La fortuna scolastica di certe pagine canoniche ha impresso a tal punto,
nella memoria di intere generazioni di giovani, limmagine di questo o quellambiente, da fare aggio, non
di rado, persino sullesperienza diretta, quasi che losservatore, vittima di un incantesimo contemplativo,
non sappia pi prescindere dal filtro letterario che si insediato nella sua mente come forma ed essenza
di quel dato luogo. il potere di suggestione che emana dalle opere letterarie, capaci di impadronirsi
della nostra coscienza appercettiva, obbligandoci a guardare con gli occhi stessi dellautore. Parlerei, in
questo senso, di visione per delega dei luoghi.
Piuttosto, ci si dovr chiedere se e in che misura la lente letteraria restituisca della realt geografica
considerata unimmagine rispondente al vero, lucida, profonda ed esaustiva, oppure ne veicoli una
visione, a seconda dei casi, parziale, ideologica, opaca, oleografica o mitica, comunque distorta o
riduttiva. Per fare, di volta in volta, la debita tara alle rappresentazioni letterarie degli scenari ambientali
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viene in aiuto il metodo reticolare, stratigrafico e multifocale adottato dalla geocritica, basato sullanalisi
contrastiva e interdisciplinare del maggior numero possibile dei documenti disponibili, letterari e non,
relativi allentit geografica, il cosiddetto realema, prescelta quale oggetto dellindagine incrociata. In
questa prospettiva, volendo tradurre le suggestioni della geocritica in concrete unit didattiche, si
potrebbero suggerire, a campione, molti confronti ravvicinati tra autori che hanno descritto la medesima
citt, come Trieste o Napoli, oppure, dilatando opportunamente il diaframma, unarea geografica a
denominazione dorigine controllata, come le Langhe, la Maremma, la Brianza, o ancora un distretto
economico, come, sul versante industriale, Ivrea o Vigevano, o, naturalmente, unintera regione, come la
Sicilia. Fra laltro, il confronto potrebbe essere utilmente eseguito anche su basi non territoriali, a partire
da analogie e apparentamenti tematici inerenti alla geografia fisica, umana o economica, quali le periferie
urbane, la provincia, il paese, la frontiera, le coste, lisola, il mare, le campagne, la pianura, la collina, le
valli, il sottosuolo, i mezzi di trasporto, gli interni abitativi, gli spazi commerciali, i luoghi di svago, di
culto e di lavoro.
Ecologia dei mondi possibili
Il caso, davvero paradigmatico, delle Citt invisibili di Calvino ci introduce a unaltra categoria geografica,
quella tutta mentale dei mondi possibili. Questa licenza di immaginare luoghi non attestati in alcun
atlante pi frequente di quanto non si creda, se Alberto Manguel e Gianni Guadalupi hanno potuto
redigere un corposissimo Dizionario dei luoghi fantastici. Si chieder quale concreto apporto geografico
possa fornire uninvenzione di terre inesistenti che fa leva pi sul meraviglioso che sul realistico.
Certo, se pretendessimo di localizzarle in un punto esatto di una mappa, dovremmo aspettarci la stessa
risposta deludente data a Kublai Kan dal Marco Polo di Calvino: Per questi porti non saprei tracciare la
rotta sulla carta n fissare la data dellapprodo. Ma i luoghi fantastici, come insegna lautore delle Citt
invisibili, sono comunque la proiezione della realt, traducendo in forma visionaria una concreta
esperienza di vita associata o un desiderio compensatorio di rapporti armoniosi, suggeriscono insomma il
senso ultimo (infernale) delle moderne geografie urbane e le istanze (utopiche) di una palingenesi sociale
e ambientale.
Daltronde, non detto che un giorno i mondi possibili tratteggiati dalle opere dinvenzione non si
debbano da qualche parte realizzare. Gli scrittori, in quanto si esercitano a disegnare mondi, sono i
profeti e gli architetti delle geografie future, sia quando adombrano terre promesse, sia quando
prefigurano scenari apocalittici. In questo senso, i testi letterari non possono che venire in aiuto ai tanti
geografi che hanno mostrato, negli ultimi decenni, di voler liberare la loro disciplina dalle sue angustie
tradizionali di scienza meramente descrittiva e sincronica, occupandosi anche dei cambiamenti climatici e
ambientali, su scala locale o planetaria. Infatti, in virt della sua vocazione a distendersi lungo lasse del
tempo non meno che ad allargarsi nello spazio, per cui racconta anche di sviluppi, svolte e
trasformazioni, la Letteratura restituisce, del mondo, unidea dinamica, di realt soggetta a incessante
metamorfosi. In quanto si apre alla dimensione del divenire, contemplando anche i mutamenti intervenuti
nella morfologia di un determinato territorio, la Geografia trova nella Letteratura una validissima alleata.
La sinergia tra le due materie scolastiche si pu esplicare, infine, nellambito di una coscienza ecologica
che ormai, a seguito delle vistose alterazioni del paesaggio e degli equilibri naturali provocate
dallinarrestabile progresso tecnologico, appartiene tanto alla Geografia quanto alla Letteratura. N luna
n laltra potrebbero far finta di non accorgersi dei disastri ambientali che recano senza eccezioni la firma
delluomo e che stanno pericolosamente minando le basi dellecosistema terrestre. Nel caso specifico,
anche a non voler richiamare il Parini della Salubrit dellaria, il Calvino ambientalista della Speculazione
edilizia, della Nuvola di smog e di tante pagine ulteriori, come pure lampio repertorio della letteratura di
fabbrica e del romanzo apocalittico, si prestano egregiamente al compito vicario di infondere nelle
generazioni in crescita una pi consapevole e matura sensibilit ecologica, in una con la visione strategica
dello sviluppo sostenibile.

Bibliografia

Sui problemi aperti dallabbinamento storia e geografia, si veda la rivista on line dellAssociazione Italiana
Insegnanti di Geografia Ambiente Societ Territorio. Geografia nelle Scuole, VIII (2010), n. 2, pp. 2-10; e
il numero monografico del periodico on line Il Bollettino di Clio, XIII (2012), n. 0, dedicato a Geostoria e
didattica.
BARNEY WARF - SANTA ARIAS, The Spatial Turn. Interdisciplinary Perspectives, Routledge, London - New
York 2009.
FLAVIO SORRENTINO (a cura di), Il senso dello spazio. Lo spatial turn nei metodi e nelle teorie letterarie,
Armando, Roma 2010.
CARLO DIONISOTTI, Geografia e storia della letteratura italiana, Einaudi, Torino 1967.
Pearson Italia S.p.A.

BERTRAND WESTPHAL, Geocritica. Reale Finzione Spazio, Armando Editore, Roma 2009
ROBERT T. TALLY JR., Spatiality, Routledge Taylor & Francis Group, London - New York 2013.
PAOLO PROIETTI, Specchi del letterario. Limagologia, Sellerio, Palermo 2008
RENATO MARTINONI, Odeporica e imagologia. La letteratura di viaggio e la questione dellaltro, in
RAFFAELLA BERTAZZOLI (a cura di), Letteratura comparata, La Scuola, Brescia 2010, pp. 128-157.
Per una teoria dei mondi possibili in letteratura si veda almeno THOMAS PAVEL, Mondi di invenzione.
Realt e immaginario narrativo, Einaudi, Torino 1992.
ALBERTO MANGUEL - GIANNI GUADALUPI, Dizionario dei luoghi fantastici, Rizzoli, Milano 1982.
FRANCO MORETTI, Opere mondo. saggio sulla forma epica dal Faust a Centanni di solitudine, Einaudi,
Torino 1994.
GIORGIO BIGATTI - GIUSEPPE LUPO (a cura di), Fabbrica di carta. I libri che raccontano lItalia industriale,
Laterza, Roma-Bari 2013.
FLORIAN MUSSGNUG, Finire il mondo. Per unanalisi del romanzo apocalittico italiano degli anni Settanta,
in Contemporanea, I (2003), n. 1, pp. 19-32
BRUNO PISCHEDDA, La grande sera del mondo. Romanzi apocalittici nellItalia del benessere, Aragno,
Torino 2004.

*Giuseppe Langella: professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso la


Facolt di Lettere e Filosofia dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore, insegna nelle sedi di Milano e di
Brescia. Dirige il Centro di ricerca "Letteratura e Cultura dell'Italia Unita" ed coordinatore della
Commissione didattica per Lettere moderne.

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