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di Osvaldo Carigi zo
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Il Popolo
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di Bronzo
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Le statuette di bronzo della civiltà nuragica costituiscono modelli dei d
A
costumi e delle tradizioni di un popolo, considerato da sempre mi- ze
sterioso. Ne parla un’artista sarda, autrice di un testo dedicato agli In apertura, tu
bronzetto nuragico risalente al ta
antichi abitanti della Sardegna ed esperta nella ricostruzione del lo- 1000 a.C. to
ro abbigliamento d
tr
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«Quando vidi per la prima volta i bronzetti sardi ero nel nemico, che faceva sembrare il guerriero come Al centro,
ancora una bambina; erano custoditi al Museo “vec- una specie di terrificante divinità aliena. Può anche Guerriero con
chio”, quello del Taramelli. Gli oggetti che m’incu- darsi che la tecnica del mascheramento orrido fosse quattro occhi e
riosivano di più erano tutte quelle statuette di bron- tipica dei guerrieri di quella particolare zona della quattro braccia
zo, quasi ammucchiate le une vicino alle altre. Le os- Sardegna». (Sculture della
servavo con molta attenzione... osservavo i loro bei Sardegna Nura-
vestiti e fantasticavo su quelle piccole persone; sì, per- O.C. e S.T.: Il guerriero mascherato con quattro gica, G. Lilliu);
chè le vedevo come persone tramutate in bronzo da occhi e quattro braccia è senz’altro il più famoso in basso, sche-
chissà quale funesto incantesimo». bronzetto sardo, ispiratore, persino, di ipotesi ex- ma relativo al-
traterrestre, «per spiegare la sua attrezzatura dop- l’armatura del
55 •
IL POPOLO DI BRONZO A
O.C. e S.T.: Non è
scalzo, invece, un
guerriero con ai
piedi un paio di
sandali, la cui
suola poteva es-
sere realizzata in
sughero. Ma il
bronzetto in que-
stione presenta un’al-
tra peculiarità: più di al-
tri ti ha fatto pensare ai
Mirmidoni (myrme-
cos=formica) di
Achille, anche
se per un altro
guerriero, an-
ch’esso presen-
te nel tuo li-
bro, ti sei
chiesta se questi non raffi-
guri proprio uno dei pre-
detti leggendari combat-
tenti, nominati da Ome-
ro nell’Iliade e da Ovi-
In alto a sinistra, dio nelle Metamorfosi.
ricostruzione a A.D.: «Sono rare le sta-
colori del tuette nuragiche che in-
Guerriero di Uta dossano i sandali, le cal-
(©Angela zature erano costose in af
Demontis). antichità... forse questo si- va
I disegni a colori gnore si è fatto ritrarre co- gu
presenti sì per millantare la sua ba
nell’articolo sono “ricchezza”. I guerrieri po- st
un’esclusiva che tevano essere anche vanito- sieme agli occhi veri, lancio «non era concepito per “V
Angela Demontis si! Questo personaggio è fanno sembrare l’in- ritornare indietro se mancava il di
ha concesso a uno di quelli in cui si setto con 4 occhi! bersaglio». Nelle sue tante va- do
FENIX. può iniziare a notare Proprio Ovidio narra rianti, l’arma in questione sem- na
In alto a destra, una prima “evoluzio- la leggenda delle for- bra essere una delle prove di un
schema ne” dell’impalcatura miche di Egìna, tra- contatti della civiltà nuragica re
illustrativo che sorregge le dop- mutate da Zeus in con l’Antico Egitto, a comincia- è
dell’armatura del pie armi. Special- terribili guerrieri, for- re da un episodio mitologico tr
Guerriero con mente visto da die- se un modo poetico che vede protagonista il dio st
mazza da lancio tro si vede che non per tramandare il ri- Seth, passando per l’affresco no
(©Angela porta l’impalcatura cordo del “maschera- della Tomba del faraone Ame- m
Demontis). sulle spalle come al- mento orrido da nemhat, per finire a quanto
In basso, tri, ma le braccia finte guerra simil-formica”?». narrato in antiche cronache egi- O
statuina sbucano direttamente zie. ri
chiamata dalle maniche insieme a O.C. e S.T.: Uno dei A.D.: «Sembrerà strano, ma una de
Guerriero con quelle vere. Il suo volto e guerrieri facente parte delle armi più esibite dai bron- li
mazza da lancio quello dei successivi dei cosiddetti “bastona- zetti-guerrieri è proprio il basto- C
(Sculture della guerrieri, mi ha fatto tori” è tra questi sicura- ne. Bastoni, stocchi, “manganelli” co
Sardegna pensare ai Mirmidoni, mente il più intrigante, ricavati dal legno, materiale soli- ta
Nuragica, G. perché l’elmo porta le per la presenza di do, economico e di facile reperi- Q
Lilliu). corna divergenti, che un’arma che non può mento in natura. I bastoni pote- bi
sembrano antenne da non ricordare, nella vano essere di forma dritta rego- e
insetto. Inoltre, alcu- forma, il boomerang lare o “angolati”, in questo caso A
ne specie di formi- australiano, anche se, specifico l’oggetto impugnato dal m
che hanno, ben visi- come giustamente nostro personaggio rassomiglia ai st
bili sulla testa, due da te sottolineato, bastoni da lancio egizi chiamati st
“ocelli” che, visti in- questo bastone da Amat. Mi sono accorta che in un ne
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ARCHEOLOGIA MISTERIOSA
raghi (come nel bellissimo nuraghe Arrùbiu di Or-
roli) sono stati rinvenuti cocci di questo
tipo e pare che questa fosse una usanza
di buon augurio... come per “benedire”
la costruzione. È molto probabile
che ci fossero imparentamenti di-
retti o che intere famiglie migras-
sero da un’isola all’altra: a Creta è
stata trovata ceramica nuragica.
Quindi, con le persone, migrava an-
che la “moda” e non deve stupire che
lo schema di vestiario femminile mi-
noico-miceneo si sia instaurato
stabilmente in Sardegna, fino ad
arrivare addirittura ai giorni no-
stri praticamente intatto. Le
donne col seno scoperto le ri-
troviamo ritratte a Creta (Dee
dei serpenti), negli affreschi del
palazzo miceneo di Tirinto e in
quelli della Casa delle Donne di
Akrotiri (Santorini). I costumi
femminili sardi odierni riporta-
no ancora le antiche geometrie e
i ricami simbolici, le gonne sovrap-
poste o a balze, le corte giacche e gli
splendidi bustini: gli antichi reggiseno! Molto pro-
babilmente la camicia è arrivata con la nuova reli- In alto a sinistra,
gione, il Cristianesimo, che tendeva a coprire il seno, ricostruzione della
affresco tombale di Amenemhat (XII dinastia), tra le simbolo troppo potente dell’antichissimo e radicato Donna di Teti con
varie scene di allenamento di truppe, vi sono raffi- matriarcato». cappello da strega
gurati un paio di personaggi di pelle chiara (e bar- (©Angela
ba) che impugnano questi bastoni angolati. Il ba- O.C. e S.T.: Un bronzetto femminile presenta Demontis).
stone da lancio poteva avere diverse forme a “S”, a un copricapo davvero singolare, che richiama al- In alto a destra,
er “V”, più o meno angolata, ed erano sempre dotati la mente il classico cappello appuntito delle stre- la statuina
il di manico. Il manico li rendeva sbilanciati e quan- ghe. Lo stesso modello viene ancora oggi usato chiamata Donna
a- do erano lanciati per colpire il bersaglio, non tor- di Teti (Sculture
m- navano indietro come fa il boomerang. Il fatto che della Sardegna
di un bronzetto sardo impugni un’arma solo “appa- Nuragica, G.
ca rentemente” egiziana non deve stupire, la Sardegna Lilliu).
a- è un’isola al centro del Mediterraneo, il mare più In basso,
co trafficato dell’antichità... si viaggiava moltissimo, esi- Angela Demontis
io steva già l’emigrazione e gli scambi commerciali era- con le
co no intensi, quindi venivano diffuse e condivise le ricostruzioni del
e- merci, le armi, la tecnologia, ecc.» Capotribù di Uta e
to della Sciamana di
gi- O.C. e S.T.: La donna di Teti con abito minoico Teti (Mandas
ricorda appunto le celebri Dee o Sacerdotesse 2008, ©Angela
na dei Serpenti (circa 1600 a.C.), statuette femmini- Demontis).
n- li in ceramica, ritrovate nel palazzo di Cnosso, a
to- Creta: elementi accomunanti sono il turbante
lli” con fascia decorata, la lunga gonna a balze, la cor-
li- ta giacca aderente che lascia scoperto il seno.
ri- Quali ipotesi potrebbe spiegare una tale incredi-
te- bile somiglianza tra il costume delle donne sarde
go- e quello delle donne cretesi?
so A.D.: «Si sa, ormai da molto tempo, che antica-
dal mente tra Sardegna e mondo minoico-miceneo esi-
ai stevano contatti culturali. Nella nostra isola sono
ati stati ritrovati tantissimi frammenti di ceramica mice-
un nea; addirittura sotto le “fondamenta” di alcuni nu-
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IL POPOLO DI BRONZO A
ra di Palestina: ce lo rac- vig
contano le varie spedi- m
zioni egiziane a caccia di co
incenso nella mitica ter- A.
ra di Punt e lo racconta- pr
no le storie sulla regina an
di Saba e il re Salomone. pi
Con gli scambi commer- lar
ciali “viaggiava” di tutto: svi
la tecnologia come la pr
moda, probabilmente ca
questo tipo di copricapo ga
con apice allungato, dif- co
fusamente usato nel Me- so
diterraneo (basti vedere si
quelli utilizzati in Gre- re
cia e Beozia da uomini e Po
donne, o quelli etruschi) lo
sono forse arrivati fin ess
nello Yemen... o vicever- re
sa. Oppure ci può essere san
un’altra spiegazione: il m
cappello della mummia tu
del Taklamakan, molto len
simile nella forma a leo
quello del bronzetto, è de
realizzato in feltro esat- gio
tamente come i cappelli ne
da “strega” tipici delle ram
zone celtiche del Nord- da
europa. Infatti, la mum- lu
mia “cinese” aveva i ca- gu
pelli biondi ed era alta va
1,80m... pare che facesse ni
parte di un gruppo fami- un
gliare originario dell’O- Ve
vest-europa, migrato nel ne
dalle donne ye- si nota per la balza sporgente plis- Taklamakan forse per motivi ca
menite di etnia settata, la tunica superiore a tubi- commerciali. Il suo cappello a ch
Hadramaut e no rende la figura molto elegante. punta la classifica come “sciama- lo
Tihama che, in- Il mantello, poi, è ampio, con l’in- na”, rispecchiando il significato ti
credibilmente, tero lato superiore decorato da simbolico di questo oggetto; da to
indossano anche un lungo abi- frange o nappe. I capelli acconcia- notare che nell’iconografia nordi- pe
In alto a sinistra, to con mantello e velo, esatta- ti in pieno “stile mediterraneo”, ca sono proprio i maghi e le stre- pe
Sacerdote orante mente come il nostro bronzet- cioè con le ciocche ritorte (non ghe a portare il cappello a punta. zio
con acconciatura to. Le similitudini però non fi- trecce) esattamente come i minoi- Quindi, forse, anche nel mondo tre
lunare (Sculture niscono qui: questa volta an- ci, micenei, greci, etruschi. Il pez- nuragico le sciamane indossavano re
della Sardegna diamo nella zona desertica del zo forte è lo stupefacente cappel- questo tipo di copricapo che in- zio
Nuragica, G. Taklamakan, in Cina, dove so- lo da “strega” che, col suo apice dicava il “mestiere” praticato?». sed
Lilliu). no state rinvenute mummie di allungato, dona un’aria misteriosa nu
In alto a destra, 4.000 anni fa… alla signora. Stranamente lo stes- O.C. e S.T.: Parliamo adesso
spiegazione A.D.: «Questo è uno dei bron- so tipo di cappello, realizzato con della donna di Selèni. Questa O
schematica zetti ai quali sono più affezionata. vegetali intrecciati, è rimasto nella ha, come caratteristica princi- re
dell’abbigliamento Rappresenta un valido esempio tradizione yemenita di alcune et- pale, un alto collare ad anelli za
e dell’acconciatura della strepitosa eleganza femmi- nie, queste sfuggenti donne (diffi- che le cinge il collo, visibilmen- tiz
del Sacerdote nile nella Sardegna del IX secolo cilissime da fotografare) sembra- te allungato, e che si estende sa
orante (©Angela a.C. Inoltre la signora sorride, ha no le fotocopie del nostro bron- verso il basso fino a ricoprirle il gn
Demontis). un’espressione tenerissima im- zetto. Dalle fonti storiche si sa petto. La deformazione del col- ch
pressa sul suo piccolo volto bron- che anticamente esistevano inten- lo è probabilmente dovuta al- tu
zeo. L’abito è composto da due si scambi commerciali tra l’esoti- l’accessorio. Quella di allungare cit
vesti sovrapposte, quella di sotto co Yemen, l’antico Egitto e la ter- il collo è un’usanza tuttora in tam
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ARCHEOLOGIA MISTERIOSA
ac- vigore in alcune etnie birmane, puntualizzi, è difficile pensare In alto,
di- ma se ne parla anche nell’Anti- che qualcuno «tenga a farsi la copertina del
di co Testamento... venire il mal di testa, suonan- libro di Angela
er- A.D.: «Apparentemente sembra do un tamburo posto diretta- Demontis.
ta- proprio che indossi un collare ad mente sul cranio»! Qual è la In basso,.
na anelli, ma in realtà è un oggetto tua ipotesi circa lo strano co- l’autrice con
ne. più complesso. Infatti questo col- pricapo, che, indubbiamente, bandoliera e
er- lare rigato cinge il collo e poi si ricorda la simbologia di alcu- pugnale
to: sviluppa verso il basso, fino a co- ne divinità solari e lunari del- nuragico.
la prire il petto della signora nuragi- l’antico Egitto?
nte ca, lateralmente ha i bordi ripie- A.D.: «Questo personaggio è si-
po gati. Nella parte posteriore del curamente uno dei più bizzarri
dif- collo si nota che il collare è chiu- della produzione bronzistica
Me- so da un insieme di legature che nuragica. Secondo me, lo strano
ere si incrociano, quindi poteva esse- aggeggio, che porta disinvolta-
re- re slegato e perciò non era fisso. mente sulla testa, altro non è
ie Poteva essere realizzato in metal- che una spettacolare, elaborata,
hi) lo ma anche in cuoio e, oltre ad acconciatura. Ricordiamoci che
fin essere decorativo, doveva assume- le acconciature particolari, che a
er- re un significato simbolico. L’u- noi uomini moderni sembrano
ere sanza di portare alti collari era molto diffusa nel “bizzarre”, erano un’usanza diffusissima nell’anti-
il mondo antico e si trova riprodotta in diverse sta- chità, ancora oggi molte popolazioni indossano stra-
mia tuette, come quelle sumere della Dea Bau (II mil- nissimi copricapo o acconciature che servono anche
lto lennio a.C.) o in quella fenicia di divinità con testa a identificare le etnie o il personaggio che le porta.
a leonina ritrovata a Thinissut (III sec.a.C.). L’usanza Sono dei simboli identificativi, come i costumi in
è del collare deformante è giunta intatta sino ai nostri generale. Basta vedere le donne di certe etnie in
at- giorni, basta vedere le famose donne “giraffa” birma- Mongolia e Cina, che raccolgono i capelli in forme
elli ne e thailandesi. Il collare in realtà non allunga ve- assurde, modellandoli come se avessero delle enor-
lle ramente il collo, ma deforma e abbassa le clavicole, mi appendici ai lati della testa (acconciature riporta-
rd- dando così la sensazione ottica che il collo sia più te persino negli episodi di Star Wars!). Anche gli uo-
m- lungo. Persino molti bronzetti nuragici maschili, i mini possono avere i capelli raccolti in maniera biz-
ca- guerrieri, indossano degli alti collari, che però servi- zarra, come si può vedere nelle bellissime statue-sol-
lta vano a proteggere la gola durante le battaglie... alcu- dato del famoso esercito di terracotta in Cina o co-
sse ni comunque sono collari molto alti, come quello di me certi indù che formano una crocchia raccolta
mi- un guerriero conservato al Museo di Sassari. Nel sulla fronte e la ricoprono con stoffe variopinte... in
O- Vecchio Testamento viene descritta una popolazio- tal modo sembra che abbiano un enorme bozzo
nel ne preisraelita, insediata a Nord di Hebron, che era sulla testa. Quindi, il nostro bronzetto, a mio pare-
ivi caratterizzata proprio dal collo allungato: venivano
a chiamati Anakim, che in origine significava “dal col-
ma- lo lungo” o “popolo dal collo (o collana)”, e descrit-
ato ti come uomini molto alti. Sempre tornando al fat-
da to che nell’antichità si viaggiava più di quanto si
di- pensi ora, possono essere tante le spiegazioni del
re- perché certi “monili” fossero usati da varie popola-
ta. zioni, apparentemente non collegate tra loro. Po-
do trebbe darsi persino che i personaggi con alto colla-
no re ritratti nei bronzetti siano proprio quella popola-
in- zione chiamata Anakim (che è un soprannome...) in-
sediatasi nell’antica Palestina. Forse un avamposto
nuragico...».
so
ta O.C. e S.T.: Il bronzetto con “acconciatura luna-
ci- re” - forse uno sciamano o una sciamana - è sen-
lli za dubbio il più intrigante. Si è addirittura ipo-
n- tizzato che il bizzarro copricapo discoidale, fis-
de sato sulla sua testa, possa essere un “marchinge-
il gno tecnologico” alimentato da celle fotovoltai-
ol- che disposte sul mantello, che, in realtà, è costi-
al- tuito da semplici rettangoli di stoffa o pelle cu-
re citi insieme. Per altri invece si tratterebbe di un
in tamburo cerimoniale, sebbene, come tu stessa
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IL POPOLO DI BRONZO