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Limpero ottomano prese il nome dalla dinastia turca degli Osmanli o Ottomani
fondata nel XIV secolo da Osman I, stato si ampli non solo nellAsia Minore ma
anche nei Balcani meridionali fino a quando nel 1453 Costantinopoli cadde in
mano a Maometto II che ne fece la capitale chiamata Istanbul fino a
comprendere la Serbia e la Bosnia. Allorigine di questa complessa e possente
struttura imperiale vi furono le numerose migrazioni dei popoli provenienti
dallAsia centrale. Da questo immenso territorio, tra il IV e il V secolo, gli Unni
investirono direttamente le steppe russe e lEuropa centrale, portando altre
popolazioni ad essi linguisticamente affini ad esercitare nelle epoche
successive unanaloga e costante pressione in direzione della Russia
meridionale e dellAnatolia dove, verso la met dellXI secolo, i turchi
selgiuchidi si insediarono saldamente e determinando linizio del declino di
questa civilt. Ridotta Bisanzio ad un piccolo regno aggrappato alle sponde del
Bosforo, gli oghuz o turcomanni, convertitisi nel frattempo allislam,
consolidarono la loro presenza su quasi tutta lAnatolia e il Medio Oriente,
allargando i loro orizzonti espansionistici anche oltre i confini occidentali dellex
impero romano dOriente. Quando nel XIII secolo le armate mongole
provenienti dal cuore dellAsia incominciarono a spostarsi velocemente verso
occidente, investendo i territori compresi tra la Russiae laltopiano iraniano,
lAnatolia turca si frantum in numerosi principati, tra i quali emerse quello
retto da Osman che fece del ricco centro commerciale di Bursa la prima
capitale di uno stato che da lui assunse la denominazione di ottomano, dando
origine ad una dinastia che nellarco di cinque secoli porter sul trono 36
sovrani. Avviando una saggia politica di alleanze stipulate anche attraverso
matrimoni diplomatici con le fazioni bizantine in lotta tra di loro,
combatterono in Anatolia i principati islamici rivali.
Una grande spinta allespansione imperiale in direzione del continente europeo
la diede Selim I che rivolse la sua attenzione al Mediterraneo sottomettendo la
Siria e lEgitto, abbattendo il regime dei mamelucchi. Tale conquista ebbe
importanza sia dal punto di vista economico in quanto ai porti della Siria e
dellEgitto vi erano le carovane che trasportavano le spezie e le sete orientali
attraverso il golfo Persico e il mar Rosso; e anche dal punto di vista religioso e
morale in quanto dallEgitto dipendevano le citt sacre di Medina e la Mecca.
Alla morte del sovrano turco-mongolo tuttavia il suo impero si sfasci e gli
ottomani poterono risorgere dopo un lungo periodo definito di interregno e
riprendere la loro avanzata sotto la guida del sultano Maometto II (il
Conquistatore). Sotto il suo comando, limpero ottomano occup
Costantinopoli, facendo cadere definitivamente limpero romano dOriente.
Dopo questa conquista, Costantinopoli cambi nome in Istanbul e divenne la
nuova capitale (la chiesa ortodossa di Santa Sofia venne trasformata in una
moschea). In seguito gli ottomani espansero i loro domini annettendo diverse
regioni dellAsia, del Nord Africa e dei Balcani. Guidati da grandi sultani, come
Selim I e Solimano il Magnifico, gli ottomani entrarono in contrasto con i regni
europei per il predominio sul Mediterraneo.
Nel1571, a Lepanto, una grande flotta composta da unit veneziane e da una
moltitudine di galee e galeazze appartenenti alla flotta imperiale spagnola di
don Giovanni dAustria, a quella della Repubblica di Genova, a quelle
dellOrdine dei Cavalieri di Rodi e dello Stato Pontificio, inflisse una dura
sconfitta agli ottomani, bloccandone momentaneamente le mire
espansionistiche. Ma verso la met del XVII secolo i turchi ripresero a marciare
verso ovest, estendendo la loro influenza sullintera regione balcanica. Nel
1683, essi tentarono addirittura di piegare limpero asburgico, lanciando una
nuova offensiva in direzione di Vienna sotto le cui mura furono per sconfitti.
Con questa battuta darresto, e in concomitanza con il progressivo
rafforzamento delle potenze europee, ebbe inizio il lento ma inesorabile
processo di indebolimento politico, diplomatico, militare ed economico
dellimpero ottomano: decadenza che, nellarco di neanche due secoli, avrebbe
trasformato il terrore della Cristianit in un organismo sempre pi fragile e
alla merc dellEuropa delle Grandi Nazioni. Tra il XVIII e il XIX secolo, limpero
Russo conquist ampi territori turchi affacciati sul Mar Nero e nel 1821, limpero
ottomano dovette affrontare la rivolta del popolo greco a cui, nel 1829, venne
riconosciuta lindipendenza. In seguito, la Francia strapp lAlgeria e la Tunisia
alla Turchia ,la Gran Bretagna occup Cipro e lEgitto.
Ma fu la Russia ad assestare a Costantinopoli i colpi pi duri e significativi. Tra
la seconda met del XVIII secolo e il chiudersi di quello successivo, gli zar
ingaggiarono pi di una guerra con gli ottomani per la supremazia sulle regioni
caucasiche e per il predominio sul Mar Nero. Tuttavia, latteggiamento sempre
pi aggressivo degli zar e le loro eccessive richieste di compensi territoriali ai
danni della Turchia finirono per indurre la Francia e soprattutto lInghilterra a
sposare una nuova politica pi amichevole nei confronti della Sacra Porta.
Verso la met del XIX secolo, infatti, sia Londra sia Parigi scesero in campo a
fianco dellimpero ottomano, dichiarando guerra alla Russia (Guerra di Crimea,
1854-1856). Ma a ben vedere, nonostante queste prese di posizione, la
protezione concessa dallInghilterra agli ormai deboli sultani turchi traeva le
sue vere origini da precisi calcoli politici. Ne consegu che nella seconda met
dellOttocento le due potenze occidentali cercarono di limitare lo
smembramento definitivo dellimpero ottomano, pur non rinunciando ad
acquisire, a proprio vantaggio, territori e concessioni strappate ai turchi proprio
in cambio di uninteressata ed ambigua alleanza in funzione antirussa. Un
atteggiamento che contribu ad accelerare ulteriormente lo sfacelo di un
organismo ormai incapace di esercitare una propria autonoma e dignitosa
funzione. Relegato il governo di Costantinopoli ad una condizione di perenne
sudditanza, le grandi nazioni europee cominciarono a spostare apertamene le
loro mire espansionistiche verso il Mediterraneo e il Medio Oriente ottomano:
area, questultima, ritornata strategica in seguito allapertura, avvenuta nel
1869, del Canale di Suez. Ma il vuoto di potere che si sarebbe inevitabilmente
verificato in seguito ad un eventuale e definitivo crollo dellapparato
amministrativo e militare turco in Medio Oriente, inquietava non poco i
diplomatici occidentali, in gara tra di loro per spartirsi il ricco bottino.
LInghilterra, ad esempio, temeva che possibili disordini in Palestina potessero
compromettere la sicurezza del Canale di Suez e quella delle sue linee di
collegamento con lIndia. Mentre la Francia, che nutriva esplicite ambizioni sulla
Siria e sul Libano, paventava lintrusione in Terra Santa di pericolosi antagonisti
come Germania e Russia. La corte di San Pietroburgo, dal canto suo, sperava
invece in un rapido tracollo turco per raggiungere larea degli Stretti e i tanto
agognati mari caldi. Il kaiser ambiva ad aprire alla potente industria tedesca i
mercati orientali, minacciando nello stesso tempo legemonia britannica in
Egitto, Persia e India. LAustria, infine, non aspettava altro che limpero turco si
indebolisse ulteriormente per espandersi nei Balcani e per assoggettare
lAlbania. Consci del pericolo di unimminente disgregazione politica e
nazionale, verso la fine dellOttocento alcuni intellettuali turchi iniziarono a
teorizzare e a reclamare una radicale modernizzazione strutturale e funzionale
dellimpero. Innescare un rapido processo di occidentalizzazione degli apparati
burocratici ed istituzionali dello Stato sembrava infatti lunica alternativa
possibile alla frantumazione territoriale o peggio alla colonizzazione
dellimpero da parte di potenze europee.
Alla fine dellOttocento, con lascesa al potere dellultimo autocrate ottomano
la Turchia era in effetti piombata nel pi totale caos politico ed economico.
Davanti alla sfida del mondo moderno, gli ultimi sovrani della Sacra Porta si
erano dimostrati ancora una volta incapaci di elaborare soluzioni atte a salvare
limpero dalla rovina. Secondo le correnti riformiste formatesi alla fine del XIX
secolo, i principali obiettivi da raggiungere erano innanzitutto la creazione di un
solido esecutivo sotto la guida del gran visir (il capo dei ministri del Sultano),
lintroduzione di garanzie costituzionali di matrice liberale, la riforma della
giustizia, la razionalizzazione del sistema fiscale ed economico e lapertura di
scuole pubbliche laiche, soprattutto tecniche. Un piano che, per, solo in
minima parte pot essere realizzato a causa di svariati fattori:
- limpero ottomano mancava innanzitutto della necessaria coesione politica
interna, perch non era in realt una vera nazione ma un insieme di popoli
assai diversi gli uni dagli altri. La classe dirigente non faceva capo ad un
medesimo gruppo etnico e culturale: molti suoi membri appartenevano a razze
molto diverse ed antagoniste che, spesso, non avevano in comune neanche la
lingua. Oltre al turco, gli idiomi pi diffusi erano il curdo, larmeno, il greco,
larabo e i diversi dialetti balcanici, caucasici e mesopotamici. Questa antica
differenziazione aveva fatto s che i vari nuclei etnici e linguistici, gelosi delle
proprie tradizioni, vivessero molto distaccati gli uni dagli altri.
- In uno stato teocratico come la Turchia, la religione avrebbe dovuto giocare
un ruolo fondamentale nel processo di omogeneizzazione nazionale;
nondimeno, la massima autorit governativa turca il sultano che si
sovrapponeva alla pi importante carica religiosa imperiale, il califfo (diretto
successore temporale e spirituale di Maometto) era accettata in maniera
differente dalle varie correnti interne dellislam. I sunniti, setta di maggioranza,
riconoscevano la doppia natura politica e religiosa del sultano-califfo, mentre al
contrario, gli sciiti ponevano pesanti riserve sulla duplice funzione del capo
dello stato. Senza contare che un buon 25% della popolazione dellimpero
ottomano professava una fede diversa da quella mussulmana. Sul territorio
vivevano comunit greco-ortodosse, cattoliche romane, cattoliche armene,
gregoriane armene, ebraiche, protestante, cristiano-maronite, cristianonestoriane, uniate siriane, monofisite, samaritane ed altre ancora. Il fattore
religioso tendeva quindi ad assumere un effetto politico negativo, favorendo la
frammentazione e le ambizioni autonomistiche dei vari gruppi.
Ciononostante, ancora alla fine dellOttocento, I funzionari ragionavano come
se molte delle province dellimpero fossero i tasselli di un organismo ancora
omogeneo e compatto. Fuori dalle grandi citt gli amministratori non avevano
alcun potere e vi erano distretti nei quali le trib e le etnie locali non soltanto si
trov nuovamente coinvolto nella Seconda Guerra Balcanica, nel corso della
quale i turchi riuscirono a riacquistare alcune porzioni della Tracia.
Molti gruppi industriali e finanziari europei si dichiararono ben disposti a fornire
alla Turchia i mezzi e le attrezzature di cui necessitava, anche se in cambio
pretendevano di controllarne lo sviluppo economico attraverso la concessione e
la gestione diretta delle industrie e delle infrastrutture, come quelle ferroviarie,
o anche mediante forme di appalto esclusive e a lungo termine. Daltra parte,
limpero non possedeva ancora universit e scuole nelle quali formare tecnici e
burocrati specializzati. Il suo vasto territorio produceva soltanto manodopera
scarsamente specializzata e una grande massa di poveri agricoltori e pastori
analfabeti. Quindi, se il governo desiderava nuove industrie o nuove ferrovie
doveva giocoforza rivolgersi agli europei: venne creato uno speciale bureau,
diretto da operatori occidentali, autorizzato a controllare quasi un quarto
delleconomia dellimpero. Da questo organismo dipendevano tutte le decisioni
in materia di dazi doganali per prodotti di largo consumo, come gli alcolici, il
sale, il pesce e perfino i francobolli. In questo modo, la Sublime Porta non era
pi padrona del proprio tesoro e delle proprie dogane. La pressoch totale
schiavit dellimpero nei confronti del potere finanziario, economico e politico
straniero trovava la sua esemplificazione pi evidente nelle capitolazioni, un
sistema che era visto come fumo negli occhi dai Giovani Turchi. Si trattava di
un particolare tipo di accordo, o meglio un compromesso, che permetteva agli
europei di mantenere posizioni economiche assolutamente privilegiate
allinterno dellimpero, e che per numerose ragioni poneva gli stessi stranieri
sotto lesclusiva giurisdizione dei rispettivi consolati, anzich sotto quella delle
autorit ottomane.
Per uscire da questa deprecabile quanto pericolosa situazione di sudditanza e
per garantire allimpero una nuova autonomia politica ed economica, il Partito
dei Giovani Turchi decise di puntare tutte le proprie energie su un progetto
relativamente nuovo: cercare di allearsi con una forte potenza straniera,
possibilmente non confinante, che, in cambio della concessione di particolari
favori, accettasse di ricoprire il ruolo di unica nazione protettrice dellintegrit
economica, politica e territoriale turca, almeno fino a quando limpero non
fosse stato in grado di svincolarsi dalla sua tutela e svilupparsi con le proprie
forze. Fu solo la Germania del kaiser Guglielmo II lunica nazione europea che,
in virt della sua forza economica, delle sue malcelate mire espansionistiche in
oriente e della rivalit militare che la contrapponeva alla Russia e
allInghilterra, poteva garantire un appoggio concreto e duraturo. La Germania
rinunci.
Ma, alla fine del luglio 1914, il governo inglese decise di bloccare la consegna
di due navi da guerra che erano state commissionate dal governo turco ai
cantieri navali britannici Vickers & Armstrong. Questa mossa, che suscit le
vivaci proteste di Costantinopoli, indusse la Germania a riesaminare la
precedente proposta, favorendo una ripresa dei colloqui. Questi furono
riavviati con la benedizione dello stesso kaiser Guglielmo II che vedeva
nelloperato di Churchill (deciso a rinforzare la Royal Navy in funzione
antitedesca) un chiaro atteggiamento di ostilit.
Fu il 5 agosto, quando ormai la Germania e lAustria si trovavano in stato di
belligeranza con Francia, Inghilterra e Russia, che il capo di Stato Maggiore
dellEsercito tedesco si disse finalmente favorevole ad unalleanza militare con