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IL TEMA DELLA PESTE:

La narrazione inizia con l'introduzione alla prima giornata, in cui si ha un'ampia descrizione del
fenomeno della peste. Boccaccio descrive sia il flagellod della malattia sia la comseguente
disgregazione di quelle norme sociali raffinate e civili che l'autore ammirava. E' proprio per ricreare
il clima precedente che la allegra brigata si muove in campagna.
Pertanto la disgregazione della societ si oppone alla ricreazione della stessa grazie ai giovani in
questione. Ed proprio qui che notiamo il tema principale del Decameron: il superamento degli
ostacoli posti dal caso, ovvero dalla Fortuna, grazie all'intelligenza dell'uomo. Si ha quindi un'arte
del vivere che si sviluppa nell'ambito di una realt sociale. La vita serena dei giovani rappresenta
quindi la speranza di boccaccio nella possibilit di imporre un ordine umano alla realt, dominata
dal caso, travagliata da forze che portano al caos. Inoltre la cornice importante poich contrappone
l'equilibrio e l'armonia dellla vita quotidiana delle brigata all'azione e alla dinamicit delle novelle,
uniformit nella prima e realt multiforme nelle seconde. Quindi la cornice serve a filtrare la
molteplicit del reale presente nelle novelle. In questa funzione ritroviamo il bisogno di dominare
intellettualmente il caso del molteplice.
LA REALTA' RAPPRESENTATA: IL MONDO MERCANTILE CITTADINO E LA CORTESIA
Le novelle si svolgono nella maggior parte dei casi allinterno di un tempo e di uno spazio precisati.
Spesso esse si svolgono all'interno di una realt borghese e mercantile, contemporanea o passata che
sia. Per l'appunto il mondo mercantile quello da cui proviene Boccaccio, per questo l'autore
attento alle basi materiali ed economiche della realt. Uno dei temi principali del Decameron
l'industria, ovvero l'iniziativa, da parte degli uomini, di superare gli ostacoli posti dalla realt
dominata dalla Fortuna tramite la propria intelligenza. L'industria chiaramente prodotto della
civilt mercantile che va ad esaltare proprio l'ingegno umano. Ma Boccaccio sottolinea anche i
limiti di questa civilt borghese. Infatti antemponendo a tutti gli altri valori principalmente l'avidit,
gli uomini vanno a commettere anche atti molto crudeli. In Boccaccio non si ha solo un'attenzione
nei confronti della realt mercantile, ma anche una nostalgia di un mondo cavalleresco ispirato
alla cortesia. Ma per l'autore non vi contrasto tra la generosit della cortesia e l'avidit
dell'industria, ma una fusione tra di essi.Ma questo non solo un sogno di Boccaccio, ma una relat
storica. Infatti la civilt borghese ascesa in quel periodo sentiva il fascino della civilt cortese e
cercava di assimilarne i valori. Infine possiamo dire che Boccaccio un intellettuale che grazie
alla sua esperienza di una Napoli cortese e di una Firenze borghese riesce ad attuale questo
preciso processo sociale.
LE FORZE CHE MUOVONO IL MONDO DEL DECAMERON : LA FORTUNA
La vita, per Boccaccio, dominata dalla Fortuna. Quest'ultima era gi presente nella cultura
medeivale, ma, come si vede in Dante, essa era vista come una gerarchia angelica, un disegno
divino. Per l'autore del Decameron, e per tutta la civilt borghese, era vista invece come un
complesso accidentale di forze, ovvero il caso. Non si esclude certamente la presenza di un Dio nel
mondo borghese, ma si ha comunque una visione laica della vita. Pertanto la Fortuna vista come un
insieme casuale di forze, pu manifestarsi tramite fenomeni naturali o un combinarsi imprevisto di
azioni umane ( Andreuccio da Perugia ). La Fortuna pu essere infine avversa o favorevole, ed
proprio qui che entra in azione l'industria, in grado di prevedere in anticipo e quindi difendersi dal
caso.
LE FORZE CHE MUOVONO IL MONDO DEL DECAMERON : L'AMORE
In Boccaccio si ha una concezione naturalistica dell'amore, che muove, nella maggior parte dei casi
l'iniziativa di molti personaggi delle novell. L'autore guarda, inoltre, con tenerezza lo sbocciare dei

desideri naturali giovanili. L'amore nel Decameron si presenta in varie forme: fonte di
ingintelimento, stimolo all'industria, situazioni tragiche, patetiche o infelici. Le cosiddette novelle
erotiche di Boccaccio sono state a volte fonte di giudizi negativi. Ma per Boccaccio non
rappresentavano l'oscenit. Il desiderio sensuale era una manifestazione spontanea e naturale e, per
Boccaccio, anche innocente.
LA MOLTEPLICITA' DEL REALE NEL DECAMERON
Sappiamo che Petrarca non credeva nella possibilit di organizzare la reealt all'interno di schemi
precisi ( cosa in cui invece credevano Dante e gli Aristotelici ). Boccaccio invece aperto ad ogni
aspetto della vita. Infatti in ogni novella sono presenti svariati tipi di personaggi e situazioni. Nel
Decameron, quindi, non si ha un filtro della realt, ma pi che altro un'esplorazione di tutte le
possibilit del reale. Inoltre i personaggi apparterranno ai ceti pi alti come ai ceti pi bassi. Come
il mondo sociale anche il mondo naturale esplorato completamente. I luoghi in cui avverranno le
vicende relative alle novelle saranno vari, con una predilizione per il mare. Quest'ultimo era, infatti,
visto come metafora della fortuna, con il suo continuo variare, ma richiamava anche la classe
mercantile, che affidavano ad esso i loro averi al fine di moltiplicarli. Ma l'ambiente prediletto la
citt. Spesso si tratta di Firenze, che rappresenta al meglio gli scambi e i traffici mercantili, ma
anche Napoli, Bologna, o anche Messina non perdevano di importanza. Con i suoi labirinti, la citt
offre spazio ad una variet di eventi straordinaria. Proprio per questa anch'essa viene vista come
emblema della Fortuna. Anche lo spazio e il tempo sono svariati.
MOLTEPLICITA' E TENDENZA ALL'UNITA'
Comunque nel Decameron tutta questa variet di personaggi, spazi e tempi non vanno a formare un
accumulato caotico. Infatti in Boccaccio vi il desiderio di descrivere la realt in tutte le sue forme
e di ordinarla in schemi armonici ( cornice ). Ma anche la disposizione delle novelle non casuale,
ma si rispecchia in una vera e propria simmetria ( Ser Ciappelletto, 1 novella Griselda, ultima
novella; malvagit sublime ). Il desiderio di ordinare entro schemi precisi il reale e il relativo
molteplice riscontrabile anche nella Commedia dantesca. Ma la differenza molto chiara. Infatti
Dante voleva un ordinamento, ma questo sottostava al volere divino, una visione per niente terrena.
Boccaccio invece cerca di ordinare la realt tramite schemi terreni, una visione del tutto laica.
L'autore non era certamente irreligioso. Tuttavia nel Decameron assente la figura di Dio, poich
il mondo descritto un mondo dominato interamente dalle forze umane: l'amore, l'industria,
l'energia. Gli umani, in quest'opera, plasmano la loro realt. Per questo si dice che la visione
dantesca verticale, perch ha una visione trascendente della realt, mentre la visione di Boccaccio
orizzontale, perch la propria visione del reale del tutto terrena. Infine il mondo di Dante
dominato da un ordinamento gerarghico, dominato dall'autorit assoluta di Dio. Al contrario
Boccaccio curioso di investigare il molteplice e nel suo mondo non vi sono gerarchie fra terreno e
divino.
GLI OGGETTI E L'AZIONE UMANA
Come gi detto, nel Decameron si accumula una molteplicit di aspetti della realt. Tuttavia ogni
oggetto descritto da Boccaccio non riceve mai un'attenzione particolare da parte sua, ma hanno
importanza solo quando sono utili all'azione umana. Anche gli ambienti hanno una descrizione
particolare solo quando necessaria per far capire lo svolgimento dei fatti all'interno della novella.
Tutto questo vale anche per le azioni dell'uomo. Infatti ogni aspetto della realt prender importanza
solo quando sar nel raggio d'azione dell'agire umano. Cosa che cambier nel '900, in cui il mondo
delle cose si sovrapporr all'uomo fino, in qualche caso, a cancellarlo. Comunque nel Decameron si
avr una prevalenza dei ritratti fisici dei personaggi e dell'analisi minuta della psicologia dei
personaggi, spesso descritta dalle azioni degli stessi.

IL GENERE DELLA NOVELLA


La novella, un racconto breve in prosa, raggiunge la sua forma pi compiuta nel Decameron. Il
genere della novella ha le sue radici in una lunga e multiforme serie di esperienze narrative
(l'exemplum morale e religioso, i racconti arabi e orientali, il romanzo cavalleresco etc.), ha come
fine l'intrattenimento, l'evasione, ed indirizzato ad un pubblico di non letterati (persone comuni
che cercano nella lettura un'occupazione dilettevole). Boccaccio svincolato, quindi, da quei codici
che regolano la letteratura alta ed quindi libero di trattare temi tragici ed elevati come quegli
comici e grotteschi, sentimenti nobili e la materialit di quelli erotici. Quindi la forma della novella
offre lo strumento espressivo pi duttile per poter parlare dei numerosi aspetti della realt. Lo
stesso fatto che si tratta di una raccolta di pi novelle rappresenta la realt del molteplice. Infatti,
invece di un romanzo dotato di una sola trama, il Decameron ci offre una vastit di caratteri, luoghi
e eventi insostituibile.

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