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Limiti di stabilit

della fiamma laminare


Esistono due criteri di stabilit:
1) Capacit della miscela di combustibile e ossidante di
supportare la propagazione della fiamma
(legata alle velocit chimiche del sistema per cui il rilascio del calore pu non essere
sufficiente a sostenere la reazione e la propagazione);

a) limiti di infiammabilit;
b) distanza di spegnimento (quenching);

2) Caratteristiche del flusso della miscela e relazione con la


fiamma laminare;

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a) LIMITI DI INFIAMMABILIT
Nel caso delle miscele stechiometriche se si introduce una sorgente di
accensione nella miscela anche a temperature molto basse e pressioni intorno al
valore atmosferico, il gas intorno alla sorgente raggiunge una temperatura
sufficiente a spostare la miscela nella regione di esplosione e a propagare la
fiamma anche dopo che la sorgente stata tolta.
Per alcuni valori del rapporto stechiometrico la miscela non in grado di
sostenere la fiamma una volta che la sorgente stata rimossa o perch troppo
ricca o perch troppo povera. I valori limiti per cui si pu ancora avere lautosostentamento della fiamma si chiamano:

limite di infiammabilit povero o limite inferiore;


limite di infiammabilit ricco o limite superiore;

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Tali limiti sono legati alla competizione tra la velocit di generazione del calore
(che controllato dalla velocit di reazione e dal calore di reazione della
miscela) e lo scambio termico esterno della fiamma.
In letteratura sono riportati i limiti relativi allaria e allossigeno anche se i
limiti poveri non cambiano in quanto lossigeno in eccesso ha le stesse proprie
termofisiche dellazoto.
Coward e Jones hanno cercato di standardizzare la procedura per la misura di
tali limiti consigliando lutilizzo di un tubo di vetro di 2 pollici (per evitare
effetti di parete in tubi pi piccolo) e lungo 4 piedi (per verificare la
propagazione indefinita della fiamma) accesa da una candela o da una piccola
fiamma a pochi millimetri dallingresso.
importante precisare la direzione di propagazione della fiamma. Si pu
assumere in prima approssimazione che una fiamma non possa propagarsi
verso il basso in una miscela contenuta in un tubo verticale se la corrente di
convezione che si produce pi veloce della velocit di fiamma.
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Pertanto, i limiti della propagazione verso lalto sono leggermente pi ampi
rispetto a quelli verso il basso ovvero rispetto a quelli misurati in un tubo
orizzontale.
Tabella sui limiti di infiammabilit.

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Esiste in realt un effetto della temperatura per cui i limiti si allargano
allaumentare di essa e la variazione non lineare per gli idrocarburi.
Il limite superiore allincirca pari a 3 volte il valore stechiometrico mentre il
limite inferiore pari al 50% dello stechiometrico.
Il limite inferiore (o povero) uguale in aria o in ossigeno mentre il limite
superiore maggiore in ossigeno a causa delle maggiori temperature che
derivano dallassenza di azoto.

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La presenza di gas non combustibile o di vapore (es. CO2, N2 or Ar) porta ad
avvicinare i due limiti con efficienza diversa a seconda dellinerte utilizzato:
CO2 > N2 > Ar (o He)
Leffetto degli additivi mostrato in figura
legato al calore specifico via via
crescente che agisce sulla riduzione della
temperatura finale e quindi sulla velocit
di propagazione.
N.B. I limiti superiori sono pi sensibili ai
diluenti inerti rispetto ai limiti inferiori. I
composti alogenati influenzano entrambi i
limiti e ci non pu essere spiegato solo
con il diverso calore specifico.
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Da questi diagrammi possibile calcolare la percentuale minima di ossigeno che
consente la propagazione della fiamma.
Tutte le miscele che giacciono sulle rette parallele hanno un contenuto costante di
ossigeno (in quanto costante la somma inerte + combustibile); la retta tangente al
diagramma di infiammabilit quella che d la concentrazione minima di ossigeno.
Al di sotto del valore critico dell'ossigeno minimo, nessuna miscela combustibilearia-diluente risulta infiammabile.
Nellesempio in questione la retta tangente
rappresenta una serie di miscele in cui la somma
costante di combustibile e diluente vale 75% circa.
Lossigeno minimo sar pertanto quello contenuto
nel residuo 25% di aria, cio 25 x 0,21 = 5,25%.
Per miscele di metano ossigeno e CO2 la
percentuale minima di ossigeno 14.6%, per
miscele diluite con azoto 12.1%, nel caso di argon
la percentuale minima di ossigeno pari al 9.8%
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Il fatto che il limite superiore sia maggiormente influenzato dalla presenza di
additivi pu essere spiegato considerando gli step competitivi per le possibili
catene di branching:
H + H + M
H2 + M
(64)

H + O2
OH + O

(62)

La ricombinazione presente nella reazione (64) aumenta al ridursi della


temperatura e allaumentare della concentrazione del terzo corpo M.
Allaumentare della concentrazione di diluente la reazione diventa pi veloce
rispetto alla (62).
Leffetto dei composti alogenati molto forte: bastano poche percentuali per
rendere il sistema non infiammabile. Ci dovuto al fatto che gli alogenati
funzionano da catalizzatori nel ridurre la concentrazione di H necessario per lo
schema di branching.

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Gli idrocarburi alogenati hanno legami molto deboli che si rompono facilmente
liberando latomo di alogeno. Tale atomo sottrae rapidamente lidrogeno
atomico dal combustibile secondo il seguente schema in cui X rappresenta il
generico alogeno (F, Cl, Br o I)

HX + H
H2 + X

(65)

X + X + M
X2 + M

(66)

X 2 + H
HX + X

(67)

_____________________________
H + H
H2
Queste reazioni sono molto veloci e corrispondono ad una ricombinazione
dellidrogeno in cui il composto alogenato funge da catalizzatore. Infatti il
composto si ritrova inalterato alla fine del processo.
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Anche lanidride solforosa SO2 funziona da inibitore sui limiti di
infiammabilit a causa dei seguenti meccanismi che comportano la rimozione
dei radicali O e H.
1) SO2 + O + M
SO3 + M
(69)
SO3 + O
SO2 + O2

(70)

2) SO2 + H + M
HSO2 + M

(71)

HSO2 + OH
SO2 + O2

(72)

3) SO2 + O + M
SO3 + M
SO3 + O + M
HSO3 + M
HSO3 + M
SO2 + H 2O

(73)
(74)
(75)
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O + O
O2

H + OH
H 2O

H + H + O
H 2O

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EFFETTO DELLA PRESSIONE
Per idrocarburi semplici (etano, propano,
pentano) i limiti superiori si allargano
linearmente con la pressione mentre i limiti
poveri inizialmente si allargano leggermente e
poi si restringono ma le variazioni dei limiti
inferiori sono sempre molto limitate.
Per pressioni al di sotto di quella atmosferica i
due limiti convergono fino a raggiungere un
valore di pressione al di sotto del quale non
possibile la propagazione della fiamma. I
risultati alle basse pressioni sono comunque
dipendenti fortemente dal diametro del tubo
usato per le misure.
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EFFETTO DELLO SCAMBIO TERMICO
I limiti di infiammabilit sono legati alla perdita di calore. Nel caso del becco
Bunsen, le perdite legate ai fissaggi sono trascurabili per cui la maggiore fonte
di dispersione termica costituita dal calore radiativo. Tale calore radiativo nel
campo degli infrarossi legato principalmente alla radiazione di legame di
CO2, H2O e CO.
Poich in vicinanza dei limiti di infiammabilit la dissociazione trascurabile,
allaumentare della pressione non c un rilevante aumento della temperatura.
La perdita di calore radiativo in una banda spettrale vibrazionale varia come la
quinta potenza della temperatura. Questa variazione deve essere confrontata
con la variazione della velocit di reazione con la temperatura che va come
lesponenziale exp(-E/RT). Per molti idrocarburi lenergia di attivazione e i
range di temperatura sono tali che le due variazioni siano molto prossimo.

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Lequazione della radiazione contiene, per, un termine di emissivit che
proporzionale alla pressione totale. Quando la pressione aumenta lemissivit
aumenta e le perdite di calore aumentano linearmente.
Nel caso di miscele povere il sistema globalmente del primo ordine a causa
delleccesso di aria per cui la velocit globale varia linearmente con la
pressione per cui la velocit di rilascio del calore e lo scambio termico
radiativo aumentano allo stesso modo. Ci spiega il fatto che la pressione abbia
uninfluenza molto scarsa sul limite inferiore di infiammabilit.
Nel caso di miscela ricca la reazione del secondo ordine per cui il rilascio di
calore aumenta pi velocemente dello scambio termico per cui il limite
superiore tende ad allargarsi.

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DISTANZA DI QUENCHING
Per studiare lo spegnimento si misura il diametro di quenching dt in questo
modo:
Si stabilisce una fiamma laminare nel bruciatore Bunsen;
Si arresta istantaneamente il flusso di gas;
Se la fiamma si propaga in gi si sostituisce il tubo con uno di diametro pi
piccolo;
Si diminuisce il diametro del tubo finch la fiamma non riesce pi a
propagarsi in gi;
Il diametro massimo per cui non si ha il ritorno di fiamma si chiama
distanza di spegnimento.

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I fattori che influenzano lo spegnimento nel tubo sono:

a)
La diffusione delle specie;
Al diminuire del diametro del tubo aumenta il numero di collisioni tra i radicali
attivi che vengono cos distrutti;
b)

La diffusione del calore;


Al diminuire del diametro del tubo aumenta il rapporto superficie/volume per
cui aumenta il peso delle perdite di calore;
N.B. La distruzione dei radicali influenzata dalle condizioni e dal materiale di
cui costituito il tubo per cui non ppossibile determinare in modo
analitico la distanza di spegnimento.

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Intuitivamente si pu supporre che
esista una correlazione inversa tra
la velocit di fiamma e la distanza
di spegnimento. Poich SL varia
con il rapporto di equivalenza ci si
pu aspettare la variazione in
figura.
Si pu notare anche leffetto della
temperatura sulla distanza di
spegnimento. Allaumentare della
temperatura la distanza diminuisce
perch si riducono le perdite di
calore e le specie non vengono
prontamente deattivate.
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Effetto della pressione
La distanza di quenching
inversamente proporzionale alla
pressione anche se in alcuni casi si
possono avere correlazioni diverse.
Allaumentare della pressione
aumentano le collisioni a parete per
cui aumenta la de-attivazione dei
radicali.
La linea tratto-punto orizzontale
rappresenta i limiti di
infiammabilit ottenibili ad una
data pressione subatmosferica in
tubi di diametro diverso.

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Gas com busti


Zona lum inosa
Zona scura

Flusso prem isc elato

STABILIZZAZIONE DELLA FIAMMA


Consideriamo una fiamma che si propaga in un tubo al
variare della velocit del flusso.
Quando i gas premiscelati freschi fluiscono in direzione
opposta alla propagazione della fiamma ma con la stessa
velocit, la fiamma diventa stazionaria rispetto al tubo. Se la
velocit dei gas freschi aumenta, la fiamma fuoriesce dal tubo
e si posiziona in qualche punto alluscita del tubo. Se il tubo
verticale si ottiene la forma in figura. In questo tipo di
bruciatore si assume che la fiamma sia premiscelata alluscita
e che il flusso sia laminare. Per quel che riguarda la stabilit il
bruciatore pu essere considerato come un pozzo di calore e
di radicali che, nella maggior parte dei casi stabilizza la
fiamma.

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Gas com busti
Zona lum inosa
Zona scura

Flusso prem isc elato

Quando la velocit dei gas freschi aumentata fino a superare


quella della fiamma, il fronte di fiamma assume una forma
conica e allaumentare della velocit diminuisce langolo al
vertice del cono. Questa diminuzione tale che la componente
di velocit del flusso ortogonale alla fiamma sia uguale alla
velocit di fiamma.
Vicino al bordo la velocit minore rispetto al centro del tubo
per cui in alcuni vicino al bordo la velocit di fiamma e la
velocit di flusso diventano uguali (punti in cui avviene
lancoramento della fiamma). La fiamma molto vicina al
bordo e la sua velocit controllata dalla perdita di calore e
radicali a parete. Se la velocit del flusso ulteriormente
aumentata, il contorno della fiamma si allontana dal bruciatore,
le perdite al bordo diminuiscono, la velocit di fiamma
aumenta per cui si raggiunge un nuovo punto di stabilit.

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Gas com busti


Zona lum inosa
Zona scura

Flusso prem isc elato

Quando il flusso tale che la fiamma si allontani dal bordo, si


ha lingresso dellaria esterna per cui la miscela si diluisce, la
velocit di fiamma si abbassa e la fiamma raggiunge il suo
limite di BLOW-OFF.
Se la velocit del flusso viene gradualmente ridotta, si
raggiunge una condizione in cui la velocit di fiamma
maggiore della velocit del flusso in alcuni punti del
bruciatore. In queste condizioni la fiamma si propaga verso il
basso e si raggiunge il cosiddetto limite di FLASHBACK.
Prima di raggiungere tale limite la fiamma si inclina perch la
contropressione della fiamma crea un disturbo sul flusso e solo
nella regione in cui la velocit del flusso si riduce si ha
lingresso della fiamma nel bruciatore.

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A causa dei limiti imposti dal tubo il flusso
meno incline a distorcersi per cui la
fiamma non riesce a propagarsi oltre e si ha
linclinazione della fiamma riportata in
figura.
Possiamo quindi concludere che nei
bruciatori la fiamma laminare stabilizzata
solo entro certi limiti di velocit del flusso.
Vediamo ora in dettaglio i fenomeni di
blowoff e flashback.

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BLOWOFF E FLASHBACK
Se si assume che nel tubo si instauri un flusso di
Poiseuille, la velocit sar zero alla parete e massima
al centro del flusso. Le dimensioni lineari della
regione di parete sono molto piccole (1mm per
miscele aria-metano) rispetto la diametro del tubo per
cui il profilo di velocit in prossimit della parete pu
essere considerato lineare.
Si assume, inoltre, che le linee di flusso del getto di
combustibile siano parallele allasse del tubo, che si
formi unonda di combustione nel flusso e che il bordo
dellonda si avvicini al bordo del bruciatore.
Lungo il profilo della fiamma la velocit di
combustione raggiunge il suo massimo valore SL0
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Avvicinandosi al bordo della fiamma la velocit di
combustione diminuisce per effetto della perdita di
calore e radicali alla parete. Se la frangia della fiamma
molto vicina al bordo del tubo (posizione 1) in ogni
linea di flusso la velocit di combustione pi piccola
della velocit del gas e la fiamma spinta via dal
flusso di gas. Quando la distanza dalluscita del tubo
aumenta, la perdita di calore e di portatori di catena
diminuisce per cui la velocit di combustione
aumenta. Alla fine si raggiunge la posizione 2 in cui la
velocit di combustione uguaglia quella del gas in
corrispondenza di alcuni punti del profilo dellonda.
La fiamma in questa condizione in equilibrio rispetto
alluscita del tubo.

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Se la fiamma spinta fino ad una distanza maggiore
(posizione 3), la velocit di combustione diventa
maggiore della velocit del gas per cui londa si
allontana dalla posizione di equilibrio (BLOW OFF).
Consideriamo ora landamento della velocit di
fiamma in funzione della distanza nellipotesi che la
fiamma sia entrata nel tubo. La distanza dalla parete
del bruciatore viene chiamata distanza di penetrazione
(met del diametro di spegnimento dT).
Se u1 rappresenta la velocit media nel tubo e la linea
indicata con u1 rappresenta il grafico di velocit vicino
alle pareti del tubo, non esiste alcun punto in cui la
velocit locale di fiamma sia maggiore della velocit
locale del gas.
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Pertanto qualsiasi fiamma che si instauri nel tubo
tender ad uscire.
Nel caso in cui la velocit media u3 si ha il
fenomeno di FLASH BACK. La velocit u2
rappresenta la velocit minima del flusso prima che
avvenga il ritorno di fiamma.
Si pu dimostrare che, assumendo il profilo lineare
nello strato limite:
1
dp
c p SL
Nel caso del blowoff pi difficile trovare una
espressione analitica in quanto non esiste qualcosa di
simile allo strato limite ma esiste un confine libero.
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Quando il flusso di gas nel tubo aumenta, la posizione di
equilibrio si allontana dal bordo. Si visto che
aumentando la distanza dal bordo, la miscela si diluisce
progressivamente per interdiffusione con laria atmosferica
circostante e la velocit di combustione in corrispondenza
delle linee di flusso pi esterne diminuisce. Questo effetto
evidenziato dallaumento del ritiro della frangia di
fiamma dalla posizione 1 alla posizione 3. Quanto la
fiamma si allontana ulteriormente dal bordo di uscita del
tubo perde meno calore e radicali per cui si pu estendere
pi vicino ad un ipotetico spigolo. Esiste comunque una
posizione di equilibrio finale oltre la quale leffetto sulla
velocit di combustione dovuto allaumentata distanza dal
bruciatore superata dalleffetto di diluizione.
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Se il gradiente di velocit nello strato limite cos grande
da allontanare londa di combustione da questa posizione,
la velocit del gas diventa superiore a quella di fiamma in
ogni linea di flusso e londa di combustione vola via come
mostrato in figura.
Il diagramma segue lipotesi che la velocit di fiamma SL0
la velocit dopo che il gas stato diluito a causa dello
spostamento del fronte di fiamma oltre la velocit u3 che
diventa la velocit di BLOWOFF

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Nellipotesi di flusso laminare (flusso di Poiseuille) il profilo di velocit
lungo il diametro del tubo dato da:

u = n( R 2 r 2 )
Dove n si ricava imponendo che la portata volumetrica sia:
R

Q = 2 r u dr

n = 2Q / R 4

Il gradiente necessario per il calcolo del blowoff o del flashback :

g F , B = lim(du / dr ) =
r R

u
u
4Q
= 4 av = 8 av
3
R
d
R

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I dati sperimentali relativi a blowoff e flashback si
rappresentano in funzione della velocit media di
flashback uav,F. possibile stimare la distanza di
penetrazione (spessore di spegnimento) dalle pareti
del bruciatore osservando il raggio di arresto (cutoff) per ogni valore della miscela.
Lo sviluppo dei gradienti di flashback e blowoff
suggerisce di rappresentare i dati come nelle figure
di sotto. Dallesame di queste figure si nota che la
curva di blowoff molto pi ripida rispetto a
quella di flashback. Per miscele ricche le curve di
blowoff continuano a salire invece di diminuire
dopo che stato raggiunto il valore stechiometrico
nel caso di esperimenti effettuati in aria
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Infatti, la diffusione dellaria nella miscela man
mano che la fiamma si allontana dal bordo aumenta
la velocit locale della fiamma rispetto alla miscela
inizialmente ricca. Se gli esperimenti sono condotti
in azoto, gB ha un valore di massimo in
corrispondenza della miscela stechiometrica.
Per quanto riguarda le fiamme lifted, quando la
velocit del gas diminuisce, avviene il cosiddetto
dropback e la fiamma riprende la sua normale
posizione al bordo del bruciatore. Quando, invece,
si aumenta la velocit si raggiunge una condizione
in qui la fiamma si spegne.

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Comprendere i limiti di stabilit importante nel progetto dei becchi Bunsen e
dei fornelli da cucina a combustibile gassoso.
Nel progetto di un bruciatore Bunsen desiderabile avere il massimo range di
velocit di flusso senza incontrare problemi di stabilit. Il problema stabilire
il valore ottimale del diametro del tubo. Innanzitutto il tubo deve essere almeno
il doppio della distanza di penetrazione che maggiore della distanza di
spegnimento. Inoltre, la velocit media deve essere almeno il doppio della
velocit di fiamma altrimenti non si forma un preciso cono di Bunsen.
Gli studi sperimentali hanno dimostrato, inoltre, che se la velocit media
cinque volte SL, il combustibile penetra la punta del cono di Bunsen. Se il
numero di Re del gas allinterno del tubo supera 2000 il flusso pu diventare
turbolento. Se si rappresenta la velocit media in funzione del diametro d
tenendo conto di tutte queste limitazioni si ottiene la seguente figura:

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Comprendere i limiti di stabilit
importante nel progetto dei becchi
Bunsen e dei fornelli da cucina a
combustibile gassoso.
In questa figura la zona tratteggiata
rappresenta quella in cui si ha la
variabilit del flusso senza problemi di
stabilit. La massima variabilit
corrisponde al diametro di 1 cm per cui
il diametro del becco Bunsen sempre
uguale ad 1 cm.

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I bruciatori dei fornelli sono molto simili ai becchi Bunsen. Il combustibile
porta con se laria e i due si mescolano prima di raggiungere lanello del
bruciatore coi i fori per la fiamma. Questa situazione si pu schematizzare
come un eiettore.
Per un eiettore la portata totale di miscela pu essere correlata alla velocit del
combustibile immesso nel sistema attraverso la conservazione della quantit di
moto:

um ( mum Am ) = u f ( f u f Af )

mmum = m f u f

mum = f u f
2

con = Af / Am

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Consideriamo gli andamenti di gB e gF per tali
bruciatori. Fissiamo il diametro di uscita in
modo tale da ottenere una miscela ricca
corrispondente alla linea tratteggiata in figura.
Quando il rapporto di miscela fissato a tale
valore, non si pu mai avere il ritorno di fiamma
nel fornello. Se si cambia il tipo di combustibile
possono nascere delle complicazioni. Il rapporto
volumetrico combustibile/aria nelliniettore
dato da:

F / A = (u f Af ) /(um Am )

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Se assumiamo che la miscela sia costituita
essenzialmente da aria e trascuriamo la
variazione della densit della miscela al variare
della quantit di combustibile, dallequazione
della quantit di moto si trova:

F / A = ( m / f )1/ 2 1/ 2
Il rapporto stechiometrico molare (o
volumetrico) del combustibile strettamente
proporzionale al peso molecolare gli idrocarburi
di nostro interesse:

( F / A) stoich (1/ PMf ) (1/ f )

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=

F/A
1/ 2
1/ 2
1/ 2 f m
( F / A) st

Passando da un combustibile pi pesante ad un


combustibile pi leggero, il rapporto di
equivalenza si riduce e si ottiene la linea trattopunto. Per cui si possono avere problemi di
ritorno di fiamma oppure di spegnimento. Per
passare dal GPL al gas naturale necessario
allargare i fori del fornello.
Passando, invece, da un gas pi leggero ad un
gas pi pesante non si hanno problemi di
stabilit ma la miscela diventa troppo ricca e si
hanno sprechi di combustibile.

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