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"I miei occhi hanno visto la tua salvezza" - 29

dicembre

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Lc 2,25-35 (Lezionario feriale di Bose)


A Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione
d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe
visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si rec al tempio e,
mentre i genitori vi portavano il bambino Ges per fare ci che la Legge prescriveva a suo riguardo,28
anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
29Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
30perch i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli:
32luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele.
33Il padre e la madre di Ges si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a
Maria, sua madre, disse: Ecco, egli qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno
di contraddizione 35- e anche a te una spada trafigger l'anima -, affinch siano svelati i pensieri di molti
cuori.
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Nel tempo di Natale i Vangeli sono abitati dalla presenza di uomini e donne che, raggiunti dallannuncio della nascita del
Messia, sanno riconoscerlo nel corpo fragile e indifeso di un bimbo. Oggi Simeone, uomo giusto e pio, che accoglie
Ges in una scena di tenera quotidianit: un anziano incontra una coppia con il loro figlio e, prendendo tra le sue braccia
il bambino, parla ai suoi genitori (soprattutto alla mamma, riconoscendo il legame particolare che lega il neonato a colei
che lha portato in grembo).
Ma al centro di questa scena il Vangelo mette un ulteriore protagonista: lo Spirito Santo. lui che abita il cuore di
Simeone sostenendo la sua lunga attesa della consolazione dIsraele e fondando la sua certezza di non morire senza
aver prima visto il Cristo del Signore. sempre lo Spirito che genera in questo anziano lagire e il parlare, il suo muoversi
verso lincontro con Dio e con gli uomini e il suo relazionarsi con essi tramite la benedizione e la profezia. Ed sempre lo
Spirito che rende questuomo capace di riconoscere in quel normalissimo bambino il Salvatore del mondo, colui che
come luce sveler le intenzioni dei cuori suscitando lostilit nei suoi confronti perch, in un mondo ingiusto e violento, il
giusto e mite non sopportabile.
Simeone un uomo docile allazione dello Spirito, per questo discerne il momento del compimento delle promesse fatte
ai Padri e nella pace sa lasciare la presa affidandosi, ancora una volta, a Colui che il suo Signore. Questa sua docilit
gli fa leggere loggi alla luce delle Scritture e gli allarga lo sguardo su una salvezza estesa a tutti i popoli. Tutto questo
diviene per Simeone fonte di una profonda pace capace di generare benedizione, ovvero parole di bene verso Dio e
verso gli uomini.
Il Signore doni anche a noi la grazia di questa docilit che affina i nostri sensi e ci rende capaci di percepire la sua
presenza nelle realt pi umili e quotidiane, facendo abitare nei nostri cuori e sulle nostre labbra parole di gratitudine e di
vita.
Lanziano Simeone accoglie il piccolo Ges riconoscendo in lui il Messia: questa scena del vangelo ci ricorda anche che
gli anziani, esercitati e forgiati da una lunga assiduit con la Parola, possono meglio di chiunque altro farci segno,
indicarci la presenza del Signore l dove noi non sappiamo coglierla. Fatti uomini e donne dallocchio penetrante e
dallorecchio sensibile essi, non pi distratti dalle cose mondane, sono completamente orientati verso lincontro con Colui
che la luce del mondo e la rivelazione dellamore misericordioso del Padre. A noi di saper guardare a questi bei
vecchi, ascoltando e imparando dalla sapienza che sgorga dal loro molto cercare, attendere, amare.
Sorella Ilaria

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