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a cura di Claudia Salaris

PABLO ECHAURREN
Verso unarte virale
pp. 132 a colori cm. 22x24 (prima edizione: Marzo 2000)
Il primo catalogo completo di un artista prolifico ed eclettico.
Dalla pittura alla ceramica, dal collage alla scrittura.

RASSEGNA STAMPA:
la biografia-catalogo sul pittore che forse pi di altri, in Italia, ha fatto proprio il metodo futurista
rielaborandolo in mille altri suoi linguaggi. Dal fumetto allillustrazione, dalla classica pittura su tela a
quella su particolarissimi oggetti di ceramica, dal collage alla scrittura che lo vede autore di una lunga serie
di libri, la creativit di Pablo davvero virale e quindi contagiosa. Giulia Salvagni, Avvenimenti, 16
Luglio 2000
Vivace ricognizione della produzione dellartista romano, tra pittura, ceramica, illustrazione, fumetto e
scrittura. Freschi di stampa, Flash Art, Giugno-Luglio 2000
Il libro una sorta di biografia illustrata, quasi un fumetto. Meglio, uno psichedelico manualetto di storia
contemporanea dal quale spuntano personaggi, documenti, pezzi di memoria, fotografie, volantini,
copertine di libri, sculture, dipinti, ceramiche, collage. Un miscuglio meticoloso, unordinata confusione,
proprio come Pablo Echaurren. A.P., Carta n. 8, Giugno 2000
RETRO-COPERTINA:
Dalla pittura alla ceramica, dal collage alla scrittura, tutte le modalit espressive di Pablo Echaurren.
Questo il primo catalogo completo di un artista prolifico ed eclettico.
INDICE:
Qualche notizia biografica
Pittura
Ceramica
Collage
Quadri di stoffa
Illustrazione e altre applicazioni
Fumetto
Scrittura
Movimenti
Mostre e pubblicazioni
UN ESTRATTO:
Qualche notizia biografica
Chi non conosce bene Pablo Echaurren potrebbe pensare che per il nome esotico non sia italiano, invece
nato a Roma e romanissimo il soprannome con cui noto tra amici e parenti, Paino, che nel dialetto
dell'Urbe significa bellimbusto, come ben sanno i lettori del Belli (Qua nun ze n'esce: o semo
giacubbini,/ o credemo a la legge der Zignore./ Si ce credemo, o minenti o paini,/ la morte un passo che
ve gela er core). Suo padre, il pittore cileno Sebastian Matta Echaurren, aveva deciso di trasferirsi alla fine
degli anni Quaranta nella nostra capitale, che dopo l'esperienza traumatizzante della guerra si stava
risvegliando culturalmente, la Roma dell'avventura neorealista con Rossellini e De Sica, la Roma degli
artisti, povera ma originale e viva, con Burri, Capogrossi, Consagra, i giovani di Forma 1, e poi Mafai,
Cagli, Guttuso, i Cascella... In questo mondo orbitante attorno a via Margutta, Matta portava con s l'eco

dei mitici trascorsi surrealisti e della nuova pittura americana. Qui incontr l'attrice Angela Faranda,
siciliana, impegnata nelle riprese di Cent'anni d'amore con Eduardo De Filippo. La spos e dalla breve
unione, il 22 gennaio del 1951, nacque Pablo, cos chiamato in omaggio al poeta cileno Pablo Neruda,
amico del padre, ma gli fu imposto anche il nome di Papageno, che i genitori, amanti della musica, scelsero
per ricordare uno dei personaggi del Flauto magico di Mozart. Fu una scelta quasi profetica, a giudicare
dagli sviluppi futuri della personalit del figlio. Si dice del resto che gli uomini portino inscritto nel nome il
proprio destino. Per esempio, chi si chiama Achille, sarebbe talmente condizionato dalla figura
dell'omonimo eroe omerico da essere spinto a fare grandi cose. Se prendiamo per buona questa diceria,
potremmo sostenere nel caso di Pablo Papageno che la scelta di fare il pittore sia stata stimolata non
soltanto dalla figura paterna, ma anche dalla suggestione di portare il nome del pi noto artista del secolo,
Picasso. Del tutto involontaria, ma sotterranea e profonda, sarebbe invece l'immedesimazione con lo spirito
di Papageno. La vicenda burattinesca di Tamino e Pamina, intessuta di elementi magici e aspirazioni
filantropiche, uno dei massimi esempi di quel teatro meraviglioso che, derivato dal barocco teatro delle
macchine, incantava il pubblico dei sobborghi viennesi. Proprio quei caratteri di allegria, candore infantile,
umorismo, uniti a tensioni umanitarie e al desiderio di creare un'arte popolare, tipici dell'opera mozartiana,
sono anche le principali coordinate con cui s' sviluppato nel tempo il lavoro di Pablo. Ma, a proposito del
nome, c' un altro particolare da chiarire: l'impiegato dell'anagrafe nel registrare l'atto di nascita, forse
frastornato da tanta insolita variet, oltre che dal doppio cognome del genitore (secondo l'uso spagnolo),
vide bene di trascrivere solo il matronimico, Echaurren appunto, che in realt Pablo non avrebbe dovuto
utilizzare. Era il cognome della nonna basca, che nella lingua originale significa parte anteriore della
casa. Pablo non vorr mai rinunciarvi e, anche quando pi tardi la confusione sar chiarita nei documenti
ufficiali, continuer a servirsene nella vita professionale. Una decisione che anche troppo banale
interpretare in chiave edipica come legittimo desiderio di differenziarsi da un padre celebre. Del resto,
conoscendo la passione di Pablo per tutti gli istrionismi, giochi di parole, assonanze e onomatopee, non
da escludere che la scelta sia caduta istintivamente su un cognome il cui suono a met tra il rumore d'uno
starnuto e quello d'una macchina in corsa.
Cresciuto in gran familiarit con le opere dei surrealisti, ha imparato subito a vedere l'arte fuori dagli
schemi consueti, come gioco. Nella sua stanza di bambino i disegni dei gatti mito-lirici, doni augurali di
Victor Brauner, erano appesi alle pareti tra le immagini di Disney e il poster di Guernica, vissuto alla
stregua d'un fumettone, mentre le nere forme tondeggianti di una stampa di Mir creavano bizzarre
analogie visive con le orecchie di Topolino. Forse a queste prime impressioni si pu far risalire quella
capacit metamorfica che oggi spinge Pablo a contaminare il linguaggio dell'avanguardia con l'immaginario
dei cartoon.
Durante l'adolescenza s'appassiona di entomologia tanto da scrivere un dilettantesco trattatello sul
dimorfismo sessuale dei coleotteri. Studente evasivo e lucignolesco, spera di rifarsi agli occhi dei compagni
di scuola il giorno in cui la professoressa di scienze parler dei coleotteri. Ma al ritorno da un'assenza
ingiustificata gli dicono che la docente ha gi esaurito l'argomento, liquidando in rapide battute ci che a lui
pare un universo infinito. E' il tempo felice dei capelloni e della diffusione della musica rock: i giovani si
dividono tra i fan dei Beatles, nominati baronetti dalla regina Elisabetta, ironici e gentili, e chi invece
preferisce i pi trasgressivi Rolling Stones. Pablo tifa per questi ultimi: Mick Jagger il suo idolo, specie
quando canta Sympathy for the devil. Impara a suonare il basso, acquistando coi risparmi un Fender, e
assieme a un gruppo di amici forma un complessino dal nome vagamente acidulo, The Lemons, che si
esibisce d'estate in qualche albergo o ristorante.
Risalgono a questo periodo i primi tentativi di disegno, basati su accostamenti di cose distanti, alla
Magritte, ispirati da quella casualit oggettiva di cui parla Breton, ma gi prefigurata nelle affermazioni
paradossali di Lautramont, per il quale la nuova estetica avrebbe dovuto basarsi su immagini bizzarre e
spaesanti, come l'incontro fortuito, su un tavolo anatomico, di una macchina da cucire e di un ombrello.
Frequenta l'ultimo anno di liceo classico al Giulio Cesare di Roma quando il critico e gallerista milanese
Arturo Schwarz, patron del dadasurrealismo in Italia, comincia a comprargli le opere, facendole conoscere
in Italia e all'estero. Questa fortunata circostanza, fortificando la sua precoce vocazione artistica, l'induce a
escludere progetti di studi universitari o accademici. Impara da s, formandosi sui sacri testi di Marx, che
compulsa accanitamente, come usa tra i giovani della sua generazione, ma sono determinanti anche
Salinger, Gadda, gli scapigliati, Calvino, Queneau e gli autori della neoavanguardia. Considera stelle polari
Tzara e Duchamp, pi tardi verranno gli eretici situazionisti e gli intoccabili Marinetti e Cline.
Alla ricerca dei padri nell'arte, appena ventenne entra in contatto epistolare con Max Ernst. Frequenta
assiduamente artisti pi grandi di lui: Gianfranco Baruchello, dalla cui pittura di pensiero, fatta di mappeminiature dell'inconscio, resta affascinato e influenzato; ma anche Franco Angeli, Jannis Kounellis, Toti
Scialoja e gli scrittori Nanni Balestrini, Italo Calvino. A volte si sente isolato dalla sua generazione, per lo
pi impegnata nella militanza politica, n trova ragazzi della sua et nel milieu pittorico. Infatti i nati negli
anni Cinquanta sbocceranno alle arti un po' pi tardi. Per sente il richiamo dell'impegno che coinvolge i
giovani e non risparmia gli intellettuali: vi sono pittori che abbandonano la professione per la militanza,
vivendo in proprio quella morte dell'arte di cui si va vociferando, altri invece si piegano al contenuto

rivoluzionario, come Novelli, Ceroli, Schifano, Angeli. Pablo, invece, vive l'engagement non solo come
riferimento per i quadri, ma cerca di scompaginare le carte, abolire le distanze tra alto e basso, lavorando
con pari intensit nel campo pittorico e in quello delle applicazioni, cerca insomma di realizzare un'arte
come creativit seminale, diffusa, popolare, orizzontale. Un'attivit che via via si sviluppa a tutto campo:
quadri, manifesti, illustrazioni, collaborazioni a giornali e poi fumetti, computer-grafica, ceramica ecc., con
sconfinamenti nella letteratura e nel cinema.
In questi ultimi anni di ritorno all'ordine, caduta verticale del tasso di ideale, recupero del mestiere in
pittura, neoindividualismo, ai paladini della pittura pura una tale molteplicit di interessi e interventi nei pi
diversi settori potr apparire cosa poco ortodossa - l'eclettismo spesso fa storcere il naso a quelli che
pensano a un'attivit artistica centellinata con rigore e parsimonia - eppure proprio nell'esuberante
recettivit di fronte agli stimoli, nell'ingordigia di fronte alla variet delle forme espressive, nel piacere
vagamente autolesionistico della dissipazione, ma soprattutto nel mito del laboratorio, dove l'artista con
metodo e pazienza pu abbandonarsi al pi avventuroso nomadismo oltre i confini regolamentari, poggia
appunto quell'idea di arte virale, contagiosa, contaminante, che il dato originale del lavoro di Pablo.

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