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Basciu D - La povert si elimina con il lavoro

LA POVERT SI ELIMINA CON IL LAVORO


di Gianluca Campo
26 mag 2016

Il 18 maggio, allUniversit Cattolica del Sacro Cuore di Milano si tenuta la conferenza


Combattere le diseguaglianze eliminando la povert.
Levento, risultato della collaborazione tra Rete MMT e Rethinking Economics studenti
Cattolica, ha proposto in sede accademica il dibattito sui due drammi che pi affliggono la
societ: la povert e le disuguaglianze economiche e sociali. I due temi sono stati affrontati da
diversi punti di vista ed utilizzando molteplici approcci teorici, in modo da dare una visione il
pi completa possibile. La povert e le disuguaglianze sono una manifestazione delle politiche
economiche perseguite, ma lanalisi economica va integrata con un ampio ed eterogeneo
insieme di strumenti di indagine come la sociologia, la filosofia etica e morale.
Lintervento della professoressa Chiara Saraceno, docente di Sociologia presso lUniversit di
Torino, ha ruotato intorno alla necessit di conciliare loccupazione con la lotta alla povert,
in quanto i due aspetti non sempre procedono insieme. Oggi assistiamo ad un aumento dei
lavori part-time e delle tipologie di lavoro precario, che non si configurano per n come
occupazione decente n come misura di contrasto alla povert. Avere un lavoro oggi non
sufficiente per non dirsi poveri, come dimostra il caso della fascia di poveri composta da nuclei
familiari con basso monoreddito.
Il professor Randall Wray, docente di Economics presso la University of Missouri Kansas City e
Senior Scholar al Levy Economics Institute of New York, ha fatto notare che i costi della
disoccupazione non sono misurabili solo in termini economici, ma hanno anche componenti
sociali molto forti: oltre alla mancata produzione, la disoccupazione ha infatti una ricaduta in
termini di emarginazione sociale, crimine, povert ed instabilit sociale e politica. Lalto
livello di disoccupazione registrato ai giorni nostri spiegato da un livello di spesa pubblica
troppo basso rispetto a quello della tassazione, e da qui nasce lesigenza di aumentare il
deficit del settore pubblico. Uno Stato con la sua valuta sovrana possiede gli strumenti necessari
per raggiungere la piena occupazione ed offrire un salario che possa permettere ai lavoratori
una vita dignitosa. In particolare, il professor Wray ha illustrato i contenuti del Job Guarantee,
o piano di lavoro garantito, una misura di politica economica che porterebbe alloccupazione di
tutti coloro che vogliono e possono lavorare. Attraverso i piani di lavoro garantito, lofferta di
lavoro verrebbe interamente comprata creando una riserva di occupati che porterebbe un
diffuso benessere ed uno sviluppo sostenibile per la societ. La misura comporta indirettamente
listituzione di unsalario minimo dignitoso, sotto il quale nessun lavoratore presterebbe il
proprio lavoro. Il valore della valuta sarebbe agganciato ad unancora di alta qualit, ovvero il
lavoro, e ci si tradurrebbe in unelevata stabilit dei prezzi e del valore della valuta. Tuttavia,
avverte il professor Wray, non scontato che lo Stato decida di avvalersi di strumenti che
portino alla piena occupazione, in quanto esistono motivazioni politiche che fanno tendere lo
Stato alla conservazione di un esercito di riserva di disoccupati, con lobiettivo di mantenere
alta la ricattabilit dei lavoratori e bassa la quota dei salari.
Lanalisi del Professor Luigi Campiglio, docente di Politica Economica presso lUniversit
Cattolica, ha messo in risalto come le politiche di austerit abbiano danneggiato le fasce sociali
pi deboli. stato mostrato come la generazione che va dai 20 ai 39 anni, identificata come il
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gruppo sociale che gioca un ruolo strategico per lo sviluppo del Paese, sia stata fortemente
danneggiata dalle misure di austerit poste in essere in questi anni. Tali politiche hanno fatto
sprofondare alcuni gruppi sociali in una trappola dalla quale molto complesso uscire.
Leconomia spesso definita scienza della scelta, ma il professor Campiglio ha mostrato
come alcuni gruppi sociali in realt abbiano ben poco da scegliere.
Padre Michael Czerny, membro del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha valutato
la relazione tra la fragilit del sistema ambientale e la crescente povert come un elemento che
deve far pensare alla conversione della nostra societ verso un nuovo modello economico. Padre
Michael afferma che non si raggiunge una crescita attraverso laccumulo di ricchezze
materiali, ma che la vera crescita si basa su tre pilastri: sviluppo economico, inclusione
sociale e sostenibilit ambientale. Leconomia forte e dinamica quando permette a tutti di
trarre beneficio dai frutti prodotti, ed quindi indispensabile promuovere un lavoro dignitoso
che sia sostenibile per il lavoratore, per il datore di lavoro, per la comunit e per lambiente.
Padre Michael ha espresso una forte critica verso il paradigma tecnocratico, cos chiamato da
Papa Francesca nella sua enciclica Laudato S, paradigma che si serve di unideologia che
interpreta la natura e la persona come un oggetto da controllare, senza alcuna preoccupazione
per il suo valore o i suoi limiti.
Padre Michael ha concluso affermando che il sapere economico non deve essere demonizzato,
ma deve essere liberato dalla distorsione concettuale creata dal principio della massimizzazione
del profitto.
Il Professor Riccardo Bellofiore, dellUniversit di Bergamo, ha valutato la crisi in atto come una
crisi della teoria dominante ed anche delle teorie alternative. Per avere una valida critica
dellesistente non si pu non partire da un ragionamento che muova sul capitalismo, e quindi dal
controllo politico e dal conflitto tra le classi sociali da cui animato. Le politiche di pieno
impiego alimentano forti opposizioni da parte di alcune classi sociali che non sono disposte a
slegare landamento delleconomia dalle proprie aspettative. Il professore vede in un cospicuo
intervento dello Stato la chiave per uscire dalla crisi di questi tempi, promuovendo un piano
di lavoro rivolto ai lavoratori, qualificati e non, che si estenda ad un orizzonte temporale
medio-lungo.
comune a tutti gli interventi la necessit di abbandonare le disastrose politiche di austerit
che rafforzano le disparit economiche e producono vere e proprie tragedie sociali.
Parlare di povert e disuguaglianze in un luogo di cultura cos prestigioso come il contesto
accademico stato un passo importante, che noi speriamo possa servire da stimolo e da
incoraggiamento per lo sviluppo del dibattito. Le istituzioni e le Universit, infatti, sono troppo
spesso miopi davanti alle problematiche che coinvolgono la societ. Per questo importante
elogiare limpegno di quegli studenti che organizzano momenti di formazione e di sviluppo di
una diffusa consapevolezza. La collaborazione tra Rete MMT e Rethinking Economics per
lorganizzazione di questa iniziativa lesempio di come lincessante e continuo impegno sia la
chiave per creare una cultura economica e sociale diversa.

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