Cesena) Particolare del Giudizio Universale - Citt
del Vaticano 1536-1541, affresco m. 13,70 x 12,20.
Il particolare dell'affresco rappresenta Minosse con lo
sguardo attento ai dannati da spedire nei vari gironi;domina su tutti per imponenza fisica, per deformit del corpo e mostruosit di attributi,quali le orecchie d'asino e la lunga coda. L'artista aggiunge un elemento narrativo curioso,la verde serpe morde i genitali dell'inquisitore infernale. Per una vendetta eterna, le sembianze del volto di Minosse sono quelle del cerimoniere pontificio Biagio da Cesena e l'aneddoto ben raccontato nelle "Vite" del Vasari: aveva gi condotto Michelagnolo a fine pi di tre quarti dell'opera,quando andando papa Paulo a vederla,perch Messer Biagio da Cesena maestro delle cerimonie e persona scrupolosa,che era nella cappella col Papa,dimandato quel che gliene paressi,disse essere cosa disonestissima in un luogo tanto onorato avervi fatto tanti ignudi che s disonestamente mostrano le loro vergogne,e che non era opera da cappella di papa, ma da stufe (bagni pubblici) e d'osterie. Dispiacendo questo a Michelagnolo e volendosi vendicare,subito che fu partito lo ritrasse di naturale senza averlo altrimenti
innanzi,nello inferno nella figura di Mins con una
gran serpe avvolta alle gambe fra un monte di diavoli. Michelangelo Buonarroti (Caprese 1475 - Roma 1564) Architetto,scultore,pittore,poeta e filosofo, sin da piccolo manifest una profonda passione per la scultura che studi osservando le statue antiche, nel raffinato clima culturale di Lorenzo il Magnifico,che lo accolse nel palazzo di famiglia. Personaggio tormentato ,irascibile e solitario, espresse nelle sue opere i sentimenti che affliggono l'animo dell'uomo. Egli incarna il mito dell'artista completo, in grado di eccellere in ogni campo,il tema delle sue opere il corpo umano rappresentato con forme fortemente plastiche e dinamiche,in grado di esprimere profonde passioni. Il suo stile inconfondibile per l'eccezionale padronanza tecnica,per la grande conoscenza dell'arte classica e per lo studio dell'anatomia umana. Michelangelo scolpiva solo "per levare",liberando cio dal blocco di marmo l'idea che vi aveva gi visto racchiusa. Eseguiva personalmente ogni parte dell'opera,facendo molta attenzione alla qualit del marmo e seguendo nella cava il lavoro di estrazione e di trasporto. Prima creava un bozzetto e varie soluzioni sempre pi dettagliate,poi eseguiva un modellino in cera o in argilla,infine trasportava in disegno direttamente sul blocco di marmo e iniziava a scolpire, fino quasi allo sfinimento. Stava giorni e
giorni senza interruzioni a "martellare" la pietra.
Michelangelo fu un uomo profondamente religioso ma,specie negli ultimi anni,visse in modo conflittuale il rapporto tra anima e materia,corpo e spirito. Nell'ultimo periodo artistico il Buonarroti non termina pi le sue opere ,volutamente le lascia incompiute"non finite";i corpi rimangono "imprigionati"nel marmo per accrescerne la forte espressivit. L'ultima scultura a cui l'artista lavor fino a pochi giorni prima del suo decesso quasi novantenne la" Piet Rondanini". Rimasta incompiuta per la sua morte, dove anche se alcune parti sono lievemente abbozzate, il gruppo riesce ad essere profondamente espressivo creando una forte e drammatica visione . La sua grandezza la ritroviamo nelle opere dipinte. Anche se malvolentieri , ( papa Giulio II gli aveva imposto di abbandonare il suo "Cenotafio" papale),inizia a dipingere nel 1508 il soffitto della Cappella Sistina, con tutti i grandi problemi che lo assillavano: la tecnica dell'affresco appresa nella bottega del Ghirlandaio ma non pi sperimentata, le dimensioni eccezionali (1200 mq. ca.),gli aiuti fatti venire da Firenze che non lo convinsero e furono rimandati a casa. Dovette affrontare quest'opera titanica praticamente da solo,sopportando per lungo tempo la fatica di stare in posizioni scomode, con il capo rovesciato all'indietro e con il colore che gli colava negli occhi,per questo al termine dei lavori si
ritrov con gravi problemi alla schiena e alla vista.
Inizialmente fu chiamato per completare la cappella con un programma che prevedeva solo le dodici figure degli apostoli, invece realizz nove episodi della Genesi, partendo dalla zona sopra l'altare, su tutta la volta,ai lati Sibille e Profeti,nelle lunette e nelle vele gli antenati di Cristo e nei pennacchi angolari,quattro episodi biblici,in totale oltre trecento figure dipinte. L'insieme costituito da elementi architettonici che fanno da cornice a scene e a imponenti figure collegandole tra loro( i corpi sembrano delle "sculture dipinte",le cui forme sono rese plastiche dai forti contrasi chiaroscurali). Inoltre questa cornice divide lo spazio della volta in tre settori con diverse modalit di lettura. Vent'anni dopo il completamento della Sistina,papa Paolo III commission a Michelangelo un altro affresco nella cappella,sulla parete sopra l'altare il Giudizio Universale. Per sfruttare l'intera parete, fece murare due finestre, alcuni lavori del Quattrocento e due lunette della volta. I lavori iniziarono nel 1536 e terminarono nel 1541; li realizz in "450 giornate",coprendo 180 mq. da solo. Michelangelo non us pi i colori trasparenti e le velature della volta, ma impasti densi, dove spicca il blu lapislazzuli del cielo. In alto' vicino alla volta' nelle due lunette ci son gli angeli che sorreggono i simboli della passione di Cristo:la croce, la corona di spine,la colonna della flagellazione. Cristo posto poco pi
in basso, al centro del dipinto, con accanto la
Madonna quasi intimorita dal gesto impetuoso che genera un vortice , una onda dinamica di diavoli, di martiri e santi, con i loro simboli e attributi. Al centro gli angeli tubicini, suonano le trombe della redenzione e in basso, a sinistra,dalla nuda terra risorgono i morti,che iniziano a salire faticosamente,da soli o aiutati. Da Ges vengono giudicati :o per proseguire il cammino tra i beati, oppure per andare negli inferi, con il "nocchiere Caronte" (descritto come nella Divina Commedia)che traghetta nel fiume Acheronte i dannati, che per scendere velocemente, vengono da lui presi a randellate con il remo, e sbarcati, sono spinti o tirati da mostruosi demoni. All'estrema destra spicca il giudice infernale Minosse che li assegna ai rispettivi gironi (secondo il numero di giri che il serpente esegue intorno al suo corpo), dietro brillano le fiamme dell'inferno o secondo alcune ipotesi essere le fiamme del Limbo come descritte nel "Libro di Dante" ,testo a cui il Buonarroti si ispirato in pi scene dipinte dell'affresco. La sconvolgente novit formale dell'opera e la presenza ossessiva dei nudi non fu sempre compresa dai contemporanei;un muro di ostilit si lev contro l'affresco e i moralisti pi rigidi proposero addirittura la sua distruzione. Si arriv ad un compromesso: "mettere le braghe" cio le mutande ai nudi del Giudizio. L'incarico fu affidato al pittore Daniele da
Volterra che venne per questo soprannominato il
Braghettone . Con il restauro, eseguito nel 1990 e terminato nel 1994, le braghe sono state in gran parte eliminate,alcune sono rimaste a conferma dell'accaduto evento storico,inoltre sono stati recuperati i colori originali,rendendoli "colorati",brillanti e con un nuovo modo di lettura, diversa da quella del passato, quando il fumo delle candele e il tempo avevano oscurato l'affresco, rendendo illeggibili alcune zone del Giudizio Universale..