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Leconomia della Firenze rinascimentale

Postato da Luca Venchi il 03/05/2009 | Nessun commento


The Economist recentemente ha pubblicato una interessante recensione del libro:
The economy of Renaissance Florence, di Richard A. Goldthwaite Johns Hopkins
University Press; 672 pg.
Eccone qua la traduzione trovata sul sito italiadallestero.info, buona lettura.
Richard Goldthwaite ha fatto un lungo apprendistato. In qualit di attento studioso
delleconomia della Firenze tra il XIII and il XVI secolo, ha pubblicato studi sulle banche e
gli edifici della citt, le sue ricchezze private e la richiesta della sua arte. Adesso ha fatto un
passo indietro e ha prodotto unopera magistrale che riunisce tutti i fili della storia e diventa,
tra le sue varie virt, un racconto convincente del capitalismo degli albori.
Firenze divent una delle pi grandi citt medioevali e industriali del Rinascimento europeo.
La sua principale risorsa era il fiume, il rigoglioso Arno, che forniva energia e acqua
allindustria e accesso al mare per le importazioni e le esportazioni. Ma una pi grande fonte
di potere fu lintraprendenza e lingegnosit dei suoi commercianti, che si misero a
trasformare la florida industria locale della lana in commercio internazionale importando
grandi quantit di lana della miglior qualit, dallInghilterra e pi tardi dalla Spagna, per
fabbricare il leggero e sottile panno di feltro che era richiesto in tutta Europa.
Nel 1340 leconomia era sufficientemente solida da sopravvivere ai fallimenti dei suoi
banchieri principali, i Bardi e i Peruzzi noti come i Rothschild del Medioevo e alla
Morte Nera, che ridusse di due terzi la popolazione della citt. (I fallimenti bancari
apparentemente non furono dovuti allinadempienza del re inglese Edoardo III, che ne stato
spesso incolpato).
Goldthwaite, professore emerito di storia alla Johns Hopkins University di Baltimora, in
Maryland, un ricercatore intransigente. Per esempio, ha una visione revisionista dei Medici
e si rifiuta ostinatamente di encomiare Cosimo o Lorenzo de Medici, i tradizionali eroi del
Rinascimento fiorentino. Si potrebbe scrivere la storia delle banche di Firenze nel XV secolo
senza menzionare una sola volta i Medici scrive. Lo fa in parte per evidenziare che il declino
e il successivo crollo della banca dei Medici ebbe poca influenza nel sistema bancario in
generale.
Le attivit bancarie si svilupparono a Firenze grazie allo sviluppo dellingegnoso sistema
delle cambiali, inizialmente usato come un modo di pagare i debiti senza dover trasportare
soldi liquidi, in seguito come un mezzo per evadere lusura della Chiesa, e alla fine come un
modo di estendere il credito. Quando un commerciate estendeva i suoi affari nel mercato
dello scambio per entrare nel mercato creditizio, diventava un banchiere. E un capitalista.
I banchieri erano ricchi oltre misura, nonostante avessero solo un ruolo secondario
nellindirizzare gli investimenti diretti verso le imprese manifatturiere. Lindustria
manifatturiera era finanziata da associazioni; il commercio tessile dava lavoro a tessitori

privati e non richiedeva capitale per fondare fabbriche, anche se una bottega della seta vicina
allo studio di Sandro Botticelli faceva cos tanto rumore da costringere il pittore ad andarsene.
Gli uomini daffari fiorentini erano capitalisti in erba. Goldthwaite insinua velatamente che
essi mancavano di un forte istinto alla competizione: Il loro comportamento in patria e
allestero rivela spesso alla base uno spirito corporativo.
Essi sapevano di sicuro come spendere. Nella Firenze del Rinascimento lavidit era un
valore. I ricchi sperperavano le loro ricchezze con beni di lusso per i propri palazzi e con abiti
sfacciatamente costosi. Tutto ci incoraggi unesplosione di grandi lavori da parte di pittori
artigiani, scultori, architetti e decoratori. Il mercato artistico a Firenze allepoca non era
grande quanto quello di Anversa e Bruges e i pittori erano solo un terzo di quelli presenti a
Bruges. Gli artisti fiorentini erano impegnati con commissioni locali. Eppure ci fu un effetto
domino sul gusto che cre un mercato per larte minore proveniente dai Paesi Bassi. Uno
storico darte del XVI secolo, Giorgio Vasari, not che non cera casa di calzolaio in citt che
non avesse un quadro fiammingo.
Allinizio del XVII secolo lindustria bancaria non era pi leader in Europa; quel ruolo era
stato acquisito da Anversa. E sebbene tessuti specialistici continuavano ad avere mercato
internazionale, lindustria della lana era nel suo declino finale.
Le attivit bancarie e la lana avevano fatto s che Firenze fosse invidiata e ammirata ovunque
nellEuropa rinascimentale, ma il loro ridimensionamento non comport la scomparsa della
citt dalle coscienze europee. Goldthwaite ha un lieto fine: Il benessere fu riciclato e
investito in capitale umano e trasformato nel patrimonio dellarchitettura urbana, dellarte e di
una tradizione artigianale mai eguagliata in altre citt. uneredit impressionante.

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