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250/2016

REPUBBLICA ITALIANA
CORTE DEI CONTI
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
SEZIONE PRIMA GIURISDIZIONALE CENTRALE DAPPELLO

composta dai Sigg.ri magistrati:


dott.ssa Piera MAGGI

Presidente

dott. Mauro OREFICE

Consigliere

dott.ssa Rita LORETO

Consigliere

dott. Piergiorgio DELLA VENTURA


dott.ssa Fernanda FRAIOLI

Consigliere
Consigliere

relatrice
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso in appello iscritto al n. 49002 del registro di
Segreteria, proposto dal sig. GALDI Marco, rappresentato e difeso
dallavv.to Mario GUARINO e con lo stesso domiciliato in Roma Via
G. Sommellier , n. 11 presso lo studio dellavv.to Francesco Tocci,
avverso
la sentenza n. 1442/2014 depositata il 14 novembre 2014 della
Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione
Campania
VISTI gli atti e documenti di causa;
UDITI, nella pubblica udienza del giorno 14 aprile 2016, la
relatrice cons. Fernanda FRAIOLI, lavv. Stefano DI MEO, su delega

dellavv.to Mario GUARINO, per lappellante ed il Pubblico


Ministero daula V.P.G. Paolo Luigi REBECCHI.
Ritenuto in
FATTO
La Sezione Giurisdizionale per la Campania, con sentenza n.
1442/2014 del 14 novembre 2014, ha condannato al pagamento della
complessiva somma di . 120.000,00 per il danno causato al Comune
di Cava de Tirreni, il sindaco pro-tempore Marco GALDI ed i
seguenti funzionari per le corrispondenti motivazioni:
Giovanna LONGOBARDI per ladozione in qualit di
responsabile del II settore, di n. 3 determine dirigenziali;
Antonino ATTANASIO, quale responsabile del IV settore per
ladozione della determina n. 2784/2010;
Nobile

MONTEFUSCO

per

il

riscontro

contabile

positivamente eseguito sulla determina n. 3346/2008 in violazione


dellart. 184 del TUEL;
Assunta MEDOLLA per il visto di regolarit contabile sulla
determina n. 2465/2010 sempre in violazione della norma medesima;
Loris SCOGNAMIGLIO per il riscontro su n. 2 determine.
La cifra complessiva inizialmente conteggiata dalla Procura
territoriale in . 200.000,00 data dalle seguenti differenti poste:
1)

. 150.000,00 per lerogazione di un contributo a fondo

perduto in favore dellassociazione calcistica Cavese Calcio.


Le contestazioni si sostanziano, nellaver effettuato tale spesa:

al di fuori di unespressa previsione regolamentare sia ex art.7


bis dello statuto comunale, sia ex art. 12 della legge n. 241/90,
in assenza di preventiva stipula di un contratto scritto che
disciplinasse i contenuti di siffatta sponsorizzazione, in violazione
degli artt. 16 e 17, della legge di contabilit di stato,
in violazione dei limiti di spesa di cui allart. 61 della legge n.
133/08
disattendendo la triade parametrica di cui allart. 1 della legge
n. 241/90.
2)

. 15.000,00 per il pagamento di altra sponsorizzazione

di cui alla delibera di G.C. n. 117/08.


Effettuata

in

mancanza

di

apposito

contratto

stipulato

nellobbligatoria forma scritta per la sponsorizzazione della squadra di


calcio cavese.
3)

. 35.801,10 di spese per la manutenzione dello stadio

comunale Simonetta Lamberti che avveniva per lespletamento di


un servizio:
affidato in assenza di qualsivoglia confronto concorrenziale,
erogato in mancanza della previa stipula di un contratto scritto,
come diversamente richiesto dalla disciplina di contabilit pubblica,
ricompensato economicamente pur in assenza dellindefettibile
impegno di spesa in violazione dellart. 191 TUEL.

La richiesta dellammontare complessivo, tuttavia, dalla stessa


attrice veniva ridotto del 40% in considerazione dei vantaggi
conseguiti dallamministrazione.
La sentenza nel condannare al pagamento della somma
complessiva cos ridotta ad . 120.000,00, in conformit dellatto di
citazione ha ritenuto di fare applicazione del potere riduttivo, nella
misura del 50%, nei confronti di tutti convenuti, ad eccezione del
Sindaco GALDI ritenuto il vero deus ex machina dellintera
operazione finanziaria posta in essere con le modalit contestate e,
pertanto, ha cos disposto:
. 54.818,70 per GALDI;
. 22.522,50 (pari al 50% di . 45.045,00) per LONGOBARDI;
. 202,50 (pari al 50% di .405,00) ciascuno per MEDOLLA e
MONTEFUSCO;
. 4.886,85 (pari al 50% di . 9.773,70) per ATTANASIO.
inoltre, a LONGOBARDI e MEDOLLA nullaltro viene
richiesto, avendo gi provveduto in pendenza di giudizio a rifondere le
somme richieste (rispettivamente . 22.522,50 ed . 405,00); mentre a
MONTEFUSCO ed ATTANASIO, sulle somme indicate, richiesto il
versamento degli interessi legali dalla sentenza fino al soddisfo; a
GALDI, sulla sorte capitale viene richiesta anche la rivalutazione
monetaria e gli interessi legali.
Ha proposto appello il GALDI sostenendo, in estrema sintesi, la
mancanza di colpa grave nel comportamento posto in essere e,

comunque, una mancanza di responsabilit per tutti quegli


adempimenti che rientravano nella competenza dei dirigenti i quali,
per aver rifuso il lamentato danno, hanno dato prova che la
responsabilit era a loro riconducibile.
Con particolare riferimento, infine, allammontare del danno,
precisa che, se proprio non si ritenga di addivenire ad un accoglimento
totale dellappello, la somma rappresentante il danno dovrebbe essere
considerata di . 16.023,58 corrispondente allimporto effettivamente
erogato a titolo di sponsorizzazione, derivante dalla differenza tra i
150.000,00 euro del contributo erogato ed i 133.976,42 euro relativi ai
crediti vantati dallAmministrazione per lutilizzo dellimpianto
sportivo.
Per tale somma il GALDI dichiara che lAmministrazione
comunale si inserita nella procedura concorsuale posto che la societ
sportiva in stato di fallimento.
Il Procuratore Generale ha depositato in data 25 marzo 2016 le
proprie conclusioni nelle quali si legge che lappello non merita
accoglimento in quanto dalla ricostruzione della vicenda emerge
chiaramente una condotta gravemente colposa del sindaco protempore per aver egli proposto al consiglio comunale di erogare alla
locale squadra di calcio un contributo economico di consistente entit
pur nella consapevolezza dello stato di semi decozione in cui la stessa
squadra versava e che connota(va) lelargizione come un sostegno a
fondo perduto in assenza di controprestazioni a favore dellente locale.

Con

riferimento

alla

seconda

posta

di

danno

(altra

sponsorizzazione di . 15.000,00), il P.G. ritiene che la responsabilit


sia cristallizzata dalla direttiva (sindacale) del 9 novembre 2010
emessa dal GALDI con cui lo stesso invitava il settore competente a
sbloccare e a procedere con sollecitudine, ben sapendo della
mancanza di un contratto scritto che avrebbe richiesto un impegno
della somma prima della sua liquidazione.
Il P.G. chiede, pertanto, la conferma della sentenza di primo
grado che, a suo avviso, ha oltretutto esercitato in modo fin troppo
generoso il potere riduttivo in difetto di prova circa i presunti vantaggi
a favore della collettivit amministrata.
Allodierna pubblica udienza, tanto lavv. DI MEO quanto il
Pubblico Ministero daula si riportano agli atti depositati.
DIRITTO
Lappello non fondato e deve essere respinto.
Laddebito mosso allodierno appellante in merito alla prima
posta

di

danno,

si

sostanzia

nellassoluta

antigiuridicit

dellerogazione di . 150.000,00 fatta sopportare allAmministrazione


comunale di Cava de Tirreni quale contributo conferito nellanno
2010 alla locale societ sportiva di calcio, effettuata in totale
mancanza di unespressa previsione regolamentare e in dispregio della
normativa esistente.
Si concretizzata, pertanto, una elargizione a fondo perduto al
solo scopo di aiutare la squadra locale per le difficolt economiche

nelle quali versava.


Correttamente rileva la sentenza che detta assegnazione di
risorse pubbliche poteva avvenire o con riferimento ad un
regolamento

emanato

dallAmministrazione

comunale

con

riferimento al codice civile che, ai sensi del combinato disposto degli


artt. 1322, 1350 e 1174, delinea listituto delle sponsorizzazioni, in
uno con lart. 119 del TUEL appositamente dettato per gli enti locali.
Comunque, lammontare delle erogazioni limitato dallart. 61,
co. 6 della legge n. 133 del 2008 ad una quota pari al 30% della spesa
sostenuta per la medesima finalit nellanno 2007.
In fattispecie, a nessuna di tali previsioni normative apparsa
ispirata la scelta operata dellelargizione dei 150.000,00 euro alla
squadra di calcio cavese, anche se formalmente risulta la dicitura della
sponsorizzazione.
Andando con ordine.
1) Non esiste un regolamento comunale, su tale punto.
Ai sensi dellart. 12 della legge n. 241/90, siccome modificato
dall'art. 42, comma 2, d.lgs. n. 33 del 2013, non a caso rubricato
Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicit,
trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche
amministrazioni, il legislatore prevede che la concessione di
sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e lattribuzione di
vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e
privati sono subordinate alla predeterminazione da parte delle
amministrazioni procedenti, nelle forme previste dai rispettivi

ordinamenti, dei criteri e delle modalit cui le amministrazioni stesse


devono attenersi.
Nel caso di specie, invece, alcun riferimento dato rinvenire, nel
regolamento comunale vigente, a situazioni quali quella di cui trattasi
essendo tarata la disciplina per lerogazione dei contributi a societ ed
associazioni sportive unicamente sui gruppi dilettantistici e non
professionistici e con finalit lucrative.
Altri regolamenti, pure evocati, hanno differenti finalit ed
altrettanto differenti destinatari che mal si conciliano con quelli
oggetto della presente disamina.
La Cavese Calcio, invece in disparte quanto avanti si dir in
merito alla situazione economico finanziaria nella quale versava era
(almeno allinizio) una squadra della I Divisione, la maggiore
competizione organizzata nel settore che rappresentava il terzo livello
del campionato italiano di calcio al di sotto della serie B, nota, altres,
con il termine di C1.
In tale situazione la squadra non poteva essere destinataria di
alcun beneficio economico se non con il ricorso agli strumenti
amministrativi di cui avanti si dir, posto che i regolamenti comunali
non facevano alcuna menzione di tale tipo di beneficiari.
2)

Nel caso non applicabile la normativa esistente in tema

di sponsorizzazioni, pure ammesse per gli Enti locali dallart. 119 del
TUEL, che dal codice civile sono definite

come un contratto

atipico, a prestazioni corrispettive e a carattere oneroso, in forza del

quale lo sponsorizzato (sponsee) si obbliga a consentire ad altri (lo


sponsor) luso della propria immagine pubblica e del proprio nome,
per promuovere un marchio o un prodotto specificamente marcato,
dietro corrispettivo di una somma di danaro o della prestazione di
beni o servizi o di entrambi, da erogarsi da parte dello sponsor,
direttamente o indirettamente.
Infatti, nel caso di specie non dato rinvenire, n un preventivo
contratto, n la corrispettivit delle prestazioni, atteso che le
condizioni nelle quali versava la squadra al momento dellerogazione
del contributo non erano, di certo, quelle che potevano soddisfare
limpegno di cui sopra.
stato, infatti, inconfutabilmente accertato che la Cavese Calcio
militava in un campionato non particolarmente prestigioso e
territorialmente limitato al solo Centro-Sud Italia, retrocedendo poi,
addirittura, dalla I alla II Divisione per finire neppure iscritta nella
lega professionistica, per problemi finanziari, nellanno successivo.
Quindi, la squadra era del tutto incapace di assicurare, per le
condizioni in cui versava e per il territorio limitato in cui agiva, la
soddisfazione della condizione richiesta (promozione dellimmagine
del comune, del nome, del marchio, ecc.) dai succitati articoli del
codice.
E tale stato di cose era ben conosciuto al momento
dellerogazione, come dimostrano, sia gli articoli di stampa, sia i
bilanci della societ e sia, soprattutto, lampio dibattito emerso in sede

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di approvazione della delibera consiliare che ha portato alcuni


consiglieri ad opporre il proprio rifiuto in merito, proprio per tale
motivo.
Se, infatti, la societ sportiva era ormai prossima al dissesto di
dominio pubblico, peraltro laver deliberato la corresponsione di un
sostegno finanziario dellimporto di 150.000,00 euro si configurata
come unarbitraria liberalit che contrasta totalmente con i criteri di
efficienza, efficacia ed economicit che devono presiedere lattivit
delle Pubbliche Amministrazioni.
Tale circostanza era conosciuta anche dallodierno appellante il
quale, nel tentativo di utilizzarla a fini emendativi della propria
posizione, d prova di esserne al corrente
Si legge nellatto di appello come emerga dagli atti che la Cavese
Calcio abbia fatto registrare perdite in costante incremento negli
esercizi infrannuali al 2009 e al 2010 (nel dettaglio . 339.386,00 al
30/6/2009 ed . 530.194,00 al 20/6/2010)..Allepoca dei fatti
censurati, dunque la Cavese aveva accumulato una (situazione,
n.d.a.) debitoria notevolissima, tant che non aveva corrisposto n
gli emolumenti ai calciatori.n pagato i fornitori, n tanto meno
era in grado di far fronte agli oneri economici necessari per iscrivere
la squadra al campionato di I divisione per lanno successivo.
N corretto affermare che il danno ammonterebbe soltanto ad
. 16.023,58 (somma effettivamente erogata per compensazione di
debiti pari ad . 133.9765,42 dellassociazione calcistica nei confronti

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dellAmministrazione comunale), in quanto era ben risaputo che tale


somma mai sarebbe rientrata nelle casse comunali proprio per le
arcinote difficolt economiche della societ che hanno determinato,
peraltro,

anche

linsinuazione

del

Comune

nella

procedura

concorsuale fallimentare.
Lo stesso GALDI nellatto di appello, evidenzia lelevata
difficolt di essere soddisfatti per lesistenza di numerosi crediti di
rango maggiormente privilegiato ma, poi, incoerentemente, afferma
che il danno in fattispecie insussistente perch soltanto potenziale in
quanto, ove mai si riuscisse a recuperare la somma in questione, non
essendo decorsi i termini di prescrizione, verrebbe meno il danno.
Aggiunge ancora il GALDI che parimenti, nel caso in cui
(come affatto verosimile) il tentativo di recupero (mediante
linsinuazione del credito al passivo fallimentare) dovesse, per
contro, sortire effetti negativi, risulterebbe, allora, ulteriormente
dimostrato (ove mai ce ne fosse bisogno) quanto sostenuto dalla
difesa del GALDI in primo grado, ovvero lassoluta incapienza
patrimoniale della Cavese Calcio.
appena il caso di ricordare che uno degli elementi fondanti del
danno erariale di cui si chiede conto nella presente sede, accanto alla
certezza, alleffettivit ed alla determinatezza, proprio la sua
attualit, laddove tale termine sta a significare che esso deve sussistere
in ogni momento dellintero iter procedimentale, ovvero sia al
momento della proposizione della domanda che della decisione, che

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determina la configurazione dellinteresse ad agire.


Lassunto, quindi, dellappellante non pu essere condiviso in
quanto in contrasto con la pacifica giurisprudenza di questa Corte
(Sez. II, n. 195/A/2004; n. 198/A/2004; n. 286/A/2003; n. 174/A/2001;
Sez. III, n. 440/2003), secondo cui il danno erariale deve ritenersi
certo quando risulti incontestabile nella sua realt materiale ed
attuale se sussistente al momento dellesercizio dellazione di
responsabilit, rimanendo a tal fine irrilevante lastratta possibilit
che lo stesso possa in futuro essere risarcito o venir meno per cause
esterne (Sez. I, 14 gennaio 2014, n.43).
E ad oggi, detto danno non stato ripianato, neppure nella cifra
di . 16.023,58.
N alcun valore pu manifestare laltra circostanza che la difesa
intende far valere in merito al comportamento tenuto dalle precedenti
amministrazioni del Comune che hanno deliberato diversi importi,
sempre a titolo di sponsorizzazione per ben tre ordini di motivi.
Innanzitutto,

perch

si

sta

parlando

di

importi

non

particolarmente impegnativi per le casse comunali trattandosi di .


15.000,00 per il campionato 2007-2008 e di . 35.000,00 per quello
2008-2009.
In secondo luogo perch allepoca la squadra non era nelle
medesime condizioni di decozione in cui si trovava al momento della
deliberazione dei 150.000,00 euro di cui oggi si discute, ma ben altre
possibilit aveva di soddisfare la prestazione spettante.

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In tale conteso, pertanto, ed in assenza di quella situazione di


sofferenza economica invece accertata successivamente, ben erano
ipotizzabili

contributi

sovvenzioni

per

quanto

sempre

amministrativamente disposti in modo non corretto (se si eccettua la


sponsorizzazione dellanno 2008/2009 che ha visto la sottoscrizione
di un accordo tra le parti del 2 gennaio 2009 non a caso non
considerata posta di danno n dalla sentenza n, ancor prima neppure
da parte attrice).
Pur tuttavia, deve essere sottolineato che in quella data le somme
furono soltanto deliberate, non gi erogate, con conseguenze di non
poco momento in ordine al momento del verificarsi del danno erariale.
Nel vigente ordinamento della responsabilit amministrativocontabile, il fatto generatore del danno momento differente dalla
data del verificarsi del nocumento patrimoniale da cui deriva,
qualunque ne sia il titolo, dal momento che il danno da risarcire
deriva dalleffettivo depauperamento e si identifica con esso ed
inoltre nei casi di debenza di una somma di denaro, esso si verifica
con lesborso della somma non dovuta, solo da questo momento che
all(asserito) obbligo (illegittimo) di pagare consegue il danno
azionabile con il correlativo sorgere dellinteresse ad agire. Prima
del pagamento vi solo una situazione di danno potenziale che,
proprio perch tale pu anche non attualizzarsi per vicende
successive (SSRR sent.7/QM/2000).
Tale indirizzo stato confermato con la sentenza n.5/QM/2007

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nel caso di danno contestato formato dalla sommatoria di pagamenti


frazionati nel tempo tutti risalenti ad un unico atto deliberativo o,
comunque, ad un'unica manifestazione di volont.
In tal senso la pacifica e consolidata giurisprudenza di questa
Corte (Sez. II 1 settembre 2015, n. 549; Sez. I 14 gennaio 2014, n. 43,
Sez. I 6 dicembre 2012, n. 785, SS.RR. n. 14/2011; Sez. II 16 agosto
2010, n. 308) secondo cui, in buona sostanza lesistenza di
unobbligazione non integra ancora un danno certo ed attuale, fin
tanto che tale obbligazione non trovi essa stessa concreta attuazione
nel soddisfacimento del terzo e, quindi, nella destinazione di risorse
finanziare pubbliche a finalit di ristoro privato connesso ad un
comportamento illecito dellamministrazione medesima (Sez. III, 26
febbraio 2011, n. 111).
In terzo luogo, infine, perch la responsabilit amministrativocontabile di cui si risponde nella presente sede circoscritta ai
comportamenti posti in essere con puntuale riferimento allevento
dannoso specifico che rappresenta un pregiudizio economicamente
valutabile e riconducibile alloperato del soggetto chiamato in quanto
agente con dolo o colpa grave.
Ci detto, quindi il Sindaco in presenza di sovvenzioni da altri
deliberate e non erogate (come la stessa difesa ricorda nellatto di
appello quando dice orbene, a distanza di due anni, i suddetti
importi, deliberati nel 2008, non risultavano ancora materialmente
erogati, per cui il sindaco, con direttiva. sollecitava il

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dirigente.. a sbloccare e procedere con sollecitudine alle


sponsorizzazioni gi precedentemente accordate e non liquidate),
avrebbe dovuto non disporne lerogazione, per di pi maggiorata nella
misura di 150.000,00 euro, bens pretendere dalla societ la
restituzione delle somme dovute allAmministrazione senza operare
alcuna compensazione tra unelargizione non dovuta e un debito
esistente.
Tale operazione come si legge nellatto di appello stata
effettuata, invece, allo scopo di dimostrare allopinione pubblica
limpegno

dellAmministrazione

comunale

nelloperazione

di

salvataggio della squadra locale contribuendo con una somma


rilevante (. 150.000,00).
Siffatto comportamento ha un valore politico e non di corretta
gestione del pubblico danaro e, in quanto tale, causativo di danno
erariale, atteso anche che, come gi detto, le somme dovute dalla
societ erano da anni non riscosse ed ormai concretamente non pi
esigibili, a causa dello stato fallimentare dei conti della societ
siccome emergenti dai bilanci.
Il comportamento del GALDI, pertanto, gestionalmente non
corretto e connotato da colpa grave e non rileva la lamentata
affermazione del Sindaco di rispondere per fatti di altri (quando
sostiene che gli si imputano adempimenti rientranti nelle competenze
dei dirigenti o di rispondere di scelte fatte da amministrazioni
precedenti) perch a fronte di una situazione estremamente chiara di

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non debenza di alcuna sponsorizzazione, il Sindaco risponde del solo


proprio operato e di una scelta che, per quanto sopra detto, ha avuto
un valore politico e non gestionale.
N valga a fini emendativi della propria condotta quanto
evidenziato dal GALDI in merito lavvio del procedimento di
annullamento in autotutela della determinazione n. 2758 del 14
dicembre 2012 con la quale fu disposta la compensazione tra le
rispettive

posizioni

debitorie

creditorie

in

essere

tra

lAmministrazione comunale e la Cavese Calcio, posto che ci


avvenuto in data 5 dicembre 2014 (con nota della Dirigente del III
settore,

dott.ssa

Assunta

Medolla)

per

lassoluta

evidente

intempestivit delloperazione foriera della pi totale inutilit.


Comunque in ogni caso, lerogazione effettuata costituirebbe un
danno erariale per loperata violazione dellart. 61, co. 6 della legge n.
133 del 2008 che pone un limite di quota pari al 30% della spesa
sostenuta per la medesima finalit nellanno 2007, nel quale si
registrata una spesa pari a zero.
Ci significa che nel periodo 2009-2010, nessuna spesa di tal
genere era consentito effettuare.
Con riferimento alla SECONDA posta di danno relativa ai
35.801,10 euro attribuiti sempre alla medesima societ calcistica per
la manutenzione ordinaria e straordinaria dello stadio cittadino
Simonetta Lamberti per il periodo luglio 2009/luglio 2010, va
osservato come siano state violate le fondamentali norme di

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contabilit pubblica.
Sono, infatti, risultati mancanti tanto un contratto stipulato per
iscritto come chiaramente attestano la stessa determina n. 2784 del
2010 ove si legge che laffidamento del servizio era avvenuto negli
anni in via di mero fatto e linformativa del segretario comunale n.
7448 del 2012 quanto ladozione di un preventivo impegno di spesa
ex artt. 184 e 191, co, 1 del T.U.E.L. a valersi sullapposito capitolo di
bilancio, individuato soltanto in sede di liquidazione della somma con
la delibera succitata, nonch, infine, una delibera di riconoscimento
quali debiti fuori bilancio ai sensi dellart. 194 del T.U.E.L.
ormai notorio che ai sensi dellart. 183, co. 1 del TUEL,
limpegno costituisce la prima fase del procedimento di spesa, con
la quale, a seguito di obbligazione giuridicamente perfezionata
determinata la somma da pagare, determinato il soggetto creditore,
indicata la ragione e la relativa scadenza e viene costituito il vincolo
sulle previsioni di bilancio, nell'ambito della disponibilit finanziaria
accertata ai sensi dell'articolo 151 e che ai sensi del successivo art.
191, co. 1 la comunicazione dell'avvenuto impegno e della relativa
copertura finanziaria, riguardanti le somministrazioni, le forniture e
le

prestazioni

professionali,

effettuata

contestualmente

all'ordinazione della prestazione con l'avvertenza che la successiva


fattura deve essere completata con gli estremi della suddetta
comunicazione.
E, ancora, che possibile il riconoscimento di debiti fuori
bilancio soltanto per i lavori pubblici di somma urgenza cagionati dal

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verificarsi di un evento eccezionale o imprevedibile (e, nel caso di


specie si dubita fortemente di tale qualifica per lintervento in
oggetto), ma solo con la procedura dettata dallart. 194 TUEL, non
rivenuta nel caso di specie.
Tutto ci premesso, allora, ben ha fatto il giudice di prime cure,
le cui argomentazioni si condividono, a ritenere non applicabile la c.d.
esimente politica in fattispecie, essendo emerso con la massima
chiarezza il ruolo svolto dal GALDI, contrassegnato da ingerenza
nella trattazione dellaffare gi al momento della discussione
consiliare di approdo alla delibera n. 38/2010.
Inoltre, le direttive impartite in proposito si sono manifestate
quale illegittimo comportamento compulsivo nei confronti dei
Dirigenti dei servizi competenti i quali hanno ritenuto di definire la
propria posizione versando quanto loro contestato a titolo di danno
erariale per la parte che vi hanno preso.
Le considerazioni del collegio di prime cure vanno, allora,
condivise ove affermano che al GALDI, quale primo componente
della compagine giuntale, doveva essere ben noto che non poteva
provvedersi nei sensi richiesti, in assenza dellatto di Giunta
presupposto che lui stesso avrebbe dovuto concorrere ad adottare.
Lesimente politica invocata, infatti, ai sensi dellart. 1, co. 1-ter,
della legge n. 20/94 che la introduce, nel porsi quale logico corollario
del principio di separazione tra i compiti di direzione politica,
spettanti agli organi politici di governo e quelli di gestione

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amministrativa, attribuiti con autonomia decisionale e di spesa,


allapparto dirigenziale ed amministrativo dellente, finalizzata ad
escludere da responsabilit gli organi politici che in buona fede
abbiano autorizzato o consentito lesecuzione di atti che si sono in
seguito dimostrati lesivi degli interessi patrimoniali dellente.
Tanto nel comportamento del GALDI non dato rinvenirsi.
In conclusione, lappello proposto deve essere rigettato, per le
motivazioni avanti esposte, con conseguente conferma della decisione
di condanna assunta in primo grado.
Le spese di giudizio seguono la soccombenza e si liquidano
come in dispositivo.
P.Q.M.
La Corte dei Conti Sezione Prima Giurisdizionale Centrale di
Appello, definitivamente pronunciando, ogni contraria istanza ed
eccezione reiette,
RIGETTA
l'appello in epigrafe indicato, e, per leffetto conferma la
sentenza appellata.
Condanna, altres, lappellante al pagamento delle spese
processuali del presente grado di giudizio che si liquidano in .
128,00
(CENTOVENTOTTO/00).
Cos deciso in Roma, nella Camera di consiglio del 14 aprile 2016.

LA RELATRICE

LA PRESIDENTE

20

(F.to Fernanda FRAIOLI)

Depositato il Segreteria il 30/6/2016


Il Direttore della Segreteria
(F.to dott. Massimo BIAGI)

(F.to Piera MAGGI)

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