Professional Documents
Culture Documents
Fibre di sintesi
12.7.1 Introduzione
Ottenere da materiali vili altri di maggior pregio da
sempre stato uno degli obiettivi delluomo. Grande fu
quindi linteresse suscitato quando Hilaire Bernigaud de
Chardonnet present allEsposizione Internazionale di
Parigi del 1889 i primi campioni del suo raion, lucente
e serico come la seta naturale, la prima fibra artificiale
mai ottenuta dalluomo.
Anche se gi nel 1913, nel 1931 e nel 1932, vennero brevettati in Germania processi per ottenere filamenti dal poli(cloruro di vinile) e fili dal poli(alcol vinilico)
e dal polistirene, lera delle fibre di sintesi ebbe inizio
nel 1935 presso i laboratori della DuPont Experimental
Station, Pure Science Section, Wilmington, Delaware
(Stati Uniti), dove Gerard Berchet, uno dei collaboratori di Wallace Hume Carothers, ottenne poco pi di 10 g
di poliesametilenadipammide poi commercializzata nel
1938 con il nome di nylon, la prima fibra industriale
totalmente di sintesi.
Potenzialmente tutti i materiali polimerici organici
costituiti da macromolecole lineari con peso molecolare sufficientemente elevato possono essere trasformati
in fibre, ossia in filamenti allungati il cui rapporto assiale tende a infinito. Soltanto un esiguo numero di essi fornisce tuttavia filamenti con propriet fisiche e meccaniche tali da consentirne unapplicazione. Le organizzazioni in cui si presentano le fibre, indipendentemente
dalla loro provenienza, sono la fibra singola, la riunione di pi fibre singole per formare il filo e lintreccio di
numerosi fili per formare il tessuto. Elemento caratterizzante di una fibra, oltre alle sue propriet chimiche,
fisiche e meccaniche, la dimensione perpendicolare al
suo asse o ai suoi insiemi avvolti a formare il filo. Nella
pratica, per tutti i fili continui quali la seta, e quindi
anche per quelli in materiali polimerici di sintesi, per
caratterizzare le dimensioni radiali e cio il loro spessore, si usa il titolo, ossia la massa del filo riferita a una sua
917
MATERIALI POLIMERICI
Nemours, USA), il capostipite delle poliarammidi, ottenuto per condensazione interfacciale di acido tereftalico e p-fenilendiammina, da cui si ottengono fibre con
eccezionali propriet meccaniche e termiche.
Oggi le fibre di sintesi non sono soltanto unalternativa a quelle naturali e artificiali, ma costituiscono
delle classi di materiali di elevate prestazioni che giocano un ruolo molto importante nel campo dellalta tecnologia. Dai 5 denari dei primi filamenti di nylon si
scesi agli odierni 0,5 dei monofilamenti di poliammidi
o di poliesteri, i cui tessuti hanno aspetto, morbidezza e
lucentezza migliori di quelli della seta naturale (2 denari). Queste fibre prendono il nome di fibre ad alto valore aggiunto, cos come quelle per tessuti per usi speciali (tessuti termocromici che cambiano colore a seconda
della temperatura, tessuti fotocromici che cambiano colore a seconda dellilluminazione, tessuti iridescenti che
cambiano colore a seconda di come vengono colpiti dalla
luce, ecc.). Vanno ancora ricordate le fibre ad alta tecnologia, che derivano dallapplicazione dei pi recenti
sviluppi della scienza e della tecnologia di produzione
delle fibre (fibre biodegradabili per suture; fibre che assorbono e accumulano lenergia solare quali le Solar-a
della giapponese Unitika, del 1988, e simili della Descente, Giappone, largamente usate per indumenti sportivi;
fibre per emodialisi, fibre per ossigenazione del sangue
nelle macchine per la respirazione artificiale dette polmone meccanico; fibre per tessuti per tute spaziali per
attivit extraveicolari, fibre che assorbono umidit e
sudore per indumenti sportivi, fibre a basso attrito con
laria, ecc.) e infine le superfibre, ossia fibre che possiedono elevatissime propriet meccaniche (coefficiente di elasticit maggiore di 55 GPa e tenacit maggiore
di 2,5 GPa), quali quelle di polietilene ad alta tenacit,
di para-arammidi e di carbonio da poliacrilonitrile.
Le fibre naturali (e quelle da esse derivate) possono
essere considerate fibre di prima generazione. Le fibre
di sintesi (poliammidi alifatiche, poliesteri, poliacrilonitrile, ecc.), che videro la luce tra gli anni Trenta e Sessanta del 20 secolo, costituiscono le fibre di seconda
generazione, concepite per sostituire le prime. Le fibre
a elevate prestazioni di oggi (polietileniche, poliarammidi, poliarilati, fibre di carbonio, ecc.), che non costituiscono unalternativa a quelle naturali come quelle di
seconda generazione, possono essere classificate fibre
di terza generazione e trovano impiego laddove si richiedono fibre con bassa densit, elevate prestazioni meccaniche e resistenza al calore (in settori quali lo sport, i
trasporti, le tecnologie spaziali, ecc.) o per rinforzo di
altri materiali (compositi). Non fuori luogo pensare che
le fibre di terza generazione, date le loro pi elevate prestazioni meccaniche, in un futuro non molto lontano
sostituiranno i metalli in molte delle loro applicazioni.
Le fibre di sintesi possono essere classificate sulla
base del gruppo funzionale polare che si ripete nella loro
918
FIBRE DI SINTESI
legami idrogeno tra i gruppi ammidici delle catene polimeriche. Lintroduzione in esse di anelli aromatici (poliarammidi) porta a un innalzamento del punto di fusione.
Tra le tante fibre poliammidiche in commercio, ricorderemo unicamente quelle di maggior interesse e precisamente la poliesametilenadipammide o Nylon 66, il
poli(e-caprolattame) o Nylon 6 (Perlon) e quella ottenuta dallacido 11-amminoundecanoico o Nylon 11 (Rilsan),
sottolineando che solo la prima ha resistito allintroduzione sul mercato di nuove fibre.
Nylon 66
919
MATERIALI POLIMERICI
Pesati nelle quantit stechiometriche, esametilendiammina e acido adipico vengono immessi in una caldaia dove si forma ladipato di esametilendiammina (sale
66) che, sciolto in acqua, viene inviato in un evaporatore in cui si elimina lacqua e ha inizio la polimerizzazione. Il tutto passa quindi in una caldaia dove, a pressione ridotta, la polimerizzazione procede dapprima a
180 C e poi a 250-275 C. La massa polimerizzata viene
estrusa dalla parte inferiore della caldaia, passata su un
920
FIBRE DI SINTESI
Dati lalta elasticit, laspetto, la mano, la resistenza allabrasione e ai piegamenti ripetuti e la loro non
elevata igroscopicit, le fibre di Nylon 66 sono lideale per tessuti durevoli e confortevoli, per giacche a vento
e capi di abbigliamento sportivo, per indumenti femminili, biancheria intima, collant e calzetteria (miste con
lana o cotone).
Nylon 6
Questa poliammide, nota come Rilsan, stata ottenuta dalla Organico SA (Francia) in collaborazione con
la SNIA Viscosa e prodotta, oltre che in Francia, in India,
Brasile e nellex Unione Sovietica.
La polimerizzazione dellacido 11-amminoundecanoico, che si ottiene dallolio di ricino, simile a quella delle-caprolattame e la filatura si fa dal fuso a 215220 C. Usualmente polimerizzazione e filatura sono
condotte in continuo, senza passare per il granulato.
Il Nylon 11 fonde a 189-190 C e questo ne rappresenta lo svantaggio maggiore in molte applicazioni, dato
che non pu essere stirato con il ferro da stiro. Viene prodotto come filo continuo, in fiocco e come monofilamento. Lapparenza delle fibre simile a quella delle
altre poliammidi e altrettanto si pu dire per le loro propriet meccaniche. La resistenza allossidazione pi
elevata di quella degli altri Nylon (ingiallisce a 150 C
in aria). Dato il basso assorbimento di acqua, il Nylon
11 non facile alla tintura, la quale pu anche essere
condotta in massa allatto della filatura. Analogamente
alle poliammidi gi esaminate, il Nylon 11 viene usato
in maglieria.
Poliarammidi
921
MATERIALI POLIMERICI
922
FIBRE DI SINTESI
Il PET fuso, se raffreddato bruscamente, non cristallizza (densit 1,34 g/cm3) ed facilmente orientabile per stiramento. Per riscaldamento a temperature superiori a 80 C cristallizza, con velocit di cristallizzazione massima a 180 C. Pertanto una ricottura subito dopo
lo stiramento ha per effetto di ottenere fibre altamente
cristalline (cristallinit superiore al 40%, densit 1,381,39 g/cm3) e di elevata tenacit (da 5,8-7,2 g/dtex per i
fili continui ad alta tenacit a 2,3-5,0 g/dtex per il fiocco). La possibilit di interventi nel corso della trasformazione in fibre porta a ottenere filati di differenti caratteristiche: si va dal filo continuo ad alta tenacit per
coperture di pneumatici o per altri usi industriali, a un
fiocco molto simile alla lana da usarsi in maglieria, dalle
fibre per tessuti antipiega a quelle per tendaggi, ecc.
Le fibre di PET possono essere ottenute con sezioni
di forma diversa, oltre a quella circolare, ricavandone
filati con aspetti diversi, e i fili continui possono essere
facilmente testurizzati, rendendone possibile luso, in
mescola con lana o cotone, in applicazioni tessili per le
quali il fiocco indispensabile.
Le propriet meccaniche delle fibre di PET non vengono influenzate dallumidit. Lallungamento a rottura
va dall8-11% per i fili a elevata tenacit al 20-50% per
il fiocco. I moduli elastici questa una delle caratteristiche delle fibre di PET sono elevati (da 100-130
g/dtex per i fili continui ad alta tenacit a 30-70 g/dtex
per il fiocco). La struttura cristallina del PET impedisce
lo scorrimento viscoso sotto sforzo; pertanto il creep
molto ridotto e le fibre sono indeformabili.
Lassorbimento di acqua delle fibre di PET molto piccolo (0,4-0,5%), la loro temperatura di fusione 260 C e
quella di impaccamento intorno a 230 C; tali fibre,
923
MATERIALI POLIMERICI
924
Attualmente tutte le fibre poliacriliche non sono costituite da omopolimeri dellacrilonitrile ma da suoi copolimeri con altri monomeri vinilici, introdotti nelle catene polimeriche per ovviare a inconvenienti di produzione e di tingibilit. Se il contenuto di unit strutturali
derivanti dallacrilonitrile pari almeno all85% in peso,
le fibre sono dette acriliche, le pi importanti, mentre
se tale contenuto compreso tra l85% e il 50% si parla
di fibre modacriliche.
Le prime fibre di poliacrilonitrile (PAN) videro la
luce nel 1942, quando nei laboratori della DuPont si scopr che tale polimero solubile in dimetilacetammide
(DMAC) e in dimetilformammide (DMF). Il PAN non
poteva infatti essere ridotto in fibre per filatura da fuso,
come il nylon, dato che si decompone prima di fondere.
Le prime fibre di PAN (Fiber A), ottenute da soluzioni in DMF per filatura da soluzione a secco (dry
spinning) o per filatura da soluzione a umido (wet
spinning), mostrarono subito caratteristiche molto interessanti, quali alto punto di fusione e buona stabilit chimica. Non stirate o poco stirate, esse avevano propriet
simili a quelle della lana mentre, stirate, a quelle della
seta; possedevano inoltre ottima la resistenza alla luce,
ai prodotti chimici e ai batteri.
Il grosso inconveniente della Fiber A era quello di
non essere tingibile e le fibre non tingibili non potevano avere sviluppo commerciale. A rallentarne lo sviluppo contribu anche il fatto che il Vinion N (un copolimero 50% acrilonitrile-50% cloruro di vinile), messo in
commercio dalla Carbide and Carbon, che sembrava economicamente pi conveniente, aveva evidenziato una
forte tossicit della DMF. A causa della guerra era inoltre difficile reperire le materie prime per la produzione
(avevano precedenza quelle per i materiali strategici quali
il nylon). Venne segnalato ai militari che lottima resistenza alla luce, ai prodotti chimici e ai batteri della Fiber
A poteva risolvere molti dei loro problemi nella giungla
FIBRE DI SINTESI
(come per esempio tende, stringhe e tele incerate in cotone che si deterioravano rapidamente) e questo permise
alla DuPont un pi facile approvvigionamento delle materie prime. Il Vinion N si dimostr inferiore alla Fiber A
per il pi basso punto di fusione e per la maggior solubilit nei solventi. La questione della tossicit della DMF
fu risolta adottando per la filatura il processo da soluzione a secco, condotto in celle chiuse. Alla fine del 1944
rimaneva ancora irrisolto il problema della tingibilit,
considerato un po il tallone dAchille di tutte le fibre
idrofobiche (nylon e poliesteri).
Esauriti tutti i tentativi di trovare coloranti opportuni, si pens di rendere tingibile la Fiber A modificandone la struttura chimica e si scopr che un copolimero 95%
acrilonitrile-5% 2-vinilpiridina (Orlon A-3) era tingibile. La 2-vinilpiridina, per, non era a disposizione in
grandi quantit ed era inoltre molto costosa. Alla fine
del 1948 il problema della tingibilit dellOrlon non era
stato dunque totalmente risolto e non era chiaro se conveniva produrre Orlon modificato o non modificato, dato
che questultimo poteva essere largamente usato in sostituzione del cotone per tende da campo e tele incerate.
Dato che lOrlon in filo continuo non era diventato
un prodotto di successo, venne tentata la produzione in
fiocco (Orlon A-4), copolimero dellacrilonitrile con 5metil-2-vinilpiridina, pi facilmente tingibile dellOrlon
A-3. Poich la presenza di ioni rameosi nel bagno di tintura aumentava la reattivit del PAN ai coloranti acidi e
il problema della tintura sembrava cos risolto senza dover
modificare il polimero, venne iniziata la produzione di
fiocco (Orlon Tipo 41) costituito da omo-PAN. LOrlon
Tipo 41 fu un insuccesso per le difficolt di tessitura
dovute a elettricit statica, a non uniformit delle fibrille e a cattivi odori se in mescola con lana.
Una soluzione ai problemi del PAN venne dal rapido sviluppo del copolimero 94% acrilonitrile-6% acrilato di metile, lOrlon A-6 (Orlon tipo 42 il filato). Il
fiocco si dimostr ideale per maglioni e pettinati misti
lana; alla fine del 1950 le vendite raggiunsero e superarono le 50.000 tonnellate per anno e lOrlon divenne un
grande successo commerciale.
Produzione industriale
genere per la produzione di filo continuo) una soluzione al 20-30% del polimero in DMF viene estrusa a 80150 C in un tubo verticale, nel quale una corrente di
aria calda (230-260 C) provoca levaporazione della
DMF (che viene recuperata) e la solidificazione delle
bave che vengono raccolte su bobine. Le fibre, che contengono ancora un 10% di DMF, vengono poi lavate con
acqua e sottoposte a stiramento a 80-110 C in aria calda
o a 70-100 C in acqua.
Nella filatura a umido (usata per la produzione di
fiocco), il polimero sciolto in DMAC o in DMF viene
estruso in acqua in cui le bave coagulano formando un
fascio che viene lavato, stirato in acqua calda, crettato e
tagliato nelle dimensioni volute.
Propriet e uso delle fibre
Le fibre di PAN sono essenzialmente amorfe e rammolliscono sopra i 225 C. Sono molto stabili al calore
e tendono a ingiallire se sottoposte per lunghi tempi a
temperature superiori a 130 C; la loro tenacit diminuisce meno del 4% dopo 100 ore a 150 C. Essendo in
genere costituite da copolimeri dellacrilonitrile, oltre
che da omo-PAN, esse presentano un ampio spettro di
propriet in funzione della loro composizione chimica e
del modo in cui sono state trattate. La forma della loro
sezione quella circolare per il filo continuo e a osso
di cane per il fiocco.
Il fiocco ha tenacit tra 2 e 3 g/dtex mentre il filo
continuo, per altro meno usato, pi tenace (4-4,2 g/dtex).
Lelasticit non elevata (recupero del 50-60% per una
deformazione del 10%). Lassorbimento di umidit (maggiore del 2% a 20 C) tra i pi elevati tra le fibre di sintesi. Malgrado ci, esse asciugano molto rapidamente e
possono essere usate per indumenti lava e indossa; inoltre resistono bene alla luce solare e agli agenti chimici
(acidi e basi diluiti, liquidi per il lavaggio a secco, ecc.).
La tintura viene effettuata o con coloranti basici, che
danno fibre con colori solidi e brillanti, oppure con coloranti acidi. I manufatti non possono essere stirati con il
ferro da stiro perch si deformerebbero.
La produzione mondiale delle fibre acriliche molto
elevata (milioni di tonnellate allanno); esse trovano
impiego sia da sole sia in mescola con lana in maglieria
esterna, calzetteria sportiva e tende per esterni.
Fibre modacriliche
925
MATERIALI POLIMERICI
Le fibre di poli(alcol vinilico), ottenuto per parziale idrolisi del poli(acetato di vinile), vengono filate a umido da soluzioni acquose e coagulate in una
926
soluzione di solfato di sodio, trattate a 240 C per renderle pi compatte e quindi rese insolubili in acqua per
acetilazione (30-40% in moli) e parziale reticolazione
con formaldeide.
Le fibre di poli(alcol vinilico) sono lucenti e di sezione irregolare, hanno alta tenacit (fino a 8 g/dtex), buona
resistenza al calore (si retraggono del 10% a 220 C),
rammolliscono a 250 C, resistono bene allinvecchiamento e possono essere tinte facilmente. Vengono impiegate quasi esclusivamente in Giappone (Kuralon della
Kurashiki Rayon), in mescola con cotone o raion, in tessuti per ombrelli, tendaggi, tappeti, ecc.
Fibre di politetrafluoroetilene
FIBRE DI SINTESI
La scoperta da parte di Giulio Natta (1954) del polipropilene isotattico port a studiare la possibilit di ricavarne fibre, che furono poi prodotte su scala industriale
intorno al 1960 dalla allora Polymer (Gruppo Montecatini, Terni, Italia, ora Meraklon) con il nome commerciale di Meraklon.
Il polipropilene isotattico polverulento prima della
filatura viene addizionato di antiossidanti ed eventualmente, data la difficolt di tintura, di pigmenti, coloranti e granulato (il granulo molto pi stabile della polvere). Per la filatura (da fuso) vengono usati particolari
tipi di filiere al fine di evitare rotture e deformazioni
delle fibre dovute alla sua elevata tixotropia allo stato
fuso. Le fibre (a sezione circolare) vengono prodotte o
come filo continuo (stirato a 120 C su piastra) o in fiocco (lo stoppino viene stirato in vapore, crettato, termofissato e tagliato nelle dimensioni volute).
Le fibre hanno elevata cristallinit, fondono tra 170
e 174 C, rammolliscono intorno a 150 C e presentano
bassa densit (0,90 g/cm3). Possono essere preparate con
diverse tenacit (fino a 9 g/tex), hanno buone propriet
meccaniche e di resistenza allo scorrimento viscoso, presentano buona resistenza ad acidi e alcali e a molti prodotti chimici (rigonfiano in idrocarburi), non sono facilmente tingibili (la tintura, come gi ricordato, viene fatta
in massa con pigmenti termostabili) e sono poco resistenti alla luce (anche per usi che non richiedono lunga
esposizione alla luce solare vengono impiegati stabilizzanti). Data linsensibilit allacqua, la resistenza
927
MATERIALI POLIMERICI
928
sotto forma di filo continuo e sono costituite da carbonio grafitico. Lalta cristallinit conferisce loro caratteristiche eccezionali: sono estremamente tenaci, altamente
termoresistenti e molto leggere (densit 1,8-2 g/cm3) e
vengono largamente utilizzate come rinforzo in compositi avanzati. Tra i maggiori produttori di fibre di carbonio si annovera Courtaulds (Gran Bretagna).
Le fibre di carbonio si ottengono per grafitizzazione di una fibra precursore che pu essere di raion viscosa oppure di PAN. Le fibre continue di PAN vengono
scaldate in aria (ossidazione) a circa 300 C in modo da
formare delle strutture a scala (ladder) che, per ulteriore riscaldamento a temperature fino a 3.000 C, perdono ammoniaca e acido cianidrico dando luogo a strutture che contengono oltre il 95% di carbonio; questultimo si trasforma poi in carbonio grafitico per trattamento
in corrente di argon a 2.200-2.300 C. Le fibre di carbonio hanno elevatissime propriet meccaniche e sono
praticamente incombustibili (possono essere portate fino
al color rosso ciliegia, circa 800 C) senza subire danni.
Esse si presentano di colore nero e vengono essenzialmente impiegate in materiali compositi, in particolare
laddove si richiedono elevate prestazioni meccaniche e
densit non elevate, buona resistenza alla fatica e stabilit dimensionale. Lindustria aerospaziale (missili, satelliti artificiali, aerei civili e militari, elicotteri, ecc.) uno
dei mercati di elezione per le fibre di carbonio e relativi compositi in quanto il loro impiego porta a una sensibile riduzione dei pesi che si traduce in un minor consumo di carburante o in un maggior carico pagante. Le
fibre di carbonio e i relativi compositi sono largamente
impiegati nellindustria nautica (scafi, vele, alberi, ecc.)
e in quella automobilistica, in vari settori dello sport (tennis, canne da pesca, ciclismo), in materiali conduttori
(elettrodi), in tessuti (Orlon black) protettivi per alte temperature, ecc.
FIBRE DI SINTESI
sutura successiva ad atti chirurgici, ferite o traumi. Devono avere buona resistenza alla trazione, basso coefficiente
di attrito con i tessuti e opportune caratteristiche di flessibilit e di elasticit (da cui dipende la tenuta del nodo).
I fili per sutura non assorbibili (rimangono intatti a
tempo indefinito nel corpo umano) sono ottenuti con le
pi comuni fibre di sintesi (polipropilene, polietilene e
loro copolimeri, Nylon 66, polietilentereftalato).
I fili per sutura assorbibili (monofilamento e multifilamenti) erano inizialmente costituiti da fibre di
poli(acido glicolico) (1970), cui hanno fatto seguito i
copolimeri acido glicolico-dilattide, il poli(p-diossanone) e i copolimeri acido glicolico-trimetilencarbonato.
Nellarco di circa un mese i fili si dissolvono, in quanto degradati a monomero per idrolisi dei legami estere.
I fili da sutura, assorbibili e non, vengono sterilizzati
prima delluso o con ossido di etilene o con radiazioni
ionizzanti.
Le protesi vascolari in tessuto di polietilentereftalato (Dacron) o di politetrafluoroetilene (Teflon) sono largamente usate per sostituire vene o arterie difettose (per
esempio, nel caso di aneurismi) di 6, 8, 10 mm di diametro. Nonostante la buona biocompatibilit, il potere
anticoagulante di quelle in Dacron non elevato, mentre quelle in Teflon sono dotate di una buona attivit anticoagulante. Attualmente non esistono protesi vascolari
per vasi con diametro inferiore a 3 mm; in questi casi si
preferisce, quindi, sostituirle con vasi prelevati da altre
parti del corpo.
Le principali caratteristiche di una nanofibra polimerica sono un diametro dellordine dei nanometri e, di
conseguenza, unarea superficiale elevata e propriet
meccaniche superiori. Tra le varie tecniche di preparazione delle nanofibre (filatura, template synthesis, separazione di fase, autoassemblaggio) lelectrospinning
quella pi utilizzata per la sua efficienza e la notevole
semplicit delle attrezzature. Questo procedimento consiste nellapplicare una differenza di potenziale a un polimero fuso (polietilene, polipropilene, polietilentereftalato, ecc.) o a una sua soluzione (policarbonati, polistirene, poliuretani, poliacrilonitrile, polietilentereftalato,
Nylon 66, policloruro di vinile, ecc.), per provocare la
formazione di un getto di materiale che poi si suddivide
in fibre sottilissime.
929
MATERIALI POLIMERICI
Le nanofibre trovano applicazione in materiali compositi (modulo elastico e resistenza della matrice superiori a quelli ottenuti con le comuni fibre, comprese quelle di carbonio e di Kevlar), in tessuti di protezione da
agenti chimici (grazie al notevole potere adsorbente dovuto allelevata estensione superficiale delle microfibre),
nelle membrane (utilizzabili come filtri ad alta efficienza, dato il limitato volume occupato dalle fibre), nelle
garze da spruzzare direttamente sulle ferite mediante
electrospinning (si evita la formazione di cicatrici), per
favorire la ricrescita di tessuti umani in caso di malattie
(le nanofibre, avendo diametro inferiore alle cellule, fungono da impalcatura per rigenerare il tessuto), nelle protesi per tessuti umani molli, nei trasportatori di farmaci
allinterno del corpo umano e nelle maschere per la
cosmesi.
importante sottolineare che fino a oggi non sono
state poste in commercio nanofibre polimeriche di sintesi e che pertanto esse sono ancora da ritenersi oggetto
di ricerca da laboratorio, in vista di applicazioni future
assai promettenti.
Bibliografia generale
Cook J.F. (1984) Handbook of textile fibres, Shildon, Merrow,
2v.; v. II.
Hearle J.W.S. (edited by) (2001) High-performance fibres,
Boca Raton (FL), CRC; Cambridge, Woodhead.
Hermes M.E. (1996) Enough for one lifetime. Wallace Carothers
930
Luigi Trossarelli
Valentina Brunella
Dipartimento di Chimica Inorganica,
Fisica e dei Materiali
Universit degli Studi di Torino
Torino, Italia