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Per tutto questo abbiamo pensato di raccogliere in queste poche pagine vari contributi
rappresentativi di tutti i precari che lavorano alla ricerca e alle attività dell’Istituto Superiore
di Sanità. Nelle pagine seguenti sono descritte le attività dei vari Centri/Dipartimenti dell’ISS,
spesso con la descrizione del numero dei precari esistenti nei vari laboratori, ed anche qualche
esempio di lavoro scientifico dove l’apporto del lavoratore precario è stato importante se non
addirittura fondamentale.
Reparto di Farmacoepidemiologia
Il Reparto di Farmacoepidemiologia del CNESPS è impegnato nello studio dell’uso dei farmaci
nella popolazione al fine di acquisire conoscenze relative al profilo beneficio-rischio dei farmaci e
generare informazioni che possono essere utilizzate come base di riferimento per i processi
decisionali in Sanità pubblica.
Il personale a tempo indeterminato del reparto è così composto: 4 ricercatori (3 epidemiologi e 1
statistico); 4 unità di personale tecnico (di cui 2 sotto inquadrati); una unità di personale
amministrativo. Il personale precario è composto da 6 ricercatori (due statistici, due neurologi, un
sociologo e un laureato in scienza della educazione degli adulti). L’età media del personale precario
è di 38 anni; 3 ricercatori precari lavorano in Istituto da oltre 7 anni.
Di seguito vengono brevemente riportate le attività in corso nel reparto in cui sono coinvolti
lavoratori precari.
Osmed: Attività sistematica di analisi e d’informazione sull’uso dei farmaci in Italia. La periodicità
e la regolarità di pubblicazione, le analisi condotte a livello nazionale e regionale, per categoria
terapeutica e principio attivo, l’approfondimento della prescrizione farmaceutica a livello di
popolazione rendono l’OsMed un punto di riferimento per tutti gli operatori sanitari, dai medici ai
farmacisti, ai responsabili regionali.
Studi epidemiologici post-marketing: Studio epidemiologico sul rischio di morte per cause
improvvise o maldefinite durante i primi due anni di vita (Studio HERA).
Studio osservazionale, multicentrico prospettico (Studio DAI) per indagare le complicanze
macroangiopatiche del Diabete mellito di tipo 2 con l’obiettivo di valutare i modelli terapeutici
utilizzati per il controllo della glicemia e dei principali fattori di rischio associati alle complicanze.
Programmi di Gestione integrata: Progetto IGEA – Integrazione, Gestione E Assistenza per la
malattia diabetica. Il progetto IGEA che sta realizzando un insieme di azioni volte a promuovere il
miglioramento dell’assistenza al paziente diabetico ed a prevenire le complicanze del diabete
attraverso l’adozione di programmi di gestione integrata della malattia. Il progetto ha portato
all’elaborazione di linee di indirizzo nazionali sul modello organizzavo e sui sistemi informativi, un
piano di formazione e strumenti didattici e di valutazione dei risultati della formazione.
Progetto gestione integrata nelle demenze: E’ in corso una approfondita analisi di fattibilità
dell’applicazione di un approccio di “disease management” per le demenze alla realtà clinico-
assistenziale italiana.
RCT: Studio AdCare: è uno studio clinico multicentrico di fase IV, randomizzato, a gruppi
paralleli con gruppo placebo, in doppio cieco. L’obiettivo principale di AdCare è valutare il profilo
di efficacia e sicurezza a lungo termine di quattro farmaci antipsicotici (risperidone, olanzapina,
quetiapina, aloperidolo) nel trattamento dei disturbi comportamentali in pazienti con malattia di
Alzheimer non istituzionalizzati.
Studio Elios: è uno studio clinico multicentrico di fase III, randomizzato, in doppio cieco, con
gruppo placebo sull’uso combinato di Sali di litio e riluzolo in pazienti con sclerosi laterale
amiotrofica.
Revisioni sistematiche: conduzione di revisioni sistematiche su alcune tematiche inerenti ai
trattamenti farmacologici e non (Inibitori delle colinesterasi nel Mild Cognitive Impairment;
medicina tradizionale cinese).
Medicine alternative: conduzione di trial di efficacia dell’agopuntura nel trattamento della nausea
e vomito nei pazienti sottoposti a terapia chemioterapica.
Corsi di formazione: il Reparto organizza annualmente, presso l’Istituto Superiore di Sanità, i
seguenti corsi di formazione, cui i precari partecipano come docenti ed esercitatori:
Farmacoepidemiologia; Farmacoutilizzazione; Epidemiologia delle demenze; Corso sulla gestione
integrata nella malattia diabetica.
Convegni: La valutazione dell’uso e della sicurezza dei farmaci: esperienze in Italia; Il contributo
delle unità di valutazione Alzheimer (UVA) nell’assistenza dei pazienti con demenza; Prevenire le
complicanze del diabete; Analisi della prescrizione farmaceutica in Italia (OsMed).
Ciò che emerge è che il personale precario è coinvolto pressoché in tutte le attività del reparto (non
solo in progetti specifici, ma anche nelle attività istituzionali), costituendo circa il 50% del
personale. Si sottolinea in particolare che alcune figure professionali sono presenti unicamente tra il
personale a tempo determinato.
Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
(CNESPS)
1 Primo ricercatore TD
2 ricercatori TI
1 collaboratore tecnico TI
2 collaboratori tecnici TD
1 Co.co.co
2 consulenti esterni
L’attività del reparto riguarda 16 progetti/studi, in 15 dei quali è coinvolto personale precario.
Di seguito una tabella relativa alle pubblicazioni degli ultimi 5 anni con percentuale di
pubblicazioni che vedono coinvolto il personale precario
Nicola Vanacore *, Elena Di Battista, Alfonso Rubino, Paola Stirpe, Patrizia Giustini, Rossella
Rossi, Silvia Bernardi, Giuseppe Meco.
In una recente revisione sistematica sugli studi di prevalenza della demenza nella malattia di
Parkinson è stato stimato che la proporzione di pazienti parkinsoniani con demenza è pari a circa il
24.5% (IC95% 17.4-31.5).
La frequenza invece di pazienti parkinsoniani con demenza fra tutti i pazienti con demenza è pari al
3.6% (3.1-4.1) con una prevalenza stimata dello 0.2% in soggetti con età superiore ai 65 anni.
In letteratura vi sono solo nove studi prospettici che hanno considerato l’incidenza della demenza
nella malattia di Parkinson. L’incidenza stimata varia dai 30 ai 112.5 casi per 1000-anni persona.
Questa variabilità è dovuta a numerosi problemi metodologici come l’accuratezza della diagnosi,
l’inclusione di casi prevalenti a vari stadi di malattia e ai studi condotti su base ospedaliera o di
popolazione.
Lo scopo di questo studio è quello di stimare retrospettivamente l’incidenza della demenza in una
coorte di pazienti parkinsoniani nella normale routine clinica di un centro di terzo riferimento.
Sono stati arruolati 408 pazienti con diagnosi di sindrome parkinsoniana nel Centro per la malattia
di Parkinson ed altre patologie del sistema extrapiramidale nel periodo compreso tra il 1 gennaio
2004 e il 31 maggio del 2008.
Tra i 374 casi prevalenti con diagnosi di malattia di Parkinson sono stati identificati 35 casi con
demenza (9.3%) . La coorte dei pazienti è stata seguita per un tempo medio dalla prima visita di 5.1
anni che ha consentito di stimare una incidenza pari a 18.4 casi per 1000 anni-persona (IC95%
12.4-24.4).
Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina
Molecolare (EOMM)
L’attività di ricerca del Dipartimento EOMM ha condotto alla pubblicazione di numerosi articoli
scientifici gran parte dei quali su riviste internazionali alle quali si può accedere solo dopo
un’impegnativa revisione dei risultati da parte di esperti indipendenti (e.g. Nature, IF 28,751 nel
2007; Nature Medicine, IF 28,59 nel 2007).
Tra i principali argomenti studiati ci sono l’ematopoiesi (cioè i processi che portano alla formazione
e produzione del nostro sangue) e l’oncologia senza tralasciare altri campi importanti per la salute,
come ad esempio, la scoperta dei meccanismi che portano alle alterazioni dell’anatomia e delle
funzioni del cuore.
Le pubblicazioni scientifiche provenienti dal Dipartimento EOMM sull’ematopoiesi hanno portato
allo sviluppo di quelle che in futuro potrebbero rappresentare terapie innovative, allo studio della
regolazione della produzione di cellule mature del sangue e allo sviluppo della sensibilità alle
terapie per le leucemie e per altre neoplasie del sangue. Nell’ambito dell’oncologia sono state
individuate le cellule che probabilmente provocano lo sviluppo di tumori molto diffusi, come quello
del colon e del polmone, che spesso riescono a sfuggire alle terapie attualmente usate.
Uno degli ultimi studi pubblicati, che ha avuto un’ampia risonanza sia sui quotidiani che nei
telegiornali (i.e. “The miR-15a-miR-16-1 cluster controls prostate cancer by targeting multiple
oncogenic activities”.Bonci D, Coppola V et al. (2008). Nat Med. 2008 Nov;14(11):1271-7), mette
in evidenza la funzione di alcune molecole nel regolare la crescita delle cellule della prostata ed in
particolare ad arrestare la crescita del carcinoma prostatico, una delle cause più frequenti di morte.
Queste scoperte aprono prospettive importanti per lo sviluppo di terapie sempre più efficaci contro i
tumori.
Il contributo dei ricercatori e dei lavoratori precari nell’ideazione e conduzione degli studi, ma
anche nello svolgimento delle attività amministrative, è stato fondamentale e senza di questo forse
nessuno degli studi presentati sui poster sarebbe stato possibile.
Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina
Molecolare
Esempio di lavoro scientifico dei ricercatori del Reparto di Metodologie Trasfusionali:
Nel 2005, presso l’ISS è stato costituito il "Centro Nazionale AIDS per la Patogenesi e Vaccini
contro l’HIV/AIDS" (CNAIDS).
Il CNAIDS si articola in 5 reparti e l'organizzazione del Centro riflette lo scopo di attuare una
ricerca di tipo "traslazionale".
Ad oggi, il personale del CNAIDS è composto dal 60% di PRECARI appartenenti a tutti i
profili professionali e che lavorano con contratti atipici ( co.co.co., a tempo determinato ecc.)
in tutti i settori: dall’amministrazione, alla ricerca di base, alla gestione dei trial clinici.
Missione del Centro: lotta contro l’HIV/AIDS e le sindromi associate tramite lo sviluppo di
vaccini e approcci terapeutici innovativi basati sullo studio dei meccanismi patogenetici
dell’infezione da HIV e della sua progressione. A tale scopo, il Centro è stato strutturato per
svolgere una ricerca di tipo "traslazionale", cioè dalla ricerca di base alla sperimentazione clinica.
Avvalendosi del coordinamento di numerosi programmi nazionali ed internazionali e della
cooperazione con l’Industria, il Centro vuole assicurare l’implementazione ed il trasferimento dei
nuovi presidi preventivi e terapeutici al cittadino, garantendo, in una corretta sinergia tra Pubblico e
Privato, il mantenimento delle proprietà intellettuali alle Istituzioni Pubbliche.
Obiettivo del Centro è, infatti, assicurare i benefici della ricerca non solo ai paesi sviluppati ma,
soprattutto, ai paesi dove l’infezione da HIV e l’AIDS rappresentano una grave emergenza socio-
sanitaria ed economica. In questo contesto, le attività del Centro, con il know-how scientifico e
tecnologico che ne deriva, la sua leadership in network nazionali ed internazionali e le sue
molteplici cooperazioni con i Paesi in via di Sviluppo e con le Agenzie Umanitarie, lo rendono un
soggetto di riferimento nazionale e internazionale nella lotta contro l’HIV/AIDS.
Il Reparto “Patogenesi dei Retrovirus” svolge attività di ricerca di base negli ambiti della
Retrovirologia Molecolare ed Applicata. L’attività consiste nello studio del ruolo delle proteine
regolatrici di HIV nella meccanismi patogenetici virali, con particolare riguardo agli effetti di
queste proteine su linfociti, macrofagi, cellule dendridiche ed endoteliali, e nello sviluppo di
virosomi a base retro- e lentivirale per il "delivery" di proteine in cellule bersaglio per nuovi
approcci vaccinali e terapeutici.
Il Reparto “Interazione Virus-ospite (Core Lab di Immunologia)” svolge studi di base nel campo
dell'immunità umorale, dell'immunità cellulo-mediata naturale e acquisita, e delle relazioni
funzionali che intercorrono tra il sistema vascolare ed il sistema immune nel corso dell'infezione da
HIV ed altri patogeni, quali i virus oncogeni associati ai tumori AIDS-relati, o in risposta ad
immunogeni, quali antigeni di HIV/SIV.
Il Reparto “Retrovirologia sperimentale e modelli di primati non umani (Core Lab di Virologia)”
affronta tematiche che vanno dalla ricerca di base (studio dell’infettività e del tropismo virale) fino
alla ricerca applicata sul modello del primate non umano allo scopo di validare nuovi approcci
preventivi e terapeutici applicabili all’uomo.
Il Reparto “Sperimentazione clinica (Core Lab di Sperimentazione)” svolge principalmente
l’attività di conduzione e coordinamento di sperimentazioni cliniche di candidati vaccinali
innovativi per la prevenzione e la terapia dell’HIV/AIDS.
Il Reparto “Infezioni da Retrovirus nei Paesi in via di Sviluppo” da un lato attua il trasferimento dei
prodotti acquisiti dalla ricerca di base ed applicata alla pratica clinica nei Paesi in via di Sviluppo e
dall’altro effettua studi di patogenesi dell’infezione da HIV, e più in generale da retrovirus, nelle
popolazioni dei Paesi in via di Sviluppo, indirizzati ad incrementare la conoscenza della storia
naturale dell’HIV/AIDS e delle infezioni da retrovirus nei paesi economicamente meno avanzati,
che spesso presenta caratteristiche diverse da quelle riscontrabili nei Paesi Occidentali.
DIPARTIMENTO AMBIENTE e CONNESSA PREVENZIONE PRIMARIA
Nel Dipartimento Ambiente sono impiegati circa 175 dipendenti a tempo indeterminato, 65
lavoratori con contratto co.co.co. o a tempo determinato, circa 20 collaboratori con altre tipologie di
contratto. Quindi, il rapporto tra il personale di ruolo e quello precario è di circa 2:1.
I 65 precari a contratto sono 47 ricercatori e 18 tra tecnici di laboratorio e personale amministrativo.
Le loro caratteristiche relative all’anzianità lavorativa sono riportate nella seguente tabella
N° 47 18
media 10 12
Riassumendo l’anzianità lavorativa in anni dei precari del Dipartimento Ambiente è mediamente di
circa dieci anni
NOTA Tutti i nominativi di seguito riportati si riferiscono al personale precario del Reparto
Bonifiche
Relativamente ai 57 Siti di Interesse Nazionale (SIN), il Reparto
− partecipa alle istruttorie tecniche (gruppi di lavoro, Segreterie Tecniche, Conferenze di
Servizi convocate ai sensi dell’art. 14 della L. 241/1990; ecc.) dei progetti di bonifica dei
suoli e acque contaminati ed esprime pareri in relazione ad aspetti igienico sanitari connessi
alla contaminazione, anche in merito alle concentrazioni limite da assumere per i suoli per
parametri non considerati nel D. Lgs.152/2006 e s.m.i.
Attività svolta con l’ausilio di Mario Carere, Maria Rita Cicero e Federica Scaini
− compie sopralluoghi e ispezioni nei vari SIN , nonché su siti da bonificare non definiti di
interesse nazionale ed effettua accertamenti analitici chimici e microbiologici su suoli
contaminati in relazione alla presenza di contaminanti e alla loro trasformazione
biologica, su specifica richiesta di Ministeri, Procure della Repubblica, ARPAs, Provincie,
Comuni, inoltre effettua studi di biorisanamento su suoli che necessitano di bonifica
Attività svolta con l’ausilio di Massimiliano Beccaloni, Ines Lacchetti, Rosa Paradiso e
Fabiana Vanni
− effettua studi delle caratterizzazioni ambientali dei siti a supporto delle indagini
epidemiologiche
Attività svolta con l’ausilio di tutto il personale precario del reparto
− esegue Valutazioni del Rischio igienico sanitario connesso alla contaminazione di aree
agricole
Attività svolta con l’ausilio di Fabiana Vanni
Rifiuti
− sviluppa procedure analitiche riguardanti tematiche microbiologiche ed ecotossicologiche
Attività svolta con l’ausilio di Ines Lacchetti e Rosa Paradiso
Emergenze
Crotone, Gela (CL), Massa Carrara, Napoli, Porto Marghera (VE), Priolo Melilli (SR)
Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze
Il Centro per la Ricerca ed il Controllo dei Prodotti Immunobiologici (CRIVIB) conta al suo interno
52 unità di personale, un terzo dei quali sono precari (15/52). I precari del CRIVIB svolgono nel
settore istituzionale una serie di attività fondamentali per lo svolgimento della missione del Centro,
sono inquadrati nel sistema di Assicurazione della Qualità del Centro e hanno tutti gli obblighi di
riservatezza, confidenzialità e dichiarazione dei conflitti di interesse propri del personale a tempo
indeterminato.
DI COSA SI OCCUPANO
Come già accennato i precari del CRIVIB svolgono nel settore istituzionale una serie di attività
fondamentali per lo svolgimento della missione del Centro che include:
• Svolgimento di attività di ricerca specifiche e finalizzate nel settore del controllo, valutazione e
standardizzazione dei farmaci biologici quali sieri, vaccini, allergeni, citochine, anticorpi
monoclonali, immunoglobuline, medicinali prodotti sia mediante procedimenti classici che
utilizzando approcci biotecnologici; con particolare attenzione allo sviluppo di tecniche o modelli
per valutarne qualità, efficacia e sicurezza;
• Esecuzione, in conformità con le normative nazionali e comunitarie vigenti, dei controlli su ogni
singolo lotto, destinato alla commercializzazione, di prodotti medicinali biologici quali vaccini,
immunoglobuline e pool di plasma ed emissione dei relativi certificati di Batch release;
• Svolgimento di attività di ricerca finalizzata al controllo di nuovi prodotti biologici/biotecnologici,
con particolare riferimento ai prodotti immunobiologici;
• Valutazione e studio delle reazioni avverse ai vaccini, agli emoderivati e ad altri farmaci
immunobiologici;
• Esecuzione del controllo dei farmaci biologici nell’ambito della sorveglianza post marketing;
• Gestione delle attività ispettive alle officine farmaceutiche in base a quanto previsto dagli accordi
con l’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA);
• Partecipazione alle attività di organismi nazionali, in particolare Ministero della Salute (AIFA,
CCM) e internazionali (EMEA, EDQM -Farmacopea, OMCL Network- OMS, CDC, EISS)
nell’ambito di programmi di valutazione e ricerca di competenza del centro;
• Partecipazione e/o gestione di studi nazionali e internazionali di standardizzazione di metodi,
reagenti e di preparazione di standard, nonché di test di proficiency e controlli di qualità esterni
afferenti alle problematiche di interesse del Centro;
• Gestione di banche di dati relative alle attività di controllo, ricerca e sorveglianza condotte dal
Centro.
Risulta evidente quindi l’importanza del lavoro svolto dal personale precario e, di
conseguenza, come la mancanza di tale personale non solo inficerebbe gravemente la qualità
del lavoro, ma talvolta renderebbe addirittura impossibile la realizzazione delle diverse
attività.
DIPARTIMENTO DI TECNOLOGIE E SALUTE (TESA)
Sono una precaria della ricerca, una delle tante, ed ho recentemente compiuto il mio decimo anno
da precaria. Ho svolto il mio lavoro sempre con grande passione e determinazione e, credo, con una
professionalità crescente nel tempo. Nell’Istituto Superiore di Sanità, dove svolgo la mia attività e
dove i precari sono circa 800, rappresentati non solo da ricercatori ma anche da altre professionalità
di servizio alla ricerca, si fa ricerca di base ma anche ricerca di servizio a diversi enti pubblici,
soprattutto quelli afferenti al Sistema Sanitario Nazionale. Mi è capitato di lavorare al servizio di
Comuni, ASL, Regioni, Ministeri e, non di rado, di contribuire a rispondere ad interrogazioni
parlamentari. Di fronte a situazioni di emergenza complessa, legate a problemi di inquinamento
ambientale e alle possibili conseguenze di ordine sanitario, sono stata chiamata in causa, insieme ai
colleghi del mio Reparto, per fornire consulenze, pareri, progettare ed eseguire ricerche, fornire
indicazioni alle popolazioni e ai loro amministratori. Ho svolto la mia attività di ricerca per 8 anni
come co.co.co. ed ultimamente con contratti a tempo determinato. Nonostante la mia esperienza
precedente, ho dovuto partecipare ad una selezione pubblica, vincendola, per iniziare il mio primo
contratto di un anno come dipendente a tempo determinato (TD) su un progetto che avevo
contribuito a produrre e a far finanziare. Poi il contratto è stato rinnovato su altri fondi, legati a
progetti sovvenzionati grazie anche al mio contributo. Faccio presente che le attività svolte con
contratto a TD sono state del tutto simili a quelle svolte con contratti co.co.co., abbinando la ricerca
vera e propria con attività di tipo istituzionale. Dopo dieci anni è tempo di consuntivi e, mi sono
detta più volte, è il caso di provare ad andare fuori, all’estero. A 40 anni, con una famiglia avviata e
due bambini in età scolare, non è una decisione facile, ma forse sarò costretta a questo passo dai
provvedimenti governativi previsti per il prossimo futuro, da quel governo che proprio nei giorni
scorsi mi ha convocato per risolvere scottanti questioni ambientali. Non sarebbe il caso di sanare le
situazioni accumulate (e non governate) negli anni e poi decidere nuove impostazioni? Non sarebbe
il caso di assumere qualcuno con così lunga e qualificata esperienza? Veramente si ritiene che i
concorsi siano la modalità migliore per selezionare ricercatori qualificati? Undici anni di scrupoloso
lavoro, decine di pubblicazioni su riviste indicizzate, parerei a Ministeri, Regioni, Comuni, Enti del
Servizio Sanitario Nazionale, Magistratura, qualità di lavoro quotidiano testimoniata dai diretti
dirigenti di ricerca, non sono sufficienti per un’assunzione? No! Meglio contrarre le spese.
Qualcuno si domanderà se gli 8 anni di co.co.co. possano valere nel computo della mia anzianità
lavorativa. Quelli non valgono niente ai fini di un’eventuale assunzione, non solo ero precaria ma
ero anche invisibile (a chi non vuol vedere la realtà prima di prendere dei provvedimenti). Ben
visibili, invece, siamo noi precarie e precari della ricerca, quando serviamo a risolvere i problemi
della politica che, avendo bisogno di tecnici qualificati, si rivolge ai suoi ricercatori, allora tanto
cari, tanto preziosi. Probabilmente è di fronte ad una nuova urgenza o necessità, che si renderanno
conto della nostra assenza.
N.N. Precaria