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nellumanit non trovare mai risposte? (01/08/16 00.

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Sono qui, a scrivere come al solito assorto nei miei pensieri coperto dalla famoso
pezzo di Eric Prydz, che chi mi conosce di sicuro ricorder o assocer al sottoscritto.
Ma mi rendo conto che non ha pienamente senso quello che sto facendo, quello che
ho fatto e nemmeno quello che far
Basti solo pensare a quel combattimento continuo tra il mio cuore e la mia mente,
che pi correttamente dovrei definire tra il mio istinto di aggrappamento alla vita e la
ragione dinsignificanza. La seconda sa benissimo che potrei benissimo farla finita
ora, perch tanto sono una porzione di presenza che dovrebbe ricordare una potenza
negativa di 10 talmente alta che non basterebbe un numero di 0 pari alle lettere di
questo testo a descriverla, in percentuale. E non solo come qui, ma ora, siccome
sparir dalle coscienze di tutti, si estinguer lumanit, la Terra che verr inglobata da
quella che sar una gigante rossa e, a non rendere pi distinguibile pure la parte
molecolare di noi, il Big Crunch. Non vi senso neppure a pi dimensioni, perch
comunque sarebbe nullificato dallinsieme di sensi che i vari me avrebbero in universi
paralleli, probabilmente infiniti, nullificandomi non solo spazialmente e
temporalmente, ma anche potenzialmente e de-sensificandomi completamente. Basti
pensare a quante distopie giochino su questa verit facendocela assaporare tra lansia
e il terrore che noi desideriamo in un racconto ben costruito.
Le prossime domande non vedetele in senso egoistico, valgono per tutti, ma io
analizzo me siccome sono conscio della mia esperienza in toto, memoria permettendo.
Non ha senso potenzialmente nulla che io faccio quindi, allora perch ho una
coscienza? Vi spiego, perch continuo a scrivere? Perch voglio che qualcuno ascolti e
legga questi miei pensieri in quello sputo di tempo concessoci? Perch il Fato, o
semplicemente linsieme di eventi che genera la nostra intelligenza e capacit, ci ha
dato una coscienza tale da comprendere tutto questo, solo per porci ancora altre
domande?
Realizzo solo che luomo mai contento di ci che ha, pi conosce e pi la coscienza si
rende conto dellossimoro tra il continuare a combattere e realizzare sempre pi i muri
che ci si pongono davanti, in un processo che non ha senso, come forse nemmeno la
coscienza, che ancora non ha propria spiegazione logica. Non ha senso perch questa
coscienza fa nascere in noi conflitti di vario tipo: sentimentali, religiosi, filosofici, fisicoquantistici tutti quesiti che in teoria nemmeno ha senso farci, perch non
porterebbero a niente nellEssenza del Fato. Ma nonostante ci ci preoccupiamo del
futuro, e di tramandare qualcosa, che paradossalmente danneggia il prossimo quando
noi crediamo di aiutarlo. Tecnicamente sarebbe meglio eliminarci, ma non lo dico per
questioni etiche di inquinamento, spazio vitale, o utopie extraterrene, lo dico perch ci
stata aggiunta qualcosa che, vista da s, una maledizione che traportiamo con noi.
Ma la manteniamo, grazie a un combattere tra opposti che genera sempre nuove
domande. Similmente al paradosso di Achille e la tartaruga, una risposta genera
unesigua felicit, ma creer nuove domande per lumanit in un processo per cui non
si raggiunger mai la risposta definitiva, tuttavia il conflitto genera una ricompensa
morale e fisiologica sufficiente per continuare.
Lossimoro appunto ancor vigente per via di un istinto, laggrappamento alla vita,
che continua a far sviluppare in noi non solo desideri, ma anche la forza di
raggiungerli, che io associo a un Chakra che raccoglie in s pura forza vitale e
volont, a volte crescente e a volte a malapena percepibile; se cos non fosse non mi
sentirei unesistenza, non mi sentirei vivo nel manifestare certe maniere, non mi

chiederei nemmeno nulla perch non proverei stimoli, sarei solo schiacciato dalle
dimensioni in un Big Crunch prematuro. Sbaglio perci a continuare a combattere,
come in teoria sbaglio a farmi domande. Eppure lo si fa, in un disegno che pur
sapendo intoccabile (letteralmente, essendo ridotti a puntini adimensionali dalla
vastit dellinfinito de-sensificante) si aspira a raggiungere per valore personale e
collettivo.
Ma stabile? No, per nulla, essendo appunto un conflitto. tutto unopposizione, in
ogni porzione considerata: luniverso, materia e antimateria, ordine e disordine, una
persona con unaltra. Analizzando i meriti delle osservazioni si deduce che nel suo
essere confuso e caotico, questo contrasto riflette ogni altra cosa nel Sistema. Questo
basta a far capire che Dio non esiste siccome pretende che tutto abbia un ordine per
legge ironicamente universale, a priori. Questo pu far capire come non ha senso
parlare di conquiste, di generi, di culture. Non solo in virt dellinfinito, ma anche
eticamente, siccome nulla sar o interamente liscio o interamente ruvido. Certe
domande penso debbano essere lasciate senza risposta, perch la visione metafisica
una presa di posizione che non porta comunque a nulla, se non a una tranquillit
temporanea, e allo stesso modo si tende a giustificare il s dandogli una qualche
figura diversa e particolare, opponendolo agli altri. Ma ogni cosa un miscuglio a s in
un che di uguale e diverso assieme. Anche se due elementi sembrano combaciare, tra
due pezzi di un puzzle vi sempre un po daria.
Se nulla perfetto, lirrisolvibilit di tale questione si termina solo in due modi: il
primo finirla, cio eliminare la coscienza per eliminare la fonte di quesiti fino alla
prossima reincarnazione, e rimandare il problema eventualmente a pi riprese; il
secondo essere soggettivi cio adattare i pezzi del puzzle: ad essere onesti anche
questo rimanda solo il problema, io nel farlo non trovo mai risposte che mi fermino
davvero, questo perch non si pu prendere lordine in un cosmo che non lo
concepisce. Quindi cerchiamo, in virt del non avere senso noi stessi, di modellare un
po lentropia per un fine insignificante ma che nel suo (esser) punto sia risolutivo:
far bene a chi non si pone problemi cos grandi, ma si dispera per dei piccoli problemi,
(in apparenza). Aggiungo, questistinto, spesso, porta a opportunismo,
incomprensione, nostalgia perch pu esserci una disparit tra ruoli,
paradossalmente un punto minore ed uno maggiore, poich presi da due sistemi di
riferimento diversi. E da qui altre domande, che come prima, si sentono da reputarsi
necessarie, per un risultato che percepiamo possibile, sia esso lontano o vicino, come
se tanto la distanza stessa fosse adimensionale, in una pulsione che rimane spesso
con sempre minori risposte.
Non ha senso la memoria, non ha senso il gesto e non ha senso il vivere ma la
coscienza ci costringe a non sentire questovviet e a farci sentire necessari. Nelle
nostre piccole domande e risposte ci illudiamo molteplici, se non infinite (come i
numeri compresi tra 0 e 1, tra un inizio e una fine) volte, e cos facendo operiamo nel
nostro spazio e nel nostro tempo, in un valore soggettivo che non sembra essere
schiacciato da nessuna legge, traendo da ogni esperienza del bene per s e per gli
altri. In un termine: Resilienza. Con questo potere possibile cercare di eliminare i
grandi opposti come le guerre e discriminazioni; la globalizzazione potrebbe essere
vista come un tentativo, ma rimane purtroppo ancora un pretesto per nascondere
grandi disagi e disparit. Se questi fossero frantumati nei piccoli opposti di cui
lentropia propriamente fatta, manterremo in ogni vera coppia relazionale le
piccole differenze che ci fanno sentire utili e distinti ma non smetteremmo mai di
sentirci simili. Perch, pur dovendo, non vorremmo mai morire, specialmente quando

troviamo qualcuno che rispecchia il nostro volere dentropia, in un magico sogno che
ricorda lamnesia.
Non ho portato risposte, solo domande su cui riflettere, seguendo il comune copione.
Passera Davide.

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