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Sonderdrucke aus der Albert-Ludwigs-Universitt Freiburg

ALBIN ESER

La tutela penale dellambiente in Germania

Originalbeitrag erschienen in:


Lindice penale 23 (1989), S. [231]-247

Studi e documenti

LA TUTELA PENALE DELL'AMBIENTE IN GERMANIA (")

Quando da giurista straniero si ha l'onore di poter tenere una conferenza in


occasione dell'anniversario della pi antica scuola di diritto dell'occidente e nell'ambito delle Giornate della nazione tedesca , la scelta pi naturale sarebbe quella
di occuparsi di un tema che abbia ad oggetto la storia dei rapporti tra il diritto
romano-italiano e quello tedesco. Il fatto, invece, che in questa sede sia stato privilegiato un argomento quale quello della tutela penale dell'ambiente in Germania ,
argomento di cui assai improbabile che Irnerio ed Accursio tanto per citare solo
due dei molti maestri bolognesi del diritto si siano gi occupati, pu spiegarsi facendo ricorso almeno a due ordini di considerazioni: anzitutto perch la propria
reverenza nei confronti di una cos veneranda istituzione pu dimostrarsi anche
confidando nella sua capacit e disponibilit a confrontarsi coi probemi del presente
e del futuro, e poi perch quello della tutela dell'ambiente un problema la cui soluzione affidata anche agli scienziati e, non ultimo, necessita della cooperazione internazionale.
I. Il retroscena internazionale
Nessuno, oggi, pu seriamente contestare il fatto che, negli ultimi decenni, la
minaccia ecologica ha assunto dimensioni un tempo sconosciute per qualit e quantit: morte di intere foreste, inquinamento di mari e fiumi, aggravio delle condizioni
dell'aria e disturbi dell'atmosfera, contaminazioni del suolo e pericoli provocati da
materiali nucleari. Queste ed altre forme di aggressione ai fondamenti naturali della
vita, hanno cos costretto un po' in tutto il mondo i vari legislatori all'adozione di
misure giuridiche di tutela, col risultato, per, di dover oggi constatare l'esistenza di
un autentico profluvio di norme, il cui insieme gli stessi esperti in materia riescono
a malapena a dominare (1).

(*) Testo, rielaborato ed ampliato, della conferenza tenuta in occasione del


IX centenario dell'Universit di Bologna, ed inserita nel ciclo Bologna - Nazioni:
paesi di lingua tedesca (4-5 novembre 1988). Un particolare ringraziamento va al
dott. Giinter Heine (Max-Planck-Institut fiir auslandisches und internationales Strafrecht-Freiburg) per la sua collaborazione e al dott. Mauro Catenacci (Universit di
Teramo) per la traduzione in lingua italiana.
( 1) Cfr. in dettaglio HEINE, Erkennung und Verfolgung von Umweltstraftaten im
europiiischen Rechtsraum, in Umwelt und Planungsrecht, 1987, 281-291 (288 ss.); in
generale anche ESER, ikologisches Recht, in MARKL (a cura di), Natur und Geschichte, Miinchen, 1983, 349-396 (388). Sull'argomento si veda, inoltre, TRIFFTERER,

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Questa mancanza di trasparenza, di per s criticata da pi parti, viene di solito


ricondotta al fatto che, attraverso la minaccia ambientale, l'intero ordinamento giuridico stato messo alla prova ( 2) e che, di conseguenza, il complesso normativo
venutosi cosi a creare, ha finito a sua volta con l'essere oggetto di diversi rami del
diritto: del diritto amministrativo, l dove si tratta, ad es., di autorizzazioni all'esercizio di attivit economiche; del diritto civile, per quanto riguarda come ad es. nella distruzione della fauna marina un eventuale risarcimento del danno ( 3); ed infine
anche del diritto penale, alla cui funzione di riprovazione si spesso costretti a
ricorrere, anche e solo per favorire il formarsi di una coscienza sociale in favore
dei beni ambientali (4).
In linea di principio, dunque, l'uso del diritto penale quale ulteriore strumento
di tutela dell'ambiente fuori discussione; ci che invece, in tutto il mondo, ancora suscita un insieme di risposte differenziate, la domanda relativa al come e
con quali strumenti questo vada realizzato. Una prima forma d manifestazione del
problema gi rinvenibile in un interrogativo assai controverso, la cui problematicit, qui in Italia, sembra essersi evidenziata soprattutto in margine al dibattito sulla
c.d. decodificazione ( 5 ): si tratta, cio, anzitutto di stabilire se la tutela dell'ambiente possa rimanere confinata nell'ambito del diritto penale accessorio, in quanto
mero allegato del diritto amministrativo, o se invece i reati ambientali vadano
equiparati ai delitti tradizionali attraverso il loro inserimento nel codice penale.
A differenza di paesi come il Belgio, l'Italia e la Gran Bretagna, il legislatore
tedesco, nel 1980, analogamente a quanto verificatosi in Austria, R.D.T., Svezia,
Spagna e Portogallo, ha compiuto questo passo, trasferendo il diritto penale a tutela
dell'ambiente dalla legislazione accessoria al codice penale e rivalutandone cos in
modo considerevole il significato.
Prima di riferire dettagliatamente su questa legislazione (III), volgeremo per
un attimo lo sguardo al passato (II). Poi tratteremo delle esigenze di riforma ancora
esistenti (IV), per concludere infine con alcune considerazioni di carattere generale (V).
II. Retrospettiva storico-giuridica
Per chi muove da quell'idea piuttosto diffusa, secondo la quale la tutela dell'ambiente sarebbe solo una conquista del nostro tempo, pu costituire una sorpresa il
fatto che sanzioni a contenuto ecologico erano conosciute gi presso le civilt
pre-cristiane (6): cos, ad es., l'importanza delle risorse idriche presso gli Ittiti

Recht als eines der Instrumente zur Bewiiltigung der Umweltkrise, in BAUER-VIRT
(a cura di), Fiir ein Lebensrecht der Schapfung, Salzburg, 1988, 48-142, 58 ss., 90,
107 ss.
(2) Sulla necessit, tuttavia, di una trattazione omogenea dei problemi del diritto ambientale v. in generale ESER, ult. cit., 373 ss.
(3) Per un'ampia panoramica sul punto si veda PRABRU, Protection against Chemical Hazards, Ottawa, 1988, passim.
(4) Sull'argomento v. HEINE, Aspekte des Umweltstrafrechts im internationalen
Vergleich, in Goltdammer's Archiv far strafrecht, (GA), 1986, 67-88; ID., Erkennung,
cit., 281 ss.; HEINE-MEINBERG, Empfeblen sich Anderungen im strafrechtlicben Umweltschutz, insbesondere in Verbindung mit dem Verwaltungsrecht?, Miinchen, 1988,
D. 107 ss.
(5) COS HEINE-CATENACCI, Umweltstrafrecht in Italien, in Zeitschrift fiir die
gesamte Strafrechtswissenschaft, (ZStW), 101, (1989), I.
(6) Su quanto segue nel testo, si veda ci che, in dettaglio, riportato in

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ricavabile da quella disposizione del codice Ur-Nammu di Lagasch (2100 a.C.), secondo
la quale la contaminazione di un pozzo comporta una sanzione pecuniaria ( 7). In
epoca romana, poi, le norme di diritto ambientale poggiavano essenzialmente sullo
sviluppo delle azioni negatorie di diritto civile e su forme rudimentali di pianificazione, quali ad es. la regolamentazione e la cernita di specifici territori per l'esercizio
di attivit artigianali in grado, a loro volta, di provocare emissioni nell'atmosfera (8).
Nel Medio Evo, invece, il diritto penale aveva gi un ruolo rilevante: il divieto
di gettare piante avvelenate nelle acqua era, infatti, previsto fin dalla costituzione di
Melfi di Federico II (1231) (9); e la pulizia dei pozzi in quanto fonti di vita nella
citt medievale veniva gi assicurata ad es. dal regolamento municipale di Friburgo
del 1520, a norma del quale l'insozzamento dei pozzi con pregiudizio dell'utilit
comune e dell'uso di tutti i cittadini era punibile con l'allogamento ( 10). Anche
l'intromissione non autorizzata nei boschi talvolta era minacciata con sanzioni crudeli: fonti del diritto a carattere locale prevedevano ad es. che, a chiunque tagliasse
una quercia, venisse a sua volta mozzata la testa o che, in caso di scortecciamento
cum dolo malo , venissero estratte le viscere del corpo dell'autore (11).
Mentre queste sanzioni vanno forse intese come pene sacrali , risalenti all'epoca germanica e simboleggianti una sorta di sacrificio all'anima dell'albero , regolamenti di epoche relativamente pini recenti si mostrano, in parte, gi improntati su
finalit di miglioramento in positivo dell'ambiente: cos, ad es. un'ordinanza di
Dresda del 1700, nella quale al parroco veniva vietata la celebrazione di un matrimonio, finch la coppia di sposi non avesse provato ufficialmente di aver piantato
un certo numero di alberelli (12).
Fortemente influenzate dallo spirito autoritario dell'assolutismo illuminato (13),
sono invece quelle ordinanze che minacciano con pena quegli spavaldi bricconi
che, per le strade o altrove, provocano disordini o commettono rozze scostumatezze ( 14); va da s, tuttavia, che queste norme, pur se utilizzabili per la tutela dagli
schiamazzi, erano in realt finalizzate al mantenimento della moralit e dell'ordine
pubblico.
Infine nel XIX secolo da registrare, quale reazione alla nascente industrializza-

HEINE,

Okologie und Recht in historischer Sicht, in LOBBE-STRKER (a cura di),


Okologische Probleme im kulturellen W andel, Paderborn, 1986, 116-134; ID., kologie und Recht: Zur historischen Entwicklung normativen Umweltschutzes, in GA,
1988, XII, 000; ID., Umweltbezogenes Recht im Mittelalter, in HERRMANN (a cura di),
Nutzung und Gestaltung von Umwelt im spiiten Mittelalter und der friiben Neuzeit.
(7) 29 del codice Ur-Nammu, rip. in HAASE, Die keilschriftlichen Sammlung
in deutscher Forschung, 2 ed., Wiesbaden, 1979, 110.
(8) Si veda in proposito, quanto riportato da HEINE, kologie und Recht, cit.,
119 ss.
(9) Cfr. CONRAD - VON DER LIECK-BUYKEN - WAGNER, Die Konstitutionen von Melfi, III, 1973, 333.
(9 Per ulteriori esempi ed indicazioni su questo periodo, v. HEINE, Umweltbezogenes, cit.
(11) Cosi ancora HEINE, Okologie und Recht: Zur historischen Entwicklung,
cit., 122.
(12) Si veda in proposito OLSCHOWY, Natur und Umweltschutz in der Bundesrepublik Deutschland, Hamburg, 1973, 23 ss.
(13) Questa l'assai efficace definizione di BLOY, Die Straftaten gegen die Umwelt
im System des Rechtsgiiterschutzes, ZStW , 100, (1988), 485-507 (486).
(14) Cosi. il 183 II 20 dell'allora vigente PreuBisches Allgemeines Landrecht .

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zione, l'abbandono dei criteri di intervento contingente, propri di epoche passate,


in favore di principi generali di amministrazione. t in tale contesto che al diritto
penale vengono assegnati compiti di tutela della collettivit, sotto forma per cos
dire di diritto speciale di polizia, come stanno a testimoniare alcune leggi dei
Under tedeschi a tutela delle acque, che punivano soprattutto l'inosservanza di
obblighi di denuncia o, pi in generale, la violazione di norme amministrative a
tutela delle risorse idriche ( 15 ). La stessa, modesta entit delle pene previste denaro fino a 150 marchi ( 16) tuttavia indizio di come, alla purezza delle acque, in
questa fase non fosse ancora riconosciuta la qualit di bene giuridico degno di tutela
nell'ambito del diritto penale criminale.
Queste osservazioni offrono il pretesto per affrontare il quesito fondamentale
circa oggetto e scopo propri della tutela dell'ambiente: si tratta della tutela di animali, piante e, pi in generale della natura in quanto soggetti di diritto? O, in fin
dei conti, solo della loro utilit per l'uomo? In una retrospettiva storica la risposta
va comunque cercata in concezioni esclusivamente antropocentriche ( 17). Cos, ad es.,
il divieto di affaticamento degli animali, contenuto nel codice babilonese di Hammurabi (XVII secolo a.C.), era fondato non tanto sulla necessit di tutelare la salute
delle specie animali e tanto meno della singola bestia , quanto sul bisogno di
salvaguardarne le capacit di lavoro ( 18). Anche il diritto romano sanzionava l'uccisione con malvagit di un animale pi in considerazione delle sue possibilit di impiego
in agricoltura che non per motivi legati ad una vera e propria tutela degli animali (19).
Analogamente, i vari diritti municipali dell'alto medio evo, davano spazio ad una
vera e propria tutela dell'ambiente solo nei casi in cui interessi umani materiali venivano a coincidere casualmente con la tutela e la promozione di specifici beni ambientali, come ad es. nella previsione di c.d. stagioni di chiusura della caccia (20).
Anche l'attivit di rimozione dei rifiuti, cos come regolata dagli statuti municipali,
e la tutela delle acque, erano a loro volta indirizzate non tanto alla protezione di
beni ecologici quali ad es. un certo paesaggio o un fiume , quanto alla salvaguardia o al miglioramento delle condizioni di esistenza dell'uomo ( 21 ). Lo stesso dicasi,
infine, per il codice penale tedesco del 1871, che nel punire il maltrattamento di animali (5 360 n. 13 StGB), guardava, secondo una logica antropocentrica, pi alla piet dell'uomo per gli animali che a questi ultimi intesi nella loro individualit (22): il
male da evitare, cio, non era tanto il tormento per la bestia, quanto il danno arrecato

(15) Anche con riferimento a questa fase dell'esperienza giuridica tedesca in materia ambientale, assai utile la documentazione raccolta da HEINE, Umweltstrafrecht
in der Bundesrepublik Deutschland: Entwicklung und gegenwiirtiger Stand, in ESER KAISER (a cura di), Drittes deutsch-sowjetisches Kolloquium, Baden-Baden, 1987,
69 ss.
(16) 106 della legge sulle acque del Baden (Wassergesetz Baden) del 18 giugno 1899, in Gesetz- und Verordnungsblatt (GVBI.), 1899, 309 ss.
(17) Si veda in proposito KEDZIA, Das Recht des Biirgers auf die Nutzung der in
der natiirlichen Umwelt repriisentierten Werte in der Volksrepublik Polen, in BERNHARDT - DELBRCK - V. MONCH - RUDOLF (a cura di), Fiinftes deutsch-poltzisches Juristen-Kolloquium, Baden-Baden, 1981, 55 ss.
(18) Sull'argomento WIEGAND, Die Tierquider, Liibeck, 1979, 25.
(19) Cfr. VOGEL, Der bundesstrafrechtliche Tierschutz, diss., Ziirich, 1980, 76.
(2) Si veda a tal proposito WIEGAND, Die Tierqaulerei, cit., 28 ss.
(21) In tal senso RAUSCHNING, Staatsaufgabe Umweltschutz, in Verffentlichungen
der Vereinigung der Deutschen Staatsrechtslehrer (VVStRL), 38 (1980), 170.
(22) Cfr. LORZ, Tierschutzgesetz, Miinchen, 1987, 3 ed., 57.

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al sentimento umano da simili visioni ( 23 ). In altri termini: tutela dell'animale solo


se finalizzata a quella d'uomo.
Il carattere mediato di questo tipo di tutela, cos fortemente caratterizzante
la legislazione ottocentesca in materia, si manifestava anche nel suo essere fortemente
ritagliata sull'individuo e, conseguentemente, limitata nello spazio. Tutela, dunque
microcosmica , per cos dire, che venne per travolta all'inizio del XX secolo dallo
sviluppo di nuove tecnologie basate sull'uso intensivo di materie prime e di energia
e dalla massiccia urbanizzazione di grandi zone del globo; tutti fattori, in buona sostanza, grazie ai quali in tempi recentissimi, la minaccia all'equilibrio ecologico
cresciuta non solo in quantit ma anche in qualit ( 24). Le varie forme di aggressione
all'ambiente, nei secoli passati circoscrivibili entro confini regionali, si sono cos aggravate fino a costituire un coacervo di agenti che, pur se ad effetto reciproco, si
propagano autonomamente per interi Paesi anzi, per tutto il pianeta e minacciano ogni essere vivente, cos che ad essere messa in gioco non pi solo la qualit
della vita ma la stessa esistenza biologica dell'uomo e del suo habitat (25).
L'aumento, qualitativo e quantitativo, dei pericoli per l'ambiente, si era tuttavia ripercosso sui caratteri della legislazione tedesca gi sul finire dello scorso secolo:
mentre il codice penale del 1871 prendeva in considerazione solo in modo sporadico
interessi ambientali e cio, oltre che nel gi riportato maltrattamento di animali
(5 360 nr. 13), attraverso l'incriminazione dell' avvelenamento di comune pericolo (5 324) e dei rumori molesti per la quiete pubblica (5 360 nr. 11) , per il
resto la tutela dell'ambiente era rimessa al diritto amministrativo e alle autorit
locali. O meglio: l'attivit della pubblica amministrazione trovava, alla fin fine, un
valido supporto in una norma in bianco contenuta nel codice penale e sanzionante
l'inosservanza dei regolamenti di polizia adottati per il mantenimento della sicurezza, della tranquillit, della pulizia e della quiete su pubblici sentieri, strade, piazze
e vie d'acqua (5 366 comma 1, nr. 10); ma la decisione circa l'oggetto della tutela
rimaneva nelle mani della pubblica amministrazione, tanto che, allo stesso modo che
oggi in Italia (26), in dottrina si parlava di stravolgimento del diritto penale a mero
strumento di amministrazione pubblica (n).
Proprio questa stretta dipendenza dall'attivit amministrativa inoltre, aveva finito
col creare molti vuoti di punibilit , vuoti che la magistratura di questo secolo,
soprattutto negli anni '50, cerc a sua volta di colmare ricorrendo a fattispecie classiche contenute nel codice penale. Se poi si pensa al fatto che fenomeni, quali ad es.
la morte di pesci dovuta all'inquinamento delle acque, venivano ricondotti alla fattispecie di danneggiamento (5 303 StGB) o all'inosservanza di legge a tutela degli
animali (28), non pu non saltare agli occhi il parallelismo che sembra correre tra

(23) Cfr. v. IHERING, Der Zweck im Recht, I, 3 ed., 1893, 141. Per altre teorie
sulla tutela degli animali cfr. VOGEL, Der bundesstrafrechtliche, cit., 125 ss.
(24) Si legga, infatti, quanto a proposito riportato dall' Oko-Almanach , 1982-83
alle pp. 14 ss., 15 ss. e 134 ss.
(25) Cfr. KAIER (a cura di), Global 2000. Bericht des Priisidenten. Deutsche
Ausgabe, 36 ed., Frankfurt, 1981, 26 ss.; nonch il gi cit. 3ko-Almanach alle
pp. 301 ss.
(26) Cfr HEINE - CATENACCI, Umweltstrafrecht, Cit.
(27) COSI. BAUMANN, Der strafrechtliche Schutz der menschlichen Lebensgrundla.
gen, in Zeitschrift fiir Wasserrecht (ZFW), 1973, 63-77 (66), con ampi riferimenti

alla legislazione di quel periodo.


(28) La vicenda descritta in tutti i suoi particolari da WOSTHOFF, Verschiirfte

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queste vicende e quelle caratterizzanti l'atteggiamento della magistratura italiana negli anni '70 (29).
A fronte di questa situazione, nel 1960 fu comunque compiuto un passo decisivo
sulla strada di una generale riforma in materia ambientale, attraverso l'emanazione
di una nuova legge sul governo delle acque ( Wasserhaushaltsgesetz ), che coordinava in modo organico la gestione delle risorse idriche su tutto il territorio federale, e attraverso la creazione di una fattispecie penale contro l'inquinamento delle
acque (30 ). Nel periodo immediatamente successivo accanto ad importanti strumenti amministrativi di controllo quali la legge sullo smaltimento dei rifiuti
( Abfallbeseitigungsgesetz ) (1972) e la legge federale sulle immissioni (Bundesimmissionsschutzgesetz ) (1974) vennero emanati pi di 600, tra leggi e regolamenti a contenuto ecologico, senza tuttavia che, nei fatti, questo effluvio di norme
portasse ad una maggiore efficienza nella lotta ai fenomeni inquinanti. In realt,
come ebbe ad osservare nel 1978 lo stesso comitato di esperti per problemi dell'ambiente appositamente istituito dal governo federale, ci che mancava a quella
legislazione era un programma chiaro e consistente; cosa, questa, che, data anche
l'estrema genericit di molte di quelle norme, in fase di esecuzione aveva posto le
autorit amministrative di fronte a gravi conflitti d'interessi, difficilmente risolvibili
e diversi da luogo a luogo (mi riferisco qui soprattutto allo slogan ecologia contro
economia ) (31 ). In quella sede, inoltre, un aspetto particolarmente problematico venne individuato nella sproporzione esistente tra i costi amministrativi e l'esiguo numero
delle condanne. Il legislatore tedesco si vide cos chiamato ad una generale riforma,
le cui esigenze egli cerc, quanto meno in parte, di soddisfare emanando nel 1980
una legge per la lotta alla criminalit ambientale (32).
III. Caratteristiche dell'attuale diritto penale dell'ambiente
Siamo cos arrivati all'attuale sistema di tutela penale dell'ambiente, sistema che,
data la concisione cui qui necessario attenersi, non pu che essere presentato nelle
sue linee generali. I punti su cui a mio avviso, tuttavia, val la pena di riferire sono
i seguenti:
1. Sul piano politico-criminale l'idea-base costituita dalla decisione di espungere il diritto penale a tutela dell'ambiente dal settore annesso al diritto amministrativo e di inserirlo nel codice penale. In questo modo si voluto certamente dare un
segnale importante per il formarsi di una coscienza sociale in favore dei beni ambientali (33): i reati contro l'ambiente non sono infrazioni contro l'ordine pubblico
bens veri e propri delitti, allo stesso modo riprovevoli come le lesioni, il furto, la
truffa. Mi sembra, d'altra parte, che lo scopo di prevenzione generale perseguito

Strafen gegen Betriebsleiter wegen unzuliissiger Abwassereinleitung, in Der Betriebsberater, 1953, 133-136 (134).
(29) Sul punto HEINE - CATENACCI, Umweltstrafrecht, cit.
(30) Cfr. Bundestags-Drucksache (BT-Drs.), II. Wahlperiode n. 2072 (11/2072),
16 ss.
(31) Vedasi, in proposito, la relazione parlamentare sull'ambiente (Umweltgutachten) del 1978, in Bt-Drs. 8/1938, 472 ss., in part. 499 ss. e 507 ss.
(32) 18. Strafrechtsnderungsgesetz (StG) del 28 marzo 1980, in Bundesgesetzblatt (BGB1.), 1980, I, 373.
(33) Cfr. BT-Drs. 8/2382, 1 ss.

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attraverso questa rivalutazione dei reati a sfondo ecologico, sia stato raggiunto: non
solo migliorata la coscienza collettiva al riguardo, ma gli stessi industriali sono diventati pi sensibili nei confronti delle attivit di indagine da parte di polizia e
procure.
2. L'espunzione delle fattispecie ambientali dal diritto amministrativo assume
un significato particolare anche in relazione allo scopo della tutela. Cosi facendo, infatti, si affermato in modo chiaro il principio secondo il quale il diritto penale
dell'ambiente non persegue la mera protezione delle leggi amministrative e degli
scopi di governo, distribuzione e organizzazione delle risorse ambientali che le caratterizzano, ma degli stessi elementi biologici che costituiscono l'involucro naturale entro cui si svolge la vita dell'uomo: e cio non solo l'acqua, l'aria ed elementi
del paesaggio, ma anche il mondo degli animali e delle piante, ai quali da riconoscere la dignit di oggetto di tutela tutte quelle volte in cui, per loro tramite, viene
perseguita la tutela della salute umana (34).
3. Sotto il profilo strettamente tecnico va tuttavia aggiunto che la c.d. accessoriet al diritto amministrativo stata comunque conservata. Il che, in linea di
principio, significa: cosf come in passato anche nelle fattispecie del codice penale
poste a tutela dell'ambiente si fa riferimento, in modo espresso o tacito, a leggi
speciali di diritto amministrativo, come ad es. nei casi in sui la condotta offensiva
presuppone, a sua volta, un avvertimento preliminare o, al contrario, giustificata dall'esistenza di una autorizzazione ( 35 ). Ci dipende dal fatto che lo Stato sociale ha comunque affidato al diritto amministrativo criteri di massima e poteri
discrezionali per individuare l'adeguatezza o l'inadeguatezza sociale di determinate
condotte; e il diritto penale deve tener conto di tutto ci, sia che si tratti di princfpi generali, che dell'esercizio di poteri discrezionali rispetto al caso singolo. Anche
in questi casi, infatti, vale il principio secondo cui va salvaguardata, nei limiti del
possibile, l'unit dell'ordinamento giuridico. Solo nell'ipotesi di pericolo grave attraverso lo sprigionarsi di sostanze velenose (Si 330a StGB) la sanzione penale totalmente
sganciata dal diritto amministrativo: si tratta di un delitto di pericolo concreto, suggerito dalla tragica vicenda di Seveso e rispetto al quale non pu prendersi in considerazione alcun principio autorizzativo. Il motivo facilmente comprensibile: la
situazione di pericolo presupposta da questa fattispecie talmente grave da escludere la sua stessa capacit ad essere autorizzata (36).
Fin qui in generale. Per quanto riguarda le singole fattispecie, valga, in breve,
quanto segue.

(34) Cfr. BT-Drs. ul. cit., 10. A testimonianza del prevalere, sia nella prassi
che in dottrina, di un'interpretazione n chiave ecologica del bene giuridico v.
Bundesgerichtshof (BGH), in Neue Zeitschrift fiir Strafrecht (NStZ), 1987, 323-326
(324) con nota in senso favorevole di RUDOLPHI, Oberlandesgericht (OLG) Frankfurt,
ivi, 508-510. In dottrina v. ad es. ESER, kologisches, cit., 386 e BLOY, Die Straftaten,
cit., 488 ss.
(35) Pi dettagliatamente sul punto HEINE - MEINBERG, Empfehlen sich, cit., D
45 ss.
(36) In tal senso CRAMER, in SC:HNKE - SCHRDER, Strafgesetzbuch, 23 ed., Miinchen, 1988, sub 330, 2087 nr. 1; DREHER - TRNDLE, Strafgesetzbuch und Nebengesetze, 44 ed., Miinchen, 1988, sub 330a, 1677 nr. 1; STEINDORF, in JESCHECK Russ - WILLMS (a cura d), Leipziger Kommentar, 10 ed., Berlin, 1986, sub 330a,
nr. 2.

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4. Nel settore dell'inquinamento idrico, la punibilit abbraccia ogni forma di


inquinamento delle acque o comunque di modificazione in senso peggiorativo delle loro propriet ( 324 StGB). La predisposizione di una cos ampia tutela, si spiega anzitutto col fatto che, secondo il diritto amministrativo, qualsiasi forma di intervento sulle acque , in linea di principio, vietata (37). Nella fattispecie vengono,
cos ricomprese non solo le forme pi evidenti di inquinamento, ma, nei limiti del
possibile, anche quelle, meno appariscenti, di peggioramento delle qualit fisiche,
chimiche o biologiche (38). Va aggiunto che, in sede processuale, non possibile difendersi sostenendo che, al momento della commissione del reato, l'acqua era gi
inquinata (39). La giurisprudenza, infatti, soprattuto quando si tratta di scarichi industriali, cerca di contrastare questa obiezione prima molto frequente attraverso
una sorta di auto-agevolazione dell'onere probatorio: se l'attivit di scarico ha modificato in peggio le propriet dell'acqua, superando, nel contempo, valori-limite stabiliti
dalle autorit amministrative, la fattispecie comunque integrata, senza che ci
sia bisogno di provare quantit, contenuto e momento dell'avvenuto scarico (40). Da
tutto ci potrebbe ricavarsi la sensazione di una vicenda giurisprudenziale analoga
a quella verificatasi per i tassi di presenza alcoolica nel sague (Blutalkoholwerte)
cui si usa far riferimento nell'applicazione dei reati in materia di circolazione stradale (55 316, 315c StGB): in quel caso, infatti, l'accertamento di una percentuale
dell'1,3 0 /. fonda l'irrefutabile presunzione dell'incapacit alla guida (41 ). Nel settore
ambientale, tuttavia, siamo ancora lontani dalla costruzione di simili standars generali di pericolo (42).
5. In confronto all'ampia tutela predisposta per le risorse idriche, il campo
di applicazione della norma contro l'inquinamento atmosferico (5 325, comma 1, nr. 1
StGB) molto limitato. t vero, infatti, che la legge, in questa ipotesi, non richiede
(37) Cos 2 Wasserhaushaltsgesetz. Maggiori dettagli sul punto in HEINE MEINBERG, Empfehlen sich, cit., D 123 ss. Cfr. anche BREUER, Konflikte zwischen

Verwaltung und Strafverfolgung, in Die iiffentliche Verwaltung, 1987, 169-183 (177


ss.). Inoltre, va qui messo in evidenza che a norma del 330d nr. 1 StGB, nel con-

cetto di acque sono da ricomprendersi anche le acque freatiche e il mare.


(38) Fondamentali a tal proposito, OLG Stuttgart, in Neue Juristische Wochenschrift (NJW), 1977, 1406-1407 (1406) con nota di SACK, e OLG Frankfurt, NJW,
1987, 2753-2757 (2754), cosi come le osservazioni di HEINE - MEINBERG, Empfehlen
sich, cit., D 33 e D 42 ss.
(39)OLG Stuttgart in Monatsschrift iiir Deutsches Recht (MDR), 1976, 690-691
(690); SACK, Umweltschutz-Strafrecht, 3 ed., Stuttgart, 1988, sub 324, 17 nr. 45;
STEINDORF, in Leipziger Kommentar, cit., sub 324, nr. 33 ss.; TRIFFTERER, voce
Umweltstrafrecht, in ULSAMER (a cura di), Lexikon des Rechts, Neuwied, 1988, 8/

1700, 4.
( 4) Cosi ad es. OLG Frankfurt, cit., 2753 ss.; LG Bonn, NStZ, 1987, 461. In
dottrina DAHS, Der Cberwachungswert im Strafrecht - ein untauglicher Versuch,
NStZ, 1987, 440-441 (441); FRANZHEIM, Die Umgrenzung der wasserrechtlichen
Einleitungserlaubnis als Rechtfertigungsgrund des Straftatbestandes der Gewiisserverunreinigung, NStZ, 1987, 437-440 (437); SAMSON, Gewasserstrafrecht und wasserrechtliche Grenzwerte, in Zeitschrift fiir Wasserrecht, 1988, 201-209 (201 ss.).

(41) Per una dettagliata documentazione sul punto v. CRAMER, in SCHNKE SCHRDER, Strafgesetzbuch, cit., sub 316, 2008 nr. 4.
(42) Cos, con maggiori approfondimenti, HEINE - MEINBERG, Empfehlen sich, cit.,
D 43 ss., dove, comunque (pp. 129 ss.), vengono proposti dei criteri di massima per
l'adozione di simili standars anche nei reati contro l'ambiente. Cfr. inoltre KELLER,
in Landkreistag Baden-Wiirttemberg (a cura di), Umweltschutz und Strafrecht unter

besonderer Beriicksichtigung des Verwaltungsrechts, Stuttgart, 1988, 10.

STUDI E DOCUMENTI

239

la causazone di un danno la maggior parte delle volte dif ficile da provarsi , bens
l'idoneit al danno, e cio che la modificazione delle qualit dell'aria provocata dal
soggetto agente era astrattamente idonea a produrre un danno per la salute, per
animali, piante o cose di particolare valore ( 43 ); altrettanto vero, tuttavia, che in
base alla stessa norma, sono punibili solo quelle condotte realizzate nell'ambito di
attivit imprenditoriali il che significa, ad esempio, generale esclusione dell'inquinamento da gas di scarico degli autoveicoli e con violazione, dovuta a colpa
grave, di obblighi o disposizioni impartiti dall'autorit. Di fronte ad una cos meticolosa sovrapposizione di argini di sbarramento (Sperrwirkungen) ( 44), veramente difficile parlare di una seria tutela penale dell'aria.
Lo stesso dicasi per l'inquinamento da rumore ( 325, comma 1, nr. 2 StGB),
tanto pi che qui mancano addirittura strumenti adatti a misurare la quantit di rumore che si propaga all'esterno di un impianto industriale ( 45). Anche per questa
norma, dunque, ben difficile sottrarsi a quelle critiche che le assegnano un'efficacia
puramente simbolica (46).
6. La fattispecie di smaltimento dei rifiuti con pericolo per l'ambiente ( 326
StGB) invece applicabile non solo nei confronti delle imprese, ma di chiunque. Essa si realizza attraverso il deposito o lo smaltimento non autorizzati di rifiuti particolarmente pericolosi, quali veleni, esplosivi, materiali radioattivi, o comunque adatti,
per tipo, qualit o quantit, ad inquinare in modo durevole le acque, l'aria o il suolo.
Col ricorrere di particolari circostanze la fattispecie applicabile anche ai rifiuti domestici, sempre che, naturalmente, in una discarica ne venga debositata una grossa
quantit (47).
Un eccessivo ampliamento della punibilit comunque evitato grazie ad una
c.d. clausola minimale ( 326, comma 5 StGB), che prevede l'esenzione da pena
per tutti quei casi in cui, a causa della modesta quantit dei rifiuti, effetti sull'ambiente sono manifestatamente da escludere. V da s che l'applicabilit di una simile
clausola da escludersi quando (come ad es. nel caso in cui si depositi una quantit esigua di sostanze auto-infiammabili sul fogliame secco di una foresta) ( 48), nono-

(43) Nella determinazione di una tale idoneit al danno, particolare rilievo assume la guida tecnica dell'aria (Technische Anweisung Luft, c.d. TA-Luft): cfr.
sul punto KLEINE - COSACK, Kausalitiitsprobleme im Umweltstrafrecht, Freiburg, 1988,
135 ss.; RUDOLPHI, Primat des Strafrechts im Umweltschutz, NStZ, 1984, 248-254
(251). Si veda, inoltre, HEINE - MEINBERG, Empfehlen sich, cit., D 45 ss.
(44) Cosf HEINE - MEINBERG, ult. cit., D 39. Sostanzialmente d'accordo DLLING,
Empfehlen sich Anderungen des Umweltstrafrechts, in Zeitschrift ffir Rechtspolitik

(ZRP), 1988, 334-340 (336); GEULEN, Grundlegende Neuregelung des Umweltstrafrechts, ZRP, 1988, 323-326 (326). Cfr. anche TIEDEMANN - KINDFIXUSER, Umweltstrafrecht - Bewiihrung oder Reform?, NStZ, 1988, 337-346 (341).
(45) Cfr. gi JANSEN, Protokolle deutscher Bundestag Rechtsausschu,, 8/73, 35
ss.; KATALYSE - UMWELTGRUPPE (a cura di), Umweltlexikon, K81n, 1985, L 38 ss.
(46) Si vedano, a tal proposito, MEINBERG, Empirische Erkenntnisse zum Vollzug
des Umweltstrafrechts, ZStW, 100 (1988), 112-157 e, per un'accurata indagine statistica, HEINE - MEINBERG, Empfehlen sich, cit., D 72 ss.
(47) Cfr. BGH, in Entscheidungen des Bundesgerichtshofs in Strafsachen (BGHSt)
34, 211 con nota di RUDOLPHI, NStZ, 1987, 323-326 (324); ID., in Juristische Rundschau (JR), 1987, 470-475 (472), con nota di SCHMOLLER. Ancora sul punto SACK,
Strafbarkeit umweltgefiihrdender Beseitigung von Hausmiill?, NJW, 1987, 12481249 (1248).
(48) Si veda quanto riportato n proposito da LENCKNER, in SCHNKE - SCHRDER,

240

STUDI E DOCUMENTI

stante tale modesta quantit e per il ricorrere di circostanze in relazione alle quali
pu determinarsi un danno grave, i rifiuti costituiscono comunque un pericolo.
7. Un arretramento ancora maggiore della soglia della punibilit rinvenibile
nella fattispecie di esercizio non autorizzato di impianti (5 327 StGB) e di trattamento non autorizzato di combustibili nucleari (5 328 StGB). Poich in entrambi i
casi si tratta di garantire la sicurezza rispetto a fonti di inquinamento particolarmente
pericolose, si ritenuto opportuno far dipendere la punibilit dalla mera mancanza
di un'autorizzazione o dall'inosservanza del suo contenuto. Siamo qui di fronte,
dunque, ad un delitto di pericolo astratto, al quale spetta, contemporaneamente, un
compito di chiusura , e cio sanzionare l'inosservanza di prescrizioni amministrative
contro l'inquinamento di aria, acqua, suolo e da rumore, il cui contenuto offensivo
sarebbe praticamente indimostrabile (49).
8. Accanto a questa specifica categoria di delitti contro l'ambiente, sono naturalmente utilizzabili le fattispecie generali, contenute nel codice penale, a tutela della
vita e della salute (55 211-232 StGB), di cose altrui o di cose poste a servizio di
un pubblico interesse (55 303-305 StGB), cos come i delitti di comune pericolo
(55 306-323c StGB).
Tutto questo complesso normativo poi, a sua volta fiancheggiato da specifici illeciti amministrativi a carattere sia federale che regionale. Si tratta qui, tuttavia, di norme che hanno il compito fondamentale di garantire piani e interventi previsti dal diritto amministravito e che, quindi, esercitano solo di riflesso una funzione
di tutela dell'ambiente. La loro inosservanza infatti punita con tariffe prestabilite
sulla base di cataloghi di sanzioni pecuniarie (Baggeldkataloge), e quindi con una
tecnica sanzionatoria che, come noto, non reca in s alcuna riprovazione etico-sociale (50).
Inoltre, il loro accedere a compiti di pianificazione e di intervento stabiliti dal
diritto amministrativo, fa s che esse si trovino per lo pi inserite nelle leggi speciali.
9. Infine, un cenno sulle sanzioni previste dai reati a tutela dell'ambiente.
Con riferimento alla loro entit, c' subito da dire che esse corrispondono alle
fattispecie classiche. Nella maggior parte dei casi cio possibile, sempre che il fatto
sia stato commesso con dolo, irrogare una pena pecuniaria o detentiva fino a cinque
anni. In caso di pericolo particolarmente grave per l'ambiente (5 330 commi 1, 2, 4
StGB) come quando, ad esempio, attraverso l'inquinamento delle acque vengono
messe in pericolo l'integrit fisica o la vita di un gran numero di persone poi
prevista una pena che va da un minimo di sei mesi ad un massimo di dieci anni.
In questo senso, rispetto al panorama europeo delle sanzioni penali a tutela dell'ambiente, la legislazione tedesca senz'altro al primo posto ( 51 ). Le indagini empiriche in
materia, ci dicono tuttavia che, nella prassi, tutte queste possibilit sono scarsamente

Strafgesetzbuch, cit., sub 326, 2073 nr. 18 e da


sub 326, 54 nr. 199.

SACK, Umweltschutz-Strafrecht, cit.,

(49) Per una pi approfondita analisi sul punto rinvio ad HEINE - MEINBERG,
TIEDEMANN, Die Neuordnung des Umweltstrafrechts, Berlin, 1980, 38.
(50) Cfr. ad es. STREE, in SCHNKE - SCHRDER, Strafgesetzbuch, cit., pre-55 38
ss., 537 nr. 35 e la letteratura ivi richiamata.
(51) Per un'indagine di diritto comparato su tale aspetto dell'attuale legislazione
V. HEINE, Aspekte, cit., 79 ss. e HEINE - MEINBERG, Empfehlen sich, cit., 115 ss.

Empf ehlen sich, cit., 38 e a

STUDI E DOCUMENTI

241

sfruttate, poich le condanne riguardano per lo pi piccole industrie, agricoltori e


privati (52).
Per quanto riguarda, infine, pene accessorie e conseguenze giuridiche in generale,
il sistema tedesco, rispetto a quello italiano, si mostra tendenzialmente pi rigido. Cosi,
ad esempio, non esiste nel nostro diritto penale dell'ambiente, n la possibilit di
ordinare la pubblicazione della sentenza penale di condanna, n tanto meno quella di
porre un divieto a contrarre con la pubblica amministrazione e la stessa idea di una
riparazione del danno causato, entro certi limiti e almeno in linea teorica gi presa
in considerazione dalla recente legislazione italiana (53 ), in Germania non ha ancora
trovato possibilit di inserimento. Ci nonostante, ci sono pur sempre, nel nostro
sistema, misure all'uopo utilizzabili, quali il divieto di esercitare una professione
(55 70-70b StGB) e, soprattutto, la confisca e la decadenza da vantaggi patrimoniale conseguiti contra ius (55 73-76a StGB). Pur trattandosi, in linea di massima,
di sanzioni assai poco applicate, nella prassi non mancano tuttavia esempi contrari:
recentemente il tribunale di Amburgo ha confiscato una petroliera straniera dalla quale
era stato illegalmente sversato petrolio nel mare del nord (54).
IV. Le prime esperienze di applicazione e il persistere di esigenze di riforma
Questo, dunque, il sistema di tutela penale introdotto con la riforma del 1980.
Ma quante di quelle euforiche e in parte comprensibili aspettative che esso, soprattutto in alcuni settori politici, aveva ingenerato ( 55), si sono poi realizzate? Cercheremo di rispondere a questa domanda nel paragrafo che segue, dedicato alle prime
esperienze applicative e alle persistenti esigenze di riforma (56).
1. Per quanto riguarda l'intensit dell'azione repressiva c' subito da dire che
il numero dei casi denunciati dalla polizia notevolmente aumentato, con una percentuale, dal 1980 ad oggi, del 300%. Rispetto a questo dato, tuttavia, la quota
delle decisioni dei tribunali tende continuamente a calare tanto che, in materia
ambientale, l'archiviazione dei procedimenti da parte delle procure diventata
quasi la regola. In questo senso, la speranza di poter addivenire ad una pi efficace azione repressiva e a condanne pi severe, soprattutto nei confronti delle forme
pi pericolose di criminalit ambientale, si mostrata un'illusione.
Sarebbe tuttavia un errore il voler ricavare l'efficienza di un sistema penale a
tutela dell'ambiente solo dal numero auspicato delle condanne. Questo perch, cos

(52) Il fenomeno oggetto di approfondita analisi in MEINBERG, Strafrechtlicher


Umweltschutz in der Bundesrepublik Deutschland, in Natur und Recht, 1986, 52-60
(57 ss.); ID., Empirische, cit., 112 ss.; ROTHER, Ursachen fiir den Anstieg polizeilich
festgestellter Umweltschutzdelikte, Berlin, 1986, passim. Si veda anche quanto in
proposito riportato da HEINE - MEINBERG, Empfehlen sich, cit., 72 ss.
(53) Cfr. HEINE - CATENACCI, Umweltstrafrecht, cit., II. 2.
(54) La vicenda riportata da HEINE, Erkennung, cit. 290.
(55) All'epoca ci si aspettavano infatti risultati eccezionali e si profetizzava
un facile percorso verso la meta : COS VOGEL, Plenarprotokoll des Deutschen Bundestages 8/201, 16041. Una pi ampia documentazione sul punto riportata in HEINE MEINBERG, Empfehlen sich, cit., 22.
(56) Su quanto segue nel testo, rinviamo comunque alle ben pi approfondite
analisi di ALBRECHT - HEINE - MEINBERG, Umweltschutz durch Strafrecht?, ZStW, 96
(1984), 943-998; MEINBERG, Strafrechtlicher, cit., 57 ss.; ID., Empirische, cit., 112 ss.;
ROTHER, Ursachen, Cit., passim; WITTIaMPFER - WULFF-NIENHOSER, Umweltkriminalitiit - heute und morgen, Wiesbaden, 1987, passim.

STUDI E DOCUMENTI

242

come del resto per l'intero diritto penale, rimane comunque la speranza che un effetto di prevenzione generale possa realizzarsi non solo attraverso le condanne, ma
anche e solo per la semplice esistenza di una minaccia, sebbene un tale effetto, per
mancanza di adeguati mezzi di valutazione, non risulti misurabile sul piano empirico.
Semmai, possibile dimostrare che l'attuale sistema penale tedesco a tutela dell'ambiente reca in s un difetto, per cos dire, di segno opposto: e cio la duplice tendenza, da un lato a colpire in modo eccessivo fenomeni marginali come ad esempio
inquinamenti a carattere bagatellare provocati dai privati , dall'altro la contemporanea incapacit a perseguire in modo adeguato le forme pi gravi di criminalit
ambientale, quali ad esempio i grossi inquinamenti industriali.
2. Un ulteriore aspetto negativo poi individuato n una sorta di malvagia consorteria che si sarebbe venuta a creare tra le industrie private e gli organi pubblici
e che, pur essendo per lo pi oggetto d speculazioni per la verit non sempre immotivate , pu tuttavia ricondursi ad un ulteriore punto debole nella struttura di
questa riforma: mi riferisco alla sua accessoriet al diritto amministrativo cui si
fatto cenno poc'anzi (57 ). In effetti: finch la punibilit di un imprenditore per inquinamento dell'acqua o dell'aria dipende dal fatto che siano stati superati valori-limite
di scarico o di emissione fissati dall'autorit amministrativa, o finch la tacita tolleranza di attivit industriali ad effetto inquinante da parte della pubblica amministrazione viene vista come vera e propria scusante, l'efficienza o l'inefficienza in un
sistema di tutela dell'ambiente non possono, a loro volta, che dipendere, rispettivamente, dalle capacit reattive e dalla determinazione delle autorit amministrative o
dalla capacit delle imprese interessate di controllare gli organi pubblici e di opporsi
ad eventuali prescrizioni. Da ci l'accusa, gi rivolta al legislatore, di essersi privato
della propria autorit attraverso il rinvio al diritto amministrativo (58).
Per questo motivo, qualcuno ha gi avanzato l'idea di un diritto penale dell'ambiente che garantisca, a sua volta, una propria capacit di valutazione, autonoma e
indipendente da qualsiasi decisione adottata nell'ambito di un procedimento amministrativo (59). Ma ed una delle possibili obiezioni non si verrebbe cosi a
creare il pericolo che lo Stato, in determinate circostanze, parli due lingue, nel senso
di perseguire penalmente ci che le autorit amministrative hanno autorizzato? Dal
momento che tali conseguenze sarebbero ugualmente intollerabili per gli interessi
generali dello Stato, non si pu che concludere che questo tallone di Achille (6)
l'accessoriet al diritto amministrativo un inconveniente in parte ineliminabile.
3. Ben altro significato siamo ora di fronte ad un altro punto debole del
sistema vigente, oggetto di un'accesa discussione da attribuirsi al problema della
responsabilit dei pubblici ufficiali. Dal momento che la punibilit, nel diritto ambientale, dipende da ordini e autorizzazioni della pubblica autorit e che, col ricorrere di particolari circostanze, imprese e privati possono trincerarsi persino dietro

(57) Cfr. sopra III. 3.


(58) COS DREHER - TRNDLE, Strafgesetzbucb, cit., sub pre- 324, 1642 nr. 4.
Cfr. anche LACKNER, Strafgesetzbuch, 17 ed., Mnchen, 1987, sub pre- 324, 1302 bb)
e RUDOLPHI, Primat des Strafrecbts, cit., 249.
(59) In questo senso HIRSCH, Bilanz der Strafrechtsreform, in HIRSCH e a. (a
cura di), Gediicbtnisscbrift fiir Hilde Kaufmann, Berlin, 1986, 133-165 (153).
(6) Si veda, a tal proposito, quanto gi affermato nel mio Okologisches Recht,
cit., 387 ss. Cfr. anche DLLING, Empfehlen sich, cit., 336 ss.

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243

atti amministrativi viziati, si pone l'esigenza di poter agire contro gli organi della
pubblica amministrazione qualora questi abbiano illecitamente adottato decisioni dannose per l'ambiente o siano rimasti del tutto inattivi. Il legislatore tedesco credette,
a suo tempo, di poter rinunciare ad una norma analoga a quella prevista dal codice
penale italiano per l'omissione di atti di ufficio (art. 328 c.p.), sul presupposto che, in
simili casi, fosse sufficiente fare riferimento a fattispecie generali ( 61 ) (quali ad esempio la punibilit per omissione contraria ai propri doveri) ( 62) e, in modo particolare,
a quella posizione di garanzia fondante l'obbligo di impedire l'evento ( 13 StGB)
che viene di solito riconosciuta al funzionario competente ogni qualvolta questi si
trovi ad essere investito di una funzione di tutela nei confronti di un bene ambientale (63): a differenza di quanto accade per l'art. 328 del codice penale italiano, si
tratta infatti di ipotesi cui pu farsi ricorso anche nei casi di responsabilit colposa.
Nonostante queste differenze di tecnica legislativa, in entrambi i Paesi, ad una
continua e alla fin fine anche controproducente criminalizzazione dei pubblici
ufficiali, viene opposto, quale limite assolutamente invalicabile dal diritto penale, il
concetto di discrezionalit amministrativa (64). Di conseguenza la punibilit del
pubblico ufficiale resta, di massima, limitata a quelle circostanze in cui, secondo la
legge, egli aveva comunque l'obbligo di impedire il realizzarsi di una situazione di
pericolo per l'ambiente. L'esperienza sin qui maturata, tuttavia, conferma che si tratta di ipotesi piuttosto rara: dall'entrata in vigore della nuova legge a tutela dei beni
ecologici non si ancora avuta notizia di un pubblico ufficiale condannato, con
sentenza passata in giudicato, per omissioni nella tutela dell'ambiente (69.
4. A causa di questi e di altri punti deboli presenti nell'attuale legislazione
ambientale, si fatta sempre pi forte la sensazione che, nonostante incontestabili
progressi, la riforma del 1980 non sia stata sufficiente a fronteggiare in modo adeguato le nuove forme di aggressione alle basi fondamentali della vita. Per questo,
al nostro Max-Planck-Institut fiir auslindisches und internationales Strafrecht, ci siamo proposti il compito di studiare in modo approfondito, attraverso un ampio e gi
avviato progetto di ricerca empirica e di diritto comparato, se ed in che modo la tutela dell'ambiente possa perseguirsi per mezzo del diritto penale ( 6). I risultati provvi-

(61) Cfr. BT-Drs. 8/3633, 20 ss.


(62) Cosf ad es. Generaistaatsanwaltschaft (GStA) Hamm, NStZ, 1984, 219-221;
OLG Frankfurt, NJW, 1987, 2753 ss.; MEINBERG, Amtstriigerstrafbarkeit bei Umweltbehiirden, NJW, 1986, 2220-2228 (2222 ss.); RUDOLPHI, Probleme der Strafrechtlichen
Verantwortlichtkeit von Amtstriigern fiir Gewisserverunreinigung, in HANACK e a.
(a cura di), Festschrift fr Ilanns Diinnebier, Berlin, 1982, 561-582 (566).
(63) Cfr. per es. HORN, Strafbares Verhalten von Genehmigungsund Aufsichtsbehdrdern, NJW, 1981, 1-11 (9); MSHRENSCHLAGER, Neuere Entwicklungen im Umwelltstrafrecht des Strafgesetzbuches, in Natur und Recht, 1983, 209-218 (212); WINKELBAUER, Die strafrechtliche Verantwortung vom Amtstrigern im Umweltstrafrecht,
NStZ, 1986, 143-153 (151); si veda inoltre OLG Frankfurt, cit., 2757.
(64) Per quanto riguarda l'Italia si veda, ad es., Cass., 4 dicembre 1979, in
Riv. Pen., 1980, 847 ss. e, pi in generale, la giurisprudenza rip. da HEINE - CATENACCI, Umweltstrafrecht, cit. alla nota n. 90. Per la Repubblica Federale Tedesca OLG
Frankfurt ult. cit.; in dottrina v. ad es. MEINBERG, Amtstragerstrafbarkeit, cit., 2226
e WINKELBAUER, Die strafrechtliche Verantwortung, cit., 152 con le relative indicazioni bibliografiche e di giurisprudenza.
(65) Cfr. HEINE - MEINBERG, Empfehlen sich, cit., D 58.
(66) I caratteri del progetto sono ampiamente descritti da ALBRECHT - HEINE MEINBERG, Umweltschutz, cit., 943 ss.

STUDI E DOCUMENTI

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sori cui fin qui si potuti giungere (67) rafforzano, comunque, anche in una prospettiva comparatistica, la sensazione di un diritto penale che reagisce con notevoli difficolt alle nuove forme di aggressione alle condizioni fondamentali dell'esistenza. Ed
proprio a causa di tutto ci che nell'attuale dibattito in Germania condotto,
cos come in passato, con grande passione vengono proposte soluzioni il cui differenziarsi da ricondurre non solo alle profonde divergenze riguardanti le opzioni
fondamentali di politica criminale ma anche alle continue controversie nel campo
della dogmatica:
da un lato da segnalarsi un gruppo di avvocati tedeschi, che di recente
ha adottato una risoluzione secondo cui l'attuale sistema penale tedesco a tutela
dell'ambiente andrebbe cancellato senza sostituzioni di sorta (68); questo perch
si dice esso colpisce solo i piccoli inquinatoci, lasciando (o volendo lasciare)
invece impuniti gli inquinamenti industriali. L'attuale legislazione sarebbe, insomma,
solo un alibi per il sistema, senza contribuire in modo effettivo alla tutela dell'ambiente (69);
dall'altro, invece, ci sono giuristi secondo i quali la soluzione starebbe in un
rigoroso innalzamento dei livelli sanzionatori (70).
Il 570 Deutscher Juristentag (DJT) ha recentessimamente offerto ai sostenitori delle diverse posizioni l'occasione per elaborare delle soluzioni costruttive. In
quella sede sulla base di un ampia relazione preparata da due collaboratori del
Max-Planck-Institut, Heine e Meinberg (71 ) si messo in rilievo come risultati
adeguati possano raggiungersi a condizione che fattispecie penali e corrispondenti leggi amministrative vengano reciprocamente adattate e last not least che la stessa
attivit dei tribunali venga organizzata in modo pi efficiente.
Inoltre, ci si trovati d'accordo sul fatto che, proprio in relazione al particolare
significato che essa riveste, la tutela penale dell'ambiente debba rimanere nel codice
penale (72). Sempre nell'ambito del DJT poi maturata un'ulteriore e specifica richiesta, e cio che, analogamente a quanto verificatosi in Austria con la recentissima
riforma che entrer in vigore il 1 gennaio 1989 (73 ), ai pi importanti beni ambientali acqua, aria e suolo venga assicurata una tutela il pi possibile omogenea.
Diversamente che nella vicina repubblica austriaca, tuttavia, non si ritenuta accettabile una soluzione basata sull'imposizione di cautele atte, a loro volta, ad evitare

(67) Cfr. a tal proposito i lavori di ALBRECHT, HEINE e MEINBERG riportati alle
note 1, 4 e 56.
(68) Si veda in proposito 12. Strafverteidigertag - Ergebnisse, in Strafverteidiger,

1988, 276.

(69) Sul punto, diffusamente RTHER, in Materialheft 12. Strafverteidigertaf, 22-24


Aprii 1988, Heidelberg, 41 ss. L'opinione comunque, pur se solo in linea di principio, condivisa anche da P. A. ALBRECHT, Das Strafrecht auf dem Weg vom liberalen
Rechtsstaat zum soziaien Interventionsstaat, in Kritische Vierteljahresschrift fili. Gesetzgebung und Rechtswissenschaft, 1988, 182-209.

(70) Cosf, in particolare, l'ex presidente del Bundesgerichtshof PFEIFFER, la cui


posizione sul punto riportata in una famosa intervista ( Spero che presto qualcuno
urli , questo il titolo) rilasciata al settimanale Der Spiegel e pubblicata sul n. 4
del 1988 (pp. 31 ss.). Cfr. tuttavia sul punto anche HEINE - MEINBERG, Empfehlen
sich, cit., D 148.
(71) HEINE - MEINBERG,

ult. cit.

(72) Su quanto segue nel testo, si vedano comunque le conclusioni del 57. Deutscher Juristentag 1988, rip. in NJW , 1988, 3001-3004.
(73) Il testo dell'intera riforma riportato in Beilagen zu den stenographischen
Protokollen des (5sterreichischen) Nationalrats, XVII. GP, Beil. n. 359, 20 ss. e 97.

STUDI E DOCUMENTI

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una messa in pericolo o un evento comunque difficili da predeterminarsi. Per il


nuovo 180 del codice penale austriaco, infatti, condizione per la punibilit che
l'inquinamento di acque, aria o suolo sia tale da causare (tra le altre cose) un
pericolo per l'integrit fisica o per la vita di un gran numero di persone , ovvero
che i beni ambientali vengano pregiudicati in modo durevole, grave e in grande
quantit , e che si arrivi cos ad un pregiudizio per l'ambiente capace di durare a
lungo o eliminabile solo con grosso dispendio di mezzi economici. A prescindere
dai problemi di tassativit indubbio che simili condizioni hanno l'effetto di fare
questa volta avanzare in modo eccessivo la soglia della punibilit.
D'altra parte, altrettanto poco praticabile stato giudicato il modello svizzero,
che sebbene in leggi penali accessorie si preoccupa d tutelare le acque in quanto
tali da potenziali forme di pregiudizio, criminalizzando tra l'altro lo stesso
deposito e scarico di sostanze di per s idonee ad inquinare le acque ( 74). Di fronte
ad una tecnica di penalizzazione cos ampia, capace di perseguire come reato contro l'ambiente persino l'immersione di una cassaforte con l'intento di occultarne
il furto (75 ), nel corso del DJT sono state sollevate molte perplessit. Una soluzione
al momento praticabile sembrata, invece, quella di meglio definire e graduare, gi
sul piano legislativo, il concetto di responsabilit colposa nei reati ambientali..
l'esperienza sin qui maturata dimostra, infatti, che le difficolt legate al suo accertamento finiscono spesso con l'annullare l'alto grado di offensivit insito in gran
parte dei reati ecologici .
Ci si inoltre trovati d'accordo sul fatto che anche al bene ambientale suolo
va assicurata una protezione pari, nei limiti del possibile, a quella assicurata ai pi
importanti oggetti ecologici di tutela acqua e aria e che per questo esso necessita di una migliore tutela sul piano penale.
V. Prospettive future - Potenziamento della coscienza ambientale
Sebbene su queste e su analoghe esigenze di riforma ci sarebbe ancora molto
da dire, vorrei tornare, per concludere, ad un problema di carattere generale: mi
riferisco all'interrogativo circa scopi e oggetto della legislazione a tutela dell'ambiente. A cosa serve una tecnica legislativa cos raffinata, se poi si smarrisce quello che
il fine complessivo cui essa tende? Si commetterebbe, inoltre, un errore fatale, se
si pensasse che il diritto, da solo, sia gi in grado di assicurare un'efficace tutela
degli elementi naturali: non meno importante, in questo senso, l'affermarsi di una
vera e propria coscienza ambientale nella collettivit, cosa questa, che, tuttavia,
presuppone un profondo e radicale cambiamento di mentalit. Alcune considerazioni
conclusive sull'argomento (76):
A causa della concezione egoistico-antropocentrica, per lungo tempo la tutela
dell'ambiente stata concepita solo come mera preservazione delle risorse naturali.

(74) Art. 37 comma 1 della legge svizzera di tutela delle acque (Schweizerisches
Gewiisserchutzgesetz); cfr. sul punto HEINE, Umweltschutzrecht in der Schweiz, in
Umwelt und Planungsrecht, 1985, 345-353 (349 ss.) e ID., Umweltschutzrecht in der
Schweiz, in World Peace Through Law Center (a cura di), Washington, 1985, passim,
entrambi con ampi riferimenti alle tendenze della giurisprudenza elvetica in materia.
(75) Schweiz. Bundesgericht (BG), in Entscheidungen des schweizerischen Bundesgerichts (BGE), 104-1V, 45. Sul punto HEINE, ult. cit., 350.
(76) Le riflessioni che seguono sono gi contenute, con maggiori approfondimenti,
nel mio saggio Okologisches Recht, cit., 356 ss.

246

STUDI E DOCUMENTI

Di conseguenza si sempre operata una distinzione tra elementi naturali capaci di


rigenerarsi come aria, acqua, terra, piante e animali e risorse incapaci di rigenerazione come ricchezze del sottosuolo e minerali in genere , orientando poi la
tutela anzittutto nel senso della utilizzazione e assicurazione della capacit di riprodursi dei beni ambientali. Tutto ci pu in definitiva accertarsi, a condizione, per,
che l'insieme delle risorse naturali ereditarie venga garantito nella sua molteplicit (77 ). Il che significa, in altri termini porre in primo piano una nuova forma di
tutela: l'assicurazione di una riserva genetica.
In questo modo la stessa preservazione della verit delle specie acquisterebbe nuova luce. Se si parte, infatti, dal presupposto che nel patrimonio ereditario di ogni
specie, animale od vegetale, sono contenuti potenziali principi di sopravvivenza ,
poi agevole concludere che, con la scomparsa anche solo di una di esse, potrebbe
perdersi una risorsa fondamentale per la sopravvivenza stessa. Il bisogno di una
tutela che abbracci tutte le specie viventi diventa, poi, particolarmente pressante,
se solo si pensa al fatto che, secondo stime a dir poco apocalittiche, se la distruzione
delle risorse ambientali andr avanti di questo passo, entro l'anno 2000 scompariranno tra il 15 e il 20% delle specie esistenti, a loro volta raggruppabili, val la pena
di dirlo, in un numero compreso tra 500.000 e 2.000.000 (78).
Nei confronti di chi, a sua volta, ritiene che la conservazione di un equilibrio
funzionale tra le specie animale e vegetale non di per s argomento sufficiente a
fondare una cosi ampia tutela dell'ambiente, e cerca nuovi riferimenti ai bisogni
umani, questa idea pu essere difesa rifacendosi al concetto di qualit della vita. Quale significato infatti possa assumere, rispetto a tale concetto, la molteplicit delle specie ambientali, cosa a sua volta facilmente deducibile dall'impoverimento spirituale
ed estetico che per forza di cose deriverebbe da un'ulteriore distruzione dell'ambiente (79).
La necessit che tutto questo sia evitato fonte per noi di responsabilit non
solo nei confronti dell'attuale, ma anche delle future generazioni. Se si vuole che
l'antropocentrismo non si esaurisca, a sua volta, in mero egoismo secondo il motto
dopo di noi il diluvio universale , allora ci si deve render conto che, il consumo
di risorse e l'utilizzazione smodata delle capacit di sviluppo caratterizzanti la civilt
contemporanea, mettono in pericolo gli stessi fondamenti per l'esistenza delle future
generazioni. Chi cosciente dei destini dell'umanit, non potr certo fare a meno,
anche per motivi di solidariet nei confronti delle generazioni future, di promuovere la tutela dell'ambiente (8).
Certo, anche questa visione si muove nell'ambito di una concezione antropocentrica, e cio orientata sull'utilit dell'ambiente per l'uomo. Ma allora, non costituirebbe un ulteriore passo in avanti, riconoscere alla natura e all'ambiente in quanto tali una soggettivit autonoma? t una domanda a cui non facile rispondere, poich, cos come sul piano etico, anche in questo caso un'eventuale risposta dipende,

(77) Cfr. RAUSCHNING, Staatsaufgabe, cit., 169.


(78) Cfr. KAIER (a cura di), Global 2000, cit., 854.
(79) Cfr. HEYDEMANN, Naturschutz der Sede zuliebe, in Natur 1982, 30-36; si
veda, inoltre, l'iko-Almanach 1982/83, cit., 123 ss.
() Cfr. SPAEMANN, Technische Eingriffe in die Natur als Problem der politischen
Ethik, in BIRNBACHER (a cura di), kologie und Ethik, Stuttgart, 1980, 196 ss. Si
veda, inoltre, Lw, Philosophische Begriindung des Naturschutzes, in Scheidewege, 18
(1988-89), 149-167.

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STUDI E DOCUMENTI

a sua volta, dalla soluzione di un ulteriore quesito: e cio se rapporti fondati su


diritti e doveri siano concepibili solo tra gli uomini o anche nei confronti di altre
entit, siano esse di natura sociale o meramente biologica. Da un lato, diritti e doveri,
intesi nel senso di pretese auto-realizzabili, sono concepibili sul piano naturalistico
solo tra esseri capaci di azioni il che significa, in sostanza persone , tanto che
lo stesso Stato, per far valere tali pretese, spesso deve servirsi di persone fisiche.
D'altra parte, tuttavia, proprio il riferimento al concetto di Stato dimostra come
l'ordinamento giuridico ha il potere di attribuire in modo certo singoli diritti e doveri
anche ad entit non umane; e la stessa cosa accade anche per altri organismi sociali,
come ad es. societ, chiese o sindacati. Dunque, veramente cos impensabile che
ad entit diverse dall'uomo possa riconoscersi quantomeno l'idoneit ad essere titolari
di un interesse? Nell'ambito di una visione antropocentrica ci tanto pi facile
quanto pi l'uomo crede di poter proiettare conoscenze e sensazioni proprie su
altre forme di esistenza, come nel caso degli animali. E poi, perch dovrebbe escludersi la tutela dei beni ambientali in quanto veri e propri soggetti di diritto, quando
vengono tutelati beni superindividuali quali la sicurezza dello Stato o l'amministrazione della giustizia? (81).
Forse, un mutamento di mentalit in questo senso permetterebbe il raggiungimento di almeno due scopi: anzitutto, il fatto che, nell'approntare una tutela giuridica dell'ambiente, l'uomo non si consideri pi solo come usurpatore della natura
ma anche parte e componente di essa e che, di conseguenza, al momento del confronto tra economia ed ecologia, non abbia la meglio, in modo unilaterale, un antropocentrismo egoista; e in secondo luogo la consapevolezza, a sua volta decisiva per
una tutela dell'ambiente efficace anche in prospettiva futura, che le ragioni del
proprio benessere particolare vanno superate attraverso il senso di responsabilit
per lo sviluppo del genere umano e per la conservazione della natura.
Non ultimo, tuttavia, necessario, oggi pi di ieri, rendersi conto che la distruzione della natura e dell'ambiente non si ferma ai confini di un paese e che
perci c' bisogno di sviluppare anche la collaborazione internazionale (82).
ALBIN ESER

Direttore del Max-Planck Institut


di Freiburg im Breisgau

(81) Cfr. NoLL, Der Schutz des Menschen und seiner natiirlichen Umwelt beute Strafrechtliche Aspekte, in Universitas, 1971, 1021 ss.; TRIFFTERER, Die Rolle des
Rechts beim Umweltschutz in der Bundesrepublik Deutschland, ZStW, 91 (1979),
309-348 (335). Per una nuova coscienza di se stessi nel tutto della natura si veda,
in generale MEYER - ABICH, Von der Umwelt zur Mitwelt, in Scheidewege, 18 (1988/
89), 128-148.
(82) Ed , alla fin fine, proprio questo lo scopo cui tende il progetto di ricerca
del Max-Planck-Institut di Friburgo (v. retro, nota 65). Ad esso, infatti, collaborano
anche molti studiosi stranieri ed nostra speranza poterne rendere pubblici i risultati nel corso del 1989.

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