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L' ATALA
TRAGEDIA DEL RACINE
Tradotta in Versi Toscani
dal celebre sig. abate
ANTONIO CONTI
PATRIZIO VNETO,
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...
I.
1,.
L' ATALIA
TRAGEDIA
Dedicata al Svblime Mrito
CARLO RICCARDI
PATRIZIO FIORENTINO
S I G N O R E
Di Chianni R i v a l t o
Montevaso e Mela.
IN FIRENZE
Appresso Andrea Bondvcci
*
MDCCLIII.
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ILLVSTRISS. SIGNORE
,'
VII
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XI
.....
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ill
PREFAZIONE
DELL' AVTORE.
E* Cofa notiflima , che il Regno di Ginda era comporto dlle due Tribu
di Giuda , e di Beniamino; e che le altre
dieci Tribu ribellatel a Roboarao componevano quella d' Ifraello . Eflendo i Re di
Giuda della ftirpe di Davidde , ed avendo
nel lor dominio la Citt ed il Tempio di
Gerufalemme, tutti i Sacerdoti, e i Leviti
fi ritirarono preflb il medefimo Re , e reftarono loro empre fedeli . Imperciocch
dopo la coftruzione del Tempio non era
pi lecito di (aerificare altrove , e tutti gli
Al tari , che s' innalzavano a Dio flle
Montagne ( chiamati perci nella Scrittura ,
alti luogbi ) non gli erano accetti ; onde
il culto legittimo non lufifteva fe non in
Giuda . Le dieci Tnb , trattene pochiffime , erano o Idolatre, o Scimatiche
Per altro i Sacerdoti , ed i Leviti, componevano da loro eli una Tribu tnolto numero..
6.
XIV
fa. Furono pareiti in diverfe clafli per fcrvire vicendevolmente nel Tempio da un gior
no di Sabbato all' altro. I Sacerdoti erano
della ftirpe d' Aronne , e neiiuno fe non era
di quefta ftirpe poteva efercitare le funzioni del Sacrifizio . I Leviti erano loro fubordinati , e tra le alrre cofe avevano cura del
canto, della preparazione delle victime , e dell*
cuftodia del Tempio . Il nome di Levita
qualche volta vien dato ancora a tutti quel,
li della Tribu, Quelli, che erano di fetti. , i mana , alloggiavano, come pure il fornmo Sa
cerdote .ne'Portici o GaUerie , dalle quali era il Tempio circondato , e che facevano par
te del Tempio medeiimo . Tutto edifizio
era comprefo foito il nome di Luogo Santo,
; . ma pi particularmente chiamavafi con quefto nome quella parte del Tempio interiore,
ove era il Candeliere d'oro, P Altare dei profumi, e la Tavola de' pai di propofizione, e
quefta parte era parimente diftinta dal Sanfta
Sanfforum, ov'era Arca, ed ove il
Sacerdote avea diritto d' entrare una vol
ta all' anno* Era cortante tradiziune che la
Montagna , fu la quale fu fabbricato il Tem
pio, fofle la fteffa Montagna fu la quale A*
bramo aveva gi offerto in fagrifizio il figliuolo Ifacco '
, .,
Fio ftimato di doverfpiegar qui tali par
ticularit, affinch coloro , alla memoria de*
quali la Storia dell' antico Teftamento non
far abbaftanza prefente , non fi arreftino nel
leg-
XVI
xvti
ceda la capacita d' un fanchitlo di quefta e
ta ; il quale ha ingegno e memoria , quando anche aveli un poco oltrepadti i Iimiti , bifogna confiderare che Joas un fan^
ciullo d' indole non ordinaria, allevato nel
Templo dal fomm o Sacerdote , il quale riguart
dndolo come Tunica fperanza della fua Nazione , l'aveva di buon' ora ammaeftrato negli
obblighi della Re|igione,e del Frincipato.
Fancmlli de'Giudei erano altrimente allevati,
che la maggior parte de'noftri. S' infegnava-.
no ioro le i'ante lettere , non fulamente qua n-<
do erano all' ufo di ragione pervnuu, ma ,
per fervirmi delPefpreffione di S. Pa.olo , quani
do anco non erano rolti dalla mammella . OgniGiudeo era obhligatodi fcrivere -.una volta
in vita fua tutto intiero il volume. della Leg
ge , e di pi i Re erano tnuti a fcriVerla due
volte, ed avevano comando di tenerla: con
tinuamente innanzi gli occhi. Poflb dir qui,
che la Francia vede nella Perfona d' Un Prin
cipe (a) di otto anni e mezzo , che fa oggidi le fue pi care delizie , un efempio illuftre di ci che in un FanciuUo un' in-!
dole felice aiutata da uneducazione eccellente. Onde fe aveffi io data al Fanciullo Joas
la fteila vivacit e b fteffo difcernimento che
aluce nelle rifpofte di quefto giavme Prin
cipe, alcuni m' avrebbono con ragione ae*
cufato . d' aver peccaco contra Js regle
del verifimile.
() Dtica djt: $n
STI
Co
(a ) // Vefcovo di Meaux ,
XIX-
XX
ed
XXI
ed Elifeo fteflo che confultato dal Re diGiuda, e daIRe d'Ifraele, fopra il futuro, dice,
come fa qui Jodde : Aducte mibi Pfalterium . Aggiungafi che quefta Profezia molto
contribuifce ad accrefcere la perturbazione
dejla Tragedia per la cofternazione , e pe'
moti divcrfi , in cui ella pone il Coro , ed i
principal! Attori.
NO.
AT-
-*^
-.
ATTO
PRIMO
S CE' NA
PRIMA.
JoADDE,
A BN E R .
A BN E Ro.
Ftn-
i
A T T
Fanfi fat rar ne' minifleri infami;
il nome , che invocare i noflri Padrt t
Beflemmiano. Se dirti il tutto lice ,
Molto pavento che Acalla facendo
Rapirti dalf Altare , in te non compta
Sue funefle vmdette , e d' un rifpetto
Sforzato al fine non deponga il refio .
JoAOOB.
SJftflo prefagio onde in te afie*
A N ER .
^^
PRIMO.
3
Tremendo alla Reina; or fcorgenda
In effa a" oro infaziabil fete ,
Finge che in certo luogo a te fol not
Celt i tefori che ammafso Davidde .
Che pi) due giorni fon, che la fuperba
Atalia par fepolta in gran triflezza .
Mente ] eri io vi pofi , e la vedea
Lauciar ful fanto luogo orridi fguardi ,
Come fe in fondo all' edifizio vaflo
Avejfe Iddio fegretamente ajcofo
Vendicator per cafligarla armato .
Quant vi penfi pi , tanto pi tem
Che /' ira fua ful cap tuo non piomi i
E che di Jefa bel la figlia atroce
Nel Santuario fuo Dio non ajfalga .
J o a D DE.
PRIMO.
i
Ne Oraceipiit rende or ? Arca muta.
J O A DDB.
E che farefii ?
A BNERO.
PRIMO.
f
DalC empia madre ajjafjlna i figli .
Joad DE.
Non mi fpiego di pi , ma quando l Soie
Compiuto avr su erizome il terzo
Del giro , e ora terza elle pregbiere
Cbiamer , con tal zelo al Tempio vieni;
Con memorandi benefizi Iddio
Forfe ti mofliera , che dura eterna
La fita parola , e non inganna . Vanne ,
Debbo al gran giorno appareccbiarmi,e 'Alba
Fa gi del Tempio biambeggiar rime .
A BNERo.
S E N A
SECONDA.
JOaDDE, JoSABETTA.
J O aDDE.
A 4,
of.
J5 offrir ful notlro Altar la toa Matrigna
Vucl a Baal un idolatro incenfo:
Moflriamo il Re fanciul , che tu frbafli ,
E fitto tali del Signar nel*lempto
Crebbe . Lo fpirto fua et previene ,
E de' Monarchi Ebrei moflra il coraggio .
Prima perb the la mi a vece fpiegbi
Il tuo deflin , vado ad ojfrirlo a Dio ,
Per cut regnano i Regi, indi adunando
I Sacerdoti ed i Leviti noflri,
Dir' loro Re ditbiarerb i' erede ,
JS ABETT A.
v ..
Mi
F R T M .
9
Mi conjacrai , com' era dritto . Jntanf
Oggi biedere a te mi fi conceda
Quai fian gli a mic i a fecondarci pret
Dtfenderacci Abnero ? // prode Abnero
Al fianco del to Re giuro trovarfif
J A DD E.
Bencbe in dubbio io non fia della fua fede,
Che ubbiamo un Rc non gli fcoperfi ancora,
JOSaB ETTA.
A T T
PRIMO.
il
Col pugnale alia mano iva animando
Alla ft age i fuoi barbari fioldati ,
i*
Le Fanciulle .
SCE-
PRIMO.
S E N A
i*
TERZ A,: ,i
' .
. I
JOS 1
, ' ','
SCE-
*.
14
S S N A
Q V A R .
. Coro
il Coro canta .
Editto barbaro
Jnvano anmda
La lingua al popolo ,
Che il cole , e'l ioda;
Ufedele
lfraelt
Adorera
11 Nome altifftmo
Tra canti e vittime
In ogni et;
E un giorno alt altro annunzier
Sua gloria e fna potenza .
Tum
P R I M .
Tutto pien Univerfi
Di fita magnifieenza,
Cantiamo, celebriamo
La fita beneficenza ,
if
tutto iL Coro.
VOCE SOLA.
. " A
un' t .
Montagne di Sinai ,
Conferva la memoria
Di quell\auguo e memarabil giorno ,
Quando.da falta nuhe
Cinto il Signor interno
Su la tua cima ardente
Rifplendfr fece un raggio di jua gloria
A gli fguardi mtrtali
Dell' attonita gente .
Tu dinne percbe mai
Cetanti fuochi e lampi ,
E vortici di fumo .
Emplean gli aerei campi f
Forfi ei vennt
Su le penne
De" neri venti
Tutto a fconvolgere
Il fito e /' ordine ,
Degli elementi !
pure a feuotere
La terra immobile
Da i fondamtnti ?
un' altra voce.
Figli degli Ebrei
A rivelar fiendea
De'fuoifanti precetti
' L' immortal fplendere ,
rif^
1 1
ii.,biJ
PRIMO.
E al popolo felice
EgJJ ordinar volea
Che l' ameffe in eterna
un fincero .
17
tutto il Coro
O Legge divina ,
O Legge foave !
O fomma giftizia !
O fomma bontede !
Quanta raglone ,
. . . . >-Quanta dolcezza
Impegna l Signore
La jede t amore !
-
torro il Coro,
Legge divina , -O fomma giuflizia ,
mma bontade e,
tA
pt
T T .
LAMEPE5IMA VOCE
Ttto iL CoRo.
(v
AT-
ATTO SECONDO
SC EN A PRIMA.
JOSABETTA, SaLOMITE , E lb CoRO
JOSABETTA.
SCENA
SECONDA,
,.
'
JeSABETf A
O madre mi .
Josa
^i^
udi
J OS AB TT*.
<he! perla.
Z A CC A R 1 .
Tempio profant
J OS I .
>
Come ?
Z A RI a.
Ciel*
Z ACC a R 1 A.
S N D O.
ir
Recinto ove i Levitt entrao foli ,
$' appareccbieva . Ii popolo atterrito
Fugge da tutti i lati . 11 padre mi , ..
Ab quai ira animava i guardi fuoi !
Mose men parve a Faraon tremendo .
Reina efci , le diffe , efei da queflo
Formidabile luogo , onde ti fcaccia
Il feffo , e f empietate ; a infultar forfe
Vient la maefla del Dio vvente ?
Ver lui vibrando la Reina un guardo
Feroce , apria per hefiemmiar la bocea s
Ma l' Angelo di Dio ceno le apparve
Con folgorante fpada , e ammuti .
Altrove non arda volgere gli otchi
Spaventati ed incerti , e pi d' ogn" altr
Parve atterrirla Eliacin .
Josabetta.
Che dunque
Eliacino le comparfe innanzi ?
Z a R 1 A.
.--.
".
ATT
SCENA
TERZ A.
Agar.
Per qual cagion f' trrei in quefli luogbi ,
O mia Reina ? Qui tutto t' offende ,
Tutto t'irrita; deb abbondona il Tempi
A" Sacerdoti che v' alhergan; fuggi
Tanti tumulti ; e dentro la tna Reggia
Rendi la pace a gli agitati fpirti .
A tali a .
"
Ed
S D .
ij
SCENA
QVARTA,
A T A t J A , ABNERO.eC.
" '
.. \ _
A BN ERO.
34
So the tra armi da fantinl nudrit
Vanti un tor generofo , e a tempo reudi
Quel che altiio Re , quel che altuo Diofi debite.
Ti ferma .
SCENA
QVINTA.
M a T a NO.
Attenti .
freatemi l' orecchia . Io qui non vogli
Rammemorarvi le paffate cofe ,
ff rendervi ragion del fangue fparfo .
Credei di nover far quelle che bo fatto,
Abnero ; ed io per giudiee non prend
Un temerario popolo; da quelle
Voci, the pubblicar ofa infoltnte ,
>' ajfolvermi la cura il Cielfi prefe.
Su fortunan e gloriofi eventi
La mia potenza fiabilita , ha fatto
Rifpettare AtaDa fino a due mari;
Code Gerufalem c profonda
S I N D .
Ma n n trovai che un orrida jniura
D' offa e di carni putride e fangofe ,
Brani fanguinolenti , efpnfie membra
Alle contefe de' voraci can't .
AN E R.
Cran Dio!
A T a L 1 A .
SECONDO.
a?
Di placare il lor Dio c" dont miei-,
farlo a me, qualttnque fia, pi mite .
( Di Baal Pontefice , deb fe ufa
La debolezza mia ). Entro nel Tempio ,
Ii fagrifiz.io ceffa , il popol fugge ,
E infuriato verfo me s' avanza
Ii fommo Sacerdote , e mentre ei parla ,
O forprefa ! o terror! veggo il Fanciullo
Da cui fui mivacciata , e tale il veggo
jQuale il fogno il dipinje al mio penfiero ,
V ahito , il volto, il portamento , gli pcchi,
Tutte avea ir,fin lefue fembianze ; era ejfo ;
E a fianchi di Joadde ei camminava ,
Ma difparve in un tratto alia mia vifla
Ecco cio che m' affligge , e qui mi tiene,
E per cui cbieggo ora i configli vori .
Matan , ehe mai predice il gran prodigio ?
M at a N o,
II foSu mi fpaventa , ed H confronto .
A TAJ. i A
MataNo,
-. ;
A T T
E di qul colpa
Un /andullo capace!
M A TaN 0 .
E fu la fe a" un Jogno
Sparger vorrai tu il/angue d' un /andullo.
Che non /ai d' onde vegna , e di cbi nato f
M aTANO.
S I N D O.
i*
Temo ....
AT aLI A.
50
SCENA
SESTA
a, Matai* .
M N
SCE-
SECONDO.
SCENA SETTIMA.
JoAS , JoSABETTA , AALlA ZaCCARJA ,
Abnero, Salumite, dub leviti,
il CoRo.ec.
JOSABETTA Ut LiVltf.
.Minifiri del Signore, abbiate gli occhi
i due Famiulli prezio, e cari,
ABN ERO A JOSABETTA.
In me tonfid a > PrimipeJJa . Ie ejfo
Cuflodirolii .
A TAL1A.
Ciel, pi ehe il rimiro,
E pi (he il vado examinando , dejfo ;
Vagar mi fento Un freddo orror per toffa i
O fpofa di Joadde tua quel Figlio ?
JOSABETTA.
Queo , o Reina?
At AtifA
Si
Jos AfcETTA.
Ne fon fua madre ,
* Eeco mi Figlio .
A Ta L i a
u , Fanciullino ,
X3>i dunque il padre tun \ Rifpondi
lo-
JOS AB ETTA.
IL Ciel
Sin ora ....
ATaL 1A.
E il Genitore*
Jas.
Orfano i'fin , fi dice , abbandonato
Nelle braccia a" Iddio dal dl cb' io nac^ui^
Ne mai combbi i Genitori mini.
At AL 1A .
At*;
S E N D .
J?
A T A L 1 A.
E come ? e quando ?
J oA$ .
Appenit
Nato .
A tal I A.
Almen non conofci il too psefe l
Joai.
Il fol paefe , ch' io co nofco , e il Templo,
Atalu,
Ma dove fece ritrovarti il coft
Jo a s .
Tra fieri Lnpi a divorarmi prei.
A T A LI A .
Ignota donna
Che tiicque il nom fu , n pi fi vide.
A TA L 1 A.
F*9*
34
ATT .
Fanno infenfibitmente all' dio mio
Succedere . ... e pietade io fentirei !
b NE R o .
Voi partite ?
JoSaBETTa.
I fuoi c afi a te fon noti ,
E ben potria la fua prefenza alfine
Farfi molefla .
Atalia.
Nb, qui ritenate :
E che fai tutto il giorno ?
Joas.
Adoro Dio;
Mi fi fpiega la legge , e nel fuo libro
Divino imparo a leggera , e continua
Gi la mia mano a faivetia .
Atalia.
E cotefta
Tua legge , chet'infigna?
Joas.
Che Dio vuole
Eifere amato; cV egli to/lo o tardi
Vendica il fto beflemmiato nome ;
Che orfanello tmido protegge ;
Che refifie al fuperbo ; e the cafiiga
V icida .
. .-
Ata-
S N D .
At .
Ei o
Di tante grazie , che il Signor mi fett i
Perderei la memoria ?
A TAL IA.
/ non ti sforzo
A4 oblarle,
aj
lo-
j6
Jo Al.
fe tu nol pregbi f
t i a .
Tu pregarlo potrai .
Jo A S .
Ed io vedrei
Dunque invocare altro Signer che il mio ?
A T AL IA .
SECUNDO.
37
Delle promeffe proverai cffetto :
Alla ma meaja , ed a" m'tei fiancbi ajfifo
Sarai , ti tratterb come mio figlio .
J A S.
Atada. ,
E ben finifci . , .
Joas .
E per qual madre i .Atalia.
Ajfai fedele fua memoria , e in Putto
Cib:, ch' egii dice ,ricnofco il tuo
;
Spirit o , e quel di Joadde . Ecco in qualguija
La gioventute femplice infettando ,_
Impiegate la calma in cui vi lafcio,
Voi gi nudrite in lor odio e 'i furore,,
N mai lor. proferite il nomt mio ,
Cbe con orror .
.... .
\ \
] OS ETTa.
38
Ck%
S N D .
if
Cb'egli vi renda quefle Re promeffa
Alle genu , ipote di Davidde ,
Voflra fperanza , afpettazione voflra .
Ci riveiremo . Addio ; vado contenta :
Volea vedere , e vidi .
b ERO A JOSABETTaEcco ti rendo
Come promi il confidato pegno .
SCENA
OTTAVA.
J S E T T * JoAODE,.
Signare , udflti la fuperba Donna ?
JoiDDI.
Jntefi tutto , e il tuo dolor compianfi,
Ed eravam pronti i Leviti ed to
A correr teco una medefma forte .
Che Dio fipra di ft * vsgti , o /andullo,
11 cui coraggio al nome fuo rendette
S) nobil teflimon. Conofee , Abnero ,
Quant' o ti debbo fer si gran Jervigio ;
Ma ora ti fivvenga in cui t' atiendo ;
noi , cut empia ed omicida donna
G/i occbi contamino , turbb le freci ,
4
* A Joas abbraiandolo.
- J-jfc-
40
SCENA
NONA.
' i L Coro.
VN
SECOND .
UN' al TR .
Fanciul mirabile ,
Cbi la fegreta
Tuaflirpe fvrelaci ?
Jo giurerei
Che figlio fei
D' un gran Profeta .
UN' aLTIA.
Tel Samuele
Videfi amabile
Crefcere al ombr*
Del Tabernaculo :
Spetne ed Oracel
Egli divenne
Del Regno Ebreo.
Pojfa tu, corn' et feo ,
Gonfolar ifraele !
un' al t Ri CANTA.
AU
4t
A T T
TUTTO il Cono*
Fortunata l' infanzia ,
Che il Signor iflruifie ,
Cbe il Signor cufledijce !
La S TISSA VOCE SOLA.
O Reggia di Davidde!
O fita Citt diletta !
O montagna da Dio
Fer
SECONDO.
4J
Per propria anza eletta !
Come del Cielo in te traefii Cira?
Cara Sienne ,
Che dici , quand*
Empia raniera
Tu vedi , aime ,
Sul Trono affifa
De'nori R i '.
UNA VOCE SOLA.
44
un'
alt r .
<
Ridiamo , .
Cantiamo ,
Frenetica grida
La fcbiera infida ,
Di piacere in piacer , d flore in flore
Guidiamo il noflro tore .
Stolto celui , che all' avvenir fifida !
Degli anni labili
Incertt i 7 numero ,
Oggi affrettiamoci
A goder delia vita , .
Che doman furfe ci verra rapita .
il Coro.
SECONDO.
45
Kifvegliamento orribile ,
Errore deplora It E mentre il poverelto
Ouflera dclla pace alla tua me fi
La dolcezza ineffabile ,
Effl heran la tazza
Orrenda , inefflccabile ,
Che nei gran giorno ag empj
11 tuo furor difpenfa.
TUTTO ilCoio,
Mfvegliamento orribilt .*
Sogu peco durabile !
Error t irreparabilt !
AT-
ATTO TERZO
SCENA
PRIMA.
Matano, Nabal,
ed il Coro.
M AT AnO.
Matano !
. Confonderl ti degna , o Dio del Cielo .
Nabal.
Come ogn" un fi dijperde , e ogn' un ti fugge
Senza darti rijpoa !
M ATAO.
Avviciniamoci .
SCENA
SECONDA-
Zaccaria.
dove , o temerario , entrar pretend *
Guardad bene 'inoltrarti , Quefto
&de
T E R 2 .
47
iE* de* fanti miniflri il pio figgiorito ,
E le leggi ne vietano /' ingrejfo
A i profani. E checerchi? il padre mo
L' afpetto reo d' un idolatra impuro
Fugge in di si folenne , e la tata madre
A pic preflrata del Signer paventa
Che dalle preci Vom la fraflorni .
M A TA N .
Figlio ,
Non ti turbare , attenderemo. Vogto
Con la tua favcllare illufire madre ,
Delia Reina per comando io vegno ,
SCENA
TERZA.
Matano, Nabal.
Nabal.
La lore altera audacia banno i lor figli .
Ma che Atolla pretende ? onde mai tant*
Confufion ne' fitoi configli nafce ?
Queffla mattina da Joadde offefa ,
E dal fanciullo minacciata in fogno ,
Sacrificar vlea Uomo inlente ,
E Baal collocar teco nel Templo.,
Mi confidafli la tua gioja , e parte
Sperava io pur di cosi ricca preda .
Chi fa cangiar gl' irrefoluti votif
Ma-
&&: .:-c
4*
ATT
M A TAN .
49
50
Ogni giorno fu f ara a mio difpetto ?
Del Signar, che s' adora in queo Tempio ,
Nato Miniro il fervirebhe ancora
Forfe Matan , fe col fus retto giogo
L' amor delle grandezze , e la gran feU
Di comandare , accomodar poteffe .
Uopo non bo di richiamarti a mente
Di Joadde , e di m alta querela .
Le trame, e gare, e i di[pe rati pianti,
Quando con lui per incenfiere ofai
Contender. Da lui vinto altra corriera
Gorfi ; alia Corte abbandonaimi ajfatto ,
De' Re all' oreechie m' apprefai fer gradi ,
E in breve come oracoli s' ud/ro
Le mie voci ; udiai le voglie oro ,
Adulai lor capricci , feminai
Di fori orlo a' precipizj , nulla
, Pi , chela lorpaon,amefufacro;
A tor voglie cangiai pejo e mifura ,
E quanta I' infieffibile rozzezza
Di Joadde offendea le lor fuperhe
E molli orecchie , tanto dero io fppi
Lufingarle , togliendo agli occbi loro
.L' odiata verit; colori acconci
Vrefiando a' lor furori , e fopra tutt*
Dimorandomi prodigo del fangue
De' miferi . Alla fi ie al nuovo Dio,
Che introduje /Italia , Tempio s' erejfe ;
Gerufalemme profanata pianfe ,
E de' Le viti la fmarrita fcbiera
Alzb verfo del Cielo errendi gridi .
Jo defertare delia Legge i i o filo
V tfetB'
R .
ft
V efempio dando a' timorofi Ebrei ,
Approvajne imprefa , e in premio ri ebbt
11 Sacerdozio di Baal , e quindi
S? >.':
Terribil divenuto al tuio rivale
Vinfi la mitra, e camminammo al par .
Ma pure in tanta loria , io tel confejfo ,
La memoria del Dio che abbandonai
Mi turba , e un refio di timor mi laia
E queflo eib che il mio fitror raddoppia .
Ob me felice fe compiendo un giorno
Sovra del Tempio fuo la mia vendetta
Cenvincerlo potrb d' un odio imhelle ,
perderb tra il fangue e tra le firagi
A forza di delitti il mio rimorfo !
Ma ecco Jofahetta .
SCENA
QVARTA.
M aT A N O.
Principejfa r
Cut di fpirto si mite il Ciel- eortffe ,
Non t' arre tbi flupor , fe mejpiggi era
Delia Reina or per campar la calma,
diffipare ogri odio a teHtr vegno .>
Un rumor y che perb credo bugiardo ,
Avverando i pronoflici d' un fogno ,
5a
A T T
E giful capo fuo della Reina
Sovraflava il furor .... ma nb , non vogli
Vantare i iniei fervigi ; noto quanta
Centro Matano i il tuo conforte ingiufle ,
Ma henefizi oppor vuol a /' ingiurie .
Voci di pace arreco al fin: vvete,
Vvete pure , e celebrate lieti
Le voflre fefie , che Alalia richiede
Di voflra ubbidienza un pegno folo ;
Ed ( quanto non fei per frafiornarla ! )
L" orbo fanciul , cbe vide .
J O E TT a .
Eliacine ?
M A T a N .
-.
'Ma-
T E R z .
Mata no.
E qual rumor ?
M aT A NO .
Principela , puoi
Trarmi d' error. So en quanto tu aborri
Ogni menzogna* e che la propria. vit*
Mlle volte darefli anzi che dire
Minima cofa ; che ojfendefe il vero ,
Orma dunque non refla delia forte
Del Fdnciullo ? calgine profonda
Nafconde la fia flirpe ? Ignoti font
A te medefma i Genitori fuoi ,
E nonfai da quai man ebbe Joadde .*
Parla , che pronto a crederti , t' afcolt
Principela , d gloria al Dio che fervi ,
D 3
Joi*i
.'
-'*-
54
JoSABETTA.
Malvagi! ed efi nominar quel Dio
Che la tua bocca a beemmiare infegn ?
Pub in teimon fua verit chiamar
Sventurati da voi? Voi che federe
Su peilente eattedra , ove regna
La menzogna e diffonde il fuo veleno ,
Nudriti voi di tradimento e frode . . ,
SCENA
Q. V. I N T A .
JoADDE.
Ove fon f Di Baal cola non veggo
Jl Sacerdote* Figlia di Davidde ,
Cosi tu dvnque al traditor favelli ?
E foffri che a te parli, e non paveati
Ctf efea dal fondo dell' abifo aperto
Sotto a' tuoi pie divoratrice fiamma,
E che su lui cadtndo que[le- mura
Non jcbiaccimi te pur ? Cbe vml ei mai ,
E con qual fronte il gran di io emict
Viene Caria a infettar che qui fi fpira?
M AT A N .
Ben fi conofte alie partie , a gt atli
Jaadde , e pur dovra pifaggio e tant '
U#a Reina rifpettar , ne oitraggh
Fare a celui cb' mejfaggitr di loi .
Joad-
'*'.- '.
- *-^
T R
s)
J A DDE.
qual fara gamai /' ordine orrendo
Che tal minifire apporta?
M A TAN . .
A Jofaketta
1l palefai .
J OAD D K.
Avanti il fine
Delgiorno . . . ,fi vedr chi di not ... debbe , . .
Ma iifiiam Nabal.
Nabal.
E dove ti fmarrifci
Qual mai fiupor lega i eonfufi ftnfii
beco il nofiro cammino .
D 4
SCE*
$6
ATT
S E.N A
-'
S E S T A.
J D D E , JOSaBETTa.
JOSaBETTa.
La procclla
Molto aoppiar non tardera ; fi cbicdt
Eliacin dall' infuriata donna .
E gi del fuo natal, de'fuoi configli
Cominciafi velare il grande arcano .
E certo poco vi mancb , Signare ,
Cfje a me Matan non nom'mae il padre.
] Oa DDE .
T S. R Z .
$7
Piangendo , e, come mi ,fcampo cercando,
Fuggia la faccta delFjgljuol rubcllo .
Non temerb per Joas' Or.fi e Ltoni . . .
Ma di Je perche fprezzar a'jiito?
.lo i forfe fahitar configlio ,
In mano di Je Joas fi confidi ,
Ed oggi il conduciam ne' Regni fui ,
Breve i il .cammin: non ba Je si fir
Non ba , mi credi , cosi atrocecerg.
Edi Davidde il nome apprezza . EbDio!
Avvi un Be forfe si crudele e duro ,
Se pur non fia di Jezabelle nato ,
Che non compianga l' infelice forte
D'un innocentee mfero f"anciullo ,
Di cm la caufa a tutti i Re comune ?
Joa DDE'.
Quai timidi configli ofi propormi?
E potrefli tu porre in Je tua fpeme
J OS AI ETTA.
Iki' ^rSL-^t.-.
5t
ATT .
STTIMA.
JoADDE.
Cbiufio il Tempio , A z aria i
a R i .
1 utte le porte
Me prefente fur chiufe
JoADDE.
Adunque filo
Rimani tu con le Co orti fante ?
A ZA R I A.
"""Tat.t
TERZ
S9
Ja A D D E .
popol vile , ed al fervaggio nato!
Contro Dio filo ard/ta . Seguiam Copra ,
Che rtiene tra noi quefie Fanciulle*
a Fanciulla Del Coro.
Separara da te "pefam noi forfe?
E nel Tempia di no fiam noi raniere,
Se bai teco i Padri cd i Fratelli nori ?
wn'hta,
Se d' Isdrael per vendhar gli ohbrobri
Trafiggere non fa la neftra deftra ,
Qua l quella di Jael , l' iniqao tape
De' nemici di Dio , pufama almeno ,
Allorche pugneran le xkfire rca ,\
A pro del Tempi , fupplicar. divote
Con le Ugrime nore il pio Signare .
JoaDDF.
Ecco quali pen te prendono l' arme
Vendicatori , o Sapienza eterna ,
iacerdoti e Faac/ulle ! Nondimtno
Cbi fcubterli parra, fi tu li reggil
Tu fai qnando tu vuoj trar dal fipolcro ,
Percuotere , e finar , dar vita , e morte :
Su propri merti mnconfidan ei,
Ma nel tuo fopra lor nome invocato ,
Ne' giuramenti fatti al pio Davidde
In queo Tempio tuofiggiorno /acro ,
* E 'cha
-^Jc
.
che debhe durare al par del Sole .
Ab donde vien che d'an fanto fpavento
Frem il mio cor ? Sei ta divino Spiri to i
Che pi" agiti , eche^ m' empi ? B'deffb, deffh .
Bgli m' infiamma, ei parla, e glioccbi miei
S' aprono . /o veggo i fecoli pi ofiuri .
Accordate o Leviti i vori oni ,
E fcondate i movi menti miei.
iL Coro caHtaalfuonodi tutti gl' iftrumeiui
Che del Signar la voce -- omaififaccia intendere,
E a ' nori cori parti - /' Oracolo divino ,
Quello che al erhe tenere - a prima porta
Il frefco del mattino .
JoAD DB.
* Zaceara
,v
TERZ O.
<t
11 tuo incenfo a fuoi fguardi i un incenfo
( maccbiato.
Quefte donne, * e fanciulli ave. mai conducete ?
La Cittade Reina il S'ignore ha d'iftrutto .
I fuoi Re fonrifpinti : I Jacerdoti avvinti:
Le fee filennit cangiate in lutto,
Tempio precipita ; voi cedri ardete .
Gerufalemme , oggetto de' miei dolor mortali,
Qual mano in quefio giorno ha rapita il tuo
(yanto ?
Cbi cangia gli occbi miei in due fonti di planto
Per piangere i tuoi mal ?
A Z a R 1 a.
O Santo Tempio!
Jqsabetta.
O pio Daviddde!
il
Coro.
Ob Dio!
Dio di Sion ricbiama in tuo favore
V antico amare.
La finfonia ancora ricomincia , e Joadde .
Y interrompe di nuovo .
]O a DD E ,
'
Edi
* Schiavitu di Babilonia .
* La Chiefa .
A TT .
it unjegno immortal le temple ornate ?
O popoli , cantate ;
Gerufalem rinafce pi lufingriera t hella .
Onde le -eengono* da tantilati
fijiei figli che infeno non ba giammai portatif
Alza Gerufalemme, alza la tea altera .
Riguarda ifanti Regi di tua g loria abb agiiati,
I Re delie Nazioni innanzi te porati
L'orme baciar de' triofali piedi .
Oh quanti popoli
A gara carrono
Al tuo fplendor!
Colui felice
ni per amabilt
Sionne lice
Sentirfi anima
Tutta infiammar >
Pitvete , o Cieli , e il voro Ciuo cada
A guifa di rugiada ,
E germogli la Terra
Il proprio Salvatore .
JoSABETTA.
Tu prepara infante
Lo fplendente diadema , o Jofahetta ,
Cbe di Davidde ornb la fronte facra ;
Mvoi
* I Gentili.
T E R Z .
SCENA
OTTAVA.
Salomitb e iL Coro
S A LoMITE.
Quai timori , Jorelle t s, - .
jQuai mortalt perjgli !- >-...;..'Signer onnipotente ,
Adunque fono quefli
I facrifizi , e i voti ,
Che i tuoi diletti figli
A offrirti in queflo giorno
Sul tuo Altare tran preflt >
UNA DHLS FaNCIULLI DEL CORO
Qual mai fpettacolo
A gli oeebi timii
:>
Chi
.
Cht potta credere ,
Che un di vedrebbonfi
Neila cafa della pace
Laiftpeggiar mortali fpade
Lampeggiar lance omicide ?
vk' altr a .
".
"*
Vi" " .
In tale periglio ,
In tale fcompiglio
Per chi fi apparecchia
Il facr diadema}
S ALOMl T.
// S'ignore ba parlato ,
Ma ci o che al fuo Profeta
Di fvelar s' degnato
Cbi pub farlo a mi comprendere !
S' arma ei forfe per difenierci 1
S'arma ei forfe per offenderci ?
TuTToiL Couo canta.
Ob promejfe ! ob minacce !
Ob tewbre ! ob m ieri !.
Quanti beni , e quanti meli
A vicenda fon predetti
.: A'figli eletti!
Come accordar fi pub tant* furore
Con tanto amore?
\
UNA
*s
UNAVOCI SOLA.
tjn'aitu.
Dio protegge Sionne :
Eli' ba per fundamento
La fua farola eterna .
la Prima.
Sparire agi' occhi miel
Veggio la fua bellezza*
LA SBCON Da.
il in cielo ha fiflo.
:-""E2
LA
66
A
.
iaPrima.
t a Prima.
Quai gridi di dolore !
LA S ECOKD A.
tutte Trb.
Adoriamo il fuo furore ,
E fpertamo nel fuo amere .
. .. ON? AL TRA.
:i
ATTO
.. -
*1
QVA'RTO.
SCENA
JOAS,
PRIMA.
--
>
\ .-4
S AieMlTB-
g
.
Un fimile appareccbio unqu* non midi*
Josabetta.
Qgni W dvbbio fgombreraff in breve .
Jo a s.
Adttar Aunque vuoi- fuvra la fronte
Mia quefia henda ? Ab Principe/fa , guards
Di profanarla in ufo vile, e oeore
Del Re > che la portb, la pia memoria .
Figlio infelice abbandonato ag Orfi. . ,
Josabetta adactando il diadema .
afciami , figlio mio , debbo ulbidire .
J AS.
Ma dalla bocea ufcirti odo i fingulti . ..
Madre tu piangi ? E quai piet ti flringe ?
Debbo oggi forfe in olocauflo offerto
xCome di gi la Figlia , f ira
Del S'ignore placar con la mia morte ?
Ab ! nulla ha unfiglio , che non fia del Padre.
Josabetta.
c chi ti dira /' ordin del Cteio ;
"'" Non temer-, efciam noi di quefio luog.
ESCENA
SECONDA-
J AD DE Jo AS.
'V. ...,
i";' ;- '>-\\\i v
;
'
Figlio mo . i
.\;-\W.*'v u.-iCfc.f>tepare?
. w=
JA-
QVARTO.
*9
Jo A D D E .
- T T '
J D .
"v
SCE-
QUARTO.
SCENA
TKRZA.
., J a p continua .
Eccoti i tw vendicator't , 9 ;
ccovi, Saterdoti , il Re promeJp>t,
.<. Az AU1A .
cbti.mian?
.'
iL
'y
:v... . , Is MA 8 1, t-O..
......;
V emable FanciuUo l
JoA D DE.
^// / * <// G/W // vero Eredf,
Ultimo Figlio d'Ocozia, nudrito
Di Joas ioi nome , come b en vV nott^
] m si tenero fior recjfi in erba
Il deino ton voi Giuda piangendo
Trafuoi morti fratei credealo involto i
E dalt empio coltel ton efji uccifo .
Ma dal colpo mortal piacque al Signore
yDi preferirlo, e il poco men the einto
Ca{ore nelfuo fen ferbando vivo,
Permife , the ingannando Jofahetta
De\tugmgoldi i vigilanti fguardi ,
ual era efangue , lo celajfe in feno ;
E che potejfe ( del occulto furto
Non altri , che me complice facendo )
La udrice, e V Fancjul celar nel Tempio,
D 4
JA*
.
7*
JOAS.
'
'
Tu ferba
ta tua riconofceuza in altr iempi
Eccovi dunque il vofiro Re , la vort
Vnica /petiie. EWo finor la cura i
Di cuodirlo: bot s' afpetta , a voi
Miniri del Signar di compier I' opra .
Too che fappia t omicida donna
Che Joas vede del gioro ancora ' rat ,
Nflf orror del fepulcro a rimbalzarlo
Furibonda verra , che gi la morte
A lui ,poc anzi macchinato avea
Sol ionofcendo . Sacerdoti fanti, '
Prevenir la fua rabbia a voi s' afpetta ,
voi finir la fibiavtude indegna
Degli Ebrei , vendicare i m orti Prend ,
Riabilir la vora legge , e a Giuda ,
' E a Beniamino il loro Refar noto.
. U imprei grande , e perigliofa. Aalgb
r
Sul proprio Trono una Reina altera ,
Chefotto i fuoi endardi unita mira
D' eeri audaci , e a" infedeti Ebrei
Oe mmercfijfima , infinita ;
Ma nel Dio , che mi guida , io fil confido
E non e fua la nora caufa ? e in que*
Almo Fanciul tutto Jfrael non vive i
f,in /Gi queo Dio vendicatorcomincia
, . petturbarla , e si accecar la jeppt ,
Cbe
QVARTO.
7?
the fenz' armi e configlio ella ci cride
Vittime qui ferbate al fuo furore .
Corriamo , proclamiam Joas fenza indugo ,
E del Re nuovo intrepidi foldati ,
V Arbitro degli Eferciti invocando
Efvegliando la fe ne' cuori penta ,
Combattiamo Alalia fin nella Reggia .
E quali cori immerfi in vil letargo
Ri cuferan feguire il noro ejempio ,
Mirando ufcir del Tempio in facra pompa
Un Re , che Dio nudr nel proprio Tempio,
Tra' Sacerdoti il fucceffor d' Arone
Conducente alla pugna i fuoi Levitt ,
E in quelle mani a'popoli tremende
t armi offerte al Signor dal pio Davidde?
1l [i/o terror tra" fuoi nemici Idilio
Spargera, lo confido . te nel fang ue
nfe del fenza orror ite a bagnarvi .
bbattete , uccidete , eerminat
Tirj non fol, ma fraeliti ancora .
Non diendete voi da que' jamofi
Leviti . i quali aliar che al Dio del Nil
Li inabile Ifrael / nel Deferto
Rende t te (hito e felierato culto ,
Santamente omicidi depi cari
I.iro parenti , confgrar le mani
Nel fangue deg infidi , e meritaro
Per i opra egregia d' effer fulo elctti
A fervir f Ara del Signar? Ma veggo ,
o zeggo gie) che di feguirmi ardete .
Giurate aunque su auguo Libro
''
ti
I
1
74
A TT
>
A Z A R 1 .
Q V A R .
7J
che alla loro Maeflh fuprema
Sagrificare ogn' altra cofa lice ," ' ;
Che alle fatiche condannata , e ai pianti
. La turbulenta plehe e/ge e mena
Cbe ferreo ettro lagoverni , e domi ,
Perch alla fin fe non opprejfa , opprime*
Cos guidando te di laccio in laccio ,
E d' abijf in , infetteranno
V amahl parit de' tuoi coflumi :
Faranti odiare il vero , e pingeranti
La virt tte Jpaventofa imago.
Aime corrupper ejffi il Re pi fggio !
Prcmetti dunque fovra il fanto Ltbro ,
innanzi quefli teflimon , che Dia
Setnpre far la tua primiera cura ;
Che tu fever* ' ret , cortefe a buoni ,
Tra'' po'veri e tra te non prenderai
Se non Iddio per giudice , o mio Figlio ;
Rammentando che afcvfo in quefli Uni
Orfanofii, e povero com'effi.
J 0 a S.
Promette ' offervar cib che la Legge
Mi prefcri've ; O mio Dio , tu mi cafliga
Se i abbandono mai. , \
\. t '.' <~
J a P D E if
Vient , egli d' ttopo
Che colfacr oglio ti confagri ; tempi
Pi temperire , Jofabetta . .
. T a h 'v .- [
J.->
-s.
* ,. .
L.
,. *
v - . - w
4V^
SCE-
AT
SCENA
QVARTA.
> - ,.
Q V AR
77
i.
J A S .
iL Coro.
// Levita (tfcoltiam .
SCENA
QVINTA.
T -
v N Levita.
M' e ignota ancora
Cb the contro il Signor cola fi tenu ,
Ma s' odon rimbombare in ogni parte
Minacciofe le tromhe . Il foco fpknde
Ira fiendardi . Atalia certo raguna ,
I fuoi foldati , e gi al foccorfo e cbtufa
Ogni cammin . Dag ivfolenti Tiri
Ii monte, u'fede il 7 empio, tuttoingotribro,
E 'n d^effi befiemmiando a noi gridava ;
Abnero prigionier, ne pub falvar .
Josabetta i Joas,
- aro Fancitil, cbe il Ciel jerbommi , invano
Per falvarti feci h quanta poti ,'
- Mu
78
.
Ma forft , atmi! dimenticoj Dio
Del tuo Padre Davidde !
. Jo aDD E.
E tu non terni,
Donna , di provoc ar l'ire del Cielo
Contra te , contre il Re che tanto bai caro iE quando dal tuo fen Dio lo flrappae
Irreparab'ilmente , e che voleffe
Che il feme di Davidde eflinto fojfe ,
Non fiamo noi fu la Montagnafanta ,
1 dove il Padre de'Giudeiful Figlio
Innocente levb finza lagnarfi
Il braccio ubbidiente , e fovra rogo
Il frutto pofe della fua veccbiezza f
Delia promeffa a Dio lafcib la cura ,
E a Dio fa'crificb col figlio amato
Lafpeme della flirpe in lui rinchiufa.
D'tvidiamoci amici - che Ifmaello
Ii lato Orientale in guardia prenda;
Tu 4 lato Aquilonar , tu l' Occidente ,
E l Mezzogiomo tu >' che Sacerdote
Per imprudente zelo , Pur Levita
Non efc innanzi tempo , e non s" affmti ,
Onde pajfan fcoprir i miei difegni ;
Ma delio fpirfo fleffb ognuno accefi
Morendo guardi affegnato poflo .
Come al macello deflinato gregge,'
Rijguarda not nella fua cieca rabbia
talla, ni trovar crede nel Tempi
Che fpavento , e difordinf , Azaria
Di
* A Joaj
"3ah -
+*'
QVARTO.
79
Di valorofa flirpe alto rampollo ,
Colma i tuoi difenfor di nuovo ardire ,
Ed il diadema al lor tofpetto tingi ,
E da Re muori ,fe morir tu dei .
Seguilo donna . Dammi tu * quefl' ami i
Fanciulle ofrite i voflri pianti a Dio ,
SCENA
SESTA.
S At omite e il Coro.
tut il CoRo>
ndate pur Figli d' Aronne; ndate
Che mai non armb il Cielo
De gli Avi voflri il zelo
Per querela pi illuflre : andate , andate :
Pel voftro Re , pel voflro Dio pugnate .
UNA SOLA VOCE.
VU1 AITRA.
A T T .
V antiche tue bont i
In que/, che cingeci,
Orror atroce ,
Da te non odefi
Se non la voce
Dt uore iniquit!
Or il Dio pi non fei ,
Che perdona fempre a" rei f
totto il Coro.
Contre te vantan
./ quea guerra
Dr'izzar gli flrali
Cli empi mortali .
v*.,"
. . Facciamo, dicono ,
Ce(far le Fefie
Di Dio pi la Terra:
. "' Togliamo al monda
Il grave pondo
Di leggi infefte .
. ucidiamo i fanti fnoi,
Ririverfiam gli altari fuoi i
N pi refii memoria
Di fn nom , e di fua gloria \
N pi fia vio
Regftar tra not
, 9 il fita Crio4
TT-
LSL....*
Q V A R .
fi
tu il Coro*
Avanzo miCero
Denoflri Re!
Caro ed unico fiore
D' un albere rihello ,
Aime ficto il coltello
Delia madre fvenato
Cader vedremti la feconda volea !
O Prence amabile ,
Dinne ,fe n Angelo
Entro la tulla
Contro i Carnefici
Prefe a difenderti i
!
O fe la voce
Di Dio vvente
Nella notte della tomba
Ravvivate ba le fue ceneri
y N' A L T R a .
Cos
/'
A T T ,
Cos la tua pietade
M'firi ci abbandonaf
IL ORO.
/ gridi afcolto
Di gente barbara
E d'orror fremone .
Corriam , fuggiamo ,
Ci ricovriamo
Alt -ombra falutare
Del formidando Altare .
'4
AT-
8*
AT TO Q^VINTO,
SCENA PRIMA.
Zaccaria, Salomite, eil Coro*
N
Salmite.
U Caro Zaccaria , che mai arrecbi ?
Zaccaria.
Raddoppiate al Signor le preci ardenti ,
Che forfe amo giunti ait ora eflrema.
Per ortende conflicto il fegno dato ,
Salomite.
E-che fa Joasi
Zaccaria.
.. m
Fu c or onato, ed unto
Dal Pontefice omai cen l' oglio facr*.
E oh qual gioia neg occbi era dipinttt
Al dolce afpetto del Regal Fanciullo
\Redento dal fepolcro ! Oh, mia Sot ella ,
Mirafi ancora del toltell il fegno ,.
E fa vederfi la fedel nudrice ,
Che del Tempio in un angola rimoto
Cuflodiva celata il caro pegno,
tf altro Teflimon delle Jue cure
Avea , che gli occbi di mia Madre , e Dio
Piangon di gioia e tenerezza i noflri
Leviti , e gridi d"1 altegrezza miflt
..- Sono a'ffulri lor. Tra tant't effetfi .
fa
84
Ei fnza orgoglio ajfabile , alt un tende
- La deflra, t altro con t occbio lufinga.
Tutti li cbievia faoi fratelli , e padri ,
E.feguir- glura i 1er finceri avv'ifi
'. SaloMite.
M-
QVINTO.
S$
Muta , dal pefo de' terrori opprejfa ,
A lagrimar trarria gli occhi pi crudi .
Di qua do in quando il Re laringe alfeno ,
E /' accarezza . Deb Swells amate ,
1 miei paffi feguite , e s' prefcrtto
Oggi dal Cielo , che il Re noro pera ,
Andiam fecQ ad unir la nofira forte . ,
Sal omite .
Qual infoleere man raddoppia i colpi ?
- Cbi turbad fa correre i Ceviti ?
Perch cauti a celar van l' armi lore ?
forfi if limpio b sforzato.
Z, A R 1 A .
Difsipate
Ogni timor, che Dio (i manda Abneroi
SCENA
SECONDA.
Joadde.
. trederolla ag occbi miei ? Per quale
Cammino bai tu potato, o caro Abnero , .
Conduni al Tempio , e traverfare il camfa
Che ci ajfedia ? Dicea, che d' Acabbo
La facrilega piglia aveati carca
La generofa man d'indegno ferro
Per ficurezza de' fuoi fier configli !
. Abnero.
Teme il mio zelo , e il mi coraggio , e vero ,
Ma le catene il minor prezzo Jono,
F j
Che
'
SS
ATT
Che ta fue rabbia mi fcrbava . In atrt
Prigion chiufo a fuoi cenni io m' afpettavtt
be dopo il Tempo in cenere conjunto,
E i Miniflri del Tempil arfi od ucci %
Ella non fazia ancor di tanta flyage
Tglieffe a me quel importuna vita ,
Cbe il duol di fopravvivere a' miei Regi
Dovrebbe ave-rmi mille volte tolta .
JoaDDE.
Mi %.
^8
// filenzio tu rbi in tal periglio f
che? Peru Faixiul, che t'' ftraniero ,
Soffrirai che fcannar foadde lat
Indarno te , fuo figlio , e V popol ttitto
E che il foco divori il po luogo
t - Su la Terra, ove Diovuol ch'Vom adori ?
Che pi farei , Je degV Avi tuoi
Fojfe il Fanciullo un preziofo refio ?
Josabetta in baffe voce a JoaDd.
Guarda il tenero amor cV ei perta al fangut
De'fuoi Re, che non parli ?
J add .
t.
ton tempo.
A BN e fto.
Signor, pi che non penfi il tempo caro *..
M entre pecando la rifpofia vai,
Matan prefjo Atala di rakbia accefi
Dimanda il jegno . ed il macello ajfretta ,
DebV io prorarmi al tuo ginocchio facrol
Signor , ieh in nome di quel fanto luogo
Aperto folo a te , luogo tremendo i
Ove di Dio la mana ripe/,
uantunque dura fia l' impoa legge,
A riparar quefi'improvvifo colpo
Penfinmo , a refpirar fit dammi tempo .
Dimani , in quea notte , altre mifure
Io prenderb per vendicav gli oltraggi
Del Tempjo , e confervarlo ; ma hen veggo
Che nulla i pianti miei , nulla i miei priegbi
Da te panno impetrar . Troppo fevera
' ^a tu^ v'rf& i n* perfuadtrla io voglio .
. T .
Q V I N .
8o
Ma via ! qualch'' arme o qualche'Jpada trova r
Edel Templo alte porte , ove m' attende
Il nemli , pugnando Abnero mora .
Jo AD DE.
Mi fendo, abbraccio iltuo tOnfiglio ; d' uopa
Le minacce flornar di tanti mali
Rea un teforo di Davidde , r vero,
la euflodia allamia fe commeffa
Ne fu i finor ton . vigilante tnra
Lo celai , perch in effb era ripofla
DegV infelici Ebrei f ultima fpeme .
Ma poiche debbo alla Reina tua
Oggi fcpririo -, foddisfiifla io voglio .
Le noflre porte s apriranno . V entri
Accompagnata da' pi prodi Duci ;
Ma lunge almen da' noflri Altan tenga
U indifereto furor di tanta turba
Di flranieri , ed vrror rifparmi
Dtlfactheggio del Tempio ; e quai mai penne
Sacerdoti e Fanciulli a ici dar ombra?
Prefgga teco il fuo corteggio , Quanta
Al Fanciullo terribile i temuto,
V eqmta del tu cor conofto^ Abnero,
JE rjuanJo i fuoi natali avrb fcoperti
*; Alia prefenza d' Ataa , vedrai
Se in potete di lei lafiarlo lice ,
iudice farti tra 'I Fanciullo, ed tjfa,
Voglie*
. . -
N s
$0
SCENA
TEUZA
.Ca/a*
Gli parla all* orecchio
Q V I N .
pi
Campo. Si cht ami il popolo al foccorfo
Del fuo Re . D' Ataa fino all' oreccbio ,
Voi fate rimbombar alto prodigio
Di Joasjerbiito , Ei vien.
SCENA
QVARTA.
Joadde.
Leviti fanti ,
Sacerdoti di Dio, fenzamoflrarvi
Cingete tutto il Tempio, e il voflro zelo
Jjaiando go verare alle mie cure ,
lnfino che v'appello occulti flate . *
Re , ti lice fperar , che a" piedi tuo-i
Vedrai ader la tua ntmica , que lia
Che tentb gi di trucidarti infante, .
Ed ora al Tempio frettolofa corre
Per darti morte. Non temerla, e penfa
he ? efiermiisatore Angelo bai teco . .
Afcendi ful tuo Trono , e ... ma la porta
S' apre Permetti che per breve tempo
Queflo velo i afeonda. 0 Principela
Cangi colore ? <
JoSaBHTTa.
Ab ? fenza impallidire
Pofs'io vedere tf ajjaut il Tempio
Em-
f Si tiafcondoio tutei,-
..
' *
9t
A T T
Empierfi! \ n* vedi tu quai fite*
orteggio
J AD D E .
Q.V I N T A.
Atalia a Joadde.
Vi [ei pur gitmtM, feduttore , al fine*
Di calunnie e cangiure imquofabbro ,
Che nel torbido fol metti ogni fpeme ,
Semico eterno del poter fupremo ;
Tu nel tuo 'lia //' confidavi . Sei
Difingannato delia tua fperanzat
Egli la ta il fua Temph, e la tuA ritt
In mio potere ; a te dovrei fu queflo
Altare ove Jacri'ficht , . - ma yoglio
Del prezza oferto contentarmi . Penfn
Ad efeguir cib che promeffo tibai.
Jl teforo , eil Fanciul , (he confegnarmi.
Dei , dove fin?
J A DDE .
Q V I N .
91
Reina, del pi fanto f Monanbi?
Cotwfcerto dovrefli almeno ai fegni
Del tuo cokello ; Ecco il tuo Re ,iltuo FigHo^.
Il Figlio d'Qcozia. Popoli, Abiuro ,
Ricenoete Joas?
Abne rq.
. Cielo!
A TA Ma
Malvagio !
JoaDDS.
Rawi tu quefla fedele Ebrea ,
Da cul henfai, ch' egli fuccbiava il latte !
Jfabetta rapillo al tuo furor* ;
V accolfe il Tempio, e gonfirvollo Jddio .
De' tefor di Davidde eccoti quanto
A me rimafi .
. t A T ALI A.
Sonett mie},
J aDDK .
Soldati del Dio viw,
Diftndete il Re voflro .
Qui s' pre il fondo del Teatro , e fi vede
interiore del Tempio , ed i Leriti armati
efcono da tutte le parti della Scena .
A T al 1 A .
..Ove fon' io ?
0 Reina infelice , tradimento !
D' atmi e netnici ircondata io fono.
JoAD-
94
Jo ADDE .
Con gl' occbi in vano ove fiiggir tu cercbi ,
Che in ogni parte inviluppar ti feppe
Dio ; queo Dio che tu bravavi , in nofira
Mano i abbandonb: rendigli conto
Dtl fangue, ond'ebra foi.
A T a L i a'
Lo fpavento
Tat ba di gelo i miei foldati indegni .
Ove mi conducei , o vile Abnero i
Abnero.
M t teftimonio Dio ...
Atal i a .
Lafcia il tuo Dio,
O traditore , e a vendcarmi penfa.
Abnero.
Di cbi ? di Joas ? del mio Signer?
AT A L i A .
Ei Joas!
Egli tuo Re ! fappiate , empj , fappiate
Che ancor dal armi mie cinti . voi fiete .
Ad alta voce odo che il campo mi
Mi cbiama ... Gi fi corre al miofoccorfo ,
Si corre si ; trematene , o ruhelli .
SCE-
QVINTO.
SCiNA
9$
SESTA.
i
'
IsMAELLO A JoADDE.
-*i'
'
96
QVr.NTO.
j*
JoADDI.
be cofiti trotta fia frori del Tempiot
Onde non fi profan il Jant0 Joco . > ,
Sacn vendicator de' Prend uccifi
Scene pure, te del ngue loro * . : .
A far cr con la jua morte i gridi :
- v e alean , che temerario ardifea
La Jua querela d' abbracciar, con efa
Sotte furor de' vofiri ferri cada . \
*
. .
SCENA
SETTIM A. V
JAS.
' ..che t" interni nel mio cor, afflim
Da me diog l'efecrande voci
\
,Enoafnr, ctelle fi compian mai :
Deb fa che mora Joas , pria cb> ei f o j
"
'
'
AT-
VLTIMA,
.
Levita.
Di fua vita gli orror purgati ba il ferro f
la- Santa Cht. si lungo tempe
A' furo di lei lafciata in preda ,
Al fine fcoffo aborrito giogo,
Code mirarla nel fuo fungue immerfa
JOABDE.
L
t\
...
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FINE
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7.
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