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di Neri Pollastri
Consulenza Filosofica il termine con il quale stata introdotta
in Italia la Philosophische Praxis, attivit nella quale un professionista
riceve persone per affrontare con esse i loro problemi, sulla sola base
del suo essere filosofo. Iniziata in Germania nel 1981 da Gerd
Achenbach, questattivit si progressivamente diffusa in molte parti
del mondo e, attorno al 2000, arrivata nel nostro paese, ove, in cos
poco tempo, ha raccolto un crescente interesse, inizialmente pi che
altro da parte dei media, pi recentemente anche nel mondo della
cultura e della ricerca.
Il merito del superamento delle peraltro comprensibili perplessit
iniziali va assegnato a vari fattori, tra i quali figurano il livello che la
ricerca nel settore ha in cos breve tempo raggiunto in Italia - senzaltro
superiore alla media di quanto fatto in altri paesi e che ha permesso di
colmare il ritardo accumulato nellavvio delle sperimentazioni
professionali - e il credito concesso da alcune istituzioni e dagli studiosi
che ad esse fanno riferimento.
Per il primo aspetto, giova ricordare che lItalia il primo paese
nel quale (presso leditore milanese Apogeo) sono state tradotte le
opere del fondatore Gerd Achenbach e di alcuni dei pi importanti
professionisti e teorici della materia, come Ran Lahav, Peter Raabe e
Shlomit Schuster (uno dei cui libri in via di pubblicazione). Questo
mentre nascevano alcune riviste interamente dedicate alla materia e
altre le dedicavano numeri monografici. Per il secondo, vanno invece
ricordate varie iniziative di ricerca presso istituti italiani - come le due
giornate di studio svoltesi presso lUniversit di Catania nel 2003 e nel
2005, quella presso lUniversit di Arezzo sempre nel 2005 ed i
convegni organizzati nello stesso anno dalle Universit di Venezia e di
Cagliari. Inoltre, proprio queste due ultime istituzioni accademiche
hanno dato vita a Master dedicati alla Consulenza Filosofica, mentre
un'altra iniziativa analoga in avvio presso lUniversit di Bari.
Contemporaneamente, anche alcune amministrazioni pubbliche
hanno dato ufficialmente spazio alle attivit professionali, con sportelli
di consulenza (il Comune di Firenze e lospedale Le Molinette nel 2003,
lUniversit di Cagliari nel 2006, pi alcuni Licei in varie parti dItalia) e
seminari di pratica filosofica aperti al pubblico (ancora a Firenze nel
2003 e nel 2006, a Monfalcone nel 2005). Pi difficili da valutare, ma
sempre stimabili come segni dellinteresse per la consulenza in Italia,
sono le molte attivit private nellambito della formazione alla
talvolta
legate
ad
ricerca del consenso per il Socratic Dialogue; e via dicendo. Ora, queste
finalit non sono propriamente filosofiche (lunico scopo della filosofia
essendo la ricerca della conoscenza) e in queste pratiche che,
seguendo anche Shlomit Schuster, ho definito ibride, per classificarle
e non certo per svalutarne limportanza affiancano allagire filosofico
altri tipi di agire, che portano con s tecniche e metodi tratti da altri
universi (la pedagogia, la terapia, la psicologia). Viceversa, alcune
pratiche, come la consulenza filosofica intesa alla maniera di Achenbach
o i dialoghi collegiali come i Caf Philo alla Sautet, hanno di mira solo la
migliore e pi profonda comprensione della situazione, del mondo e di
se stessi, anche quando ci avvenga sotto la spinta di un rilevante
problema personale. Esse includono cio solo finalit strettamente
filosofiche e la praticit della filosofia che in esse va in gioco (alla
quale allude il termine Praxis della denominazione tedesca) consiste
in due aspetti: che in queste attivit si pratica la filosofia; che il
cambiamento del pensiero verificantesi nel corso di esse ha effetti
pratici sulla vita, poich comprendere le ragioni profonde di un
problema significa sempre anche sentirlo diversamente da come
avveniva prima della loro comprensione.
Se la pratica della filosofia ha un ruolo fondamentale nelle
pratiche filosofiche, peraltro ovvio che essa poggia su una vasta e non
conclusivamente definibile serie di competenze, che includono i
cosiddetti strumenti per pensare (gli anglosassoni tool del Critical
Thinking), unampia conoscenza della storia della filosofia, una serie di
capacit (di astrarre, di generalizzare, di sistematizzare, di porre in
relazione trasversale concetti e ambiti di significato) e di
atteggiamenti (critico, sistematico, analogico). Quel che sovente
sfugge il fatto che laccumulo di queste competenze non da solo
sufficiente a comporre un quadro grazie al quale si poi capaci di
filosofare, dato che questultima non pi una competenza, ma un
saper fare: per dirla con il Socrate platonico, la filosofia una scienza
fatta in questo modo, che il fare coincida con il sapersi servire di quello
che si fa (Eutidemo, 289b). Ci significa che il mero apprendimento
scolastico di cognizioni e metodi non sufficiente a diventar capaci di
filosofare e che la pratica della filosofia un passaggio fondamentale
per diventar filosofi.
Ora, s vero che nella didattica praticata nelle Universit sono
presenti forme di apprendistato alla ricerca filosofica, che trovano la
massima espressione nella tesi di laurea (quando questa sia una vera
ricerca, cosa che purtroppo non sempre avviene); ma anche vero che
nel curricolo tanto delle Universit, quanto - perch no? - delle scuole
superiori, una pratica della filosofia condotta su un materiale
quotidiano, concreto, che sia pi vicino alla vita degli studenti,
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