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*Figure di maestri che hanno operato nel corso del 9.

centenario dell'Universit di
Bologna : contributo alle celebrazioni del 9. centenario dell'Universit di Bologna. Bologna : [s. n.], 1990 (San Giovanni in Persiceto : F.A.R.A.P.). - 368 p. : ill. ; 24 cm. ((In
testa al front.: Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, Classe di scienze fisiche.

EUGENIO BELTRAMI
Eugenio Beltrami nacque nel 1835 a Cremona. Fu studente di Matematica all'Universit di Pavia, come allievo interno del Collegio Ghislieri. Nel
1857 fu espulso tanto dall'Universit quanto dal Collegio per attivit
antiaustriache. Costretto a cercarsi un impiego, non riusc a completare
il curriculum regolare degli studi e pertanto non consegu mai la Laurea.
Tuttavia consegu da autodidatta una vastissima preparazione matematica, studiando nei ritagli di tempo che il suo impiego presso la Direzione
delle Ferrovie del Lombardo Veneto gli consentiva. Ancora da impiegato
delle Ferrovie scrisse i suoi due primi lavori, pubblicati sugli Annali d
Matematica. Essi furono notati immediatamente da Francesco Brioschi,
l'illustre matematico gi suo Maestro a Pavia, divenuto nel frattempo
Segretario Generale del Ministero della Pubblica Istruzione. Beltrami si
trov cos nominato senz'altro Professore Straordinario di Algebra complementare presso il nostro Ateneo nel novembre 1863. Vi rimase giusto
un anno, per: nel novembre successivo pass a Pisa come ordinario di
Geodesia. A Pisa rimase solo tre anni prima di ritornare a Bologna, ma
furono tre anni molto importanti perch ebbe occasione di avere contatti
stretti con Enrico Betti e addirittura con Bernhard Riemann che, come
tutti sanno, soggiorn a Pisa dal 1862 al 1866, anno della sua prematura
morte. Nel 1873 accett la medesima Cattedra (e l'incarico di Analisi
Superiore) presso l'Universit di Roma, che il Governo cercava di potenziare, soprattutto attraverso la chiamata di studiosi di larga fama, perch
la citt era divenuta la capitale del Regno da soli tre anni. Anche a Roma
per non rimase a lungo. Nel 1876 si trasfer infatti sulla cattedra di
Fisica Matematica presso l'Universit di Pavia. Nel 1891, grazie soprattutto all'opera di Luigi Cremona, gi suo collega presso il nostro Ateneo
e allora Ministro della Pubblica Istruzione, si lasci indurre a tornare a
Roma, questa volta sulla cattedra di Fisica Matematica. La grande fama
conseguita per la sua opera scientifica ebbe i suoi riconoscimenti ufficiali
forse pi alti proprio in quest'ultimo periodo. Infatti egli fu eletto Presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei nel 1898, e nominato Senatore
del Regno nel 1899. Mor a Roma l'anno successivo, all'et di 65 anni,
ancora nel pieno vigore della sua attivit scientifica.
Eugenio Beltrami fu senza dubbio uno dei pi grandi matematici italiani del secolo scorso. Se teniamo poi conto della posizione di preminenza
sul piano mondiale che la scuola italiana, anche per suo merito, conquist rapidamente nei quarant'anni che vanno dall'unificazione alla fine del
secolo, fu un personaggio di notevolissima rilevanza anche sul piano
internazionale. La sua produzione scientifica (le sue opere complete contano 108 pubblicazioni) abbraccia si pu dire praticamente tutta la Matematica e la Fisica Teorica dei suoi tempi. Tuttavia il settore a cui egli
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arrec i suoi contributi pi profondi e duraturi (l'operatore di LaplaceBeltrami, la pseudosfera di Beltrami, ecc.) senza dubbio la Geometria
Differenziale. Qui la sua influenza fu ancora pi vasta di quella che egli
ottenne direttamente tramite i suoi lavori. Nelle parole di Gaetano Fichera (Il contributo italiano alla teoria dell'elasticit, Rendiconti del Circolo
Matematico di Palermo, 1979).
Ma il suo nome [di Beltrami] rimarr, soprattutto, immortale per essere
stato egli il fondatore di quella grande Scuola di Geometria Differenziale,
vanto della Matematica italiana, che, in seguito, doveva avere in Luigi
Bianchi Gregorio Ricci-Curbastro e Tullio Levi-Civita i suoi massimi
esponenti.
John Milnor anche pi esplicito. Parlando al convegno dell'American
Mathematical Society sul retaggio matematico lasciato da Henri Poincar
tenutosi nel 1984 egli attribuisce, (nella Conferenza intitolata Geometry),
al celebre lavoro di Beltrami del 1868 il merito di avere fatto uscire la
geometria non Euclidea di Lobachevsky e Bolyai dal mondo della speculazione scollegata alla matematica di uso concreto e quotidiano, dimostrando come essa altro non fosse che la geometria naturale (cio quella
delle geodetiche) delle superficie a curvatura Gaussiana costante negativa
(pseudosfera di Beltrami).
Trattandosi di un personaggio di simile grandezza, sar forse opportuno, data l'occasione e il non molto spazio a disposizione, limitarsi a dare
qualche dettaglio sul periodo bolognese di Beltrami e sulle sue relazioni
successive con la nostra Accademia. Come ho gi ricordato, dopo il fuggevole soggiorno nel solo Anno Accademico 1862/63 come Straordinario
di Algebra Complementare, egli fu Professore Ordinario di Meccanica
Razionale nel nostro Ateneo dal 1866 al 1873, e questi furono senza
dubbio tra i suoi anni pi fecondi. Il celeberrimo lavoro del 1868 sull'equivalenza fra la geometria non euclidea di Lobachevsky e la geometria
delle geodetiche (cio la geometria in cui le rette vengono identificate con
le geodetiche) su una superficie a curvatura Gaussiana costante negativa
gi ricordato in precedenza (intitolato Saggio d'interpretazione della Geometria non euclidea e pubblicato sul Giornale di Matematica di Battaglini, a Napoli) segue immediatamente gli altri due classici: Sopra le funzioni analitiche definite su una superficie qualunque (firmato Bologna 1867,
e pubblicato sugli Annali di Matematica, la rivista fondata e diretta da
Brioschi e Tortolini) e Sulla Teoria generale delle geodetiche (pubblicato
sui Rendiconti dell'Istituto Lombardo). Il corpus di questi tre lavori costituisce probabilmente il contributo pi importante alla Geometria Differenziale pura delle superficie dopo le Disquisitiones di Gauss. In efftti
diffcile sopravvalutare l'importanza del Saggio di Beltrami. Esso costituisce il primo modello concreto di geometria iperbolica; ad esso fecero
seguito a distanza di non molti anni il modello del semipiano complesso
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di Klein e poi quello del disco di Poincar, cio due fra le costruzioni
pi importanti e feconde della matematica dell'Ottocento.
Come abbiamo visto, la disciplina di titolarit di Beltrami in quegli
anni era la Meccanica Razionale. All'inizio del periodo bolognese non
troviamo per alcun lavoro di Meccanica, sia essa di un sistema ad un
numero finito di gradi di libert o del continuo. Non sono riuscito a
trovare nessuna indicazione riguardo al programma del suo corso in quegli anni. Tuttavia la lettura del gi citato Sulla Teoria generale delle
geodetiche indica estrema familiarit con i grandi lavori di Meccanica
analitica di Jacobi. Anzi, l'introduzione contiene una frase che a mio
giudizio si pu prendere proprio come una ottima definizione della Meccanica analitica stessa: ... le mirabili scoperte di Jacobi sul nesso che
vige fra equazioni dinamiche, problemi isoperimetrici ed equazioni alle
derivate parziali del primo ordine. A parte questo accenno, Beltrami
torner sulla Meccanica analitica solo molti anni dopo, con un lavoro
sulle variabili ignorate nel formalismo lagrangiano. Tuttavia traspare in
modo evidente la consapevolezza della motivazione anche meccanica dei
suoi lavori sulle geodetiche su una superficie qualsiasi (si ricordi che la
determinazione del moto per inerzia di un punto vincolato a muoversi
su una superficie liscia equivale a cercarne le geodetiche). Verso la seconda met del suo soggiorno a Bologna possiamo osservare che la didattica
deve avere ormai potentemente influito sulla ricerca: del 1872 infatti il
lavoro Del moto qualunque di un solido che ruzzola sopra un altro solido
(pubblicato sul Giornale di Matematiche di Battaglini) e negli anni che
vanno dal 1871 al 1874 vedono la luce, proprio sulle Memorie della
nostra Accademia, i famosi quattro lavori intitolati Ricerche sulla cinematica dei fluidi (Note I, II, III, IV). Beltrami rimarr affezionato alla
nostra Accademia; si pu affermare dalla fine del periodo bolognese in
poi le Memorie dell'Accademia dell'Istituto di Bologna saranno il suo
periodico favorito per la pubblicazione delle sue ricerche in Fisica matematica, intesa nel senso pi lato. Sulle nostre memorie troviamo infatti
i lavori seguenti: Intorno ad alcuni punti di teoria del potenziale (1878);
Sulla teoria dell'attrazione degli ellissoidi (1880); Sull'equilibrio delle superfcie flessibili ed intestendibili (1882); Sulla teoria dell'induzione magnetica secondo Poisson (1883); Sulle funzioni associate e specialmente
su quelle della calotta sferica (1884); Sull'interpretazione meccanica delle
formule di Maxwell (1886); Intorno ad alcuni problemi di propagazione
del calore (1887); Considerazioni sulla teoria matematica del magnetismo
(1891); Considerazioni sulla teoria matematica dellelettromagnetismo
(1892). Questi lavori non esauriscono gli scritti di Beltrami pubblicati
lavori sulle memorie della nostra Accademia: troviamo infatti lavori di
Geometria differenziale, di Analisi, e anche di storia della Matematica,
come ad esempio la Comunicazione di una lettera di Lagrange a F.M.
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Zanotti. (Rendiconti, 1873). Non credo che sia azzardato affermare,


per, che il singolo corpus pi importante dei lavori di Beltrami
sulle memorie dell'Accademia di Bologna sia costituito da quelli di
Fisica matematica. In meccanica dei continui, e specialmente in
elasticit, l'opera di Beltrami si segnala (prendendo ancora a
prestito le parole di Gaetano Fichera) per la sua potente visione di
Geometra differenzialista. Egli scoperse che le equazioni generali
dell'elasticit in coordinate curvilinee, date dal Lame, sono vincolate
alla struttura euclidea dello spazio, Si adoper allora, con successo,
per estendere le stesse equazioni a spazi a curvatura costante,
fornendo contemporaneamente al Clifford, anche se non con la stessa
incisivit, uno dei primissimi saggi di impiego di spazi non euclidei
a problemi fisici e precorrendo in ci quegli sviluppi che in seguito,
con l'opera di Albert Einstein, dovevano assumere aspetti tanto
sbalorditivi. Fra i contributi di Beltrami all'elasticit non pu essere
ricordata la prima rigorosa dimostrazione, a lui dovuta, della
sufficienza delle condizioni di compatibilit di Saint-Venant per le
deformazioni, nonch la soluzione generale delle equazioni
dell'equilibrio di un sistema continuo, avente per incognite gli sfrzi,
soluzione che per lungo tempo fu erroneamente attribuita ad altri.
L'altro contributo universalmente noto di Beltrami alla Geometria
differenziale e l'analisi, come si gi ricordato, la costruzione
esplicita dell'azione dell'operatore di Laplace in qualsiasi sistema
di coordinate locali di ogni superficie (appunto l'operatore di
Laplace-Beltrami). senz'altro possibile che anche questo risalga al
primo periodo bolognese, che termin nell'autunno 1863. Esso
infatti contenuto nel primo dei quattro lavori consecutivi intitolati
Ricerche di Analisi applicate alla Geometria, pubblicati nel 1864 e
nel 1865 sempre sul Giornale di Matematiche di Battaglini a
Napoli. pertanto concepibile che il primo di questi lavori sia
stato almeno parzialmente eseguito, o almeno ideato, prima dell'autunno 1863.
Beltrami non lasci alcun trattato, e nessuno dei famosi geometri
differenzialisti, quali i gi citati Gregorio Ricci Curbastro, Tullio
Levi Civita e Luigi Bianchi, che al volgere del secolo assicurarono
all'Italia il primato in questa disciplina pilastro della Matematica e
anche della Fisica, fu suo allievo diretto. I suoi soli allievi diretti
furono infatti Valentino Cerruti e Pietro Burgatti, due distintissimi
matematici, e anche valenti cultori di Geometria Differenziale, ma
sicuramente non al livello dei tre grandi citati in precedenza. Va
detto inoltre che la grande opera di Gauss in questo campo, le gi
ricordate Disquisitiones, considerata la prima pietra del grande
edificio della Geometria differenziale moderna, era gi ampiamente
nota in Italia, per opera soprattutto di Delfino Codazzi, quando
Beltrami doveva ancora cominciare la sua attivit. In quale modo
dunque egli esercit la sua influenza, fino ad essere considerato il
fondatore della
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scuola di Geometria differenziale? Io credo che il caso di Beltrami sia


stato uno dei pochi in cui l'importanza e la profondit dei suoi risultati
sia stata immediatamente apprezzata dai contemporanei. Forse ci dovuto anche al fatto che ciascuno dei suoi lavori era per l'epoca sicuramente molto formativo, perch redatto con l'ampiezza e la lucidit che di
solito si trovano solo in un trattato lungamente meditato, cosicch il loro
studio permetteva di arrivare rapidamente all'essenziale e, contemporaneamente, di acquisire gli strumenti tecnici necessari alla prosecuzione.
Sandro Graffi

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