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Comitato Termotecnico Italiano - Energia e Ambiente

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EQUIVALENZA TRA CONSUMI DI COMBUSTIBILE DEGLI


IMPIANTI DI RISCALDAMENTO E LENERGIA CEDUTA ALLE
UTENZE DELLE RETI DI TELERISCALDAMENTO
Giovanni Riva1

1 - PREMESSE
Lo scopo della presente memoria quello di fornire degli elementi di valutazione per
paragonare lenergia termica fornita da un impianto di teleriscaldamento e il consumo di
combustibile di un impianto convenzionale di tipo autonomo a servizio di un edificio che,
nella generalit dei casi, viene alimentato con gasolio o gas naturale. Ci a parit di
risultati finali, ovvero di calore ceduto a valle della caldaia o dello scambiatore del sistema
di teleriscaldamento allimpianto di distribuzione dellutenza.
Non si intende dimostrare che i sistemi di teleriscaldamento siano migliori di per s degli
impianti autonomi o viceversa, ma fornire delle indicazioni di base per permettere un
confronto sul piano economico2 tra i due sistemi per quello che riguarda il principale
aspetto di interesse degli utenti: il costo dellenergia termica.
Per fornire anche delle indicazioni pratiche si prende qui come riferimento la realt di
interesse della T.C.V.V.V. S.p.A., ovvero dei comuni di Sondalo e Tirano (SO).
Il documento divulgativo e quindi riprende definizioni e concetti che potranno risultare
pi che noti ai lettori esperti.

2 I POTERI CALORIFICI DEI COMBUSTIBILI


I combustibili normalmente utilizzati nel riscaldamento degli edifici sono caratterizzati da
diversi Poteri Calorifici3, in funzione della provenienza dei combustibili stessi e della loro
composizione chimica. Il CTI con la norma UNI TS 11300-2 finalizzata al calcolo delle
1

Professore ordinario allUniversit Politecnica delle Marche, Direttore del CTI.


Il CTI (www.cti2000.it) un ente di normazione federato allUNI (www.uni.com), lorganismo ufficiale di
normazione tecnica italiana. Il settore di competenza quello termotecnico, ovvero tutti i temi che
interessano sotto il profilo energetico gli involucri edilizi civili e industriali con i relativi impianti, la
conversione energetica dellenergia primaria nella produzione di energia elettrica e le fonti rinnovabili, ove
siano coinvolti dei fenomeni termodinamici (biomasse, solare termico, geotermia ecc.). Il CTI opera a livello
nazionale e internazionale (al fine di seguire il CEN www.cen.eu -, lorgano di normazione UE, e lISO
www.iso.org -, il riferimento normativo mondiale) preparando norme e documenti tecnici che poi vengono
pubblicati e diffusi dallUNI come norme tecniche nazionali. Il Comitato basa il suo lavoro su una sessantina
di gruppi di lavoro, una rete di oltre 500 esperti e circa 450 soggetti giuridici aderiscono al CTI in forma
associativa (ditte del settore termotecnico e organizzazioni preposte ai lavori normativi, tra i quali i pi
importanti Ministeri). La principale funzione del Comitato sostanzialmente quella di essere la camera di
compensazione di diversi interessi, al fine di sviluppare dei documenti ad elevato indice consensuale e che
possano costituire dei seri riferimenti per la crescita del mercato e la difesa dei diritti dei consumatori, oltre
che dellambiente e delle risorse energetiche. Per svolgere la sua attivit il CTI svolge anche ricerche e studi.
2
Una trattazione puramente energetica avrebbe richiesto una impostazione diversa.
3
Energia termica che si sprigiona con la combustione di materiale combustibile.

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prestazioni energetiche degli impianti termici4 ha stabilito, ai fini di valutazioni


comparative, i valori di riferimento riportati nel Prospetto che segue5.
Per il gasolio, a esempio, si considera un potere calorifico inferiore di 11,87 kWh/kg (circa
10.200 kcal/kg ovvero 42,68 MJ/kg) che rapportato al litro (considerando una massa
volumica6 di 0,82-0,86 kg/litro) corrisponde - nel migliore dei casi - a 10,3 kWh/litro (con
minimi dellordine di 9,7 kWh/litro). Il tutto viene riferito a 15 C7.
Si noti come il Potere Calorifico del gas naturale (comunemente definito metano) sia
assunto mediamente di 9,94 kWh/m3. Nel Prospetto vengono utilizzati i Nm3 intendendo
con tale simbolo i m3 misurati alla temperatura di riferimento Normale di 0 C8 e alla
pressione di 760 mm di Hg (pressione atmosferica).
Ai fini del calcolo del fabbisogno di energia si assumono i seguenti valori:
gas naturale9: 34.500 kJ/m3 (9,58 kWh/m3);
GPL: 26.100 kJ/litro (7,25 kWh/litro);
Gasolio: 42.680 kJ/kg (11,86 kWh/kg).
Si vede che, con buona approssimazione, un litro di gasolio e un metro cubo di gas naturale
sono caratterizzati dallo stesso contenuto di energia (qui assunta in cifra tonda pari a 10
kWh/litro o m3).
Dati di riferimento relativi ai combustibili (Prospetto B1 della UNI TS 11300 parte 2). Viene evidenziato il
Potere Calorifico Inferiore che viene utilizzato nel documento.
Combustibile
Grandezza
Simbolo
Unit
Gas G20 10) Propano
Butano
Gasolio
kWh/Nm3
11,07
28.281
36.665
12,46
Potere calorifico superiore
Hs
kWh/kg
kWh/Nm3
kWh/Nm3 kWh/Nm3
kWh/kg
11,87
36.665
28.281
9,94
kWh/Nm3
Hi
Potere calorifico inferiore
kWh/kg
kWh/Nm3 kWh/Nm3
kWh/Nm3
kWh/kg
Volume aria stechiometrica
9,52
23,8
30,94
11,23
Vair,,st
(teorica)
Nm3/ Nm3 Nm3/ Nm3 Nm3/ Nm3 Nm3/ Nm3 Nm3/ Nm3
Volume stechiometrico di
8,52
21,8
28,44
10,49
Vfl,st,dry
fumi secchi (teorico)
Nm3/ Nm3 Nm3/ Nm3 Nm3/ Nm3 Nm3/ Nm3 Nm3/ Nm3
Produzione stechiometrica di
1,65
3,3
4,03
1,18
MH2O,st
vapor dacqua
kg/ Nm3
kg/ Nm3
kg/ Nm3
kg/ Nm3
kg/ Nm3

Ci ai fini della certificazione energetica degli edifici.


Il gas G20 corrisponde alla media del gas naturale che probabilmente il combustibile che presenta le
maggiori variazioni in termini di Potere Calorifico.
6
Peso specifico secondo la terminologia non pi in uso.
7
Il Potere Calorifico riferito al volume (litro) risente della temperatura.
8
A temperature superiori in gas tende ad espandersi e quindi il Potere Calorifico dellunit di volume
potrebbe diminuire in modo sensibile.
9
Questa volta riferito a 15 C.
10
Tenuto conto della molteplicit delle fonti di approvvigionamento di gas naturale distribuito in Italia, si
assumono come riferimento i dati del metano (gas di prova G20). I valori del Prospetto sono finalizzati alla
determinazione dei valori stechiometrici per il calcolo del rendimento di produzione dei generatori, in
particolare per quelli a condensazione ove necessario conoscere la composizione chimica del gas. Il gas
naturale distribuito in Italia ha composizione molto variabile per la molteplicit delle fonti di
approvvigionamento. Per questo motivo stato assunto il G20 che il gas di prova (metano puro) in base a
norme di prova UNI CIG dei generatori.
5

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3 I RENDIMENTI DI GENERAZIONE DEGLI IMPIANTI TERMICI CIVILI


Gli impianti termici civili si basano sulluso di caldaie che normalmente generano:
energia termica sotto forma, nella maggioranza dei casi, di acqua a media
temperatura11;
acqua calda sanitaria.
A fronte di questo servizio:
consumano un combustibile;
consumano elettricit;
emettono gas di combustione che rappresentano una perdita energetica e una fonte di
inquinamento;
dissipano energia termica nellambiente esterno.
Si sottolinea che il consumo di energia elettrica non mai trascurabile, specie nelle caldaie
di ultima generazione12.
Per definire la prestazione di una caldaia normalmente si fa riferimento al rendimento di
conversione energetica che pu essere definito come il rapporto dellenergia uscente e
lenergia entrante nella caldaia stessa13. Da quanto detto e in termini sintetici:
lenergia uscente sostanzialmente sotto forma acqua calda prodotta (o altri fluidi
vettori);
lenergia entrante il combustibile e lenergia elettrica.
Nella pratica, con il calcolo spesso non si considera lenergia elettrica, in quanto la
preoccupazione dellutente quasi sempre concentrata sul consumo di combustibile14 che
rappresenta la maggiore spesa. Il rendimento quindi quasi sempre calcolato sulla quota di
combustibile consumato trascurando cos il consumo elettrico.

11

Lalternativa pi comune la generazione di aria calda, la meno comune la generazione di vapore.


A esempio nelle caldaie a gas a condensazione per uso monofamiliare (in genere di potenza inferiore alla
ventina di kW), il solo ventilatore dei gas di combustione caratterizzato da potenze spesso superiori ai 150
W, che corrispondono con riferimento al nord Italia a consumi annui superiori ai 150 kWh di energia
elettrica. Di fatto, considerando che nel Nord Italia le ore di funzionamento delle caldaie di 1.500-2.000 ore
in corrispondente consumo elettrico varia tra 200 e 300 kWh/anno.
13
Essendo lenergia uscente dalla caldaia (sotto forma per esempio di acqua calda) inferiore a quella entrante
nella medesima (sotto forma di combustibile) per via delle immancabili perdite di trasformazione, il rapporto
(rendimento) sempre un numero compreso tra 0 e 1. Il rendimento viene espresso comunemente in termini
percentuali. Per esempio: un valore dell80% indica che l80% dellenergia contenuta nel combustibile viene
trasformata in energia utile (esempio: acqua calda), mentre il 20% (complemento a 100%) viene disperso
nellambiente sotto forma di dissipazioni termiche (in particolare sotto forma di gas caldi al camino).
14
E questo a torto perch il consumo energetico elettrico sempre rilevante. Da indagini svolte dal CTI
presso un numero considerevole di impianti di riscaldamento (nel loro complesso, includendo anche la
distribuzione), il consumo di energia elettrica in termini di energia primaria incide almeno del 7-8% su quelli
totali. Si deve considerare che il fabbisogno energetico degli edifici normalmente riferito ad energia
primaria e che lattuale fattore di conversione dellenergia elettrica pari a 2,49. In altri termini: per ogni
kWh elettrico consumato si considerano 2,49 kWh di energia primaria impiegati nelle centrali elettriche.
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In aggiunta, va sottolineato che il rendimento normalmente valutato a livello istantaneo


(nella pratica le misure vengono effettuate in tempi brevi) e alla massima potenza della
caldaia15. In queste condizioni le prestazioni (e quindi il rendimento) sono ottimali.
Per il confronto tra sistemi diversi di generazione del calore, tuttavia, si dovrebbe fare
riferimento al rendimento medio stagionale di produzione che costituisce il parametro
necessario per impostare calcoli economici ed energetici.
Il rendimento medio stagionale sempre sensibilmente inferiore al rendimento istantaneo
per una serie di motivazioni di natura tecnica. In particolare:
le perdite a carico nullo (stand-by) e i cicli di accensione e spegnimento della caldaia
hanno una notevole influenza in quanto aumentano le perdite termiche in funzione del
fattore di carico del generatore;
lo scambio termico non si mantiene costante nel tempo e comunque risente di tutta una
serie di fattori legati alle modalit di installazione e uso.
Il rendimento medio stagionale di produzione non dipende quindi solo dalle prestazioni
della caldaia ma anche delle caratteristiche dellimpianto alla quale la stessa viene
collegata16, in quanto certi fattori, come per esempio la frequenza dei cicli di accensione e
spegnimento, sono da mettere in relazione, tra le altre cose, al tipo di regolazione17 e al
corretto dimensionamento del generatore in relazione alledificio servito18.
La relativa valutazione, quindi, richiede di conoscere diverse caratteristiche dellutenza.
In termini indicativi, lesperienza raccolta dal CTI evidenzia come i rendimenti medi
stagionali dei generatori varino tra il 70 e l85% anche se i rendimenti istantanei possono
raggiungere e superare il 95%.
Un valore medio stagionale dell85%, quindi, da considerare ottimale19.
Si sottolinea che il rendimento medio di produzione sopra indicato non tiene conto della
produzione di acqua calda sanitaria che generalmente comporta rendimenti di conversione
energetica ancora pi limitati. Se si ricorre a un sistema boiler ad accumulo elettrico20, per
esempio, difficile superare il 75% e se si considera la conversione di energia elettrica in
primaria il rendimento precipita drasticamente (poco pi del 30%).
Solo nel caso di boiler a gas istantanei senza pilota si pu raggiungere un rendimento
medio stagionale di produzione pari a 80%, mentre nel caso di boiler a gas ad accumulo il

15

I rendimenti istantanei sono quelli normalmente dai costruttori di caldaie. Una informazione completa
comprende anche il rendimenti a un carico parziale (cio per potenze erogate inferiori a quella massima) e le
perdite del generatore a carico nullo.
16
Per questo motivo non pu essere indicato dai costruttori.
17
Ovvero alle modalit con le quali per esempio lacqua calda viene distribuita negli elementi riscaldanti
(esempio: termosifoni).
18
Pi il generatore sovradimensionato rispetto ai fabbisogni dellutenza, pi aumenta la frequenza dei cicli
di accensione/spegnimento. Daltronde le caldaie sono spesso largamente sovradimensionate per tenere conto
dei periodi, anche se possono molto brevi, di freddo intenso. Per superare almeno in parte queste difficolt
sono state messe a punto le caldaie modulanti, ovvero in grado di variare la loro potenza in funzione delle
reali esigenze dellimpianto.
19
E possibile pensare di superare questo valore solo con luso di caldaie a condensazione installate a regola
darte e in particolari condizioni duso..
20
Caso che sembrerebbe tipico per gli Utenti che optano per il servizio di solo riscaldamento.

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rendimento medio di produzione varia dal 75%21 per boiler ad accumulo al 45% per boiler
ad accumulo di vecchia concezione.
Nel caso di generatori combinati riscaldamento/acqua calda sanitaria a gasolio ad
accumulo nei periodi di non attivazione del riscaldamento il basso fattore di carico e le
perdite di accumulo determinano rendimenti ancora inferiori intorno al 40% o meno.
Situazioni anche meno favorevoli si riscontrano nei periodi di non attivazione del
riscaldamento nel caso di impianti centralizzati con unico generatore per servizio
riscaldamento e acqua calda sanitaria.

5 CONFRONTO TRA CALDAIA AUTONOMA E TELERISCALDAMENTO


Il teleriscaldamento si basa sullutilizzo di caldaie centralizzate e di una rete di
distribuzione dellenergia termica22. Questultima viene ceduta allutente con lausilio di
scambiatori normalmente del tipo a piastre.
I sistemi di generazione dellenergia termica autonomi (mono o plurifamiliari), invece, si
basano sullinstallazione di una caldaia e rappresentano la soluzione tradizionale e senza
alternative laddove non esiste una offerta di rete. Nel complesso (con particolare
riferimento ai sistemi monofamiliari) si tratta di apparecchi economici nel loro acquisto e
installazione23 ma che (a parte considerazioni di tipo generale di carattere ambientale ed
energetico):
richiedono un certo livello di manutenzione;
se alimentati a gas naturale o gasolio sono legati al mercato di questi prodotti, alquanto
variabile;
consumano energia elettrica in quantit non trascurabile.
Volendo quindi paragonare un sistema di teleriscaldamento con un sistema autonomo
occorre tenere conto di una serie di aspetti che vengono di seguito espressi in termini di
semplici relazione matematiche.
Abbreviando con:
TLR: sistema di teleriscaldamento;
ACS: acqua calda sanitaria;
21

Caso dei generatori di acqua calda sanitaria di tipo C (camera stagna senza fiamma pilota).
A fronte di consistenti investimenti (da attribuire normalmente in buona parte alla realizzazione delle reti)
il teleriscaldamento offre, da un punto di vista generale, i seguenti vantaggi:
possibilit di utilizzare diversi combustibili e in particolare quelli pi economici. Il teleriscaldamento
quindi pi flessibile nei confronti del mercato dei combustibili; la diretta conseguenza il contenimento
dei costi di produzione e una maggiore stabilit dei medesimi nel tempo;
possibilit di utilizzare combustibili rinnovabili producibili localmente (come il caso della TCVVV
S.p.A.);;
possibilit di produrre energia elettrica in co-generazione, conseguendo rendimenti energetici
complessivi molto interessanti e contenendo limpatto ambientale;
creazione di lavoro specializzato e probabilmente di una maggiore consapevolezza sui temi energetici e
ambientali da parte degli utenti;
possibilit di offrire dei servizi aggiuntivi mirati al contenimento del consumo energetico.
A fronte di questi vantaggi, la tecnica del teleriscaldamento richiede, come detto, notevoli investimenti e una
oculata pianificazione e un costante impegno da parte degli addetti ai lavori.
23
Con eccezione di quelli a biomassa che se di qualit sono in genere costosi. Lo stesso discorso vale per le
caldaie a condensazione.
22

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COMB: quantit su base annua di combustibile (per il gasolio generalmente in litri e


per il gas in m3) richiesta dalla caldaia per il riscaldamento e produzione ACS;
PCI: Potere Calorifico Inferiore del combustibile utilizzato dalla caldaia;
ER: energia richiesta su base annua dal sistema edificio-impianto di distribuzione del
calore;
EACS: energia richiesta su base annua per la produzione di acqua calda sanitaria;
Rsc: rendimento medio stagionale di produzione dello scambiatore del TLR a servizio
della singola utenza ai fini del riscaldamento e fornitura ACS24;
RmsR: rendimento medio stagionale di produzione della caldaia a servizio della
singola utenza ai fini del riscaldamento;
RmsA: rendimento medio stagionale della caldaia per la produzione di acqua calda
sanitaria;

vale che:
Energia fornita dallo scambiatore TLR25 x Rsc= Energia fornita dalla caldaia = Energia fornita26
= EF
EF = ER + EACS
COMB = ER / (RmsR x PCI) + EACS / (RmsA x PCI)

Per esempio, considerando un caso caratterizzato da:


Rsc = 0,985 (perdite allo scambiatore del TLR dell1,5%);
EF = 100.000 kWh/anno27 (totale fatturato dal TLR) x 0,985 = 98.500 kWh/anno
(energia disponibile a valle dello scambiatore del TLR e che deve essere prodotto dalla
caldaia);
EACS = 14.775 kWh/anno (calcolato sulla base dellincidenza media del 15%
dellenergia venduta, quindi consegnata alle utenze28);
ER = EF EACS = 98.500 kWh/anno 14.775 kWh/anno = 83.725 kWh/anno;
PCI = 10 kWh/litro (gasolio);
RmsR = 85% (0,850);
24

Si introduce il rendimento dello scambiatore del TLR in quanto la lettura dellenergia fornita dal sistema
effettuata a monte dello scambiatore stesso, mentre il prelievo di energia viene effettuata a valle. Occorre
quindi considerare le relative dissipazioni di calore che in istallazioni effettuate a regola darte (tubazioni e
scambiatori isolati) sono molto contenute e dellordine dello 0,5%. In questa sede si considerano, sempre per
essere prudenti nei confronti del TLR, perdite medie pari all1,5%.
25
Cio quella fatturata.
26
Si considera quindi lenergia fornita immediatamente a valle della caldaia o dello scambiatore e non si
tiene quindi conto della realt formata dal sistema di distribuzione del calore e dalledificio.
27
Si considera una utenza media.
28
A esempio: nel corso dellesercizio 2008 la rete di Tirano della TCVVV S.p.A. ha consegnato in totale
36.647.934 kWh e di questi 5.687.382 kWh sono attribuibili alla produzione di acqua calda sanitaria (ottenuti
estrapolando il calore consegnato da maggio ad agosto 1.895.794 kWh sui 12 mesi). Per la rete di
Sondalo, sempre per lesercizio 2008, le due entit sono risultate rispettivamente pari a 15.124.680 kWh e
2.394.531 kWh. Nel primo caso (Tirano) lincidenza dellACS quindi del 15,5%, nel secondo caso
(Sondalo) del 15,8%. Considerando che circa il 75% degli utenti della TCVVV (827 su 1106) usufruiscono
del servizio, lincidenza della ACS del 15% considerata nellesempio di calcolo conseguentemente
sottostimata e quindi i consumi di gasolio ancora superiori. Si preferisce comunque mantenere questa
impostazione.

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RmsA = 50% (0,500 produzione di acqua calda sanitaria con la caldaia a gasolio
utilizzata per il riscaldamento29);

risulta che (su base annua):


COMB = 83.725 kWh / (0,850 x 10 kWh/litro) + 14.775 kWh / (0,500 x 10 kWh/litro) = 12.805
litri30

Quindi la reale conversione che si dovrebbe considerare per una comparazione tra TLR e
caldaia a gasolio per riscaldamento e produzione ACS in termini prudenziali31 nei
confronti del TLR la seguente:
1 kWh fatturato dal TLR = 0,128 litri di gasolio32,33

(1)

o
1 litro di gasolio = 7,81 kWh fatturato dal TLR

(2)

Si ricorda che le relazioni (1) e (2) sono valide per confrontare lenergia fatturata dal TLR
con le prestazioni (in termini di consumo di combustibile e kWh forniti) di un sistema
autonomo basato su una caldaia combinata riscaldamento/acqua sanitaria a gasolio.
In questo caso, il periodo di attivazione del generatore deve essere suddiviso tra servizio
combinato nel periodo invernale e servizio solo per acqua calda sanitaria nel periodo di
non attivazione del riscaldamento pari a circa 6 mesi/anno nel Nord Italia. Nel periodo di
non attivazione del riscaldamento si ha una drastica caduta del fattore di carico del
generatore con conseguente forte calo del rendimento. Tutto ci dimostrabile con
simulazioni.
Potrebbe essere interessante notare anche che:
1 kWh fornito dal TLR = 0,42 kg di legna ben essiccata utilizzata in caldaia domestica34
In termini di legna tagliata da pochi mesi e utilizzata in caldaie ordinarie occorre
incrementare lindice ad almeno 0,60 kg/kWh fornito dalla rete di TLR.
In termini economici, poi, assumendo le seguenti abbreviazioni:
Ctrl: costo unitario del kWh termico fornito dal TLR;

29

Si considera quindi un sistema combinato ove la caldaia a gasolio mantiene a temperatura un boiler ACS.
Il rendimento selezionato non tiene conto delle perdite di distribuzione dellACS ma solo di quelle di
produzione, in modo da rendere comparabili i due sistemi (TLR e caldaia).
30
Nel caso che i 100.000 kWh fossero destinati tutti ai fini del riscaldamento (situazione che interessa il 25%
delle utenze del TLR) il consumo si abbasserebbe a 11.765 litri (-8%);
31
Ovvero considerando prestazioni elevate per la caldaia a gasolio e che quindi non esaltano le prestazioni
del TLR.
32
La stessa relazione vale in termini di m3 di gas naturale.
33
0,118 litri nel caso di solo riscaldamento.
34
Legna al 25% di umidit quindi stagionata almeno due anni e considerando la relativa utilizzazione in
caldaie a biomassa idonee per uso civile performanti.

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MAN: costo annuo medio di manutenzione della caldaia (comprensivo anche delle
operazioni previste dalla legislazione);
AMM: quota annua di ammortamento del maggior costo della centrale termica rispetto
allallaccio al TLR;
EE: consumo di energia elettrica annuo della caldaia (kWh/anno);
CE: costo unitario energia elettrica (/kWh);
CC: costo unitario del combustibile (nel caso del gasolio, /litro);

risulta che il costo del servizio dei due sistemi sono forniti dalle seguenti relazioni:
Costo del calore prodotto dal TLR = Energia fornita dal TLR x Ctlr (/anno)
Costo del calore prodotto dalla caldaia = MAN + AMM + EE x CE + COMB x CC
(/anno)
Per esempio, considerando i valori sopra calcolati e considerando:
Energia fornita dal TLR = 100.000 kWh/anno per TLR e caldaia;
Ctrl = 0,10359 /kWh35;
MAN = 3 /kW per anno36. Con FE = 100.000 kWh si considera una caldaia di 60
kW37 resi, quindi MAN = 180 /anno;
AMM = 038;
EE: 400 kWh/anno39;
CE: 0,25 /kWh;
COMB = 12.805 litri/anno ;
CC: 0,988 /litro40 (gasolio);
risulta che:
TLR = 100.000 kWh x 0,10359 /kWh = 10.359 /anno
Caldaia = 180 + 0 + 400 kWh x 0,25 /kWh + 12.805 litri x 0,988 /litro = 12.931
/anno.
Si noti che lenergia termica fornita dalla caldaia costa 0,12931 /kWh41 e che il pareggio
economico tra i due servizi si raggiunge con un costo del gasolio pari a 0,787 /litro.

35

Attuale costo del kWh del calore fornito dalla TCVVV S.p.A., ovvero dopo gli aumenti che hanno
interessato la stagione di riscaldamento in corso.
36
Esempio: 300 /anno per una caldaia da 100 kW; 90 per una caldaia da 30 kW.
37
Fattore di carico del 40% circa.
38
Si considera un impianto esistente e quindi la propensione dellutente a non considerare questa voce.
39
Si considera una potenza installata di circa 200 W e un funzionamento della caldaia di circa 2.000 h/anno
(includendo anche la produzione di acqua sanitaria nel periodo estivo). Nel caso di nuova installazione si
dovrebbe porre AMM = 1.000 /anno, considerando necessario un maggiore investimento di centrale di
10.000 , un periodo di ammortamento di 15 anni e lapplicazione dei comuni tassi di interesse.
40
Camera di Commercio di Sondrio, rilevazioni del 31/1/2009 e relativo a consegne tra 10 e 20.000 litri e
tenendo conto della agevolazione prevista per le zone montane (1,117 /litro 0,129 /litro = 0,988 /litro).
41
kWh fornito dal TLR.

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Considerando il maggiore costo di centrale la spesa annua si porterebbe a 13.931 /anno.


Conseguentemente lenergia termica fornita dalla caldaia costerebbe 0,13931 /kWh42 e il
pareggio tra i due servizi si raggiungerebbe con un costo del gasolio pari a 0,709 /litro.
Nel caso di fornitura attraverso il TLR di sola energia termica ai soli fini del riscaldamento,
la spesa per il combustibile diminuisce43 ma nella media aumenta considerevolmente
quella di energia elettrica44. La spesa totale, quindi, nel complesso aumenta45.

6 VANTAGGI OFFERTI DALLE CALDAIE A CONDENSAZIONE


Premesse
Lesempio di confronto analizzato nel paragrafo precedente si basa su un impianto a
gasolio di tipo normale e in ottime condizioni di funzionamento.
Oggi sono in commercio anche le caldaie a condensazione46 che sono caratterizzate da
rendimenti pi elevati di quelli delle caldaie convenzionali e che costituiscono il
riferimento naturale per le migliori realizzazioni impiantistiche.
Tuttavia va sottolineato che tale rendimento strettamente dipendente dalle temperature di
funzionamento dellimpianto di distribuzione del calore.
I modelli pi comuni e efficienti funzionano a gas naturale47 e sono reperibili anche
modelli a gasolio. Di seguito si fa riferimento, per semplicit di esposizione, a una generica
caldaia a condensazione caratterizzata da ottime prestazioni medie stagionali di
produzione. Va osservato che:
il maggiore rendimento deriva dalla maggiore aliquota di calore recuperata dal m3 o
litro di combustibile attraverso la condensazione del vapore acqueo contenuto nei fumi
di combustione;
la condensazione dei fumi inizia a circa 60 C e termina attorno ai 30 C, quindi il
recupero di energia ha luogo se si raffreddano i fumi almeno a valori compresi tra
queste due temperature48;
42

Sempre con riferimento al kWh fornito dal TLR.


Ci in quanto il consumo di combustibile inferiore, vedere note precedenti.
44
Ci in quanto la maggioranza dei sistemi ACS autonomi sono elettrici.
45
Per questo motivo questo caso non viene considerato.
46
I fumi nelle caldaie a condensazione possono venire raffreddati fino a temperature molto basse (anche 2030 C). Ci provoca la condensazione del vapore acqueo in esse contenuto che deriva dalla combustione
dellidrogeno contenuto nel combustibile. La condensazione libera ulteriore energia (calore latente di
condensazione) che pu essere recuperata ai fini del riscaldamento. Da un punto di vista strutturale, quindi,
una caldaia a condensazione deve essere in grado di scaricare la condensa (che viene smaltita attraverso il
sistema fognario) e deve avere un ventilatore piuttosto efficiente per lo smaltimento dei fumi (che potendo
essere pi freddi beneficiano delleffetto camino in termini molto ridotti).
47
Con i gas combustibili risulta pi semplice la costruzione ma soprattutto i gas contengono pi idrogeno del
gasolio e quindi il calore recuperato dalla condensazione significativamente superiore. Lo stato dellarte
vuole che la caldaia funzioni alla temperatura pi bassa possibile e che quindi il pannello a pavimento (o altro
sistema) sia caratterizzato da passi tra le tubazioni correttamente dimensionati. In termini pratici, la
temperatura di mandata non dovrebbe superare i 30-35 C (quindi rispettando la normativa CEN-UNI-CTI
dei sistemi radianti la temperatura di ritorno dovrebbe essere di 25-30 C).
48
E come dire che il rendimento massimo lo si ottiene con temperature di mandata inferiori a 30-35 C
mentre con temperature di ritorno alla caldaia superiori ai 55-60 C la condensazione minima o non
sussiste.
43

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conseguentemente consigliabile utilizzare queste caldaie laddove esistano sistemi di


riscaldamento a bassa temperatura cio sostanzialmente a pavimento e realizzati a
regola darte;
lutilizzo di caldaie a condensazione con sistemi di riscaldamento a termosifoni offre
vantaggi limitati rispetto alle caldaie tradizionali;
lutilizzo delle medesime con sistemi di riscaldamento radianti a bassa temperatura
offre il massimo delle prestazioni;
i vantaggi offerti per la produzione di acqua calda sanitaria sono ridotti.

E quindi necessario analizzare almeno due modalit di utilizzo delle caldaie a


condensazione. Di seguito si fa ancora riferimento allesempio preso in considerazione nel
Paragrafo precedente.
Caldaie a condensazione a servizio di impianti a termosifoni

Rsc = 0,985 (perdite allo scambiatore del TLR dell1,5%);


EF = 100.000 kWh/anno (totale fatturato dal TLR) x 0,985 = 98.500 kWh/anno;
EACS = 14.775 kWh/anno;
ER = EF EACS = 98.500 kWh/anno 14.775 kWh/anno = 83.725 kWh/anno;
PCI = 10 kWh/litro al m3 (gasolio o gas naturale49);
RmsR = 90% (0,900 rendimento medio stagionale di produzione di una caldaia a
condensazione funzionante a media temperatura in ottime condizioni);
RmsA = 75% (0,750 rendimento medio stagionale di acqua calda sanitaria con
caldaia a condensazione50);

risulta che (su base annua):


COMB = 83.725 kWh / (0,900 x 10 kWh/litro) + 14.775 kWh / (0,750 x 10 kWh/litro) = 11.273 litri

Quindi la reale conversione che si dovrebbe considerare per una comparazione tra TLR e
caldaia a condensazione per riscaldamento mediante termosifoni e produzione ACS in
termini prudenziali nei confronti del TLR la seguente:
1 kWh fatturato dal TLR = 0,113 litri di gasolio51 = 0,155 litri di GPL

(3)

o
1 litro di gasolio = 8,87 kWh fatturato dal TLR

(4)

1 litro di GPL = 6,43 kWh fatturato dal TLR

(5)

49

Si fa quindi riferimento al gas naturale di rete (ove esiste). Nel caso si considerasse il GPL si consideri
(vedere Paragrafo 3) che 1 litro di GPL = 0,725 litri di gasolio).
50
Si ipotizza un buon rendimento medio di produzione identico a quello dei sistemi di accumulo a gas di tipo
C.
51
La stessa relazione vale in termini di m3 di gas naturale.

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Caldaie a condensazione a servizio di impianti a pannelli radianti (esempio: sistemi di


riscaldamento a pavimento)
Cambia rispetto al caso precedente il solo rendimento medio stagionale di produzione
RmsR52 per il riscaldamento che viene posto pari al 98,5% (0,98553).
Risulta che (su base annua):
COMB = 83.725 kWh / (0,985 x 10 kWh/litro) + 14.775 kWh / (0,750 x 10 kWh/litro) = 10.470 litri

Quindi la reale conversione che si dovrebbe considerare per una comparazione tra TLR e
caldaia a condensazione per riscaldamento mediante panelli radianti e produzione ACS ,
in termini prudenziali nei confronti del TLR, la seguente:
1 kWh fatturato dal TLR = 0,105 litri di gasolio54 = 0,144 litri di GPL

(6)

o
1 litro di gasolio = 9,55 kWh fatturato dal TLR

(7)

1 litro di GPL = 6,92 kWh fatturato dal TLR

(8)

Conclusioni sulle caldaie a condensazione


Le caldaie a condensazione a gas e gasolio installate e gestite in modo ottimale consentono
di ridurre i consumi di combustibile rispetto agli analoghi sistemi convenzionali (sempre
gestiti in modo ottimale) del 12-18% in dipendenza del fatto che vengano collegati a
sistemi di riscaldamento a media o bassa temperatura, ovvero a pannelli radianti.
Si tratta quindi di risparmi energetici di tutto interesse.
Nel migliore dei casi, quindi (sistema a condensazione collegato a sistema radiante
realizzato a regola darte), e considerando le sole equivalenze energetiche (relazioni 1, 3 e
6) si potrebbe intravedere una certa indifferenza economica tra caldaie a condensazione e
TLR almeno nel caso del gasolio55.
Tuttavia:
le caldaie a condensazione costano da 2 a 3 volte linvestimento richiesto dalle caldaie
tradizionali;
52

Per la produzione di acqua calda sanitaria nulla cambia.


Viene posto quindi pari a quello dello scambiatore del TLR che lipotesi che viene considerata pi
frequentemente. Si sottolinea che si tratta di un rendimento medio stagionale di produzione molto buono che
richiede una corretta esecuzione e regolazione dellimpianto.
54
La stessa relazione vale in termini di m3 di gas naturale.
55
Considerando che 1 kWh del TLR costa oggi 0,10359 e che secondo la (6), ovvero nel caso di caldaia a
condensazione collegata a sistema radiante, 1 kWh del TLR equivale 0,105 litri di gasolio, il costo di
questultimo che renderebbe le soluzioni equivalenti di 1,01 /litro, ovvero pi o meno quello attuale,
considerando la riduzione dellaccisa per zone montane.
53

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il consumo di energia elettrica almeno il doppio56;


il reale vantaggio lo si ottiene con sistemi radianti a bassa temperatura che richiedono
investimenti di almeno due volte i sistemi a termosifoni o equivalenti.

7 OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
Nelle condizioni tipiche degli impianti di TLR a biomasse si pu indicare, come concreti
riferimenti di calcolo le seguenti relazioni:
1 kWh fatturato dal TLR = 0,128 litri di gasolio o m3 di gas per gli impianti tradizionali
1 kWh fatturato dal TLR = 0,113 litri di gasolio57 = 0,155 litri di GPL per gli impianti a
condensazione collegati a sistemi a termosifoni
1 kWh fatturato dal TLR = 0,105 litri di gasolio58 = 0,144 litri di GPL per gli impianti a
condensazione collegati a sistemi a pannelli radianti a bassa temperatura
Tuttavia un confronto economico tra teleriscaldamento e impianti autonomi deve tenere
conto anche dei maggiori costi di gestione di questi ultimi per via delle esigenze di
manutenzione e consumo di energia elettrica. In aggiunta, bisognerebbe considerare anche
lammortamento degli impianti per via dei maggiori costi di investimento (che aumentano
nel caso degli impianti a condensazione).
Per esempio, con riferimento al mese di gennaio 2009, lenergia fornita dalla TCVVV
S.p.A. costa allutente privato 0,10359 /kWh.
La stessa energia termica fornita da una caldaia a gasolio di tipo convenzionale in buona
efficienza costerebbe 0,12931 /kWh (25% in pi) senza tenere conto dei maggiori
investimenti di centrale e per lutente finale il pareggio tra costo del teleriscaldamento e
soluzione autonoma a gasolio si raggiungerebbe con un costo di questultimo pari a 0,787
/litro (attualmente pari a 0,988 /litro).
Considerando il maggiore costo di centrale59, lenergia termica fornita dalla caldaia
costerebbe 0,13931 /kWh (34% in pi) e il pareggio tra i due servizi si conseguirebbe con
un costo del gasolio pari a 0,709 /litro.
Si noti come, in questultimo caso, il servizio di teleriscaldamento potrebbe essere
competitivo anche con il gas naturale di rete, se fosse disponibile.
Lutilizzo di caldaie a condensazione ridurrebbe le differenze sul piano economico - di
non oltre il 15% nel migliore dei casi.
Tuttavia, il giudizio sui sistemi autonomi e sul sistema di teleriscaldamento non deve
basarsi sul mero confronto di indici economici basati sui combustibili fossili, peraltro
molto volatili nel tempo, ma piuttosto basarsi su considerazioni di medio-lungo periodo
che considerino altri fattori come:
il reale risparmio energetico e il livello di impatto ambientale;
le opportunit offerte al territorio sia in termini di lavoro che di prospettive socioeconomiche.
56

Per via della necessit di espellere i gas di combustione che sono pi freddi.
La stessa relazione vale in termini di m3 di gas naturale.
58
La stessa relazione vale in termini di m3 di gas naturale.
59
Cio considerando anche il maggiore investimento richiesto dallinstallazione della caldaia tradizionale da
parte dellutente rispetto al semplice allaccio alla rete di teleriscaldamento.
57

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