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14473
PROCEDIMENTO CIVILE
Successione a titolo universale e particolare
SUCCESSIONE
Legittimari
Riduzione di donazioni e di disposizioni testamentarie
Riferimenti normativi
CC Art.536
CC Art.563
CC Art.564
CC Art.2697
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SECONDA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. TRIOLA Roberto Michele - rel. Presidente
Dott. GOLDONI Umberto - Consigliere
Dott. BURSESE Gaetano Antonio - Consigliere
Dott. NUZZO Lurenza - Consigliere
Dott. MATERA Lina - Consigliere
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso 29083/2005 proposto da:
B.A. (OMISSIS), elettivamente domiciliato in ROMA, VIA C CORVISIERI 46, presso lo studio
dell'avvocato CAVALIERE Domenico, che lo rappresenta e difende unitamente agli avvocati
ADORNATO Mario, ADORNATO MARCELLO M.;
- ricorrente contro
LA BILATERALE SRL P.IVA (OMISSIS), G.G. (OMISSIS), G.R. (OMISSIS), elettivamente
domiciliati in ROMA, VIA PACUVIO 34, presso lo studio dell'avvocato ROMANELLI Guido, che
PROCEDIMENTO CIVILE - SUCCESSIONE Cass. civ. Sez. II, Sent., 30-06-2011, n. 14473
Svolgimento del processo
g.i..
Per quanto riguardava la prospettata natura fiduciaria della vendita in data 6 dicembre 1985, i
giudici di secondo grado ritenevano che la stessa, in considerazione del notevole valore dell'oggetto
e della qualit delle persone, non poteva essere provata per testi ai sensi dell'art. 2721 c.c..
Sul punto era stato ammesso l'interrogatorio delle controparti sui capitoli dedotti da B.A., ma gli
interrogati avevano escluso la natura fittizia della vendita.
Contro tale decisione ha proposto ricorso per cassazione B. A., con quattro motivi.
Resistono con controricorso B.D. e B. B., che hanno anche proposto ricorso incidentale
condizionato, con tre motivi, illustrati da memoria, al quale resiste con controricorso B.A..
Altro controricorso stato proposto da La Bilaterale s.r.l., G. e G.R..
PROCEDIMENTO CIVILE - SUCCESSIONE Cass. civ. Sez. II, Sent., 30-06-2011, n. 14473
Motivi della decisione
Va preliminarmente disposta la riunione dei ricorsi.
Con il primo ed il secondo motivo del ricorso principale, che possono essere trattati
congiuntamente, B.A. ribadisce di avere espressamente proposto (anche) un'azione di riduzione,
come risultava dalla formulazione dell'atto di citazione, nel quale era stato precisato che il valore
dei beni trasferiti alla soc. La Bilaterale era di molto superiore a quello risultante dall'atto di
vendita, per cui erroneamente non stato ammesso a provare la simulazione di tale atto, in quanto
dissimulante una donazione nulla per difetto di forma.
Le doglianze sono infondate.
Occorre ricordare che secondo la giurisprudenza di questa S.C. il legittimario che propone l'azione
di riduzione ha l'onere di indicare entro quali limiti stata lesa la legittima, determinando con
esattezza il valore della massa ereditaria nonch il valore della quota di legittima violata dal
testatore (sent. 12 settembre 2002 n. 13310). In particolare, ha l'onere di allegare e comprovare tutti
gli elementi occorrenti per stabilire se sia, o meno, avvenuta, ed in quale misura, la lesione della sua
quota di riserva, potendo solo in tal modo il giudice procedere alla sua reintegrazione (sent. 29
ottobre 1975 n. 3661). L'azione di riduzione, indipendentemente dall'uso di formule sacramentali,
richiede, poi, oltre la deduzione della lesione della quota di riserva, l'espressa istanza di conseguire
la legittima, previa determinazione di essa mediante il calcolo della disponibilit e la susseguente
riduzione della donazione posta in essere in vita dal de cuius (sent. 16 novembre 2000 n. 1484).
Alla luce di tali principi, essendosi limitato B.A. (a prescindere dal generico riferimento all'azione
di riduzione) a dedurre che l'atto di vendita in favore della soc. La Bilaterale dissimulava una
donazione (evidentemente indiretta) alle nipoti R. e G.G., ma non anche che tale presunta donazione
fosse lesiva della propria quota di legittima (non precisata in relazione all'asse ereditario della
madre), correttamente i giudici di merito non l'hanno ammesso a provare la simulazione.
Il terzo motivo del ricorso principale, con il quale B. A. censura l'affermazione della sentenza
impugnata, secondo la quale era comunque incorso in decadenza in ordine alle richieste istruttorie
unilaterali), anche perch nella specie, la "stessa qualit delle parti" (parenti tra loro in linea retta),
l'et avanzata della de cuius, la sua scarsa conoscenza degli atti giuridici e dei suoi effetti, e la
fiducia riposta nei confronti di figli e nipoti, potevano intuitivamente giustificare che ella non si
preoccupasse di premunirsi di uno scritto. Tutte circostanze che avrebbero agevolmente consentito
di derogare al limite di valore e che invece sono state pretermesse dalla Corte territoriale.
Sostiene, poi, il ricorrente che comunque la natura fiduciaria della vendita in data 6 dicembre 1985
risultava dagli elementi acquisiti al giudizio.
Anche tale doglianza infondata.
Occorre premettere che la natura di tale negozio fiduciario, secondo la sentenza impugnata non
sarebbe stato esaurientemente esplicitato dalla difesa appellante. Ad ogni modo, lo si dovrebbe
intendere come assistito da un patto di cessione delle quote de La Bilaterale alla C. o a chi la stessa
avesse indicato (cfr. cap. B deduzioni istruttorie di A.): ossia un negozio trilatero con cui i soci della
societ che acquisiva gli immobili si impegnavano a cedere le suddette quote. L'effetto concreto
voluto sarebbe quello di modificare la situazione giuridica avente ad oggetto beni immobili,
attraverso il meccanismo di cessione delle quote della fiduciaria, con il coinvolgimento di soggetti
diversi dalla stessa acquirente, ossia dei soci sia apparenti (le sorelle G.) che effettivi ( B. e la
moglie di D., ovvero B. e D. attraverso l'interposizione della moglie); un negozio complesso e di
rilevante sostanziale valore economico ...
Ne consegue che il solo fatto della incertezza dell'oggetto di tale negozio fiduciario, sulla base delle
prospettazioni dello stesso ricorrente principale, come ricostruito con fatica dalla sentenza
impugnata, sarebbe sufficiente a giustificare il rigetto della ammissione delle prove testimoniali, il
cui contenuto non viene riprodotto nel ricorso, al fine di valutarne la congruenza.
Ad ogni modo, anche se vero che le limitazioni di carattere probatorio di cui all'art. 2721 c.c., non
sono applicabili agli atti unilaterali (cfr. sent.: 14 luglio 2003 n. 10989; 9 settembre 1991 n. 9480),
nella specie l'attuale ricorrente in via principale pretendeva di dimostrare l'esistenza di un pactum
fiduciae, cio di un contratto.
Ci premesso, va ricordato che secondo questa S.C. in tema di prova testimoniale, ove il giudice di
merito ritenga di non potere derogare al limite di valore previsto, per essa, dall'art. 2721 c.c., non
tenuto ad esporre le ragioni della pronunzia di rigetto dell'istanza di prova, trattandosi di mantenere
quest'ultima entro il suo fisiologico limite di ammissibilit (sent. 19 agosto 2003 n. 1211).
Per il resto le critiche rivolte alla sentenza impugnata in ordine alla affermazione che il pactum
fiduciae non poteva considerarsi provato sulla base degli altri elementi probatori invocati dal
ricorrente in via principale si dirigono contro una valutazione di merito incensurabile in sede di
legittimit.
Il ricorso incidentale proposto da B.D. e B.B. viene ad essere assorbito.
Il ricorrente va condannato al pagamento delle spese del giudizio di legittimit nei confronti delle
parti costituite, che si liquidano, per ognuna di esse, come da dispositivo.
PROCEDIMENTO CIVILE - SUCCESSIONE Cass. civ. Sez. II, Sent., 30-06-2011, n. 14473
P.Q.M.
la Corte riunisce i ricorsi; rigetta il ricorso principale; dichiara assorbito il ricorso incidentale;
condanna il ricorrente principale alle spese del giudizio di cassazione, che liquida, in favore di
ciascuna delle parti costituite, nella complessiva somma di Euro 4.200,00, di cui Euro 200,00 per
esborsi, oltre ad accessori di legge e spese generali.