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PROCEDIMENTO CIVILE - SUCCESSIONE Cass. civ. Sez. II, Sent., 30-06-2011, n.

14473
PROCEDIMENTO CIVILE
Successione a titolo universale e particolare
SUCCESSIONE
Legittimari
Riduzione di donazioni e di disposizioni testamentarie
Riferimenti normativi
CC Art.536
CC Art.563
CC Art.564
CC Art.2697
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SECONDA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. TRIOLA Roberto Michele - rel. Presidente
Dott. GOLDONI Umberto - Consigliere
Dott. BURSESE Gaetano Antonio - Consigliere
Dott. NUZZO Lurenza - Consigliere
Dott. MATERA Lina - Consigliere
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso 29083/2005 proposto da:
B.A. (OMISSIS), elettivamente domiciliato in ROMA, VIA C CORVISIERI 46, presso lo studio
dell'avvocato CAVALIERE Domenico, che lo rappresenta e difende unitamente agli avvocati
ADORNATO Mario, ADORNATO MARCELLO M.;
- ricorrente contro
LA BILATERALE SRL P.IVA (OMISSIS), G.G. (OMISSIS), G.R. (OMISSIS), elettivamente
domiciliati in ROMA, VIA PACUVIO 34, presso lo studio dell'avvocato ROMANELLI Guido, che

li rappresenta e difende unitamente all'avvocato GAROFALO ANIELLO;


- controricorrenti e contro
B.D., B.T., B.B.;
- intimati sul ricorso 592/2006 proposto da:
B.D., B.B., elettivamente domiciliati in ROMA, VIA A VESALIO 22 INT 6, presso lo studio
dell'avvocato IRTI NATALINO, che li rappresenta e difende unitamente all'avvocato PELOSI
ANGELO CARLO;
- controricorrenti al ricorrente incidentale contro
B.A. (OMISSIS), elettivamente domiciliato in ROMA, VIA C CORVISIERI 46, presso lo studio
dell'avvocato CAVALIERE DOMENICO, che lo rappresenta e difende unitamente agli avvocati
ADORNATO MARIO, ADORNATO MARCELLO M.;
- controricorrente al ricorso incidentale e contro
LA BILATERALE SRL, G.R., G.G.;
- intimati avverso la sentenza n. 1078/2005 della CORTE D'APPELLO di MILANO, depositata il
23/04/2005;
udita la relazione della causa svolta nella Pubblica udienza del 26/05/2011 dal Presidente Dott.
ROBERTO MICHELE TRIOLA;
udito l'Avvocato CAVALIERE Domenico, difensore del ricorrente che ha chiesto accoglimento del
ricorso;
udito l'Avvocato GAROFALO Aniello, difensore dei resistenti che si riporta agli atti;
udito l'Avvocato PELOSI Angelo Carlo del ricorrente incidentale che si riporta anch'egli;
udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GOLIA Aurelio, che ha concluso
per il rigetto del ricorso principale ed assorbito l'incidentale condizionato.

PROCEDIMENTO CIVILE - SUCCESSIONE Cass. civ. Sez. II, Sent., 30-06-2011, n. 14473
Svolgimento del processo

Con atto di citazione notificato il 9 e 10 gennaio 1990 B. A. conveniva davanti al Tribunale di


Como i fratelli D., B. e B.T., nonch le nipoti (figlie di B.B.) R. e G.G. e la s.r.l.
La Bilaterale, chiedendo in sostanza di ricostruire e dividere in parti uguali tra i quattro figli il
patrimonio relitto della madre C.C..
Tra l'altro, premesso che con atto qualificato come vendita in data 6 dicembre 1985 la defunta aveva
ceduto, senza il corrispettivo di alcun prezzo ovvero per un prezzo irrisorio, il suo patrimonio
immobiliare alla s.r.l. La Bilaterale, di cui erano socie le nipoti R. e G.G., chiedeva l'accertamento
della nullit di tale atto, in quando donazione priva della necessaria forma.
B.T. aderiva alle domande dell'attore.
B. e B.D. eccepivano il proprio difetto di legittimazione in ordine alle domande relative alla vendita
in data 6 dicembre 1985.
R. e G.G. e la s.r.l. La Bilaterale eccepivano il proprio difetto di legittimazione passiva in ordine
alla domanda di divisione e contestavano la simulazione della vendita in data 6 dicembre 1985.
Con successivo atto di citazione notificato il 10 e 14 giugno B.A. conveniva davanti al Tribunale di
Como i fratelli D., B. e B.T., nonch le nipoti R. e G.G. e la s.r.l. La Bilaterale, riproponendo le
domande di cui al primo giudizio, con l'aggiunta di una richiesta di risarcimento dei danni patiti e
premessa la qualificazione dell'azione come "petizione di eredit, azione di riduzione,
reintegrazione di quote di legittima, azione di divisione, azione di risarcimento danni".
Riuniti i due giudizi, con sentenza in data 21 dicembre 2001 il Tribunale di Como dichiarava che A.,
T., B. e B.D. erano eredi in parti uguali della defunta madre C.C., escludeva che B.A. avesse
esperito un'azione di riduzione a tutela della sua quota di legittima e riteneva che, come erede della
defunta, ai sensi dell'art. 2722 c.c., gli era preclusa la prova per testi della simulazione della vendita
in data 6 dicembre 1985.
B.A. proponeva appello, che veniva rigettato dalla Corte di appello di Milano con sentenza in data
23 aprile 2005.
I giudici di secondo grado ritenevano che l'attore con la seconda citazione aveva rivendicato
all'eredit paterna anche gli immobili di cui alla vendita in data 6 dicembre 1985 ed aveva premesso
alle domande finali la seguente precisazione: "in accoglimento delle domande qui proposte
petizione di eredit, azione di riduzione, reintegrazione e di quota di legittima, azione di divisione,
azione di risarcimento danni". Tali enunciazioni, tuttavia, non bastavano a ritenere effettivamente
proposta una domanda di riduzione delle donazioni lesive della sua quota di legittima, laddove le
domande finali erano "divisione dell'intera massa ereditaria in quattro parti uguali" - previo
accertamento della nullit della donazione mascherata da vendita, ovvero della natura fiduciaria "di
comodo" dell'intestazione alla soc. La Bilaterale, senza alcuna indicazione n della quota di riserva
n della quota disponibile oltre la quale vanno ridotte la donazioni. Ne conseguiva che la prova
della simulazione degli atti compiuti dalla madre subiva le stesse limitazioni che sarebbero state
opponibili alla dante causa ex art. 1417 c.c., con esclusione della prova per testi e quindi di quella
presuntiva.
Ad ogni modo l'attore era decaduto dalla prova testimoniale, non avendo tempestivamente ed
esaustivamente proposto le proprie istanze istruttorie nel termine ex art. 244 c.p.c., fissatogli dal

g.i..
Per quanto riguardava la prospettata natura fiduciaria della vendita in data 6 dicembre 1985, i
giudici di secondo grado ritenevano che la stessa, in considerazione del notevole valore dell'oggetto
e della qualit delle persone, non poteva essere provata per testi ai sensi dell'art. 2721 c.c..
Sul punto era stato ammesso l'interrogatorio delle controparti sui capitoli dedotti da B.A., ma gli
interrogati avevano escluso la natura fittizia della vendita.
Contro tale decisione ha proposto ricorso per cassazione B. A., con quattro motivi.
Resistono con controricorso B.D. e B. B., che hanno anche proposto ricorso incidentale
condizionato, con tre motivi, illustrati da memoria, al quale resiste con controricorso B.A..
Altro controricorso stato proposto da La Bilaterale s.r.l., G. e G.R..

PROCEDIMENTO CIVILE - SUCCESSIONE Cass. civ. Sez. II, Sent., 30-06-2011, n. 14473
Motivi della decisione
Va preliminarmente disposta la riunione dei ricorsi.
Con il primo ed il secondo motivo del ricorso principale, che possono essere trattati
congiuntamente, B.A. ribadisce di avere espressamente proposto (anche) un'azione di riduzione,
come risultava dalla formulazione dell'atto di citazione, nel quale era stato precisato che il valore
dei beni trasferiti alla soc. La Bilaterale era di molto superiore a quello risultante dall'atto di
vendita, per cui erroneamente non stato ammesso a provare la simulazione di tale atto, in quanto
dissimulante una donazione nulla per difetto di forma.
Le doglianze sono infondate.
Occorre ricordare che secondo la giurisprudenza di questa S.C. il legittimario che propone l'azione
di riduzione ha l'onere di indicare entro quali limiti stata lesa la legittima, determinando con
esattezza il valore della massa ereditaria nonch il valore della quota di legittima violata dal
testatore (sent. 12 settembre 2002 n. 13310). In particolare, ha l'onere di allegare e comprovare tutti
gli elementi occorrenti per stabilire se sia, o meno, avvenuta, ed in quale misura, la lesione della sua
quota di riserva, potendo solo in tal modo il giudice procedere alla sua reintegrazione (sent. 29
ottobre 1975 n. 3661). L'azione di riduzione, indipendentemente dall'uso di formule sacramentali,
richiede, poi, oltre la deduzione della lesione della quota di riserva, l'espressa istanza di conseguire
la legittima, previa determinazione di essa mediante il calcolo della disponibilit e la susseguente
riduzione della donazione posta in essere in vita dal de cuius (sent. 16 novembre 2000 n. 1484).
Alla luce di tali principi, essendosi limitato B.A. (a prescindere dal generico riferimento all'azione
di riduzione) a dedurre che l'atto di vendita in favore della soc. La Bilaterale dissimulava una
donazione (evidentemente indiretta) alle nipoti R. e G.G., ma non anche che tale presunta donazione
fosse lesiva della propria quota di legittima (non precisata in relazione all'asse ereditario della
madre), correttamente i giudici di merito non l'hanno ammesso a provare la simulazione.
Il terzo motivo del ricorso principale, con il quale B. A. censura l'affermazione della sentenza
impugnata, secondo la quale era comunque incorso in decadenza in ordine alle richieste istruttorie

aventi ad oggetto la prova della simulazione, viene ad essere assorbito.


Con il quarto motivo del ricorso principale B.A. si duole del rigetto della domanda relativa alla
simulazione dell'atto in data 6 dicembre 1985 o della natura fiduciaria dello stesso.
Con riferimento alla simulazione ribadisce la tesi che erroneamente non sono state ammesse le
prove testimoniali sul presupposto della mancata proposizione dell'azione di riduzione.
Per la infondatezza della doglianza si rinvia a quanto osservato in sede di esame del primo e
secondo motivo.
Secondo il ricorrente in via principale, poi, la sentenza impugnata avrebbe totalmente trascurato di
considerare la nullit della donazione dissimulata per difetto del requisito di forma ex art. 782 c.c..
Il ricorrente invoca in proposito anche l'art. 737 c.c..
A prescindere dalla incomprensibilit del riferimento all'art. 737 c.c., che stabilisce il principio della
collazione tra i figli legittimi e naturali ed il coniuge in relazione ad una donazione che si assume
effettuata in favore delle nipoti e comunque nulla (e quindi inefficace), il ricorrente trascura di
considerare che in tanto una donazione dissimulata pu essere nulla per difetto di forma, in quanto
risulti provata la simulazione dell'atto che la dissimula, prova che nella specie stata ritenuta
inammissibile.
Deduce poi il ricorrente in via principale:
Parimenti la sentenza impugnata ha violato gli artt. 1351 e 2721 c.c., il primo sulla necessit di
forma scritta per il preliminare di vendita e il secondo sui limiti di valore per l'ammissibilit della
prova per testi.
Osserviamo innanzitutto che entrambe tali limitazioni non si applicano alle obbligazioni unilaterali,
quale sarebbe stato l'impegno - invocato ripetutamente, quanto inutilmente dalla de cuius - dei suoi
familiari a restituirle le quote della Bilaterale, societ che ella riteneva di fiduciaria, o di comodo.
Ma c' di pi. Secondo l'assunto dell'attore, nel dicembre 1983 sono intercorsi tra i soggetti
convenuti:
- una vendita di beni immobili ad una societ;
- un impegno dei soci di quest'ultima a trasferire alla venditrice, a sua semplice richiesta, le quote
della societ acquirente.
Diversi i soggetti, diverso l'oggetto, diverse le finalit dei due atti. Per cui si giustifica la diversit di
forma, visto che solo il primo atto richiede ad substantiam la forma scritta per il trasferimento della
propriet dei beni immobili (e cos per il preliminare, e quindi, in via di interpretazione, anche per il
pactum fiduciae); mentre, per il trasferimento delle quote, l'art. 2479 cod. civ. (nella formulazione
vigente nel 1983) prevedeva che le quote di societ a responsabilit limitata si trasferissero con il
solo consenso (salvo le formalit necessarie ai fini dell'opponibilit del trasferimento alla societ e
ai terzi).
Sicch non ricorre affatto, per questo secondo atto, il limite previsto dall'art. 1351 c.c..
Tanto meno applicabile l'art. 2721 c.c. (il cui divieto non investe, lo abbiamo accennato, gli atti

unilaterali), anche perch nella specie, la "stessa qualit delle parti" (parenti tra loro in linea retta),
l'et avanzata della de cuius, la sua scarsa conoscenza degli atti giuridici e dei suoi effetti, e la
fiducia riposta nei confronti di figli e nipoti, potevano intuitivamente giustificare che ella non si
preoccupasse di premunirsi di uno scritto. Tutte circostanze che avrebbero agevolmente consentito
di derogare al limite di valore e che invece sono state pretermesse dalla Corte territoriale.
Sostiene, poi, il ricorrente che comunque la natura fiduciaria della vendita in data 6 dicembre 1985
risultava dagli elementi acquisiti al giudizio.
Anche tale doglianza infondata.
Occorre premettere che la natura di tale negozio fiduciario, secondo la sentenza impugnata non
sarebbe stato esaurientemente esplicitato dalla difesa appellante. Ad ogni modo, lo si dovrebbe
intendere come assistito da un patto di cessione delle quote de La Bilaterale alla C. o a chi la stessa
avesse indicato (cfr. cap. B deduzioni istruttorie di A.): ossia un negozio trilatero con cui i soci della
societ che acquisiva gli immobili si impegnavano a cedere le suddette quote. L'effetto concreto
voluto sarebbe quello di modificare la situazione giuridica avente ad oggetto beni immobili,
attraverso il meccanismo di cessione delle quote della fiduciaria, con il coinvolgimento di soggetti
diversi dalla stessa acquirente, ossia dei soci sia apparenti (le sorelle G.) che effettivi ( B. e la
moglie di D., ovvero B. e D. attraverso l'interposizione della moglie); un negozio complesso e di
rilevante sostanziale valore economico ...
Ne consegue che il solo fatto della incertezza dell'oggetto di tale negozio fiduciario, sulla base delle
prospettazioni dello stesso ricorrente principale, come ricostruito con fatica dalla sentenza
impugnata, sarebbe sufficiente a giustificare il rigetto della ammissione delle prove testimoniali, il
cui contenuto non viene riprodotto nel ricorso, al fine di valutarne la congruenza.
Ad ogni modo, anche se vero che le limitazioni di carattere probatorio di cui all'art. 2721 c.c., non
sono applicabili agli atti unilaterali (cfr. sent.: 14 luglio 2003 n. 10989; 9 settembre 1991 n. 9480),
nella specie l'attuale ricorrente in via principale pretendeva di dimostrare l'esistenza di un pactum
fiduciae, cio di un contratto.
Ci premesso, va ricordato che secondo questa S.C. in tema di prova testimoniale, ove il giudice di
merito ritenga di non potere derogare al limite di valore previsto, per essa, dall'art. 2721 c.c., non
tenuto ad esporre le ragioni della pronunzia di rigetto dell'istanza di prova, trattandosi di mantenere
quest'ultima entro il suo fisiologico limite di ammissibilit (sent. 19 agosto 2003 n. 1211).
Per il resto le critiche rivolte alla sentenza impugnata in ordine alla affermazione che il pactum
fiduciae non poteva considerarsi provato sulla base degli altri elementi probatori invocati dal
ricorrente in via principale si dirigono contro una valutazione di merito incensurabile in sede di
legittimit.
Il ricorso incidentale proposto da B.D. e B.B. viene ad essere assorbito.
Il ricorrente va condannato al pagamento delle spese del giudizio di legittimit nei confronti delle
parti costituite, che si liquidano, per ognuna di esse, come da dispositivo.

PROCEDIMENTO CIVILE - SUCCESSIONE Cass. civ. Sez. II, Sent., 30-06-2011, n. 14473
P.Q.M.

la Corte riunisce i ricorsi; rigetta il ricorso principale; dichiara assorbito il ricorso incidentale;
condanna il ricorrente principale alle spese del giudizio di cassazione, che liquida, in favore di
ciascuna delle parti costituite, nella complessiva somma di Euro 4.200,00, di cui Euro 200,00 per
esborsi, oltre ad accessori di legge e spese generali.

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