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Il decollo industriale
Nei due decenni a cavallo del Novecento la penisola appare ancora inserita nel
processo generale di
crescita dell'economia mondiale e se la fisionomia del paese
rimasta sostanzialmente agricola le attivit industriali contribuiscono sempre pi alla
produzione. Mentre l'agricoltura conserva il suo carattere tradizionale ed arretrato,
l'apparato industriale nasce con un impianto moderno. Gli investimenti raggiungono
cifre vertiginose e esemplari i progressi conseguiti dall'industria idroelettrica.
L'industria pesante aveva le sue punte avanzate nei settore siderurgico e in centri
come Genova e Milano la produzione raggiunge i suoi massimi livelli.
e cominci la seconda fase giolittiana con grandi riforme: rafforzamento della scuola
elementare di Stato, monopolio di Stato sulle assicurazioni, suffragio universale
maschile.
La guerra in Libia
La politica estera nell'et giolittiana rimase ancorata alla Triplice, pur se del trattato si
torno a dare un'interpretazione rigorosamente difensiva. Giolitti rivendic all'Italia di
fronte agli Imperi centrali una certa liberta di movimento , stringendo intese con le
potenze occidentali: Francia e Inghilterra riconobbero all'Italia liberta di azione in
Tripolitania e in Cirenaica, in cambio del riconoscimento italiano dei diritti francesi in
Marocco e di quelli inglesi in Egitto. Allora, nel settembre 1911, Giolitti, dopo un
ultimatum al sovrano turco ordino alle truppe di sbarcare sulle coste tripoline e
cirenaiche e cerc di giustificare diplomaticamente la spedizione sostenendo la
necessita di impedire che la Libia fosse occupata da altre potenze e che gli equilibri
mediterranei fossero in tal modo alterati. In Italia la guerra suscito una ventata di
entusiasmi nazionalistici e l'approvazione dei cattolici. Nell'ambito del Partito
socialista, mentre le correnti radicali rimasero contrarie alla guerra, i sindacalisti
rivoluzionari e i moderati assecondarono l'impresa. L'andamento delle operazioni,
l'imprevista opposizione delle popolazioni libiche e l'alto costo dell'impresa spinsero lo
Stato Maggiore ad avvicinare la guerra al territorio turco. Perci, nella primavera del
1912, fu attaccata Rodi e venne forzato lo Stretto dei Dardanelli. La Turchia fu cosi
costretta ad accettare la Pace di Losanna (ottobre 1912) con la quale riconobbe
all'Italia, oltre alla sovranit sulla Libia, il diritto di conservare il controllo di Rodi e delle
isole del Dodecaneso.
sbarazzare: nel marzo 1914, il Ministero fu assunto dal pugliese Salandra, liberale
conservatore gradito agli agrari. Questa nomina fu interpretata dal paese come una
soluzione di destra alla crisi del giolittismo: si inaspr la protesta dei socialisti
rivoluzionari, usciti vittoriosi dal recente Congresso di Reggio Emilia. Il socialista
Mussolini, l'allora repubblicano Nenni e l'anarchico Malatesta tentarono lo
sfruttamento rivoluzionario d'uno sciopero generale proclamato dalla Confederazione
generale del lavoro: nel giugno 1914 nelle Marche e in Romagna divamparono
disordini che si estesero sino a prendere l'aspetto di un'insurrezione generalizzata,
anche se anarchica pi che proletaria. Alla sommossa fu dato il nome di settimana
rossa e venne, comunque, facilmente soffocata dalla concorde reazione di Salandra e
della Confederazione generale del lavoro, che espresse la sua condanna.