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Moto uniforme
Abbiamo gi parlato del moto uniforme: il moto non cambia n con il tempo n
con la distanza.
In tal caso abbiamo una linea dei carichi totali parallela al profilo del pelo
libero:
dH
j i f
dx
Inoltre la velocit proporzionale alla pendenza del fondo secondo:
la formula di CHEZY
u Ri f
dove il coefficiente di scabrezza di Chezy
R
il raggio idraulico
p
p il perimetro bagnato
che diventa generalmente u yi f poich gli alvei dei fiumi sono
generalmente larghi e rettangolari;
la formula di CHEZY ADIMENSIONALE
u C gRi f
la formula di GAUCKLER-STRICKLER
2
u kS R 3 i f 3
dove k S la costante di Gauckler-Strickler
Paolo Martinis
Il problema per quanto riguarda il moto uniforme che, mentre nelle condotte
in pressione la normalit (il fluido vincolato allinterno del tubo), per il moto
nei canali esso rappresenta leccezione, in quanto abbiamo un grado di libert
legato allaltezza del fondo e una grande variabilit delle caratteristiche delle
sezioni.
Moto vario
Unaltra importante differenza di comportamento tra le correnti a pelo libero e
quelle in pressione riguarda il moto vario. Una situazione di moto vario di una
corrente liquida di norma provocata da una variazione di portata, determinata
da una manovra di un organo di regolazione (per le correnti in pressione)
oppure dal variare della situazione idrologica, come ad esempio nel caso di
piene dei corsi dacqua.
Nelle correnti in pressione la variazione di portata d origine ad una variazione
di pressione nella sezione dove collocato il dispositivo, che si propaga lungo
la corrente con la celerit del suono, alcune centinaia di volte superiore alla
velocit della corrente.
Nelle correnti a pelo libero, invece, la presenza della superficie libera impedisce
che si determinino nel fluido variazioni sensibili di pressione, o almeno che
queste si propaghino con la celerit del suono. La variazione di portata provoca
nella sezione una variazione del pelo libero e quindi una variazione di pressione
lungo la verticale. In sostanza ci che si propaga non una variazione di
pressione, bens una variazione di quota del pelo libero ed il moto vario assume
laspetto di ONDA DI TRANSIZIONE.
Paolo Martinis
Definiamo poi la scala del modello come il rapporto tra la misura nel prototipo
e la misura nel modello:
X
RX prototipo
X modello
Possiamo lavorare sulla scala del modello allo stesso modo di come lavoriamo
sui gruppi adimensionali, introducendo delle LEGGI DI SCALA derivate
dallinterpretazione fisica del fenomeno che stiamo esaminando. A differenza
delle condizioni di scala, che possono essere tralasciate in quanto poco
influenti, le leggi di scala vanno tassativamente osservate.
Per il moto in un canale, possiamo ad esempio fissare:
il rapporto delle velocit secondo la legge di Chezy:
Ru RC Rg RiF Ry
dove
Paolo Martinis
Paolo Martinis