Professional Documents
Culture Documents
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 ( conv. in L27/02/2004 N.46) ART. comma 2 DCB - Bo (Num. 3) per Poste Spa
sfratto
matto
06/2010
PRODURRE QUESTO GIORNALE COSTA 0,75 EURO • QUELLO CHE DATE IN PIù è IL GUADAGNO DEL DIFFUSORE
QUALSIASI RICHIESTA AL DI Là DELL’OFFERTA LIBERA NON è AUTORIZZATA
Abbonati a Piazza grande
Per abbonarsi basta un versamento sul c/c postale n. 54400320, intestato all’Associazione Ami-
ci di Piazza Grande Onlus. Causale: “Abbonamento giornale”. Potete anche telefonare allo 051
06
342328 dalle 9 alle 13. Per i privati la quota indicativa di sottoscrizione è di 31 euro annue. Per
enti, biblioteche e associazioni 51 euro.
10
I nostri strilloni
lA
peregrinazione delle famiglie di sfrattati dalle loro case alla tendopoli di piazza
Editoriale/ Liber Paradisius e poi alle scuole Mazzini di Borgo Panigale ha guadagnato già da
qualche settimana le pagine dei giornali bolognesi. Pensiamo sia un bene che se
Adesso serve ne parli, nonostante abbia tenuto banco il dibattito sulla liceità dell’occupazione come pratica
per superare un sistema di assegnazione di case popolari evidentemente inefficace. Per giunta,
un nuovo welfare in quest’ultimo caso, la scuola occupata doveva essere destinata a una biblioteca sull’handicap
e a sede di un gruppo di associazioni operanti da anni nel quartiere. Ma non è per entrare nella
polemica che abbiamo scelto anche noi di dedicare a questo tema l’inchiesta del mese.
p leonardo tancredi
L’importanza di quanto sta avvenendo in questi giorni a Bologna sta nel fatto che emerge, for-
se per la prima volta così chiaramente, un fenomeno che Piazza Grande ha annunciato più volte.
Come potrete leggere nel pezzo di apertura dell’inchiesta, le storie delle persone sfrattate e
In copertina occupanti sono quelle di lavoratori, italiani e migranti, che guadagnano troppo poco per pa-
gare un affitto (anche basso di una casa popolare) o che hanno perso il lavoro e non hanno
Il volto in prima pagina è quel-
altro reddito. Non arrivare a fine mese per loro ha significato non avere più una casa. le nuove
lo di Sabrina, una ragazza ma-
povertà, da categoria astratta e a volte abusata, prendono nomi e volti di persone che compon-
dre, con tre figli. Attualmente è
gono una realtà cittadina in crescita. Il rischio di scivolare nella condizione di senza dimora
senza casa e vive e nelle scuole
per queste persone è concreto. 3000 gli sfrattati nella provincia di Bologna, di cui il 90% per
Mazzini occupate dalle famiglie
morosità, solo nei primi 4 mesi del 2010. Gli stessi Avvocati di strada di Bologna, che difendono
di sfrattati italiani e stranieri.
gratuitamente i senza dimora, ci dicono che le cause per sfratto o per problemi di affitto sono
Storie come la sua sono raccon-
passate da 63 nel 2008 a 119 nell’anno successivo. Mentre registriamo questi dati la Consulta
tate nell’articolo di apertura
comunale permanente contro l’esclusione sociale ha scritto una lettera aperta al Commissa-
dell’inchiesta “Sfratto matto”.
rio Annamaria Cancellieri e alla città. Dopo aver denunciato lo stato di anarchia e l’inefficacia
L’autore della foto è Massi-
degli sportelli sociali di quartiere e il rischio di chiusura di alcuni servizi (per ultimi i labora-
miliano Orlando del gruppo
tori artistico e informatico del Centro diurno di via del Porto), le 70 associazioni riunite nella
fotografico di Bandiera Gialla
Consulta hanno posto una domanda al Commissario e ai cittadini: “Non capiamo più quale sia il
(www.bandieragialla.it).
modello di welfare che la città si vuole dare. Qual è la strategia e chi la dirige?” Questo inter-
rogativo è anche il nostro. (leonardotancredi@piazzagrande.it)
fffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff
Piazza Grande In redazione Bologna, giugno 2010, anno XVII, numero 165
Giornale di strada di Bologna fondato dalle persone senza dimora Giuseppe Mele, Ilaria Giupponi, Erika Casali, Eva Brugnettini, Stampa Tipografia Moderna
Caporedattori Jacopo Fiorentino, Pietro Scarnera Hanno collaborato a questo numero Impaginazione Exploit Bologna
Associazione interculturale Eks&tra, gruppo fotografico Bandiera Gialla,
Redazione Marco Guidi, Paolo Lambertini, Laura Marongiu, Gianluca Morozzi, Chiuso in tipografia il 4 giugno 2010 / Stampa 5000 copie
Via Corazza 7/8 40128 Bologna, tel. 051 342328, fax 0513370669 Nancy Poltronieri, redazione Bandiera Gialla, Massimiliano Orlando,
www.piazzagrande.it | redazione@piazzagrande.it redazione Sottobosco.info, Simone Sabattini, Donato Ungaro, Distribuzione
Simona Vinci, Francesca Gavio, Raffaele, Marco Guerzoni, Redazione Piazza Grande
Consulenza editoriale Agenda (www.agendanet.it) Ernesto Gelonesi, Emiliano Facchinelli. Registrato presso il Tribunale di Bologna il 15/09/1995 n°6474
012345678910111213141516
giornalismo d’asfalto
Raffaele è siciliano, “Chi vince gli appalti sia obbligato ad assumere gli homeless”
ha 60 anni ed è a
Bologna da 15. Non si esce
dal dormitorio
Oggi si ritrova in
strada senza lavoro.
E ha una proposta
da fare p raffaele
S
ono disoccupato da due anni, da lavoro, ma io gli ho detto cosa ne pensa-
quando a marzo 2008 la ditta in vo, e ci sono stati i primi battibecchi. Poi
cui lavoravo non mi ha rinnovato mi volevano mandare all’ufficio invali-
il contratto di 6 mesi. Da allora ho fatto di, per l’infarto che ho avuto a 48 anni.
qualche lavoretto saltuario, venduto la E ci sono stati altri battibecchi perché
macchina per tirare avanti. Finché né i l’assistente sociale mi ha detto “O segui
risparmi, né gli aiuti dei miei mi sono ba- il nostro programma oppure devi uscire”.
stati più. E sono finito in strada. È un ricatto psicologico. “Allora esco”. E
insomma dal 18 luglio ero fuori da via del
A dicembre 2008 sono entrato al dormi- Gomito.
torio in via Sabatucci, con l’emergenza
freddo. Eravamo 40 persone in un capan- Ancora in strada fino all’emergenza fred-
none, dovevamo uscire alle 8 di mattina, do. Cinque mesi a dormire in stazione,
e tornare presto la sera. Per fortuna si è a girare per la città. E poi a dicembre
liberato un posto in via del Gomito. Allora ancora via del Gomito, e avevo un altro Q| Il vecchio dormitorio “Carracci”. Foto di Carola Giordano
sono entrato in contatto con gli assisten- appuntamento con l’assistente sociale, a
ti sociali e con questo sistema che non maggio. L’unica cosa certa è che avevo un Intanto sono andato all’ufficio invalidi, Ci vuole un po’ di selezione. E comunque
funziona. Con le borse lavoro uno non letto fino a marzo, poi di nuovo a spas- ho lasciato i miei dati. E adesso aspet- con questo sistema uno in dormitorio ci
può reinserirsi nella società. Ti prendono so. A maggio l’assistente mi ha detto che to. Il mio ufficio è piazza Maggiore, nel resta 20 anni. Ci vuole l’appoggio del Co-
da una strada e quando esci sei di nuovo dovevo aspettare che mi chiamassero dai pomeriggio vado in Sala Borsa e leggo mune, sia per il lavoro che per l’abitazio-
per la strada. Ti danno 300 o 500 euro, e dormitori quando si sarebbe liberato un Platone, Pitagora e i filosofi greci. Questo ne. Il Comune dovrebbe dare gli appalti
cosa ci fai? Si vive in agonia. Le aziende posto. Può essere una o due settimane. O meccanismo è tutto sbagliato. Dentro i alle ditte con l’obbligo di assumere una
finché hai la borsa lavoro ti tengono, e mesi. Il prossimo appuntamento ce l’ho a dormitori c’è di tutto, non solo chi è sen- percentuale di persone dai dormitori, se
poi? Non ti assumono più. Il mio assisten- giugno, con un altro assistente, che ades- za lavoro, anche tossici e matti. È un covo no chi li prende? E non con una borsa la-
te sociale mi aveva parlato di una borsa so li stanno cambiando tutti. di serpenti, la gente impazzisce lì dentro. voro, ma con uno stipendio pieno, come
tutti.
fffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff
inchiesta
sfratto
matto
Chi sono le persone colpite dall’emergenza casa a Bologna? Che siano
stranieri o italiani, famiglie o single, sono tutti vittime della crisi econo-
mica e di un sistema di edilizia popolare che non regge più
N
p eva brugnettini elle 15 aule della scuola di Borgo Panigale ci sono 25 bambini. Con loro madri, padri, cugini. Al
fotografie di chiara gregoris posto dei banchi, materassi per terra. Niente lavagne, ma un televisore, alle volte, recuperato
dal rusco. Alle porte un numero e un lucchetto. L’aula degli insegnanti è un cucinino comune,
l’atrio un salotto sgombro. È la scuola occupata dall’Associazione inquilini e assegnatari, Asia-RdB.
La scuola era abbandonata da un paio di anni e dal 25 aprile ci vivono circa 35 famiglie. Ma sono in aumento. Qui
sono arrivati gli sfrattati che non rientrano nelle graduatorie per le case popolari, e quelli che aspettano si liberi
un posto. Sul corridoio si aprono le aule trasformate in camere. Nelle rientranze, dei letti per le prossime famiglie.
Da una parte, un filo separa da una serie di tappeti: è una mini-moschea. Gli inquilini si sono organizzati. Hanno
stabilito dei turni di guardia notturni sul tetto “per ladri e carabinieri, così se provano lo sgombero di notte resi-
steremo”, dicono Paolo e Kadem, le “guide”. Ci sono cinque responsabili, per sicurezza, cassa, pulizie, cucina e
materassi. “È come una comunità, ci vogliono degli orari, un’organizzazione. Se ognuno facesse per sé sarebbe il
caos”, spiegano. Kadem ha un assegno di disoccupazione, ma con un affitto di 800 euro più spese non ce la fa.
A novembre ha lasciato la famiglia a Tunisi dai genitori. “Quando ci hanno sfrattato hanno messo mia moglie e
012345678910111213141516
inchiesta
“Le case popolari sono sempre della tendopoli organizzata da Asia in piazza Liber Paradisus, e si è trasferito nella
meno rispetto alla domanda. scuola occupata.
Le graduatorie non reggono di “È un’emergenza abitativa a lungo termine a cui i servizi sociali possono dare solo
fronte a gente che vive in un soluzioni provvisorie perché non ci sono alloggi” dice Federico Orlandini di Asia. Il
furgone da anni” sindacato propone la gestione pubblica dell’edilizia, affitti in base al salario, recu-
pero degli edifici sfitti e integrazione dei salari. “Il Commissario Cancellieri ha detto
che non tollererà occupazioni, che non è giusto scavalcare le graduatorie. Ma le case
popolari sono sempre meno rispetto alla domanda. Le graduatorie non reggono di
fronte a gente che vive in un furgone da anni”. Come una donna con tre figli che nel
furgone ci ha vissuto per tre anni, e ora abita nella scuola occupata. O Kadem che ha
dormito in macchina per un po’ di tempo con moglie e figli. O ancora Hassan, che
dopo lo sfratto è stato 7 mesi in un furgone con la famiglia, anche lui nella scuola oc-
cupata insieme al cugino Abderrahim Gourich, che aveva minacciato di buttarsi giù
dal balcone durante lo sfratto di via Colindri.
“Le posizioni di Asia sono ampiamente condivisibili – dice la responsabile del Set-
tore Casa del Comune, Maria Adele Mimmi –, sull’incremento dell’edilizia pubblica
siamo tutti d’accordo. È chiaro che tra la lista di 8.535 nuclei familiari in graduatoria
e l’assegnazione di 400 alloggi all’anno c’è un divario enorme. Ma gli alloggi non si
costruiscono senza soldi e lo Stato taglia i fondi. Stiamo elaborando col Commissario
misure anti-crisi. Gli alloggi non saranno mai abbastanza di fronte a 2.000 sfratti per
i figli in una struttura per donne, a me hanno detto di arrangiarmi”. Nella stanza di morosità”. Mimmi aggiunge che 138 famiglie hanno già avuto un contributo, sono sta-
Paolo Fregni, 46 anni, “bolognese doc da quattro generazioni”, ci sono quattro mate- ti stanziati 1.200.000 euro per il ripristino di alloggi vuoti (altri 300mila a fine anno)
rassi per terra. Per un 52enne che fa lavoretti da mattina a sera, uno studente croato e che stanno allestendo “alloggi parcheggio” di 28 mq per “uso temporaneo”. “Ma
con una borsa di studio con cui non poteva pagare l’affitto, e due sorelle bolognesi l’occupazione è una soluzione che non condivido,” - prosegue la responsabile - la scuola a
con 4 bambini. Paolo è in cassa integrazione. Ha assistito la madre malata di Alzhei- Borgo Panigale è stata ripristinata per diventare una biblioteca per portatori di handicap”.
mer per 9 anni, finché non è peggiorata tanto da aver bisogno di un’assistenza che Intanto il piano del Prefetto, non ancora operativo, prevede il blocco di un anno degli sfratti
non potevano pagare. Ha “tormentato” l’assessore per 3 anni, presentandosi al suo per morosità: il proprietario di casa, se d’accordo, abbassa del 20% il prezzo dell’affitto, e le
ufficio ogni venerdì mattina per una casa popolare e una soluzione per la madre. banche coprono un altro 30%, con un prestito di un anno, garantito dalla Regione in caso di
Finché, nel 2003, si sono legati di fronte a Palazzo D’Accursio. Da allora lei è in una insolvenza. Ma secondo Orlandini “è un accordo che non risolve il problema, l’ha ammes-
casa protetta, Paolo in una casa popolare. Almeno fino a 6 settimane fa. Con 650 so anche il Prefetto”. Quando Paolo torna a “casa” da lavoro prende un tè alla menta con
euro al mese non riusciva a pagare affitto e bollette. Una mattina è andato al lavoro i suoi coinquilini, i bambini corrono per i corridoi, le donne fanno salotto nell’atrio. La mi-
e al ritorno non poteva più rientrare: l’avevano sfrattato e cambiato la serratura. Per naccia dello sgombero, su cui la Cancellieri non si è espressa, non turba la pace domestica.
una settimana ha dormito dalla madre, dagli amici, su una panchina. Poi ha letto (evabrugnettini@piazzagrande.it)
f
012345678910111213141516
“Senza investimenti
il sistema non regge”
p simone jacca
C
onsigliere a Palazzo d’Accursio dal Il peggioramento è dovuto più alla ziani o disabili sono indici che aumentano di conto che il problema è a monte”.
1993 al 2008, presidente della Com- crisi o a un cattivo servizio pubblico? il punteggio. Lo stesso vale per lo sfratto, che Una via d’uscita?
missione consiliare politiche sociali “A entrambe le cose. Bologna nel 2009 ha però ha valore solo se è in corso, se è già av- “La prima cosa da fare è creare un fondo
e abitative negli ultimi quattro anni, Valerio stanziato 1,5 milioni di euro per le politiche venuto non conta”. esterno, una cassa svincolata dal sistema in-
Monteventi ci spiega la storia, le criticità at- abitative, contro gli 8 milioni di Reggio Emi- Qual è la criticità più evidente di que- troiti/investimenti, che possa sostenere delle
tuali e gli sbocchi futuri dell’emergenza abi- lia. Il problema è che le ristrutturazioni e le sto sistema? politiche abitative serie. L’ultimo piano inte-
tativa sotto le Due Torri. nuove costruzioni si fanno con gli introiti de- “Ci sono delle contraddizioni. Se non hai la- ressante a livello nazionale risale al ’79… Poi
A Bologna la casa è un problema at- gli affitti, che però sono sempre più bassi voro non puoi accedere alle graduatorie per- ci sarebbero altre alternative possibili, come
tuale o storico? perché seguono la tendenza dei redditi”. ché non puoi dimostrare di poter pagare il ca- il ripristino delle case collettive per i lavora-
“Se volessimo trovare un punto d’inizio direi Su quali regole si fonda l’assegnazio- none. E questo è molto grave. Ma in generale tori o delle proprietà indivise. Un altro per-
a metà degli anni Novanta, con i primi ricon- ne delle case popolari? il metodo è trasparente, funzionerebbe bene, corso importante sarebbe quello delle case
giungimenti familiari dei migranti che hanno “C’è una soglia di reddito per fare domanda. se solo ci fossero i mezzi e le risorse finan- a canone calmierato, per la fascia d’utenti
intensificato drasticamente la domanda di Poi, una volta iscritto in graduatoria, l’utente ziarie. Ci sono delle lungaggini burocratiche, intermedia,appena sopra la soglia. Ma serve
abitazioni e quindi anche di case popolari. riceve un punteggio a seconda delle sue pro- ma è fisiologico. Se anche fosse tutto perfet- la volontà da parte delle istituzioni, o meglio
Da lì in poi è tutto un dramma, che ora, se blematiche. Per esempio il sovraffollamento to non cambierebbe molto. Quando hai circa ancora, i soldi”.
possibile, è anche peggiorato”. abitativo, l’anti-igienicità, la presenza di an- 400 posti disponibili su 7.500 richieste ti ren- (simonejacca@piazzagrande.it)
Geopolitica dell’affitto
p marco guerzoni (urbanista)
Un linguaggio tutto da
decifrare, dai garage
venduti come monolocali
alle irraggiungibili
“trattative riservate”
P| Fonte “Flickr”
“A
diacenze Sant’Isaia, ristrutturato e signorile, litaristico uomo-merce, il mercato degli affitti propone un scorre, l’occhio è attirato da un irresistibile francesismo:
grazioso monolocale metri quadrati trenta- garage allo stesso prezzo – al metro quadro – di un mono- “affittasi Bologna centro ‘garçonniere’ con servizio, euro
cinque, offresi a referenziatissimi, euro cin- locale. A te la scelta. 400”. Poesia pura. Esterofilia melliflua che spinge il pen-
quecento mensili”. Scorri col dito. Speri di arrivare in fretta all’annuncio giu- siero verso spazi aristocratici, magioni sconfinate. La fan-
Sei in cerca di casa a Bologna. Sfogli il giornaletto degli an- sto. Dove il prezzo è compatibile col tuo budget e i metri tasia prende il largo e imprudentemente lasci scivolare il
nunci. Ti passano tra le mani i fogli leggeri di carta riciclata, quadrati si discostino sensibilmente dall’ampiezza di un dito verso le parti proibite della classifica: “lussuosissimo
e subito corri a guardare le parti basse delle offerte. Tutti i posto auto (circa 20 mq). Trentacinque possono andar vista colli mansardato, di recente particolare ristruttura-
giornali di annunci costruiscono una graduatoria di offer- bene? Fai due conti. Sai che un monolocale, per norma, zione design, offresi a professionista, trattative riservate”.
te. Dall’affitto più economico al più incredibilmente costo- varia tra 28 e 38 mq. Trentacinque è un ibrido. Puoi eli- E per un secondo ti vedi, tu professionista referenziato a
so, con una ripartizione per zone e quartieri. Geopolitica minare l’armadio in cambio di un letto comodo per due. trattare riservatamente una casa da sogno, dall’affitto in-
dell’affitto. In questa classifica delle offerte si parte dagli in- Ridurre l’angolo cottura a semplice fornello e mini frigo- dicibile. Ma l’attimo si chiude in fretta. Torni giù col dito, a
trusi. I garage. S’intrufolano nella lista “affitti residenziali”, rifero. E se c’è l’altezza, magari soppalcare e ricavare ad- fare i conti con la realtà. Ovvero con un mercato sguaiato
per tranquillizzarti. Con 300 euro al mese – che è il costo dirittura uno studiolo. Per soli 500 euro al mese. Il 45% che non prova vergogna nel mettere in pubblico serragli ca-
medio di un posto auto coperto in centro storico – hai la del tuo mensile. Un rapporto che farebbe rabbrividire un riati, bugigattoli malsani, catapecchie indecenti. Qui come
certezza di avere comunque un tetto. In pieno spirito egua- bancario addetto alla concessione mutui e prestiti. Il dito altrove, ci vorrebbe più pudore nel mostrare le parti basse.
012345678910111213141516
di alloggio
p francesca gavio
Qualunque universitario
fuorisede lo sa: cercare
casa a Bologna è una
vera odissea. Ma esiste
un’alternativa
Q| Fonte “Flickr”
A
Bologna sono circa 1.400 gli studenti che usufrui- rare le truffe, l’Er.Go compie controlli a campione ogni anno, rimangono vacanti, Er.Go ha attivato il servizio telematico
scono degli alloggi dell’Er.Go, l’Azienda regionale da un lato attraverso l’Isee, dall’altro verificando all’anagrafe “Borsino on line”: in questo caso possono usufruire degli
per il diritto agli studi superiori (ex Arstud). Ma tributaria i casi di difformità dalle norme stabilite. appartamenti (per brevi periodi di tempo a tariffe non age-
come si fa a ottenere un alloggio? Ce lo spiegano Sabrina Con questi requisiti si può entrare in uno dei 16 studentati volate) anche quegli studenti che, secondo il bando, non ne
Mondin, responsabile della sede di Bologna e Romagna, e attualmenti presenti in città. Negli anni scorsi solamente il avrebbero diritto.
Maria Cristina Scarazzini, responsabile dei Servizi agli stu- “Galotti” è stato dismesso, mentre il “Carducci” ha riaperto In altre città dell’Emilia Romagna, intanto, si stanno speri-
denti. “Secondo la legge regionale 15/2007, il primo anno gli dopo una ristrutturazione, sovvenzionata anche con denaro mentando nuove soluzioni per l’alloggio degli studenti. È il
studenti possono accedere al servizio presentando solamen- statale. Ha riaperto anche lo studentato “Cleto Tomba”. caso di “Mo-Re for students”, che a Modena e Reggio Emilia
te l’Isee, mentre negli anni successivi di corso, oltre al fattore Già da un po’, inoltre, si parla di un complesso in via del prevede l’ospitalità degli studenti universitari da parte di
economico, l’Er.Go valuta anche il merito, ovvero il numero Lazzaretto, attualmente gestito dall’Università, che Er.Go anziani per una cifra di 180 euro, comprese le utenze, per le
di esami sostenuti e la rispettiva votazione”. dovrebbe acquisire tra un paio d’anni. “Oggi l’ospitalità ne- quali lo studente può usufruire del posto letto, del bagno e
Tra le condizioni per l’assegnazione degli alloggi, lo studente gli studentati – spiega Sabrina Mondin - è caratterizzata da della cucina. Può funzionare anche a Bologna? “Il nume-
che dichiara di non vivere presso il proprio nucleo familiare flessibilità temporale: si sono moltiplicati i progetti all’estero ro di studenti che ne ha usufruito è stato esiguo – spiega la
deve dimostrare che la casa dove risiede non è di proprietà e aumenta il turn over degli studenti, che non si fermano Mondin – e in una città come Bologna sarebbe complesso
della famiglia e che vi risiede da almeno 2 anni. Inoltre deve più nella stessa città universitaria per 5 anni e spesso nep- trovare famiglie anziane disposte a offrire la propria casa agli
avere un reddito annuo non superiore a 7.255 euro. Per aggi- pure per il triennio”. Per gli alloggi che per qualsiasi motivo studenti”.
cercolavoro f ff fff
Lavoro Cuoca Carpentiere
in campagna Ragazza italiana 29 anni esperienza imbianchino, gruista
28 anni, lunga esperienza di lavoro di lavoro nel settore alberghiero e Mansi Enrico, nato il 06.02.60
in agricoltura e in allevamento di ristorazione cerca lavoro come cuoca, residente a Bologna. Cittadino italiano,
bestiame. Esperienza di lavoro anche in barista, cameriera presso locali o con esperienza pluriennale come
edilizia come manovale. mense. Disponibile a trasferirsi fuori carpentiere, muratore, imbianchino,
Cerco lavoro in entrambi i settori, Bologna. munito di patentino da gruista,
disponibile anche a trasferimento fuori Monica disponibile sin d’ora a lavorare.
Bologna. Cell. 3661963295 Munito di patente B.
Nico Enrico
Cell. 3270025569 Cell. 3477213378
che fecero
l’impresa
p Simone Sabattini
C’è
una Bologna che cala e una
che cresce. Una Bologna
che lascia Bologna e una
I numeri parlano
che la popola sempre di più. La prima è quel-
la degli “autoctoni”, la seconda è variopinta
chiaro: i migranti
e multiforme. E viene da fuori. È la Bologna
degli imprenditori stranieri, che aumentano
che aprono
in tutta la provincia al ritmo di 400 all’an-
no e tengono in piedi – almeno nei numeri –
un’azienda in città
un settore altrimenti destinato a impoverirsi.
Spesso si parla dei lavoratori dipendenti co-
sono in costante
munitari e non. Di come la crisi si sia scari-
cata anche sulle già notevoli difficoltà di chi
crescita. Ecco la
è arrivato a cercar fortuna. Dello sfruttamen-
to nei cantieri edili, della “terra di mezzo”
nuova linfa che
dei contratti semi-inesistenti, del fenomeno
badanti. Ci si occupa meno di chi si assu-
sostiene l’economia
me il rischio d’impresa e tenta di navigare
nel mare aperto di un’economia instabile.
di Bologna
Eppure gli imprenditori stranieri in provincia
di Bologna erano poco più di 5.000 nel 2000
e ora superano i 12.000 (dati della Camera stani”. Ma sarebbe un abbaglio pensare di denti storici, a reggere le statistiche sono an- bambina-soldato e ora ha aperto a Bolo-
di Commercio), con una crescita del 171% e aver esaurito così l’argomento. A conti fatti, il cora loro, i “nuovi acquisti”: negli ultimi 15 gna la sua impresa di pulizie con tre dipen-
un’incidenza delle imprese individuali (qua- commercio copre solo il 10% del fenomeno. anni sono cresciuti al ritmo di 500 all’anno. denti, ognuno di una nazionalità diversa.
si la metà del totale) del 9% sul complesso Nella graduatoria vengono prima il mani- Nella classifica delle nazionalità più “im- C’è il restauratore brasiliano Marcos Eugenio
delle attività. Basta guardare le curve. Negli fatturiero e le costruzioni. Nelle tendenze, prenditoriali” vincono il Marocco (18%) e la Fiorillo, che dal Brasile è venuto a studiare a
ultimi 10 anni sono sparite circa 3.000 azien- aumenta molto velocemente l’intermedia- Cina (15%), poi l’Albania (in forte crescita), la Firenze, ma poi ha scelto Bologna dove ha ri-
de individuali, ma quelle gestite da stranie- zione finanziaria. E se il grosso della pro- Tunisia, il Pakistan, il Bangladesh, la Serbia. messo in sesto i Musei dell’Università. Sono
ri sono cresciute dello stesso numero. Chi duzione sta in provincia, fuori dai confi- Ci sono i numeri e ci sono le storie, rac- anche loro a sorreggere un’economia ancora
passeggia per il centro ne vede un buon nu- ni delle mura, le attività dei nuovi cittadini contate puntualmente dai quotidiani cit- solida, ma più sfilacciata e in crisi d’identità.
mero dietro le cassette di pomodori e le luci nascono per due terzi all’ombra di Palazzo tadini. Come quella di Azeb Gebrewahid, Bologna ha bisogno di cambiare. Talvolta an-
al neon degli alimentari. I cosiddetti “paki- d’Accursio. Se il centro si spopola di resi- che nell’Etiopia della guerra civile era una che solo per restare la stessa.
La storia di A rrivo in una casa della periferia di Bologna e trovo ad aspettarmi un “gigante” pieno di energia. Mi invita calorosamente a sedere alla
sua tavola: pesce di fiume affumicato ed ottimo vino moldavo. È la mia prima visita domiciliare. Sokos non ha mai avuto pazienti con
V., che non questa necessità. Ma V. è un caso particolare: nonostante il vigore e la gioia di vivere, porta dentro si sé un male terribile. Immune al vitti-
mismo, nonostante il suo doppio dramma di malato “a tempo molto determinato” e di clandestino a “tempo inesorabilmente indetermina-
aveva il to”, V. si è organizzato. Per qualsiasi problema si presenta dove è stato operato anni prima. Fosse nato in Italia ce la racconterebbe lui la sua
storia, col sorriso sulle labbra, come sempre. Ma in Moldavia la sanità costa troppo, anche per un ingegnere come lui. In Italia ha lavorato
permesso come operaio, per regalare una vita migliore ai propri cari e, raramente, a se stesso. Per quel sogno, chiamato “permesso di soggiorno”, V.
ha sudato parecchio. Col tempo si è dovuto arrendere all’inesorabile avanzare del suo male. Ha perso il lavoro e quel sogno di carta. Ora è
di curarsi “clandestino”. Riusciamo ad attivare l’Ant, che garantisce assistenza gratuita ai malati di tumore, e V. trova anche un lavoro come “badan-
te” di un vecchietto che così può vivere gli ultimi mesi di vita a casa propria. Qualche mese dopo, finito il mio turno in ospedale, sento scan-
dire ad alta voce il nome di V. È stato ricoverato proprio nel “mio” reparto. Ci abbracciamo. Non è più lui, stravolto dal dolore alle ossa, non
p Ernesto gelonesi (sokos) si regge neanche in piedi. Per la prima volta capisco come il dolore possa strappare la dignità a un uomo e come per un medico sia un ob-
bligo eliminarlo o, almeno, alleviarlo. Piano piano V. riprende il sorriso e la forza sufficiente a stare almeno in sedia a rotelle. In reparto si fa
ben volere da tutti. Lega in particolare con un paziente siciliano, che lo porta a spasso con la carrozzina. Li guardo e, sorridendo penso: “Que-
sto sì che è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina!”. Già, perché è impossibile avere il permesso di soggiorno per motivi di salute.
L’Italia ha bisogno solo di braccia giovani e possenti, non di malati terminali. A Natale abbracciamo V. per l’ultima volta. Torna in Moldavia,
senza più dolore ma con la certezza di morire a casa propria. Poche settimane dopo, riceviamo la telefonata che sapevamo sarebbe arrivata.
SOKOS è un’associazione di medici volontari attivi a Bologna dal 1993 e che si occupa di assistenza a emarginati e migranti.
Sito web: www.sokos.it
01234567891011213141516
“Si può capire
Il ruolo degli spazi urbani secondo la sociologa olandese
il potere dalla
sua assenza”. Saskia Sassen: l’intervista
Così ci insegna
la studiosa della “Il cambiamento
globalizzazione parte dalle città”
p eva brugnettini
Saskia Sassen ha coniato il termine “città parti dell’economia e farle nostre, loca- ma di resistenza ai conflitti militari”.
globali” per descrivere metropoli come lizzare. Vale anche per la classe media. Lei però fa una distinzione tra vio-
Tokyo, San Paolo, Pechino, Londra, New Si assorbirebbero i lavoratori disponibi- lenza e criminalità urbana…
York, più simili tra loro che ai territori cui li e si sposterebbe l’economia verso gli “La seconda riguarda scippi, rapine, omi-
appartengono. I suoi ultimi libri usciti in svantaggiati”. cidi ed è diversa dalla ‘violenza urbana’
Italia sono “Territorio, autorità, diritti” Lo sfondo delle sue ricerche è la di Atene e Bangkok, o delle banlieues.
(Bruno Mondadori) e “Una sociologia città, come “spazio civilizzante” Questo tipo di violenza ha in sé qual-
della globalizzazione” (Einaudi). L’abbia- e “weak regime” (regime debole). cosa di positivo, è una forma politica
mo incontrata a maggio in occasione del Può spiegarci cosa intende? povera, dei non ascoltati. Tuttavia non
festival Transeuropa. “Ho parlato dell’indifferenza della gente è l’unico modo di reagire: anche Piazza
Lei sostiene che la globalizzazio- urbana. Può vedere qualcuno che soffre Grande, così come il Tour senza fissa
ne economica ha creato una forte ma continua a camminare e passa oltre. dimora, sono modi per ‘fare ponte’, per
diseguaglianza sociale, contrap- A un livello più remoto però bisogna far nascere un movimento complesso
ponendo un’élite sempre più ric- pensare ai 120 morti dell’attacco terrori- che può essere l’inizio di un cambiamen-
ca a una fascia di popolazione stico di Mumbai, ai 300 morti di Madrid, to. La particolarità della città è l’enorme
“debole”, sempre più povera ed alle migliaia di uccisioni nei bombarda- differenza al suo interno, dove negozia-
emarginata. Secondo lei gli esclu- menti di Israele, e poi i morti a Bali, a re è inevitabile. Se voglio costruire un
si possono fare qualcosa per op- Casablanca, a Lahore… La morte milita- rifugio per senzatetto in campagna, lo
porsi a questo processo? rizzata in città ci causa orrore. Molto più posso fare da sola. In città devo negozia-
“Questo capitalismo è incapace di orrore dei 7 milioni di morti nella guerra re con persone, istituzioni, etc. E la sfida
rispondere ai bisogni reali perché do- in Congo, o i milioni di bambini che per le città oggi è proprio questo: il ‘fare
minato da una logica orientata solo al muoiono di malaria ogni anno. In quel sociale’”.
sistema finanziario. Bisogna recuperare senso lo spazio urbano civico è una for- (evabrugnettini@piazzagrande.it)
Sempreverdi
Puliti noi, pulito l’ambiente
p Lou del bello (www.Sottobosco.info)
Si sa, il prezzo delle nostre lenzuola candide è alto soprattutto per l’ambiente.
Tensioattivi che inquinano l’acqua, flaconi di plastica usa e getta in quantità.
Che fare per ridurre l’impatto del bucato? Per cominciare, scopriamo i detersi-
vi alla spina. Basta portare la propria bottiglia e spillare il sapone direttamen-
te dal grande fusto di metallo del rivenditore. Il prezzo è buono, il detersivo
concentrato così ne occorre meno. Inoltre, le composizioni sono esenti da ele-
menti chimici dannosi o allergogeni. A Bologna i punti vendita di detersivi alla
spina sono 9, a Casalecchio 2. Sotto le Due Torri potete trovarli in via Altabella,
in via Del Borgo, via Oberdan e via Galliera, ma per una mappa completa vi
consigliamo di guardare su Washmaps.com. In questi negozi si trovano tanti
tipi di detersivi, da quelli per l’igiene personale a quelli per la casa e per i pan-
ni. Unico neo: trasportare i fusti, pieni all’andata e vuoti al ritorno, comporta
forti spese ed emissioni di gas serra. Possiamo però assicurarci dal rivenditore
che i produttori dei detersivi risiedano in zona, e usare la stessa bottiglia per
più di 5 volte, la quantità di refill necessaria per rendere il sistema davvero so-
stenibile. In alternativa, si può comprare un prodotto in confezione usa e getta
riciclata al 100%. Ma la soluzione più efficiente, in fin dei conti, resta quella
di ridurre gli sprechi: dosare attentamente il sapone, diluire lo shampo in una
tazza con acqua in modo da distribuirlo meglio e usarne meno, lavare i vestiti
solo quando sono davvero sporchi e non solo un po’ spiegazzati.
01234567891011213141516
C
’è ancora gente che legge i giornali dai 30 anni in giù non sentono più il fascino
Un
al bar e c’è ancora (tanta) gente che dell’oggetto giornale, della carta da sfogliare, “foglio” di lamiera come tetto e sei ruote per
li compra in edicola. Ma il trend, dell’odore. Per loro ad avere maggiore attra- fondamenta: spesso è l’autobus la casa di chi
come dicono quelli che se ne intendono, è zione è lo schermo del pc. Così i lettori sono una casa non ce l’ha, di coloro che non avendo
in calo. Non solo a Bologna, intendiamoci, sempre e solo quelli di una certa età, man- a disposizione salotti, camere e bagni si improvvisano abitanti
ma in tutta Italia. I responsabili? Certamente ca il ricambio. E da qualche tempo manca- dei “luoghi comuni”. E l’autobus è il “luogo comune” per ec-
la televisione, certamente la free press. Ma la no anche i soldi. Per chi vede ridursi i mezzi cellenza: un pezzo di territorio che si muove per la città, con le
causa maggiore del calo di vendite e, quin- di sopravvivenza anche 30-36 euro al mese sue caratteristiche, i suoi personaggi. Ed ecco a bordo del mio
di, di pubblicità è un’altra, si chiama com- possono fare la differenza. Con tutto questo i bus anche coloro che ci vivono, sul bestione arancione, da un
puter, si chiama internet. Siamo di fronte a quotidiani a Bologna hanno ancora un buon capolinea all’altro, in un “coast to coast” da Casteldebole a San
una rivoluzione epocale, l’elettronica sta so- seguito. Primo di tutti è il Resto del Carlino, il Lazzaro. Noi tranvieri impariamo presto a riconoscerli, trovan-
vecchio Carlino che festeggia doceli all’improvviso sui seggiolini della corriera quando pen-
125 anni di vita. Segue, di- siamo di essere ormai gli unici a
stanziata di un bel po’, la Re- bordo, tra l’ultima fermata della
pubblica, ormai affermatasi corsa e il capolinea.
come una testata storica cit- Potrei descriverne alcuni, ma
tadina. Poi c’è il Corriere di non sarebbe giusto; loro si mi-
Bologna, figlio della volontà metizzano e si fanno riconosce-
del Corriere della Sera di do- re solo da chi ha occhi per ve-
tarsi anche in città di una te- derli. Non disturbano, parlano
stata locale. Seguono l’Unità poco e qualche volta da soli;
che, dopo una lunga assen- quando noi scendiamo dal posto guida per sgranchirci le gam-
za, ha ripreso da qualche be loro chiedono timidamente qualcosa, come per ottenere un
anno le cronache cittadine abbraccio dagli occhi del loro interlocutore. Vestono normal-
e l’Informazione di Bologna. mente, hanno facce di persone qualsiasi; potrebbero essere mio
Un prodotto, questo, vicino zio, mia sorella, mio cugino. Alle volte potrei essere addirittura
alla Curia, nato dall’acqui- io, se non avessi una casa, un tetto, la certezza di pranzo e cena:
sizione del Domani, che fu sarei disperato. Loro non lo sembrano, anzi sembrano padroni
un tentativo sbagliato nella della loro condizione, sereni nel viaggiare sulle linee lunghe,
grafica, nei modi, nelle pre- così da poter ascoltare le chiacchiere della gente “normale”,
visioni delle Cooperative di così da poter vedere dal finestrino panorami diversi. Qualche
dotarsi di un loro quotidia- volte rimangono sui bus anche di notte, su linee che corrono
no. Esattamente come suc- tra centro e periferie a caricare nottambuli e turnisti. Prendono
cesse alla Tv, ai “rossi” sono il caldo d’inverno e il fresco d’estate, e sono divenuti silenziosi
stituendo la carta e lo fa con ovvi vantaggi (e subentrati i “bianchi”. Esistono poi le crona- e discreti osservatori del mondo che li circonda nell’intercalare
si prepara a farlo anche con i libri). Primo di che locali della free press: Il Bologna (il più delle fermate, quasi custodi del bus.
tutti l’immediatezza, un fatto avviene e pochi corposo), Leggo, City e Metro. Come si vede, Potrei descriverli, chiamarli per nome; ma non sarebbe giusto.
minuti dopo è già in rete. E poi la consulta- malgrado la contrazione del mercato e un fu- Loro non vogliono farsi riconoscere, anche se noi li abbiamo da-
zione è gratuita e disponibile in casa, a qual- turo incerto, da leggere ce n’è (ancora). vanti agli occhi tutti i giorni e molto spesso non li vediamo.
siasi ora. È una frattura generazionale: quelli (donatoungaro@piazzagrande.it)
Appello per un Crescentone accessibile ne potesse costituire un problema. Invece quel gradino rende uno dei luoghi più
Lettera pubblicata su La Repubblica del 6 maggio 2010 simbolici della città inaccessibile a chi è in carrozzina. Per farci spiegare bene
l’entità del problema abbiamo contattato direttamente l’autore della lettera: è Giu-
Critico aspramente l’organizzazione della manifestazione del 1° maggio svolta- seppe Marchetti, presidente dell’associazione Officina di sostegno, nata nel 2008
si in piazza Maggiore a Bologna per la mancanza di uno scivolo per accedere per aiutare le persone con disabilità. “Il divieto di accesso al Crescentone – spie-
al “crescentone” […]. La tecnologia aiuta la disabilità con carrozzelle elettriche ga Marchetti – è particolarmente grave quando in piazza c’è qualche manife-
che si rendono autonome, senza accompagnatore, ma le barriere architettoniche stazione: gli organizzatori dovrebbero essere sempre obbligati ad allestire una
costituiscono un problema maggiore quando ci si dimentica dei disabili. È ora rampa d’accesso per i disabili”. E una rampa permanente? “Forse farebbe na-
di finirla. scere dei problemi con la Soprintendenza – dice Marchetti –, che per esempio ha
vietato che se ne installasse una nella chiesa di Santa Maria della Pietà”. Nel caso
Chi è abituato ad attraversare piazza Maggiore sulle proprie gambe probabil- del Crescentone, però, il valore storico e artistico non dovrebbe essere così “in-
mente non ha mai pensato che il marciapiede costruito lì in mezzo, il Crescento- superabile”: in fondo la sua costruzione risale al 1934, non all’alba dei tempi.
012345678910111213141516
una domenica
p Simona Vinci
alla
barca
La
prima volta che ci sono venuta, capire: le attività abituali sono sospese, la gen- fumano distratti. Al bar, una fauna eterogenea dell’accoglienza. Lo è sempre stata, lo è anco-
da queste parti, facevo la quar- te, finalmente libera, esce per andare a fare si fa servire caffè e aperitivi da una coppia di ra e sempre lo sarà, dicono. La più antica uni-
ta ginnasio e una mia com- quello che gli pare e non quel che è costretta a giovanissimi camerieri orientali. I più vecchi si versità d’Italia, orde di studenti da ogni parte
pagna di classe mi aveva invitata a studiare fare. Ci sono meno auto e molte più biciclette appassionano in discussioni politiche che io, d’Europa. I bolognesi, gente ospitale, genero-
a casa sua. Ho un ricordo confuso di un lun- e l’atmosfera è respirabile. Allora, forse, il gior- ormai forzata habitué dei bar del centro fre- sa e aperta. Sarà. Forse, ci crederai di nuovo
ghissimo viaggio in autobus attraverso zone no sbagliato è il giorno giusto. Perché è alla do- quentati dagli universitari, credevo perdute per davvero quando nei sotterranei della Certosa
agricole e cantieri, una landa desolata sopra menica che capisci come la gente usa gli spazi sempre. Chiuse a tripla mandata come le anti- spunterà una lapide simile a quella che ora
la quale come funghi atomici erano esplosi nel tempo vero, quello che si può finalmente che sezioni di campagna del Pci. D’altra parte, stai contemplando con due lacrimucce all’an-
chissà quando palazzi che somigliavano ad dedicare a se stessi. è qui che pulsa il cuore popolare di Bologna. È golo degli occhi: “Il 6 febbraio 1935 spirava nel-
astronavi aliene. Da una parte c’era il fiume Davanti ai portici del “Treno” - 250 metri di qui che sono nate le prime fabbriche bologne- le braccia del signore Ersilia Venturi, di anni 69,
Reno, dall’altra i tralicci dell’alta tensione e cemento disegnato dall’architetto Vaccaro e si e dunque le prime cooperative. È qui che si fu domestica fedele e onesta per 41 anni pres-
questa edilizia popolare, così diversa da tutto edificato dallo Iacp negli anni ’60 - c’è un mer- sono riversati gli immigrati dal Sud negli anni so la nobile Casa Masetti ove dedicò con zelo
quello che conoscevo: venivo dalla campagna catino domenicale fitto così di gente. Ti ci butti ‘60. E dove vuoi che tutta la sua vita e fu da loro contraccambia-
di Budrio e il mio orizzonte erano campi piatti in mezzo lasciandoti trascinare dalla folla e an- ta con le più amorose cure”. Ci sarà un nome
e nebbiosi, al limite i muri incombenti oltre guardi i banchetti di pentole, bianche- come Catarina o Slavenka, e la foto di una
le finestre del liceo Galvani in via Castiglione, ria per la casa, le monta- donna con gli occhi di ghiaccio che
pieno centro storico. gne di calzini tiene tra le sue mani robuste quel-
Qui, a Santa Viola, quartiere Barca-Reno, alla la diafana di una vecchia si-
me 14enne e digiuna anco- gnora bologne-
ra di viaggi e metro- se.
poli, sembrava di Fuori, nella
essere atterrata luce rosata del
in un’altra città, tramonto, la
un altro Paese, gente passa da
un altro Mondo. E la sola, in coppia
stessa sensazione in effetti ce l’ho o in comitiva.
anche oggi, meno straniante però, per- Italiani e stra-
ché nel frattempo gli spazi vuoti verdi e nieri e stranie-
marroni si sono riempiti: di palazzi, di ri italiani (ché
giardini pubblici. E di gente che oggi, ci sono anche
domenica d’aprile d’elezioni, affolla i loro e sono tan-
cortili delle scuole trasformate in seggi, ti). Molti forse
sfoggiando alternativamente mise d’al- si domandano
ta moda e tute sformate; e poi, già che quale sarà l’esi-
è dovuta uscire per votare, lascia che to delle elezioni,
corpo e polmoni prendano aria, magari Q| Illustrazione di Nancy Poltronieri domani matti-
un gelato, due passi con il cane e i bam- na. Io allargo an-
bini. Anche per me è stato un sollievo uscire a un euro e ascolti le chiacchiere della gente. dassero i nuovi immigrati, che sempre dal Sud cora la domanda, e mi chiedo quale sarà l’ani-
dall’asfittico centro storico, tutto ripiegato sui E la vera sorpresa è che l’arabo si mescola al vengono anche se è un Sud più lontano? ma di questa città, domani mattina; e poi tra
propri intestini rossorosa di portici, e ritrovar- dialetto bolognese. La sorpresa è che un vendi- Nei giardinetti davanti al cimitero della Certo- un mese e tra 10 anni. E mi viene da essere
si fuori. Lungo i viali, al posto delle solite file tore di scarpe da ginnastica cerca di spiegarsi sa, fotografi una vecchia signora dalle mani languida e fiduciosa - almeno per una volta,
di suv c’erano scooter e ragazzini in magliet- a una donna in niqab e nessuno sembra farci diafane insaccata su una carrozzina spinta da almeno per 5 minuti - e da pensare che que-
ta che filavano verso i colli per andare a stra- minimamente caso. I cachet azzurrini o violet- una robusta, bionda e impassibile badante sta città, con giusto un pelo di sforzo in più
vaccarsi su un prato. Al quartiere Reno-Barca, ti delle ‘sdaure’ si mescolano allegramente ai col muso duro e l’ipod nelle orecchie. Forse dei suoi prossimi governanti e dei suoi cittadi-
ogni cortile e ogni giardino, pubblico o privato, veli integrali, e gomito a gomito, donne di cul- la signora parla da sola e non si aspetta nes- ni, originari o acquisiti, quegli aggettivi là, tipo
sono fioriti. ture lontanissime e teoricamente incompatibi- suna risposta dal mondo, figuriamoci da una “generosa”, “aperta”, “ospitale”, se li merita e
Forse la domenica non è il giorno giusto per li, frugano nei cesti di mutande mentre i mariti badante straniera. Eppure, questa è la città se li meriterà ancora. (©2010)
012345678910111213141516
Aprile 1999,
Bologna e Olympi-
A Marsiglia, spalle alla porta
È
giovane, si fa chiamare Demop. Po- generazione precedente alla mia è stata più è Davide Fraccon, autore postumo, è la Bologna anni ’70 e ’80, è
trebbe essere l’identikit del nemi- influenzata dalla cultura hip hop, dalla stra- una dichiarazione d’amore alla città, è la “balotta” e le osterie, è
l’eroina in stazione, è anche un vocabolario italiano-bolognese.
co pubblico, portatore di degrado, da - dice Demop -, negli anni ’80-‘90 era
Kartole è prima di tutto l’ultimo omaggio ad un amico scompar-
combattuto a suon di ordinanze da molti più facile fare gruppo tra breaker, rapper e so. Davide è morto il primo aprile del 2009: se lo sono portati
sindaci d’Italia. A Bologna dal Commissa- writer perché erano tutte culture di strada. via piano piano una vita difficile, la droga, la malattia. Prima di
rio. Il Piano anti graffiti, varato dal sinda- I ragazzi della mia età hanno ricevuto an- andarsene, ha lasciato i suoi manoscritti ad un amico. Li aveva
co breve Delbono, prevede uno sforzo di che influenze grafiche che non c’entrano raccolti BandieraGialla, con l’aiuto di Auser, una cinquantina di
pagine per ricordare Davide e ringraziarlo di tutte le volte che si
160.000 euro e la collaborazione di Comu- niente col graffito”. Vent’anni fa, Bologna
era impegnato a dare una mano. Un successo, da cui è nata l’edizione a cura di Morel-
ne, Camera di Commercio, Fondazioni ban- guardava a New York, a Parigi, a Berlino, lini Editore, arricchita dalla prefazione dello scrittore Ugo Riccarelli, vincitore del premio
carie, Soprintendenze e Università. Partito spazi urbani dove lasciare il proprio segno Strega. Come spiega Mauro Morellini, direttore della casa editrice che in questi giorni sta
ad aprile, ha festeggiato qualche giorno sulle metropolitane, sui treni, sui tetti. Con distribuendo il libro in tutta Italia: “La scelta di pubblicare Kartole nasce dalla nostalgia:
fa il primo muro pulito. Eppure l’opera di lo stesso approccio il writing o l’aerosol art quella di un editore, che è un bolognese doc transfuga a Milano, per una Bologna che
Demop, e di quella dei suoi colleghi wri- è arrivata in Italia: arte che nasce in strada non c’è più, una Bologna più umana e solidale, una Bologna migliore”.
(jacopo frenquellucci)
ter Pazo, Erik e Moe è stata commissionata e che ha bisogno del territorio per mani-
Gli allievi dei quattro corsi giugno con la compagnia Altovento. inaugurazione, “Il sorpas-
28 giugno
15 giugno (di base e avanzati) hanno
lavorato in modo creativo Chi semina vento...
Sarà offerto un aperitivo. so” di Dino Risi, a ingresso
gratuito. Tra gli altri film in
Bear City
ore 21 Teatri di Vita
su autori della drammatur- Urban Center programma, “Il concerto” di
Etno Jazz Via Emilia Ponente 485
gia contemporanea. Piazza Nettuno 3 Radu Mihaileanu, “L’ uomo
Pan Orchestra www.teatridivita.it
Ingresso libero che verrà” di Giorgio Diritti,
Teatro Auditorium Manzoni è l’evento dell’anno per la
A Bologna una mostra mul- “L’uomo nell’ombra” di Ro-
Via De’ Monari 1/2 scena gay newyorkese: il
timediale sul futuro del man Polanski. Ad agosto un
Biglietto: 10 €
Il Teatro Auditorium Man- pianeta. Quali sono i peri- Dal 12 omaggio alla commedia con
film “Bear City” di Douglas
Langway verrà presentato in
zoni chiude la sua stagione
2009-2010 martedì 15 giu-
coli che si corrono con la
perdita delle foreste? Cosa
giugno brevi spezzoni di classici del
genere e una panoramica
prima mondiale l’11 giugno
e due settimane dopo sarà
può fare un cittadino attivo sull’ultima produzione ita-
gno alle ore 21 con il secon- Arena Puccini a Bologna. Una commedia
do appuntamento dell’Etno Fino al per salvaguardare questo
Via Serlio 25/2
liana di corti d’animazione.
spigliata e divertente di un
Jazz Pan Orchestra, dedicato
al continente da cui hanno
13 giugno patrimonio comune? A que-
sti interrogativi proverà a
www.cinetecadibologna.it
Come di consueto l’Arena Dal 26
gruppo di amici tra sesso e
sentimento. Per “orsi”, per
origine tutte le civiltà e le
culture artistiche: l’Africa. Libri bianchi
rispondere la mostra “Chi
semina vento...”, destinata
Puccini, lo storico “cine- giugno gay e per tutti!