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Analisi complessa
Introduzione
Consideriamo il campo
z=( x , y)
su cui definiamo
z 1+ z 2 e z 1 z 2
( z 1+ z 2 ) + z 3=z 1 + ( z 2+ z3 ) =z 1+ z 2 + z 3
E per loperazione di prodotto:
z 1 ( z 2 z 3 ) =z1 (z 2 z 3 )
Deve valere anche la propriet di distributivit:
( z 1+ z 2 ) z 3=z 1 z 3 + z 2 z 3
Deve inoltre esistere lelemento neutro rispetto alla somma:
0 : z +0= z
E rispetto al prodotto:
1 : z 1=1 z=z
Come detto, ogni numero del nostro campo sar rappresentata come una coppia di
coordinate nel piano cartesiano
x , y , per cui:
z=(x , y)
Per questo, possiamo definire la somma come:
z 1+ z 2=( x 1+ x 2 , y1 + y 2 )
Analogamente, potremmo definire il prodotto in modo che:
z 1 z 2=(x 1 x2 , y 1 y 2 )
Che in effetti verifica la propriet dei prodotti, ma si dimostra poco efficace per i nostri
scopi: definiremo perci:
z 1 z 2=( x 1 x2 y 1 y 2 , x 1 y 2x 2 y 1 )
z= x
y
y
x
x1 y1
x
e 2
y1 x1 y2
)(
y2
x2
( ) (
z=x 1 0 + y 0 1
0 1
1 0
i= 0 1
1 0
Si osservi che
assume la notazione:
z=x +iy
I numeri
verranno detti complessi; essi sono stati introdotti per la prima volta per
z +1=0 , che ha
Ha sempre
^z =xiy
z=x +iy
la
^^z =z
.
Osserviamo che
|z| =x 2 + y 2=z z^
Osserviamo che il modulo quadro pu anche esser visto come il determinante della
matrice definita prima.
Per questo, volendo calcolare
z
1 z^
=
z
R( z )=x=
z+ z^
2
I( z)= y =
z z^
2i
Osserviamo che
| z| R ( z ) |z|
e
| z| I ( z ) z
Inoltre, vale la seguente propriet detta di disuguaglianza triangolare:
|z 1+ z 2||z 1|+ z 2
In quanto, si pu verificare,
2
|z 1+ z 2| =|z 1| +| z2| +2 R ( z 1 ^z 2 )
E, per la propriet vista prima R ( z ) |z|
2
|z 1+ z 2 ++ z n||z 1|+ + z n
Esempio:
Esprimere nella forma
z=x +iy
la quantit:
1+2 i
3+ 4 i
Risposta:
1+2 i ( 34 i ) 11 2
= + i
3+ 4 i ( 34 i ) 25 25
Da qui ci accorgiamo che il rapporto di due numeri complessi ancora un numero
complesso.
Forma trigonometrica
Consideriamo il seguente numero complesso:
e =cos +isin
E immaginiamo di calcolare:
e +2 =cos +isin
Osserviamo che
di periodicit
|e |=1
1
1
cos 1 sin 2+ cos 2 sin =cos ( + 2)+isin( 1+ 2 )=e +
e e =( cos 1+isin 1 ) ( cos 2 +isin 2 )=cos 1 cos 2 sin 1 sin 2 +i
1
Perci, il prodotto di due punti sul cerchio di raggio unitario, ancora un punto del
cerchio di raggio unitario, con angoli semplicemente sommati.
La formulazione vista qui dei numeri complessi particolarmente utile. Poich ogni
punto
(x , y )
cartesiane, possiamo
il modulo di z, e
semplicemente ponendo:
x=rcos e y=rsen
Con
r= x 2 + y 2 e
=t g1
( yx )
r1
ed
r2
^z =r e
O, ancora, varr, come si pu verificare,
1
1
z1= ( cos ( )+ isen ( ) )= ( cosisin)
r
r
Vediamo che quindi il modulo, e quindi la distanza dellorigine dal punto, si inverte:
punti molto distanti hanno numeri inversi molto vicini allorigine.
Altre operazioni notevoli sono le seguenti:
z n=r n e n=r n en
1
n
1
n
z =r e /n
O, ancora,
complesso. Poich:
1
n
1
n
1
n
2
2
z =r e /n=r cos
+isen
=r n cos +
k +isen +
k
n
n
n n
n n
( ( ) ( )) ( (
))
k =0,1,2
k'
allorizzontale
'
k=
e di angoli rispetto
tale che
2
+
k
n n
e =e
dunque
'
n
al variare di
'
0
k =n , abbiamo
'n=
+2 ,
n
k , dopo le prime
perci
rn
1
n
ek 2
k=1
Immaginiamo prima il caso in cui k pari: abbiamo sicuramente una serie di punti
complessi equispaziati: poich sono uguali ed opposti, essi si annulleranno a due a
due:
Nel caso dei k dispari, la somma comunque zero; da un punto di vista fisico lo
comprendiamo per ragioni di simmetria rotazionale, ma vediamolo da un punto di
vista algebrico. Poniamo:
e 2 =k
n
Dunque:
n
k
k=1
z=e 2
n
, vale:
z =e 2 =e 2 k =1
n
z n1
sue radici,
come le
in tutto:
z n1=( z ) ( z 2) ( z n)
Facendo il calcolo,
n
z n1=z nz n1 ( 1 + 2+ 3 ++ n ) + z n2 ( 1 2 + 1 3 + ) + (1 ) 1 2 3 n
Dove i segni dipendono da n se pari o dispari.
Uguagliando le potenze, deve valere che i coefficienti di
n1
n2
1 + 2+ 3 ++ n =0
Che per uguale alla serie vista prima. Da qui la tesi.
Rappresentazione sferica (o stereografica) [Ahlfors 2.5]
Abbiamo rappresentato un numero complesso come un punto del piano; dando la
struttura di campo ad una superficie sferica, tuttavia, possiamo immaginare i numeri
complessi come punti su una sfera.
Definiamo sfera come i punti dello spazio che verificano la relazione
x 1+ x 2 + x 3=1 .
Definiamo perci
z=
x1 +i x 2
1x3
|z| =
x 21+ x 22
=
2
( 1x 3 )
( 1+ x3 ) ( 1x3 ) 1+ x 3
=
2
1x 3
( 1x 3 )
Perci, sostituendo,
| z| 1
2
|z| + 1
x 3=
z+ ^z =
x1 e
x 2 : poich
2 x1
1x3
Invertendo, e sostituendo
x3
z + ^z
| z2|+1
x 1=
Analogamente si pu dimostrare
z ^z =
x 2 , considerando:
2 x2
1x 3
Perci:
2
z +1
z ^z
x 2=
x1 , x2 , x3 .
Ora, consideriamo la sfera di raggio unitario e un piano che la interseca per il suo
equatore: effettueremo una proiezione stereografica: consideriamo il polo nord e un
altro punto della sfera; congiungiamoli con una retta, e consideriamo il punto
dintersezione di questultima con un punto del piano: sar la nostra proiezione della
sfera sul piano. Ovviamente, se il punto si trova sul polo nord, il punto proiettato si
trover allesterno della sfera; se si trova sul polo sud, allinterno della sfera.
Ovviamente nasce una problematica nel rappresentare il polo nord: se facciamo
tendere un punto della sfera al polo nord, la retta risulterebbe parallela al piano, che
costituisce un punto allinfinito. Un altro punto notevole invece lorigine. Se
prendiamo la sfera e la giriamo, ovviamente tutti i punti (fuori e dentro la sfera) si
invertono.
f : z D C f ( x ) C .
mappa complessa
Esempio:
f ( z )=1
f ( z )=z
f ( z )=
1
z Esempi particolari possono poi essere:
f ( z )=cosz
lim f ( z )= A
zz0
se:
lim f ( z )=f ( z0 )
zz0
f ' ( z )=lim
h 0
f ( z +h ) f ( z )
h
z 0 se vale:
Dove
f ( z )=lim
h 0
R ( z+ h )R ( z )
h
h=a , avremmo:
lim x + ax
R ( x+iy +a ) R ( x +iy ) a 0
f ( z )=lim
=
=1
a
a
a 0
'
h=ib
lim xx
R ( x+iy +ib )R ( x+iy ) b 0
f ( z )=lim
=
=0
ib
ib
b 0
'
z=(x , y) ,
f x =1e f y =0
Definizione: definiamo funzione olomorfa le funzioni f per cui la loro derivata f
assume lo stesso valore indipendentemente dalla direzione.
Queste funzioni vengono dette anche analitiche: dove, in generale, le funzioni
analitiche sono funzioni esprimibili in serie di Taylor; in realt, si pu dimostrare che le
funzioni olomorfe sono funzioni analitiche, per questo spesso i due termini sono
sinonimi, anche se non detto che funzioni analitiche (come ad esempio le funzioni
reali) siano olomorfe. Nel campo complesso, invece, funzione olomorfa
Vediamo ora alcuni esempi di derivata, come per la funzione olomorfa
lim z+ hz
'
f = h 0
=1
f ( z )=z 2
analitica.
f ( z )=z :
lim ( z+ h ) z
f ' = h 0
=2 z
'
f =
2
2
lim ( ^
z+ h ) z^
h 0
f ( z )=^z
lim h^
= h0
h
lim a
f = a 0 =1
a
Per h totalmente immaginario, invece,
lim ib
'
f =
b 0
ib
=1
Dunque assume due diversi valori per due diverse direzioni, e dunque f non
olomorfa.
Teorema di Cauchy-Riemann
Poich
immaginaria:
f ( z )=u ( z ) +iv ( z ) =f ( x , y)
Con
u v u v
=
=
x y y x
Supponiamo
f ( ( x +h ) +iy)f ( x+iy )
= x f = x u+i x v
h
f ' ( z )=lim
h 0
u
v
u v v u
+
=
x
x
x y x y
( )( )
|f '|=
Ulteriori considerazioni
Finora abbiamo considerato
corretta per
La funzione
f ( z )=f ( x , y )
relazione
x=
z + z^
z z^
y=
2
2i
= =^
z
z^
Facendo il cambio di variabile, le derivate diventano
z
^z ^
=
+ =+
^
x x
x
Analogamente,
^
=i()
y
Perci,
1
= ( x i y )
2
^ 1 ( x +i y )
=
2
Da qui possiamo dimostrare il seguente teorema:
Teorema: f olomorfa
Se calcoliamo
^ f ,
1 f
f
^ f =
+i
2 x y
^ f =0
Daltra parte, abbiamo visto in precedenza che vale, per una funzione olomorfa,
f ' ( z )= x f =i y f
^ f =0 , da qui la tesi.
Perci
Se invece vale
^ f =0,
1 f
f
^ f =
+i
=0
2 x y
Dunque
varr:
^z
nulla.
Derivando, infatti,
la quantit:
P'n=a 1+ 2a 2 z ++n a n z n1
che ancora un polinomio, di grado
n1 .
Pn P'm=P'n+' m
E ancora un polinomio di grado
n+m .
Pn ( z )=P n ( z 0 ) + b1 ( z 0 ) ( zz 0 )
i=0
z 0 non necessariamente
Pn=a n (z zi )
i=1
Dove gli
z i =zi =zi
1
Pn ( z0 ) =0
Calcoliamone le numerose
z 0 potranno essere
k Pn (z 0)=0
Per ogni k, significherebbe che il nostro il polinomio nullo
Pn (z)=0
e noi stiamo
m P n ( z 0) 0
Che indica che la nostra funzione
decrescendo. Perci, se 0 in
z 0 , in quanto
Pn
Pn
Funzioni razionali
Definiamo funzione razionale il rapporto di due polinomi nella forma:
R=
Pn( z )
Qm ( z )
Che una funzione apparentemente ben definita con derivata ben definita, a meno
che non si verifichi la situazione
z i :Q m ( z i )=0
Potremo essere quindi sicuri nel dire che il polinomio
C\{ z i }
sul dominio
z i in cui
lim ~
R( z)=lim R
z 0
( 1z )
1
1 1
~
P ( z )=P
= a0 i = n E dunque anche per una funzione razionale.
z i=0 z z
()
Vediamo, ad esempio,
lim z=lim
z 0
1
polo
z
Quindi z ha un polo a
tranne in valori dove vale infinito. In generale, potremo avere un infinito, un polo, o
un numero.
Esempio: consideriamo la funzione 1/z e calcoliamone il limite:
lim 1
z
=lim z=0
z0
f ( z )=
az +b
cz +d . Perci,
a
+b
(
z ) a+bz
~
f ( z )=
=
c
+d
z
c +dz
E, considerandone il limite,
a
~
lim f (z )=lim f (z )=
c
z
z0
Quindi
lim
a 0+ +an z
=l
m
b0 + +bm z
Osserviamo che:
1- Per n=m, l=
an /b m ;
radice quadrata f ( z )= z , ma tutti i nostri casi sono estensibili alla radice n-esima.
Consideriamo perci:
z=r e
Abbiamo precedentemente visto che la sua radice quadrata pari a
1
z=r 2 e
( 2 +k )
1=i
In quanto
1=e , perci
1=e =i
2
z=e
f 1 ( z )= z=e
( 2 )
f 2 ( z )=e
(2 + )
z ,
f (z)
nellintorno di (1,0), vengono trasformati in punti lontani nei due intorni dei due
valori assunti dalla funzione, e lo stesso punto (1,0) si spezza, nel codominio, in due
punti!
Diremo in questo caso che vi un taglio, e sar presente una discontinuit sulla
retta reale. La problematica, daltra parte, non si sarebbe posta se avessimo posto
e . Ovunque spostiamo il
taglio, dunque, abbiamo una discontinuit; diremo perci che una funzione del genere
continua in ogni punto tranne che sul taglio: converr quindi posizionare il taglio
nelle parti pi utili, ma alcune curve non possono in ogni caso evitare le
discontinuit.
La problematica introdotta precedentemente dello strappo del nostro piano pu
essere risolta introducendo i cosiddetti fogli di Riemann. Come abbiamo visto, se
consideriamo il cerchio descritto dal numero
z=e , la funzione
f ( z ) = z
effettua
un taglio in corrispondenza del semiasse positivo che separa il punto (1,0) nei due
punti visti in precedenza.
Otteniamo i cosiddetti fogli di Riemann. Nel caso della radice n-esima, avremo
invece n fogli di Riemann attaccati a due a due.
Vediamo alcuni casi notevoli:
0=0
lim z=
pu essere
definito come
xk x
1
e = o e =lim 1+
n
n 0
n=0 k !
x
nx
( )
ex
ex x
=e
x
Ovviamente tutte equivalenti.
Dimostriamo una semplice propriet degli esponenziali:
x1
x2
e e =e
x 1+ x2
x ( ex e x+ y ) =0 y
Dunque
ex e x+ y =c( y) , dove
c ( y )=e y , e da qui
ex e x+ y =e y . Se si pone
x=x1