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Riassunto
Anna Pasqualini, Note sull'ubicazione del Latiar, p. 779-786.
Si ritiene, di solito, in base ad una formula conservata da Macrobio (Sat. I, 16, 16-17), che il Latiar fosse il sacrificio solenne del
toro bianco che concludeva la celebrazione delle feriae Latinae sul Monte Albano. In realt, dall'analisi di due passi di Cicerone
{ad Q. fr. II, 4, 2) e di Cassio Dione (XLVII, 40, 6) si deduce che il Latiar ve- niva celebrato a Roma sul collis Latiaris del Quirinale
dopo le ferie latine. Il rito, che prevedeva un sacrificio umano, conservava tratti arcaicissimi e fu introdotto a Roma, forse su
iniziativa della monarchia etrusca, prima dell'omologazione di Iuppiter Latiaris a Giove Ottimo Massimo.
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battaglia di Filippi. Dopo i vari inviati dal cielo, tra i quali particola
re
rilievo viene dato alla fuoriuscita di sangue dalla spalla e dalla mano de
stra della statua di Giove sul Monte Albano10, Dione elenca anche una serie
di errori compiuti dagli uomini, che parimenti vengono considerati segno
tangibile della crisi profonda in cui versava la pax deorum. Nell'ambito di
queste colpe umane Dione afferma espressamente che
'
,
' , 1'.
La notizia curiosa e, a differenza di commentatori anche recenti12,
gi nel 1824 essa attir l'attenzione di Herrn. Sam. Reimarus, che ne dette il
seguente commento :
Lattar non durantibus Latinis in Albano Monte feriis, sed biduo post Mas :
neque a praefecto, qui egressis in montent consultons relictus Romae, ad moderandam urbem, erat, sed a Consulibus reversis in urbem conficiebaturl.
A sostegno dell'intuizione del Reimarus a proposito dell'ubicazione ur
bana
del Lattar, va detto che Cassio Dione quando parla delle ferie latine
che si svolgono sul monte Albano usa sempre il vocabolo , a volte
con l'aggettivo 14. Solo ed esclusivamente nel passo in esame lo sto
rico ha sentito il bisogno di distinguere nettamente le (cio le ferie
latine) dai . Se questi avessero costituito l'atto solenne e conclusi
vo
delle ferie, egli avrebbe parlato, come in tutti gli altri casi, semplicement
e
di . La notizia ha strettissime analogie con quella di Cicerone : il
Lattar viene celebrato dopo (Cicerone) durante (Cassio Dione) le Latinae,
ma una cerimonia distinta ed autonoma, separata nei luoghi e nelle fo
rme dalla grande del monte Albano. Se vero, quindi, che il La10 Per la valenza negativa della fuoriuscita involontaria di sangue cf. infra n. 29.
Sul problema dell'esistenza meno di un tempio sul Monte Albano cf. C. Cecamore,
Nuovi spunti sul santuario di Iuppiter Latiaris attraverso la documentazione d'archi
vio,
in A. Pasqualini (a cura di), Alba Longa. Mito storia archeologia. Atti dell'Incontro
di studio, Roma-Albano Laziale 27-29 gennaio 1994, Roma, 1996, p. 56-57.
11 XLVII, 40, 6.
12 II passo non viene preso in considerazione, ad esempio, da B. Manuwald, Cassius Dio und Augustus. Philologische Untersuchungen zu den Bchern 45-56 des dionischen Geschichtswerkes , Wiesbaden, 1979, p. 211, che pure si occupa dei prodigi r
iportati
da Cassio Dione in quell'anno.
13 Dionis Cassii Cocceiani Historiae Romanae quae supersunt. Annotationes , Lips
ia, 1824, V, p. 532 n. 199.
14 Cass. Dio XXXIX, 30, 4 (56 a.C); XLI, 14, 4 (49 a.C); XLIII, 48, 4 (45 a.C);
XLIV, 4, 3-4 (44 a.C); XLVI, 33, 4 (43 a.C); XLVII, 40, 4 (42 a.C); XLIX, 16, 2 (36
a.C); XLIX, 42, 1 (34 a.C); LUI, 33, 3 (23 a.C); LIV, 6, 6 (21 a.C); LIV, 17, 2 (18
a.C); LV, 2, 5 (9 a.C); LX, 5, 8 (41 d.C).
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15 Sul praefectus Urbi feriarum Latinarum cf. E. Sachers, Praefectus Urbi, in RE,
XXII-2, Stoccarda, 1954, col. 2511-2513; sui rapporti tra il Praef. Urbi fer. Lat. e il
Praef. Urbi cf. G. Vitucci, Ricerche sulla praefectura Urbi in et imperiale, Roma,
1956; per l'uso di in Cassio Dione cf. G. Vrind, De Cassii Dionis vocabulis
quae ad ius publicum pertinent, L'Aia, 1923, p. 102 e gli indici di W. Nawijn all'ed
izione di U. P. Boissevain, Berlino, 1931, V, p. 642.
16 Werner, op. cit. a . 1 p. 38 s.
17 Cic. de rep. I, 14; Hr. ep. I, 7, 73-76; Tac. ann. IV, 36; sulle indutiae cf. P. Ca
talano,
Linee del sistema sovranazionale romano, I, Torino, 1965, p. 140 s. n. 15.
18 Fest. p. 474-476 L. : Saeptimontio, ut ait Antistius Labeo, hisce montibus fe
riae : Palano, cui sacrificium quod fit, Palatuar dicitura.
19 Paul. Fest. p. 477 L. : Sacrificium, quod fiebat Romae in monte Palatio, Pala
tuar dicebatur.
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cruenta del sacrificio, poich, com' noto, la cultura etnisca non fu aliena
dal praticare l'uccisione rituale di prigionieri di guerra35.
Rimane da precisare il livello cronologico dell'operazione, e, in parti
colare, a quale fase dei rapporti tra Roma e Lazio va assegnata l'istituzione
del Latiar. La soluzione di tali quesiti appare lontana, se non impossibile,
data la scarsit della documentazione36. Basti per ora aver cercato di dimos
trare la bipolarit spaziale delle ferie latine, che si propone come segno
tangibile e spettacolare di una reciprocit, spesso conflittuale nei fatti, ma
composta ed effettuale nel rito, tra due entit politiche : Roma e il nomen
Latinum37.
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