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Il neo laureato, successivamente al superamento dellesame di stato, una volta ottenuta labilitazione alla
professione e liscrizione allOrdine, si trova alle prese con linquadramento fiscale e previdenziale da
assumere nei primi anni di svolgimento dellattivit professionale. Nello specifico pu scegliere di svolgerla:
-
Il lavoratore dipendente
Il lavoro dipendente regolato principalmente dalla Costituzione, dal Codice Civile, da leggi speciali (tra cui
lo Statuto del Lavoratore) e dai contratti collettivi stipulati trai i sindacati dei lavoratori e dalle associazioni
dei datori di lavoro (impiego pubblico, studi professionali, ecc.). La disciplina giuridica di questi contratti
quindi molto complessa. Se si vuole uninformazione corretta sui propri diritti e doveri, sia prima di firmare
la lettera dassunzione, sia durante il rapporto di lavoro, necessario rivolgersi o a un sindacato di categoria
o ad un consulente del lavoro. Il contratto collettivo, a cui si far riferimento, disciplina gli orari di lavoro, le
qualifiche e i livelli, la retribuzione, le ferie, la regolamentazione delle assenze, del preavviso, i
comportamenti che sono ritenuti causa di licenziamento, ed altro ancora.
La differenza tra lavoratore dipendente e libero professionista sostanzialmente riconducibile al fatto che da
dipendente si subordinati ad un datore di lavoro; lart. 2094 C.C. definisce il lavoratore subordinato come
colui che si obbliga, in cambio della retribuzione, a prestare la propri opera manuale (operaio) o intellettuale
(impiegato, quadro dirigente) alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro, il quale, nellambito
del contratto collettivo nazionale di riferimento, stabilisce compenso, orari e modalit di svolgimento
dellincarico. Dal canto suo il lavoratore dipendente deve svolgere la propria mansione con la diligenza del
buon padre di famiglia cio quella ordinaria e media; vale a dire tutti gli ordini che non siano insensati o
contra legem vanno eseguiti, non si possono svolgere, anche dopo il lavoro, attivit in concorrenza con il
proprio datore di lavoro, ecc.
Per approcciarsi al mondo del lavoro utile ricordare che non esiste pi la disciplina del Collocamento, che
era stata istituita dopo la seconda guerra mondiale per dar modo a tutti di accedere al mondo del lavoro senza
subire da parte delle imprese discriminazioni di ordine razziale, sessuale o politico. Liscrizione allUfficio
di Collocamento era necessaria e in un certo senso sufficiente, per poter essere assunti, in quanto solo
liscrizione al Collocamento permetteva al disoccupato di maturare punti, scalare le graduatorie ed essere
chiamati. In seguito al D.Lgs 469/97 (pacchetto Treu) i vecchi Uffici di Collocamento sono stati sostituiti
dai Centri per lImpiego. Il Centro per l'Impiego una struttura pubblica di gestione dei candidati e delle
imprese, rivolta a coloro che sono alla ricerca di lavoro e alle imprese che necessitano di personale
qualificato: mettendo a disposizione informazioni e servizi di orientamento ed indirizzamento, permettono
alla domanda di lavoro di incontrare l'offerta, ed offrono assistenza e supporto per l'espletamento delle
pratiche burocratiche ed amministrative. Sono quindi anche uno strumento utile di pre-selezione per le
imprese, che possono cos avere candidati motivati e qualificati per la loro ricerca di personale da impiegare.
Restano tuttavia alcuni punti fermi:
1 il lavoratore deve sempre essere iscritto al Centro dellImpiego, ma pu farlo anche solo al momento
dellassunzione;
2 almeno in linea teorica, il datore di lavoro pu assumere chi vuole senza per fare discriminazioni in base
al sesso, alla razza, alle opinioni politiche e religiose.
Accanto ai Centri per lImpiego il D.Lgs 469/97 convertito in Legge 196/1997 ha introdotto altre forme di
intermediazione privata nelle assunzioni : le agenzie di lavoro interinale.
Diritti del lavoratore dipendente. Le principali garanzie di cui gode il lavoratore dipendente sono la
retribuzione, alla fine del rapporto di lavoro il Trattamento di Fine Rapporto, il riposo settimanale, le ferie
retribuite, la copertura previdenziale ed assistenziale, la tutela contro la disoccupazione con lindennit di
disoccupazione, di mobilit, di cassa integrazione. Molte misure tutelano la donna lavoratrice (divieti di
licenziamento, assenza prima e dopo il parto, ecc.). Anche la stabilit del posto di lavoro difesa dalla
legge, in quanto il lavoratore pu sempre dare le dimissioni con preavviso (e in caso di giusta causa anche
senza), mentre il datore di lavoro pu licenziare solo per giusta causa (per gravissimi inadempimenti da parte
del lavoratore dei propri obblighi contrattuali) o per giustificato motivo (crisi dellazienda e
sovradimensionamento).
Il collaboratore di studio
Il collaboratore coordinato e continuativo:
Il collaboratore coordinato e continuativo (c.d. co-co-co) anche detto lavoratore parasubordinato, perch
rappresenta una categoria intermedia tra il lavoro autonomo ed il lavoro dipendente. Esso infatti mantiene,
diversamente dal lavoratore dipendente e in funzione del risultato, un minimo di autonomia nella gestione
dei tempi di lavoro e modalit di svolgimento della prestazione, nel rispetto del coordinamento con
lorganizzazione del committente.
A seguito dellentrata in vigore del D.Lgs 276/03, c.d. riforma Biagi, non pi possibile, salvo alcune
eccezioni, istaurare rapporti di collaborazione coordinata e continuativa se non sono riconducibili ad un
progetto, programma di lavoro o fase di esso. Tra le eccezioni, la norma prevede tra gli altri, anche coloro
che esercitano professioni intellettuali per le quali necessaria liscrizione a specifici albi professionali, tra
cui appunto gli architetti e gli ingegneri. E pur vero, che essendo il contratto di lavoro a progetto una forma
particolare di co.co.co., non possa negarsi la formulazione di un contratto a progetto con un Architetto o
Ingegnere iscritto allalbo.
Per quanto riguarda laspetto contributivo, il versamento dei contributi dei collaboratori di studio, siano essi
coordinati e continuativi, o forzatamente considerati collaboratori a progetto, va fatta alla Gestione
Separata dellInps di cui alla L. 335/1995 di riforma del sistema pensionistico (nota come Legge Dini).
La contribuzione posta per 2/3 a carico del committente e per 1/3 a carico del lavoratore.
Aliquote. Per lanno 2011 la L.247/2007 aveva previsto un innalzamento di 0,09 punti dellaliquota
contributiva rispetto al 2010. Ma la L. 220/2010 (legge di stabilit 2011) ha abrogato tale disposizione.
Pertanto le aliquote in vigore nel 2011 sono le stesse del 2010, ovvero sono previste nella misura del 26,72%
per coloro che non hanno unaltra forma previdenziale obbligatoria e del 17% per i parasubordinati che sono
iscritti anche ad unaltra gestione obbligatoria.
Massimale. previsto un massimale, ovvero un versamento massimo commisurato ad un reddito di 93.622
( 92.147 per il 2010), ma non un minimale, nel senso che va pagato sul compenso effettivamente percepito.
Esiste per un minimale in questo senso: chi versa contributi di importo inferiore a 3.888 in un anno
(calcolati su di un reddito di circa 14.552 euro 14.333 euro nel 2010), non si vedr accreditato un anno di
contributi bens solamente la quota proporzionale.
I collaboratori hanno inoltre diritto allindennit di degenza ospedaliera e allindennit di malattia (pur
rispettando determinati requisiti di reddito e di durata dellassenza dal lavoro). Le lavoratrici madri hanno
inoltre diritto alle indennit di maternit, e diversamente dalle colleghe libere professioniste iscritte alla
cassa di categoria, hanno lobbligo di astenersi dallattivit lavorativa al pari di una lavoratrice dipendente.
Dal punto di vista del trattamento fiscale, il co.co.co considerato un lavoratore dipendente, quindi il
sostituto di imposta, ovvero il suo committente, si comporta come un vero e proprio datore di lavoro, in
particolare provvede a:
-
Iscrivere i collaboratori nel Libro Unico (che ha sostituito i libri paga e matricola);
Considerare le detrazioni spettanti per il lavoro dipendente e quelle per carichi di famiglia;
Rilasciare un prospetto paga del tutto simile alle buste paga, anche se in forma libera contenente gli
oneri fiscali e contributivi;
Rilasciare il Modello Cud contenente il riepilogo delle somme corrisposte nellanno precedente
iscritto allOrdine, come ad esempio la presentazione di una DIA, piuttosto che lincarico di CTU ricevuto
dal Tribunale, non soggiace al limite dei 5.000 n a quello dei 30 giorni lavorativi.
La distinzione importante perch mentre da un punto di vista fiscale entrambi i compensi sono assoggettati
alla ritenuta dacconto del 20%, da un punto di vista previdenziale invece lInps, riconducendo la
collaborazione occasionale al contratto dopera cos definito dallart. 2222 del Codice Civile, richiede il
versamento dei contributi alla Gestione Inps lavoratori Autonomi nella misura in cui tale compenso eccede la
franchigia di 5.000, ancorch da uno o pi committenti diversi.
NB: Stabilire se unattivit professionale abituale, oppure non lo , una questione piuttosto complessa, e
non codificata dal legislatore. La logica e il buon senso ci inducono a definire unattivit abituale come
unattivit caratterizzata dalla ripetitivit, regolarit, stabilit e sistematicit di comportamenti. Di contro,
unattivit occasionale unattivit caratterizzata dalla contingenza, dalleventualit e dalla secondariet. Per
esempio pu essere semplice definire occasionale la prestazione di un architetto che saltuariamente riceve
lincarico di CTU dal Tribunale; pi difficile sostenere loccasionalit della prestazione di un architetto che
si occupa della progettazione e direzione lavori di un intero centro commerciale.
In ogni caso, una volta stabilita labitualit della prestazione di lavoro autonomo, il professionista deve
aprire la partita IVA. Infatti, larticolo 5 del D.P.R. 633/1972 (Testo Unico IVA) stabilisce che per esercizio
di arti e professioni si intende lesercizio per professione abituale, ancorch non esclusiva, di qualsiasi
attivit di lavoro autonomo. Quindi requisito essenziale perch la prestazione di un professionista ricada nel
regime IVA labitualit dellesercizio dellattivit, mentre non rilevante il requisito dellesclusivit.
Spesso lapertura della partita IVA per un neo-professionista sembra una scelta forzata e soprattutto la meno
vantaggiosa, ma grazie ai pi recenti regimi contabili introdotti dal Fisco proprio per venire incontro ai
professionisti che si affacciano al mondo del lavoro, avremo modo di dimostrare che sia dal punto di vista
fiscale che previdenziale non sempre cos.
INIZIO ATTIVITA
Obblighi di comunicazione
Aprire la partita IVA significa diventare soggetto economico.
Gli adempimenti da mettere in atto sono i seguenti:
1
chiedere lattribuzione del numero di partita IVA, che rappresenta il codice fiscale dellattivit
libero-professionale;
iscriversi alla cassa previdenziale di categoria, Inarcassa, se non si ha unaltra forma di contribuzione
obbligatoria (ovvero non si gi dipendenti, in questo caso obbligatorio assoggettare il reddito
professionale allInps Gestione Separata con il riconoscimento di un aliquota pi bassa, per il 2011
il 17% e versare ad Inarcassa il contributo integrativo pari al 4% regolarmente addebitato in fattura)
Per lattribuzione della partita IVA occorre rivolgersi ad un qualsiasi Ufficio della Agenzia delle Entrate
compilando il modello di inizio attivit; le persone fisiche devono utilizzare il modello AA9/10. Il modello
deve essere presentato entro 30 giorni dallinizio dellattivit e va presentato:
-
in duplice esemplare direttamente allo sportello (o anche mediante persona delegata, in questo caso
servono le fotocopie di entrambi i documenti di identit, del delegante e del delegato);
in unico esemplare a mezzo servizio postale mediante raccomandata, allegando fotocopia della
propria carta didentit; la dichiarazione risulta presentata alla data della spedizione;
per via telematica direttamente dal contribuente (in questo caso necessario prima farsi rilasciare le
chiavi di accesso) o mediante intermediario incaricato della trasmissione telematica; la dichiarazione
risulta presentata alla data in cui si conclusa la ricezione da parte dellAgenzia delle Entrate
mediante apposita ricevuta.
La compilazione del modello di inizio attivit piuttosto semplice. Il modello e le istruzioni sono scaricabili
dal sito dellAgenzia delle Entrate www.agenziaentrate.gov.it In questo modello vanno indicati i dati
anagrafici, il codice ATECO dellattivit esercitata, lindirizzo del luogo dove si intende esercitare la propria
attivit professionale, che pu coincidere con la propria residenza anagrafica, il luogo dove si intendono
conservare le scritture contabili, lindicazione di eventuali sedi secondarie, ecc.
Il codice attivit per gli studi di architettura il 71.11.00.
Il codice attivit per gli studi di ingegneria il 71.12.10.
Un dato sul quale risulta importante fare delle precisazioni quello relativo al volume daffari. Questo
campo infatti va compilato solo se non si intende aderire ad uno dei due regimi contabili previsti
rispettivamente dallart. 13 della L. 388/2000 e dallart.1 comma 96 e seguenti della L. 244/2007 di cui
parleremo pi avanti. In questo caso limporto del Volume dAffari serve per comunicare allAgenzia delle
Entrate la propria intenzione di optare per la liquidazione (ed il versamento) trimestrale dellIVA consentita
in base allart. 33 del DPR 633/1972 (Testo Unico dellIVA) per i professionisti con un volume daffari
inferiore a 309.874,14 (i vecchi 600 milioni di lire). Tale limite, che per ora sempre andato di pari passo
con quello che determina lobbligo di tenuta della contabilit ordinaria per le imprese, non stato interessato
dal recente provvedimento dellAgenzia delle Entrate, che lha invece innalzato a 400.000 euro. Si pu
ragionevolmente ipotizzare che il limite verr innalzato.
Lo stesso modello di comunicazione AA9/10 va presentato entro 30 giorni da un evento modificativo
(variazione della residenza anagrafica, variazione del luogo di esercizio dellattivit, ecc.)
Scelta del regime contabile
Il professionista determina lIVA con il regime normale e rientra sempre nel regime di contabilit
semplificata (salvo regimi forfetario e super semplificato, peraltro entrambi abrogati). La contabilit
ordinaria facoltativa e solo su opzione, da esercitare nella dichiarazione annuale IVA o in quella di inizio
attivit.
Il professionista in contabilit semplificata deve tenere il registro fatture emesse, il registro IVA acquisti e
il Registro degli incassi e dei pagamenti.
Sul registro delle fatture emesse vanno registrate le fatture emesse entro 15 giorni dalla data di emissione,
nellordine della loro numerazione; le fatture devono essere comprese nella liquidazione IVA del mese di
emissione, anche se registrate successivamente. Le fatture vanno emesse entro il giorno delleffettuazione
delle prestazioni o al pi tardi il giorno dellincasso.
Sul registro IVA acquisti vanno annotate le spese sostenute anteriormente alla liquidazione periodica o alla
dichiarazione annuale nella quale esercitato il diritto alla detrazione.
Dal 25.10.2001 stato soppresso lobbligo di bollatura dei registri IVA, fermo restando lobbligo di
numerazione progressiva delle pagine, con lindicazione su ogni pagina dellanno di riferimento.
Il professionista oltre ai registri IVA deve tenere dei registri anche per le imposte sui redditi; pi
precisamente il registro degli incassi e pagamenti per i professionisti in contabilit semplificata, e il registro
cronologico e il registro dei beni ammortizzabili per quelli in contabilit ordinaria.
Sul registro incassi e pagamenti devono essere annotati entro 60 giorni cronologicamente gli introiti e le
spese derivanti dallesercizio della professione anche se non documentati da fattura. Entro il termine stabilito
per la presentazione della dichiarazione deve essere annotato il valore dei beni per i quali si richiede la
deduzione di quote di ammortamento. Questa annotazione sostituisce lobbligo di tenuta del registro dei beni
ammortizzabili.
Lassoggettamento al regime ordinario (in contabilit semplificata od ordinaria per opzione) prevede:
-
Una breve considerazione circa la convenienza allopzione della contabilit ordinaria: dal periodo di imposta
2005, in seguito al Decreto Bersani D.L. 223/2006, non vi alcuna convenienza ad optare per la contabilit
ordinaria, in quanto tutti i professionisti, anche quelli in contabilit ordinaria per opzione, sono passibili di
accertamento da studi di settore anche se la non congruit si verifica solo un anno (e non due periodi su tre
anche non consecutivi come avveniva prima)
Regime ante 01/01/2012:
In alternativa al naturale regime della contabilit semplificata, per il neo-professionista che intende aprire
la partita IVA esistono due regimi contabili, che hanno sostituito il forfetario e il super semplificato (ormai
aboliti rispettivamente dal 2007 e dal 2008):
1) il regime delle nuove iniziative produttive
2) il regime dei minimi (cosiddetto regime dei contribuenti minimi/marginali)
Il regime delle nuove iniziative produttive (allart. 13 della L. 388/2000)
Lopzione per tale regime concessa per le persone fisiche che:
-
negli ultimi tre anni non abbiano esercitato attivit artistica, professionale o dimpresa anche in
forma associata o familiare;
la cui nuova attivit non costituisca mera prosecuzione di una precedentemente svolta in qualit di
lavoratore dipendente o autonomo, anche sotto forma di collaborazione coordinata continuativa;
Ecco uno stralcio della circolare n. 8/E del 26.01.2001 dellAgenzia delle Entrate:
La condizione tale per cui la nuova attivit non costituisca mera prosecuzione di una precedentemente
svolta in qualit di lavoratore dipendente o autonomo, anche sotto forma di collaborazione coordinata
continuativa ha carattere antielusivo ed finalizzata ad evitare gli abusi dei contribuenti, i quali, al solo fine
di godere delle agevolazioni tributarie previste dal nuovo regime, potrebbero di fatto continuare ad
esercitare lattivit in precedenza svolta, modificando solamente la veste giuridica in impresa o lavoro
autonomo.
Pi che aver riguardo, quindi, al tipo di attivit esercitata in precedenza occorre porre laccento sul
concetto di mera prosecuzione della stessa attivit.
da ritenersi certamente mera prosecuzione dellattivit in precedenza esercitata quellattivit che presenta
il carattere della novit unicamente sotto laspetto formale ma che viene svolta in sostanziale continuit,
utilizzando, ad esempio, gli stessi beni dellattivit precedente, nello stesso luogo e nei confronti degli stessi
clienti.
Lindagine diretta ad accertare la novit dellattivit intrapresa, infine, va operata caso per caso con
riguardo al contesto generale in cui la nuova attivit viene esercitata.
Non sembra quindi ostativa allapertura di una attivit professionale con tale regime la condizione di essere
anche lavoratore dipendente. Non chiaro per se tale attivit debba avere in assoluto carattere di novit
rispetto allattivit che si continua a svolgere come lavoratore dipendente.
Le agevolazioni concesse ai titolari di partita IVA che abbiano scelto di avvalersi di tale regime agevolato
per i primi tre anni di attivit sono:
-
il pagamento di unimposta sostitutiva del 10%, in luogo delle aliquote progressive IRPEF e delle
addizionali comunale e regionale, sul reddito conseguito, da determinarsi con metodi ordinari
(detrazione dei costi dai ricavi); limposta sostitutiva va versata in unica soluzione entro il termine
ordinario, 16 giugno (senza acconti);
lesonero dalla tenuta delle scritture contabili, nonch dalla liquidazione mensile o trimestrale e dal
versamento periodico dellIVA; la liquidazione IVA annuale, da effettuarsi con metodi ordinari,
prevede il versamento del saldo da effettuarsi entro il 16 marzo dellanno successivo;
lobbligo della conservazione dei documenti emessi e ricevuti e dellemissione della fattura;
il cui ammontare dei compensi dellattivit non superi 30.000; i soggetti che iniziano lattivit
possono prevedere di non superare questo limite, optando nel modello AA9/10 per la scelta di questo
regime, senza indicare alcun importo nel campo Volume Daffari;
che nel triennio solare precedente non abbiano effettuato acquisti, anche mediante appalto, locazione
o leasing, di beni strumentali superiori ad 15.000, considerando al 50% il valore dei beni
strumentali utilizzati in forma promiscua (autovetture, cellulari, ecc.); per le locazioni e i leasing
vanno considerati i canoni maturati nel triennio;
che non abbiano sostenuto spese per lavoro dipendente o per collaboratori (borsisti o tirocinanti,
collaboratori a progetto o coordinati e continuativi) anche se familiari.
Le agevolazioni concesse ai titolari di partita IVA che abbiano scelto di avvalersi del regime dei minimi
sono:
-
il pagamento di unimposta sostitutiva del 20%, in luogo delle aliquote progressive IRPEF, delle
addizionali comunale e regionale e dellIRAP, sul reddito conseguito, da determinarsi con metodi
ordinari (detrazione dei costi dai ricavi); limposta sostitutiva va versata in unica soluzione entro il
termine ordinario, 16 giugno (senza acconti);
lesonero da tutti gli adempimenti IVA, liquidazione versamento registrazione; lemissione delle
fatture prevista senza laddebito dellIVA a titolo di rivalsa e di conseguenza non possibile
portare in detrazione liva afferente gli acquisti;
lapplicazione della marca da bollo da 1,81 per le fatture di importo superiore a 77,47.
in base alle disposizioni normative un contribuente non pu uscire dal regime dei minimi per entrare
in quello delle nuove iniziative produttive, ma pu fare il contrario, anche se non trascorso il
triennio;
il regime dei minimi un regime naturale, cio viene adottato automaticamente presentandosi i
requisiti di ammissione. E possibile non adottare tale regime facendo opzione per il regime
ordinario/semplificato, opzione che per ha valenza triennale.
Decorso il triennio dallopzione, al passaggio dal regime ordinario/semplificato a quello dei minimi,
scattano gli obblighi di rettifica della detrazione dellIVA effettuata su beni o servizi acquistati negli
anni dimposta precedenti in base ai criteri stabiliti dallart. 19-bis2 del DPR 633/1972. Quindi per i
beni ammortizzabili va versata lIVA per un importo pari a tanti quinti quanti ne mancano al
raggiungimento dei cinque anni. (Es. acquisto nel 2008, entrata nel regime dei minimi nel 2011,
obbligo di versamento di 2/5 dellIVA sullacquisto del bene strumentale).
Entrambi i regimi determinano il reddito imponibile in modo analitico, vale a dire sottraendo i costi
ai ricavi, con unimportante differenza: nei regime dei minimi consentita la deduzione dei
contributi previdenziali, mentre non consentita nel regime delle nuove iniziative produttive;
Nellipotesi che il contribuente abbia solo il reddito professionale, gli oneri normalmente deducibili e
detraibili dal reddito non possono essere considerati; quindi vanno senzaltro perse le detrazioni per
oneri e per carichi di famiglia, piuttosto che le deduzioni dal reddito degli oneri deducibili (fatta
eccezione per i contributi previdenziali nel caso del regime dei minimi); tornano in gioco nel
momento in cui il contribuente ha altri redditi
Nella determinazione del reddito imponibile del contribuente minimo, il principio di cassa talmente
esasperato che tutte le spese, anche quelle per i beni strumentali, sono deducibili dal reddito per
limporto sostenuto, abbattuto del 50% per i beni cosiddetti promiscui. Non esiste quindi in questo
regime il concetto di competenza economica;
Il caso in cui lattivit costituisca mera prosecuzione di una precedentemente svolta in qualit di
lavoratore dipendente o autonomo, anche sotto forma di collaborazione coordinata continuativa, se
rappresenta una causa ostativa per la scelta del regime delle nuove iniziative produttive, non lo per
la scelta del regime dei minimi.
Negli ultimi tre anni non abbiano esercitato attivit artistica, professionale o dimpresa anche in
forma associata o familiare;
Lattivit da esercitare non costituisca mera prosecuzione di una precedentemente svolta in qualit di
lavoratore dipendente o autonomo, anche sotto forma di collaborazione coordinata continuativa,
escluso il caso in cui lattivit precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai
fini dellesercizio di arti o professioni
Agevolazioni
Le agevolazioni corrispondono a quelle previste per i contribuenti minimi che sinteticamente ricordiamo:
esonero dagli obblighi di liquidazione e versamento dellimposta e da tutti gli altri obblighi previsti dal
DPR 633/1972
esenzione dallIRAP
principio di cassa esasperato secondo le regole di cui al comma 104 dellarticolo 1 della Finanziaria
2008;
pagamento di un imposta sostitutiva dei redditi e delle addizionali regionali e comunali pari al 5%.
La ratio della norma tale per cui i soggetti che dal 2008 hanno intrapreso una attivit professionale
aderendo al regime dei minimi ora possono accedere al nuovo regime semplificato per nuove imprese solo se
rispettano gli ulteriori requisiti di novit dellattivit professionale, che erano tipici dellex regime delle
nuove iniziative produttive. Rimangono ancora dubbi sul fatto che un contribuente che abbia iniziato
lattivit nel 2008 con il regime delle nuove iniziative produttive e nel 2011, decorsi i tre anni sia entrato nel
regime ordinario, almeno nel 2012 possa rientrare in questo regime. Si aspettano comunque chiarimenti da
parte dellAgenzia delle Entrate con una circolare, si spera, di prossima emanazione.
Chi ha i requisiti di cui ai commi da 96 a 99 art. 1 legge 244/2007 ma manca degli altri requisiti introdotti
dalla manovra correttiva pu allora aderire al regime degli ex minimi, la cui durata illimitata salvo il
superamento di uno o pi limiti, che prevede lesonero dalla tenuta delle scritture contabili, il non
assoggettamento allIRAP, il versamento IVA in dichiarazione, la determinazione del reddito secondo i
criteri di cassa del regime ordinario dei professionisti e lassoggettamento del reddito alle aliquote Irpef
ordinarie.
Va da s che, in mancanza di una circolare esplicativa da parte dellAgenzia delle Entrate, la possibilit di un
contribuente professionista di entrare in un regime piuttosto che in un altro deve essere analizzata alla luce
dei chiarimenti fatti in esecuzione dei due regimi abrogati.
Rimangono inoltre da sciogliere ancora molti dubbi di carattere operativo quali ad esempio
lassoggettamento a ritenuta dacconto, la deducibilit degli oneri previdenziali, la possibilit di entrare nel
nuovo regime dei contribuenti da parte degli ex nuove iniziative produttive.
Budget finanziario
Il neo professionista che si affaccia al mondo del lavoro, escludendo lipotesi di assunzione come lavoratore
dipendente, oltre a considerazioni e scelte di ordine fiscale e contributivo, deve fare anche considerazioni di
carattere economico-finanziario. Ovvero deve prevedere tutta una serie di costi, che nello specifico possono
essere:
-
fissi, quali per esempio la quota associativa annuale per liscrizione allordine, piuttosto che i
contributi previdenziali minimi soggettivi integrativi e di maternit, la dotazione minima
patrimoniale iniziale (costituita da un pc, da un cellulare, da un programma di software,
dallattrezzatura tecnica); i costi di aggiornamento
variabili, ovvero quelli legati in un modo o nellaltro alla quantit di reddito prodotto o alle
prestazioni effettuati, quali per esempio i contributi previdenziali eccedenti il minimale, i costi per
lacquisizione di materiale di consumo per cancelleria e il funzionamento dello studio in generale, le
imposte dirette
senza partita IVA la gestione previdenziale quella dellInps; laliquota fissata per il 2011 del
26,72%, e ricordiamolo, grava per 1/3 sul collaboratore e per 2/3 sul committente; con lapertura
della partita IVA invece i contributi previdenziali vanno pagati ad Inarcassa, la prima aliquota del
contributo soggettivo (corrispondente ad un reddito fino a 85.400) fissata per il 2011 del 12,5%;
i contributi previdenziali (ad eccezione del contributo integrativo) sono considerati oneri deducibili
in tutte le situazioni, tranne nel caso dei contribuenti in regime di nuove iniziative produttive, per
espressa previsione normativa (anche se opportuno citare una sentenza della Corte di Cassazione
n.2781 del 26/02/2001 che ha affermato linerenza dei contributi nellattivit di lavoro autonomo;
tuttavia lAmministrazione Finanziaria non ha ancora recepito tale sentenza e continua ad affermarne
lindeducibilit).
Fino al 31/12/2011
Co.Co.Co
Compenso
Prestatore
occasionale
25.000
Partita
IVA Partita
regime 388
minimi
25.000
Costi inerenti
IVA Partita
IVA
regime
ordinario
25.000
25.000
25.000
2.000
2.000
2.000
2.875
2.875
Oneri
deducibili
2.227
1.781
Imponibile
Irpef
22.773
23.219
23.000
20.125
20.125
23.000
23.000
25.000
20.000
23.000
23.000
23.000
Imponibile Irap
Imp.
previdenza
Irpef/add.
5.693
5.805
2.300
4.025
5.089
546
546
2.227
1.781
2.875
2.875
2.875
17.080
17.414
19.279
18.100
16.490
68,32%
69,66%
77,12%
72,40%
65,96%
Irap
Contributi
Netto
Percentuale
Dal 01/01/2012
Co.Co.Co
Compenso
Prestatore
occasionale
25.000
Partita
IVA Partita
IVA Partita
IVA
nuove imprese
ex minimi
regime
ordinario
25.000
Costi inerenti
25.000
25.000
25.000
2.000
2.000
2.000
Oneri
deducibili
2.227
1.781
2.875
2.875
Imponibile
Irpef
22.773
23.219
23.000
20.125
20.125
23.000
Imp.
previdenza
25.000
20.000
23.000
23.000
23.000
Irpef/add.
5.693
5.805
1.150
5.089
5.089
546
2.227
1.781
2.875
2.875
2.875
17.080
17.414
20.975
17.036
16.490
68,32%
69,66%
83,90%
68,14%
65,96%
Imponibile Irap
Irap
Contributi
Netto
Percentuale
Come si pu facilmente constatare, evidente il vantaggio del nuovo regime introdotto dalla manovra
destate rispetto ai due regimi abrogati e a quello ordinario, mentre da un punto di vista strettamente fiscale
non lo pi il regime degli ex-minimi. I vantaggi di questo ultimo regime sono legati esclusivamente alla
non assoggettabilit allIrap e allesonero dalla tenuta delle scritture contabili; resta da chiarire se, come i
minimi del vecchio regime, questi contribuenti sono assoggettabili alla disciplina degli studi di settore.
Anche per questo si aspetta un chiarimento da parte dellAmministrazione Finanziaria.
% detrazione
Note
Alimenti e bevande
0%
0%-100%
Dall01/01/1998
detraibile
lIVA
sullacquisto o su leasing degli immobili
utilizzati per lattivit di lavoro autonomo.
100%
Tornando invece al discorso dei soggetti nuove imprese, a tali soggetti, non applicando lIVA sulle fatture
emesse, preclusa ogni possibilit di detrazione dellIVA sugli acquisti; tale IVA diventa per costo
deducibile.
Variazione dellaliquota dal 20% al 21%.
Il giorno 17/09/2011, allindomani della pubblicazione sulla G.U. del provvedimento della L. 148/2011 di
conversione del D.L. 138/2011 cosiddetta Manovra di Ferragosto, entrato in vigore lincremento
dellaliquota IVA dal 20% al 21%.
Circa la decorrenza della nuova aliquota si ricorda che rileva il momento in cui loperazione posta in essere
si considera effettuata ai fini IVA; per le prestazioni di servizio loperazione si considera effettuata ai fini
IVA allatto del pagamento. Pertanto lincremento dellIVA dal 20 al 21% si applica a tutte le prestazioni di
servizi pagate dal 17 settembre in poi, a nulla rilevando lavvenuta esecuzione, in tutto o in parte, della
prestazione.
Le fatture pro-forma (o note provvisorie, o bozze fattura) emesse con IVA al 20% e non ancora pagate entro
il 16 settembre diventano quindi irrilevanti e dovranno essere eventualmente ri-emesse per essere adeguate
alla nuova percentuale del 21% e per consentire ai clienti di pagare il corretto importo aumentato della nuova
percentuale.
Inerenza e deducibilit dei costi
La determinazione del reddito di professionisti ed artisti avviene in modo analitico. Il reddito costituito
dalla differenza tra i compensi percepiti (esclusi IVA e contributo integrativo a carico del committente) e i
costi sostenuti, purch tali costi siano inerenti.
Linerenza del costo una condizione necessaria per la deducibilit del costo stesso; il suo riscontro deve
mirare a verificare la sussistenza del rapporto tra causa ed effetto, ovvero il collegamento funzionale fra il
suo sostenimento e loggetto della prestazione effettuata.
Si tratta di condizione necessaria ma non sufficiente, in quanto il legislatore ha posto dei vincoli oggettivi
alla deducibilit di alcune spese, nel caso in cui ha presunto che alcune di esse possano ritenersi promiscue
od estranee allesercizio della professione.
Di seguito elenchiamo in una tabella i costi che possono interessare la professione di architetto e che
presentano una limitazione alla loro deducibilit:
Descrizione dellacquisto
% deducibilit
Note
Spese
di
ammodernamento,
ristrutturazione e manutenzione degli
immobili
50%
Autovetture e autoveicoli
40%
80%
Spese di rappresentanza
100%
Convegni,
congressi,
aggiornamento
corsi
di 50%
50%
ai costi sostenuti per lacquisizione di beni strumentali, che concorrono invece alla formazione del
reddito mediante limputazione delle quote di ammortamento, sulla base di coefficienti stabiliti dal
Ministero delle Finanze, se il loro costo superiore a 516,46; in questo caso prevista la
deducibilit nellesercizio di sostenimento della spesa;
ai costi sostenuti per lacquisizione di beni strumentali in leasing, e comunque a condizione che la
durata del contratto non sia inferiore alla met del periodo di ammortamento ordinario stabilito sulla
base dei medesimi coefficienti di cui sopra;
Per il regime delle nuove imprese, il criterio di cassa per la determinazione del reddito TOTALE; nel
senso che tutti i costi sono deducibili nellanno in cui sono sostenuti, compresi quindi anche quelli per
lacquisizione dei beni strumentali.
Applicazione della ritenuta dacconto
Ritenute subite
Il compenso percepito dal professionista soggetto a ritenuta dacconto, a meno che il committente non sia
un soggetto privato.
Nel caso di professionista con Partita IVA la ritenuta dacconto va applicata anche alle somme
ricevute dal committente a titolo di rimborso spese forfetarie (indennit chilometriche, diarie, ecc),
perch tali rimborsi sono equiparati sempre ai compensi. Mentre non va applicata alle anticipazioni fatte
in nome e per conto del cliente (spese documentate), salvo il caso di spese di vitto e alloggio documentate e
fuori del territorio comunale.
La ritenuta dacconto non va applicata nel caso di professionisti che rientrano nel regime delle nuove
iniziative produttive in vigore fino al 31/12/2011. Dubbio rimane sulla assoggettabilit a ritenuta dei
compensi corrisposti ai professionisti che rientrano nel regime delle nuove imprese
Ritenute applicate
Anche il professionista che paga compensi di lavoro autonomo obbligato ad effettuare la ritenuta di
acconto del 20% sullimporto corrisposto.
Ricordiamo che nel caso di compenso ad un collaboratore coordinato e continuativo, il trattamento del
collaboratore va equiparato dal punto di vista fiscale e previdenziale ad un dipendente subordinato. Diventa
quindi datore di lavoro a tutti gli effetti e deve quindi sottostare a tutti gli aspetti della stringente normativa
riguardante il lavoro subordinato (tenuta del Libro Unico, aggravio della normativa sulla sicurezza nei posti
di lavoro, ecc.). In questo caso il consiglio quello di rivolgersi ad un Consulente del Lavoro.
Irap
Il professionista soggetto IVA, in linea di principio, soggetto allIrap, limposta sul reddito delle attivit
produttive. Laliquota per il 2011 del 3,9%. La base imponibile rappresentata dal reddito di lavoro
autonomo calcolato ai fini Irpef, al quale vanno apportate delle variazioni in aumento dovute
allindeducibilit degli oneri finanziari, compresi gli interessi impliciti nei canoni di leasing, e delle spese per
lavoratori subordinati, parasubordinati ed occasionali.
Negli anni per c stata una importante evoluzione della posizione dei lavoratori autonomi rispetto alla
assoggettabilit o allesclusione dallIRAP.
Nel 2001 con al Sentenza n. 156 della Corte Costituzionale, viene ipotizzata la sussistenza di lavoratori
autonomi non soggetti al tributo in quanto privi di autonoma organizzazione di beni e persone.
Con una serie di sentenze nel 2007 la Corte di Cassazione ha affermato il principio secondo cui i
professionisti che svolgono la propria attivit senza dipendenti e con beni strumentali non eccedenti la
dotazione minima non devono assolvere il tributo regionale. E seguita una serie di sentenze di merito che
hanno identificato sempre meglio questi concetti.
Nel 2008, quando per effetto dellart.1 commi da 96/117 della Legge 244/2007 lAmministrazione
Finanziaria ha esplicitamente escluso dallIrap i soggetti minimi, in una successiva circolare ministeriale ha
in pratica considerato non soggetti Irap i professionisti che hanno i requisiti per accedere al regime dei
minimi, anche se non hanno, di fatto, optato per tale regime.
In conclusione, a parte i soggetti minimi, tutti gli altri contribuenti che, ritenendosi esclusi dallIrap per
mancanza di autonoma organizzazione non la assolvono, sono sempre passibili di accertamento e quindi
possono essere chiamati a dimostrare lassenza di organizzazione. Una recente sentenza della Corte di
Cassazione n. 6536 del 17/03/2010 ha fissato i criteri per stabilire quando esista lautonoma organizzazione
con la conseguente applicazione dellimposta regionale. In particolare viene precisato che esiste autonoma
organizzazione, quando:
1) il contribuente sia sotto qualsiasi forma responsabile dellorganizzazione e non sia invece
inserito in strutture riferibili ad altrui responsabilit ed interesse;
2) impieghi beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per lesercizio dellattivit oppure
si avvalga, anche in modo occasionale, di lavoro altrui
Nonostante queste linee guida si naviga sempre pi nellincertezza alimentata giorno per giorno dalle
oscillazioni degli stessi giudici di legittimit: con la sentenza n. 23370 depositata il 18/11/2010 paga lIRAP
il professionista che sostiene ingenti spese per lammodernamento e la ristrutturazione dello studio, con la
sentenza n. 23761 depositata il 23/11/2010 paga lIrap il professionista che pur non avendo dipendenti eroga
elevati compensi a terzi (nella fattispecie circa 72.000), con la sentenza n. 23155 depositata il 16/11/2010
non paga lIrap il professionista pur avendo uno studio di ampia metratura, con la sentenza n. 24953
depositata il 09/12/2010 non paga lIrap il medico di base che pur essendo dotato di attrezzature di medicina
generale svolge lattivit in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
In ultimo, con la sentenza n. 19688, depositata il 27/09/2011, la Cassazione, anche se da una prima e
superficiale lettura sembra delineare un cambio di rotta della giurisprudenza di legittimit in quanto ha
accolto il ricorso dellAgenzia delle Entrate avverso la sentenza di secondo grado con la quale tre
professionisti sono stati giudicati esclusi da Irap in quanto la loro attivit era svolta con un assetto
organizzativo di rilievo minimale, in realt ribadisce il concetto che ai fini dellassoggettamento ad Irap
del contribuente necessaria la presenza di una struttura che costituisca un di pi rispetto agli
elementi minimi richiesti per lesercizio dellattivit professionale. Inoltre ribadisce che il requisito
dellautonoma organizzazione deve essere accertato dal giudice di merito ed insindacabile in sede di
legittimit se congruamente motivato. Inoltre, non comunque possibile evincere lesatta entit dei fattori
produttivi utilizzati (definita semplicemente di rilievo minimale).
CRITICITA FISCALI
Il professionista, proprio in quanto soggetto economico, pu essere oggetto di una tipologia di accertamento,
definito induttivo, vale a dire mediante una ricostruzione extra-contabile del reddito e del volume daffari,
basata su elementi e notizie raccolti dagli Uffici stessi; due sono gli accertamenti di tipo induttivo che
possono interessare il professionista:
-
Studi di settore:
Gli studi di settore rappresentano uno strumento accertativo costruito sulla base di una complessa struttura
informativa che consente di determinare i ricavi o compensi potenziali degli esercenti impresa, arte o
professione, considerando le effettive condizioni di operativit degli stessi e tenendo conto non solo di
variabili di natura contabile, ma anche di variabili strutturali interne ed esterne, nonch di informazioni
qualitative in grado di influenzare il risultato reddituale.
Gli studi di settore, attraverso lanalisi delle suddette variabili, verificano la congruit dei ricavi dichiarati e
la coerenza del valore effettivamente riscontrato per i principali indicatori economici (produttivit per
addetto, rotazione del magazzino, ecc.) rispetto ai valori minimi e massimi tipici del settore di attivit del
contribuente. Per lelaborazione di tali ricavi minimi, lamministrazione finanziaria si avvale
dellapplicazione informativa chiamata GE.RI.CO.
Le variabili possono essere contabili ed extra-contabili. Quelle contabili, pur se con pesi diversi, in linea di
massima coincidono principalmente con le voci di costo utili per la determinazione del reddito; in aggiunta
troviamo anche il valore complessivo dei beni strumentali utilizzati nellesercizio della professione. Le
variabili extracontabili invece sono rappresentate da alcune informazioni, non solo di carattere numerico, che
variano a seconda dellattivit esercitata e quindi dello studio di settore utilizzato; a puro titolo
esemplificativo, tra i dati extracontabili dello studio di settore degli studi di architettura o ingegneria, si
annoverano: il numero degli incarichi ricevuti, la natura degli stessi, lindividuazione della tipologia di
committenti, il numero delle ore settimanali e delle settimane lavorate, ecc, il costo del software, ecc.
Vi sono poi alcune condizioni oggettive e soggettive di non applicazione degli studi. Tra le pi significative
ricordiamo:
-
il periodo dimposta iniziale, a meno che lattivit non corrisponda ad una riapertura entro 6 mesi
dalla cessazione, o sia la mera prosecuzione dellattivit di un altro soggetto;
il contribuente in regime dei minimi fino al periodo dimposta 2011, il contribuente nel regime delle
nuove imprese dal 2012;
N.B.: lAgenzia delle Entrate, con la Circolare del 23 giugno 2010 n. 38, ha precisato che per un contribuente
che pur avendo i requisiti per essere considerato minimo ha optato per il regime ordinario, ipotizzabile che
la sussistenza dei requisiti per lapplicazione del regime dei minimi possa configurare situazioni di
marginalit economica idonea a giustificare, in sede di contraddittorio, leventuale risultato di non congruit
rispetto agli studi di settore. In sostanza il contribuente pu segnalare tale circostanza nel campo note
aggiuntive di GE.RI.CO, consentendo allAmministrazione Finanziaria di venirne a conoscenza in anticipo
rispetto alla fase di contraddittorio (magari evitandolo).
Il contribuente a cui non si applicano le suddette condizioni di esclusione e che in seguito alla elaborazione
dello studio di settore si trova nella condizione di non dichiarare ricavi superiore a quelli minimi, pu
decidere di adeguarsi a tale risultato oppure scegliere di non farlo. E bene ricordare per che con la
Finanziaria 2007, laccertamento da studi di settore stato generalizzato a tutti i contribuenti che esercitano
unattivit per cui lo specifico studio di settore stato elaborato, prescindendo dal regime di contabilit
adottato. Vale a dire che gli Uffici fiscali possono procedere ad accertamento in base alle determinazioni
degli studi di settore in caso di non congruit anche per una sola annualit.
Alcune considerazioni importanti:
-
se un contribuente risulta congruo e coerente agli studi di settore, pu comunque essere oggetto di
controllo da parte dellAmministrazione Finanziaria, qualora i dati degli studi risultino in qualche
modo anomali; per i professionisti tali anomalie possono essere lindicazione delle ore settimanali e
delle settimane annuali lavorate, oppure la mancata indicazione dei beni strumentali; tali controlli si
concretizzano in segnalazioni inviate direttamente al contribuente o allintermediario che si
occupato dellinvio della dichiarazione dei redditi. A tale proposito lAgenzia delle Entrate non ha
indicato il numero corretto da indicare, o il numero limite al di sotto del quale scatta in automatico
linvio del questionario. Tuttavia, al di l delle considerazioni in merito alla veridicit dei dati
indicati che ovviamente si d per scontato, il punto che il professionista, tenuto ad indicare
effettivamente il numero di ore settimanali e il numero di settimane che oggettivamente dedica alla
professione. In altre parole al contribuente non pu essere vietato di indicare un numero pi basso di
quello ritenuto standard (40 ore alla settimana per 48 settimane, come un lavoratore dipendente);
semmai, nel caso di una eventuale successiva verifica o instaurazione del contraddittorio (elemento
fondamentale e propedeutico allemissione dellavviso di accertamento da studi di settore) al
contribuente viene chiesto di giustificarlo. I motivi che possono indurre una professionista ad
indicare un numero inferiore rispetto ai valori cosiddetti standard possono essere riconducibili ad
una situazione personale contingente che per un certo periodo di tempo limita o impedisce del tutto
una normale attivit lavorativa (puerperio, allattamento, figli in et prescolare, grave patologia,
intervento chirurgico). Ma riteniamo che particolari situazioni peculiari alla persona ove
impediscano di fatto lo svolgimento di una normale attivit professionale dovranno essere
debitamente provate nella fase del contraddittorio. Qualora lAmministrazione Finanziaria,
disattendendo le motivazioni fatte valere dal contribuente in contraddittorio, ritenga che i risultati di
GE.RI.CO risultino aderenti alla specifica posizione del contribuente e quindi proceda ad emettere il
conseguente avviso di accertamento, sar il Giudice Tributario che valuter se le argomentazioni
prodotte dal contribuente provano la concreta ricorrenza di circostanze peculiari, esterne od interne,
influenti negativamente sul regolare svolgimento di qualsivoglia attivit professionale (Sentenza
della Cassazione n. 22555 del 05/11/2010).
in linea teorica lapplicazione degli studi di settore in sede di accertamento deve basarsi su criteri di
ragionevolezza al fine di evitare la penalizzazione di quei contribuenti per i quali laccertamento
presuntivo non sarebbe idoneo ad evidenziare le effettive condizioni di esercizio dellattivit. Al
riguardo, se il professionista non intende adeguarsi ai risultati di GE.RI.CO, in sede di accertamento
pu istaurare un contraddittorio ed evidenziare tutti gli elementi idonei a giustificare il mancato
adeguamento dei compensi a quelli minimi;
La norma prevede che nei confronti dei contribuenti che risultino congrui e coerenti rispetto alle
risultanze degli studi di settore (anche per adeguamento in dichiarazione) laccertamento di tipo
presuntivo possa essere effettuato solo al verificarsi della condizione tale per cui lammontare delle
attivit accertate, entro un massimo di 50.000 euro, sia pari o inferiore al 40% dei ricavi o compensi
dichiarati; con il DL 138/2011 (cosiddetta Manovra di Ferragosto) stata introdotta unulteriore
condizione per poter beneficiare dellesclusione dagli accertamenti presuntivi, ovvero il contribuente
deve risultare congruo e coerente (anche per adeguamento in dichiarazione) anche nel periodo
dimposta precedente a quello oggetto di controllo. Naturalmente lesimente continua a valere solo
laddove non siano irrogabili sanzioni per omessa o infedele comunicazione dei dati rilevanti ai fini
degli studi di settore, nonch nel caso di indicazione di cause di esclusione o di inapplicabilit degli
stessi non sussistenti.
-
Con la sentenza n. 26635 26636 26637 e 26638 del 2009 la Corte di Cassazione aveva declassato
gli studi di settore a rango di presunzioni semplici; tale considerazione aveva importanti
ripercussioni sulla ripartizione dellonere della prova in caso di accertamento da studi in quanto per
le presunzioni semplici soltanto il giudice tributario che pu stabilire se gli elementi portati in
giudizio dallAmministrazione Finanziaria abbiano o meno i requisiti di gravit, precisione e
concordanza richiesti. Lonere della prova spettava quindi allAmministrazione Finanziaria, che dal
canto suo, in sostanza, doveva rilevare nellavviso di accertamento le ragioni per le quali, nonostante
lavvenuto contraddittorio, continuasse a ritenere che i risultati di GE.RI.CO fossero aderenti alla
specifica posizione del contribuente. Inoltre altri importanti principi erano stati stabili nelle suddette
sentenze, ovvero che lo scostamento tra i valori dichiarati e quelli presunti non deve essere
qualsiasi, ma testimoniare una grave incongruenza, che non possibile far conseguire
allincongruenza tra ricavi presunti e dichiarati un automatismo dellaccertamento e che necessario
correggere i risultati degli studi considerando la concreta realt economica del contribuente in sede
di contraddittorio preventivo. Tutti questi principi, se pure sono stati pi volte ribaditi dai giudici di
legittimit, non sono sempre seguiti dai giudici di merito. Infatti in tali sentenze (la pi recente
quella della Commissione Tributaria di Bergamo (!) n. 189/8/11 del 26/09/2011) si afferma che i
risultati degli studi di settore costituiscono una presunzione qualificata, dotata dei requisiti di
gravit, precisione e concordanza, che consente allAmministrazione finanziaria di procedere ad
accertamento senza effettuare alcuna ulteriore indagine o raffronto con la situazione effettiva del
contribuente, incombendo su questultimo lonere di fornire adeguata prova contraria. Sono state
inoltre respinte le doglianze espresse dai contribuenti accertati circa la violazione dellobbligo di
motivazione e neppure stato considerato il fatto che lentit dello scostamento non era grave. Tali
sentenze sorprendono perch costituiscono un passo indietro rispetto allelaborazione fatta dalla
Cassazione, peraltro parzialmente recepita dalla prassi dellAgenzia delle Entrate con la circolare
n.5/2008. Inoltre creano incertezza sulla materia e soprattutto creano non poche difficolt ai
contribuenti, i quali si trovano costretti a impugnare la sentenza facendosi carico delle spese legali
e processuali e del versamento parziale delle imposte accertate.
SDS e professioniste
Gravidanza
I contribuenti che operano in una situazione di non normalit hanno da sempre avuto un trattamento
particolare negli studi di settore.
Le situazioni di non normalit possono rappresentare o circostanze attenuanti nella fase del contraddittorio
nellaccertamento da studi di settore, ovvero cause di esclusione. Tuttavia, ad oggi, come abbiamo pocanzi
ribadito, per il professionista lunica causa di esclusione per situazione di non normalit codificata
espressamente dallAgenzia delle Entrate si verifica quando lattivit sospesa per provvedimenti
disciplinari.
Riguardo invece alla situazione di non normalit in relazione alla gravidanza della professionista,
inizialmente lAgenzia delle Entrate, con la circolare n. 29 del 18/06/2009, a proposito di un salone di
bellezza, aveva affermato che lassenza della titolare per maternit o per congedi parentali potrebbe
determinare una riduzione dellattivit oppure un maggior costo dovuto allassunzione di nuova forza lavoro.
Pertanto, si invitano gli Uffici a considerare con particolare attenzione situazioni di non congruit e/o di non
coerenza determinate da questa specifica condizione.
Il problema della gravidanza aveva generato una accesa discussione sia a livello sociale che parlamentare,
generando alcune importanti richieste rivolte allAmministrazione Finanziaria:
-
Al termine del convengo del 14/11/2009 dedicato proprio al tema degli studi di settore e maternit
lOrdine degli avvocati di Milano aveva chiesto che fosse recepito, tra le situazioni che danno luogo
a uno straordinario svolgimento dellattivit professionale, anche il caso delle libere professioniste
madri di figli con et da 0 a 3 anni;
Il Comitato nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili l08/02/2010 ha richiesto
allAgenzia delle Entrata la non applicazione degli accertamenti basati sugli studi di settore alle
professioniste per lanno della maternit e per quello successivo, in quanto si tratta di un periodo di
non normale attivit
Queste richieste sono state accolte dallAgenzia delle Entrate con molto prudenza attraverso la Circolare n.
34 del 18/06/2010 che citiamo testualmente : al riguardo, si premette che la normativa vigente non prevede
lesclusione dallapplicazione degli studi di settore per le lavoratrici in gravidanza o puerperio e in generale
per i contribuenti con figli minori che necessitano delle cure e dellassistenza. Tuttavia, nella circolare 29/E
del 18/06/2009, nella sezione relativa ai due citati studi UG33U e UG34U, stata richiamata lattenzione
degli uffici sul considerare con particolare attenzione situazioni di non congruit e/o di non coerenza
determinate da questa specifica condizione.
Ultimo importante passo in avanti stato compiuto dalla Giurisprudenza, con la sentenza della Commissione
Tributaria del Lazio n. 221.22.2010 depositata il 19/10/2010 che ha stabilito che lo stato di maternit viene
visto come una circostanza idonea ad escludere le lavoratrici dalle verifiche degli studi di settore.
Quindi la CTR del Lazio, nel considerare la gravidanza come un non normale periodo di svolgimento della
attivit, ha anticipato i tempi e fatto proprio un orientamento in via di consolidamento ma non ancora
previsto dalla normativa vigente.
Tuttavia, fino a che lAgenzia delle Entrate non si pronuncer in maniera chiara e definitiva suggeriamo,
prudenzialmente, di compilare il questionario degli studi di settore allegato alla dichiarazione dei redditi,
indicando 1) come codice di esclusione residuale il codice 7, che contempla le altre ipotesi di non
normale svolgimento dellattivit nel corso del periodo dimposta e 2) nellapposito campo note aggiuntive
informazioni aggiuntive la motivazione principale che ha impedito lo svolgimento dellattivit economica
in maniera regolare ovvero che la contribuente si trova in maternit.
Indagini finanziarie
Le indagini finanziarie rappresentano per il Fisco senzaltro un sempre pi potente ed efficace strumento di
lotta allevasione fiscale.
La disciplina delle indagini finanziarie ha subito delle importanti modifiche con la L. 311/2004 (Finanziaria
2005), che ha aumentato il grado di informatizzazione dello scambio di dati concernenti le richieste, in
deroga al segreto bancario, e le correlate risposte delle Banche. Sempre per effetto della Finanziaria 2005 i
dati ed elementi acquisiti in sede di controllo bancario, possono, ricorrendone i presupposti, essere posti a
base sia per la ricostruzione di ricavi che di compensi, e quindi estendendo il legittimo utilizzo di tali dati
anche nei confronti dei lavoratori autonomi. Inoltre, con il D.L. n. 223/06 si introdotto per il professionista
lobbligo di tenuta di uno o pi conti correnti bancari o postali da utilizzare per lattivit professionale (anche
se una Circolare successiva ha specificato che il conto non sia esclusivamente dedicato alla professione).
Il potere accertativo degli Uffici si concretizza attribuendo per presunzione legale agli importi riscossi e ai
prelievi riscontrati a seguito delle indagini natura di ricavi o compensi, a meno che il professionista, per
vincere la presunzione,
-
In altre parole le risultanze delle indagini finanziarie pongono a carico del contribuente lonere di provare
che gli importi riscossi e prelevati sono stati debitamente tenuti in considerazione nella determinazione del
reddito professionale o che sono comunque irrilevanti. Se cos non , i versamenti e i prelevamenti si
trasformano automaticamente in maggiori ricavi o compensi. (principio confermato recentemente con la
sentenza della Suprema Corte n. 6969 del 25/03/2011).
Purtroppo in questo genere di indagine prima e di contraddittorio poi, gli Uffici non sempre hanno
dimostrato una giusta tolleranza, soprattutto per gli importi non particolarmente significativi. Il Fisco inoltre
sembra non tenere in debita considerazione quei prelievi fatti dal professionista per far fronte alle spese che
quotidianamente si rendono necessarie.
Lo studio associato
Lart. 5, co. 3 del D.P.R. 917/1986 (TUIR) equipara le associazioni senza personalit giuridica, costituite fra
persone fisiche per lesercizio in forma associata di arti e professioni, alle societ semplici, dove per le
obbligazioni contratte dallo studio risponde solidalmente ed illimitatamente ciascun associato.
Lo studio associato il soggetto intestatario sia delle spese sostenute che dei compensi percepiti. Tali
compensi, se corrisposti da un sostituto dimposta, sono soggetti a ritenuta dacconto. Le ritenute dacconto
subite dallo studio associato vengono attribuite a ciascun associato secondo il medesimo criterio di
distribuzione degli utili.
Dal punto di vista fiscale il reddito, determinato analiticamente sottraendo i costi ai ricavi, viene ripartito agli
associati indipendentemente dalla percezione effettiva, in forma di reddito di partecipazione. Le modalit di
ripartizione degli utili conseguiti dallo studio associato vengono stabilite nel relativo statuto. Oppure possono
essere modificate con un atto pubblico o scrittura privata autenticata da redigere fino alla data di
presentazione della dichiarazione dei redditi dello studio associato.
Non si ha studio associato quando due o pi professionisti svolgono autonomamente lattivit negli stessi
locali, ognuno con la propria clientela. Il professionista intestatario del contratto di locazione e delle varie
utenze addebiter la quota parte agli altri professionisti con fattura addebito del contributo integrativo e senza
ritenuta se la spesa in regime di IVA, con ricevuta se la spesa non in regime di IVA. LAgenzia delle
Entrate ha finalmente chiarito il 3 giugno scorso durante levento Map-Sole 24 ore che il riaddebito dei costi
ai colleghi di studio non rappresenta compenso tipico dellattivit e non va dichiarato nel quadro RE.
Ovviamente il professionista intestatario delle utenze, pu dedurre i costi solo per la parte che rimane a suo
carico, ovvero al netto degli importi ricevuti dai colleghi.
La trasformazione dello studio professionale in unassociazione professionale mediante apporto della propria
singola realt in quella associativa operazione sempre pi frequente nella prassi quotidiana. E stato
chiarito recentemente, con la Circolare n. 08/09 dellAgenzia delle Entrate, che il conferimento di questi beni
non generano plusvalenza, e quindi loperazione neutrale dal punto di vista fiscale, a queste condizioni:
-
che sia previsto nello statuto della associazione che al momento del recesso, il socio uscente non
riceva alcuna liquidazione del valore dello studio, e quindi lunica somma che in quel momento
ricever sar la quota di utili di sua competenza maturata nellesercizio di recesso.
personam dovr essere assegnato, prima di iniziare lattivit, ad uno o pi professionisti che ne assumeranno
con la sottoscrizione la personale responsabilit.
La differenza sostanziale tra la societ professionale e lo studio associato, che il secondo pu decidere di
attribuire il risultato economico agli associati a consuntivo, vale a dire anche dopo la chiusura dellesercizio
ma comunque prima della presentazione della dichiarazione dei redditi. In assenza di specifiche norme, la
dottrina ritiene che, diversamente dagli studi associati, le societ professionali si debbano iscrivere al
Registro Imprese tenuto presso la Camera di Commercio della provincia ove ha sede la societ.
Con la risoluzione n. 118/E del 28 maggio 2003 lAgenzia delle Entrate ha chiarito che il reddito delle
societ professionali non da considerarsi reddito dimpresa, bens di lavoro autonomo; pertanto si applica il
criterio di cassa e non quello di competenza; i compensi devono essere assoggettati a ritenuta dacconto ex
art. 25 del DPR 600/73.
PRIVACY
L1 gennaio del 2004 entrato in vigore il D.LGS 196/2003 denominato Codice in materia di protezione dei
dati personale. Ecco in estrema sintesi gli obblighi a carico dei professionisti:
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qualunque sia la natura del dato trattato, piuttosto che la modalit di trattamento, vige lobbligo del
professionista di informare preventivamente il soggetto trattato (non necessariamente di ottenere il
consenso scritto dellinteressato) e di adottare tutte le norme di sicurezza per salvaguardare
lintegrit degli archivi (misure di sicurezza di tipo fisico, logico ed organizzativo);
il contributo soggettivo fissato nella misura dell12,50% del reddito professionale dichiarato ai fini
Irpef fino ad un reddito di 85.400,00 e del 3% oltre tale importo, con un versamento minimo del
contributo di 1.600,00.
il contributo integrativo fissato nella misura del 4% del volume daffari dichiarato ai fini IVA, con
un versamento minimo del contributo di 365,00; la rivalsa sul cliente obbligatoria, tranne nel
caso in cui il committente sia anchesso iscritto ad Inarcassa.
Esistono delle agevolazioni per i neoiscritti aventi meno di 35 anni; per i primi 5 anni di iscrizione hanno
diritto alla riduzione ad 1/3 dei contributi minimi; mentre per quanto riguarda il conguaglio del contributo
soggettivo eccedente il minimale, laliquota ridotta alla met (5,75%)
Le modalit di versamento sono da qualche anno le stesse: versamento dei minimi mediante MAV inviato
direttamente da Inarcassa in due rate uguali al 30 giugno e al 30 settembre e versamento delleccedenza dei
minimali entro il 31 dicembre, in seguito allinvio da parte del professionista dei dati utili per i conteggi
(reddito professionale e Volume daffari) la cui scadenza prevista tramite raccomandata entro il 31 agosto,
telematicamente entro il 31 ottobre.
Solo un breve cenno ai seguenti istituti: Ricongiunzione, Riscatto e Totalizzazione (peraltro ben codificati da
Inarcassa e facilmente consultabili sul sito)
Ricongiunzione: quando un professionista ha versato in pi gestioni previdenziale i contributi previdenziali,
ricorrendone le condizioni, pu chiedere la ricongiunzione di tali contributi in un'unica gestione. E possibile
ricongiungere in Inarcassa i versamenti effettuati allInps gestione lavoratori dipendenti, ma ad oggi, risposta
del 27/05/2010, NON possibile ricongiungere i contributi versati alla gestione separata lavoratori autonomi,
ma solo totalizzarli. La ricongiunzione generalmente a pagamento.
Totalizzazione: quando un professionista ha versato in pi gestioni previdenziali i contributi previdenziali, in
alternativa alla ricongiunzione, pu chiedere la totalizzazione, al fine di ottenere ununica pensione, potendo
vantare per almeno 3 anni di contributi in tutte le gestioni totalizzate. La totalizzazione gratuita.
Riscatto: listituto del riscatto permette di incrementare il periodo di iscrizione contributivo utile a pensione;
sono previsti vari tipi di riscatto: il riscatto del corso di laurea, il riscatto del servizio militare e dei servizi ad
esso equiparati, il riscatto dei periodi di lavoro allestero. I riscatti sono sempre a pagamento: Inarcassa offre
la possibilit di simulare un calcolo indicativo dellonere di riscatto. La domanda di riscatto pu essere
esercitata solo dopo aver maturato nella gestione previdenziale di Inarcassa almeno 5 anni di anzianit
contributiva.
NB: i versamenti effettuati in seguito a domanda di ricongiunzione e riscatto, SONO ONERI DEDUCIBILI
dal reddito. Anche se non chiaro, trattandosi di versamenti obbligatori, se possano essere dedotti dal reddito
dei soggetti minimi, al pari dei contributi obbligatori.
Sanit integrativa: Inarcassa garantisce a proprie spese, a tutti gli iscritti e pensionati, una polizza base
grandi interventi chirurgici e gravi eventi morbosi. La polizza pu essere estesa annualmente a pagamento
al nucleo familiare. Oltre a questo ci sono altri due livelli di tutela a pagamento: la Garanzia che copre il
ricovero con o senza intervento e lalta diagnostica e la Garanzia facoltativa che copre le visite specialistiche,
gli accertamenti diagnostici, le prestazioni odontoiatriche, ecc. Entrambe possono essere estese al nucleo
familiare a condizione che sia estesa per prima la polizza base.
vietato il trasferimento di denaro contante (di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di
titoli al portatore) tra soggetti diversi per importi pari o superiori a 2.500,00 euro; per tali
trasferimenti necessario ricorrere a banche, istituti di moneta elettronica o a Poste Italiane S.p.A.;
gli assegni bancari e postali emessi per importi pari o superiori a 2.500,00 euro devono recare lindicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilit;
gli assegni circolari, i vaglia cambiari e postali possono essere richiesti, per iscritto, dal cliente senza
clausola di non trasferibilit se di importo inferiore a 2.500,00 euro;
il saldo dei libretti di deposito bancari o postali al portatore non pu essere pari o superiore a
2.500,00 euro; i libretti con saldo pari o superiore a 2.500,00 euro devono essere estinti ovvero il loro
saldo deve essere ridotto ad un importo inferiore a 2.500,00 euro, entro il 30.9.2011.
nel caso di conti correnti gi esistenti, entro sette giorni dalla loro prima utilizzazione in operazioni
finanziarie relative ad una commessa pubblica;
in caso di apertura di nuovi conti correnti, entro sette giorni dalla loro accensione.
Tutti i movimenti finanziari (quindi sia entrate che uscite) relativi ai lavori, ai servizi e alle forniture pubblici
(nonch alla gestione dei finanziamenti pubblici) devono essere:
professionale per un periodo da tre giorni ad un mese, qualora ricorrano, congiuntamente, le seguenti
condizioni:
siano constatate (ad esempio ad opera della Guardia di Finanza) quattro distinte violazioni dellobbligo
di emissione della parcella o della fattura relativamente alle prestazioni rese;
le violazioni siano state commesse in giorni diversi;
le violazioni siano state commesse nellarco di un quinquennio.
Se vi recidiva, la sospensione disposta per un periodo che va da 15 giorni a 6 mesi.
La norma prevede inoltre che la sospensione dallAlbo o dallOrdine professionale:
immediatamente esecutiva;
viene comunicata allOrdine professionale o al soggetto competente alla tenuta dellAlbo, affinch ne
venga data pubblicazione sul relativo sito internet.
Pertanto, dalla disciplina in esame:
sulla base del dato letterale della norma, sembrerebbero esclusi i professionisti che non sono iscritti ad un
Albo, ma ad un Ruolo, o Elenco o Registro, non tenuto da un Ordine professionale;
sono senzaltro esclusi i soggetti che svolgono lattivit di lavoro autonomo senza la necessit di una
abilitazione professionale.
Se le violazioni dellobbligo di certificazione del corrispettivo ricevuto dal cliente sono commesse da
professionisti che operano allinterno di studi associati, la sospensione dallAlbo o dallOrdine professionale
disposta nei confronti di tutti gli associati.
Lapplicabilit della norma appare problematica in relazione alle modalit con cui i verificatori (sostanzialmente, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza) possono constatare la violazione.
Infatti, nel caso della sospensione della licenza commerciale nei confronti dei commercianti al minuto dovuta al
mancato rilascio dello scontrino fiscale o della ricevuta fiscale, accade che i verificatori, materialmente, si
posizionino alluscita del locale commerciale, al fine di chiedere ai clienti lesibizione dello scontrino o della
ricevuta fiscale.
Ci, nel caso delle prestazioni professionali, presenta alcune difficolt, specie perch lobbligo di emissione
della fattura/parcella sussiste non nel momento in cui il cliente fruisce della prestazione professionale o di
una parte di essa, ma quando viene pagata la prestazione (per lintero o mediante acconti), per cui ben pu
accadere che il cliente esca dallo studio senza, legittimamente, essere in possesso di alcuna parcella/fattura.
Si evidenzia che, in assenza di indicazioni legislative contrarie, la constatazione della violazione potrebbe
derivare da segnalazioni pervenute presso la Guardia di Finanza, magari ad opera di clienti, che, insoddisfatti
della prestazione ricevuta, hanno ritenuto opportuno segnalare il mancato rilascio della parcella/fattura.
La sanzione relativa alla sospensione dallAlbo o dallOrdine professionale si applica con riferimento alle
violazioni commesse a decorrere dal 13.8.2011. Pertanto, tutte le violazioni relative allomesso rilascio della
parcella/fattura poste in essere o comunque constatate prima di detta data non possono concorrere al
conteggio delle quattro violazioni che comportano la sospensione dallAlbo o dallOrdine.
Quindi, se, ad esempio, nei confronti di un dentista vengono constatate quattro violazioni, di cui una nel
mese di luglio 2011 e 3 nei mesi di novembre e dicembre 2011, la suddetta sospensione non pu essere
applicata.
Fatti salvi gli esami di Stato, non sono ammesse limitazioni allesercizio professionale, se non in caso di
ragioni di interessi pubblico (salvo notai e farmacisti)
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La manovra prevede che laccesso alla professione deve conformarsi a criteri che garantiscano leffettivo
svolgimento dellattivit formativa. Inoltre prevede che sia corrisposto ai praticanti un equo compenso di
natura indennitaria, commisurato al suo concreto apporto. Al fine di accelerare laccesso al mondo del
lavoro, in seguito ad una specifica convenzione tra i Consigli Nazionali e il Ministero dellIstruzione sar
possibile compiere il tirocinio durante il corso di laurea (tranne per le professioni sanitarie, per cui resta
confermata la normativa vigente
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Il compenso spettante al professionista pattuito per iscritto allatto del conferimento dellincaico
professionale prendendo come riferimento le tariffe professionali, anche in deroga a queste ultime. Il
professionista tenuto, nel rispetto del principio di trasparenza a rendere noto al cliente il livello della
complessit dellincarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del
conferimento alla conclusione dellincarico.
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La normativa obbliga il professionista a stipulare idonea assicurazione per i rischi derivanti dallesercizio
dellattivit professionale. Il professionista deve rendere noti al cliente, al momento dellassunzione
dellincarico, gli estremi della polizza stipulata per la responsabilit professionale e il relativo massimale.
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Nellambito delle questioni disciplinari, la funzione inquirente dovr essere assunta da un organo a livello
territoriale diverso da quello avente funzioni amministrative.
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La pubblicit informativa con ogni mezzo sui propri titoli professionale e le caratteristiche dei servizi offerti
libera purch veritiera, non comparativa o ingannevole e denigratoria.
In data 04 ottobre 2011 c stata una riunione tra il sottosegretario alla Giustizia e tutti i presidenti
nazionali di Ordini e Collegi, ai quali sono stati dati 15 giorni di tempo per autoriformare i propri
ordinamenti adeguando leggi e decreti che li disciplinano alla riforma delle professioni contenuta nella
manovra economica. Praticamente devono fornire le rispettive proposte di riformulazione, articolo per
articolo, dei passaggi relativi a tariffe, pubblicit, tirocinio, ecc. Le proposte dovranno essere veicolate al
Ministero della Giustizia che dovr dare veste giuridica entro agosto 2012.