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Adeguamento sismico di un edificio scolastico

monopiano prefabbricato
Silvia Pisano, Libero Professionista
Davide Bellotti, EUCENTRE
Roberto Nascimbene, EUCENTRE

SOMMARIO
Nel presente lavoro viene presentata una soluzione di adeguamento sismico di un edificio
scolastico monopiano ad uso di palestra. Sono discussi gli interventi effettuati in base ai risultati
dellanalisi sismica delledificio, condotta mediante modellazione lineare della struttura.

INTRODUZIONE
La struttura in esame stata edificata negli anni 70 e progettata per carichi verticali in base alle
indicazioni progettuali dellepoca e in base alla locazione delledifico in esame. Per questo motivo
ledificio presenta uninadeguatezza nei confronti delle azioni sismiche data principalmente dalla
tipologia di connessioni tra gli elementi. Gli interventi progettati riguardano principalmente il
rinforzo delle fondazioni e dei pilastri esistenti e il ripristino dei collegamenti trave-pilastro e tegolotrave mediante connessioni metalliche.

1. DESCRIZIONE DELLEDIFICIO
Il fabbricato oggetto dintervento, edificato nel 1974, una porzione di un intero edificio adibito a
scuola primaria di primo e secondo grado; lo studio del comportamento sismico e
delladeguamento sismico riguarda unicamente la palestra, corpo pi vulnerabile, a causa
dellaltezza dei pilastri, pari a 9,4 m circa e della luce di copertura di 20,4 m. In fase di analisi, e di
conseguenza nella fase di adeguamento sismico, sono stati considerati gli elementi strutturali
adiacenti alla palestra, facenti parte dellintera struttura della scuola, poich influenzano il
comportamento sismico. La palestra confina infatti, sul lato nord (allineamento dal pilastro 36 al
pilastro 40), con il corpo spogliatoi di altezza pari a 4,02 m. La parte di copertura gravante sui
pilastri della palestra di tale corpo stata introdotto nel modello strutturale in termini di masse
puntuali in corrispondenza dei pilastri dal 36 al 40 allaltezza di 4,02 m.
In merito alledifico in oggetto importante affermare che si tratta di una struttura prefabbricata
monopiano realizzata mediante unioni a secco che non consentono di trasferire le sollecitazioni
orizzontali agli elementi verticali rendendo le strutture cos concepite sostanzialmente labili nei
confronti delle azioni sismiche.
Come si pu notare dalla Figura 1, la struttura presenta una pianta regolare di dimensioni 29,30 m
x 21,20 m ed costituita da pilastri continui a tutta altezza incastrati alla base, travi appoggiate in
testa ai pilastri o su mensole con connessioni ad attrito, non resistenti a flessione.

In alcuni nodi trave-pilastro sono presenti alcuni inserti metallici che collegano agli elementi
prefabbricati, non progettati per per azioni sismiche: tali elementi perci non sono stati considerati
nel modello strutturale.

Figura 1. Pianta edificio

La copertura, come mostrato nella Figura 2, costituita da tegoli accostati, con sezione 120 x 50
cm di Lunghezza totale 20,66 m, di cui 20,4 m di luce di libera inflessione e semplicemente
appoggiati agli estremi alla trave principale per una lunghezza pari a 13 cm. Tali elementi risultano
privi di ogni collegamento trasversale, ovvero nel piano x-y, e per questo motivo la struttura di
copertura non pu essere considerata un diaframma rigido.

Figura 2. Pianta copertura edificio

I pilastri presentano dimensioni dellordine di 50x50 cm, con la presenza di un pluviale incorporato,
nella direzione principale (direzione x) e 40x40 cm nella direzione trasversale/secondaria
(direzione y). Nella Figura 3 si pu notare la schematizzazione del telaio principale costituito da
pilastri a testa piatta sui quali appoggia la trave con sezione ad I, mentre nella Figura 4 la
schematizzazione del telaio secondario, in cui le travi secondarie risultano appoggiate a delle
mensole.

Figura 3. Sezione piano x-z

Figura 4. Sezione piano y-z

Si evidenzia leccentricit presente in entrambe le direzioni, sia in x (principale) che in y


(secondaria) tra i baricentri della trave e dei pilastri, dellordine di 515 cm. La struttura presenta
unaltezza dal pavimento fino allestradosso dei tegoli di copertura pari a 9,2 m. Il tamponamento
esterno costituito da pannelli, come si pu notare in Figura 5, considerati elementi non strutturali
con funzione di chiusura verticale, appoggiati inferiormente sul cordolo di fondazione e
superiormente vincolati nei confronti della traslazione orizzontale. Sui lati lunghi delledificio sono
presenti dei fascioni che vanno a coprire la parte terminale dei pannelli verticali.

(a)

(b)

Figura 5. Prospetti esterni: (a) Prospetto X-Z vs Esterno Giardino; (b) Prospetto Y-Z vs Esterno Giardino

Le fondazioni, come mostrato nella Figura 6, sono costituite principalmente da plinti a bicchiere
appoggiati su sottofondazioni armate, realizzate con calcestruzzo di prestazioni inferiori rispetto a
quello degli elementi in elevazione, isolati nella direzione trasversale (y) e collegati nella direzione
principale (x) con sezione come in Figura 6. Lungo i lati corti i plinti dei pilastri secondari, con unica
funzione di reggere le travi secondarie, sono collegati dalla trave portapannello.

Figura 6. Pianta fondazioni

1.1.

MATERIALI

Si riportano di seguito (Figura 7) le caratteristiche dei materiali utilizzati, ai fini della verifica
strutturale, nelle fondazioni e negli elementi strutturali non analizzati mediante indagini distruttive
che sono state desunte principalmente dal progetto esecutivo strutturale a disposizione,
precisamente dalla relazione di calcolo.

Calcestruzzo Magrone di fondazione:


Rck 20

N/mm2

Calcestruzzo Fondazioni:
Rck 25 N/mm2

fck = 16,6 N/mm2 (resistenza caratteristica cubica)

fck = 20,75N/mm2 (resistenza caratteristica cubica)

fcm = 24,6 N/mm2 (resistenza caratteristica cubica);

fcm = 28,75 N/mm2 (resistenza caratteristica cubica);

Ecm = 28821 Mpa (Modulo Elastico medio)

Ecm = 30200 MPa (Modulo Elastico medio)

CLS= 25 kN/mc (Peso Specifico)

CLS = 25 kN/mc (Peso Specifico)

c = 1,5 (Coefficiente di sicurezza)

c = 1,5 (Coefficiente di sicurezza)

(a)

(b)

Acciaio A38 per le Fondazioni:

(c)
Figura 7. Caratteristiche materiali esistenti

Per le strutture prefabbricate in elevazione, le caratteristiche dei materiali provengono dai risultati
delle prove eseguite in laboratorio in seguito alle prove in situ.
RISULTATI DELLE PROVE DI TRAZIONE E PIEGAMENTO

N.

1
2
3
4

Diametro
nominale
(mm)

18
16
16
16

Lunghezza Diametro
Sezione Tolleranza
barra
barra
(mm2)
sezione
(mm)
equipesante
(%)
(mm)

500
500
500
500

18,09
15,86
15,93
15,90

256,89
197,43
199,26
198,37

0,99
-1,79
-0,85
-1,31

Massa
per unit
di lungh.
(kg/m)

2,017
1,550
1,564
1,557

(UNI EN ISO 15630-1)


TRAZIONE
Snervamento
Rottura
fy
ft
2
(N/mm )
(N/mm2)

411
470
475
470

642
716
704
727

f t/f y

1,56
1,52
1,48
1,55

ALLUNG. Piegamento
e
A gt
Raddrizz.
(%)

10,7
13,8
12,6
11,5

SF
SF
SF
SF

Marchio
Struttura interessata
c: Barra B1
c: Barra B2
c: Barra B3
c: Barra B4

(a)

(b)
Figura 8. Risultati prove materiali: (a) acciaio pilastri; (b) calcestruzzo di travi e pilastri

Per quanto riguarda lesecuzione degli interventi di adeguamento sono stati utilizzati lacciaio B450
e calcestruzzo C25/30 per gli interventi in fondazione. Per la realizzazione dei collegamenti
metallici tra gli elementi strutturali stato utilizzato lS235JR per i piatti di collegamento e lS275
nelle unioni saldate e bulloni e viti di classe 8.8.

1.2.

FATTORE DI CONFIDENZA

In base alla documentazione disponibile, alle verifiche in sito e alle indagini sperimentali, stato
definito il fattore di confidenza FC in relazione al livello di conoscenza LC raggiunto come indicato
nella tabella C8A.1.2 delle NTC2008.

Il fattore di confidenza FC utilizzato in fase esecutiva pari a 1,35 poich il livello di conoscenza
raggiunto assimilabile a limitate verifiche in situ, ovvero livello di conoscenza LC1. Tali
conclusioni sono state desunte dalle considerazione riportate di seguito.
Come indicato nella Tabella C8A.1.3a delle NTC2008, con limitate verifiche in situ sintende che
per ogni tipo di elemento primario devono esser fatte le seguenti prove: 1 provino di cls per 300 mq
di piano delledificio e 1 campione di armatura per piano delledificio; di conseguenza, essendo la
struttura in oggetto di 600mq bisognerebbe prelevare almeno 2 campioni darmatura e 2 provini
per ogni elemento.
Durante le prove sono stati prelevati 4 campioni di armatura, in 4 elementi strutturali differenti per
non intaccare la staticit delledificio, 2 per pilastro principale (50x50cm) e 2 per pilastro
secondario (40x40cm) ed infine 4 carote di cls: 1 nel pilastro principale, 1 nel pilastro secondario, 1
nella trave principale ed 1 nella trave secondaria. Sono state anche eseguite indagini diagnostiche
ma non invasive, mediante scavo esterno, su fondazione in corrispondenza di un pilastro per
confermare la disposizione e il quantitativo dellarmatura indicata sugli elaborati.
Come materiale cartaceo sono stati utilizzati i disegni progettuali esecutivi strutturali originali di
carpenteria, con dettagli costruttivi in merito alle armature longitudinali e trasversali degli elementi,
propriet dei materiali indicati nella relazione di calcolo.
In virt di questa scelta, la norma prescrive per la struttura un metodo di analisi lineare.

2. ANALISI DEI CARICHI


In base ai contenuti delle NTC 2008 necessario definire oltre ai carichi gravitazionali statici anche
quelli dinamici che, variabili della loro intensit nel tempo sono classificati nel seguente modo:
a) Permanenti (G):azioni che agiscono durante tutta la vita nominale della costruzione, la cui
variazione di intensit nel tempo cos piccola e lenta da poterle considerare con
sufficiente approssimazione costanti nel tempo (peso proprio elementi strutt.(G1), peso
proprio elementi non strutt.(G2), ecc);
b) Variabili (Q): azioni sulla struttura o sullelemento strutturale con valori istantanei che
possono risultare sensibilmente diversi fra loro nel tempo, di breve o lunga durata;
c) Eccezionali (A): azioni che si verificano solo eccezionalmente nel corso della vita nominale
della struttura: incendi, esplosioni, urti ed impatti;
d) Sismiche (E): azioni derivanti dai terremoti.
Sono stati calcolati i pesi propri della struttura e i carichi permanenti portati costituiti da carichi non
strutturali gravanti sugli elementi. Questi sono stati desunti dalla relazione di calcolo originale anno
1974:
Copertura:
-

Cappa:
Impermeabilizzazione:
Massetto:

0,80
0,30
1,75

kN/m2
KN/m2
kN/m2

------------------Totale

2,85 KN/ m2

I carichi variabili comprendono i carichi legati alla destinazione d'uso dell'opera. Si fatto
riferimento a quanto riportato nelle NTC08 per coperture di categoria H1, cio quelle accessibili per
sola manutenzione pari a 0.5kN/m2. Sono stati poi calcolati i carichi derivanti dallazione della neve
(Qs = 1.22 kN/m2) e del vento (p = 0.668 kN/m2 per superfici sopravvento).
In base ai contenuti delle NTC 2008 necessario definire oltre ai carichi gravitazionali anche
lazione sismica secondo una determinata procedura suddivisa in tre fasi:

Individuazione della pericolosit del sito


Scelta della strategia della progettazione
Determinazione dellazione di progetto.

In seguito allindividuazione del sito, si scelta la strategia di progettazione ovvero stato


necessario ipotizzare in base allimportanza strategica dellopera in esame una vita nominale Vn e
una classe duso pari alla Classe II.
Lazione sismica stata calcolata utilizzando il programma delle NTC 2008 con i dati desunti dalla
relazione geologica. Allazione sismica di progetto a cui corrispondono i seguenti parametri.

Le combinazioni di carico per le azioni statiche e sismiche sono determinate in accordo con il
paragrafo 2.5.3 delle NTC08. In particolare la combinazione sismica definita dalla relazione
(2.5.5) valida sia per gli stati limite ultimi sia per gli stati limite di esercizio.
Oltre ai tipi di sollecitazioni gi elencati, in questa combinazione ovviamente presente lazione
sismica, indicata con la lettera E. Le azioni atmosferiche di neve e vento e quelle accidentali in
copertura sono assenti in virt del valore nullo del fattore di combinazione. Si assume inoltre valido
il principio di non contemporaneit delle azioni eccezionali.
E + G1 + G2 + P + 21 Qk1 + 22 Qk2 + . . .
dove:
G1 il peso proprio di tutti gli elementi strutturali;
G2 il peso proprio degli elementi non strutturali;
Qkj il valore caratteristico delle azioni variabili.
Gli effetti della precompressione P non sono tenuti in conto nella determinazione delle
combinazioni di carico poich si assume che non contribuiscano in maniera significativa
allincremento di rigidezza. Il suo effetto contrasta la fessurazione degli elementi in esercizio ed
tenuto in conto considerando il modulo elastico non ridotto.
Gli effetti E del sisma sono determinati considerando il contributo delle masse associate ai vari
carichi gravitazionali secondo la seguente combinazione: G1 + G2 +j2jQkj

Le modalit con cui combinare le diverse componenti dellazione sismica sono descritte al
paragrafo 7.3.5 delle NTC. Siccome la risposta della struttura valutata con unanalisi lineare, si
possono determinare gli effetti separatamente per ogni componente Ex, Ey e Ez dellazione
sismica. Gli effetti sulla struttura (sollecitazioni, deformazioni, spostamenti, etc) sono quindi
combinati per tenere conto della distribuzione spaziale dellazione sismica, applicando
lespressione seguente, cambiando opportunamente gli indici per considerare di volta in volta ogni
possibile direzione come principale:
1, 00 Ex + 0, 30 Ey+ 0, 30 Ez
Il fattore di struttura q, infine, determinato in accordo con la Circolare al punto C8.7.2.4 che
definisce i criteri per la scelta di tale fattore in strutture esistenti in calcestruzzo armato.
Considerando che la progettazione originale delledificio stata effettuata per soli carichi statici e
che dunque non possibile fare affidamento su significative riserve duttili della struttura, si scelto
per tale fattore il valore minimo consentito dalla norma pari a 1,5.

3. MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA


La struttura in esame caratterizzata dalla presenza di pannelli verticali considerati nella
modellazione come masse poich a causa dei loro vincoli non forniscono un contributo alla
rigidezza della struttura. A seguito di queste considerazioni, gli unici elementi verticali presenti
sono i pilastri.
Gli elementi orizzontali sono costituiti da travi appoggiate in sommit dei pilastri e da elementi di
copertura disposti trasversalmente a queste. Il modello tridimensionale, per rappresentare la
corretta collocazione dei singoli elementi strutturali costituito da elementi beam che
rappresentano travi e pilastri, incastrati perfettamente alla base, collegati tra di loro mediante
connessioni rigide interne, rigid-link, come spiegati in modo pi particolareggiato qui di seguito.
Ad ogni elemento strutturale sono stati assegnati i gradi di libert corrispondenti alla realt.
In Figura 9 rappresentato il modello tridimensionale utilizzato per il calcolo della struttura:

(a)

(b)

(c)

(d)

Figura 9. Modello tridimensionale della struttura: (a) vista 3d; (b) vista 3d: piano xz e yz; (c) copertura; (d) piano xz

I pilastri della struttura sono stati modellati mediante elementi beam a comportamento elastico
lineare fino al livello di appoggio delle travi longitudinali; le connessioni con gli elementi che
riproducono le travi e i tegoli sono state realizzate tramite dei rigid-link al fine di rappresentare la
reale distruzione geometrica degli elementi strutturali e tenere in conto delle eccentricit dovute
allappoggio degli elementi.

Figura 10. Modellazione collegamento trave-pilastro

Le travi longitudinali con sezione a I sono state modellate mediante elementi beam a
comportamento elastico lineare. Lungo lo sviluppo delle travi sono stati previsti dei nodi intermedi
in corrispondenza delle intersezioni con gli elementi di copertura (tegoli ad con h = 50 cm).
Anche in questo caso le connessioni degli elementi delle travi longitudinali con gli elementi
rappresentanti i tegoli e con quelli dei pilastri stata realizzata per mezzo di rigid-link. Il reale
grado di vincolo delle travi stato riprodotto tramite dei beam end releases assumendo che alle
estremit le travi longitudinali fossero incernierate sia nel piano verticale che in quello orizzontale.
Al fine di rappresentare la reale rigidezza del piano della copertura questa stata modellata
rappresentando singolarmente ogni tegolo con elementi beam. Gli elementi tegolo sono stati
connessi alle travi longitudinali tramite rigid-link in modo da rappresentare il loro disallineamento
nel piano verticale.

(a)

(b)
Figura 11. Modellazione collegamento tegolo-trave

4. ANALISI STRUTTURALE E VERIFICHE


Come indicato nell'appendice alla Circolare delle Norme Tecniche, in base al livello di conoscenza
acquisito, stata eseguita l'analisi dinamica lineare modale per determinare le azioni agenti sulla
struttura note le quali stato possibile procedere alle verifiche di sicurezza. Il moto della struttura
risulta una combinazione di tutti i modi naturali delledificio. In particolare esistono dei modi che
coinvolgono una quota di massa pi significativa di altri e che per questo ne caratterizzano il moto.
Le NTC08 al paragrafo 7.3.3 impongono di tenere in considerazione tutti i modi con massa
partecipante superiore al 5% e comunque un numero di modi sufficiente a tenere in conto una
massa partecipante totale superiore all85% in tutte le direzioni. I requisiti della norma risultano
ampiamente soddisfatti tenendo in considerazione i primi 10 modi di vibrare. Di seguito sono
riportati i periodi e le masse partecipanti dei principali modi di vibrare della struttura.

(a)

(b)

(c)

(d)

Figura 12. Modi di vibrare edifico esistente: (a) 1 modo T = 1,76s; (b) 2 modo T = 1,67s; (c) 3modo T=1,37s; (d)
4modo T = 0.65s

Le verifiche eseguite sono finalizzate a comprendere le debolezze degli elementi strutturali, al fine
di identificare le principali linee di intervento per ladeguamento sismico.
La verifica a taglio stata condotta valutando la resistenza a taglio dei pilastri in base alla
sollecitazione ottenuta direttamente dallanalisi modale con la combinazione agli SLU valutata in
modo assoluto sia in direzione x che in direzione y e in base alle resistenze dei materiali f cd e fyd
divise per il fattore di confidenza FC=1,35. In base alla suddetta formula la resistenza a taglio nei
pilastri risulta verificata in sommit e alla base ma non in mezzeria in cui non presente nessuna
armatura a taglio. Per questo motivo si provvede al rinforzo dei pilastri mediante calastrelli e
angolari per aumentare la resistenza a taglio.
La verifica degli effetti del secondo ordine stata eseguita considerando ogni pilastro in entrambe
le direzioni x e y,come una mensola incastrata alla base calcolando il coefficiente definito come
rapporto tra i momenti del secondo ordine e quelli del primo. Per tutti i pilastri il valore di
sempre minore di 0.2 perci nei casi in cui il valore compreso tra 0.1 e 0.2 sono stati amplificati i
valori dei tagli e delle azioni flettenti per il coefficiente previsto dalle norme pari a 1/(1-). La
verifica a pressoflessione allo SLV stata eseguita per ogni pilastro tenendo in considerazione
contemporaneamente entrambi i momenti sollecitanti e risulta sempre verificata anche per i pilastri
in cui sono state amplificate le sollecitazioni.
La verifica dei plinti stata svolta in base al metodo proposto da Bolognini et al. (2010),
considerando la contemporaneit dellazione nelle due direzioni ed eseguendo le verifiche, per il
setto frontale verificando larmatura orizzontale e per il setto laterale valutando la resistenza del
meccanismo tirante-puntone verificando larmatura verticale; stata verificata anche la resistenza
della soletta di fondazione. Per svolgere le seguenti verifiche sui plinti stato considerato quello
con le condizioni pi sfavorevoli e precisamente quello in corrispondenza del pilastro 37 di cui si
riporta il dominio di resistenza (Figura 13).

Figura 13. Risultati verifica plinto

Come si pu notare dal grafico in Figura 13, in base alle seguenti verifiche risultato che la
sezione del setto frontale dei plinti in direzione y non sufficiente e perci aumentata di spessore
20cm dallestradosso della fondazione con armatura specifica indicata in seguito, fissata
allesistente mediante ancoraggi chimici per resistere alle azioni sollecitanti di taglio. In merito alla
direzione x, essendo una trave continua (Figura 6), le verifiche risultano soddisfatte.
Per gli elementi strutturali verticali condotta la verifica allo SLD per valutare se lo spostamento
dei nodi di sommit non sia tale da rendere la struttura temporaneamente inagibile. Come da
indicazioni della circolare al paragrafo C8.7.2.1 si adottano i limiti di spostamento imposti per
strutture nuove. In particolare la verifica condotta separatamente per ogni direzione e viene
assunto il limite di spostamento per strutture con tamponamenti progettati in modo da non subire
danni in seguito a spostamenti di interpiano drp, per effetto della loro deformabilit intrinseca
ovvero dei collegamenti alla struttura pari all1% di drift. La verifica risulta sempre soddisfatta.

5. INTERVENTI DI ADEGUAMENTO SISMICO


In seguito alle verifiche eseguite sono stati progettati i seguenti interventi di adeguamento sismico
previsti dallattuale normativa italiana. Tali interventi non modificano lo schema statico della
struttura esistente ma incrementeranno la capacit prestazionale (aumento di resistenza degli
elementi strutturali, della duttilit o di entrambe, della rigidezza) rendendola pari ad un edificio di
nuova progettazione.
In base allo studio sismico effettuato e di conseguenza delle verifiche non soddisfatte, sono
eseguiti i seguenti interventi:

Incamiciatura con elementi metallici dei pilastri principali con sezione 50x50cm
Collegamenti tra elementi strutturali
Aumento del setto frontale dei plinti di fondazione in corrispondenza dei pilastri modificati.

Lintervento previsto in corrispondenza dei pilastri principali consiste nellinserire calastrelli e


angolari metallici per evitare che le caratteristiche deformative, anche in campo plastico, di
resistenza e di duttilit lungo il pilastro siano diverse a causa della discontinuit dell'elemento. Tale
intervento non stato eseguito solo alla base, o in mezzeria ma sullintero sviluppo del pilastro, per
evitare la creazione di cerniere plastiche, seppur dalle verifiche al taglio risultano non soddisfatte

solo quelle in mezzeria. In corrispondenza degli incastri alla base, precisamente In corrispondenza
dellinnesto del pilastro nel plinto, sono stati posati in opera gli angolari, modificati in base alla
presenza della trave portamuro, inglobati nel getto di calcestruzzo previsto per laumento di
sezione della fondazione per circa 30 cm, come mostrato in Figura 14.
L'obiettivo stato quello di incrementare la resistenza a taglio del pilastro e del confinamento del
calcestruzzo con conseguente aumento della duttilit, specialmente della sezione di base e di
mezzeria nella quale il pilastro esistente completamente privo di staffe.
Il dimensionamento dei calastrelli stato effettuato in maniera tale da garantire, nella zona di
intervento, lo stesso effetto di confinamento prescritto dalle attuali norme per la classe di duttilit B,
e dunque mediante la relazione (C8A.7.2 Circolare NTC08):

V j 0.5

2t j b
s

f yw

1
cos t

dove:
tj, b, s sono rispettivamente spessore, larghezza e interasse delle bande e fyw la resistenza di
calcolo a snervamento dellacciaio e t linclinazione delle fessure per taglio.
La verifica ampliamente soddisfatta inserendo un calastrello di dimensioni 35cmx10cm e
spessore 0,8cm con passo 60cm. Lincamiciatura dei pilastri aumenta la sezione del pilastro da
50x50cm a 60x60cm (Figura 14).

(a)

(b)

Figura 14. Incamiciatura pilastro: (a) prospetto; (b) sezione pilastro adeguato

La verifica a taglio dei pilastri stata svolta con le seguenti sollecitazioni e sono tutte positive e
ampiamente verificate, ottenute inserendo piatti in acciaio con dimensioni 350x100x10 mm ogni
60cm in tutta laltezza del pilastro, su ogni lato, saldati ad un profilo angolare e bullonati mediante
ancoranti chimici al pilastro.
In seguito ad un aumento di sezione dei pilastri le sollecitazioni aumentano e di conseguenza
importante effettuare la verifica degli effetti del secondo ordine sia in direzione y che x, in modo da
calcolare il coefficiente damplificazione per effettuare la verifica a pressoflessione deviata. Anche
in questo caso i valori di risultano sempre minori di 0.2.
La verifica degli spostamenti allo stato limite di danno risulta superflua effettuarla visto che gli
spostamenti desunti dalla nuova analisi risultano inferiori rispetto a quelli desunti dallanalisi della
struttura esistente di conseguenza la verifica si pu considerare soddisfatta.
La verifica a pressoflessione allo SLV stata eseguita per ogni pilastro principale soggetto ad
intervento tenendo in considerazione contemporaneamente entrambi i momenti sollecitanti desunti
dal nuovo modello strutturale. In base alla verifica precedente, quando necessario, la
sollecitazione flettente stata moltiplicata per il fattore damplificazione A = 1/1-.
La sezione di verifica pari a 60x60cm, ovvero il pilastro 50x50cm con 5cm in pi di calcestruzzo
con Rck maggiore dellesistente. Per eseguire lintervento stato utilizzato un calcestruzzo con
RCk>30 N/mm2.
A causa della mancanza o inadeguatezza di connessioni meccaniche tra gli elementi strutturali,
come trave-tegolo di copertura, trave-pilastro, pannelli di tamponatura-elementi di copertura o
pilastri, necessario predisporre collegamenti metallici uniti mediante bullonatura per ripristinare il
collegamento tra gli elementi strutturali. Sia le piastre che i bulloni di ogni collegamento sono stati
verificati sia a taglio che a trazione. Naturalmente oltre alle verifiche degli elementi metallici sono
state svolte le verifiche a rottura del calcestruzzo per sfilamento di un connettore, rottura per
estrazione di un cono di calcestruzzo, rottura per spacco, rottura di un cono laterale come indicato
dalle norme EOTA, in quanto nelle NTC2008 non ci sono indicazione specifiche di progettazione di
tali elementi. Le verifiche lato calcestruzzo hanno condizionato il dimensionamento delle piastre
metalliche e dei connettori nella scelta delle dimensioni definitive.
Per evitare il possibile ribaltamento e la caduta del pannello verticale o di qualsiasi elemento
verticale come i fascioni, mantenendo lo schema statico preesistente, sono state utilizzate
squadrette metalliche con sp. 10 mm e bulloni M16 classe 8.8 (Figura 15).
Il collegamento stato dimensionato per garantire il trasferimento di una forza di trazione e di
taglio fi pari al prodotto tra la massa del pannello wi/g moltiplicato per la pseudo-accelerazione
spettrale Sa(T1) corrispondente al periodo fondamentale T1 della struttura secondo la relazione:
fi =wi Sa(T1)/g

Figura 15. Collegamento Trave superiore e inferiore - pannello verticale

I collegamenti indicati nelle figure sottostanti sono realizzati mediante piatti metallici di spessore 10
mm. Quelli in direzione principale X sono dispositivi che uniscono il pilastro sottostante con la trave
ad I ed il fascione, mentre quelli in direzione secondaria uniscono il pilastro con la trave con
sezione rettangolare. In entrambi i casi, si tratta di un collegamento di tipo cerniera volto ad
eliminare lo scorrimento relativo tra le superfici di contatto. Nel primo caso, data la geometria della
trave ad I indispensabile inserire un elemento distanziatore tra la piastra e lanima della trave al
fine di evitare fenomeni di instabilit locale. La barra filettata disposta nella trave si trova ad
unaltezza che consente di non intercettare le armature di precompressione dellelemento e di
realizzare un foro passante per il collegamento con la piastra opposta. I bulloni adoperati sono di
classe 8.8 e sezione M16.

Figura 16. Collegamento trave principale-pilastro

Figura 17. Collegamento trave secondaria-pilastro

I collegamenti indicati nelle Figure sottostanti sono realizzati mediante squadrette metalliche con
sezione C di spessore 10 mm che collegano i tegoli con sezione tra loro. Per irrigidire il
comportamento della copertura sono disposti 2 o 3 dispositivi lungo la direzione longitudinale. I
bulloni adoperati sono di classe 8.8 e sezione M16 poich non stato possibile inserire barre
longitudinali a causa della presenza dei trefoli esistenti.(Figura 18).

Figura 18. Collegamento tra i tegoli

I collegamenti tra le travi ad I e i tegoli con sezione a indicati nelle figure sottostanti sono
realizzati mediante piatti metallici di spessore 10 mm che Si tratta di una connessione complessa a
causa della geometria del tegolo e delle ridotta lunghezza di appoggio su cui si pu contare.
I bulloni presenti in questi collegamenti sono di classe 8.8 e sezione M16 e sono utilizzate 2 barre
filettate M16 in corrispondenza dellanima della trave che collegheranno anche il fascione. Data la
geometria della trave ad I indispensabile inserire un elemento distanziatore tra la piastra e
lanima della trave al fine di evitare fenomeni di instabilit locale. Tale distanziatore, poich la trave
presenta diverse sezioni, deve essere modificato in base allinclinazione del profilo della trave.

Figura 19. Collegamento trave-tegolo

In base alle verifiche esposte nel capitolo precedente si proceduto con laumento della sezione
del setto frontale delle fondazioni in corrispondenza dei pilastri adeguati sismicamente. La verifica
dei plinti stata svolta come nel caso precedente con il metodo proposto da Bologni et al. (2010).
Per svolgere le seguenti verifiche sui plinti stato considerato lelemento con le condizioni pi
sfavorevoli e precisamente quello in corrispondenza del pilastro 37 con spessore del setto frontale
di 40cm (20cm esistente + 20cm di nuova costruzione) come indicato in Figura 21. Larmatura del
bicchiere considerata in questo caso la somma di quella esistente pi quella progettata per
aumentare la resistenza a taglio: la verifica risulta soddisfatta come indicato nel dominio
rappresentato in Figura 20.

Figura 20. Risultati verifica plinto rinforzato

Figura 21. Incremento setto frontale Fondazione

6. CONCLUSIONI
Il presente lavoro affronta le problematiche inerenti alla modellazione, all'analisi e alla valutazione
di strutture prefabbricate esistenti a schema isostatico, che trovano larga diffusione sul territorio
nazionale. Il lavoro ha riguardato il rilievo di un edificio esistente, lesecuzione di prove sui materiali
esistenti in termini di prelievo e il test di carote di calcestruzzo e di porzioni di barre longitudinali e
di staffe asportate dagli elementi strutturali esistenti. In base ai dati raccolti stato creato un
modello tridimensionale della struttura che tenesse in conto di tutti gli elementi strutturali e non
strutturali della struttura, che stato analizzato mediante analisi dinamica lineare con spettro di
risposta. I risultati delle analisi hanno evidenziato delle carenze strutturali dovute soprattutto alla
bassa resistenza a taglio dei pilastri e alla ridotta resistenza dei plinti di fondazioni soggetti
allazione sismica. Di conseguenza sono stati progettati degli interventi di adeguamento sismico
che hanno riguardato il ripristino delle connessioni tra gli elementi strutturali, il rinforzo a taglio
mediante calastrellature dei pilastri e il ringrosso delle sezioni dei plinti.

7. BIBLIOGRAFIA
[1.] Bolognini D., Bellotti D., Brunesi E., Proposta di un metodo di progetto di plinti a bicchiere,
Progettazione sismica, no. 2, pp.9-33, 2010
[2.] Circolare n. 617 02/02/2009 Istruzioni per lapplicazione delle Nuove norme tecniche per le
costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008.
[3.] D.M. 14/01/2008. Norme tecniche per le costruzioni.

[4.] European Organisation for Technical Approvals (EOTA), ETAG 001 Guideline for European
technical approval of metal anchors for use in concrete, Annex C: Design methods for
anchorages, Ottobre 2001
[5.] European Organisation for Technical Approvals (EOTA), TR 029 Technical report Design
of Bonded Anchors, Edition June 2007
[6.] European Organisation for Technical Approvals (EOTA), TR 45 Technical report Design of
Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Edition February 2013
[7.] Gruppo di Lavoro Agibilit Sismica dei Capannoni Industriali. Linee di indirizzo per
interventi locali e globali su edifici industriali monopiano non progettati con criteri
antisismici, 12 novembre 2012.

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