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SOMMARIO
13
I. TERRA INCOGNITA
23
II. I PIONIERI DELLA RISCOPERTA
35
III. NEL PAESE DEL GRIFONE
61

IV . I L MAGO D I CNOSSO

95
V. STILE MINOICO O MODERN STYLE?

1 13
TESTIMONIANZE E DOCUMENTI
L'isola dei miti
Ritratto di un popolo
Scritture cretesi
Artisti cretesi nel regno dei faraoni
Gli scavi della Scuola italiana
La "villa di Arianna" per Sir Arthur
La nuova valle di Cnosso
Visita al Museo di Iraklion

150
APPARATI
Cronologia
Indice delle illustrazioni
Indice dei nomi
Bibliografia

CNOSSO
E

CJ 3'i. t8 Fil t0

LA CIVILT MINOICA
Alexandre Farnoux

UNIVERSALE ELECTA/GALLIMARD
STORIA E CIVILT

13

I. TERRA INCOGNITA
"

erch Creta, nel quadro che ci


dipingono le storie generali delle

diverse fortune della razza greca e delle


differenti forme che il suo genio ha
via via assunto, compare solo come
luogo della memoria?"
Georges Perrot,
L'Ile de Crte, 1867

A secolo, le potenze
ll'inizio del XIX

occidentali hanno
dimenticato Creta.
L'attenzione che la
Repubblica di Venezia
ha dedicato a
quest'isola ormai
solo un lontano ricordo.
Fino ad allora, non
esisteva una valida
cartina dell'isola.
A fronte, veduta
di Candia nel 1 483 ;
a fianco, carta di
Buondelmonti, 1442.

14 TERRA INCOGNITA

L'isola dimenticata
Nel XIX secolo Creta quasi dimenticata
dagli europei. Pochi viaggiatori vi si sono
avventurati: il fiorentino Cristoforo
Buondelmonti nel XV secolo, il
francese Pierre Belon nel XVI secolo,
inviato in Oriente da re Francesco I
e, nel XVIII secolo, l'inglese Richard
Pococke e il francese Claude Savary.
Di fatto il mondo moderno
conosce l'isola solo attraverso
i resoconti degli autori antichi.
L'immagine che ne emerge
ambigua: Creta l'isola dove
cresciuto Zeus, ma anche quella
dove si trova il toro contro cui Eracle

TESEO E IL MINOTAURO

prima e Teseo poi, hanno combattuto ; patria


delle leggi e delle arti, ma anche dei pirati
e dei mentitori; patria della giustizia,
ma anche della forza trionfante e
della violenza. Questa ambivalenza
si riassume bene nella figura mitica
di Minosse, figlio di Zeus e di Europa:
re volubile e crudele, potente sui
mari ; re che impone agli ateniesi
di consegnare sette giovani e sette
fanciulle al terribile Minotauro
rinchiuso nel labirinto; ma anche
re saggio, legislatore che impronta
le proprie leggi a quelle di Zeus,
con il quale conversa. Infine, in
ragione del suo spirito di equit,
Minosse uno dei giudici degli Inferi.
Quanto ai cretesi, l'opinione pi diffusa
nell'Antichit tutt'altro che sfumata.
Basti pensare a quanto scrive nel IV secolo
a.C. il poeta cretese Epimenide: " Eterni
bugiardi, sudici e bestie, ventri pigri ! " .

15

in dall'Antichit,
Creta terra di
leggende. La potenza
di Minasse non ha
lasciato buoni ricordi,
e il Minotauro il
simbolo dell'ingiustizia
e della crudelt della
legge del pi forte, che
l'eroe ateniese Teseo
viene a combattere
nel labirinto.

I approdano nei porti


primi viaggiatori

o nelle baie di Creta


ma non si addentrano
molto nel paese.
Sotto a destra, baia
di Zakros; al centro,
costa della Messara;
a fronte, l'altopiano
di Lassithi.

16

TERRA INCOGNITA

Una meta poco apprezzata


Una tale reputazione spiega indubbiamente perch
Creta resti una meta poco attraente per i ricchi
europei che visitano la Grecia continentale all'inizio
dell'Ottocento. Per loro l'isola spesso un semplice
punto di riferimento sulla via che da Atene porta in
Oriente. Cos scrive il poeta De Lamartine nel Voyage
en Orient: "Ecco le vette lontane dell'isola di Creta,
che si levano alla nostra destra ; ecco l'Ida innevato, che
da qui appare come l'alta vela di un vascello sul mare".
Non mancano tuttavia i viaggiatori che a Creta
soggiornarono. il caso del botanico tedesco Sieber nel
1 8 17, dell'inglese Robert Pashley, del Trinity College
di Cambridge, nel l 834, dei francesi Georges Perrot e

Psi creduto che

er molto tempo,

il labirinto nel quale


era stato rinchiuso il
Minotauro fosse in una
cava vicino a G6rtyna
(sotto, acquerello di
Lear ) . Le tradizioni
popolari avevano
mescolato leggende
orientali e miti greci.
I contadini credevano
che all'interno di
questo labirinto si
trovasse un'iscrizione
incisa su una porta.
A colui che fosse stato
in grado di leggerla,
avrebbe svelato
immensi tesori.

L'ANTICHIT MISTERIOSA

Lon Thenon, della Scuola francese di Atene, nel l 857.


E ancora: del poeta e acquarellista inglese Edward Lear
nel l 864 e dell'ammiraglio inglese Spratt nel l 865, per
citare i pi famosi. Che cosa ricordano del loro viaggio?
L'isola non possiede rovine notevoli, a eccezione della
romana G6rtyna o della veneziana Candia (divenuta
Megalo Kastro e poi, dopo l'indipendenza, Iraklion). I
viaggiatori raccolgono monete, frammenti di statue o
di iscrizioni. Identificano alcune rovine in base ai testi
dei geografi antichi, osservano la sopravvivenza di
antiche leggende cui hanno dato corpo le credenze
popolari, come il labirinto dove era rinchiuso il
Minotauro o la tomba di Zeus sul monte Juktas.

17

e monete raccolte
dai viaggiatori
illustrano spesso
celebri leggende
cretesi: ne un
esempio questa (sotto,
incisione di Pashley),
coniata nell'antica
citt di Cnosso, che
rappresenta il
Minotauro e il
labirinto.

18

TERRA INCOGNITA

Si interessano soprattutto alle antichit classiche,


greche e romane, ma col rischio di restame delusi.
Perrot, a Cnosso nel l 857, scrive: "Non restano rovine
della citt pi antica dell'antica Creta, Cnosso, che
esercit un incontestato predominio fino alla conquista
romana. Sulle alture che dominano a sud-est la piccola
piana dove sorge Candia, il nome di un misero villaggio,
Makritiho o Muro Lungo, suggerisce all'antiquario
che un tempo vi si trovavano delle grandi costruzioni.
Oggi, per, vi si scorgono al massimo resti di
basamenti in mattoni" . Davanti a tanta desolazione,
alcuni non esitano a ricollegare a Creta reperti trovati
altrove. Spratt attribuisce a un'ipotetica scuola cretese
la Venere rinvenuta a Mil6s nel l 820, col pretesto che
Creta era, per gli antichi, la culla della scultura greca.

Sulla via dell'Oriente


In compenso, l'isola offre numerose meraviglie
naturali: grotte profonde, montagne inaccessibili,
fauna e flora originali, come platani sempreverdi
o capre selvatiche. Una caratteristica che nel 1 845
suscita l'interesse del Museo Nazionale di Storia
Naturale di Parigi, che invia in esplorazione
Victor Raulin, docente alla facolt di scienze
di Bordeaux e futuro autore di una "Descrizione
fisica dell'isola di Creta" .
Anche l'aspetto pittoresco ha u n suo interesse:
le citt dove si mescolano musulmani e cristiani
ortodossi, i costumi degli abitanti o i mestieri

L popolare appassiona
'artigianato

alcuni viaggiatori,
che ne fanno brevi
descrizioni o disegni;
il caso di questi
pescatori di spugne
nella parte orientale
dell'isola, visti da
Spratt (a fianco).

L'ISOLA CHE DISORIENTA

esotici affascinano gli stranieri. Pashley raccoglie


con cura le canzoni popolari con cui infiora il suo
racconto di viaggio. La societ cretese-ottomana
trasmette una prima sensazione di spaesamento al
viaggiatore, un saggio dell'Oriente: "Vedendo quelle
case bianche e basse, quasi senza finestre - scrive
Perrot - quei tetti piatti coperti di fogliame secco,
quelle donne musulmane, arabe o nubiane, sedute
senza velo sulla soglia di casa mentre altre, di
ritorno dalla fonte, portano sul capo un grande
orcio di argilla rossa sostenendolo con le braccia,
che si direbbero prese in prestito da una bella statua
di bronzo, ci si potrebbe credere sulla spiaggia del
Delta, nei dintorni di Damietta o di Alessandria".

19

XIX secolo,

N a Megal.o Kastro
el

(la Candia veneziana,


la Rhabdh-el-Khandak
araba, la Chandax
bizantina, nonch
l'odierna Iraklion),
sotto l'aspetto orientale
della citt si colgono
tracce delle precedenti
occupazioni: qui, la
fontana turca .di piazza
Cornaro e a,ccf!nto,
un po' arretrata, la
fontana del13enl.bo
del XIV secdlo,
realizzata con antichi
reperti di recupero.

20

TERRA INCOGNITA

Terra di contrasti
Ma questo Oriente sconcerta. I cristiani ortodossi
convertiti all'Islm non capiscono n il turco n
l'arabo, bevono vino in abbondanza, a volte hanno
persino ricevuto in segreto battesimo e nome greci.
All'inizio del secolo, un viaggiatore scrive: "Si ha
la sensazione che questo paese prometta spettacoli
molto diversi: il palazzo di Minosse e i bastioni
veneziani, il Cristianesimo e l'Islm, la questione
fenicia e la questione d'Oriente, arte, religione,
politica, storia: tutto si mescola e incita lo spirito
a confuse fantasticherie". n popolo cretese, ridotto
alla miseria e all'oppressione, suscita ben presto
la compassione degli stranieri, che fanno a gara
per denunciare le atrocit dei turchi.
n viaggio riserva spesso brutte sorprese e resta
un'avventura rischiosa per quasi tutto il secolo:
la malaria endemica in alcune regioni, le strade
sono poco sicure e maltenute. Ancora nel 1 907
occorrono undici ore e mezzo a cavallo per compiere
il tragitto da Candia a Festo. Per non parlare delle
autorit ottomane capricciose e imprevedibili, della
popolazione cretese selvaggia e spesso diffidente.
Un'isola in fermento
La mancanza di interesse dei viaggiatori occidentali
per questa regione si spiega soprattutto con
l'instabilit politica locale nel corso
dell'Ottocento. Mentre la Grecia
indipendente dal 1 830, Creta resta
ancora parte dell'Impero otton;tano,
nonostante i disordini e le
insurrezioni che si susseguono dal
1821 al 1 898, anno dell'autonomia.
La repressione sanguinosa, seguita
alla rivolta dei cretesi contro il
potere della Sublime Porta,
strappa un grido a Victor
Hugo, che nel 1 867
pubblica questo appello
sul giornale belga
"L'Orient": "Perch

LIBERT O MORTE

21

el novembre
dell866 il
monastero di Arkidi
!nella parte occidentale
dell'isola), luogo di
raduno del Comitato
rivoluzionario e rifugio
per gli abitanti della
regione, fu teatro
dell'episodio pi
sanguinoso
dell'insurrezione.
L'esercito ottomano,
forte di 15.000 uomini,
prese d'assedio il
monastero: restarono
solo 600 donne e
bambini e 300
palikares l eroi
dell'esercito cretese),
i quali opposero una
resistenza disperata.
Sotto la guida
dell'egmeno !abate)
Gabriel, e al grido di
"Viva la libert"
fecero saltare in ria
l'edificio dov'erano
trincerati piuttosto che
arrendersi. A fianco
e sotto, combattenti
cretesi e le loro armi.

Creta s i ribellata? Perch Dio n e aveva fatto il


pi bel paese del mondo, e i turchi il pi miserabile;
perch ha i prodotti ma non il commercio, le citt
ma non le strade, i villaggi ma non i sentieri, i porti
ma non gli scali, i fiumi ma non i ponti, i
bambini ma non le scuole, i diritti ma non le
leggi, il sole ma non la luce( . . . ]; perch un
padrone che biascica la barbarie nel paese
di Etearco e Minosse insostenibile ! " .

22

23

II. I PIONIERI DELLA RISCOPERTA


"

roprio come il nome di Minasse evoca,


nell'epoca pi antica, l'importanza

politica di Creta, quello di Dedalo ne


simboleggia il ruolo nella storia dell'arte.
Creta appariva (all'epoca dell'Odissea)
come il centro commerciale e intellettuale
del mondo greco, il centro delle leggende
e delle idee religiose di cui l'arte primitiva
greca espressione."
A. Milchhofer
"Le origini dell'arte in Grecia", 1883

A secolo Creta

lla fine del XIX

suscita un grande
interesse sia politico
che scientifico: le
grandi potenze seguono
con attenzione le
imprese dei palikares,
mentre gli archeologi
cercano febbrilmente
le tracce del re
Minosse.

24

I PIONIERI DELLA RISCOPERTA

Le fonti e i primi indizi


I fermenti politici non impediscono agli archeologi,
nell'ultimo trentennio dell'Ottocento, di interessarsi
all'isola. In effetti il contrasto fra i testi antichi,
che dipingono Creta come una delle culle della

L G6rtyna, una
'iscrizione di

delle pi lunghe
conservatesi fino a
oggi, venne scoperta
nel 1884 da Federico
Halbherr, della
Missione italiana.
suddivisa in dodici
colonne e seicento
righe l circa 500 metri
di testo) e contiene
il codice di leggi pi
antico d'Europa (inizio
del V secolo a.C.)
relativo ai diritti
civili e alla

civilt greca, e i primi resoconti di viaggio,


che insistono sulla povert delle rovine
visibili e sulla necessit di scavi
approfonditi, non pu che suscitare
curiosit. D'altra parte alcune scoperte
isolate fanno presumere che il passato
di quest'isola sia stato indubbiamente
pi complesso di quello del continente.
Cos, quando Spratt visita Palkastro,
nell'estremit orientale, gli abitanti del
vicino villaggio di Aganthia gli mostrano
una tomba portata alla luce poco tempo
prima del suo arrivo: "Ho visto i frammenti [di
un sarcofago] aperto di recente; aveva spesse

a grotta sul monte


Ida, considerata
nell'Antichit il luogo
di nascita di Zeus,
fu oggetto di culto
a partire dall'epoca
minoica. Esplorata
nell885, rivel al

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vasi, monete

'"LH.t;IUiu. Venne

._.""4.c-

"'
....,.....,,,.,..._,.;:__
:;;.;.

anche questo
di bronzo !sopra)
raffigurante Zeus
bambino protetto
dai cureti, i cui balli e
canti dovevano coprire
le grida del piccolo e
sottrarlo all'appetito
del padre Crono.
L'oggetto, di chiara
influenza orientale,
indusse gli archeologi
a ipotizzare che l'isola
avesse subito, nel corso
della storia, una forte
influenza fenicia.

26

I PIONIERI DELLA RISCOPERTA

pareti di terracotta grossolanamente decorata.


Altri frammenti sembrano indicare che in questa
citt i sarcofagi o le sepolture erano realizzati con
tale materiale. In uno di essi stata rinvenuta
una statuina di terracotta dall'aspetto inconsueto,
acquistata dal pope di un villaggio vicino.
Sembrerebbe di origine fenicia e parrebbe indicare
l'esistenza di una citt fenicia o di uno scalo
utilizzato dai fenici nei loro legami commerciali
tra il mondo orientale e quello occidentale " .
una delle prime volte che viene menzionato il
ritrovamento di un reperto non ellenico a Creta.
I primi colpi di piccone
Intorno al 1 880 gli archeologi che
visitano l'isola, sia a titolo personale
sia per conto di istituzioni
scientifiche, sono sempre pi
numerosi. In effetti, nella seconda
ariani (a fianco, in
met dell'Ottocento, pi di una
costume cretese)

uno
degli archeologi
potenza occidentale ha fondato
pionieri che esplorano
istituti di ricerca con sede
sistematicamente
ad Atene: nel 1 846 nasce
Creta sia a piedi che
a dorso di mulo. Nel
la Scuola francese, nel 1 882
189 5 pubblica un lungo
quella americana, nel 1 885
e dotto resoconto sulle
la volta di quella inglese e nel citt antiche da lui
localizzate grazie alle
1 898 della Missione italiana.
indicazioni dei
Come altre regioni greche, Creta contadini e degli
antichi geografi.
una terra ambita e gli europei
vogliono acquisire rapidamente
i diritti di sfruttamento dei
siti pi promettenti. Tra gli
esploratori di questo periodo
ci sono gli italiani Halbherr,
Taramelli e Mariani i i francesi
Haussoulier, Joubin e Demargnei
gli inglesi Myres ed Evans i i
tedeschi Fabricius e Schliemann.
Cretesi quali Minos Kalokairinos
o Joseph Hazzidakis non sono
da meno. Il secondo, medico
ed erudito, fonda addirittura
un'associazione culturale (Syllogos,

LA BRAMA DEGLI ARCHEOLOGI

27

PELOPONNESO

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a Candia), che all'origine del primo museo


archeologico della citt. Q uesti studiosi misurano
l'isola in tutte le direzioni, disegnano, fotografano,
annotano e raccolgono reperti. Il loro entusiasmo
contrasta con i cauti bilanci fatti dagli altri
visitatori. Cos Perrot esclama: " Ovunque, al
viaggiatore che esplora le coste dell'isola e percorre
le s ue valli, si offrono resti di porti, di cisterne
scavate in profondit nella roccia o costruite
faticosamente con un cemento indistruttibile, di
acquedotti ricavati dalla roccia viva e che corrono
sui fianchi delle montagne o le attraversano da
parte a parte per portare l'acqua dalle lontane
sorgenti alle citt. Davanti al viaggiatore si aprono
vaste cave, come quelle note col nome di 'Labirinto
di Creta', dalle quali provengono tutti i materiali
degli edifici della potente G6rtyna. Infine, in ogni
luogo si svelano allo sguardo diversi monumenti
di una ricchezza industriosa, armata di tutte le
arti che la Grecia ha conosciuto, e sovrana di un
intero popolo di schiavi" . Nella loro Storia dell'arte
( 1 894), Perrot e Chipiez dichiarano che da Creta
ci si p u attendere di tutto, e sollecitano rapide
campagne di scavo. La loro opinione molto simile

I scoperti nel XIX

primi oggetti minoici

secolo non furono


identificati in quanto
tali. I musei europei,
che acquistarono alcune
statuine di bronzo
provenienti da Creta, le
classificarono tra i pezzi
sospetti, o vi scorsero
talvolta raffigurazioni
di "geni infernali"
o di Eracle. Sotto,
la danzatrice del
museo di Berlino.

28

I PIONIERI DELLA RISCOPERTA

a quella dell'archeologo Paolo Orsi, che nel


1 890 definisce Creta "terra famosa
nell'Antichit, ma sconosciuta
per gli archeologi"
a lui contemporanei.
All'alba del

interesse, questa
smania, per un'isola
fino ad allora
trascurata?
Omero e le cento
citt di Creta
Le scoperte
di Heinrich
Schliemann a
Troia prima ( 1 870)
e a Micene poi
( 1 874) modificano
gli atteggiamenti
degli archeologi
e degli storici.
Quelle scoperte
hanno suscitato un
enorme interesse in
Europa. I tesori di Micene
sconvolgono le conoscenze
sull'antichit facendo
comparire, in periodo
preistorico, una civilt
ricca ed evoluta identificabile
con il mondo di Omero. Ma,
come dimostra brillantemente
Schliemann, se le leggende trovano
riscontro a Troia e Micene, perch
non dovrebbe accadere lo stesso anche
a Creta? Omero non diceva forse:

G dell'acropoli
li scavi

di Micene ( 1874)
ebbero in Europa
una grande
risonanza:
la scoperta

delle tombe,
all'interno della
cinta, permise di
portare alla luce
una quantit
inaspettata di
oggetti d'oro
deposti come
offerte funebri.
La scoperta
confermava
l'espressione
omerica
"Micene
ricca d'oro",
ma soprattutto
conferiva una
realt storica
agli eroi dell'Iliade
e dell'Odissea. Cos,
Heinrich Schliemann
riconobbe in questa
maschera funeraria
(a fianco) proveniente
dalla tomba V del
circolo A il ritratto
di Agamennone. Oggi
si completamente
rinunciato a
identificare il mondo
miceneo con quello
omerico. L'errore
di Schliemann fu
tuttavia fecondo,
perch apr la strada
alla preistoria egea.

DOVE SONO I MICENEI DI CRETA?

"In mezzo al livido mare c' un isola chiamata Creta,


ricca e bella, bagnata dal mare in ogni lato; e l ci
sono molte genti e novanta citt. Miste sono le
lingue. Ci sono gli achei, gli eteocretesi magnanimi,
i cdoni, i dori divisi

in tre stirpi e i gloriosi pelasgi. Fra queste [novanta]


citt vi Cnosso, una grande citt; e l Minasse fu
nove anni re, l'allegro compagno del potente Zeus"?
Gli archeologi pensano di trovare a Creta le novanta
citt di cui parla Omero nell' Odisseo (Libro XIX).
Gi nel l 857 Thenon, membro della Scuola
francese di Atene, aveva depositato
all'Acadmie des inscriptions
et belles-lettres una memoria
dal titolo "Le cento
citt di Creta",
frutto di due lunghi
soggiorni nell'isola. Le
scoperte di Schliemann
pongono inoltre la
questione dell'origine
del mondo miceneo:
i pi propongono di
cercarla in Fenicia o in
Egitto; altri immaginano
un'influenza proveniente
dall'Europa del Nord; altri
ancora - la minoranza -,
si rivolgono verso l'Egeo,
e pi precisamente
verso Creta. Da allora
l'attenzione di tutti
gli studiosi si sposta
definitivamente
sull'isola di Zeus.

29

a qualit artistica
degli oggetti
scoperti a Micene,
come questo pugnale
damaschinato (a
fianco) proveniente
dalla tomba IV

o questa placca d'oro


(sotto) rappresentante
un santuario ornato
da un paio di corna e
una coppia di uccelli,
suscit lo stupore del
mondo della cultura,
secondo il quale
l'unica espressione
dell'arte
antica era
quella .
classica.

30

I PIONIERI DELLA RISCOPERTA

A (a fianco, in un
ndr Joubin

campo dell'esercito
ottomano) esplor
Creta per conto della
Scuola francese di
Atene, alla ricerca
di un sito da scavare.
Dopo il falhmento
delle trattative
a Cnosso, and
a lavorare al museo
archeologico di
Istanbul. Fu allora
che gli furono chiuse
le porte di Creta.

Cnosso, novella Micene


Com' comprensibile, l'interesse si concentra
soprattutto su Cnosso, capitale dell'isola secondo
Omero. Ma prima di diventare un grande sito
archeologico, l'area, nella localit di KeflHa,
teatro di un'aspra battaglia diplomatica
e politica tra gli studiosi.
Nel l 878 Cnosso oggetto di un primo scavo.
Lo conduce un commerciante cretese, nonch
console di Spagna, dal nome predestinato: Minos
Kalokairinos. Minos scopre grandi vasi (pithoi)
e importanti resti architettonici. A partire dal
1 8 8 l le sue scoperte sono rese note al mondo
accademico. Ma i lavori non possono proseguire
per l'ostilit dei cretesi a intraprendere scavi finch
durer l'occupazione ottomana. Essi temono che,
in caso di disordini, l'esercito nemico possa trafugare
i reperti a Istanbul. In seguito Fotiades Pasci,
governatore di Creta, si opporr alla domanda di
autorizzazione agli scavi presentata nel l 8 8 1 dal
console Stillman a nome del governo americano
col pretesto che quest'ultimo si era compromesso
nelle rivolte scoppiate a Creta tra il l 866 e il l 868.

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Anche Heinrich Schliemann si interessa al sito,

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che visita nel l 886 con Wilhelm Dorpfeld, e poi da


solo nel l 889. In una lettera scrive: "Mi piacerebbe
terminare le mie ricerche con una grande opera:
scavare il palazzo preistorico dei re di Cnosso a
Creta" . Il tedesco approfondisce sufficientemente
la sua idea tanto che il 1 7 marzo dello stesso anno
si dichiara persuaso di poter " compiere gli scavi
in una settimana con un centinaio di uomini" .
Tuttavia, assorbito
dai suoi lavori
sul continente e
scontratosi con la
cattiva volont delle
autorit ottomane
e con l'avidit dei
proprietari dei

__

M voleva che gli

inos Kalokairinos

archeologi stranieri- si
interessassero agli
scavi di Cnosso, in
modo da evitare che
i reperti finissero a
Istanbul. Invi cos ai
musei europei alcuni
esemplari di pithoi
scoperti durante gli
scavi. Sopra, il pithos
offerto al museo
del Louvre.

F 191 4 lavorarono
ra il1 885 e il

sull'isola moltissimi
archeologi provenienti
da molti paesi europei:
da sinistra a destra,
Evans, Savignoni,
Hazzidakis, Mariani
e Halbherr.

32

I PIONIERI DELLA RISCOPERTA

terreni, Schliemann non ha il tempo


di realizzare il proprio progetto.
Dopo la sua scomparsa, nel 1 890,
l'italiano Federico Halbherr
e, in particolare, il francese
Andr Joubin e l'inglese
Arthur John Evans
tentano di ottenere la
concessione per gli
scavi. Joubin, che nel
1 8 9 1 ha compiuto due
viaggi a Creta, negozia
l'acquisto dei terreni con
l'appoggio del direttore
della Scuola francese di
Atene, Homolle, che
dichiara in una lettera
dello stesso anno:
"A mio parere Creta
un paese che nasconde
all'archeologia le rovine pi
stupefacenti, le rivelazioni
pi considerevoli ; bisogna
consolidarvi la nostra
posizione prima che
arrivino i tedeschi".
La Francia sembrava
avere buone probabilit
di aggiudicarsi il sito.
Ma a partire dal 1 894
l'inglese Evans tratta per
conto proprio all'insaputa
dei francesi, e nel 1 899
riesce ad acquistare una
parte notevole dei terreni.
Sembra che re Giorgio di
Grecia abbia appoggiato
personalmente l'archeologo
inglese. Le relazioni tra le
Scuole inglese e francese
di Atene si deteriorano.
Intanto, nel 1 89 7, scoppia
l'ultima insurrezione cretese.
Le potenze e uropee seguono da

L turca dur

'occupazione

dall669 all898.
Con l'autonomia,
scomparve tutta
l'amministrazione

CRETA, ISOLA APERTA 33

S potenze, l'arrivo
econdo le grandi

a Creta del principe


Giorgio nel dicembre
del1 898, doveva porre
fine alla questione
cretese e risolvere
- almeno in parte la questione d'Oriente.

N riusc ad

el1896 Evans

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acquistare una parte


dei terreni di Kefala.
Thttavia, iniziati gli
scavi, per entrare in
possesso di tutto il
sito dovette proseguire
a lungo i negoziati.
Non tenne per conto
dell'interesse dei
francesi per Cnosso.
Tale interesse, all'epoca
ben noto, risaliva al
187 8, epoca dei primi

6:

0@,;

_,

vicino i moti, che interessano una regione strategica


del Mediterraneo sulla rotta verso l'Oriente e
l'Africa. Si preoccupano di imporre un ordine
che sia loro favorevole. L'autonomia dell'isola
conquistata nel 1 898 sotto il controllo delle grandi
potenze, che mettono in pratica il "regime degli
ammiragli": l'isola s uddivisa tra italiani (sud),
inglesi ( centro), francesi ( est) e russi (ovest). Il figlio
del re di Grecia, il futuro Giorgio II, diventa alto
commissario con un mandato di quattro anni.
La ricongiunzione con la Grecia diventer effettiva
solo nel 1 9 1 3 . Gli scavi di Cnosso prenderanno
effettivamente il via solo nel 1 900.

Kalokairinos e un
membro della Scuola
francese di Atene,
Haussoulier.
Probabilmente
l'impegno francese
nell'archeologia
cretese venne
rallentato da due
motivi: gli avvenimenti
di Creta della
primavera del1891
e soprattutto la firma,
nello stesso anno,
della convenzione
che accordava ai
francesi l'esclusiva
delle ricerche di Delfi,
e che mobilit per
lungo tempo le loro
energie negli scavi del
santuario di Apollo.

35

III. NEL PAESE DEL GRIFONE

el volgere di pochi anni, a Creta si


moltiplicano gli scavi e le scoperte.

In questa febbrile caccia al reperto, alla


quale partecipano tutte le nazioni europee,

sir Arthur Evans conduce prima di tutto


una ricerca personale, che un'avventura
scientifica e al contempo romantica.

N Creta a opera

ella scoperta di

degli archeologi c'


un che di straordinario,
tipico dei romanzi
d'avventura di
quell'epoca: civilt
scomparse, leggende
restituite alla storia,
tesori nascosti. I
grifoni della sala del
trono la fronte) e le
statuine di maiolica
la fianco) trovate
in un deposito
sigillato facevano
sorgere dall'oblio un
mondo inaspettato.

36 NEL PAESE DEL GRIFONE

N nell'Europa

ei suoi viaggi

L'arrivo di Evans
a Creta corrisponde a
una svolta nella sua
vita. Nato nel l 8 5 1 in
una famiglia agiata e
colta, Arthur Evans segue
una carriera classica. n
padre, John Evans, azionario
di una fabbrica di pasta di
legno, un paletnologo e
numismatico rinomato,
proprietario di un'importante
collezione archeologica.
Nel l859 stato membro
della commissione
incaricata di stimare le
scoperte del paletnologo
Boucher de Perthes in
Francia. Arthur potrebbe
seguire le tracce paterne, ma
restio alla routine universitaria
e poco interessato agli affari. La sua sorellastra
ha detto di lui: "Era un romantico che aveva bisogno
di sfuggire al presente" . Arthur viaggia in Francia,
in Finlandia, in Lapponia e in Europa centrale, dove

settentrionale e
centrale, Evans
raccoglie informazioni
etnologiche,
archeologiche e
storiche, e raccoglie
anche una collezione
di fotografie
etnografiche
la fianco).
Intervista i
discendenti
di grandi
famiglie veneziane
residenti a Ragusa,
organizza scavi di
tumuli, traduce in
inglese epopee
bosniache, copia
iscrizioni e disegna,
con talento, le
antichit delle regioni
che attraversa !sotto,
uno dei suoi diari
di viaggio).

ARCHEOLOGO REPORTER

corrispondente ufficiale del "Manchester Guardian"


dal l877 al l 882. Soggiorna sei anni a Ragusa (l'attuale
Dubrovnik), esplora la Bosnia, l'Erzegovina e l'Albania,
si appassiona all'archeologia e all'etnologia di questa
parte dell'Europa. Riporta in Inghilterra oggetti trovati
nei mercati o negli scavi improvvisati, suscitando
le lamentele dei genitori, infastiditi dall'odore delle
pelli di renna e dall'ingombro dei pacchi.

37

nviato speciale
in Europa centrale,
Evans ormai
diventato un esperto
della questione delle
nazionalit. Disegna
cos per il "Balkan
Committee" una
carta su cui segna
le frontiere etniche,
religiose e politiche

MANCHETER GUARDIA
'HE REVOLT IN THE
HERZEGOVINi\.
di quella zona che tra
ill931 e ill99 1 sar
la Iugoslavia.

In nome di una nuova archeologia


Ardente liberale, Evans si schiera a fianco delle
minoranze nazionali che, liberate dal giogo ottomano,
diventano strumento delle potenze occidentali.
L'archeologo conduce inchieste sulle atrocit
compiute, pubblica resoconti che nel l 878 raccoglie
in un libro per cercare di sensibilizzare l'opinione
pubblica inglese sulla sorte riservata agli slavi.
Non esita a partecipare agli aiuti umanitari per
le popolazioni vittime dei turchi o degli austriaci.
Ai familiari non nasconde che l'archeologia una
copertura. Il 7 marzo 1 8 8 2 viene arrestato dagli
austriaci, accusato di spionaggio e condannato
a morte. Ma dopo due mesi di detenzione nelle
vecchie galere veneziane di Ragusa viene espulso.
Rientrato in Inghilterra, nel l 884 ottiene la carica
di conservatore di uno dei musei dell'universit di
Oxford, l' Ashmolean Museum. Manterr l'incarico
fino all 908. Per le collezioni del museo cerca di
imporre - contro il parere del consiglio direttivo un'archeologia indipendente dalla storia dell'arte, pi
attenta alla vita concreta degli uomini che ai begli
oggetti dell'et classica, aperta all'etnologia e alla
preistoria. Il suo discorso inaugurale una vera e
propria arringa per un'archeologia che sia una scienza
dell'umanit dalle origini fino ai tempi pi recenti.

38

NEL PAESE DEL GRIFONE

Evans si reca in Italia (Sicilia e


Sardegna), a Malta, in Grecia per
acquisire i reperti, studiare il folklore,
raccogliere informazioni di tutti i tipi.
Nel l 900, a quarantanove anni, ha gi
numerose pubblicazioni scientifiche al
suo attivo, in particolare sulle monete
greche di Sicilia e sulle antichit
dell'Illiria. Cos' dunque ad attrarlo
a Creta?

Il mistero della scrittura omerica


Evans ha seguito da vicino le scoperte
di Schliemann a Troia e a Micene, ha
visitato l'esposizione londinese a queste
dedicata nel l 878 e nel l 883 ha incontrato
l'archeologo tedesco ad Atene. Ci che sorprende i
ricercatori che una simile civilt non abbia lasciato
documenti scritti. Evans persuaso dell'esistenza di
una scrittura primitiva, che per ancora da scoprire.
Nel l 889 inizia a interessarsi alle "pietre del sole",
alcune piccole pietre incise acquisite di recente nelle
collezioni dell'Ashmolean

LE PIETRE DEL SOLE

dei neonati, e perci le chiamano "pietre di latte" .


Durante questi soggiorni, Evans nota l'abbondanza
delle vestigia preistoriche, che egli data all'epoca
micenea. Da quel momento si convince che a
Cnosso che bisogna iniziare a scavare. Pubblica le
sue ricerche in due articoli editi nel l 894 e nel l 897,
affermando l'esistenza non di una scrittura anteriore
a Omero, bens di due, una geroglifica e l'altra lineare.
La stessa scrittura fenicia deriverebbe dalla seconda.
La sua teoria lascia intravedere l'esistenza di una
civilt mediterranea,
non egizia n vicino
orientale. E rende
ancora pi urgente
scavare a Creta, in particolare a Cnosso.
Un'esplorazione in grande
Finalmente, a partire dal 23 marzo 1 900, Evans
intraprende gli scavi del sito di Cnosso. In sei anni
di lavori porter alla luce le vestigia di un immenso

G conferenze

39

razie alle

organizzate da
Heinrich Schliemann
in varie capitali
europee (sotto,
l'esposizione di Atene
dell877), i tesori di
Micene divengono ben
presto noti al pubblico
dotto. Secondo un'idea
solidamente radicata
nel XIX secolo, una
grande civilt doveva
necessariamente avere
una scrittura (grazie
alla quale entrava
nella storia), come
dimostrato dagli egizi
e dai greci. Come Jean
Franois Champollion
si era occupato dei
geroglifici, cos Evans
si assume il compito
di svelare la scrittura
omerica. Nonostante
le numerose scoperte,
non realizzer mai
questo obiettivo.

40

NEL PAESE DEL GRIFONE

palazzo di 3000 metri quadrati. Nel


frattempo procede anche all'esplorazione,
a nord-ovest, di oltre 230 metri di una
strada minoica e di un piccolo palazzo,
di una villa reale verso nord-est, di parte
del cimitero a nord e di un importante
tempio funerario, senza contare alcune
case vicine. Intanto Hogarth, direttore
della Scuola britannica di Atene, inizia
a dissotterrare a Gipsades parte
della villa minoica di Cnosso.
Un simile scavo, rapido e al tempo
stesso esteso, richiede
un'imponente
manodopera:
spalatori, zappatori,
carpentieri,
muratori, addette

L'INIZIO DEGLI SCAVI 41

al lavaggio di cocci.
Nelle quindici-venti
settimane di scavi
annuali, al cantiere
lavorano tra i cinquanta
e i trecento operai.
L'archeologo inglese
recluta sia cristiani sia
musulmani. Vuole
vederli lavorare fianco
a fianco, pensando cos
- secondo un retaggio del
giornalismo militante
degli anni passati di favorire l'intesa
tra le popolazioni. Nel 1 903
fa costruire una torre
di osservazione nell'ala
ovest del palazzo per poter
sorvegliare il cantiere, che
si ingrandisce sempre pi.

D Evans fanno parte


ella squadra di

l'architetto Theodore
Fyfe (al centro della
fotografia) e il
ceramologo Duncan
Mackenzie (a destra),
che hanno garantito il
carattere scientifico
di questa impresa di
straordinaria ampiezza
(qui sopra, scavi del
Piccolo Palazzo, 1905).
Mackenzie era
sicuramente il pi
competente in materia
di scavi, di cui Evans
aveva inizialmente
solo un'esperienza
limitata. A fronte, lo
schizzo di un affresco
realizzato da Fyfe.

42

NEL PAESE DEL GRIFONE

Collaboratori scelti e metodi moderni


Evans si circonda di collaboratori validi e fidati. Per
sovrintendere i lavori chiama Duncan Mackenzie,
un robusto scozzese che ha scavato il sito di
Phylakopi a Mil6s. Senza i suoi resoconti, che sono
un modello di precisione, Evans non avrebbe potuto
portare a buon fine la propria impresa. Per i rilievi,
le cartine e i restauri si rivolge a Theodore Fyfe,
architetto della Scuola britannica di Atene e, a
partire dal 1 905, a Christian Doll. I disegni e i
restauri degli affreschi toccano all'artista svizzero
Emile Gilliron (futuro insegnante di pittura alla
corte del re di Grecia) e al figlio Edouard. Mettere
in campo una squadra come questa vuol dire molto.
Contrariamente a quanto si dir in seguito,
gli archivi degli scavi sono ricchi ed esemplari
per l'epoca: diari degli scavi tenuti da Evans e
Mackenzie, schizzi, rilievi e molte fotografie.
Nonostante l'ampiezza dei lavori, si tratta di uno
dei primi scavi condotti con metodi scientifici:
Evans pratica la stratigrafia, conserva alcuni
pezzi come campioni, esamina il contenuto
dei vasi per determinare la natura dei prodotti
immagazzinati, fa prelevare con cautela i reperti
pi fragili, in particolare gli oggetti di avorio,
setaccia il materiale di sterro proveniente dalle
zone nevralgiche. La maggior parte dei reperti
vengono trasportati a Candia, altri lasciati sul
posto. Ma in seguito a un incidente (alcuni soldati
della guarnigione inglese di Candia trafugano gli

I Fund !sostenuto da

l Cretan Exploration

privati) finanzia tutti


gli scavi inglesi a Creta
dei primi del
Novecento

T})e Cretal') E
JPatron:

J 1. R. Il.

P R Il\ C E <; E ORGE OF


Jlt::/1 Commt'.i.>i''"o n/ t/,r /'(lif'l'J'j. 111 Crtle.
lDtrcctort3:

ARTHUR

J. EVA:\S, :\L\., f.S \.,


. .

UN'IMPRESA METODICA

oggetti di culto di una piccola cappella minoica),


ogni reperto viene inviato al museo. Nonostante
le imperfezioni, gli scavi di Cnosso costituiscono
una vera e propria svolta nella storia degli scavi
archeologici in Grecia.

43

N porta alla luce la


ell902 Evans

Sala delle asce bipenni,


dove scopre vasi e
statuine che ridispone
per scattare una
fotografia (sopra).
L'ampiezza e la rapidit

r>loratiol) Fui") d.
Evans a caccia di finanziamenti

Finanziare un'impresa di questa portata non cosa da


poco: Evans non riceve aiuti dal governo britannico e
i fondi investiti sono interamente privati. Nel l 899
egli lancia tramite i giornali una sottoscrizione per il
Cretan Exploration Fund. Sar pi fruttuoso l'appello
successivo, quello del l 907, quando gli scavi saranno

degli scavi nel palazzo


di Cnosso non
impediscono agli
archeologi di tenere
dei resoconti precisi
- in particolare a
Mackenzie, durante
gli scavi della Casa
ovest (nel 1 9 08).

44

NEL PAESE DEL GRIFONE

pi conosciuti. La parte essenziale


dei finanziamenti assicurata dal
patrimonio personale di Evans.
John Evans, padre di Arthur, si
abituato a ricevere telegrammi
dall'incorreggibile figlio, che gli
annuncia scoperte straordinarie
e gli chiede il denaro per
proseguire le ricerche.
Questo privilegio suscita
l'irritazione di molti, tra i quali
Hogarth, il direttore della Scuola
britannica di Atene. Senza quel
patrimonio, Evans non avrebbe
potuto intraprendere lavori di
una tale portata, completamente
autonomi dalle istituzioni.
D'altra parte, gi nel novembre
del 1900 in una lettera
al padre, lo stesso Evans
dichiara: "Il palazzo di
Cnosso una mia idea,
una mia opera [ . . . ]. Sono
fermamente deciso a non
dividere la cosa con altri,
e questo per pi ragioni, ma
soprattutto perch solo io devo
avere il controllo di ci che
intraprendo[ . . . ]. Forse non il
modo migliore di lavorare, ma
l'unico di cui sono capace" .
"C' un tocco di Ercolano
o di Pompei" (Evans)
Per il visitatore, a un prima
impressione, il sito non ha niente
di particolare. Nel l 902 Edmond
Pottier lo descrive cos: "L'arrivo
al cantiere una sorpresa: nessuna
acropoli, nessuna elevazione, nulla
che indichi al primo colpo d'occhio
un sito tanto illustre. Su un vasto
terreno al di sotto del piano

"UNA LUCE CHE ILLUMINA LA


stradale, di fronte a brulle colline che,
coperte qua e l da sparuti cespugli,
precipitano
bruscamente
in fondo a
un burrone
dove scorre
un piccolo
fiume, si
scorgono il
candore dei
blocchi scavati e le
sagome degli operai che
si agitano tra una fitta
polvere. il palazzo di Minosse".
Gi ai primi colpi di piccone,
nel marzo del l 900, Evans scopre
la sala del trono, decorata con
affreschi raffiguranti grifoni
incoronati di piume e fiori
di papiro stilizzati. Vedendo
il trono, non riesce a stabilire se
vi si sedesse un re o una regina.
Gli piacerebbe tanto farvi
sedere Arianna ma, prendendo
spunto dal carattere maschile
delle maschere di Micene,
finisce per optare per un re, con
un consiglio di venti membri
disposti sui sedili tutt'intorno.
Nei primi giorni di scavo
scopre anche quello
che era venuto a cercare
a Creta: centinaia
di tavolette di argilla
incise con una
scrittura che, in seguito,
chiamer "lineare B".
Si aggiungono poi
numerosi documenti
in scrittura geroglifica
e "lineare A". Secondo
Evans si tratterebbe
degli archivi del regno:

L scoperta nel 1903

a Dea dei Serpenti,

insieme agli arredi


di culto di un'intera
cappella rninoica,
un buon esempio
dell'importanza delle
scoperte avvenute
sulla collina di
Kefl\la. Provenendo
da un deposito
nascosto nel
sottosuolo del
palazzo, essa
confermava
l'ipotesi che il
sito celasse una
ricchezza immensa
e al contempo
offriva una
documentazione
inattesa sulla
religione

48

NEL PAESE DEL GRIFONE

raccolte di leggi, corrispondenze, contratti, sentenze


o inventari. Gli scavi portano inoltre alla luce
i diciotto magazzini del palazzo, alcuni dei quali
presentano ancora i vasi di stoccaggio.
Nel l901 Evans porta alla luce l'elemento pi
spettacolare e difficile: la grande scalinata dell'ala est,

ell'ala ovest del


palazzo si
trovavano magazzini
che si aprivano su un
lungo corridoio e che
conservavano derrate,
prodotti agricoli e
artigianali l sotto).
In alcuni vasi Evans
ritrov persino dei
fagioli.

--

I MAGAZZINI

conservata su tre rampe


sovrapposte. Fortunatamente
pu disporre di operai minatori,
giunti da Livrion, che in otto
giorni scavano una galleria,
puntellandola via via con dei pali.
Lo stesso anno disseppellisce, con
non poche difficolt, un tavolo da

50

NEL PAESE DEL GRIFONE

N momento della
el l901, al

sua scoperta nell'ala


est del palazzo,
l'affresco della
tauromachia fu
paragonato ai giochi
romani, al sacrificio
dei giovani ateniesi
offerti al Minotauro e
alle corride spagnole.

gioco in stucco, incrostato di avorio, oro e cristallo.


Nello stesso settore, nel l 902 scopre alcuni pezzi
di ceramica raffiguranti case a pi piani con
finestre, alberi e animali, appartenenti a una
composizione che Evans accosta, senza
esitare, a quella dello Scudo di Achille.
Nel 1903 scava nell'ala ovest due fossati,
in cui trova molti materiali preziosi: oro,
avorio, cristallo e, soprattutto, la celebre
Dea dei Serpenti, nella quale egli
riconosce la dea minoica. Vengono alla
luce anche parecchi frammenti di
affreschi e, ogni anno, centinaia di vasi.
Si potrebbero moltiplicare gli esempi
di scoperte, dato che Cnosso stato
ed uno dei siti pi fecondi del secolo.
Evans e tutti coloro che hanno visitato
il cantiere non hanno potuto fare a meno
di paragonarlo a Pompei. In effetti, esso
sembrerebbe inesauribile e i reperti
portati alla luce sono in un ottimo stato
di conservazione. L'importanza storica
di alcune scoperte suscita una vasta
eco, come testimoniano la
dichiarazione di Edmond Pottier
apparsa sulla "Revue d'art ancien
e d'art moderne" : " facile
ricostruire una scena [america]
nella sala di Minasse, ed una

LA POMPEI CRETESE

51

-------

I Evans composto

l diario degli scavi di

fJ-.. : ,i., """ /,.J.r,.q... .. r./- ,


,,..., "-rJJ" .

.t.

..,/11..101 '

- "-
li;f-.

fondamentalmente da
descrizioni di oggetti
con la dicitura della
loro provenienza
e da numerosi disegni.
Fu Mackenzie ad
annotare con
precisione
l'avanzamento dei
lavori e i dettagli
della stratigrafia.

....

drammatica evocazione
quella del vecchio re, che
la leggenda ha dipinto
come una sorta di mago crudele ma
che in realt fu il primo legislatore
dell'Europa barbarica. Egli venne a sedersi su questo
trono, pose i suoi piedi su questa lastra, la sua voce
risuon in questa camera: qui si percepisce nel
profondo tutto ci che l'archeologia reca in
s quanto a realt commoventi e poetiche.
Pochi colpi di piccone hanno trasformato
la leggenda in storia e, a sua volta,
la storia entrata nel mondo
moderno" .

L frammenti

a scoperta di

di maioliche
rappresentanti facciate
di case jqui sotto) ha
profondamente colpito
l'archeologo: era la
prova che a Creta
erano esistite, in epoca
preistorica, delle citt
con case a pi piani,
molto simili a quelle
moderne.

52

NEL PAESE DEL GRIFONE

Creta diventa un grande cantiere

G Tilissos furono
li scavi di

intrapresi da Joseph
Nella Creta dei primi del Novecento si compiono
Hazzidakis fra il 1902
e il l913. Furono
anche altre scoperte. Gli italiani Halbherr, Pernier,
portate alla luce tre
Savignoni e Roberto Paribeni intraprendono nella piana grandi case con ricco
di Messara lo scavo di un palazzo a Festa e di una
arredo costituito da
vasi di terracotta e
grande villa ad Aghfa Triada. Gli americani Boyd, Hall
di bronzo. Il resoconto
e Seager scavano nella zona est: Kavousi, Gurnia,
fu pubblicato con il
Vassilikf, Psira e M6chlos, dove viene dissotterrata
sostegno della scuola
francese di Atene.
un'intera citt e la sua necropoli. Gli inglesi Hogarth,
Dawkins e Bosanquet esplorano la grotta di Psichr6,
dove fu allevato Zeus, il santuario sulla vetta del
Petsofas, le citt di Cnosso, Palkastro e Zakros. I
cretesi Hazzidakis e Xanthoudidis portano alla luce
grandi dimore a Tilissos, una villa

ELDORADO ARCHEOLOGICO

a Nfru Chani, alcune tombe


a Kumassa e Mouliana.
Infine i francesi, entrati
in gara dopo lo scacco di
Cnosso e un tentativo
infruttuoso a Goulas (l'attuale
Lat6), si dedicano al sito di
Malia, la cui esplorazione
stata iniziata da Hazzidakis nel
'
1 9 1 5. La ricerca archeologica
a Creta si specializza nella
preistoria. Solo gli italiani,
1
scavando G6rtyna, mantengono un'attivit archeologica
classica - romana - e redigeranno un primo inventario
veneziane dell'isola.
delle

l,

53

a giovane
americana Harriet
Boyd la fianco) stup
gli archeologi, tutti
uomini, scavando in
condizioni difficili il
sito di Gurnia, nella
zona orientale di
Creta. Tra ill90l
e il 1904 port
alla luce un'intera
citt minoica.

54

NEL PAESE DEL GRIFONE

Il gusto dell'avventura
L'archeologia cretese pullula
di personaggi eccentrici
e coloriti come l'italiano
Halbherr che percorre
Creta su un cavallo,
bianco o nero
a seconda della
leggenda, o
l'americana Harriet
Boyd che, con le
due connazionali
Blanche E. Williams

P archeologi Creta
er i primi

una terra piena


di sorprese, come
il palmeto di V ai
esplorato da Gerola
(sotto, nella fotografia).
Alla fine del soggiorno
sull'isola, Marthe
Ouli e Hermine de
Saussure evocano con
queste parole la loro
avventura cretese:
"Lasciavamo con
rimpianto la chiassosa
e polverosa Creta,
i cui minareti e
coste sfumavano

IL TEMPO DEGLI AVVENTURIERI

e Edith H. Hall, dissotterr la citt minoica di Gurnia.


Gli archeologi francesi avranno la sorpresa di veder
sbarcare nella baia di Malia, dal piccolo veliero
La Perlette, due giovani donne: Marthe Ouli e
Herrnine de Saussure che, un po' per sfida e un po'
per curiosit, solcano il Mediterraneo e visitano le
isole greche. Le due donne ottengono il permesso di
scavare un quartiere della citt minoica, e resteranno
nella leggenda come "le giovanette di Malia" .
Questa passione per l a terra cretese non del tutto
immune da considerazioni strategiche, soprattutto da
parte inglese: John Pendelbury, per esempio, nel l 929
assiste Evans nei suoi ultimi scavi a Creta e durante la
seconda guerra mondiale mette al servizio dell'esercito
inglese le sue conoscenze del territorio, svolgendo un
ruolo decisivo nei combattimenti della resistenza
cretese contro l'invasore tedesco nel l 94 1 .

55

in lontananza,
in mezzo ad alte
montagne violette
illuminate dal sole
radente. In due mesi,
alternando frequenti
escursioni nei siti
minoici della Messara,
dell'est e degli altipiani
del centro, avevamo
dissotterrato una parte
della citt preellenica
di Malia; il giorno nel
cantiere, sotto un sole
torrido, e la notte in
riva al mare, sotto una
capanna di rami".

61

IV. IL MAGO DI CNOSSO


"

li scavi di Evans sono un


avvenimento capitale della storia

dell'archeologia: ci rivelano una civilt


ancora pi ricca e progredita di quella
che ci era stata svelata dalle scoperte di
Schliemann e danno il colpo di grazia a
tutte le teorie che attribuiscono ai fenici
un ruolo predominante tra le antichissime
civilt dell'Arcipelago."

E un inventore:

vans fu davvero

scopr un mondo
sconosciuto e ne fece
l'analisi storica.
Aiutandosi con le
immagini scoperte
a Cnosso e in altri siti
di Creta (per esempio
il sarcofago di Aghia
Trida, a fianco), seppe
animare le rovine
portate alla luce dagli
archeologi nell'isola. E
non esit a "fabbricare11
i pezzi mancanti, come
nel caso del Principe
dei Gigli (a fronte).

Salomon Reinach, 1902

62

IL MAGO DI CNOSSO

Un sogno a occhi aperti


Dedicandosi a Cnosso, Evans
pensava di portare alla luce un
palazzo miceneo e di contribuire
in tal modo alla conoscenza della
Creta america: "I: et d'oro di
Creta fu quella di cui troviamo ancora
eco nei poemi omerici" ("The Academy", 20
giugno 1 896). Nei suoi resoconti degli scavi del 1 900
e 1 901 egli evoca il mgaron (appartamento reale) del
palazzo, crede di ritrovare un ingresso fortificato a
nord e stabilisce frequenti paragoni con i palazzi del
continente portati alla luce da Schliemann qualche
anno prima. Evans si basa su Omero anche per far
rivivere le rovine che disseppellisce. Quando
scaver la spianata ovest, dir per
esempio: "Non necessario fare un
grosso sforzo d'immaginazione per
vedere qui, in epoca micenea, il
Consiglio degli Anziani riunito
in una seduta e il re sul trono
di Giustizia, accanto alla porta
del Palazzo". Questa illusione
ampiamente condivisa dagli
studiosi: Creta appare come
il centro della "Micenia".
Un'altra civilt
Ma ben presto Evans
deve ricredersi. Ci
che porta alla luce non
corrisponde a quello che
si sa dei micenei: il palazzo non fortificato; tra
le centinaia di oggetti figurati trovati negli scavi
ben pochi recano immagini di guerrieri o militari ;
la ceramica, nella maggior parte dei casi, presenta
caratteristiche diverse da quella trovata sul
continente. A poco a poco Evans comincia a dubitare
che fossero i micenei gli antichi abitanti di questo
palazzo-labirinto, a meno che ci fosse accaduto in
epoca tarda. allora che intuisce di trovarsi di fronte
a un'altra civilt. Inizialmente pensa a una variante

L a Creta, in

a ceramica scoperta

particolare nella
grotta di Kamares
nel l890, presentava
caratteristiche
diversissime da quella
del continente (sopra,
una ciotola scoperta
a Cnosso nel l 903).
Inizialmente, Evans
suppose che i soldati
micenei (come questo,
con il famoso elmo
a denti di cinghiale),
invadendo l'isola,
avessero trovato
una cultura locale
e l'avessero assimilata.
Solo in seguito
si convinse
dell'anteriorit
e dell'indipendenza
di tali produzioni.

"

Nadoratori di

oi non siamo

reliquie [ ... ]. Il nostro


fine la storia: la
storia della nascita e
poi dello sviluppo delle
arti, delle istituzioni
e delle religioni." Cos
si esprimeva Evans nel
1 884, assumendo
l'incarico di
conservatore
all'Ashmolean
Museum.

UN PALAZZO MICENEO?

regionale di quella micenea, poi a una cultura


autoctona (i famosi eteocretesi), rapidamente
vinta dai micenei. Ma, davanti
all'abbondanza di elementi senza paralleli
continentali noti, finisce per concludere
che si tratta di una civilt indipendente
da quella micenea e, soprattutto, precedente.
Per sottolineare che le sue scoperte superano
\

63

L Cnosso, nel 1900,


a scoperta di

diede a Evans (sotto)


l'opportunit di
raggiungere l'obiettivo
che si era prefisso
quando divenuto
conservatore
dell'Ashmolean
Museum.

64

IL MAGO DI CNOSSO

d'importanza quelle di Schliemann, in occasione


del XIII Congresso Nazionale di Antropologia e
Archeologia Preistoriche del 1905 Evans dichiara:
"I micenei non sono che un tardo virgulto dei
minoici". Si tratta di un progresso considerevole
nello studio della pi remota antichit. Dopo le
scoperte di Schliemann, era infatti sorta la questione
dell'origine della civilt minoica. Evans sconcerta

in tal modo sia i partigiani di un'origine nordeuropea


sia i sostenitori di un'origine vicino-orientale,
scoprendo un mondo sconosciuto e pi antico.
Tra mito e archeologia: le origini
Una volta riconosciuta l'originalit di questa cultura,
non restava che descriverla. Per fare il suo resoconto
della civilt micenea, Schliemann aveva avuto
l'opportunit di attingere da Omero e dalle fonti
antiche. Evans invece non dispone di fonti
antiche: quel mondo ha lasciato nella
memoria degli uomini pochissime tracce
e cos alterate, cos mescolate alle leggende
da essere difficilmente utilizzabili.
Evans si trova nella situazione
di un esploratore che scopre
un nuovo continente.
Gi nel l 866, quando
casualmente dalle ceneri
del vulcano Thra erano

UNA CITT SOTTO LE CENERI

state riportate alla luce le rovine di una citt


preistorica, gli archeologi si erano trovati in grande
imbarazzo. Ulteriori scavi avevano confermato che
ci si trovava in presenza di una citt antichissima,
sicuramente anteriore a quelle micenee, ma che era
difficile stabilire una datazione precisa, dal momento
che il materiale scoperto non assomigliava a nulla
di noto. La geologia aveva fornito una data a stento
credibile: 2000 a.C. Se alcuni avevano prudentemente
concluso: "Ecco una Pompei barbara e preistorica
di cui non si sospettava l'esistenza", altri vollero
riconoscervi la leggendaria Atlantide.
Inoltre tra il l 896 e il l 899 gli inglesi avevano
scavato a Phylakopi, sull'isola di Mil6s, i
resti di un'altra citt preistorica verosimilmente

65

D vulcano dell'isola
al l SOO a.C. il

di Santorini, o Thra
(a fronte in basso,
l'isola disegnata da
Buondelmonti) non
ha cessato l'attivit.
L'eruzione del 1866
fu una delle pi
spettacolari (sopra).
A partire dal l967,
sul sito di Thra
stata portata alla
luce la citt preistorica
meglio conservata
d'Europa: finora
si scavato su
un'estensione di oltre
10.000 metri quadrati
la fronte, sopra).

66

IL MAGO DI CNOSSO

contemporanea alle
rovine di Thra.
Dopo tanti anni
c' quindi un numero
crescente di indizi
a favore di una civilt
premicenea propria
del Mediterraneo
e indipendente
dalle grandi civilt
di Egitto e Asia. Nel
1 893 l'egittologo Flinders
Petrie annuncia la scoperta
a Kahun, nel Fayum, di oggetti
provenienti dall'Egeo,
contemporanei della xn
dinastia egizia: la conferma
dell'antichit di Thra e di Mil6s. Tra il 1900 e
il 1 905 la moltiplicazione delle scoperte a Creta,
e in particolare gli scavi simultanei dei palazzi di
Cnosso e Festo, decisiva: nasce la preistoria egea.
Il mondo di Minosse

L 1908, del disco


a scoperta, nel

di Festo (a fianco)
confermava agli occhi
degli studiosi l'ipotesi
che Creta fosse stata
la culla di una civilt
originale. L'iscrizione,
costituita da 242 segni
impressi nell'argilla
fresca, ha sempre
suscitato un notevole
interesse. A distanza
di quasi un secolo,
il disco costituisce
ancora un enigma
e sfida tutti i tentativi
di decifrazione.

I archeologici
reperti

(a fronte, vasellame
di pietra proveniente
dall'ala ovest del
palazzo di Cnosso)
svelarono oggetti
quotidiani di un regno
giunto a un grado di
civilt inaspettato per
un'epoca cos remota.

ll primo problema che si pone a Evans quello


del nome. Come chiamare questa civilt? Bisogna
definirla "cnossiana" oppure " cretese-micenea"?
Evans opta per un termine derivato da Minasse:
"minoica" . Secondo la tradizione classica, era questo
il nome del pi antico e prestigioso re di Creta.
Quanto alla descrizione della civilt
minoica, l'archeologo dispone
dell'abbondante materiale scoperto
durante gli scavi. Ma occorre
mettere in ordine tutta quella
cianfrusaglia e trarne una
visione coerente. Evans condurr
t;' vans associ i reali
a buon fine quest'opera
.y mmmc1 a un certo
nnmero
di attributi,
e "inventer" la
tra cui la corona
civilt minoica.
Phlil(i'tf\)':;' di gigli (a fianco).
Oltre ai
resoconti degli
scavi eseguiti fino
al 1 935, tra il 1 92 1

NASCITA DEI MINOICI

67

e
una monumentale sintesi
in sei volumi,
Palace of Minos at Knossos, che
resta un modello di rapidit di stesura. Nell'opera
egli tratta della cronologia come dell'abbigliamento
minoico, dell'architettura come degli affreschi,
delle iscrizioni come degli oggetti d'arte o dei
semplici vasi di terracotta, dei terremoti come
dei prodotti dell'agricoltura cretese e ogni volta con
notevolissima erudizione. Evans non solo pubblica
il materiale tratto dagli scavi, ma segnala e utilizza
per i propri fini le scoperte di rilievo fatte negli
altri cantieri di Creta, come le armi da parata di
Malia. Cita scoperte in Egitto, a Malta, in Italia.
I volumi, illustrati da un ricchissimo apparato
di disegni, schizzi, acquarelli, piante e fotografie,
costituiscono una vera e propria enciclopedia
della civilt minoica. Oggi l'ampiezza del progetto
stupisce: l'opera di un pioniere che poteva ancora
abbracciare tutta la documentazione disponibile.
Evans ha gettato le basi dell'archeologia minoica,

he Paiace of

T Minos at Knossos

una pubblicazione
erudita molto
particolare. Intitolata
inizialmente Nine
Minoan Periods,
l'opera una vera e

propria saga scientifica.


Rappresenta anche un
notevole sforzo
editoriale: Evans era
un autore difficile,
che riscriveva intere
sezioni quando si era
gi in fase di bozze
ed esigeva numerose
illustrazioni nel testo.
Il costo delle correzioni
super quello della
composizione. A
fianco, la pianta dei
magazzini del palazzo.

IL PALAZZO DI MINOSSE

69

L di

e illustrazioni

The Palace
of Minos at Knossos

hanno lo scopo di far


conoscere il materiale
scoperto, ma anche di
resuscitare una civilt
scomparsa: a partire
dai dati osservati
durante gli scavi,
Evans mette in scena
episodi della vita di
corte la fianco, il re
nei suoi appartamenti
privati in una sera
invernale). Queste
immagini, numerose e
ben distribuite, hanno
svolto e continuano
a svolgere un ruolo
considerevole nella
percezione moderna
del mondo minoico.

e sotto molti aspetti la sua opera non ancora


stata superata. Ma, privilegiando la civilt minoica
e riducendo quella micenea al ruolo di una semplice
" colonia", egli blocca dall'alto della sua sua autorit
tutto un settore di studi della preistoria egea, in
particolare il deciframento degli archivi in lineare B.
La stratigrafia architettonica
In assenza di testi, per resuscitare il mondo minoico
Evans dispone solo dei dati degli scavi e dei reperti.
proprio questa circostanza a incoraggiarlo a
condurre gli scavi in modo moderno, preoccupandosi
del contesto della scoperta. La presenza sul campo di
un architetto a tempo pieno, una novit per l'epoca,
permette di completare le osservazioni dei quaderni
con disegni e schizzi precisi. Evans pratica quella che
allora viene chiamata "stratigrafia architettonica",
della quale egli un pioniere. Tale tecnica gli
permette di stabilire fin dall'inizio la cronologia delle
fasi successive del palazzo: distingue cos "l'epoca del

72

IL MAGO DI CNOSSO

primo palazzo" e "l'epoca del secondo palazzo",


riducendo l'occupazione micenea a un periodo
brevissimo, che precede di poco l'abbandono
definitivo. In seguito fa compiere alcuni sondaggi,
stabilendo delle stratigrafie nelle quali il materiale di
ogni strato serve a definire una fase stilistica. Infine,
la scoperta di oggetti egizi nel palazzo gli permette
di collegare il mondo minoico all'antico Egitto.
Questo procedimento lo autorizza a stabilire, a
partire dal 1 905, una cronologia relativa e assoluta,
valida per tutta la Creta minoica e divisa in tre
grandi periodi - minoico antico, medio e recente ognuno ripartito in tre sottoperiodi. Il suo lavoro
molto influenzato dalla teoria evoluzionistica
di Darwin. Nel 1 923 Gustave Glotz noter nella
Civilisation egenne: " evidente che Evans
combina i dati della stratificazione con le leggi
universali dell'evoluzione e le esigenze dello
spirito umano" . Nelle linee generali, la sua
cronologia ancora oggi utilizzata.

Gdel

li scavi

palazzo
di Cnosso
furono una
vera impresa:
non solo certi
quartieri erano
conservati su due
livelli, ma bisognava
anche distinguere
le diverse fasi di
uno stesso livello.
Le sezioni arrivano
fino a una profondit
di 12 metri. La
presenza di oggetti
importati, come il
coperchio del XVI
secolo a.C. recante
il cartiglio di Khyan,
faraone degli hyksos
la fronte, sotto) ha
fornito delle date
sicure.

T}1l11f!ln2:''!'(!'1JI:::rt;"

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I.AH:R
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(UN LI NE XX !mi! PI.I\N )

COME DESCRIVERE UNA CIVILT SCONOSCIUTA

La storia dell'arte
soccorre gli
archeologi

73

a qualit estetica
degli oggetti
minoici infiamm
lo spirito degli storici
dell'arte, in particolare
quello di Reinach:
Nello studio
"Affreschi che evocano
il naturalismo delle
dei reperti,
pitture giapponesi,
Evans comincia
rilievi in stucco
riconducendo l'ignoto dipinto d'insuperato
realismo, pietre dure
al noto, secondo un
e gemme, avorio e
principio costante in
steatite cesellati con
archeologia. Utilizza
una finezza ritrovabile
solo nel Rinascimento,
frequenti paragoni
vasellame in cui tutti
la cui variet del tutto i nostri amatori di
rivelatrice: sono citati
ceramiche colorate
a fuoco e di maioliche
di volta in volta l'Egitto,
rare potrebbero trovare
la Siria, gli etruschi,
dei modelli, gioielli
i romani, ma anche
con elementi floreali,
ornati di smalti e
il Giappone, l'arte
gemme, oggi a stento
rinascimentale e
eguagliati dai nostri
medievale. Tali paragoni
Lalique: tali sono i
capolavori con cui i
gli permettono di descrivere
minoici hanno ornato
per approssimazione i tratti
le loro dimore per circa
un migliaio di anni".
di questo nuovo mondo:
A fianco il rhyton
per esempio, scoprendo nel
(boccale da libagione)
1 903 gli idoli di ceramica
dei pugili, da Aghia
Triada.
scrive: "La fabbrica di ceramica
installata nel palazzo reale
la lontana antenata di quelle
di Vincennes o di Svres, della
Firenze dei Medici, di Urbino
o di Capodimonte, di Meissen
e di molte altre fabbriche
reali o principesche
dello stesso genere".
Questo
comparativismo
frequente fino agli anni
Trenta in tutti i testi
specialistici che trattano
della civilt minoica e
tradisce l'imbarazzo degli
archeologi davanti a una
civilt che sembra non aver
nulla in comune con l'Antichit

74

classica. Evans va a cercare elementi


di paragone fino in India, cosa
peraltro non sorprendente per
un inglese. Paragona la pianta
delle rovine da lui disseppellite
a quella di un campo romano,
l'alzato a quella di un palazzo
del Rinascimento italiano. Ogni
oggetto scoperto nello scavo evoca,
nello stile, il mobilio di epoche
pi recenti. n trono di Minosse,
per esempio, di cui Evans ha fatto
fare alcune riproduzioni in legno
per arredare la casa di Oxford
e per fare regali agli amici,
gli suggerisce questa
riflessione: "In questo
schienale dalla bordura
esterna ondulata,
nell'ornamento
ogivale posto
sotto il sedile,
in questa
versione in
pietra
una sedia di legno si potrebbe
riconoscere un inginocchiatoio gotico piuttosto
che un mobile preellenico" . Sotto la penna di
alcuni studiosi entusiasti, l'arte minoica diventa
addirittura un compendio della storia dell'arte !
Evans etnoarcheologo ante litteram
Per scoprire le funzioni degli oggetti che trova,
Evans ricorre a ricerche etnologiche. convinto
che alcune tradizioni, per esempio di Creta
o dell'Europa centrale, permettano di spiegare
i costumi antichi di cui egli ritrova le tracce,
in particolare nel campo delle credenze. Dietro
questo approccio c' un'idea allora molto
diffusa, cui Evans aderisce sin dai tempi dei
viaggi in Bosnia e delle discussioni con il
padre. Cos non esita ad accostare un culto
preislamico della Macedonia settentrionale,
culto cui era stato iniziato nel corso di

uando Evans
scopr il trono,
ampiezza del sedile
dedusse che fosse
servito a una donna
piuttosto che a un
uomo. Perci in un
primo tempo lo chiam
il trono di Arianna,
la figlia di Minosse
e Pasifae. A fianco,
una riproduzione
in legno del trono.

L'ETNOARCHEOLOGIA

A Ventesimo

75

ll'inizio del

uno dei suoi viaggi, a quello che gli sembra uno


degli elementi fondamentali della religione minoica:
il culto del pilastro. Allo stesso modo, studia le danze
tradizionali cretesi e le
paragona alla danza della
gru di Teseo o a una
determinata immagine
minoica. Si interessa
poi agli artigiani
vasai cretesi, che
producono ancora
dei pithoi identici
a quelli trovati nei
magazzini del palazzo.
L'etnoarcheologia era
stata inventata!
Un libro di immagini
senza testo
Se Evans non ha testi
antichi sui cui basarsi,
dispone tuttavia di
un'abbondante
iconografia.
Enuncia
ben presto
il principio
secondo il quale

secolo Creta conserva


tradizioni molto vive,
soprattutto nelle danze
e nella musica. Evans
coglie alcune
somiglianze tra le
danze eseguite dai
suoi operai e quella
rappresentata da un
gruppo di statuine
scoperte a Palkastro
(sotto). Thtto questo
gli ricorda anche
Omero che, a proposito
di Cnosso, parlava di
giovani e di fanciulle
che danzavano
tenendosi per i polsi.
Il poeta descrive
giovani donne con
indosso abiti di tela
fine e ragazzi con
tuniche di buona
fattura che avanzavano
gli uni verso gli altri
volteggiando con
grande disinvoltura.

P suoi successori,
er Evans e i

i temi pi ricorrenti
dell'iconografia
minoica sono quelli
religiosi: su questa
impronta rinvenuta
a Cnosso !sotto)
gli affreschi di Cnosso hanno valenza storica. Utilizza
compaiono anche,
quindi le immagini trovate negli scavi per descrivere la da sinistra a destra,
societ minoica e i fasti della vita di corte. Il sarcofago la facciata di un
santuario, la dea
di Aghia Triada, scoperto dagli italiani nel l 903, come madre circondata da
fiere
che custodiscono
pure le immagini dei numerosissimi sigilli e marchi,
la montagna sacra e

gl.1 formscono
g11 e1ement1 per ncostrmre

1a re11gwne
una figura di adorante.
minoica e i suoi culti: la figura centrale della dea
--..
madre, dea della fecondit e signora delle fiere,

e del suo giovane paredro, di cui Minasse


/
'
il rappresentante sulla terra. Evans fa dunque
del r minoio un re sacerdote, prendendo a
,
prestitO certi tratti dal faraone d'ltto ?al
..,
papato medievale. Crede anche di Identificare
'o_
j .

i ritratti del re e di un giovane principe. Li vede
,l \1
regnare, grazie a una flotta potente, su gran parte
, !
dell'Egeo, su Mil6s e sul continente rniceneo.

'

r' r.;,{':<.-.?}. k1 )'


p
[ .fillil
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.
1 .
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%)2

j,
l.

11

LE IMMAGINI DI UN MONDO
_,_...-.,.,....,.
---..

SCOMPARSO

77

el restauro di
alcuni affreschi
minoici sono stati
commessi gravi errori:
questi frammenti,
trovati nella parte
nord del palazzo,
sono stati integrati
in una scena di
raccolta (il
Raccoglitore di
Zafferano) che
corrisponde bene
all'idea che si aveva
del mondo minoico:
un paradiso in cui
l'uomo viveva in
accordo con la natura.
Studi successivi hanno
dimostrato che
si trattava in realt
di una scimmia.

Evans non esita a ricostruire anche le immagini


di cui non dispone ; fra queste, il famoso Principe dei
Gigli, ricomposto a partire da frammenti di affreschi
diversi. Arriva persino a trasporre in un affresco
una figura conosciuta attraverso un sigillo della cui
autenticit si dubiter in seguito. Parallelamente
a questa utilizzazione delle immagini rninoiche,
Evans fa realizzare moltissime ricostruzioni grafiche
del palazzo. Esse hanno una notevole diffusione, e nel
1939 Piet de Jong riprender a farle realizzare per gli
scavi americani di Pilo. In questo modo Evans impone
pian piano l'immagine di una civilt fiorente e pacifica
che si era diffusa in gran parte del Mediterraneo.

S (sopra), Evans ha
u questo sigillo

Evans restauratore
Le immagini consentono non solo di resuscitare sulla
carta la civilt minoica, ma anche di intraprendere dei
lavori di restauro sul campo. Ben presto Evans intuisce
i vantaggi che pu trarre da alcuni frammenti di
affresco per ricostruire il palazzo stesso. A partire dal

voluto riconoscere il
ritratto di uno dei re di
Cnosso e la sua firma.

84

IL MAGO DI CNOSSO

U dell'affresco
na parte

miniatura proveniente
dal settore nord del
palazzo l a fianco) ha
consentito a Piet de
Jong di disegnare la
parte dell'ala ovest del
palazzo affacciata sulla
corte centrale (sotto),
utilizzando i rilievi
architettonici realizzati
durante gli scavi.

1 902, Fyfe espone all'Istituto reale di architettura


i piani di un restauro del palazzo di Minasse e i lavori
vengono intrapresi durante la prima campagna di
scavi. Evans lavora sostanzialmente in base a rilievi,
piante e fotografie e aiutandosi con gli affreschi che
decoravano gli edifici. La preoccupazione di conservare
le rovine ne detta la condotta. L'architettura minoica
fatta di terra, legno e pietra. Le piogge e le variazioni
di temperatura costituiscono altrettante minacce

UN PALAZZO MINACCIATO

per il palazzo appena disseppellito.


Quando, nel l905, Evans e Mackenzie
si rimettono all'opera, trovano un
palazzo molto danneggiato dalle
piogge invernali. Sono necessari
notevoli lavori di consolidamento
e ricostruzione. Si tende spesso a
dimenticare che questi restauri sono
stati talvolta dei veri e propri tour de
force; il caso della grande scalinata,
che dopo lo scavo minaccia di crollare.
In un articolo pubblicato su "The
Times" del 3 1 ottobre 1 905, Evans
spiega come fosse stato necessario
smontare le rampe superiori
per consolidare le parti
inferiori e sostituire con
mattoni, putrelle di
metallo e cemento
le colonne e gli architravi
ridotti in cenere dall'incendio
che distrusse il

85

i che nei
monumenti
scoperti a Creta
colp maggiormente
i contemporanei di
Evans fu la vivacit
dei colori e l'originalit
delle piante. Salomon
Reinach notava, a
proposito del palazzo
di Cnosso: "L'aspetto
generale doveva essere,
all'esterno, analogo a
quello delle moschee
rivestite di piastrelle
e, all'interno, simile
a quello dei pi ricchi
ambienti pompeiani".
La forma delle
colonne, come pure
il loro colore rosso
vivo, suscitarono
molta sorpresa.
Alcuni architetti ne
trassero ispirazione,
come fece Plecnik
nella realizzazione
del castello di Praga
( 1 927- 1 93 1 ).

86

IL MAGO DI CNOSSO
OF

GRIIND SmtRCIISE .

palazzo. In effetti Evans non esita nemmeno a usare


il calcestruzzo, un materiale nuovo per l'epoca e di
cui egli, in una conferenza tenuta nel l 926 alla Societ
antiquaria di Londra, vanta la plasticit e la resistenza
alle scosse sismiche. ll terremoto dello stesso anno
dimostra che si tratta, in parte, di una buona scelta,
anche se oggi la qualit del materiale e soprattutto
la presenza di ferri malconci pongono non pochi
problemi di conservazione.
Critiche e polemiche
In Francia e in Inghilterra, sulla stampa a grande
diffusione, i lavori di Evans a Cnosso suscitano
accese polemiche, nelle quali si mescolano la
nostalgia romantica delle rovine e l'irritazione davanti
ai capricci di un ricco inglese. Ren Dussaud se ne
fa portavoce scrivendo nel l 907: "L'audacia con cui
Evans ha operato ha suscitato accese critiche, al punto
che molti immaginano che il dotto archeologo abbia
riedificato completamente il palazzo di Minosse.
Certo, sarebbe stato meglio che il restauro di alcune
parti non fosse stato troppo spinto e che si fosse evitata
al visitatore la spiacevole sensazione di entrare in un

L'ARTE DI COSTRUIRE LE ROVINE

appartamento rimesso a nuovo. In realt, e d questa


la cosa pi grave, le verifiche sono state rese difficili" .
U n giornalista francese soprannomina addirittura
l'archeologo inglese " costruttore di rovine" .
Evans riconosce non senza ironia che, vedendo
il palazzo di Cnosso, "l'amante delle rovine
pittoresche rimarr indubbiamente scioccato".
Ma bisogna capire in quale spirito egli ha intrapreso
questo lavoro. Conservare le rovine impone in
tutti i casi delle scelte: Evans fa cambiare tre volte
la copertura provvisoria della sala del trono prima
di adottare il principio della ricostruzione. Pensa
di disporre di una documentazione sufficiente, che
l'autorizza a restaurare gli splendori della dimora
reale. Cos facendo, vuole materializzare l'idea che
egli si fatto del mondo minoico nel suo contatto
quotidiano con le rovine.

87

E fiero della grande


vans era molto

scalinata, unica nella


storia dell'architettura:
"Per molti aspetti,
veramente l'elemento
pi moderno di tutto
ci che ci ha trasmesso
l'Antichit greca
e romana". La sua
complessit, come
quella della pianta
generale del palazzo,
confermava
l'archeologo nell'idea
di aver trovato il
labirinto della
leggenda.

88

IL MAGO DI CNOSSO

Visionario e sognatore
Alcune considerazioni tratte dalla sua monumentale
pubblicazione appaiono quanto mai rivelatrici della
prospettiva globale nella quale Evans lavora: "Una
notte avevo un po' di febbre e, sperando di trovare

un po' d'aria fresca, mi sono sistemato nella


stanza allestita nella parte inferiore della torre
di sorveglianza costruita ai margini della corte
centrale. Diedi un'occhiata alla grande scalinata,
e mi sembr che per un istante le rovine si
ridestassero e si animassero al chiaro di luna.
L'illusione era cos forte che vedevo il re sacerdote
ornato di un pennacchio di gigli, le grandi dame
dalla vita sottile avvolte in abiti a balze e corsetti,
e i sacerdoti drappeggiati con le loro stole, seguiti
da un corteggio di giovani eleganti e vigorosi.
Tutti salivano e scendevano i gradini, come
se il Portatore di vasi e i suoi compagni fossero
discesi dalle pareti" .

lavori di restauro
del palazzo sono
terminati in meno di
dieci anni. Sono stati
finanziati per lo pi
il patrimonio personale
di Evans.

Q Miller visit il
sito, nel l939, dichiar:
uando Henry

"Qualunque possa
essere stato l'aspetto
di Cnosso in passato,
qualunque potr essere
nell'avvenire, l'unico
che mai conoscer
quello conferitogli
da Evans. Io gli sono
riconoscente di quanto
ha fatto, riconoscente
di avermi permesso di
discendere la grandiosa
scalinata, di sedere su
questo trono
meraviglioso".

ARCHEOLOGIA DI UN SOGNO

In tutte le sue conferenze e in tutti i suoi articoli


apparsi su "The Times", si trovano echi del sogno
che anima l'archeologo inglese. Indubbiamente Evans
cerca in tal modo anche di rendere pi affascinanti
rovine che alcuni giudicavano, e giudicano ancora,
sterili. Una ricca inglese che visita Cnosso nel 1 922,
prima della fine dei lavori di restauro, avvenuta nel
1 930, annota nel suo
diario: "Ci sono molte
scale di pietra che
conducono in stanze
diverse, nessuna delle
quali pu essere definita
palaziale ; ci sono inoltre
moltissimi vasi di
terracotta che servivano
a conservare tesori, come
pure un piccolo trono
del re Minasse: queste
le uniche cose che
meritino un'occhiata! " .
Quando, nel 1 905,
Evans fa accelerare i
lavori di restauro per
ricevere i membri del
Congresso Internazionale
di Archeologia classica,
probabile che si aspetti
da loro anche una certa
riconoscenza. Come ha
espresso molto bene
Charles Picard in un
articolo in cui prende le
difese dell'opera di Evans,
"la Cnosso presente ai nostri occhi allo stesso
tempo quella di Minasse [ . . . ] e quella di sir Arthur
Evans" . il palazzo sognato da un archeologo
che era un uomo della sua epoca e, al contempo,
da tutta una generazione di studiosi e curiosi.
A partire dal 1 909 Evans viene coperto di onori
e nel 1 9 1 1 nominato cavaliere. Si dedicher
all'archeologia fino all'ultimo giorno della sua vita,
nel 1 94 1 : tre giorni prima di morire, scoprir una
strada romana nei dintorni di Oxford.

89

N inventato da

el mondo minoico

Evans, c'era anche un


posto per l'archeologo:
questo ritratto del 1908
integra Evans nella
leggenda del popolo
di Minasse.

N nella foga di cui


ella passione e

Evans diede prova per


difendere le sue idee
contro gli scettici, si
ritrova l'ardente
liberale e il difensore
dei diritti dei popoli
rivelatosi in Bosnia
e Croazia.

94

95

V. STILE MINOICO O MODERN STYLE?


"

a monarchia dei fiori di giglio,


la vergine madre, la Nostra Signora

del Monte e dei Flutti, i simboli plastici, il


numero tre e la croce, la Parigina di Cnosso,
i pugili e i toreri ci avvicinano a una vita
lontana millenni dalla nostra epoca."
Henri Berr
La Civilisation genne

S si appassiona alle

e il mondo moderno

scoperte cretesi
perch, passato il
primo istante di
sorpresa, vi ha trovato
l'immagine familiare
e ideale di un'antichit
attuale. Oasi di pace
nella storia dell'uomo e
mondo della "bellezza
quotidiana" la fianco,
vaso di stile marino),
la Cnosso resuscitata
da Evans risponde ai
canoni del Liberty.

96

STILE MINOICO O MODERN STYLE?

Lo stupore del mondo scientifico


L'emozione suscitata negli ambienti scientifici
dalle scoperte di Evans enorme. Sin dal l 907
Dussaud scrive sulla "Gazette des Beaux-Arts":
" comprensibile che gli scavi di Creta provochino
un'ammirazione unanime, sia per quello che svelano
sia per la loro esecuzione rapida e metodica [ ... ].
Essi costituiscono il fatto archeologico pi notevole
dell'inizio del Ventesimo secolo" .
L a rapidit con cui s i diffondono l e notizie
stupefacente e indubbiamente Evans vi contribuisce
notevolmente. Ogni anno la campagna di scavi dura
da marzo a giugno e riceve numerosi visitatori, storici

S di uno studioso,

econdo l'espressione

Creta diventata "un


luogo di pellegrinaggio
per gli archeologi".
Duncan Mackenzie
annota nel suo diario,
talvolta con toni
allegri, l'arrivo di
questo o quello
studioso, cui bisogna
fare gli onori di casa.

LUOGO DI PELLEGRINAGGIO 97
e archeologi, che egli chiama "gli esperti" e a cui
offre dettagliate informazioni circa le ultime scoperte.
Fra le decine di nomi celebri o sconosciuti, c' quello
di Wilhelm Dirpfeld, successore di Schliemann negli
scavi di Troia. Per lui, l'archeologo inglese organizza
nel l 903 una festa cretese nel teatro recentemente
dissotterrato. Pottier, viceconservatore delle antichit
orientali al Louvre, si reca a Cnosso sin dal gennaio
del l 90 1 , e al suo ritorno pubblica un lungo resoconto
pittoresco e un'analisi storica della civilt minoica.
Padre Lagrange, dell'ordine dei frati predicatori,
corrispondente dell'Istituto, nell'ottobre del l906
visita le rovine per i lettori della "Revue biblique" .
Tutti gli anni Evans ritorna in Inghilterra e , durante

L sono oggetto di

e parole di Dorpfeld

particolari riflessioni
nei diari di Mackenzie.
Sembra che le sue
osservazioni abbiano
svolto, all'inizio
del secolo, un ruolo
importante nella
comprensione delle
rovine. Sotto, una
fotografia scattata
a Cnosso nel 1 920.

/\-- l

98 STILE MINOICO O MODERN STYLE?

l'estate, scrive un lunghissimo rapporto pubblicato


1
nelle riviste scientifiche. Moltiplica le conferenze
alla Societ di Antropologia, alla Societ degli
antiquari, all'Ashmolean Museum. In Francia, alcun ---="" - _,-.::o :- .
periodici specialistici seguono da vicino le scoperf:--::
pubblicando articoli ricchi di illustrazioni, firmati
-c::: ;.'? - c";;
da grandi nomi dell'archeologia: Salomon Reinach,
1t Ren Dussaud o Charles Picard. Il mondo scientifico,
allora di formazione molto classica, dopo i lavori di
Schliemann si aperto alle questioni della preistoria
greca. Ovunque si percepisce lo stesso stupore davanti
alla scoperta di una civilt vecchia di quaranta secoli.
' ,

. ...... !/i

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C B IT E A NC I EJ N E
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Fo u i L LES E n 1 '0 1

jALA I

o Es

Creta in prima pagina

Le scoperte di Evans appassionano anche il grande


pubblico. L'archeologo scrive per la stampa inglese
( "The Times" e "The Guardian" in particolare)
numerosi resoconti dei suoi lavori, articoli cui fa
eco la stampa statunitense. Da ex corrispondente,
Evans sa raccontare le sorprese degli scavi, descrivere
il pittoresco della vita di cantiere, dipingere il

n t:J n

P o u x ld . E E

L'ARCHEOLOGO NEL SUO PALAZZO 99


ottier fu uno dei

P primi francesi

i /

a recarsi a Cnosso.
Evans metteva i
visitatori nelle migliori
condizioni per copiare,
fotografare e descrivere
le rovine o gli oggetti
scoperti negli scavi
A fianco, la pianta delle
aree del palazzo
disseppellite nel l901,
pubblicata nella "Revue
de l'art ancien et
moderne".

Il

l L:

O 1J Il

E Il 'r fi A L I::

N pubblicarono

el 1 909, gli Hawes

la prima guida
archeologica dedicata
interamente all'isola.

l '

I fondatore della

l padre Lagrange,

Scuola Biblica di
Gerusalemme, ha
pubblicato un
resoconto su Cnosso in
un libro in cui presenta
al pubblico francese gli
apporti delle scoperte
di Evans: "Ora
conosciamo il luogo in
cui si sviluppata l'arte
micenea, i suoi umili
inizi, la sua fioritura
e il suo apogeo nel
palazzo cretese".

100

STILE MINOICO O MODERN STYLE?

Jazz, Corsets and Bathtubs in


paesaggio cretese, evocare i danni di un terremoto.
La sua partecipazione emotiva emerge anche nella
scelta di dare alle diverse stanze del palazzo nomi
piuttosto che numeri, come d'abitudine: Sala delle
asce bipenni, Corridoio delle processioni, Corridoio
delle tavolette con le spade, Sala dell'iniziazione,
Stanza da bagno della regina, Magazzini reali oppure,
all'esterno del palazzo, Casa dei massi franati,
Casa del sommo sacerdote, Caravanserraglio.
I giornali europei a grande tiratura, popolari o
prestigiosi, come, "L'illustrazione italiana", "Le Tour
du Monde", "The Illustrated

curiosi affluiscono
a Cnosso. Sono
inizialmente militari
inglesi, di stanza a
Candia, ricevuti da
Doli all'ora del t sotto
gli olivi; poi arrivano i
passeggeri delle
crociere, in viaggio
verso l'Egitto o il
Libano.

GIORNALISTI NEL REGNO DI MINOSSE

London News" e "La Gazette des Beaux-Arts",


inviano corrispondenti e dedicano numerosi articoli
alle scoperte e ai lavori dell'archeologo inglese. Tra
il l 900 e il l 9 l 0, non passa un anno senza che una
rivista o un quotidiano

101

" frenatezze,
corsetti e vasche
da bagno nell'antica
Cnosso, 5000 anni fa":
cos l'" American
Weekly" del 13
novembre 1922 (sopra)
intitolava un articolo
sulle scoperte avvenute
a Cnosso. "Il bel
racconto della Creta
antica", "L'impero
scomparso", "Il suolo
inesauribile di Creta",
oppure "Minasse era
ebreo ? " sono alcuni
dei titoli della stampa
internazionale, da
Atene a Melbourne
e da Ginevra a New
York. Sulle antichit
cretesi venne
pubblicato anche un
atlante fotografico che
conobbe una vasta
diffusione in Europa.

1 02

STILE MINOICO O MODERN STYLE?

a grande tiratura dia notizie


delle "rivoluzionarie scoperte a
Creta" . Con una notevolissima
rapidit, si annunciano la
scoperta del Trono di Minasse,
dell'affresco del Portatore di
Vasi, del sarcofago di Aghia
Triada, della grande scalinata
dell'ala est o della Dea dei
Serpenti. Nel l 909 "The Times"
pubblica addirittura un articolo
dal titolo "Il continente perduto", in cui l'autore
identifica Creta con Atlantide !
Vengono poi pubblicate numerose opere di
divulgazione dedicate all'archeologia cretese.
n pubblico si appassiona alle
antichit dell'isola, che appare
persino sulle cartoline postali.
Creta viene inclusa nel
programma delle crociere:
"Da tre anni, la primavera
porta lunghe file di turisti,

L dell'affresco del
a scoperta

Portatore di Vasi fu
molto commentato
dalla stampa. Per la
prima volta veniva
alla luce il volto di
un minoico: usi resta
colpiti" - dichiara
per esempio Edmond
Pottier - "dalla
fisionomia puramente
europea conferita al
viso: quei lunghi
capelli fluttuanti,
quell'occhio molto
aperto, quel profilo
con il naso dritto e il
mento pronunciato
ricordano pi che mai
il tipo greco. I motivi
multicolori dell'abito
aggiungono una
stranezza esotica;
la pastura del dorso,
nell'atto dell'incedere,
conferisce
un'indefinibile
fierezza barbara.
un'opera impregnata di
reminiscenze orientali,
ma traduce 'uno spirito
nuovo'. Rappresenta
l'entrata in scena
dell'europeo". Questo
carattere sensazionale
della civilt minoica
stimola numerose
pubblicazioni, come
quella di James Baikie
!sopra).

L'ERA DEI TURISTI

e tra poco qualunque buon 'Cook' avr segnato


con una croce, sul suo Baedeker o Joanne, il museo
di Candia o le rovine di Cnosso" dichiara Pottier
nel l902. La guida Baedeker, che ignorava ancora
Creta nell'edizione del l 888, in quella del l904
dedica all'isola una quindicina di pagine.

103

L archeologica port
'attualit

l'Europa a scoprire
anche la Creta
contemporanea. n
fotografo Boissonnas
si rec nell'isola \er
cogliere scene de a
vita tradizionale !sopra).

!(;_ c"'<ClA

!#1Si11fNN\t

L'ora della gloria


Evans e i suoi collaboratori ricevono visitatori
illustri, quali la ballerina Isadora Duncan o il poeta
Henri de Rgnier, facendo servire il t nella sala
del trono o nella corte delle colonne. A Candia apre
un museo - a detta di un viaggiatore pi che altro
un magazzino - dove si ammucchia "il bottino
archeologico, ancora palpitante e uscito caldo caldo .
dalla terra ; il risveglio dei morti sepolti da secoli
e i cui occhi si riaprono lentamente alla luce". Sar il
francese Gaston Arnaud-Jeanti a finanziare i lavori di

EN

Q,.

CRTE (Jl

AU GR DU

VEN'f

ttPRtfAU .,.. l l 1\\ l t O l {,J In'>


lMEettUR DE L[cou: fiiAN.A.IS& oAntblu
NOTI(.ES ARC.Uf.OLOGIQUES Mo ('.'< Il i 1:

1 04 STILE MINOICO O MODERN STYLE?


costruzione del nuovo museo di Candia. In seguito
a un accordo con il governo cretese, Evans ottiene
il permesso di portare in Inghilterra alcuni pezzi e di
fare dei calchi di altri, arricchendo cos la collezione
dell' Ashmolean Museum di Oxford. Le universit e
i musei europei, soprattutto tedeschi, acquisiscono
- a quanto pare piuttosto rapidamente - i calchi
degli oggetti pi importanti, come il Vaso dei
mietitori, scoperto a Aghia Triada.
L'esposizione delle scoperte di Evans organizzata
a Londra nel 1 936 in occasione del cinquantenario
della Scuola britannica, riscuote un grande successo.
Una prova lampante di questa infatuazione europea
la rapida comparsa, tra il 1 9 10 e il 1 940, di falsi
sul mercato dell'arte, in particolare sigilli e
statuette.

l'l.LVfiNOPlflSTJSCHE
NRCHBILDUNGEN
'i1YKENJSCHER\!EI2KRETJSCHER
(M!NOJSCHER) RLTERTilMER
VO:< E. GJLLIRON & FILS

RTH N E S

+
.

WORTTEMBERGISCHE
METflLLWflRENffiBRIK

Ggalvanoplastici
li oggetti

di Gilliron, venduti

La modernit di un antico popolo


Nella storia dell'archeologia, pochi avvenimenti
hanno suscitato un simile entusiasmo. La sola
curiosit del pubblico e il carattere sensazionale
di certe scoperte non spiegano tutto. Gli archeologi,

in Europa per
corrispondenza, sono
autentiche opere d'arte,
che consentono a un
grande pubblico di
vedere le antichit
conservate al Museo
di Iraklion (sotto).

UN'ARTE FAMILIARE 1 05
primo fra tutti Evans,
sono colpiti innanzitutto
dal carattere moderno
e familiare di quest'arte
dimenticata. Nel 1 903
Evans paragona un
frammento dell'affresco
di Cnosso alle
tappezzerie disegnate
da William Morris, uno
dei padri del Liberty
inglese. Similmente,
padre Lagrange, a
proposito dell'affresco
della Parigina dichiara:
"Al di sopra dell'arte
classica, cos semplice
nelle sue forme, si
ritrovava il mondo
moderno con la sua
eleganza pi familiare
e al contempo
pi affettata " .
A proposito dei
costumi che le donne
minoiche indossano
sugli affreschi, il
serissimo Salomon
Reinach scrive nel
1 904: "I cretesi del 1 600 a.C. avevano
quindi, come i parigini dei nostri giorni,
l'idea che un abito dovesse fasciare i
fianchi per allargarsi verso il basso" . Non
stupisce quindi che l'erudito Ren Dussaud fustighi
in una stessa invettiva la donna minoica e quella
moderna, ree di abusare allo stesso modo dei
corpetti per avere una vita sottile.
Lezione d'igiene preistorica
Evans e i suoi contemporanei traggono questa
impressione di modernit del mondo minoico
soprattutto dal comfort delle abitazioni. Nei palazzi
di Cnosso e Festo, gli archeologi hanno rinvenuto

L Parigina conobbe

'affresco detto della

un'immediata
popolarit, come
attesta Pottier: "La
capigliatura arruffata,
il ricciolo 'tirabaci'
sulla fronte, l'occhio
enorme e la bocca
sensuale, che
sull'originale
macchiata di un
rosso acceso, la
tunica a righe
blu, rosse e
nere, la
ridda di
nastri
gettati
sulla
schiena

arcaismo e
di piccante
modernismo,
questo schizzo
tracciato da un
pennello su un
muro di Cnosso
oltre 3000 anni
fa, per darci la
sensazione di un
Daumier o di un
Degas, questa Pasifae
che assomiglia a una
frequentatrice abituale
di bar parigini, tutto
contribuisce a
sorprenderei e,
per dirlo con
franchezza, nella
scoperta di quest'arte
straordinaria c'
qualcosa che ci
sgomenta e ci
scandalizza''.

1 06 STILE MINOICO O MODERN STYLE?


tutto un sistema di lucernari
che assicuravano l'illuminazione
e l'aerazione delle stanze, nonch
un sistema sofisticato (a cascata) di
condutture dell'acqua, con il flusso
regolato per l'evacuazione delle
acque piovane, e comodit moderne
come i servizi igienici (nell'ala est
del palazzo di Minosse), che
lasciano sbigottiti gli inglesi.
Sul campo, vengono alla luce
molte tracce di un comfort
"borghese" e moderno, di un
lusso raffinato, esteso anche
alle dimore dei comuni abitanti
delle citt minoiche di Tilissos
o Palkastro. Evans e altri non
cessano di stupirsene. Maxime
Collignon parla della piacevolezza
e della comodit delle stanze,
in particolare degli appartamenti
reali, con soggiorno a tramezzi
mobili, bagni, "riserve d'acqua
per rinfrescare le stanze",
verande che si aprono su un
ampio panorama, il tutto decorato
con cura. E Reinach aggiunge:
"Minosse s'innalza, al di sopra
dei portici delle sue corti, fino a
tre piani, serviti da un dedalo di
scale e corridoi. Posti vicino alle
grandi sale del trono e alle aree
lastricate circondate da gradinate
per le gare dei tori o le danze,
le stanze da bagno e anche
i lavatories rispondono alle
nostre necessit d'igiene".
Un comfort e una raffinatezza
del genere stupiscono ancor pi
dal momento che i borghesi
europei dell'epoca hanno
cominciato a conoscerli da poco.
Il mondo minoico appare dunque
come un mondo decisamente

COMFORT MINOICO 107


moderno, e a questo proposito Evans ricorda due
leggende cretesi: in questo regno fu inventata, da
Dedalo e Icaro, l'aviazione, e fu inoltre concepito
il primo robot, sotto forma di una statua di bronzo
animata! La fantarcheologia non lontana!

Un'arte nuova o Art Nouveau ?


Questa familiarit porta gli studiosi a paragonare arte
minoica e Art Nouveau. Cos, nel l909, a proposito
di una decorazione parietale preistorica, Maxime
Collignon scrive: "[quel fregio], che rappresenta dei
gigli dipinti di bianco su fondo rosso, si accorderebbe
molto bene con le nostre tappezzerie 'modern style'" .
Nel l932 Picard non esita a definire quest'arte sorta
dall'oblio come un "pre-modern style per archeologi" .
Questa sbalorditiva convergenza estetica s i spiega in
parte con delle osservazioni tecniche. Come gli artisti
dell'Art Nouveau, i minoici hanno praticato la
mescolanza di materiali e la pittura a campiture di
colori uniformi. Inoltre, le forme dell'arte minoica non
si riducono all'aspetto imposto dalla funzionalit: la
maggior parte dei vasi minoici reca ricche decorazioni,
dipinte o applicate alla barbotine (in rilievo),

L reale (sotto) il

a tavola da gioco

pi tipico esempio
della mescolanza
di materiali: stucco,
maiolica, avorio,
cristallo e oro.

I dell'architettura
l comfort

minoica, illustrato per


esempio dalla cascata
posta lungo una scala
nell'ala est del palazzo
o dal lucernario della
villa reale (a fronte),
per J. C. Stobart la
prova della civilt
del mondo di Minasse.
In The Glory that was
Greece, egli scrive
infatti: "Il mondo ha
ritrovato il grado di
pulizia dei minoici
solo alla fine del XIX
secolo, grazie al vasto
movimento inglese
in favore dell'igiene".

108 STILE MINOICO O MODERN STYLE?


ricordando anche in questo alcune produzioni dell'Art
Nouveau. Altro punto comune, il ricchissimo repertorio
dei motivi marini o vegetali ispirati alla natura.
Questa predilezione per la
natura suona come un
rinnegamento dell'arte classica.
Pottier pu cos scrivere:
"Riprodurre un cielo,
degli alberi, dell'acqua
che scorre, ecco
ci che i greci hanno
completamente
perso di vista nel loro
intransigente amore
per le forme umane:
con la Caldea e
l'Assiria, l'arte cretese
si preoccupa della
natura, l'ama per se
stessa, ne comprende la
poesia e la bellezza. Anche in questo vicina a noi".
L'arte minoica conforta gli artisti del Ventesimo secolo
nell'idea che i canoni del classicismo non siano i soli
criteri della creazione artistica, visto che nella stessa
Grecia una civilt preclassica ha prodotto una bellezza
fatta di asimmetria, di ornamenti e di motivi decorativi r--,...-:7"':"-=:
scomposti in linee. sorprendente: i minoici avevano
gi inventato l'arte moderna.
Un'influenza alla rovescia
Quando si svela, il mondo minoico appare dunque
come un mondo di arti decorative. Ma tale affinit non
il risultato di un'influenza dell'arte minoica sull'arte
europea d'inizio secolo, come talvolta si detto. Il
Liberty appare in Inghilterra a met Ottocento, mentre
l'arte minoica viene conosciuta solo nel l900. Inoltre,
come indica il nome stesso, questo stile moderno si
afferma come una rottura rispetto alle forme anteriori.
Bisognerebbe parlare di "influenza alla rovescia": la
poetica del Liberty, formulata da John Ruskin e William
Morris, ad aver influenzato la comprensione dell'arte
minoica, un po' come l'arte astratta ha portato alla
riscoperta della scultura arcaica greca.

ATTUALIT DI UN'ARTE ANTICA

109

a somiglianza tra
l'arte minoica
e l'Art Nouveau
immediata. Nel 1 9 32
Charles Picard si
stupisce ancora che
non si sia insistito
maggiormente su
questo aspetto degli
affreschi di Cnosso:
"La nostra epoca
avrebbe potuto
riconoscere - si
potrebbe dire quasi
'agli antipodi della
cronologia' - delle
tendenze tecniche
piuttosto vicine alle
proprie. La nostra
'Scuola di Nancy', per
esempio, non avrebbe
prodotto quei paesaggi,
in cui il languido
arabesco della
decorazione vegetale
gi si piegava e
si distendeva ? " .
La comunione dei
repertori evidente:
i motivi marini
la fronte, un vaso
proveniente da
Palkastro) o vegetali
la fianco, sopra,
affresco del
Caravanserraglio
di Cnosso; in basso,
tappezzeria di
Mackmurdo, 1884)
sono ampiamente
sfruttati dagli artisti
delle due epoche.

1 10

STILE MINOICO O MODERN STYLE?

Si pu cos paragonare una pagina di Berr, nella


prefazione all'opera di Glotz La Civilisation egenne
( 1923) - "Gli egei, che hanno messo l'arte in tutte
le cose, hanno coltivato anche le arti propriamente
dette. Hanno avuto degli svaghi e hanno abbellito
i loro svaghi", con una di Morris: "L'arte decorativa
persegue un duplice fine: fare che il popolo trovi
piacere utilizzando le cose che deve necessariamente
utilizzare, e che ne trovi altrettanto fabbricando
gli oggetti che costretto a fabbricare".
Prima del l900 il Liberty difende il lavoro
dell'artigiano, uomo libero, contro quello dell'antico
schiavo o della moderna macchina industriale.
Incoraggia il virtuosismo artistico per creare gli oggetti
della vita quotidiana. Agli occhi degli studiosi, sovente
pi storici dell'arte che archeologi, gli artigiani del
mondo minoico sembrano proprio aver condiviso
questa concezione.
Monumento del Ventesimo secolo
Si comprende allora perch Evans si lanci in restauri
cos estesi. Dal momento
che l'arte minoica appare
cos moderna e cos
familiare, il restauratore
non si pone alcuna remora
particolare. Tale familiarit
consente inoltre di colmare
il mutismo degli archivi
preistorici e di riparare
all'oblio in cui era caduto
il regno di Minosse presso
gli autori antichi.
Con la sua teoria di magazzini
e la sua corte centrale, le sue
colonne e i suoi pavimenti in
calcestruzzo, le sue pitture troppo
accese e il suo fianco un po'
anonimo, oggi il palazzo di
Cnosso non pi solo una
testimonianza dell'architettura
d'apparato minoica del XVIII
secolo a.C., ma anche di una fase

G hanno prodotto,

li artigiani minoici

come i loro colleghi


del Ventesimo secolo,
oggetti che sono dei
veri e propri capolavori
di maestria
(a fianco).

CNOSSO, SOGNO D'EUROPA 1 1 1

delle conoscenze archeologiche all'inizio del


Ventesimo secolo della nostra era. Monumento
liberty, esso appartiene al patrimonio culturale di
quell'epoca, alla stregua del palazzo Giiell di
Barcellona o del palazzo Stoclet di Bruxelles. Il suo
restauro, che da qualche anno all'ordine del giorno,
dovr tenere conto di questa duplice eredit artistica.

C e putrelle di ferro:
etnento, mattoni

i materiali utilizza ti da
Evans nei suoi restauri,
sono quelli preferiti
dagli architetti liberty.

TESTIMONIANZE
E DOCUMENTI

1 14

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

L'isola dei miti


Culla di Zeus, patria
di Minasse cantata
da Omero, da sempre
Creta ha ispirato saghe
e miti, entrati a far
parte dell'immaginario
collettivo. Cuore
della civilt egea
e crocevia tra Oriente
e Occidente, l 'isola
del mitico la birinto
indissolu bilmen te
legata alle figure
di Teseo, di Arianna
e del Minotauro, di
Dedalo e di Icaro . . .

Richard Speich ci accompagna in un


breve viaggio nell'universo dei miti

cretesi. Il passo tratto dalla guida


artistica

Creta

(Guide Arte Futuro,

1 99 1 }

Molti dei miti del periodo classico


greco hanno per teatro Creta o sono
all'isola collegati. Non tutti questi
miti sono per originari dell'isola,
bench probabilmente le figure di
Zeus e [Britomarti] ( virgo dulcis,
Artemide) avessero antecedenti
cretesi, forse in epoca addirittura
minoica. Il trapianto di molte saghe
a Creta mostra tuttavia come
quest'isola, per il suo paesaggio
e i suoi abitanti, fosse particolarmente
adatta a far sorgere e ad alimentare
miti.
Ci dimostrato dal fatto che anche
civilt molto pi tarde furono
consapevoli che le radici della loro
religione e della loro cultura
affondavano nell'isola di Creta,
quantunque poco o nulla si sapesse
allora dell'et minoica. Nell'america
inno ad Apollo si narra, per esempio,
che il culto di Apollo fu introdotto
a Delfi da navigatori provenienti da
Cnosso. Alcune saghe quale quella
del re Minasse, di Teseo e perfino
di Europa, la principessa orientale
[portata] a Creta, potrebbero essere
lontanissimi ricordi di avvenimenti
storici, all'origine di miti che li
modificavano profondamente. Il ciclo
mitologico cretese pu essere
sintetizzato come segue: Urano, sposo
di Gea, profetizz al figlio Crono, suo
successore, che sarebbe stato
detronizzato da suo figlio. Crono
divor quindi tutta la propria prole
generata dalla sposa Rea: Ade,
Posidone, Era, Estia e Demetra. Per
salvare l'ultimo nato, Zeus; da questo
destino, Rea lo partor in una grotta

L'ISOLA DEI MITI

1 15

Minosse ne divenne il successore sul


dell'isola di Creta, forse la grotta del
trono di Creta, dopo che per nove anni
monte Dikti, nei pressi di Psichr6,
dove probabilmente gli antichi
aveva da lui appreso, in una profonda
grotta sulla cima del monte Ida,
veneravano il luogo di nascita di Zeus.
In sostituzione del piccolo Zeus,
la saggezza del governo e le leggi per
a Crono venne data da ingoiare una
il suo futuro regno. Per confermare la
propria successione al trono di Creta,
pietra avvolta nelle fasce del neonato.
Minosse ebbe da
Zeus fu allevato
Posidone un toro
da ninfe
e nutrito da api
di straordinaria
bellezza ch'egli
e dalla capra
avrebbe dovuto
Amaltea, nella
grotta sul monte
offrire a Zeus.
Ida. Quando il
Ma all'altare
del sacrificio
bimbo piangeva,
Minosse
i cureti, sacerdoti
condusse un
di Rea, battevano
toro meno bello.
con le !ance sugli
Per punirlo di
scudi per evitare
tale misfatto,
che i vagiti del
Posidone si
neonato
adoper allora
giungessero
affinch la sposa
all'orecchio
di Minosse,
di Crono. Pi
Pasifae, figlia del
tardi Zeus liber
dio del sole Elio,
i fratelli divorati
si invaghisse
dal padre, ma
follemente
immortali,
e ottenne
del toro che
Minosse non
il dominio
aveva
del mondo. Un
sacrificato. Ella
giorno accadde
si fece costruire
che Zeus si
eseo e il Minotauro. Vaso attico a figure
da Dedalo,
invaghisse di
nere del VI secolo a . C .
artista attico
Europa, la figlia
del re fenicio Agenore. Le apparve
al servizio di Minasse, una giovenca
in bronzo, vi si nascose e il toro
allora sulla riva del mare nelle
gener quindi con lei il Minotauro,
sembianze di un bellissimo toro,
la rap e attraversando il mare
un mostro dalla testa taurina su un
corpo umano, che si cibava di uomini.
la condusse a Creta. Quivi giunto,
Per lui Minasse fece costruire da
egli gener con lei i figli Minosse,
Dedalo un labirinto ove rinchiuderlo.
Radamanto e Sarpedonte.
Il Minotauro ebbe sei fratelli normali:
Successivamente Europa spos il re di
Creta Asteria, che volle adottare i suoi Castreo - il primo successore di
Minosse, la cui figlia Erope era sposa
figli. I discendenti della stirpe reale
del re Atreo di Micene -, Deucalione cretese presero dal sovrano il nome
successore di Castreo sul trono di
di asteridi. Alla morte del padre,

1 1 6 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

Creta - il cui figlio Idomeneo


rientr allora con le proprie navi ad
Atene, ma dimentic di issare la vela
combatt davanti alle mura di Troia e ancora Glauco, Androgeo, Fedra
bianca invece di quella nera, come
e Arianna. Androgeo part per
aveva promesso al padre Egeo nel caso
combattere contro Atene, ma qui
in cui la spedizione avesse avuto esito
giunto mor durante un
positivo. Quando vide sul mare la vela
combattimento contro un toro o,
nera, Egeo credette che Teseo fosse
morto a Creta e si gett nelle acque
secondo altre tradizioni, venne ucciso
dalla spada del re Egeo. Minasse part
del mare che da allora prese il suo
a sua volta con un esercito verso
nome. Teseo spos successivamente
l'Attica e impose
l'altra figlia di
come tributo
Minasse, Fedra,
agli ateniesi
la quale si
l'invio a Cnosso
innamor
ogni nove anni
tragicamente
di sette fanciulli
di Ippolito, figlio
e sette fanciulle,
di Teseo e della
che dovevano
regina delle
essere offerti
Amazzoni
in pasto al
Ippolita . Per
Mino tauro.
vendicarsi di
Quando per
Dedalo, che
la terza volta
aveva aiutato
questo tributo
Teseo nella fuga,
doveva essere
Minasse lo fece
condotto a
imprigionare
Creta, Teseo,
insieme con suo
figlio del re
figlio Icaro nel
apra, mosaico romano con raffigurazione del
ateniese Egeo,
labirinto. Dedalo
Minotauro, ucciso al centro del labirinto.
decise di
allora costru per
prendere parte alla spedizione per
s e per il figlio delle ali di cera grazie
uccidere il Minotauro. Teseo giunse
alle quali riuscirono a fuggire dalla
a Creta, e di lui si innamor la figlia
prigione. Icaro, preso dall'ebbrezza del
del re Minasse, Arianna, che lo aiut
volo, si avvicin troppo al sole, la cera
a penetrare il labirinto con l'aiuto del
delle sue ali si sciolse ed egli precipit
celebre filo consentendo a Teseo
in mare vicino all'isola che ancora
di uscirne vivo dopo aver ucciso
oggi, per tale motivo, si chiama Icaria,
il mostro. Le fanciulle e i fanciulli
al pari del mare circostante il cui
ateniesi erano cos salvi. Teseo fugg
appellativo Icario. Dedalo prosegu
dall'isola assieme a costoro e ad
il volo verso occidente e trov rifugio
Arianna, dopo aver distrutto, su
presso il re Cocalo, in Sicilia. Glauco,
consiglio di Dedalo, gli scafi di
il quarto figlio di Minasse, da
tutte le navi di Minasse. I fuggiaschi
bambino cadde in un vaso di miele e
mor soffocato. Polido, famoso
approdarono quindi sull'isola di Nasso
dove, su consiglio divino, Teseo
indovino di Argo, che all'epoca era
abbandon Arianna poich era stata
ospite alla corte di Minasse, scopr il
promessa in sposa a Dioniso. Teseo
fanciullo morto e tent, ma invano, di

L'ISOLA DEI MITI


riportarlo in vita. Per questo Minasse
lo fece rinchiudere nella tomba del
figlio Glauco. Qui Polido not che un
serpente, da lui ucciso, era ritornato
in vita grazie a un'erba con cui
un'altra serpe l'aveva coperto. Con
la stessa erba egli riusc a riportare in
vita Glauco. Minasse lo obblig allora
a insegnare al figlio l'arte della
profezia, ma al momento del
commiato egli si fece sputare in bocca
da Glauco cosicch il giovane perse
immediatamente la conoscenza di
quest'arte. Anche Eracle condusse
a termine proprio a Creta una delle
sue dodici fatiche, e per la precisione
la settima: egli cattur il toro di Creta,
che un tempo Minasse aveva ricevuto
in dono da Posidone, e lo costrinse
ad attraversare con lui il mare. Giunto
nella piana di Maratona, lo lasci
libero. Forse si trattava del medesimo
toro che uccise il figlio di Minasse
Androgeo. Il toro venne
successivamente abbattuto da Teseo.
A Creta si venerava in particolare
[Britomarti] ( "dolce vergine" ),
chiamata anche Dittinna ( "cacciatrice
con la rete" ), l'Artemide dell'epoca
classica. [Britomarti] sarebbe nata
a Kain6, nelle gole di Samaria. Era
venerata come dea della purezza e
della castit. Si narra che per sottrarsi
alla persecuzione e alle insidie di
Minasse, ella si sarebbe gettata in
mare dove sarebbe stata salvata dalle
reti di alcuni pescatori; per questo
venne anche venerata come
protettrice della pesca. Il re Minasse
aveva posto a protezione dell'isola
di Creta un gigante di ferro chiamato
Taio o Tauro, che era stato costruito
da Efesto. Taio doveva compiere
quotidianamente tre giri intorno
all'isola e cacciare tutti coloro che
avessero tentato di penetrarvi,
scagliando giganteschi massi. Egli

1 17

usava inoltre esporsi alle fiamme fino


a divenire rovente e uccidere gli
intrusi con un abbraccio mortale.
Solo un punto del suo corpo era
vulnerabile, la caviglia, dove era
ricoperto unicamente dalla propria
pelle. Quando gli Argonauti vollero
approdare a Creta, Taio tent come
sempre di impedirglielo. Medea, per,
con un incantesimo, lo fece impazzire,
tanto che egli si fer la caviglia contro
una roccia e mor dissanguato.
Minasse intanto continuava
a meditare la propria vendetta nei
confronti di Dedalo che gli era
sfuggito. Per ritrovarlo organizz una
spedizione e, girando di corte' in corte,
sottoponeva tutti alla medesima
prova: come introdurre un filo lungo
tutte le complesse volute del guscio
di una chiocciola. Approdato in Sicilia
trov finalmente Dedalo che riusc
a portare a termine la prova colmando
di miele il fondo della cavit del
guscio e aiutandosi con una formica
ch'egli aveva attaccato al capo di un
filo. Prima che Minasse potesse
imprigionare Dedalo, il sovrano di
Creta mor per le ustioni provocate
dall'acqua bollente gettatagli addosso
durante un'abluzione dalle figlie del re
Cocalo, che non volevano perdere
l'artefice ateniese.
Per la sua saggezza Minasse,
assieme al fratello Radamanto,
divenne poi uno dei tre giudici
dell'Ade. Sarpedonte, invece, il terzo
fratello che Minasse aveva cacciato da
Creta, trov una nuova patria in Licia.
Secondo una leggenda che ha pi il
sapore del mito locale pre ellenico,
Zeus sarebbe sepolo sulle pendici del
monte Ghiuchtas, nei pressi di Epano
Archanes: qui si onorava la sua tomba
e ancor oggi nel monte si vuole
scorgere il profilo del dio dormiente.
Richard Speich

1 18

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

Ritratto di
un nonolo

Identikit dei cretesi doc

"Dinamismo. Questa
parola riassume quasi
tutto. A confronto con
l 'immobilismo
del mondo orien tale
e il suo a ttaccamen to
alle organizzazioni
economiche e sociali
del IV e del III
millennio, la Creta
minoica ha dato
per qualche secolo
l 'esempio di una
civilt in movimento,
che cercava se stessa,
s1 creava e s1
nnnovava
costan tem ente. "

all'epoca di Minasse, ricostruendo usi,


costumi e rituali di una societ
pacifica e ingegnosa. Da La vita

Lo storico Paul Faure ha scritto


l'appassionante storia dei cretesi

Paul Faure

fronte, statuetta minoica del


secolo a.C.

XIV

quotidiana a Creta ai tempi di Minasse


{Rizzoli 1 984}.

Mentre gli altri volevano preservare


le loro mostruose disparit fondiarie
Creta inventava le proprie strutture,
e tra queste l'organizzazione di un
artigianato potente e attivo. Allo
sfruttamento della terra aggiungeva il
commercio, per se stesso movimentato
e che le sue navi, moltiplicandosi,
estendevano in luoghi sempre pi
lontani. Le sue arti plastiche, in parte
liberate dalle convenzioni e dalle
costrizioni che paralizzavano gli artisti
della Mezzaluna Fertile, cercavano di
esprimere prima di tutto il movimento,
l'imprevisto, la spontaneit della vita.
Oggi si pu intuire perch Creta sia
stata soprannominata un giorno
Makaronesos, l'Isola Beata, e perch
Minasse e i suoi contemporanei fossero
considerati dei beati.
E non perch essi possedevano tutto
in abbondanza, i frutti del Paradiso,
i minerali preziosi, l'aria limpida
e profumata delle montagne, le sponde
che tendevano da ogni parte le loro
braccig. E nemmeno perch il destino
aveva risparmiato ai cretesi l'eruzione
che inghiott Santorini, le dieci piaghe
d'Egitto, le grandi pestilenze dell'Asia
e le orde di cavalieri che si riversavano
sulle pianure dell'Europa e l'altopiano
anatolico. E non si tratta neanche del
fatto che essi avevano conosciuto
e praticato prima degli altri la triplice
divisa della saggezza delfica: non fare
il dio, sappi di essere soltanto un
uomo, rimani al tuo posto. No. Essi

RITRATTO DI UN POPOLO
dovevano la loro felicit non tanto
a una grazia o a una filosofia, quanto
al loro perpetuo rinnovamento. Pi
tardi, la Creta di Dedalo conoscer
un secondo rinascimento, la Creta
ellenistica si riempir di citt che
la Pax Romana vedr rifiorire e via di
seguito. n vero simbolo di quest'isola
probabilmente quello che gli artisti
di Minasse dipingevano con tanto
amore sui loro muri e sui loro vasi,
la pianta bulbosa che rinasce sempre,
e di cui la piet cretese aveva fatto una
giovane dea, Acacallide: il narciso
bianco delle sabbie.
Le vecchie civilt ammiravano
la giovinezza della civilt cretese.
quanto fanno ancora i visitatori
del Museo di Iraklion, i quali sentono
confusamente che essa ha ancora
diverse lezioni da dare al mondo: di
libert, di disponibilit, probabilmente
di umanesimo. Quando in Oriente
e in Egitto nessun individuo esiste in

1 19

se stesso e per se stesso, le sfilate


riproducono all'infinito lo stesso volto
anonimo, l'essere umano si annulla
o si prosterna davanti al sovrano,
quando i re e i grandi sacerdoti stessi
si annientano di fronte agli dei
sovrumani o disumani, a Creta
l'individuo si erge, sicuro di s,
dinnanzi al gruppo sociale, in tutta
la sua spontaneit e la sua originalit.
Non un'isola di uomini liberi, ma
un'isola di uomini che cercano di
liberarsi. Le statuette dei santuari sono
personalizzate quanto pi possibile.
I sorrisi, i movimenti, i modi sono
quelli di esseri umani, anche quando
crediamo di vedervi l'immagine delle
divinit. In questo paese di
particolarismi - Omero diceva le
Crete, Kretai, al plurale - l'uomo,
il semplice privato esiste cos
nitidamente, da far scomparire il
sovrano. Ci parlano costantemente
di Minasse e dei suoi figli, ma
nessuno, nel museo in questione,
sarebbe in grado d'identificare il volto
dei re. Dei prestanome, dei nomignoli,
delle specie di dei in ozio. In
compenso, nel parlarci del Minotauro,
l'uomo-toro, ce ne indicano
l'immagine o il simbolo da ogni parte.
Ma quanto ci interessa in lui non il
toro. Ci interessa l'uomo, il creatore.
Talo, questo Minotauro di bronzo che
custodiva l'isola, che pure era un
essere vulnerabile e mortale, e fu il
fondatore di Festa e il rivale di
Dedalo, era un artigiano. Abbiamo
visto che la leggenda gli attribuiva
tutte le invenzioni, tutte le
avventure e tutte le sofferenze che
si possono attribuire a una persona
umana. Ogni individuo , alla
lettera, un mostro, un prodigio,
una meraviglia insostituibile,
e per l'artista minoico il suo
lavoro quotidiano conta di pi delle

1 20

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

imprese dei grandi conquistatori.


Alla distanza nella quale ci troviamo
nel tempo e nello spazio, e tenuto
conto dei nostri pochi barlumi,
distribuiti con tanta irregolarit,
vediamo profilarsi qualcuno dei tratti
pi salienti della vita quotidiana,
qualcuna delle caratteristiche
principali di questa civilt.
I cretesi di Minasse costituivano,
prima di tutto, una popolazione rurale.
L'uomo, molto pi vicino all'animale
e alla pianta di quanto non lo sia
il nostro contemporaneo, ne
comprendeva molto meglio la vita
e le reazioni.
Tanto interesse per la natura si
manifesta sia nelle migliorie apportate
all'agricoltura, sia nell'istituzione del
calendario, sia nell'arte. A molti piace
di parlare della triade o della trinit
minoica, il grano, il vino e l'olio
d'oliva. Ma si dovrebbe definirla una
decade, tanto i contadini, a furia di
selezionare, curare, innestare, tagliare,
hanno addomesticato o modificato
la natura selvaggia. D'altronde, non si
tratta n di un grano qualsiasi, n di
un vino qualsiasi. E accanto all'orzo
e alla birra, perch non citare il miele,
le cotogne, gli ortaggi, le piante
officinali e tintorie, il lino, i fiori dei
giardini, i pini resinosi e gli animali
addomesticati? Gli artisti osservano
con amore le evoluzioni delle bestie
e lo sbocciare dei fiori, che diventano
i soggetti principali delle loro opere.
E, come abbiamo visto, non si tratta
soltanto della natura terrestre ma
anche di tutto quello che si agita
e ondeggia tra le acque.
Piuttosto di contrapporre le civilt
urbane alle civilt rurali, si dovrebbero
contrapporre le civilt chiuse alle

li scavi di Mlia intorno al l 930.

civilt aperte. A queste ultime


appartiene quella dei minoici. Ogni
cretese rimane forse un contadino,
ma in lui c', parallelamente, anche
il commerciante. La sua grande
ambizione ancora quella di aprire
un magazi, e di mettersi per conto
proprio. La sua isola, ben lungi
dall'isolarlo o dal farlo ripiegare
su se stesso, lo porta a ricevere, ad
accogliere, a stabilire rapporti. Questo
popolo cos ospitale adora gli scambi
d'idee quanto gli scambi di regali.
Intorno alla met del secondo
millennio, egli tratta pi volentieri con
le Cicladi, Rodi, Cipro, le agenzie della
costa siro-p ales tinese e del Delta del
Nilo. Gli egiziani pretendevano allora
che i Kefti fossero loro tributari, e
molti storici hanno creduto che Creta
vivesse nell'orbita intellettuale ed
economica dell'Egitto. Ma immaginare
che i navigatori dessero tutto per

RITRATTO DI UN POPOLO
niente sarebbe un misconoscere la
forza e la fierezza dei cretesi. In realt,
tutti questi stati erano tributari di
Creta per i prodotti di cui mancavano,
tanto quelli dell'agricoltura, quanto
quelli delle miniere e dell'artigianato.
E su questo insistiamo: non esiste
commercio senza reciprocit e senza
rettitudine. I cretesi, come Minasse,
non potevano che essere giusti.
Creature fondamentalmente
religiose, essi hanno dato alla religione
un colore fino allora sconosciuto.
Si sono preoccupati pi della vita che
della morte. Perfino alle potenze
sotterranee che essi invocavano in
maniera originale nelle loro caverne di
culto, andavano a domandare
la fecondit, la guarigione, la salute,
la potenza. Celebravano la nascita
e l'apparizione delle loro divinit nei
luoghi dove l'aria pi vivificante
e la luce pi pura, sulle vette delle

121

montagne. Orientavano i loro grandi


santuari verso i punti in cui si levano
gli astri dispensatori di vita. Una volta
all'anno, il re si univa misticamente
alla dea che presiede alla vegetazione,
o alla sua sacerdotessa sulla terra,
e ogni cento mesi rigenerava la societ
come il sole e la luna stessi, ritornando
nelle medesime dimore celesti,
si erano rigenerati. Niente sacrifici
umani. Offerte campestri, nella
maggioranza dei casi: acqua, latte,
miele, vino, fiori, frutti, granaglie.
Molte purificazioni, aspersioni,
fumigazioni. In breve, una religione
di contadini tanto puliti quanto
interessati, e per i quali le arti,
la scultura, il canto e la danza
dovevano far parte del rituale. Un
clero molto ricco, molto organizzato
ed evidentemente assai istruito
ha moltiplicato gli edifici pi
confortevoli, ma ha anche diffuso

..

1 22

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI
AFFRESCHI DI VITA QUOTIDIANA

Gli affreschi sono senza dubbio tra


le pi importanti forme d'arte della
Creta minoica, purtroppo per arrivate
fino a noi quasi sempre frammentarie.
Solo quando si vedono i
contemporanei affreschi di Thra, in
straordinario stato di conservazione,
ma di valore artistico modesto,
si possono ricostruire mentalmente,
con i frammenti esposti nel Museo di
Iraklion, gli spazi riccamente decorati
dei palazzi minoici e ammirare queste
opere pittoriche realizzate dai grandi
maestri dell'epoca.
Le pareti delle grandi sale dei
palazzi e delle case del periodo
Neopalaziale sono abilmente decorate
con la tecnica dell'affresco.
La tavolozza dei pittori conteneva
tutti i colori fondamentali
e complementari, a quato pare estratti da piante, da minerali ed anche dal
murice che abbondava sulle coste del Mediterraneo. I colori venivano applicati
rapidamente sull'intonaco ancora umido per essere assorbiti perfettamente
e non sbiadire. Spesso d'altronde vediamo sugli affreschi dei tratti finemente
incisi che aiutavano il pittore nel disegnare dei motivi decorativi geometrici.
La tecnica del rilievo non era sconosciuta a Creta e in particolare di quello
dipinto, che rendeva i soggetti pi vivi. Solo osservando questi affreschi si pu
capire il vero carattere della vita e dell'arte minoica, che non altro che la
gioia di vivere. Il repertorio dei soggetti ispirato alla vita quotidiana - cortei,
cerimonie e gare - ma in modo particolare alla natura. Gli appartamenti
ufficiali chiaramente venivano decorati con scene relative alla loro funzione,
che avevano forse un valore didattico, reso per in maniera leggera e piacevole.
La maggior parte degli affreschi per ha quale scopo quello di rallegrare, di
trasportare negli spazi chiusi il mondo divino della natura, i giardini magici
con gli uccelli, gli animali e le piante. Gli ambienti ufficiali erano coperti da
affreschi pi grandi del naturale su fregi continui; gli appartamenti pi piccoli
avevano dei fregi continui [ ... ]. Spesso delle fasce ondulate delimitavano la
parte superiore degli affreschi, e a volte il colore del fondo di un affresco
cambiava all'improvviso, bench il soggetto, che continuava, restasse identico.
interessante osservare che i minoici seguivano le convenzioni egiziane
nell'uso dei colori. Gli uomini erano dipinti di rosso e le donne di bianco, gli
oggetti d'oro venivano resi col giallo, quelli d'argento con l'azzurro e quelli di
bronzo col rosso.
[J.A. Sakellarakis, Museo di Iraklion (Ekdotike Athenon, 1 993)]

RITRATTO DI UN POPOLO
parecchi generi di simboli e parecchi
tipi di serittura.
Fu una civilt d'artisti, infine.
Il miracolo minoico, che fa, da pendant
al miracolo greco, che questo popolo
cos attaccato ai beni della terra, e cos
portato a commerciare con gli uomini
e con gli dei, fosse dotato
simultaneamente di tanta delicatezza,
poesia, eleganza e raffinatezza. Su uno
sfondo di umanit che nulla, nel terzo
millennio, sembrava predestinare ai
successi pi sbalorditivi, e in mezzo
a faccende quotidiane altrettanto dure
quanto banali, sono emerse creature
anonime ma superiori nel campo
dell'architettura, della ceramica,
dell'incisione su pietra o su metallo,
e dell'abbigliamento, per non parlare
della musica e della danza, che
possiamo appena intravedere. Anche
qui, il favore celeste e la saggezza
naturale non spiegano niente.
Il fenomeno forse dovuto alla nascita
di un artigianato libero e mobile,
e a quel gusto degli scambi che
abbiamo gi menzionato. Se l'arte
davvero l'espressione individuale
di una fede collettiva, lo sviluppo
dell'individualismo ha favorito
meravigliosamente l'espressione di
credenze aggrappate alla vita con tutta
la loro forza.
Qualunque cosa abbia affermato
in proposito Pau! Valry nel l 9 l 9, una
civilt non pu morire tutta intera,
colare a picco con tutti i suoi uomini
e tutti i suoi apparecchi. Di un
naufragio resta sempre qualche cosa.
Sulla vita quotidiana dei
contemporanei di Minasse rimasto
di pi di quanto non sia rimasto su
tutte le vite quotidiane dei paesi vicini
a Creta, nella stessa epoca: il fiore e il
ricordo della prima civilt veramente
umana del Mediterraneo.
Pau! Faure

UNA SOCIET PIRAMIDALE

La societ minoica ci appare


come una societ scaglionata,
piramidale, simile alle montagne
sacre di Creta, con sentieri tra
i [piani]. Secondo un sistema
decimale caro ai cretesi, poich lo
ritroviamo nella numerazione
delle tavolette, nel computo del
calendario e nel conteggio dei
dattili, vi si distinguono
facilmente dieci gradi.
Alla base, le popolazioni e gli
individui ridotti in schiavit.
Sopra, e tenuti in maggior
considerazione a mano a mano
che si sale, i servi della gleba,
i popoli assoggettati o periechi, gli
allogeni o metechi tra i quali
si annoverano commercianti,
viaggiatori e vari tecnici
itineranti. Ancora pi in alto,
le quattro classi dei cittadini,
i contadini possidenti, agricoltori
e allevatori al tempo stesso; gli
artigiani, i soldati, la gente del
clero. I marinai cretesi sono
reclutati tra queste diverse classi
e, come i pescatori, non
costituiscono una casta.
Al nono livello, il sovrano
e la sua famiglia, i suoi dignitari,
i suoi controllori, i suoi scribi.
Sulla sommit gli di, primi
re di Creta e padroni di questa
societ, alla quale comunicano
costantemente, per bocca
del re, loro discepolo, ogni
norma di giustizia e di- religione.
Perch non c' niente di
totalmente diviso, niente di
sclerotizzato, niente di disperato.
A tutti. permesso di elevarsi fino
alla vetta dell'Ida, che sostiene il
cielo nel centro dell'isola.
[Paul Faure, La vita quotidiana
a Creta ai tempi di Minasse (cit.)].

1 23

1 24

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

Un popolo pacifico?
Testimonianze di sacrifici umani
smentiscono la tradizione secondo la
quale i minoici sarebbero stati uomini
miti e pacifici. Da Il mistero di
Cnosso. Storie del Labirinto (ECIG,
1 1 92} di Rodney Castleden.

Sono state rinvenute [ . . . ] nei pressi


di Arkhanes, e a Cnosso stessa,
prove sbalorditive di sacrifici umani.
Ad Anemospilia, fu scoperto nel
1 979 un piccolo santuario sul fianco
della collina, a 5 km a nord-ovest
di Arkhanes. Consisteva di tre stretti
vani oblunghi, allineati lungo il lato
alto sul pendio della collina di una sala
della lunghezza di 1 0 metri, anch'essa
adibita alla preparazione dei sacrifici:
c'erano degli altari ausiliari nella sala.
Le strette stanze del santuario erano
ripiene di vaseame di fattura raffinata
e di vasi d'uso rituale, incluso un
calice e un grande bacino di pietra.

Nella stanza centrale furono rinvenuti


un paio di piedi di argilla di grandezza
naturale, probabilmente appartenenti
a un idolo !igneo. stato anche
discusso che tali "piedi di argilla",
trovati anche in altri santuari, non
potevano sostenere il peso di un
simulacro di alcun tipo; ma non c'
ragione di supporre che questi piedi
dovessero sostenere il peso di un idolo.
L'usanza di vestire gli idoli con lunghe
vesti di fattura elaborata significa che
la sagoma di legno dello xoanon non
era che un semplice manichino, del
tipo di quelli usati dai sarti. Senza
dubbio vi veniva fissata sopra una
testa modellata con cura, fatta di legno
o di argilla ricoperta di stucco dipinto.
Non restava poi che mettere i piedi
di argilla sotto l'orlo della veste
per completare il quadro illusorio.
L'immagine del dio, o della dea, stava
in piedi su un basso altare a panca
contro la parete orientata a sud. Ai
suoi piedi, una bassa roccia viva

RITRATTO DI UN POPOLO
sporgeva dal pavimento: probabilmente
una pietra sacra sulla quale venivano
versate le bevande sacre.
Nel sacrario orientato a sud, c'era
un altare gradinato pi o meno dello
stesso tipo di quello trovato nel
santuario della tarda dea delle colombe
nel Labirinto; in quella a nord c'era
un basso altare privo di sostegni, come
una specie di tomba a tavola, ma di
circa un metro di lunghezza. Su di esso
furono trovati i resti di un giovane
di l 7 anni. Gli erano state legate le
caviglie e piegate le gambe per farlo
stare sopra la tavola; c' da credere
che avesse anche i polsi legati. Era
stato assassinato ritualmente con il
lungo pugnale di bronzo trovato al lato
e inciso con una testa di cinghiale.
Nei pressi furono rinvenute le ossa
di altre tre persone partecipanti al
sacrificio del giovane. Una sembra
stesse trasportando un secchio con
un toro bianco dipinto su un lato:
lo scheletro fu trovato in posizione

125

scomposta, messo di traverso


all'entrata nella stanza centrale,
dove si trovavano la roccia sacra
e l'immagine della divinit.
ragionevole supporre che il secchio
contenesse il sangue appena attinto
dalla gola tagliata del giovane e che
il servo lo stesse trasportando per farne
offerta alla divinit nell'istante in cui
l'edificio croll.
Al momento del crollo, un altro
uomo, alto e di costituzione robusta,
forse sulla trentina, si era trovato
in piedi accanto al giovane nell'atto
di sovrintendere al rituale. Si trattava
con tutta evidenza di un personaggio
di rilievo: aveva al dito un anello
di argento e ferro - estremamente rari
a quei tempi - e portava una pietra
sigillo di agata. Il corpo di una donna,
forse di una sacerdotessa, giaceva nei
pressi. Erano certamente trascorsi solo
pochi minuti dal sacrificio del giovane,
quando l'edificio croll sugli officianti
che lo avevano ucciso. Il potente
sacerdote fu abbattuto dalla travatura
di legno caduta dal tetto, che lo
schiacci con la schiena contro
il pavimento accanto alla tavola
sacrificale: cos fu trovato, sacrificato
come la sua vittima.
Le deduzioni da trarre da questa
scena tanto vivida quanto drammatica
sono evidenti. Le scosse telluriche che
divenivano sempre pi preoccupanti
avevano spinto i sacerdoti del
santuario di Anemospilia a offrire un
sacrificio agli di. Stavano tentando
di propiziarsi le divinit del sottosuolo
- Poteidan o Potnia o altre a noi
ignote - proprio nel momento in cui
il terremoto, arrivato al suo massimo
grado, fece crollare l'edificio. quasi
certo che si sia trattato dello stesso
terremoto che, nel 1 700 a.C., distrusse
il tempio vecchio di Cnosso.
Rodney Castleden

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

1 26

Scritture cretesi

In I detectives dell'archeologia
(Einaudi, 1 966), a cura di C. W

Evans e Chadwick,
Ven tris, Kober
e Bennett: filologi
e archeologi si sono
ingegna ti per decifrare
le misteriose scritture
di Creta. Grazie ai
loro studi, i misteri
dei geroglifici, della
lineare A e della
lineare B sono in
parte svelati.

Ceram, William Taylour ricostruisce


l'avventura della decifrazione delle
scritture cretesi, e in particolare della

avoletta recante iscrizioni in lineare

A.

lineare B.

La scrittura sull'argilla era il sistema


adottato in Babilonia e nei regni
limitrofi, dove le tavolette erano cotte
in fornace. Per incidere la scrittura
cuneiforme veniva usato uno
strumento con un'estremit a cuneo.
Ma gli scribi egei preferivano uno stilo
o strumento appuntito e pu darsi che
i documenti pi importanti fossero
scritti su altri materiali pi adatti
ad uno strumento di questo tipo.
Le tavolette d'altra parte, che potevano
essere prodotte pi facilmente ed
economicamente sul posto, servivano
per gli appunti degli affari quotidiani
ed proprio questa la loro natura.
Come lo sappiamo? Lo dedusse Sir
Arthur Evans dai segni pittorici sulle
tavolette di Cnosso, riconoscibili come
cavalli, carri, armi, ma fu solo in tempi
recenti, e precisamente nel 1 952, che
i numerosi tentativi di decifrare lo
scritto ottennero successo. Questo
si dovette in gran parte al genio,
all'acume, allo studio di un giovane
architetto, Michael Ventris, assistito
nel momento critico del suo lavoro
da un filologo di Cambridge, John
Chadwick. Per comprendere la
grandezza del successo si deve tener
conto che Ventris affrontava un
compito molto pi difficile di quello
che si presentava a Champollion nel
districare l'enigma dei geroglifici
egiziani, a Grotefend e Rawlinson nella
decifrazione del cuneiforme. Questi
primi pionieri avevano l'aiuto di testi
bilingui o trilingui e almeno
conoscevano il gruppo linguistico cui
apparteneva la lingua. L'egiziano

SCRITTURE CRETESI
antico, sebbene molto modificato,
viveva nella lingua copta; l'assiro
e il babilonese erano chiaramente
legati all'antico ebraico e ai linguaggi
semitici in generale. Ma Ventris
doveva affrontare solo una scrittura,
senza nessun indizio di quale lingua
esprimesse.
Naturalmente molti avevano
preceduto Ventris nella ricerca, ma
senza successo. Lo stesso Sir Arthur
Evans fu un pioniere e gett le basi per
la ricerca futura. Egli pot dimostrare
i diversi gradi di sviluppo dello scritto.
Primo, i segni geroglifici rinvenuti
principalmente sulle gemme cretesi
e sulle pietre da sigilli, appartenenti
alla prima met del II millennio;
si conoscono anche poche tavolette
con geroglifici. Secondo, una versione
corsiva e semplificata di questi segni,
che Sir Arthur chiam lineare A;
questa compariva su tavolette (si dice
cotte in fornace), vasi, pietra e bronzo.
Infine una scrittura pi tarda e pi
progredita strettamente simile alla
lineare A, che egli chiam lineare B.
Non si pu dare una datazione esatta
per i periodi in cui queste scritture
furono in voga, ma si pu dire che
il lineare A si sovrappone agli scritti
geroglifici e pu essere entrato in uso
fin dal XVIII secolo, mentre sembra sia
stato abbandonato nella prima met
del XV secolo. La lineare B, che quasi
esclusivamente documentata su
tavolette, comincia poco prima o
subito dopo il l 400 a. C. Le ultime
tavolette possono essere datate intorno
al l 200 a. C. [ . . . ]
Nel suo studio del materiale Evans
ha stabilito certi punti fondamentali;
che le tavolette erano elenchi o
resoconti, che si poteva chiaramente
riconoscere un sistema numerico, che
alcuni dei segni erano ideogrammi
(rappresentazioni degli oggetti indicati),

127

e che altri segni erano pi


probabilmente sillabici. Adott questa
distinzione perch aveva notato che
alcuni gruppi di segni erano separati
da altri da barre verticali; quindi ogni
gruppo probabilmente rappresentava
una parola di altrettante sillabe. Evans
non era in grado di affermare altro oltre
queste conclusioni generali. Molti dei
suoi immediati seguaci, meno cauti
(e fra questi noti studiosi) si affidarono
troppo alle congetture, scegliendo una
lingua che potesse mostrare qualche
affinit con lo scritto e cercando di far
coincidere le due cose. In quasi tutti
questi schemi mancava un metodo.
Senza tm'analisi dettagliata delle
iscrizioni c'erano poche speranze di
successo. Uno dei pochi che tentarono
un metodo fu l'americana Alice Kober.
Ella riusc a dimostrare con la sua
analisi dei segni del lineare B che si
trattava di un linguaggio declinato,
in cui le parole hanno dei suffissi
variabili per denotare il genere, il
numero, ecc. (come il latino). Per
esempio not che la formula del totale
per gli uomini e per certe classi di
animali era diversa da quella USqta per
le donne e per al tre classi di animali
e ci sugger una distinzione di genere.
Ma il suo contributo maggiore alla
decifrazione fu la dimostrazione che
certe parole costituite di due, tre o pi
segni sillabici potevano avere due
varianti aggiungendo un segno diverso
o cambiando il loro segno finale con
un altro segno (un esempio in inglese
sarebbe wo-man, woman 's, wo-men ) .
Queste variazioni sono citate dai
cultori di linguistica come terzetti
della Kober! Il professar Emmett L.
Bennett jr fu un altro dei pochi ad
usare un sistema scientifico. Oltre
ad avere spiegato il sistema di pesi
e misure usato nello scritto, il suo
contributo pi importante fu

1 28

TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

l'ordinamento e la classificazione
di tutti i segni della lineare B.
La divisione dei segni in due classi,
ideografici e sillabici fu chiarita anche
da uno studio dettagliato delle varianti
ortografiche (la brutta grafia non cosa
nuova); egli pot cos restringere
il numero dei segni sillabici a poco
meno di novanta.
Per affrontare il problema della
decifrazione c'era una via aperta,
ma insidiosa. In Cipro si trova una
scrittura simile che viene indicata
come Cipro-minoica. Qui sono state
trovate solo poche tavolette, di cui
la pi antica pare databile all'inizio
del XV secolo e ha affinit con la
lineare A. Due caratteristiche di queste
tavolette richiedono un commento
speciale. Veniva usato uno stilo
spuntato e le tavolette erano cotte sul
fuoco. La tecnica perci diversa
da quella delle tavolette di cui stiamo
discutendo ed pi strettamente legata
a quella delle civilt dell'Oriente. Ci
non strano se si tiene conto della
posizione geografica di Cipro. Inoltre
nell'isola, dal VI al III e II secolo a. C.,
fu in uso un'altra scrittura, la cipriota
classica che ovviamente messa in
relazione con il lineare B. Nella
maggior parte dei casi se non in tutti,
il greco era scritto cos, perci fu
possibile la decifrazione. Sette dei
segni sono simili o possono essere
identificati con altrettanti della lineare
B e i valori fonetici del sillabario
cipriota sono noti. I segni
rappresentano o una vocale o una
consonante pi vocale. Poich questa
una scrittura sillabica e non
alfabetica si incontrano difficolt nelle
parole dove due o pi consonanti
si susseguono l'una all'altra o dove
una parola finisce in consonante.
Usando questa scrittura sillabica
pastor dovrebbe essere sillabato pa-so-

to-re. La vocale finale di -re non


dovrebbe essere pronunciata e neppure
la o di so; queste dovrebbero essere
considerate come vocali "morte". Ma
la scelta del segno sillabico -so (fra i
cinque segni sillabici che cominciano
per -s: -sa, -se, -si, -so, -su) regolata e
deve conformarsi alla vocale del segno
sillabico seguente, in questo caso la o
di to. Cos per pris011 la sillabazione
dovrebbe essere pi-ri-so-ne (la vocale
morta finale sempre e). Un'ulteriore
complicazione nel sillabario cipriota
che la n davanti a una consonante non
scritta. Cos contralto apparirebbe ca
ta-ra-lo-to. Dovrebbe essere chiaro da
questo esempio che quello sillabario
srebbe un metodo molto goffo di
scrivere l'inglese. Lo ancora di pi
per il greco. La parola anthropos,
uomo, deve essere scritta a-to-ro-po-se.
Ora un numero molto considerevole di
parole greche finisce in s e, poich il
segno sillabico cipriota -se identico a
uno dei segni della lineare B, dovrebbe
essere facile dimostrare se la lineare B
un candidato probabile per il greco
o no. Si trov che il segno -se ricorreva
molto raramente come segno
terminale nella scrittura lineare B.
La conclusione naturale fu perci che
il linguaggio non era il greco.
L'opera preliminare, fondamentale
ed essenziale condotta dalla Kober
e dal Bennett fu di valore inestimabile
per Ventris che ora portava un nuovo
elemento nell'affrontare il problema
della decifrazione, una conoscenza
di criptografia. In teoria qualsiasi
codice pu essere interpretato, purch
vi sia abbastanza materiale codificato
su cui lavorare. Una analisi dettagliata
del materiale potrebbe rivelare certi
elementi ricorrenti e schemi fissi. [ . . . ]
I dati relativi accumulati furono
da lui disposti in forma di tabella,
in quella che chiamava la "rete". La

SCRITTURE CRETESI

1 29

porto l accanto, e Tulisso) e questi


poterono essere riconosciuti nelle
seguenti divisioni sillabiche: Ko-no-so,
A-mi-niso, Th-ri-so. Queste
identificazioni erano certamente valide
nella convenzionale divisione sillabica
cipriota, essendo le doppie consonanti
(Rm, mn) risolte
in sillabe. La ri
invece di li in
tu-ri-so (Thlisso)
s1lla b1c1 pui spesso
, '
""'
non era una
ncorrent1 nel
difficolt. Ventris
lmeare B
si era gi accorto
(cmquantuno su un
che r e l erano
totale poss1b1le d1
---------intercambiabili,
novanta) sulla base
come in molte
dei dati statistici
igillo recante scrittuta geroglifica.
lingue tra cui
raccolti in
l'antico egizio. Una notevole differenza
proposito. Se il sistema era giusto e i
dal cipriota che la s finale non
dati identificati correttamente, i segni
scritta. Ugualmente l, m, n, r, s sono
nella stessa colonna avrebbero dovuto
tralasciate alla fine di una parola o
contenere la stessa vocale e i segni
quando precedono un'altra consonante,
nella stessa riga avrebbero dovuto
e ci sono altre regole di ortografia
cominciare con la stessa consonante.
imposte dal deciframento che non
Perci se i valori fonetici anche solo
corrispondono con le convenzioni
di pochi segni sillabici avessero potuto
cipriote.
essere stabiliti, il valore degli altri
Il risultato di queste prove era
sarebbe risultato automaticamente
promettente, ma non provvedevano
dalla rete.
per alcun indizio circa la lingua celata
Abbiamo gi ricordato che sette dei
nello scritto. L'opinione personale di
segni del sillabario cipriota potevano
Ventris era che la lingua fosse l'etrusco
essere identificati con segni del lineare
e fino ali 'ultimo egli tent delle
B; era perci possibile fare un
conclusioni in tal senso. Fu solo
esperimento con il valore fonetico
per "una frivola digressione" (sono
cipriota di questi segni: Ventris fece
le sue parole) che allo stadio finale
proprio questo. Inoltre egli aveva
della decifrazione fece un tentativo con
concluso dalla posizione
costantemente ricorrente di certi
il greco. Con sua grande sorpresa con il
greco molte delle tavolette avevano un
gruppi di segni nelle tavolette che
senso. vero che almeno altrettante
questi segni-gruppi rappresentavano
rimanevano in comprensibili, ma se
nomi di localit. Lavorando su queste
la lingua era veramente il greco, era
due supposizioni fece delle prove con
necessariamente una forma molto
antichi nomi di luogo. Per le tavolette
arcaica della lingua documentata
di Cnosso la scelta venne fatta
nella lineare B cinquecento anni prima
naturalmente tra i nomi cretesi noti
di Omero [ . . . ].
ai tempi classici o menzionati da
William Taylour
Omero (Cnosso stessa, Amniso un
rete era continuamente rivista e
risistemata. In una delle sue ultime
forme consisteva in un complesso di
quindici file di consonanti e di cinque
colonne di vocali. Poich nessuna delle
consonanti o vocali era nota, c'erano
semplicemente dei numeri. In questi
settantacinque

jt:;l

r-.
L

--

i\iiii;:;::;;;;;-:;_
:

1 30 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

Artisti cretesi nel


regno dei faraoni
Thomas Mann, nella
sua celebre tetralogia
biblica Giuseppe

e i suoi fratelli,

descrivendo gli
am bien ti interni
di un palazzo egizio,
narra di alcune stanze
affrescate da pittori
cretesi, invitati
appositamen te per
la loro a bilit tecnico
artistica. La sua
intuizione quasi
profetica trov
conferma nel 1 992 . . .

'immagine del toro evoca il legame


che ci fu tra cretesi ed egizi. Alcuni
palazzi egizi di Avaris, capitale degli hyksos,
nel delta del Nilo, custodiscono infatti
scene raffiguranti il "salto del toro", una
consuetudine tipicamente cretese. Sopra,
una vaso 1ninoico a fanna di testa taurina.

Nel 1 992, infatti, l'archeologo


austriaco Manfred Biertak, dopo
trent'anni di ricerca in Egitto, negli
scavi di Tell-el-Daba, l'antica Avaris,
capitale dei conquistatori hyksos,
port alla luce frammenti di affreschi
indiscutibilmente di arte minoica.
Per questi frammenti, che furono
trovati su una rampa del palazzo
hyksos, non stato ancora possibile
confermare se sono anteriori alla
costruzione dello stesso e se i
committenti Aelle pitture siano stati
gli egizi subito dopo la liberazione,
cio durante il regno della XVIII
dinastia ( 1 550- 1 295 a.C.), o ancor
prima i loro nemici hyksos.
Tali domande hanno bisogno di
ulteriori prove, e il solo fatto di cui
si certi che artisti cretesi furono
attivi nel regno dei faraoni,
importando cos dalla loro isola,
forme e tecniche che probabilmente
avevano per i committenti egizi
il sapore dell'esotico.
A Creta, specialmente in
alcune tombe dell'area di Messara ,
(centro-sud) e in altre dell'isolotto
di M6chlos (nord-est), si scoprirono
amuleti d'oro, in forma di testa di
toro o di piede umano, provenienti
da laboratori autoctoni ma di
tradizione decisamente egizia.
I gioielli minoici sono gli oggetti
che pi di altri manifestano tali
influenze: rappresentano infatti
molto spesso foglie di papiro o
fiori di ninfea, simboli dei sacerdoti
o dei dignitari del faraone.
Sempre sugli stessi gioielli si
sono trovate pietre di ametista e di
corniola, importate dall'Egitto come
l'oro, mentre da Creta vi si
importavano oli aromatici, vino e
legname. L'Egitto rientrava dunque
all'interno di quelle rotte commerciali
che spaziavano dalla lontana Tracia

ARTISTI CRETESI NEL REGNO DEI FARAONI


fino al Libano e alla Mesopotamia.
A conferma di ci sono altri gioielli
molto raffinati, rinvenuti assieme
ai gi citati amuleti dell'isolotto
di Mchlos, e con disegni floreali
molto simili a quelli trovati nella
necropoli di Ur.
Tale arte non poteva che essere
insegnata direttamente, come la
lavorazione dell'ossi diana
e del quarzo, provenienti
dall'odierna Anatolia. Le nozioni
venivano trasmesse da artigiani
di quegli stessi centri asiatici in
contatto commerciale con Creta.
D'altronde anche il rame e le
tecniche per la sua lavorazione
giunsero da l nell'isola di Minasse.
Bisogna comunque sottolineare
che, sebbene i materiali e le tecniche
dell'oreficeria siano state importate
a Creta con forme e motivi originari
del lontano oriente o meridione,
col passare del tempo assunsero
peculiarit chiaramente minoiche.
Questo tipo di rapporti divenne
ancora pi stretto nell'era post
minoica, cio a partire dal 1 400 a.C.
non solo con la Mesopotamia e
l'Egitto, ma anche con il resto della
Grecia micenea. Una vera e propria
colonia cretese stata portata alla
luce sulle coste dell'Asia Minore,
come pure sono stati rinvenuti
dall'archeologo tedesco Niemeier
altri affreschi di stampo cretese
a Tel Kabri, in Israele. Altre pitture
che documentano la presenza cretese
in Asia sono state ritrovate in Siria
ad Alalakh e nelle coste del Libano,
a Minet el Beida, nei pressi di
Ugarit.
Le documentazioni scritte,
specialmente le tavolette recanti
incisioni di scrittura lineare B,
trovate nel palazzo di Cnosso e
riguardanti materiali che entravano

131

S Conservato presso il Museo

opra, l'affresco dell'Uccello Azzurro.

archeologico di Iraklion, proviene


dalla "Casa degli Affreschi" di Cnosso.

e uscivano dal palazzo, non offrono


invece nessun'altra informazione
illuminante circa i rapporti allora
esistenti con l'Egitto o con altri
luoghi nel Mediterraneo. Lo stesso
valga per il coperchio di una scatola
in pietra recante i simboli di Khyan,
re hyksos in Egitto, e la statuetta
dell'ufficiale Ab-nub-nes Waset-User,
trovati da Evans nel palazzo di
Cnosso.
Ecco allora che il materiale
archeologico cretese, cos povero
di testimonianze scritte, viene
illuminato e interpretato, a causa
delle analogie sopra descritte, per
oggetti, forme e disegni, dalle
testimonianze della civilt egizia.
Nikos Skoutelis e Flavio Zanon

132 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

Gli scavi della


Scuola italiana
Giugno 1 884: una
missione di archeologi
e di studiosi italiani
sbarca a Creta. Dopo
appena pochi mesi, le
prime straordinarie
scoperte: G6rtyna,
Lebna, Prinis,
Ax6s, Lyttos ma
specialmente Festa e
Aghia Trida segnano
l'inizio della grande
era degli scavi italiani
nell'isola di Minasse.

La presenza di archeologi e ricercatori


italiani a Creta risale al giugno del
1 8 84, quando Federico Halbherr arriv
a Creta a capo di un gruppo di
ricercatori di altissimo livello. Allievo
di Domenic9 , Comparetti, anch'egli
filologo positivista, si occup
prevalentemente dello studio di
iscrizioni. Per sua grandissima fortuna,
appena dopo un mese di soggiorno
a Creta, scopr la Grande Iscrizione
con le leggi della citt di G6rtyna. Ma
Halbherr non si ferm solo alla ricerca
di iscrizioni, oggetto privilegiato dei
suoi studi (la sua collezione ne contava
1 66); nel giro di appena quattro mesi
riusc infatti a identificare intere aree
di citt sepolte comprendendole
all'interno dei suoi studi topografici.
In questa impresa venne affiancato
da valorosi giovani studiosi come
Mariani, Savignoni, Taramelli e De
Sanctis con i quali pot, in tempi
rapidissimi e con rigore metodologico,

GLI SCAVI DELLA SCUOLA ITALIANA


pubblicare materiali su un grande
numero di si ti e monumenti rinvenuti
in tutto il territorio di Creta.
Gi nel 1 885 cominci la spedizione
degli scavi nell'Ide'on Andron
- la mitica grotta della nascita di Zeus
- finanziata dal Syllogos,
un'associazione culturale della
comunit greca di Iraklion fondata sia
per la salvaguardia dei monumenti sia
per la conservazione delle opere d'arte
nel territorio di Creta. Per gli scudi
monumentali e i tympana (strumenti
musicali) in bronzo di fattura
orientaleggiante, rinvenuti all'interno
della grotta, lo studio venne affidato
all'archeologo Paolo Orsi.
Parallelamente Halbherr continu
i Lwori di ricerca nel centro della citt
di G6rtyna, tra i villaggi di Aghii Dka
e Mitr6poli.
La nuova realt politica stabilitasi
nell'isola, dopo i tumulti degli anni
1 897- 1 898, grazie all'intervento delle
grandi potenze europee e la presenza
delle loro truppe fino all'anno 1 9 1 2,
offr delle migliori condizioni di
lavoro per la ricerca scientifica.
Infatti, in stretta collaborazione
con le autorit locali e il Syllogos,
Orsi ricominci gli scavi nell'area di
G6rtyna, insieme a Savignoni e a De
Sanctis. Con grande cura ed estremo
rigore metodologico gli studiosi
italiani esaminarono i monumenti
sotto tutti gli aspetti, vagliandoli alla
luce delle testimonianze storiche,
dell'espressione artistica, e della
loro solida formazione di epigrafisti.
Questo avvenne anche per lo studio
del tempio di Esculapio e del materiale
epigrafico trovato a Levini (Lebna),

Acentrale del palazzo di Festa.

fronte, l'angolo nord-ovest del cortile

Ricostruzione grafica di K. Elikis.

1 33

cio il porto di G6rtyna sul mare


Libico. Cominci cos l'era dei grandi
scavi italiani a Creta: G6rtyna, Lebna,
Prinias, Ax6s, Lyttos ma specialmente
Festo e Aghia Triada). S'intrapresero
inoltre lo studio e la catalogazione
dei monumenti del periodo veneziano
dell'isola, condotti da Giuseppe
Gerola, invitato da Halbherr a spese
del Reale Istituto Veneto di Scienze
e Arti. importante sottolineare che
questa attivit scientifica dell'equipe
di Halbherr, oltre a formare parte dei
principali protagonisti e accademici
della scena dell'Archeologia dell'epoca,
contribu notevolmente al consenso
delle operazioni del governo italiano,
non solo in ambito culturale ma anche
in quello politico.
Gli scavi nel palazzo di Festo
segnarono, come gi accennato, una
tappa fondamentale per la missione
archeologica italiana a Creta. n sito
venne per la prima volta identificato
dall'inglese T.A.B. Spratt, verso
la met dell'Ottocento, in base a certe
antiche indicazioni fornite dai testi
di Strabone. Le successive indagini
che avvennero per opera di
A.Taramelli ( 1 894), furono continuate
in seguito da G. De Sanctis e da
A. Savignoni, il quale localizz poi
l'angolo sud-ovest del cortile del
palazzo; palazzo che si riveler in
seguito parte di una complessa
stratificazione d'insediamenti.
n lavoro sistematico dello scavo
venne intrapreso da Luigi Pernier
nel 1900, che riusc a completarlo
piuttosto rapidamente ( 1909)
pubblicandone definitivamente,
tra il 1 928 e il 1 932, i ritrovamenti.
Il periodo aureo di Festo coincide
con la vita del cosiddetto "Primo
Palazzo" (3000-2500 a.C. ), il governo
del quale viene attribuito al mitico re
Radamanto, fratello di Minasse e con

1 34 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

Uitaliano Giuseppe Gerola.

na fotografia scattata dall'archeologo

quest'ultimo posto, da Dante, come


giudice alle soglie dell'Inferno. Questo
"Primo Palazzo", edificato sopra
insediamenti del tardo-Neolitico (4000
a.C.), a sua volta servir da fondazione
per il "Secondo Palazzo", dopo un
disastroso terremoto collocabile
attorno alla prima met del secondo
millennio.
A questa fondamentale ricerca sullo
sviluppo del palazzo contribuir
Doro Levi in un'arco di tempo che
va dal l 950 al 1966. I suoi volumi
sono di estrema importanza, in
quanto riescono a rappresentare
metodologicamente gli studi pi
completi riguardo agli scavi delle
prime decadi del secolo. Altrettanto

importanti saranno anche le


pubblicazioni degli altri archeologi
della missione. Levi pubblicher
inoltre il suo studio sui sigilli di Aghia
Triada e di Zakros e quello sui bronzi
di Ax6s, a suo tempo scoperti da
Halbherr e Savignoni. Nel 1950,
la riapertura degli scavi a Festa
coincise con la pubblicazione del
secondo volume dei vecchi scavi,
redatto da Pernier e da Luisa Banti.
Di quest'ultima sar pure lo studio
sulla seri ttura Lineare-A delle
tavolette di Aghia Triada. Tra il 1935
e il 1 950 Margherita Guarducci
complet le sue Iscriptiones Creticae,
testo che comprende l'aspetto storico
e quello topografico nello studio delle
epigrafi, valido ancor oggi, assieme
a quello scritto sempre da lei su
G6rtyna. La sua ricerca archeologica
continuer sotto la direzione di Colini
prima (Pythion e Praetorium) seguita
poi da Levi per arrivare in fine con
l'attivit di Antonino di Vita, l'attuale
direttore della Scuola italiana.
Gli scavi di maggior importanza
condotti dalla Missione italiana,
oltre alla famosissima area del palazzo
di Festa, sono stati effettuati per la
maggior parte nel territorio di Messara.
La piana di Messara, che comprende
la parte sud della regione centrale
di Creta, con capoluogo Iraklion,
protetta a nord dal monte Ida e a sud
da una catena di montagne pi basse,
le Asteroussia. Si trattava di un'area
omogenea, che stata occupata pi
tardi della parte settentrionale
dell'isola, ma che molto rapidamente
si arricch di insediamenti abitativi
verso la fine del Neolitico. Lo sviluppo
rapido port questi centri a un livello
tecnico e artistico cos peculiare che
quasi sempre evidente nei reperti
rinvenuti. Questa crescita, peraltro
aiutata dalle condizioni climatiche

GLI SCAVI DELLA SCUOLA ITALIANA

I L PALAZZO D I FESTO : l ) Cortile occidentale. 2) Santuario del vecchio palazzo.


3) Propilei del vecchio palazzo. 4) Gradinata del teatro. 6 Scala del cortile
occidentale. 7) Corridoio di collegamento del cortile occidentale al cortile
centrale. 8-10) Santuario dell'ala occidentale. 19 e 2 1 ) Locali con cisterne di
purificazioni. 22) Stanza dei pilastri. 23 e 24 Stanze con panche. 25 Vestibolo
dei magazzini. 26) Corridoio dei magazzini. 33) Magazzino con pithoi. 38)
Stanza con cisterna di purificazioni. 39) Scala. 40) Cortile centrale. 4 1 )
Ingresso dell'ala settentrionale. 4 8 ) Cortile dell'ala settentrionale. 5 0 ) Sala
della regina. 5 1 ) Scala verso il piano superiore. 52) Corridoio verso il cortile
orientale. 53) Posto di guardia? 62) Corridoio. 63 e 63.) Politiro e lucernario.
63b) Vestibolo. 63d) Cisterna della purificazioni. 64) Portico. 67) Scala dei
propilei. 68 e 69) Propilei. 75) Area a sud del colonnato. 76) Scala. 77-79)
Megaron del re. 80) Corridoio. 83) Cisterna. 87) Corridoio. 90) Cortile
orientale con altoforno. 93 ) Colonnato. 100) Tempio di Rea. 1 0 1 ) Area nella
quale stato rinvenuto il disco di Festa.

135

1 3 6 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI
e dalla produttivit della valle, port
alla creazione del palazzo di Festa,
punto focale dell'intera regione.
A poca distanza da questo l'ascesa
del centro di Aghia Tri<ida, nel periodo
tardo Minoico, rimane ancora un
problema aperto per la comprensione
della storia dell'epoca. Questo centro,
che ancora oggi rimane sconosciuto
ai pi, ha avuto una storia
parallela a quella di Festa.
L'area di scavo
composta di tre
unit: l ) La
cosiddetta Villa
Reale del periodo
del Secondo
Palazzo; 2 )
L'insediamento
di abitazioni con
un primo livello,
contemporaneo
alla Villa e un
secondo coevo al
periodo Postpalaziale;
3) Le necropoli degli stessi
periodi.
Il sito fu individuato dagli stessi
scavatori del fortunato periodo a
cavallo tra il 1902 e il l 90S mentre lo
stesso Halbherr fu il direttore dello
scavo sistematico. Lo studio del sito
si presenta fino a oggi lacunoso
e non mai stato oggetto di esame
continuativo da parte di un solo
archeologo. Negli archivi della Scuola
italiana sono comunque di estremo
aiuto per la comprensione
dell'insediamento gli schizzi per le
ricostruzioni grafiche degli edifici
eseguiti da E. Stefani.
Parecchi secoli pi tardi sar
G6rtyna a diventare il centro politico
amministrativo della piana di Messara
e tale rimarr per tutto il corso
dell'Impero bizantino. La citt romana
di G6rtyna si estender a nord, dalle

circostanti colline di Aghios Ioannis,


di V6lakas e Profitis Ilias, fino ai paesi
di Aghii Dka e di Mitr6poli
rispettivamente in direzione nord-sud,
per un totale di circa 200 ettari. La
citt era organizzata attorno a tre
punti nodali, il primo era il nucleo
sull'Acropoli, attorno al tempio di
Athena Poliouche, il secondo sotto
la collina dove Halbherr
identific l'Agor, e il
terzo, attorno a una
seconda Agor, in
pianura, dove c' il
tempio di Apollo
Pythios. Il
monumento che
indiscutibilmente
port alla fama la
citt di G6rtyna
stata la grande
iscrizione, scoperta
da Halbherr pochi
mesi dopo il suo

arrivo a Creta, in base


a indicazioni fornite da
viaggiatori francesi. Le leggi,
risalenti al 480-450 a.C., sono state
incise su marmo e poi ricomposte
sulla parte interna del muro di un
edificio-portico a pianta circolare
con un diametro di 33,30 metri.
All'interno di questo spazio, in epoca
romana verr costruito l'Odeion. Altri
scavi significativi di quest'area della
citt sono il santuario di Apollo
Pythios, il Pretorio, il Ninfea, il tempio
delle divinit egizie, i due teatri, il
circo, l'Acropoli e infine le necropoli.
Lebna, la citt porto di G6rtyna
si trovava sulla costa sud dell'isola.
Menzionata da Strabone, Plinio,

S luce da Luigi Pernier in un vano della

opra, il disco di Festa. Fu riportato alla

zona nord-orientale del palazzo di Festa


ncl l 908.

GLI SCAVI DELLA SCUOLA ITALIANA 1 3 7


Tolomeo e Filostrato stata pure
oggetto d'indagine della missione.
L'interesse di Halbherr e poi
di Taramelli si concentr sulle
citt ellenistica e poi romana e
specialmente sul tempio di Esculapio,
dove si scoprirono cataloghi di
sanationes, cio testi di grande
realismo che descrivono
dettagliatamente le azioni terapeutiche
del dio sui fedeli addormentati.
L'Ide'on Andron la grotta sul
monte Ida (Psiloritis) nella quale,
secondo il mito, venne nascosto Zeus,
nutrito dalla capra Amaltea e allattato
al suono delle musiche dei
"Korybantes" cretesi, e rappresenta
un altro luogo dell'attivit
pionieristica della scuola archeologica
italiana. n primo a scavare nella grotta
f Halbherr, che in un breve arco
di tempo riusc a portare alla luce
materiali votivi in bronzo e avorio
dell'VIII e del VII secolo a. C.
Fino a oggi questo materiale resta
di estrema importanza per la
comprensione sia del periodo
geometrico sia del connubio tra
l'arte orientale e la tradizione
figurativa locale.
La patla di Prinias (vale a dire
una piana elevata in montao'lla,
nella regione di Iraklion) un sito che
domina due vallate, l'una che arriva
alla costa settentrionale e l'altra verso
Messara. n primo insediamento
dell'area risale al periodo
Protopalaziale ma le pi consistenti
strutture sono quelle del Postpalaziale
( 1300 a.C.) che continuarono fino
all'et ellenistica. Nel sito, una volta
identificata la citt di Rhizenia da
Halbherr, lo scavo venne condotto
da L.Pernier tra il 1906 e il 1 908. Qui
si trovano due templi del VII secolo
a.C. che, identificati come tempio A
e B, sono testimonianze di grande

importanza in quanto documentano


l'esistenza di decorazioni plastiche
in edifici sacri a Creta, prefigurando
la nascita degli ordini classici.
Un secondo periodo di scavi
inizi nel 1969 sotto la direzione
del professar G. Rizza che port
alla luce un insediamento abitativo
contemporaneo al tempio B
e identific i limiti delle fortificazioni
con le postazioni militari che
delimitano l'area della piana.
La Missione italiana a Creta si
occup di un grande numero di altre
ricerche archeologiche, tra le quali
la citt degli arcadi, centro proellenico
sulle pendici dei monti di Lassithi
(Halbherr, De Sanctis, Levi), la tomba
circolare di Kamilari (D. Levi, 1959),
l'insediamento di Seli (V. La Rosa,
1973- 1975 e 1976) e quello di
Patrikis, nel territorio di Messara.
Nella vallata di Cnosso, nell'area
di Makrytichos, Habherr individu nel
1 885 i resti di un edificio romano e ad
Ax6s, localit sulle pendici nord del
monte Ida, insieme a Savignoni port
alla luce i resti di un tempio di Venere,
con ricchi reperti di oggetti votivi
e una serie di armature bronzee
nella parte esterna dell'edificio.
Per concludere, nel territorio
di Chania, nella parte occidentale
dell'isola, in uno scavo diretto da
l. Tzedakis e da A. Sacconi venne
alla luce un edificio minoico, la
costruzione del quale risale ad un
periodo tra i secoli XVII e XV a.C.
Infine, nell'isola di Gavdos, 22
miglia a sud ovest di Creta, ed estremo
limite dell'Europa politica, De Sanctis
nel 1 899 e poi Levi e Colini nel 1925,
identificarono insediamenti che
vanno dal Neolitico all'et ellenistica,
epoca in cui l'isola divenne colonia
di G6rtyna.
Nikos Skoutelis e Flavio Zanon

1 3 8 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

La " villa di Arianna"


P-er sir Arthur
Mentre stava
conducendo gli scavi
di Cnosso, Arthur
Evans si fece costruire
una residenza degna
di Minasse in una
posizione strategica.
Dall'imponente villa
"Ariadni" , immersa
in un lussureggiante
parco disseminato
di rare piante esotiche,
l 'eccentrico archeologo
inglese godeva infatti
di una visione
complessiva sul sito.

Mentre gran parte del palazzo minoico


stava venendo alla luce, Evans aveva
affittato dal bey turco una casa per
la squadra dei suoi scavatori, nella
stessa area archeologica. Poich le
condizioni non erano tra le pi
salutari, gli scavatori furono in
seguito alloggiati a Candia (Iraklion),
attendendo che la costruzione della
villa "Ariadni" venisse portata
a termine. Questo avvenne nel 1906,
quando nella parte sud del giardino
della stessa villa, a nord-ovest della
Strada Sacra del Teatro, inizi lo scavo
del cosiddetto "Piccolo Palazzo".
Il caso della villa era senza dubbio
un'eccezione nell'ambiente
dell'archeologia: relazionava infatti
l'abitazione di Evans con gli stessi
suoi scavi permettendogli inoltre
una visione complessiva privilegiata,
da un sito cos sopraelevato rispetto
al palazzo minoico.
L'architetto Christian Doll, a sua
volta figlio di un rinomato architetto,
lavor al progetto della villa
sicuramente guidato dalla forte
personalit di Evans che voleva
rappresentare in tal modo il proprio
status di gentleman vittoriano,
profondamente nutrito dalle
esperienze del grand tour ma anche
dal collezionismo e da un esotismo,
allora profondamente radicato
nella letteratura, nella pittura
e nell'architettura.
Infatti, com' stato recentemente
analizzato nel singolare saggio di
A. Zois, Evans fu il protagonista
assoluto di un'avventura non sempre
filologicamente attendibile, in bilico

A sue spalle, Mackenzie posano davanti


fianco, Evans (a sinistra), Doll e, alle

a villa " Ariadni" nel 1 9 10. A fronte uno


scorcio della villa.

'\

LA "VILLA DI ARIANNA" PER SIR ARTHUR


tra archeologia e mito, restauro
e architettura; a questo riguardo
basti pensare al considerevole numero
di architetti coinvolti nei lavori.
Il piano principale della villa si
sviluppa su 260 metri quadrati ed
sopraelevato di 2 metri rispetto
al piano del suo
giardino. Essendo
quindi il livello
inferiore
parzialmente
interrato, si
ottenne una
discreta quantit
di terra di riporto
per formare,
con basse dune,
i bordi del
giardino, piantati
successivamente
con gli stessi pini
che separano
a nord la propriet
dalla strada. Le
loro alte chiome
creano - a nord,
a ovest e a sud
della villa - una barriera contro i forti
venti dell'isola, lasciando lo sguardo
libero di spaziare verso il palazzo
minoico.
L'ingresso principale della propriet
segnato da due pilastri in pietra, con
relativo cancello, trattati allo stesso
modo con cui sono trattate le facciate
dei corpi della villa; procedendo
sempre affiancati dai pini a ombrella,
si incontra il sinuoso muro che
circonda la piscina e che coincide
con il limite verso la strada statale,
della folta vegetazione del giardino.
Costeggiando il sentiero in terra
battuta, che in prossimit degli edifici
stato pavimentato con minuscoli
ciottoli su pasta di cemento,
si condotti in uno spazio circolare

139

delimitato da sedili di pietra e


dominato dalla statua dell'imperatore
Adriano. Anch'essa, posta nel
mezzo del pi fitto gruppo di palme
del giardino un reperto proveniente
dai circostanti scavi della propriet.
Fu scoperta nel 1 925 dallo stesso
Evans nell'area
del peristilio
della villa romana
"Dionyssos" .
In asse con essa
vi l'ingresso
della villa
"Ariadni" : solida
e ferma, discreta
con la sua
struttura di pietra
e con i suoi tetti
piani. Dilys Powel
la descrisse nel
romanzo che
porta lo stesso
nome della
residenza, come
" stabbornly
victorian in the
Mediterranean";
in ogni caso fu concepita pensando
alle calde estati cretesi, ponendo cos
la zona notte a un livello del terreno
circa l metro al di sotto del piano
del giardino, al fine di garantire
la frescura durante la notte. Questo
seminterrato si affaccia su un
corridoio perimetrale che viene
scavalcato in prossimit dell'ingresso
anteriore e posteriore dalle scale
conducenti al piano principale;
quest'ultimo composto da tre grandi
stanze e da un largo corridoio, che,
in corrispondenza delle due entrate,
si affaccia sulle rispettive verande,
quella orientale ricoperta da una
maestosa buganvillea e quella
occidentale, disseminata d'antichit
romane, ottomane e veneziane.


.(',
-

'"

S opra, veduta aerea della villa " Ariadni" e del suo giardino.

Di l si pu inoltre accedere
al disimpegno nodale di tutta la
costruzione, trait d'union tra il
frutteto, gli appartamenti dei
domestici e la residenza. Tutta
la concezione della costruzione
incentrata nel trattare
indipendentemente le singole
funzioni, articolate per sull'asse
centrale della villa, in modo da
originare spazi in rapporto preciso
con le viste sul giardino.
La villa fu costruita in un modo
piuttosto inusuale, come viene
mostrato da fotografie dell'epoca:
mentre normalmente la posa degli
infissi segue la costruzione, con la
villa "Ariadni" avvenne esattamente
il contrario. Tutti i serramenti e gli
infissi arrivarono pronti, con i loro

accessori, dall'Inghilterra e vennero


posti in opera per mezzo di supporti
di legno, quindi si procedette
all'edificazione muraria. L'alta qualit
della fattura di queste porte e finestre
inglesi evidente anche oggi, un vero
tributo all'artigianato edoardiano.
Il trattamento delle facciate, invece,
con il suo insolito "bugnato" analogo
ad altri edifici contemporanei
dell'isola, deve la sua riuscita a
metodi costruttivi e maestranze
entrambi locali.
Lo stile di vita, totalmente inglese,
imbevuto di quel colonialismo che,
l'incoronazione della Regina Vittoria
come imperatrice delle Indie 1 1 888)
aveva istituzionalizzato, si giustifica
totalmente nella vita mondana che
aveva luogo ;ettimanalmente nella

LA "VILLA DI ARIANNA" PER SIR ARTHUR


villa e nel suo giardino.
Non sappiamo se fu lo stesso Evans
a progettare da solo il giardino di circa
5500 metri quadrati, cos come non
siamo a conoscenza delle specie
originali che furono piantate nelle
aiuole; se infatti, grazie ai taccuini
di viaggio, sono noti l'amore e
l'attenzione che Evans nutriva per
la flora cretese, non sappiamo se,
o in quale modo, essa possa essere
stata usata nel giardino. Il suo disegno
generale rispecchia una concezione
tutta britannica, mentre il suo
carattere totalmente mediterraneo:
un luogo ombroso dove la sera si
possa gioire della tanto attesa frescura
dopo una torrida giornata estiva.
Venerabili palme infatti, con pini
e cipressi, proiettano la loro ombra
grandiosa assieme alle gigantesche
buganvillee, mentre la sera i
gelsomini diffondono nell'aria il loro
dolcissimo profumo. Tutti questi
generi sono ormai assai comuni
e reperibili sul mercato, ma non
lo erano un secolo fa, quando per
esempio le palme in questione
Phoenix canariensis e Washingtonia
filifera
giusto allora venivano
sperimentate per esotismo,
paesaggisticamente, in Sicilia, in
Grecia e nella riviera ligure. Anche
le buganvillee, oggi enormi e dai
tronchi contorti dello spessore
quasi d'un albero, erano state allora
da poco scoperte e immortalate nel
Mediterraneo. Ed proprio il rosso
magenta di questo rampicante
all'ingresso della piscina e nella
veranda occidentale della villa a
diventare il protagonista non solo
del giardino ma anche dello spazio
archeologico del palazzo. Altri
rampicanti, degni di nota per le loro
dimensioni, sono la Lonicera
caprifolium, la Tecomaria capensis

141

che appare ancora come un piccolo


arbusto in una fotografia del 1 9 10
dove sono ritratti l'architetto Doll
e l'archeologo Mackenzie e una
Macfadyena unguis-cati ormai
estesissima, alla sinistra dell'ingresso
principale, coperta da una moltitudine
di fiori gialli a trombetta all'inizio
dell'estate.
Le strette stradine che attraversano
il giardino tra le aiuole bordate di
pitosforo, ben pi resistente al caldo,
al terreno calcareo e ai venti del
tradizionale bosso dei giardini
continentali, sono a loro volta
fiancheggiate da stretti canali
d'irrigazione di certo sapore
mediterraneo ma dall'incerta
funzione, in quanto attualmente
non sono collegati con nessuna
fonte o cisterna d'acqua. Sul retro
della villa, orientato parzialmente
verso mezzogiorno, si trova il perivoli,
cio l'orto della propriet cinto da un
muro di pietra e coltivato ad agmmi,
i quali furono anche piantati nelle
aiuole della residenza dei domestici.
Nel l 926 Evans don la villa alla
Scuola britannica di Atene, la quale
a sua volta, nel l976, concesse la
propriet allo stato ellenico. Durante
la seconda guerra mondiale la villa
venne usata come sede del comando
delle truppe di occupazione. Ad allora
risale la costruzione dei due grandi
rifugi antiaerei sotto la barriera
frangivento dei cipressi. Dopo la
liberazione, la villa ospit e ospita
saltuariamente studiosi
dell'archeologia cretese, rispettando
cos le condizioni della donazione.
Attualmente, l'opera di restauro della
villa e del suo giardino fanno parte
del progetto generale di protezione
e riqualificazione dei monumenti
dell'intera vallata di Cnosso.
Nikos Skoutelis e Flavio Zanon

1 42 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

La nuova valle
di Cnosso

in

atto un piano di
riqualificazione della
vallata di Cnosso il cui
scopo, a ccanto a un
intervento di restauro
e di salvaguardia,
l'unificazione delle
aree archeologiche
e delle infrastrutture.
Si vuole in tal modo
proporre una "lettura
multipla dei luoghi ",
diversificata da
visitatore a visitatore,
che superi una
concezione statica
degli scavi.

Negli anni Sessanta fu redatto


il piano regolatore generale per l'area
metropolitana della citt di Iraklion
da Aristomenis Provellengios, a suo
tempo allievo di Le Corbusier.
Si trattava di un piano pionieristico
per la Grecia di allora, che prevedeva
fra l'altro l 'organizzazione del parco
archeologico di Cnosso, con
un'estensione che andava dalle foci
del fiume Karter6s, nella parte
orientale del porto di Iraldion (sito
attorno al quale sono state rinvenute
strutture portuali di epoca minoica),
per arrivare nell'area di Spilia, a sud
del palazzo scoperto da Evans.
Il processo di modernizzazione
dello stato venne interrotto
dall'avvento al potere della dittatura
dei colonnelli ( 1 967- 1 9 74) e il
progetto di Provellengios non
fu mai approvato.
Successivamente la crescita
incontrollata dell'abusivismo,
aggravata dalla mancanza
di programmazione per le opere
infrastrutturali, ha impedito tutta

LA NUOVA VALLE DI CNOSSO


una serie di interventi ad ampio
respiro, confinandoli nei limiti delle
aree archeologiche (le cosiddette
"Zone A"), all'interno delle quali
non consentito alcun tipo di nuova
edificazione. Oggi, nonostante
l'inequivocabile frammentazione,
queste zone potrebbero entrare
a far parte di un comune sistema
di aree archeologiche unificate,
all'interno del quale le nuove
infrastrutture permetterebbero una
migliore fruizione degli spazi sia
da parte dei turisti che degli studiosi.
La Grecia, con la sua entrata nella
Comunit Europea ( 1 98 1 ) ha
beneficiato di aiuti finanziari (I e II
Piano comunitario d'appoggi o) per
la dotazione di infrastrutture e servizi
in tutto il territorio nazionale.
La direzione della Regione Creta in
collaborazione con il ministero della
Cultura ha mostrato particolare
interesse per il finanziamento di
opere di riqualificazione nella vallata
di Cnosso, sia nel quadro della
conservazione sia della rivalutazione
del patrimonio artistico,
considerandola come area di primario
interesse turistico dell'isola.
IL RESTAURO DEL PALAZZO

Si tratta di una serie di interventi che


vertono sul consolidamento parallelo
dei reperti minoici e delle strutture
in calcestruzzo di Evans e sulla
costruzione di un percorso esclusivo
per i visitatori, al fine di evitare
distruzione e consunzione dei
materiali antichi per opera dei
visitatori stessi.
Per le opere di consolidamento dei
muri antichi si formato un gruppo
di tecnici, del Ministero ellenico per
la Cultura, che annovera un'equipe
di specialisti composta da architetti,
restauratori e archeologi. Riguardo

1 43

S su un mosaico pavimentale della villa


opra, il profilo di una

m usa

raffigurato

"Dionyssos". A fronte, il progetto delle


tettoie di protezione dei mosaici della villa.

il restauro delle strutture in cemento


leggermente armato a opera di Evans,
considerato sia come parte integrante
per la lettura del palazzo, sia come
parte della sua storia e della storia
degli interventi sull'antico, sono
previste opere di consolida\nento,
parallelamente a opere di
alleggerimento delle stnitture
originarie dove sar permesso.
Il nuovo percorso, composto
da corridoi di legno sopraelevati,
realizzati tra il 1 996 e il l 997,
affiancato a quello originale del
palazzo, al fine di escludere dalla
visita diretta luoghi particolarmente
preziosi e fragili come il propileo sud,
il grande vano scale, i cosiddetti
appartamenti del Re e della Regina,
il bagno, e cos via.
L'UNIFICAZIONE DELLE AREE
ARCHEOLOGICHE E LE INFRASTRUTTURE

Ai limiti dell'area di tutela


archeologica, anch'esso costruito sulle
vestigia del cimitero ellenistico e poi
romano della citt di Cnosso, sorge

1 44 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI
l'ospedale "Venizeleion". da
quest'area che si deciso di iniziare
con la realizzazione di parcheggi,
lontani dall'area di scavo del palazzo,
e di percorsi pedonali che renderanno
possibile una visita alternativa
per la conoscenza approfondita dei
luoghi, non solo di scavi preistorici
ma anche di quelli di et romana,
dei monumenti del dominio dei
veneziani e dell'et moderna.
IL PARCO DELL'AREA DI VILLA "ARIADNI"

Se per i parcheggi nelle aree


di servizio e per i percorsi pedonali
all'interno del palazzo, i progetti
non sono stati ancora completati,
per quel che riguarda invece l'area
a nord-est dello scavo, fortemente
caratterizzata dalla collocazione
della villa "Ariadni" (dal nome
di Arianna, figlia di Minasse)
e del giardino circostante, le proposte
corrispondono a progetti concreti,

in fase di esecuzione. Insieme all'area


del palazzo, questa la seconda
grande propriet che Evans acquist
dopo il suo arrivo a Creta. Si tratta
di 64.000 metri quadrati che si
estendono vicino allo scavo del
palazzo, a nord-ovest, lungo la
strada che arriva da Iraklion.
La villa collocata al centro
dell'area. A sud si trovano scavi di et
minoica, come il Piccolo Palazzo, la
casa inesplorata, lo scavo della strada
del teatro, assieme a depositi per
lo studio del materiale ritrovato.
La restante area, caratterizzata
a nord dal centro della citt romana
di Cnosso. Qui si trova lo scavo della
villa "Dionyssos" (R. W Hutchinson
1 935, M. Gough 1 958 - 1 9 7 1 e S. Paton
1 989- 1 999) dagli splendidi mosaici
di epoca imperiale, e un discreto
numero di sezioni archeologiche
(K. & D.Wordl) che durante gli ultimi
cinque anni, hanno portato alla luce

LA NUOVA VALLE DI CNOSSO


parti di edifici pubblici e privati
di grande rilievo.
Tutti gli spazi che compongono
questa area sono relazionati con
le memorie delle fasi di scavo
e di studio dell'antico a Creta.
Un insieme di edifici minori collocati
vicino all'ingresso della villa di Evans
sono tuttora la sede della Scuola
britannica di archeologia ( Brtish
School at Athens). Quest'ultima, in
collaborazione con la Sovrintendenza
per l'archeologia preistorica e classica
locale e la Regione Creta, ha
impostato un programma di opere
che porter alla configurazione
e alla gestione dell'area come parco
archeologico. stato progettato un
sistema di strutture leggere come
tessuto di collegamento tra
costruzioni, scavi e aree verdi.
Primo passo di questa nuova
sistemazione sar la costruzione di
tettoie protettive per i mosaici della
villa "Dionyssos" . Tre grandi tettoie,
in struttura di legno lamellare,
ricompongono la possibile volumetria
della villa, attorno al peristilio.
Un sistema di lastre attorno allo

1 45

scavo aiuta a far confluire le acque


piovane lontano dai pavimenti,
in una cisterna, da cui l'acqua
verr prelevata per irrigare le
piantumazioni e il futuro giardino
situati nell'area dell'impluvium.
Seconda opera di riqualificazione
dell'area sar il restauro della villa
e del giardino di Evans. La villa, dopo
la concessione al Ministero della
Cultura ellenico da parte della Scuola
britannica ( 1976) rimarr uno spazio
deputato a ospitare gli studiosi della
civilt e della storia di Creta. Per quel
che riguarda il giardino si completer
la pavimentazione dei viottoli tra le
aiuole, si cureranno gli alberi malati
e si incrementer la flora originaria,
prevista da Evans e ora mancante.
La terza fase del progetto prevede
la realizzazione di nuove aree
di servizio per piccoli gruppi di
visitatori, la dotazione di strutture
di accesso a tutte le aree di scavo,
l'illuminazione degli ambienti.
Tutti questi spazi, anche se si
presentano con delle funzioni e
dei caratteri diversificati, dovranno
essere considerati come momenti
eccellenti della storia della ricerca
archeologica a Creta. La caratteristica
che il piano del parco vuole
accentuare quella di un continuo
cantiere di archeologia. Questa
vicinanza offre la possibilit di
una lettura multipla dei luoghi,
diversificata da visitatore a visitatore.
Si vuole arrivare non a una
concezione statica degli scavi ma
alla lettura delle loro possibilit di
sviluppo, che serve sia alla ricerca
che all'educazione.
Nikos Skoutelis

P dei mosaici della villa "Dionyssos".


rogetto delle tettoie di protezione

1 46 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

Visita al Museo
di Iraklion
Affreschi e ceramiche,
statue e gioielli, vasi
e oggetti provenienti
da tom be;, palazzi,
grotte
E questo il
ricco tesoro custodito
nelle sale del Museo
archeologico di
Iraklion che, all'alba
del Duemila, si
prepara a un radicale
intervento di
modernizzazione per
presentare al meglio
i capolavori dell'antica
civilt cretese.
. . .

Nel 1 878, nell'allora citt di Candia


(Iraklion), viene istituita una societ
con l'obiettivo di tutelare il
patrimonio storico e monumentale
dell'isola di Creta, e a tal fine viene
catalogato il materiale archeologico
che costituir il nucleo originario della
futura collezione del museo. Verr
cos formata la prima raccolta dei
reperti temporaneamente alloggiata
in due stanze attigue alla chiesa
di San Francesco, sempre in prossimit
della cattedrale. Tra il 1 904 e il 1907
Dorpfeld e Kavadias elaborano
e realizzano i disegni di una sala
d'esposizione. Sar nel 1937 che,
nello stesso sito della chiesa di San
Francesco, purtroppo ormai ridotta
a rudere, si costruir il museo
archeologico di Iraklion, su disegni
di Patroklos Karantins, edificio
esemplare del movimento moderno
in Grecia. Durante la seconda guerra
mondiale, a causa dei bombardamenti,
il prezioso materiale verr protetto
in casse sotterrate nel giardino

VISITA AL MUSEO DI IRAKLION


dell'edificio, trasformato poi in
ospedale per opera delle truppe
d'occupazione.
L'allestimento odierno, datato tra il
1951 ed il 1964, stato realizzato dagli
allora soprintendenti Platon e Alexiou.
L'aumentato flusso dei visitatori
e l'anacronistica organizzazione
tematica della sale, oggi ormai
superata, hanno portato recentemente
alla redazione del progetto per la
modernizzazione e l'ampliamento
degli spazi espositivi del museo che
acquister inoltre anche nuove sale
per le esposizioni temporanee. Se ne
preventiva la realizzazione nel primo
triennio del Duemila.
Il Museo archeologico di Iraklion
il pi ricco al mondo di reperti
minoici, e uno dei pi importanti della
Grecia. Il materiale esposto proviene
specialmente dalle aree centrali e
da quelle orientali dell'isola, coprendo
un periodo di sei millenni circa, cio
dall'et neolitica all'epoca romana.
Seguendo un principio cronologico
e tematico stata attuata la
numerazione delle sale, dove il
visitatore pu ammirare vasi di pietra
e di ceramica, sigilli, statuette e
gioielli, assieme a esemplari della
scrittura lineare A e B. Sono
ritrovamenti dai palazzi
di Cnosso, di Festa, Malia e Zakros
(sale II, V, VII, XL da santuari montani
(sala III), come dai cimiteri neo e post
palaziali di Cnosso e Festa (sala VI)
ed inoltre oggetti provenienti da
ville e caverne (sala VII). Tra di essi
vogliamo citare alcuni oggetti che,
come avviene per altri musei del
mondo, sono assunti a simboleggiare
l'intera collezione, per tutta una
serie di fattori che li isolano e li
immortalano, non solo nei cataloghi,
o nei libri di storia dell'arte, ma anche
nelle copie in vendita un po'

147

dovunque. Iniziamo col citare il


"disco di Festa" con la sua scrittura
di segni geroglifici su entrambe le
facce che ancora oggi avvolta nel
mistero. Si prosegue poi con il
gioco da tavolo chiamato "ratricchio",
una sorta di scacchi, oppure con una
coppia di rhyton (coppe per libagioni),
in steatite nera a forma di testa di toro
e concludendo con il pendente delle
due api o vespe, intente a deporre
una goccia di miele nel favo.
Nella sala VII si trovano tre
meravigliosi vasi in steatite nera,
quello "dei mietitori", che rappresenta
dei contadini in processione con arnesi
sulle spalle, guidati da musici e da un
sacerdote. Il secondo, chiamato "coppa

S A fronte, il pendente delle due api

opra, una giara rinvenuta a Cnosso.

vespe proveniente da Mlia .

1 48 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI

Testa di scettro in scisto in forma di pantera. Proviene da Malia e risale al 2000- 1700 a.C.
del rapporto", rappresenta
un giovane con la spada sulla spalla,
in atteggiamento di chi fa rapporto
a un alto dignitario. Il terzo vaso,
pure questo di steatite, suddiviso
in quattro zone, con scene di pugilato
e scene del gioco con il toro,
di perfetta esecuzione.
Nella sala XIII vengono esposti dei
sarcofagi minoici in terracotta, con
forme a cassa e a vasca, scoperti in
varie parti dell'isola. Presentano una
decorazione dipinta nello stile della
ceramica, con fiori stilizzati e polipi.
Al piano superiore, nelle sale XIV,
XV e XVI troviamo invece gli
affreschi, che sono indubbiamente
tra le forme pi importanti dell'arte
minoica, anche se arrivati fino
a noi quasi sempre frammentati.
Provengono essenzialmente dal
palazzo di Cnosso, affiancati inoltre
da quelli provenienti dalla "Villa di
Amniss6s", dagli scavi delle case di
Pseira e di Agha Triada.

Da quest'ultimo scavo proviene


il sarcofago in pietra, unico del suo
genere fino a oggi trovato a Creta,
totalmente ricoperto di pitture dove
viene sviluppato il tema del rituale
di sepoltura degli alti dignitari, posto
al centro della sala (XIV). Oltre agli
affreschi della processione, del toro,
delle signore in blu, della cosiddetta
Parigina o del pavimento con i
delfini, nella stessa sala esposto
anche il plastico in legno della
ricostruzione del palazzo di Cnosso.
Discendendo le scale ci si trova
davanti alle sale XIX e XX con
esempi di arte, che vanno dal periodo
arcaico a quello romano. Anche se il
materiale non moltissimo, tuttavia
di fondamentale aiuto per riflettere
sugli ampi movimenti culturali che
dopo la conclusione del ciclo della
civilt minoica, iniziano via via
a formare la cultura propriamente
ellenica.
Nikos Skoutelis e Flavio Zanon

VISITA AL MUSEO DI IRAKLION

S del Museo di Iraklion. Vi

1 49

opra, la "coppa del rapporto", uno dei tre vasi in steatite nera conservati nella sala VII
raffigurato un giovane con la spada sulla spalla che sembra
fare rapporto a un dignitario dalle lunghe chiome e alti calzari. Proveniente da Aghia
Triada, la coppa risale al l 700-l600 a.C.

1 50 APPARATI
CRONOLOGIA
- 3200 a.C.
- 2200
- 2000
-1700
-1650
-1500
-1450
-1370
-1100-800
-500
-Fine IV-I sec.
(epoca ellenistica)

-67

324 d.C.
823
961
1204
1210-1669

1415
1669-1898
1817
1821
1830
1830-1840
1834
1857
1865
1866
1878
1866
1884
1894
1898
1900
1913
1915
1923
1941
1944
1961

Inizio del Minoico antico


Inizio del Minoico medio.
Costruzione dei primi palazzi (Cnosso, Festa, Malia e Zakros).
Distruzione dei primi palazzi.
Ricostruzione dei palazzi (epoca dei secondi palazzi).
Eruzione del vulcano di Santorini.
Distruzione dei palazzi minoici e invasione micenea.
Distruzione definitiva di Cnosso.
Scomparsa delle civilt dell'et!! del Bronzo e sviluppo
del mondo delle citt.
Leggi di G6rtyna.

Rivalit iilcessanti tra le citt di Creta. Pirateria cretese.


Conquista romana di Creta. Creta associata alla
provincia della Cirenaica (capitale G6rtyna).
Annessione di Creta all'impero bizantino.
Conquista araba (fondazione di Khandak).
Creta riconquistata dai bizantini.
Conquista durante la quarta crociata. Creta ritorna ai veneziani.
Occupazione veneziana (a partire dal XIV sec. Rinascimento
cretese, con il pittore Dominikos Theotok6pulos, detto
El Greco, e Cornaro, l'autore dell'Erotokritos).
Passaggio di Cristoforo Buondelmonti a Creta.
Occupazione turca.
Viaggio di F. W. Sieber.
Guerra di indipendenza in Grecia.
Indipendenza della Grecia.
Creta passa sotto l'autorit del vicer d'Egitto.
Viaggio di Robert Pashley.
Viaggio di Georges Perrot e Lon Thenon.
Viaggio di Spratt.
Distruzione del monastero di Arkadi.
Primo scavo di Minos Kalokairinos a Cnosso.
Visita di Heinrich Schliemann a Cnosso.
Federico Halbherr gilmge a Creta a capo di una missione
di studiosi italiani. Scoperta delle leggi di G6rtyna.
Primo viaggio di Arthur Evans a Creta.
Autonomia cretese e arrivo del principe Giorgio
in veste di alto commissario.
Inizio degli scavi a Creta (Cnosso, Festa).
Annessione di Creta alla Grecia (Trattato di Londra).
Joseph Hazzidakis scopre il palazzo di Malia; nel 1920
i francesi riprendono gli scavi.
Partenza degli ultimi musulmani, rimpiazzati
dai greci dell'Asia Minore.
Invasione tedesca e devastazione dell'isola.
Liberazione dell'isola.
Scoperta del_palazzo di Zakros.

INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI

151

INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI


Copertina

Arthur Evans a Cnosso, fotografia.


Oxford, Ashmolean Museum, .
Tavolette di maiolica rappresentanti
faccia te di case minoiche scoperte negli
scavi del palazzo di Cnosso, XVII secolo.
Iraklion, Museo archeologico, .
Entrata nord del palazzo di Cnosso,
disegno di J.-P. Chabod. Gallimard
Jeunesse/J.-P. Chabod.
Dorso

Particolare degli affreschi del Corridoio


delle Processioni. D.R.
IV

di copertina Entrata nord del palazzo


di Cnosso, stato attuale, fotografia. D.R.
Apertura
l, 2-3 Pianta

attuale delle rovine del


palazzo di Cnosso, illustrazione di Franois
Brosse, 1 992. Editions Millet/F. Brosse,
Parigi.
4-5 (sopra) Spaccato longitudinale
est-ovest del palazzo di Cnosso, stato
attuale delle rovine, illustrazione di
F. Brosse e J. Ddin. Editions Millet/F.
Brosse, Parigi.
4-5 (basso) Idem, proposta di ricostruzione,
illustrazione di F. Brosse e J. Dodin.
Editions Millet/F. Brosse, Parigi.
4 (al centro) Magazzino dell'ala ovest, stato
attuale. Editions Millet/F. Brosse, Parigi.
5 (al centro) Loggia dell'affresco con gli
scudi, parte superiore della grande
scalinata, stato attuale. Editions
Millet/F. Brosse, Parigi.
6 Assonometria della grande scalinata,
stato attuale; illustrazioni di F. Brosse e J.
Dodin. Editions Millet/F. Brosse, Parigi.
7 Grande scalinata con le verande e i
lucernari, stato attuale. Editions Millet/F.
Brosse, Parigi.
8-9 (sopra) Spaccato longitudinale nord-sud
del palazzo di Cnosso, stato attuale delle
rovine, illustrazioni di F. Brosse e J. Dodin.
Editions Millet/F. Brosse, Parigi.
8-9 (sotto) Idem, proposta di ricostruzione,
illustrazioni di F. Brosse e J. Dodin.
Editions Millet/F. Brosse, Parigi.
8 (al centro) Propilei sud, stato attuale.
11 Affresco del Principe dei Gigli. Iraklion,
Museo archeologico, .

Capitolo

12 Il porto di Candia, incisione colorata,


in: Bernard von Breydenbach,
Peregrinationes in Terram Sanctam, 1 488.
Parigi, Bibliothque nationale, .
13 Carta di Creta, in: Cristoforo
Buondelmonti, Liber Insularum
Archipelagi, 1420. Parigi, Bibliothque
nationale, .
14-15 (sopra) Spaccato con figura rossa
rappresentante le sette imprese principali
di Teseo, particolare centrale, V secolo
a.C., Londra, British Museum .
14-15 (sotto) Incisioni anteriori al l650,
in Topographie des iles grecques, vol. l,
Parigi, Bibliothque nationale, .
16-17 G6rtyna, acquerello di Edward Lear,
17 maggio 1 864. Atene, Biblioteca
Gennadios, .
17 Monete di Cnosso, da: Robert Pashley,
Travels in Crete, 1 833. D.R.
18 I pescatori di spugne, litografia in T.A.B.
Spratt, Travels an d R esearches in Crete,
1865. D.R.
19 La fontana turca a Candia, incisione
in: Robert Pashley, op. cit. D.R.
20 (sotto) Ritratto di K. Sbonos,
combattente nelle insurrezioni cretesi
contro i turchi, dipinto di Stavrakakis,
fine XIX secolo. N. Kontos e N.
Dessylas, Grecia.
20-21 (sopra) L'olocausto di Arcadi,
olio su tela di G.L. Gatteri. Atene, Museo
Soutzos. Pinacoteca nazionale, Atene.
20-21 (al centro) Armi dei capi delle
insurrezioni cretesi contro i turchi, XVII
XIX sec. N. Kontos e N. Dessylas,
Grecia.
21 (sotto) Ritratto di G. Spithouris,
combattente nelle insurrezioni cretesi
contro i turchi, dipinto di Stavrakakis,
fine XIX sec. N. Kontos e N. Dessylas,
Grecia.
Capitolo

II

22 Uomo in costume cretese, 1 920 circa.

Roma, Biblioteca Vaticana. .


23 Sigillo minoico in diaspro verde, in:

Arthur Evans, Londra, 1921-1935 The


Pala ce of Minos a t Knossos. D.R.
24 I re di G6rtyna, iscrizione murale,
particolare. Magnum/E. Lessing, Parigi

1 52

APPARATI

24-25 Federico Halbherr trascrive le

leggi di G6rtyna. Atene, Scuola italiana


di Atene, .
25 Scudo votivo raffigurante Zeus su un
toro circondato dai cureti, bronzo dell'VIII
secolo. Iraklion, Museo archeologico.
Dagli-Orti, Parigi.
26 Ritratto di L. Mariani. Album
della famiglia Gerola. Famiglia Gerola,
Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti,
Venezia.
26-27 Cartina della Grecia, particolare.
D.R.
27 La danzatrice, statuetta di bronzo, fine
XVII secolo a.C. Berlino, Antikenmuseum.
Staatliche Museen Preussischer
Kulturbesitz/Isolde Luckert, Berlino.
28 Maschera funeraria d'oro detta di
Agamennone, trovata a Micene. Atene,
Museo nazionale, .
28-29 Pugnale damascato proveniente
dalla tomba IV di Micene. Atene, Museo
nazionale. Dagli-Orti, Parigi.
30 Fotografia scattata da )oubin in un
accampamento turco, 1 8 9 1 . Scuola
francese di Atene, .
30-31 A. Evans, L. Savignoni,
G. Hazzidakis, L. Mariani e F. Halbherr
a Candia, fotografia. Oxford, Ashmolean
Museum, .
31 Pithos trovato da M. Kalokairinos
sul sito di Cnosso nel l 878. Parigi, Louvre.
Louvre, dipartimento delle antichit
greche/C. Larrieu, Parigi.
32 L'ultimo governatore musulmano
di Candia. Iraklion, museo storico.
Edizioni Millet/C. Ferrare.
33 (sopra) Arrivo del principe Giorgio
alla baia di Suda, dicembre 1 899, cartolina
postale. Iraklion, Museo archeologico.
Edizioni Millet/C. Ferrare.
33 (al centro) Ricevuta di Arthur Evans
per l'acquisto di una porzione di terreno
a Kefala. Oxford, Ashmolean Museum, .
Capitolo

III

34 Grifone, acquerello tratto dall'affresco

della sala del trono. E. Gilliron. Oxford,


Ashmolean Museum, .
35 La Dea dei Serpenti, maiolica
proveniente da Cnosso 1 700-1600 a.C.
Iraklion, Museo archeologico. Dagli-Orti,
Parigi.
36 (sopra) Antiche cartoline postali

etnografiche. Raccolta Arthur Evans,


Scuola di studi slavi ed est-europei,
universit di Londra. Gallimard
)eunesse/E. Tweedy.
36 (sotto) Diario degli scavi di Arthur
Evans. Idem.
37 (sopra) Articolo di Arthur Evans
pubblicato sul "Manchester Guardian"
il 27 febbraio 1 882. Idem.
37 (sotto) Arthur Evans: copia acquerellata
dell'affresco di san Giorgio a Gonutjiani,
idem.

38 (sopra, a destra) Rilegatura dell'opera

di Arthur Evans Cretan Pictographs and


Phoenician Script, Londra, 1 895. Parigi,
Bibl. dell'Istituto francese.

38 (sotto a destra) Sigilli cretesi, disegni,

D.R.
38-39 (sopra) Pittogrammi cretesi, disegni,
D.R.
38-39 (sotto) Atene, 1 877. Esposizione
dei tesori scoperti da Schliemann
sul sito di Micene; incisione. D.R.
40 (sopra) Theodore Fyfe: studi degli
affreschi della sala con i banchi di pietra,
1902. Oxford, Ashmolean Museum, .
40-41 A. Evans, T. Fyfe e D. Mackenzie
a Cnosso verso il 1 900, fotografia. Oxfqrd,
Ashmolean Museum, .
41 Scavi del piccolo palazzo di Cnosso
nel 1905, fotografia. Oxford, Ashmolean
Museum, .
42 (sotto) Il Cretan Exploration Fund,
sottoscrizione lanciata sulla stampa
britannica, 1900. Oxford, Ashmolean
Museum, .
42-43 Cappella delle asce bipenni,
in The Palace. . . , cit.
43 (sopra) Diario degli scavi di Duncan
Mackenzie: piante della casa ovest, 1908.
Oxford, Ashmolean Museum, .
44 A. Evans e D. Hogarth a Candia,
fotografia. Oxford, Ashmolean Museum, .
45 Dea dei serpenti, in maiolica,
proveniente da Cnosso, 1 700-1 600 a.C.
Iraklion, Museo archeologico. Dagli-Orti,
Parigi.
46-47 Veduta del teatro di Cnosso nel
1923. Oxford, Ashmolean Museum, .
48-49 Veduta dei magazzini di Cnosso
nel 1 90 1 . Sirot-Angel, Parigi.
49 Grande pithos scoperto a Cnosso,
fotografia. Oxford, Ashmolean Museum, .
50 (sopra) Affresco con tauromachia,

INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI


proveniente dall'ala est del palazzo, XV
secolo a.C. Iraklion, Museo archeologico.
Edizioni Millet/C. Ferrare.
50 (sotto) Operaio che presenta i cocci
trovati in Kouloura, della corte ovest,
fotografia. Oxford, Ashmolean Museum, .
51 (a sinistra) Disegni delle tavolette di
maiolica, diario degli scavi di Arthur
Evans, 1 1 aprile 1902. Oxford, Ashmolean
Museum, .
51 (a destra) Arthur Evans esegue alcuni
disegni, fotografia. Oxford, Ashmolean
Museum, .
51 (sotto) Tavolette di maiolica
rappresentanti facciate di case minoiche
scoperte negli scavi del palazzo di Cnosso,
XVII secolo. Iraklion, Museo archeologico.
Edizioni Millet/C. Ferrare.
52-53 J. Xanthoudidis a Tilissos, Creta.
Scuola francese di Atene.
53 Harriet Boyd Hawes a Iraklion, in:
Mary Allsebrook, Born to Rebel, Oxford,
Edizioni Oxbow Books, 1992, .
54-55 Veduta di insieme delle rovine
di Aghia Triada, in Des Cyclades la
Crte, fotografie di F. Boissonnas, 1 9 1 9.
Parigi, Bibliothque nationale, .
56-57 G. Gerola controlla il progresso degli
scavi del tempio di San Tito, G6rtyna, 24
marzo 1900. Album della famiglia Gerola.
Famiglia Gerola, Istituto Veneto
di Scienze, Lettere e Arti, Venezia.
58-59 G. Gerola a cavallo nel palmeto
di Vai, 1 1 giugno 190 1 . Album della
famiglia Gerola, idem.
Capitolo IV

60 Il Principe dei Gigli, litografia,

in The Pala ce of. . . ,

cit.

D.R.

6 1 Scene rituali funerarie sul sarcofago

dipinto di Aghia Trhida. Iraklion, Museo


archeologico. Artephot/R. Percheron,
Parigi.
62 (sopra) Ciotola di ceramica proveniente
da Kamares, XVIII sec., riproduzione
in The Pala ce of. . . , ci t. D.R.
62 (sotto) Testa di guerriero in avorio
con l'elmo decorato a denti di cinghiale,
proveniente da Micene. Atene, Museo
nazionale, .
63 Arthur Evans a Cnosso, fotografia.
Oxford, Ashmolean Museum, .
64 (sopra) Veduta del sito minoico di
Akrotiri sull'isola di Santorini (Thera), XVI

1 53

secolo. Dagli-Orti, Parigi.


64 (sotto) Carta dell'isola di Santorini, in:
Cristoforo Buondelmonti, op. cit. Parigi,
Bibliothque nationale, .
64-65 Vulcano sottomarino, l'isola di
Santorini durante l'eruzione del 1 866,
litografia colorata. Coll. privata. D.R.
66 (sopra) Disco di Pesto, esposto negli
anni Venti al museo di Iraklion. Archivi
Albert Kahn, Boulogne, .
66 (sotto) Corona del Principe dei Gigli,
doratura sulla rilegatura di The Paiace of. .
cit. D.R.
67 Vasellame di pietra proveniente dall'ala
ovest del palazzo di Cnosso, idem.
68 Pianta dei magazzini nord-est e del loro
contenuto, idem.
69 Ricostruzione della Sala delle bipenni,
acquerello di Piet de Jong, idem.
70 (sopra) Vaso policromo posto su un
piedestallo a imitazione di un alabastro
egizio, idem.
70 (al centro) Basamento piramidale per
bipenne, trovato nel lungo corridoio del
palazzo, idem.
70 (a sinistra) Bicchiere funerario
policromo, idem.
70 (sotto a destra) Alabastro trovato sul
pavimento della sala del trono, idem.
70-71 Ricostruzione degli appartamenti
della regina (mgaron), acquerello di Piet
de Jong, idem.
71 (sotto) Particolare dell'affresco delle
"Donne sedute", o affresco miniatura,
trovato nella grande sala; copia di
E. Gilliron figlio, idem.
72 "Stratigrafia della sezione est del
palazzo di Cnosso", articolo di Arthur
Evans in Annual of the British School,
Atene, 1 903. D.R.
73 (a sinistra) Rhyton conico o vaso
per libagioni, decorato con scena di
tauromachia e di pugilato, proveniente
da Aghia Triada, 1 700-1600 a.C. Iraklion,
Museo archeologico. Dagli-Orti, Parigi.
73 (sotto) Cartiglio di uno dei re hyksos,
iscritto sul coperchio di un alabastro, in
The Palace of. . . , cit.

74 Copia in legno del trono di Minasse,


idem.

74-75 Terracotta raffigurante delle


danzatrici, trovata i Palkastro; XVI secolo,

idem.

75 (sopra) Danze cretesi, idem.

1 54

APPARATI

76 (sopra) Nuova ricostruzione dell'affresco


del Raccoglitore di Zafferano, acquerello
originale di Piet de Jong. Donazione di
Margaret C. Laidlaw. Toronto, Royal
Ontario Museum, .
76 ial centro) Copie dei frammenti degli
affreschi del Raccoglitore di Zafferano,
trovati da Arthur Evans nel 1 900;
acquerello originale di E. Gilliron.
Oxford, Ashmolean Museum, .
76 !sotto) Leoni e dea presso un santuario
in vetta, impronta di sigillo, incisione
in The Palace of. .. , cit.
76-77 Affresco del Raccoglitore di
Zafferano, acquerello originale di E.
Gilliron. Oxford, Ashmolean Museum, .
77 !sotto) Sigillo di un re minoico, seguito
dalla sua firma, in The Palace of. . . ,
cit. D.R.
78-79 Restauro della sala del trono nel
1 900, fotografia. Oxford, Ashmolean
Museum, .
80-81 Ricostruzione della sala del trono,
acquerello originale di E. Gilliron.
Oxford, Ashmolean Museum, .
82-83 Ricostruzione della sala del trono,
litografia di E. Gilliron, in The Pala ce
of. . , cit. D.R.
83 Schizzo degli scavi della sala del trono,
diario degli scavi di Arthur Evans, 14 aprile
1900. Oxford, Ashmolean Museum, .
84 !sopra) Pannello restaurato di un
affresco miniatura con decorazioni
architettoniche. Oxford, Ashmolean
Museum, .
84-85 Ricostruzione dell'ala ovest
del palazzo !corte centrale), acquerello
originale di Piet de Jong. Iraklion,
Museo archeologico. Artephot/P. Treia.
85 Elemento dell'affresco miniatura
trovato nella parte nord del palazzo,
in The Palace of. . . , cit. D.R.
86 !sopra a destra) Spaccato della
ricostruzione della grande scalinata,
incisione di Doli, idem.
86 !sopra a sinistra) A. Evans e
D. Mackenzie sorvegliano i lavori di
pavimentazione, 1 905 circa !fotografia).
Oxford, Ashmolean Museum, .
87 Posa di un blocco della grande scalinata,
1905 circa !fotografia). Oxford, Ashmolean
Museum, .
88 Sala del trono del palazzo di Cnosso,
stato attuale. Artephot/Nimatallah, Parigi
.

89 Sir Arthur Evans, acquerello di

Richmond, 1930 circa. Societ degli amici


di Arthur Evans. Oxford, Ashmolean
Museum, .
90-91 Restauro della grande scalinata,
1905 circa !fotografia). Oxford, Ashmolean
Museum, .
92-93 !sopra) La sala del trono, il vestibolo
e il portico a gradini prima del restauro
del 1900 !fotografia). Oxford, Ashmolean
Museum, .
92-93 !sotto) Il complesso della sala del
trono, restaurata nel 1 930, e il portico
a gradini, restaurato nel 1923; ala ovest
della corte centrale !fotografia). Oxford,
Ashmolean Museum, .
Capitolo

94 Ricostruzione dell'ingresso nord,

stato attuale. Artephot/Takase, Parigi.


95 Rhyton di stile marino: tritone e fauna
marina, XVI sec. Iraklion, Museo
archeologico. Artephot/Held, Parigi.
96-97 Spianata ovest degli scavi di Cnosso,
1 920 circa, cartolina postale. Parigi, Coli.
A. Nesteroff. D.R.
98 Frontespizio di La Crte ancienne,
P.M.J. Lagrange, 1908. Biblioteca.
universitaria di Strasburgo. D.R.
98-99 Pianta del palazzo di Cnosso
nel 190 1 . D.R.
99 Frontespizio di Crete, the Forerunner
of Greece, C.H. e H. Hawes, Londra,
New York, 1 909. D.R.
100-101 !sopra) Titolo del numero di
"The American Weekly" del 13 novembrl'
1 922. D.R.
100-101 !sotto) Visitatori sul sito di
Cnosso, 1900 circa. Coli. J. Brul.
Edizioni Millet, Parigi.
102 !sopra) Copertina di The Sea King
of Crete, di J. Bailie, 1907. Coll. privata.
D.R.
102 lsotto) Portatore di Vaso, affresco della
processione !ricostruzione). Dagli-Orti,
Parigi.
103 !sopra) I fratelli Mandakas, in
Des Cyclades en Crte, au gr du vent,

fotografia di F. Boissonnas, 1919. Parigi,


Bibliothque nationale, .
l 03 l sotto) Frontespizio di D es Cyclades
en Crte . . . , cit., idem

104 !sopra) Frontespizio del catalogo di


oggetti galvanoplastici micenei e minoici,

INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI

edizioni E. Gilliron, Strasburgo,


Biblioteca. universitaria, D.R.
104 (sotto) L'interno del museo
archeologico di Iraklion negli anni Venti.
Boulogne, Archivi dipartimentali Albert
Kahn, .
105 La Parigina, affresco del palazzo
di Cnosso. Iraklion, Museo archeologico.
Artephot/Nimatallah, Parigi.
106 (sopra) Scala del bastione est con
evacuazione dell'acqua a cascata; incisione
in The Palace of. .. , cit. D.R.
106 (sotto) Spaccato e alzato del lucernario,
villa reale; incisione, idem.
107 Scacchiera reale con incrostazioni
d'oro; litografia, idem.
108 Brocchetta minoica di stile marino
recante l'immagine di un polpo. Palkastro,
XV sec. Iraklion, Museo archeologico, .
109 (sopra) Affreschi con pernici (sezioni
l e 2), padiglione del Caravanserraglio;
litografie delle copie di E. Gilliron figlio,
in The Palace of. . . , cit. D.R.
109 (sotto) The Cromer Bird, cotone
stampato di Arthur H. Mackmurdo, 1884.
Bridgeman Art Library, Londra.
1 10 Rhyton di cristallo di rocca trovato nel
palazzo di Zakro, 1450 a.C. Iraklion,
Museo archeologico.
Artephot/Nimatallah, Parigi.
1 1 1 Colonne della grande scalinata, stato
attuale. Magnum/E. Lessing, Parigi.
1 1 2 Ingresso nord del palazzo di Cnosso,
acquerello di Piet de )ong, Iraklion, Museo
archeologico. Edizioni Millet/C. Ferrare.
Testimonianze e documenti
1 1 3 Le dame in blu, affresco dal palazzo di

Cnosso. Iraklion, Museo archeologico, .


1 1 5 Lotta di Teseo e del Minotauro, vaso
attico con figure nere; VI sec. a.C. Roma,
Museo del Vaticano, .
116 Mosaico romano raffigurante Teseo
e il Minotauro. D.R.
119 Statuetta in terracotta trovata a Malia,
XVI sec. a.C. Coli. privata. D.R.
120-121 Scavi della regione occidentale
condotti da )oseph Hazzidakis a Malia,
fotografia 1 9 1 5 . Scuola Francese di
Atene.
122 La Parigina, 1400 a.C. circa, litografia
tratta da volume The Palace of. . . , cit.
D.R.
124-125 Ricostruzione della santuario

155

Arkhanes realizzata d a Otis Imbodem.


National Geographic Society/Lloyd K.
Townsend, Washington.
126 Tavoletta recante scrittura geroglifica
rinvenuta a Festa nel volume di Chadwik
e Ventris Documents in Mycenaen Crete.
D.R.
129 Sigillo recante scrittuta geroglifica
nel volume di Arthur Evans Scripta minoa,
1909. D.R.
130 Vaso in forma di testa taurina. D.R.
131 Affresco dell'Uccello azzurro, "Casa
degli affreschi"; litografia dalla copia di E.
Gilliron figlio, in The Palace of. .. , cit.
132 L'angolo nord-ovest del cortile centrale
del palazzo di Feste. Ricostruzione grafica
di K. Elikis. Archivio Electa.
134 La porta di un'abitazione a La Canea,
fotografia scattata da Giuseppe Gerola.
Famiglia Gerola, Istituto Veneto di Scienze,
Lettere e Arti, Venezia.
135 Mappa del palazzo di Feste. Archivio
Electa.
136 Il disco di Festa. Archivio Electa.
138 Evans, Doli e Mackenzie posano
davanti a villa "Ariadni" nel 1 9 10.
Oxford, Ashmolean Museum, .
139 Scorcio della villa Ariadni., fotografia.
Skoutelis e Zanon.
140 Veduta aerea della villa "Ariadni"
e del suo giardino. British School
at Athens.
142 Progetto delle tettoie di protezione
dei mosaici della villa "Dionyssos".
Skoutelis e Zanon.
143 Profilo di una musa raffigurato
sn un mosaico pavimentale della villa
"Dionyssos".
144-145 Progetto delle tettoie di protezione
dei mosaici della villa "Dionyssos".
Skoutelis e Zanon.
146 Pithos trovato a Cnosso. Iraklion,
Museo archeologico. Artephot/R.
Percheron, Parigi.
147 Pendente con api, da Malia. Idem.
Dagli -Orti, Parigi.
148 Testa di scettro in scisto in forma di
pantera, proveniente dal palazzo di Malia,
2000-1 700 a.C. Dagli-Orti, Parigi.
149 La coppa del rapporto, proveniente
da Aghia Triada; steatite, 1 700-1600 a.C.
Iraklion, Museo archeologico.
Dagli-Orti, Parigi .

1 56

APPARATI
INDICE DI NOMI

Africa 33
Aganthia 25
Agamennone 28
Aghia Triada 52, 5 7, 61, 76, 102
Albania 3 7
Alessandria 1 9
Arianna 45, 74
Arnaud-Jeanti, Gaston 104
Arkadi, monastero 2 1
Ashmolean, museo 62, 63
Asia 66
Assiria 108
Atene 1 6, 26, 38, 39, 1 0 1
Atlantide 6 5 , 102
Baedeker l 03
Baikie, James l 02
Barcellona 1 1 1
Belon, Pierre 14
Bembo, fontana 1 9
Benoit, Pierre 7 1
Bosnia 8 9
Berr, Henri 9 5 , 1 1 0
Boissonnas l 03
Bordeaux 1 8
Bosanquet 52
Bosnia 37, 74
Boucher, Perthes de 36
Boyd, Harriet 52, 53, 54
Bruxelles 1 1 1
Buondelmonti, Cristoforo 13, 14, 65
Caldea 108
Candia 13, 1 7, 1 8, 1 9, 20, 27, 42, 100, 1 03
Capodimonte 73
Castleden, Rodney 1 24-125
Ceram, C.W. 1 26
Chandax 1 9
Champollion, Jean-Franois 39
Chipiez 27
Cnosso
Cappella delle asce bipenni 43, 83, 100
Caravanserraglio, affresco 100, 109
Casa dei massi franati 100
Casa del sommo sacerdote 100
Casa ovest 43
Corridoio delle processioni l 00
Corridoio delle tavolette con le spade
100
Magazzini reali l 00
Parigina, affresco 95, 105
Piccolo Palazzo 41

Portatore di Vasi, affresco 88, 102


Principe dei Gigli, affresco 61, 77
Raccoglitore di Zafferano, affresco 77
Sala del Capitolo 83
Sala del trono 35, 45, 87, 79, 81, 93,
103
Sala dell'iniziazione 100
Sala delle asce bipenni 43, 83, 1 00
Sala di Minasse 50
Stanza da bagno della regina 100
Vaso dei mietitori 104
Collignon, Maxime 106, 107
Cornaro, piazza 1 9
Croazia 8 9
Crono 2 5
Damietta 1 9
Daumier 1 05
Darwin, Charles 72
Dawkins, R. M. 52
Dedalo 23, 107
Degas, Edouard 105
Delfi 33
Demargne, Pierre 26
Doli, Christian 42, 86, 100
D6rpfeld, Wilhelm 31, 97
Duncan, Isadora 42, l 03
Dussaud, Ren 86, 96, 98, 105
Egeo 29, 66, 76
Egitto 29, 66, 68, 72, 73, 76, 100
Epimenide 15
Eracle 14, 27
Ercolano 44
Erzegovina 3 7
Etearco 21
Europa 1 5, 28, 74
Evans, Arthur 26, 3 1 , 32, 33, 35, 36, 37,
38, 39, 41, 42, 43, 44, 45, 48, 50, 5 1 , 55,
61, 62, 64, 66, 68, 69, 71, 72, 73, 74, 75,
76, 77, 79, 8 1 , 83, 85, 86, 87, 88, 89, 9 1 ,
93, 95, 96, 97, 98, 99, 103, 104, 105,
106, 107, 1 10, 1 1 1
Evans, John 36, 36, 44
Fabricius 26
Faure, Paul l l 8 - 1 23
Fayum 66
Fenicia 29
Festa 20, 52, 5 7, 66, 105
Finlandia 36

INDICE DEI NOMI

Francesco I, re 14
Francia 32, 36, 86, 98
Fyfe, Theodore 4 1 , 42, 8 1 , 84
Gabriel, abate 21
Gerola, Giuseppe 54, 57
Gilliron, Emile 42, 8 1 , 83
Ginevra 1 0 1
Giorgio I 79
Giorgio II 33
Glotz, Gustave 72, 1 10
G6rtyna 16, 1 7, 24, 27, 53, 57
Goulas 53
Grecia 27, 32, 33, 38, 43, 108
Gurnia 52, 53, 55
Halbherr, Federico 24, 26, 3 1 , 32, 52, 54
Hall, Edith H. 52, 54
Haussoulier 26, 33
Hawes 99
Hazzidakis, Joseph 26, 3 1 , 52, 53
Hogarth, Gipsades 40, 43, 44, 52
Homolle 32
Hugo, Victor 20
Icaro 107
Ida, monte 1 6, 25
Illiria 38
Inghilterra 3 7, 86, 97, l 04, l 08
Iraklion 1 7, 19, 1 04
Istanbul 30, 3 1
Italia 38, 68
Iugoslavia 3 7
Jong, Piet de 77, 84
Joubin, Andr 26, 32
Juktas, monte 1 7
Kahun 66
Kalokairinos, Minos 26, 30, 3 1 , 33
Kamares 62
Kavousi 52
Kefala 30, 33, 45
Kiyan 72
Kumassa 53
La Perlette 55
Lagrange, padre 97, 99, 105
Lamartine, Alphonse de 16
Lapponia 36
Lassithi, altipiano 1 5
Lat6 53
Lear, Edward 16, l 7
Libano 100

157

Londra 86, 104


Louvre, museo 97
Mackmurdo 109
Mackenzie, Duncan 41, 42, 43, 5 1 , 85, 96,
97
Makritiho 18
Malia 53, 55, 68
Malta 38, 68
Mariani 26, 3 1
Mgalo Kastro 1 7, 1 9
Meissen 73
Melbourne 1 0 1
Messara, 15, 52, 5 5
Micene 28, 29, 30, 3 8 , 3 9 , 4 5 , 7 1
Micenia 62
Milchh6fer 23
Miller, Henry 88
Mil6s 18, 42, 65, 66, 76
Minosse 15, 20, 2 1 , 23, 29, 45, 50, 66, 7 1 ,
74, 7 6 , 84, 86, 89, 9 1 , 102, 106, 107,
101, 1 10
Minotauro 1 5, 16, 1 7
Missione italiana 24, 26
M6chlos 52
Morris, William 105, 108, 1 10
Mouliana 53
Myres 26
New York 101
Niru Chani 52
Odissea (Omero) 23, 29
Omero 28, 29, 30, 39, 62, 64, 71, 75
Orsi, Paolo 28
Ouli, Marthe 54, 55
Oxford 37, 74, 89, 104

Palazzo Guell 1 1 1
Palazzo Stoclet 1 1 1
Palkastro 25, 52, 75, 106, 1 09
Paribeni, Roberto 52
Parigi 36
Pasci, Fotiades 30
Pashley, Robert 1 6, 1 7, 1 9
Pasifae 74, 105
Pendelbury, John 55
Pernier, L. 52
Perrot, Georges 13, 1 6, 1 8, 1 9, 27
Petrie, Flinders 66
Phylakopi 42, 65
Picard, Charles 89, 98, 107, 1 09
Pococke, Richard 14
Plecnik 85

158

APPARATI

Pompei 44, 50, 65


Pottier, Edmond 44, 50, 97, 99, 102, 103,
105, 108
Praga 85
Psichr6, grotta 52
Psira 52
Ragusa 36, 37
Rhabdh-el-Khandak 1 9
Raulin, Vietar 1 8
Repubblica di Venezia 1 3
Rgnier, Henri de 99, 1 03
Reinach, Salomon 6 1 , 73, 85, 98, 105,
106
Ruskin, john 108
San Tito, chiesa di 57
Santorini 65
Sardegna 38
Saussure, Hennine de 54, 55
Savary, Claude 14
Savignoni, A. 3 1 , 52
Schliemann, Heinrich 26, 28, 29, 31, 38,
39 61, 62, 64, 71, 79, 97, 98
Scuola biblica di Gerusalemme 99
Scuola britannica di Atene 32,40, 42, 44,
104
Scuola francese di Atene 1 7, 26, 29, 30,
32, 33, 52
Seager 52
Svres 73

Sicilia 38
Sieber, EW. 16
Siria 73
Speich, Richard 1 14 - 1 1 7
Spratt 1 7, 18, 25
Stillman 30
Stobart, ).C. 107
Syllogos 27
Taramelli 26
Taylour, William 126-129
Teseo 1 5, 75
Thenon 29
Thenon, Lon 1 7
Thra 64, 65, 66
Tilissos 52, 106
Troia 28, 38, 7 1 , 97
Urbino 73
Vai 54
Vassiliki 52
Venere 18
Vincennes 73
Williams, Bianche E. 54
Xanthoudidis, S. 52
Zakros 1 5, 52
Zeus 14, 1 7, 25, 29, 52

BIBLIOGRAFIA

1 59

BIBLIOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA GENERALE

S. Alexiou, O
Iraklio, 1964.

minoikos politismos,

V. Casagrande e I. Rossi,

Grecia,

J. Driessen e C.F. Macdonald,


The troubled island, Aegeum
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Clup
La vita quotidiana a
Creta ai tempi di Minasse (1500 a. C.),

edizioni, Milano 1990.

P. Faure,

R. Castleden, Il mistero di Cnosso, ECIG,


Genova 1992.

Rizzoli, Milano 1984.

C. W. Ceram, I detectives
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dell'archeologia,

C. Coglitore e M. Pedretti, Creta, Labirinto


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mediterraneo,

J. A. Sakellarakis, Museo
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R .. Speich, Creta, Edizioni Futuro,
Verona 1991.

BIBLIOGRAFIA DEGLI SCAVI ITALIANI

Canciani, Bronzi orientali e


orientalizzanti da Creta, Roma,

1970.

Le leggi di Cortina
e le altre iscrizioni archaiche cretesi,

D. Comparetti,

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Mons.

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Monumenti Antichi pubblicati per cura
della Reale Accademia dei Lincei, XI, 190 l .
E . Fiandra, I periodi distruttivi del primo
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M. Guarducci, I miracoli di Asclepio
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Halbherr - E . Stefani- L.Banti, Haghia


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F.

F.

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Le leggi antiche

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D. Levi, Fests e l a civilt minoica,
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D. Levi, Fests e la civilt minoica,
II, l Roma 1981.
L. Pernier,

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di Frinias. Contributo allo studio


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L. Pernier, Il palazzo minoico di Fests,
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di Fests, II,

G . Porro, Il tesoro di Asclepieion di Lebena,


Studi Romani, II, 1 9 1 4.
G. Rizza, Nuove ricerche sulla Fatela
e nel territorio di Frinias, Cronache di
Archeologia, 8, 1 969, p.8 ff.

1 60

A Scuola francese di Atene, insegna

lexandre Farnoux, gi membro della

Storia greca presso l'Universit di


Strasburgo. Autore di studi e ricerche
a Creta sulla civilt minoica, ha condotto
gli scavi di un quartiere abitativo nel sito
cretese di Malia.

L'autore ringrazia, per i suggerimenti


e l'aiuto nella raccolta di documenti:
a Oxford, R. Hood e S. Hood, gi direttore
della Scuola inglese di Atene, A. Brown,
conservatrice dell'Ashmolean Museum,
N. Momigliano e V. Fotou, incaricati
delle ricerche; ad Atene, f. Driessen,
membro della Scuola francese di Atene
e K. Christophi, archivista della Scuola
francese di Atene; a Parigi, Ph. Bruneau,
professore presso la Sorbona di Parigi e
A. Pasquier, conservatore delle Antichit
greche e romane al Louvre; a Berlino,
V. Stiirmer, assistente all'universit
Humbold.
L'editore ringrazia Luisa Kalokairinos,
direttore del museo storico di Iuiklion,
Anne Nesteroff, Caterina d'Agostino,
Carla Bertini, dell'agenzia Icona,
le edizioni Colin e Gallimard.
Si ringraziano infine gli archeologi
Marina Panayiotaki, Elisa Kavoulaki,
Colin Macdonald e Sara Pa ton per
la realizzazione dell'edizione italiana
del volume.

lavio Zanon e Nikos Skoutelis,

Fconsulenti scientifici per l'edizione

italiana, si laureano presso l'LU.A.V. di


Venezia, dove iniziarono la loro attivit
progettuale. Dal 1 994, in seguito alla
premiazione nel concorso per la
progettazione della piazza centrale a Iraklion,
aprono uno studio di architettura a Creta.
Tra le loro opere si ricordano: Restauro della
chiesa San Giorgio dei Greci a Venezia
( 1 993), Monumento per la Resistenza
Nazionale a Damasta-Creta ( 1 994), Piazza
Elefterias a Iraklion ( 1 996), e Progetto di
restauro e riqualificazione degli Arsenali
Vecchi a Iraklion ( 1 998). Si occupano inoltre
di ricerca in Storia dell'Architettura, presso
il Politecnico di Atene.

Edizione italiana
1 999 by Electa/Gallimard
Tutti i diritti riservati
ISBN 88-445-01 52-X
Edizione italiana a cura di

Studio Associato Martine Buysschaert


& Francesca Malerba
Traduzione

Giuliana Lomazzi
Redazione

Emma da Fiesole
con Fabrizia Malerba
Revisione bozze

Daniela Perazzo
La sezione

"Testimonianze e documenti"
stata realizzata appositamente
per l'edizione italiana.
Edizione originale

Cnossos
L'archeologie d'un rve
1 993 by Gallimard, Parigi
Direzione collana "Dcouvertes"

Pierre Marchand e Elisabeth de Farcy

Realizzazione tecnica

Elemond Editori Associati


Questo volume stato stampato da

Editoriale Libraria, Trieste


nel mese di febbraio del 1999

per conto della Einaudi-Gallimard s.r.l.

Printed in Italy

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