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1 December 2016
GRUPPI ADIMENSIONALI
A.A. 2013/2014
Sezione
Calore specifico a pressione costante
Calore specifico a volume costante
Diametro
Energia specifica
Forza
Accelerazione di gravit
Portata specifica in massa
Coefficiente di scambio termico
Entalpia specifica
Conducibilit termica
Lunghezza
Massa
Pressione
Flusso termico
Densit di potenza
Raggio
Temperatura
Tempo
Temperatura di saturazione
Temperatura parete scambio
Energia interna specifica
Velocit
Volume
[
[
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m2 ]
J | kg K ]
J | kg K ]
m]
J | kg ]
N]
m | s ]
kg | m2 s ]
W | m2 K ]
J | kg ]
W|mK]
m]
kg ]
Pa ]
W | m2 ]
W | m3 ]
m]
K]
s]
K]
K]
J | kg ]
m|s]
m ]
Diffusivit
Portata in massa
Calore latente di evaporazione
Viscosit dinamica
Viscosit cinematica
Densit
Sforzo tangenziale
[
[
[
[
[
[
[
m | s ]
kg | s ]
J | kg K ]
Pas ]
m2 | s ]
kg | m ]
N | m ]
Lettere Greche
INDICE
INDICE............................................................................................ 2
1 SOMMARIO.................................................................................. 3
2 INTRODUZIONE............................................................................4
2.1
ANALISI DIMENSIONALE..........................................................................................4
2.2
ESEMPIO APPLICATIVO:..........................................................................................4
3 GRUPPI ADIMENSIONALI...............................................................6
3.1
NUMERO DI REYNOLDS...........................................................................................6
3.1.1
Esempio numerico:..........................................................................................6
3.2
NUMERO DI WEBER.................................................................................................7
3.3
NUMERO DI FROUDE...............................................................................................7
3.4
NUMERO DI NUSSELT..............................................................................................8
3.4.1
3.5
NUMERO DI BIOT......................................................................................................9
3.5.1
3.6
Valori numerici:...............................................................................................11
NUMERO DI PCLET...............................................................................................11
3.8.1
3.9
Esempio numerico.........................................................................................10
NUMERO DI PRANDTL............................................................................................10
3.7.1
3.8
Esempio numerico:..........................................................................................9
NUMERO DI GRASHOF.............................................................................................9
3.6.1
3.7
Esempio numerico:..........................................................................................8
Correlazioni:...................................................................................................11
NUMERO DI RAYLEIGH..........................................................................................12
3.9.1
Esempio numerico:........................................................................................12
1 SOMMARIO
Si definisce dimensione di una grandezza derivata, rispetto ad una data grandezza
fondamentale, lesponente della potenza di questa grandezza fondamentale cui la
grandezza derivata proporzionale (ad esempio la densit ha dimensione 1 rispetto alla
massa e -3 rispetto alla lunghezza). Un numero adimensionale ha dimensione zero
rispetto a tutte le grandezze fondamentali.
I gruppi adimensionali sono numerosi, e possono essere distinti in due gruppi: quelli di
interesse nel campo della fluidodinamica e quelli nei problemi di trasferimento del calore.
Alcuni sono utilizzati in entrambe le applicazioni, come per esempio il numero di Reynolds.
Nel seguito daremo maggior spazio ai numeri adimensionali che riguardano lo studio delle
situazione di trasferimento del calore.
2 INTRODUZIONE
2.1
ANALISI DIMENSIONALE
(1)
i1 i2
P= x 1 x 2 . x n
(2)
ESEMPIO APPLICATIVO:
3 GRUPPI ADIMENSIONALI
3.1
NUMERO DI REYNOLDS
Il numero di Reynolds pu essere visto come il rapporto tra la forza di inerzia e le forze
viscose, e in quanto rapporto tra forze risulta adimensionale.
Forza di inerzia: Fi = v2 A
Forza viscosa: Fv = v A / l
Re = Fi / Fv = v2 A / ( v A / l)
Semplificando:
Re = v L / = v L /
Dove = / la viscosit cinematica e l una lunghezza caratterisitica del sistema. Nel
caso di flusso in un condotto cilindrico il diametro, se consideriamo invece una lastra
piana la distanza dal bordo di attacco nella direzione del moto.
La viscosit di un fluido tende a regolarizzarne lefflusso facendo scorrere le particelle
ordinatamente lungo linee di corrente.
Le azioni di inerzia, che aumentano con il quadrato della velocit del fluido, portano ad un
aumento della turbolenza.
Quando prevalgono le forze viscose, bassi valori di Re, il regime di moto sar laminare,
caratterizzato da linee di correnti regolari e flusso ordinato.
Nel moto laminare la quantit di moto e il calore sono scambiati tra gli strati solo per
diffusione e la velocit avr un profilo regolare e parabolico.
Quando sono invece prevalenti le forze di inerzia, alti valori di Re, il regime sar
turbolento, caratterizzato dal moto disordinato delle particelle.
Nel moto turbolento il rimescolamento delle particelle migliora la trasmissione del calore e
della quantit di moto, inoltre origina una distribuzione della velocit pi uniforme
allinterno del condotto con un maggiore gradiente di velocit nei pressi della parete.
Il passaggio da regime laminare a turbolento avviene gradualmente in un zona chiamata di
transizione.
Il valore del numero di Reynolds per il quale avviene il passaggio a moto turbolento viene
chiamato numero di Reynolds critico (Re cr); per flusso su una piastra piana il valore di Re cr
generalmente 5105. Il valore di Recr pu per variare considerevolmente a seconda
della geometria e delle condizioni del moto.
3.1.1 Esempio numerico:
Considerare olio lubrificante a 60C scorre alla velocit di 2 m/s su una piastra lunga 5m e
a temperatura di 20C.
Propriet olio lubrificante alla temperatura di film Tf = (Tspf + T) / 2=40C:
= 876 kg / m3
Pr = 2962
7
= 0.1444 W / m C
= 2.485 10-4 m2 / s
Re = v l / = 2 5 / 2458 10-4 = 4.024 104
3.2
NUMERO DI WEBER
Il regime del moto di un efflusso dipende da quali azioni dinamiche prevalgono, come
riferimento conviene assumere quelle di inerzia.
Come parametro caratterizzante il regime si assume un numero adimensionale, che valuta
appunto lintensit delle forze preminenti nellefflusso rispetto a quelle di inerzia.
Il numero di Weber rappresenta il rapporto tra le forze di inerzia e quelle della tensione
superficiale.
Forza di inerzia: Fi = v2 L2
Forza della tensione superficiale: Fs = L
We = Fi / Fs = ( v2 L2) / ( L) = v2 L /
L una dimensione di riferimento del sistema.
Per bassi valori del numero di Weber si ha la prevalenza delle forze di adesione
molecolare rispetto a quelle di inerzia.
A parit di condizioni i fenomeni di capillarit quindi si manifestano maggiormente al
diminuire della velocit del fluido.
Il numero di weber interviene nei problemi che riguardano le interazioni fra due fasi
differenti, come per esempio la formazione di bolle o la rottura in goccioline della superficie
libera di un getto dacqua.
Le forze di inerzia sono quelle che portano alla formazione delle goccioline, mentre quelle
di tensione superficiale la ostacolano.
3.3
NUMERO DI FROUDE
3.4
NUMERO DI NUSSELT
Il numero di Nusselt il solo nel quale compare il fattore di convezione h descritto dal
rapporto tra la quantit di calore trasmesso per convezione e la quantit di calore che
sarebbe trasmessa per conduzione se il fluido fosse fermo:
Nu = h Lc / k
Si consideri uno strato fluido di spessore L sottoposto a differenza di temperatura
T=T2-T1 . Se il fluido in movimento la trasmissione di calore avverr per convezione, se
lo strato fluido in quiete avverr per conduzione.
La potenza termica scambiata rispettivamente per convezione e per conduzione pari a:
conv = h A T
Q
cond
= k A T / L
Gr >> Re2
Gr << Re2
Gr Re2
3.5
NUMERO DI BIOT
Il numero di Biot usato soprattutto nei problemi che riguardano il contatto improvviso di
un fluido con una parete quando la differenza di temperatura tra i due piuttosto elevata
(shock termico).
Rappresenta il rapporto tra il calore scambiato per convezione tra il fluido e la parete e
quello scambiato per conduzione allinterno del corpo.
Bi = hT / (kwall / Lc) T
Il numero di Biot pu anche essere visto come il rapporto tra la resistenza conduttiva
allinterno del corpo e la resistena convettiva sulla superficie del corpo.
Bi = (Lc / k) / (1 / h)
Lc una lunghezza caratteristica del sistema, per esempio nel caso di una lastra soggetta
allo shock termico il suo spessore.
Linterpretazione fisica analoga a quella del numero di Nusselt con la differenza che al
denominatore c il trasferimento di calore allinterno del materiale della parete; il
trasferimento avviene attraverso un mezzo solido ed quindi un fenomeno di conduzione
(kw la conduttivit termica della parete).
Ad un basso valore del numero di Biot corrisponde una piccola resistenza della parete alla
conduzione termica e di conseguenza piccoli gradienti di temperatura allinterno del corpo.
Quando il numero di Biot assume grandi valori significa che lo scambio termico per
convezione tra fluido e parete molto pi efficace della trasmissione del calore allinterno
di questa; il materiale quindi soggetto a elevate sollecitazioni termomeccaniche.
3.5.1 Esempio numerico:
Una parete in calcestruzzo di 30 cm di spessore, con conduttivit termica 0.93 W / (m 2K) e
densit 1800 kg / m3, inizialmente a 5C, viene improvvisamente colpita da una portata di
aria calda a 35C. Sapendo che laltra faccia della parete isolata e che il coefficiente di
scambio termico lato aria vale 8 W / (m 2K).
Bi = hLc / kwall = 8 (0.30 / 2) / 0.93 = 1,29
3.6
NUMERO DI GRASHOF
Il numero di Grashof descrive gli effetti della convezione naturale; rappresenta il rapporto
tra la spinta di galleggiamento, dovuta alle differenze di densit provocate dalle differenze
di temperatura, e la forza viscosa agenti sul fluido
Forza di galleggiamento: Fb = L3 g T
Forza viscosa: Fv = v A / l
ed quindi descritto dalla formula:
Gr = Fb / Fv = (g T L3) /
g: accelerazione gravitazionale, m/s2
: coefficiente di dilatazione cubica, 1/K ( =1/T per i gas ideali)
T: differenza di temperatura della superficie e quella del fluido sufficientemente lontano
dalla superficie, C
10
NUMERO DI PRANDTL
11
Pr mette quindi in relazione la trasmissione del calore con il moto del fluido ed ha un
valore che dipende dalle propriet meccaniche e termiche del fluido, mentre non contiene
grandezze atte a caratterizzare la particolare situazione che si sta studiando.
I valori del numero di Prandtl per fluidi variano da meno di 0.01 per metalli liquidi a oltre
100 000 per oli pesanti. Si noti che il numero di Prandtl per lacqua dellordine di 10.
Poich il calore si diffonde molto pi velocemente della quantit di moto nei metalli liquidi
( Pr<<1) e molto pi lentamente negli oli (Pr<<1), si ha che lo strato limite di temperatura
molto pi spesso di quello della velocit per i metalli liquidi e molto pi sottile per gli oli.
Nel caso dei gas il calore e la quantit di moto si dissipano quasi con la stessa intensit
infatti, il numero di Prandtl circa pari ad 1.
3.7.1 Valori numerici:
Nel dettaglio gli intervalli tipici del numero di Prandtl per fluidi comuni sono:
Metalli liquidi 0.004 < Pr < 0.03
Gas 0.12 < Pr < 1.0
Acqua 1.12 < Pr < 13.7
Fluidi organici leggeri 5 < Pr < 50
Oli 50 < Pr < 100 000
3.8
NUMERO DI PCLET
Il numero di Pclet definito come il prodotto del numero di Reynolds e del numero di
Prandtl
Pe = Re Pr = ( v L / ) (c / k) = v L c / k
Pu anche essere visto come il rapporto tra il calore scambiato per convezione e quello
scambiato per conduzione:
Pe = ( v c T) / (k T / L) = v L /
Assume molta importanza nelle correlazioni per lo scambio di calore tra metalli liquidi.
I metalli liquidi hanno un basso valore del numero di Pclet a causa della loro elevata
conducibilit termica (k).
I valori assunti da Pe permettono di riconoscere la modalit di scambio termico
(conduzione o convezione) dominante:
1. Pe < 100 : la trasmissione del calore avviene per sola conduzione
2. Pe 1000 : i due meccanismi sono paragonabili
3. Pe > 50000 : lo scambio di calore avviene solo per convezione
3.8.1 Correlazioni:
Nei fenomeni di scambio termico in presenza di metalli liquidi sono state studiate
sperimentalmente due correlazioni per 102 < Pe < 104 :
Nu = 7 + 0.025 Pe0,8
Nu = 3,3 + 0.014 Pe0,8
12
Esistono due correlazioni a causa dei diversi valori che pu assumere la resistenza
termica sulla superficie di interfaccia.
3.9
NUMERO DI RAYLEIGH
Per numeri di Eckert molto piccoli (Ec <<1) i termini dellequazione dellenergia che
descrive gli effetti delle variazioni di pressione, dissipazione viscosa e le forze del corpo
nel bilancio energetico possono essere trascurati e lequazione si riduce a un equilibrio tra
conduzione e convezione.
Il numero di Eckert ha significato differente a seconda se si considera un fluido
incomprimibile o no.
Se il fluido incomprimibile pu essere espresso dal rapporto tra il numero di Brinckman e
il numero di Prandtl:
Ec = Br / Pr = v2 / (k T) [ k / (cp ) ]
In questa situazione, come il numero di Brinckman il numero di Eckert indice del grado di
dissipazione viscosa. La produzione di calore dovuto allattrito diventa significativa quando
il numero di Eckert circa 1.
Se il fluido comprimibile il numero di Eckert rappresenta la produzione di calore dovuta
allattrito e alla compressione.
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4 RIFERIMENTI
[1]. V. I. Subbotin, M. Kh. Ibragimov, M. N. Ivanovskii, M. N. ArnolBov, E. V. Nomofilov,
Heat-transfer from the turbolent flow of liquid metals in tubes (1960), pag. 769
[2]. S. Longo, Analisi dimensionale e modellistica fisica (2011), da pag. 327 a 349
[3]. I. Barducci, Trasmissione del calore (1981), da pag. 51 a 67
[4]. Y. A. engel, Termodinamica e trasmissione del calore (2013), da pag. 482 a 503,
da pag. 544 a 557
[5]. M. Cumo, A. Naviglio, Thermal Hydraulics, volume 1 (1988), da pag. 8 a 18
[6]. C. Caputo, Collana di macchine, Le turbomacchine, volume II (1994), da pag. 45
a 49
[7]. M. A. Gschwendtner, The Eckert number phenomenon, pag. 3 e 4
[8]. L. Magnani, slide termofluidodinamica applicata (2010)
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