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1 December 2016

GRUPPI ADIMENSIONALI

A.A. 2013/2014

NOMENCLATURA E UNIT DI MISURA


A
cp
cv
D
e
F
g
G
h
i
k
L
m
p
q
q
r
T
t
Tsat
Twall
u
v
V

Sezione
Calore specifico a pressione costante
Calore specifico a volume costante
Diametro
Energia specifica
Forza
Accelerazione di gravit
Portata specifica in massa
Coefficiente di scambio termico
Entalpia specifica
Conducibilit termica
Lunghezza
Massa
Pressione
Flusso termico
Densit di potenza
Raggio
Temperatura
Tempo
Temperatura di saturazione
Temperatura parete scambio
Energia interna specifica
Velocit
Volume

[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[
[

m2 ]
J | kg K ]
J | kg K ]
m]
J | kg ]
N]
m | s ]
kg | m2 s ]
W | m2 K ]
J | kg ]
W|mK]
m]
kg ]
Pa ]
W | m2 ]
W | m3 ]
m]
K]
s]
K]
K]
J | kg ]
m|s]
m ]

Diffusivit
Portata in massa
Calore latente di evaporazione
Viscosit dinamica
Viscosit cinematica
Densit
Sforzo tangenziale

[
[
[
[
[
[
[

m | s ]
kg | s ]
J | kg K ]
Pas ]
m2 | s ]
kg | m ]
N | m ]

Lettere Greche

INDICE

INDICE............................................................................................ 2
1 SOMMARIO.................................................................................. 3
2 INTRODUZIONE............................................................................4
2.1

ANALISI DIMENSIONALE..........................................................................................4

2.2

ESEMPIO APPLICATIVO:..........................................................................................4

3 GRUPPI ADIMENSIONALI...............................................................6
3.1

NUMERO DI REYNOLDS...........................................................................................6
3.1.1

Esempio numerico:..........................................................................................6

3.2

NUMERO DI WEBER.................................................................................................7

3.3

NUMERO DI FROUDE...............................................................................................7

3.4

NUMERO DI NUSSELT..............................................................................................8
3.4.1

3.5

NUMERO DI BIOT......................................................................................................9
3.5.1

3.6

Valori numerici:...............................................................................................11

NUMERO DI PCLET...............................................................................................11
3.8.1

3.9

Esempio numerico.........................................................................................10

NUMERO DI PRANDTL............................................................................................10
3.7.1

3.8

Esempio numerico:..........................................................................................9

NUMERO DI GRASHOF.............................................................................................9
3.6.1

3.7

Esempio numerico:..........................................................................................8

Correlazioni:...................................................................................................11

NUMERO DI RAYLEIGH..........................................................................................12
3.9.1

Esempio numerico:........................................................................................12

3.10 NUMERO DI BRINCKMAN.......................................................................................12


3.11 NUMERO DI ECKERT..............................................................................................12
4 RIFERIMENTI..............................................................................14

1 SOMMARIO
Si definisce dimensione di una grandezza derivata, rispetto ad una data grandezza
fondamentale, lesponente della potenza di questa grandezza fondamentale cui la
grandezza derivata proporzionale (ad esempio la densit ha dimensione 1 rispetto alla
massa e -3 rispetto alla lunghezza). Un numero adimensionale ha dimensione zero
rispetto a tutte le grandezze fondamentali.
I gruppi adimensionali sono numerosi, e possono essere distinti in due gruppi: quelli di
interesse nel campo della fluidodinamica e quelli nei problemi di trasferimento del calore.
Alcuni sono utilizzati in entrambe le applicazioni, come per esempio il numero di Reynolds.
Nel seguito daremo maggior spazio ai numeri adimensionali che riguardano lo studio delle
situazione di trasferimento del calore.

2 INTRODUZIONE
2.1

ANALISI DIMENSIONALE

Lanalisi dimensionale uno strumento che permette di esprimere in maniera univoca un


sistema fisico complesso attraverso leggi matematiche. E necessario prendere in
considerazione le dimensioni fisiche fondamentali di tutte le variabili e le costanti che
sembrano descrivere propriamente e completamente il processo. La relazione fra le varie
grandezze interessate pu essere risolta rispetto ad una di tali n grandezze, che
chiameremo y, la quale risulta espressa in funzione delle altre: x1; x2 . . . xn-1:
y = f (x1;x2 . . . xn-1)

(1)

La condizione fondamentale di tale relazione che le dimensioni fisiche della grandezza y,


rispetto alle grandezze fondamentali, devono essere uguali a quelle del secondo membro.
Se il parametro y a primo membro adimensionale, anche il secondo membro deve avere
dimensione zero.
I gruppi adimensionali sono utili in quanto consentono di semplificare la descrizione
formale di fenomeni fisici complessi. Questa propriet espressa dal teorema di
Buckingham (detto anche teorema ) che afferma che ogni legge fisica pu essere
espressa in funzione di un certo numero di parametri adimensionali:
La relazione (1) fra n variabili pu essere trasformata in una nuova relazione fra n-m
numeri adimensionali:
P = F (P1; P2 . . . Pn-m-1 )
n il numero delle grandezze che intervengono nel fenomeno ed m il numero massimo di
grandezze dimensionalmente indipendenti. Tale teorema consente quindi di ridurre il
numero dei parametri da considerare per rappresentare la legge del fenomeno, inoltre
mediante luso dei parametri adimensionali, possibile estendere lapplicazione dei dati
dellesperienza anche a situazioni non direttamente sperimentate.
I gruppi adimensionali necessari possono essere trovati con il metodo degli indici
seguendo questo procedimento:
1. Trovare le n grandezze fisiche da cui dipende il fenomeno e scrivere la forma generale
del gruppo:

i1 i2
P= x 1 x 2 . x n

(2)

2. Scrivere le grandezze derivate in funzione delle m grandezze fondamentali.


3. Sostituire tali espressioni nella (2). L espressione adesso un prodotto di potenze delle
grandezze fondamentali, dove gli esponenti sono espressioni lineari degli indici incogniti i 1,
i2 in.
4. Imporre che il gruppo abbia dimensione zero rispetto a tutte le grandezze fondamentali.
2.2

ESEMPIO APPLICATIVO:

Determinare i possibili raggruppamenti adimensionali delle grandezze che intervengono


nei problemi del moto dei fluidi reali (velocit v, lunghezza l, densit , viscosit dinamica
).
La forma generale del gruppo :
vi1 li2 i3 i4
5

Le grandezze fondamentali sono: la lunghezza L, la massa M e il tempo t. Si trover


perci un solo parametro adimensionale, essendo n m = 4 3 = 1.
Le equazioni dimensionali delle quattro grandezze che ci interessano in funzione dellle tre
fondamentali sono:
[v]= [ L t-1]
[l]= [ L ]
[]= [ M L-3]
[]= [ M L-1 t-1]
Sostituendo si ottiene:
[ L t-1]i1 [ L ]i2 [ M L-3 ]i3 [ M L-1 t-1]i4
Risolvendo:
[L]i1+i2-3i3-i4 [M]i3+i4 [t]-i1-i4
Si impone che il gruppo abbia dimensione zero, occorre quindi che gli esponenti siano tutti
nulli:
i1+i2-3i3-i4=0
i3+i4=0
i1+i4=0
Risolvendo il sistema rispetto a i3:
i1=i3
i2=i3
i4=-i3
Impostando i3=1 si ottiene:
v l -1
Il gruppo adimensionale quindi il numero di Reynolds

3 GRUPPI ADIMENSIONALI

3.1

NUMERO DI REYNOLDS

Il numero di Reynolds pu essere visto come il rapporto tra la forza di inerzia e le forze
viscose, e in quanto rapporto tra forze risulta adimensionale.
Forza di inerzia: Fi = v2 A
Forza viscosa: Fv = v A / l
Re = Fi / Fv = v2 A / ( v A / l)
Semplificando:
Re = v L / = v L /
Dove = / la viscosit cinematica e l una lunghezza caratterisitica del sistema. Nel
caso di flusso in un condotto cilindrico il diametro, se consideriamo invece una lastra
piana la distanza dal bordo di attacco nella direzione del moto.
La viscosit di un fluido tende a regolarizzarne lefflusso facendo scorrere le particelle
ordinatamente lungo linee di corrente.
Le azioni di inerzia, che aumentano con il quadrato della velocit del fluido, portano ad un
aumento della turbolenza.
Quando prevalgono le forze viscose, bassi valori di Re, il regime di moto sar laminare,
caratterizzato da linee di correnti regolari e flusso ordinato.
Nel moto laminare la quantit di moto e il calore sono scambiati tra gli strati solo per
diffusione e la velocit avr un profilo regolare e parabolico.
Quando sono invece prevalenti le forze di inerzia, alti valori di Re, il regime sar
turbolento, caratterizzato dal moto disordinato delle particelle.
Nel moto turbolento il rimescolamento delle particelle migliora la trasmissione del calore e
della quantit di moto, inoltre origina una distribuzione della velocit pi uniforme
allinterno del condotto con un maggiore gradiente di velocit nei pressi della parete.
Il passaggio da regime laminare a turbolento avviene gradualmente in un zona chiamata di
transizione.
Il valore del numero di Reynolds per il quale avviene il passaggio a moto turbolento viene
chiamato numero di Reynolds critico (Re cr); per flusso su una piastra piana il valore di Re cr
generalmente 5105. Il valore di Recr pu per variare considerevolmente a seconda
della geometria e delle condizioni del moto.
3.1.1 Esempio numerico:
Considerare olio lubrificante a 60C scorre alla velocit di 2 m/s su una piastra lunga 5m e
a temperatura di 20C.
Propriet olio lubrificante alla temperatura di film Tf = (Tspf + T) / 2=40C:
= 876 kg / m3
Pr = 2962
7

= 0.1444 W / m C
= 2.485 10-4 m2 / s
Re = v l / = 2 5 / 2458 10-4 = 4.024 104
3.2

NUMERO DI WEBER

Il regime del moto di un efflusso dipende da quali azioni dinamiche prevalgono, come
riferimento conviene assumere quelle di inerzia.
Come parametro caratterizzante il regime si assume un numero adimensionale, che valuta
appunto lintensit delle forze preminenti nellefflusso rispetto a quelle di inerzia.
Il numero di Weber rappresenta il rapporto tra le forze di inerzia e quelle della tensione
superficiale.
Forza di inerzia: Fi = v2 L2
Forza della tensione superficiale: Fs = L
We = Fi / Fs = ( v2 L2) / ( L) = v2 L /
L una dimensione di riferimento del sistema.
Per bassi valori del numero di Weber si ha la prevalenza delle forze di adesione
molecolare rispetto a quelle di inerzia.
A parit di condizioni i fenomeni di capillarit quindi si manifestano maggiormente al
diminuire della velocit del fluido.
Il numero di weber interviene nei problemi che riguardano le interazioni fra due fasi
differenti, come per esempio la formazione di bolle o la rottura in goccioline della superficie
libera di un getto dacqua.
Le forze di inerzia sono quelle che portano alla formazione delle goccioline, mentre quelle
di tensione superficiale la ostacolano.
3.3

NUMERO DI FROUDE

Il numero di Froude il rapporto tra le forze di inerzia e quelle gravitazionali.


Forza di inerzia: Fi = v2 A
Forza gravitazionale: Fg = g L A
Fr = Fi / Fg = ( v2 A) / ( g L A)
Svolgendo le semplificazioni si ottiene:
Fr = v2 / g L
L: lunghezza di riferimento, nel caso di canali di adduzione a pelo libero la profondit
della corrente.
Fr utilizzato nei problemi in cui prevalente la forza di gravit (onde superficiali). In
questi casi il moto del fluido assume particolari caratteristiche che sono tanto pi evidenti
quanto minore il numero di Froude. Al diminuire della velocit del fluido i fenomeni si
allontanano dal carattere dinamico e si avvicinano a quello statico, nel quale la forza di
gravit assume grande importanza.
Tali circostanze si verificano soltanto in efflussi di liquidi, soprattutto a pelo libero.
8

3.4

NUMERO DI NUSSELT

Il numero di Nusselt il solo nel quale compare il fattore di convezione h descritto dal
rapporto tra la quantit di calore trasmesso per convezione e la quantit di calore che
sarebbe trasmessa per conduzione se il fluido fosse fermo:
Nu = h Lc / k
Si consideri uno strato fluido di spessore L sottoposto a differenza di temperatura
T=T2-T1 . Se il fluido in movimento la trasmissione di calore avverr per convezione, se
lo strato fluido in quiete avverr per conduzione.
La potenza termica scambiata rispettivamente per convezione e per conduzione pari a:
conv = h A T
Q

cond

= k A T / L

Facendo il rapporto tra le due potenze otteniamo:


conv / Q
cond = h L/ k
Nu = Q
Il numero di Nusselt ovviamente adimensionale, infatti:
[W / m2 C] [m] [m C / W] = 1
Fisicamente rappresenta lincremento della potenza termica trasmessa per convezione
attraverso uno strato fluido rispetto a quella trasmessa per conduzione attraverso lo stesso
strato. Tale numero pari a 1 quando si ha trasmissione del calore per conduzione pura
attraverso lo strato fluido. Per valori maggiori di 1 prevale il fenomeno della convezione.
Il fenomeno della trasmissione di calore per convezione pu essere descritto da una
relazione che lega Nu in funzione di Re, Pr e Gr.
Convezione naturale (velocit dipendente dalla temperatura):
Nu = cost. Prn Grm

Gr >> Re2

Convezione forzata (trascurato il moto per differenza di densit):


Nu = cost. Prn Rep

Gr << Re2

Convezione mista (effetti combinati):


Nu = cost. Prn Grm Rep

Gr Re2

3.4.1 Esempio numerico:


Consideriamo lesempio 3.1.1, avendo ricavato Re, possiamo trovarci Nu secondo la
relazione:
Nu = 0.664 Re0.5 Pr0.33
Sar quindi:
Nu=0.664 (4024 104) 29620.33 = 1913

3.5

NUMERO DI BIOT

Il numero di Biot usato soprattutto nei problemi che riguardano il contatto improvviso di
un fluido con una parete quando la differenza di temperatura tra i due piuttosto elevata
(shock termico).
Rappresenta il rapporto tra il calore scambiato per convezione tra il fluido e la parete e
quello scambiato per conduzione allinterno del corpo.
Bi = hT / (kwall / Lc) T
Il numero di Biot pu anche essere visto come il rapporto tra la resistenza conduttiva
allinterno del corpo e la resistena convettiva sulla superficie del corpo.
Bi = (Lc / k) / (1 / h)
Lc una lunghezza caratteristica del sistema, per esempio nel caso di una lastra soggetta
allo shock termico il suo spessore.
Linterpretazione fisica analoga a quella del numero di Nusselt con la differenza che al
denominatore c il trasferimento di calore allinterno del materiale della parete; il
trasferimento avviene attraverso un mezzo solido ed quindi un fenomeno di conduzione
(kw la conduttivit termica della parete).
Ad un basso valore del numero di Biot corrisponde una piccola resistenza della parete alla
conduzione termica e di conseguenza piccoli gradienti di temperatura allinterno del corpo.
Quando il numero di Biot assume grandi valori significa che lo scambio termico per
convezione tra fluido e parete molto pi efficace della trasmissione del calore allinterno
di questa; il materiale quindi soggetto a elevate sollecitazioni termomeccaniche.
3.5.1 Esempio numerico:
Una parete in calcestruzzo di 30 cm di spessore, con conduttivit termica 0.93 W / (m 2K) e
densit 1800 kg / m3, inizialmente a 5C, viene improvvisamente colpita da una portata di
aria calda a 35C. Sapendo che laltra faccia della parete isolata e che il coefficiente di
scambio termico lato aria vale 8 W / (m 2K).
Bi = hLc / kwall = 8 (0.30 / 2) / 0.93 = 1,29

3.6

NUMERO DI GRASHOF

Il numero di Grashof descrive gli effetti della convezione naturale; rappresenta il rapporto
tra la spinta di galleggiamento, dovuta alle differenze di densit provocate dalle differenze
di temperatura, e la forza viscosa agenti sul fluido
Forza di galleggiamento: Fb = L3 g T
Forza viscosa: Fv = v A / l
ed quindi descritto dalla formula:
Gr = Fb / Fv = (g T L3) /
g: accelerazione gravitazionale, m/s2
: coefficiente di dilatazione cubica, 1/K ( =1/T per i gas ideali)
T: differenza di temperatura della superficie e quella del fluido sufficientemente lontano
dalla superficie, C
10

: viscosit cinematica, m2/s


Gr fornisce il criterio principale per distinguere tra flusso laminare e turbolento in caso di
convezione naturale, ossia ha lo stesso ruolo che il numero di Reynolds ha nella
convezione forzata. Se si considera una piastra verticale il regime di moto diventa
turbolento per numeri di Grashof superiori a 109.
Se una superficie soggetta a flusso esterno, il problema implica sia la convezione
naturale sia quella forzata. Limportanza relativa di ciascuna delle due modalit di scambio
termico determinata dal valore del coefficiente:
GrL/ReL2
GrL/ReL2<<1 gli effetti dovuti alla convezione naturale sono trascurabili
GrL/ReL2>>1 la convezione libera prevalente e gli effetti di quella forzata sono trascurabili
GrL/ReL21 entrambi gli effetti sono significativi
3.6.1 Esempio numerico
Si consideri una lastra piana orizzontale sottile quadrata di lato l=0.6 m in un ambiente a
30 C. La superficie superiore della lastra mantenuta a 90C, mentre quella inferiore
isolata.
La lunghezza caratteristica in questo caso Lc = A / P = l2/4l = 0.15 m
IPOTESI:
1. Condizioni operative stazionarie
2. Laria un gas ideale
3. La pressione atmosferica locale 1 atm
Le propriet dellaria alla temperatura di film T f = (Tspf +T) / 2 = (90 + 30) / 2 = 60C e a
p = 1 atm sono:
= 0.02808 W / (m C)
Pr = 0.7202
= 1.896 10-5 m2 / s
= 1 / Tf = 1 / 333 K
Gr = (g T L3) / = 9.81 (1/333) (90 30)(0.6)3 / (1.896 10-5)2 = 1,06 109
3.7

NUMERO DI PRANDTL

Il numero di Prandtl rappresentato dal rapporto tra la viscosit cinematica = /, che


regola la trasmissione della quantit di moto per effetto di viscosit quando esiste un
gradiente di velocit (diffusivit molecolare della quantit di moto), e la diffusivit termica
= k / c , che regola la trasmissione di calore per sola diffusione termica in presenza di
un gradiente di temperatura:
Pr = c / k = ( / ) / ( / c ) = /

11

Pr mette quindi in relazione la trasmissione del calore con il moto del fluido ed ha un
valore che dipende dalle propriet meccaniche e termiche del fluido, mentre non contiene
grandezze atte a caratterizzare la particolare situazione che si sta studiando.
I valori del numero di Prandtl per fluidi variano da meno di 0.01 per metalli liquidi a oltre
100 000 per oli pesanti. Si noti che il numero di Prandtl per lacqua dellordine di 10.
Poich il calore si diffonde molto pi velocemente della quantit di moto nei metalli liquidi
( Pr<<1) e molto pi lentamente negli oli (Pr<<1), si ha che lo strato limite di temperatura
molto pi spesso di quello della velocit per i metalli liquidi e molto pi sottile per gli oli.
Nel caso dei gas il calore e la quantit di moto si dissipano quasi con la stessa intensit
infatti, il numero di Prandtl circa pari ad 1.
3.7.1 Valori numerici:
Nel dettaglio gli intervalli tipici del numero di Prandtl per fluidi comuni sono:
Metalli liquidi 0.004 < Pr < 0.03
Gas 0.12 < Pr < 1.0
Acqua 1.12 < Pr < 13.7
Fluidi organici leggeri 5 < Pr < 50
Oli 50 < Pr < 100 000
3.8

NUMERO DI PCLET

Il numero di Pclet definito come il prodotto del numero di Reynolds e del numero di
Prandtl
Pe = Re Pr = ( v L / ) (c / k) = v L c / k
Pu anche essere visto come il rapporto tra il calore scambiato per convezione e quello
scambiato per conduzione:
Pe = ( v c T) / (k T / L) = v L /
Assume molta importanza nelle correlazioni per lo scambio di calore tra metalli liquidi.
I metalli liquidi hanno un basso valore del numero di Pclet a causa della loro elevata
conducibilit termica (k).
I valori assunti da Pe permettono di riconoscere la modalit di scambio termico
(conduzione o convezione) dominante:
1. Pe < 100 : la trasmissione del calore avviene per sola conduzione
2. Pe 1000 : i due meccanismi sono paragonabili
3. Pe > 50000 : lo scambio di calore avviene solo per convezione
3.8.1 Correlazioni:
Nei fenomeni di scambio termico in presenza di metalli liquidi sono state studiate
sperimentalmente due correlazioni per 102 < Pe < 104 :
Nu = 7 + 0.025 Pe0,8
Nu = 3,3 + 0.014 Pe0,8

12

Esistono due correlazioni a causa dei diversi valori che pu assumere la resistenza
termica sulla superficie di interfaccia.
3.9

NUMERO DI RAYLEIGH

Il numero di Rayleigh caratterizza il trasferimento di calore in convezione naturale; dato


dal prodotto dei numeri di Grashof e di Prandtl:
Ra = Pr Gr = (c / k) / ( g T 2 L3 / 2)
T: differenza di temperatura tra la parete (T wall) e il fluido sufficentemente lontano da
questa.
Le relazione di scambio termico in convezione naturale possono essere espresse in
termini del numero di Rayleigh elevato ad una costante n e moltiplicato per un'altra
costante C (entrambe determinate sperimentalmente):
Nu = C Ran
Le costanti C ed n dipendono dalla geometria della suerficie e dal regime di flusso. Il
valore di n generalmente un quarto per flusso laminare e un terzo per flusso turbolento.
Il valore della costante C normalmente minore di 1.
3.9.1 Esempio numerico:
Consideriamo lesempio 3.6.1, avendo ricavato Gr, si pu calcolare Ra.
Ra = Pr Gr = 1.06 109 0.7202 = 1.195 107
3.10 NUMERO DI BRINCKMAN
Il numero di Brinckman pu essere visto come il rapporto tra il calore prodotto per
dissipazione viscosa e quello trasportato per conduzione:
Br = v2 / (k T)
Per bassi valori del numero di Brinckman la generazione di calore dovuta alla dissipazione
viscosa trascurabile rispetto alla possibilit del fluido di smaltirlo per conduzione.
Solitamente il calore dovuto alla viscosit trascurabile, diventa importante quando sono
presenti grandi variazioni di velocit in spazi molto ridotti come per esempio nel caso di
lubrificante tra organi solidi in moto relativo molto rapido, nellattraversamento veloce di
piastre da parte di sostanze plastiche, nel moto dellaria in prossimit della superficie di un
satellite che rientra nellatmosfera.
3.11 NUMERO DI ECKERT
Il numero di Eckert rappresenta il rapporto tra lenergia cinetica del flusso sulla parete e la
differenza di entalpia specifica tra fluido e parete:
Ec = v2 / cp T
T: la differenza di temperatura tra la parete e il fluido sufficientemente lontano da essa.
Il numero di Eckert determina se la quantit dellenergia di moto trasformata in energia
termica significativa.
13

Per numeri di Eckert molto piccoli (Ec <<1) i termini dellequazione dellenergia che
descrive gli effetti delle variazioni di pressione, dissipazione viscosa e le forze del corpo
nel bilancio energetico possono essere trascurati e lequazione si riduce a un equilibrio tra
conduzione e convezione.
Il numero di Eckert ha significato differente a seconda se si considera un fluido
incomprimibile o no.
Se il fluido incomprimibile pu essere espresso dal rapporto tra il numero di Brinckman e
il numero di Prandtl:
Ec = Br / Pr = v2 / (k T) [ k / (cp ) ]
In questa situazione, come il numero di Brinckman il numero di Eckert indice del grado di
dissipazione viscosa. La produzione di calore dovuto allattrito diventa significativa quando
il numero di Eckert circa 1.
Se il fluido comprimibile il numero di Eckert rappresenta la produzione di calore dovuta
allattrito e alla compressione.

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4 RIFERIMENTI
[1]. V. I. Subbotin, M. Kh. Ibragimov, M. N. Ivanovskii, M. N. ArnolBov, E. V. Nomofilov,
Heat-transfer from the turbolent flow of liquid metals in tubes (1960), pag. 769
[2]. S. Longo, Analisi dimensionale e modellistica fisica (2011), da pag. 327 a 349
[3]. I. Barducci, Trasmissione del calore (1981), da pag. 51 a 67
[4]. Y. A. engel, Termodinamica e trasmissione del calore (2013), da pag. 482 a 503,
da pag. 544 a 557
[5]. M. Cumo, A. Naviglio, Thermal Hydraulics, volume 1 (1988), da pag. 8 a 18
[6]. C. Caputo, Collana di macchine, Le turbomacchine, volume II (1994), da pag. 45
a 49
[7]. M. A. Gschwendtner, The Eckert number phenomenon, pag. 3 e 4
[8]. L. Magnani, slide termofluidodinamica applicata (2010)

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