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2014
STUDIA ET DOCUMENTA
HISTORIAE ET IURIS
DIRECTOR
HENRICUS
DAL
COVOLO
REDACTOR
FRANCISCUS AMARELLI
A SECRETIS
SEBASTIANUS PACIOLLA
DIRECTOR
HENRICUS DAL COVOLO
Rettore della Pont. Univ. Lateranense
REDACTOR
FRANCISCUS AMARELLI
A SECRETIS
SEBASTIANUS PACIOLLA
CONSILIUM REDACTIONIS
F. GALGANO L. DE GIOVANNI G. LUCHETTI R. BASILE
D.A. CENTOLA E. GERMINO G.M. OLIVIERO NIGLIO G. PAPA
COMITATUS SCIENTIFICUS
F.P. CASAVOLA
(Presidente em. della Corte Costituzionale e Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica)
Quando non riconducibile ad autori invitati dalla Rivista a collaborare con un loro contributo, la pubblicazione degli scritti che vengono proposti subordinata alla valutazione positiva
espressa (rispettando lanonimato di autore e valutatori) da due studiosi scelti dalla Redazione, in
primo luogo, tra i componenti del Comitato Scientifico; oppure, sentiti i loro vertici, tra i colleghi
della Societ Italiana di Storia del Diritto.
La decisione sulla meritevolezza della pubblicazione comunque assunta dalla Redazione
della Rivista, presso cui viene conservata tutta la documentazione relativa alla procedura di revisione svolta.
Ci in adesione al comune indirizzo adottato, in tema di regole che governano le pubblicazioni
scientifiche, dalle riviste romanistiche italiane (oltre SDHI., AG., BIDR., Iura, Index ed altre) in sguito
alle indicazioni del Gruppo di lavoro promosso dal Consorzio interuniversitario Boulvert e a conseguenti
delibere del Consiglio Universitario Nazionale e del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Gli autori, i cui scritti vengano accettati per la pubblicazione, sono pregati di inviare anche un
abstract in lingua inglese e almeno due parole-chiave in inglese e nella lingua del contributo utilizzando il seguente indirizzo di posta elettronica: francoamarelli6tin.it
DAL
COVOLO, Sponsor
INDEX
IX
XI
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STUDIA
JOSEPH GEORG WOLF, Arescusa . . . . . . . . . . . . .
GIUSEPPE VALDITARA, Leges e iurisprudentia fra democrazia e aristocrazia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
ARMANDO TORRENT, La lex locationis de las tres societates publicanorum concurrentes sub hasta en el 215 a. C. . . . . . . .
ANNAMARIA MANZO, Note sulla giurisprudenza arcaica . . . . .
CARMEN PENNACCHIO, Farmaco, un Giano bifronte. Dei veleni e medicamenti, ovvero breve storia di un ossimoro . . . . . . . . .
ANTONINO SESSA, Cittadinanza espansiva ed espansione della cittadinanza. Politiche di integrazione e motivazione culturale al reato: tra la
Roma antica e il mondo attuale . . . . . . . . . . . . .
JUAN ANTONIO BUENO DELGADO, El exilio en Roma. Tipos y consecuencias jurdicas . . . . . . . . . . . . . . . . . .
SARA GALEOTTI, Rupit, rupitias, noxia, damnum: il danneggiamento nella normativa preaquiliana . . . . . . . . . . . .
MARIA TERESA CAPOZZA, Ancora su sacerdotium e imperium: la
tutela del sacerdotium e utilitas della res publica nelle Novelle di
Giustiniano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
MARA JOS BRAVO BOSCH, Lintegrazione degli Hispani nella comunit romana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3
17
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101
117
171
207
229
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289
DOCUMENTA
PAOLO LEPORE, In tema di pollicitatio ad una res publica: alcuni
spunti ricostruttivi desumibili da AE. 1894, 148 . . . . . . .
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VI
Index
NOTAE
LUIGI CAPOGROSSI COLOGNESI, Di un libro sullusus servitutis .
GENNARO CARILLO, Semnotes. La legge tra venerabilit e caducit
(in margine a un libro di Emanuele Stolfi) . . . . . . . . .
SETTIMIO DI SALVO, Ius gentium e lex mercatoria . . . . .
FRANCESCA GALGANO, Mundi totius elementa ... et eorum dispositio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
GIANNI SANTUCCI, Legum inopia e diritto privato. Riflessioni intorno
ad un recente contributo . . . . . . . . . . . . . . . .
FEDERICO PERGAMI, Il ruolo e la funzione del giudice nel processo romano di et classica . . . . . . . . . . . . . . . . . .
MARA EUGENIA ORTUNO PREZ, A new perspective on the limitation
of legacies (lex Falcidia de legatis) . . . . . . . . . . .
INES DE FALCO, I giuristi e il testamentum militis. Lorientamento di
Iavolenus Priscus . . . . . . . . . . . . . . . . .
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411
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EVENTA
Un pomeriggio al Collge de France (John Scheid, Jean-Michel
David, Aldo Schiavone), . . . . . . . . . . . . . .
Nmoi e dualit tragiche. Un seminario su Antigone (Emanuele Stolfi)
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467
VARIA
ALFREDO MORDECHAI RABELLO, Il comodato e laffitto di case in
diritto ebraico: traduzione e commento al capitolo VIII della Mishn
Bav Metzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
RECENSIONES
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LIBRORUM
523
526
528
Index
LOREDANA DI PINTO, Cura studiorum. Tra pensiero giuridico e legislazione imperiale (Valerio Marotta) . . . . . . . . . .
ROSSELLA LAURENDI, Profili costituzionali e orientamenti politici del
principato di Claudio (Valerio Marotta) . . . . . . . . .
SARA LONGO, Senatusconsultum Macedonianum. Interpretazione e applicazione da Vespasiano a Giustiniano (Giuseppe Falcone) . . .
UMBERTO LAFFI, In greco per i Greci. Ricerche sul lessico greco del processo civile e criminale romano nelle attestazioni di fonti documentarie
romane (Emanuele Stolfi). . . . . . . . . . . . . . .
FRANCESCA REDUZZI MEROLA, Atti del XXXIII Convegno internazionale GIREA, Dipendenza ed emarginazione tra mondo antico e moderno (Stefania Castaldo) . . . . . . . . . . . . . .
VII
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547
559
572
582
CHRONICA
Repubblicanesimo e impero da Polibio ai Padri Fondatori (Aldo Schiavone, Umberto Vincenti, Valerio Marotta, Pietro Costa) .
Civitas, Iura, Arma (Anna Maria Mandas) . . . . . . . . .
Casistica e sistema nel pensiero giuridico europeo (Sara Galeotti) . .
Terra, Acqua, Diritto (Lauretta Maganzani) . . . . . . . .
Antonio Fernndez De Bujn. Acadmico y Doctor Honoris Causa (Francesco Amarelli, Federico Fernndez de Bujn) . . . . .
Nono Premio romanistico Internazionale Grard Boulvert . . . . .
Roma e le altre culture nel Tardoantico (Marco Caputo, Carla Sfameni, Antonio Ibba, Francesco Lucrezi, Antonio Marchetta,
Fabio Troncarelli) . . . . . . . . . . . . . . . . .
EPISTULAE
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659
663
AD REDACTIONEM MISSAE
LIBRI
591
639
645
653
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IN EPHEMERIDE ACCEPTI
753
FRANCESCA GALGANO
* Ovvero sullispirazione dellopera codificatoria giustininanea. Pubblico qui una piccola nota a guisa
di prolegomena di un lavoro in corso di pubblicazione sulle codificazioni romane.
1
Cfr. C. M. MAZZUCCHI, Per una rilettura del palinsesto vaticano contenente il dialogo Sulla scienza
politica del tempo di Giustiniano, in Limperatore Giustiniano. Storia e mito, Giornate di studi a Ravenna,
14-16 ottobre 1976, cur. G. G. ARCHI, Milano 1978, 237 ss.
2
Cfr. C. M. MAZZUCCHI, Per una rilettura del palinsesto vaticano cit. 240.
3
Questa citazione, come le altre che seguono nel testo, proviene dalledizione di Menae
patricii cum Thoma referendario De scientia politica dialogus, Milano 20022 , 80, a cura di
C. M. MAZZUCCHI, che ne ha realizzato anche la traduzione in italiano. Tale editio maior ha
contribuito notevolmente a far conoscere loperetta fra gli studiosi dellesperienza giuridica
romana, che ne hanno per lo pi indagato i passaggi vlti ad illuminare in generale la concezione
del potere imperiale in et bizantina (si veda ad esempio A. PERTUSI, I principi fondamentali della
concezione del potere a Bisanzio. Per un commento al dialogo Sulla scienza politica attribuito a Pietro Patrizio
[VI sec.], in Bullettino dellIstituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano 80 [1968], 1 ss.).
4
omwnymov (cfr. Sinesio, de regno 8). Sul concetto dellimitazione di Dio, si veda A. PERTUSI,
Il pensiero politico bizantino, Bologna 1990, 19 ss.
5
Si vedano fra gli altri Eusebio, de laud. Const. 10.4 e Temistio, or. 1.15 a-c.
360
Francesca Galgano
6
Il topov retorico dellagrypna assai frequente, soprattutto a proposito di Giustiniano,
perch evoca lidea che il sovrano vigili sulla salute del suo popolo, notte e giorno, come un
pastore sul suo gregge (cfr. sempre Sinesio, de regno 6).
7
Cfr. Menae patricii cum Thoma referendario De scientia politica dialogus cit. 82 s. Vd. A. PERTUSI,
Il pensiero politico bizantino cit. 5 ss., che, accanto al nostro dialogo, considera anche altre opere
fondamentali per comprendere la concezione politica dellimpero di Giustiniano, fra cui de magistratibus di Giovanni Lido, e de cerimoniis di Costantino Porfirogenito.
8
Cfr. F. GALGANO, Aspetti ideologici della legittimazione del potere in epoca bizantina. Un breve
appunto, in Atti del XIV Colloquio Giuridico Internazionale. Legittimazione e limiti degli ordinamenti giuridici
(Roma, 9-10 marzo 2010), Roma 2012, 127 ss.
361
9
Ci fece Giustino, facendosi affiancare in qualit di Cesare nel 525 dal pi giovane Giustiniano, dapprima introdotto a corte come semplice comes domesticorum e poi, lungo un cursus honorum
politico, destinato a funzioni e cariche via via sempre pi prestigiose.
10
Cic. de officiis 1.150 s.
11
Cfr. C. M. MAZZUCCHI, Per una rilettura del palinsesto vaticano cit. 242.
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Francesca Galgano
Cfr. C. M. MAZZUCCHI, Per una rilettura del palinsesto vaticano cit. 247 s.
Il suo nome infatti appare in Tanta Dedwken . 9 e Cordi . 2.
14
Si veda ancora Cfr. C. M. MAZZUCCHI, Per una rilettura del palinsesto vaticano cit. 247.
15
Sul tema la bibliografia notoriamente sconfinata, spaziando (qui a titolo meramente
esemplificativo) da testi in cui si nega del tutto limpianto progettuale (a vantaggio di un occasionale confronto con la raccolta realizzata invece da Teodorico, come in P. COLLINET, La gense du
Digest, du Code et des Institutes de Justinien, Paris 1952); a quelli in cui si punta sullintento prevalentemente pratico diretto a garantire soprattutto certezza del diritto e buona amministrazione della
giustizia (G.G. ARCHI, Giustiniano legislatore, Bologna 1970; F. GALLO, La codificazione giustinianea,
in Index 14 [1986] 33 ss.; G.L. FALCHI, Sulla codificazione del diritto romano nel V e Vi secolo, Roma
1989); a quelli, infine, che danno maggiore risalto alla motivazione religiosa (le cui basi concettuali sono esposte in F. CASAVOLA, La legalit per i cristiani pregiustinianei, in Labeo 3 [1958]
306 ss).
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Francesca Galgano
stati eresie, scismi, eterodossie (di pagani o ebrei), i cui seguaci saranno
colpiti con misure restrittive assai severe, anche patrimoniali, sconfinanti a
volte nella persecuzione. I chierici inoltre sono considerati una componente fondamentale del popolo e sono destinatari di normative ad hoc18. In
questa linea si deve collocare anche la decisione di Giustiniano di chiudere, nel 529, lAccademia filosofica di Atene, fondata da Platone, vero
baluardo della cultura pagana e della filosofia antica19. A questo evento
pu certamente essere attribuito 20, come stato fatto, il significato emblematico di momento conclusivo del mondo antico, perch questa lettura
corrisponde effettivamente ad un intimo sentimento dellimperatore, che
vuole creare una cesura col passato, erigere un muro per segnare, in
modo chiaro per tutti, quali siano i confini spaziali e culturali impressi da
lui alla storia. Ci non significa affatto rinnegarne leredit, particolarmente nei contenuti normativi, cui infonde nuova linfa 21 attraverso la loro
inclusione, con il crisma dellufficialit, nel nuovo impianto codificatorio.
La coesione normativa, infatti, il collante che in grado di legare
tutti gli elementi, per raggiungere e mantenere un buon governo: quando
Mena elenca i mezzi che dovrebbe porre in essere il sovrano a tale scopo,
aggiunge alla guida politica e militare di funzionari e magistrati, la necessit della custodia delle leggi. Mena colloca dunque la necessit della codificazione (intesa, nel senso non tecnico, di predisposizione ordinata di
materiali normativi per garantire la gestione della giustizia e la direzione
politico-amministrativa) a fondamento di una perfetta gestione dello
Stato.
Ad appena un anno dalla sua elevazione al soglio imperiale, ma gi
immerso nel contesto della corte da diverso tempo, e ben consapevole 22
18
Ancora una volta il dialogo segnala in un certo senso allimperatore un percorso di riforme
politico-giuridiche, quando (lib. V, . 65 ss.) tratta dellordine dei sacerdoti, i cui privilegi devono
trovare corrispondenza nella dignit del loro stato e del loro modo di vita. Le sue parole
sembrano ispirare le motivazioni ideologiche ad esempio di CI. 1.3.42 e 43 emanate da Giustiniano nel 528 sotto la prefettura di Mena. Relativamente al ruolo dei chierici nella societ gi
dallet costantiniana, vd. L. DE GIOVANNI, Il libro XVI del codice Teodosiano. Alle origini della codificazione in tema di rapporti chiesa-stato, Napoli 1991.
19
Sul rapporto fra potere politico e intellettuali e su come esso cambia nel tempo e poi con
lavvento del cristianesimo, si veda il testo di una lezione tenuta presso la Sede napoletana dellAssociazione di Studi Tardoantichi il 24 marzo 2009 (e scaricabile dal sito dellAssociazione) da
G. COPPOLA, Intellettuali e potere nella tarda antichit; e pi in generale Cultura e potere: il lavoro intellettuale nel mondo romano, Milano 1994.
20
Quanto alla forte carica simbolica che assumono alcuni eventi nella lettura del passato,
cfr. ancora A. MOMIGLIANO, La caduta senza rumore di un impero nel 476 d.C., in Annali Scuola Normale
di Pisa, serie 3, 3.2 (1973) 379 ss. (ora in Storia e storiografia antica, Bologna 1987, 359 ss.).
21
Cfr. F. AMARELLI, Crisianesimo e istituzioni giuridiche romane: contaminazioni influenze recuperi, in
BIDR. 100 (2003) 448.
22
Lesame delle costituzioni emanate da Giustino in regime di correggenza con Giustiniano
nel 527 in mbito processuale svelano tematiche riprese dal secondo negli anni immediatamente
365
dunque delle complesse problematiche relative allamministrazione giuridico-politica dellimpero, che grazie a una sorta di intensa formazione
sul campo aveva potuto conoscere dallinterno, Giustiniano annuncia
infatti (subito, nel 528) lintenzione di aggiungere questo tassello, che
ritiene imprescindibile, al nuovo ordine e di voler realizzare ci che altri
prima di lui non sono riusciti a completare, facendo dono agli interessati
di haec, quae necessario corrigenda esse multis retro principibus visa sunt; nomina
perci una commissione di dieci membri che lo affianchino, multitudine
quidem constitutionum, quae tribus codicibus Gregoriano et Heromogeniano atque
Theodosiano continebantur, illarum etiam, quae post eosdem codices a Theodosio
divinae recordationis aliisque post eum retro principibus, a nostra clementia etiam
positae sunt, resecanda (Haec, quae necessario, pr.). Di essa fanno parte funzionari di palazzo, solo un professore della scuola di Costantinopoli, Teofilo,
e due avvocati; la presidenza affidata a Giovanni, ex quaestor sacri palatii;
fra loro figura gi Triboniano, famoso per la sua cultura 23 e per una
preziosa biblioteca personale 24, che poi sar elevato a quaestor sacri palatii.
La composizione della commissione, pure, indicativa di una strategia
che ha mire prevalentemente pragmatiche, e non di scuola.
Limperatore chiarisce in dettaglio finalit (pratiche attuali, come la
necessit di ridurre, amputare prolixitatem litium) e metodi dellimpresa,
maximum et ad ispius rei publicae sustentationem respiciens opus (. 1), irrinunciabile per sostenere, dunque, la struttura stessa dello Stato: il nuovo codex,
uno ... sub felici nostri nominis vocabulo (pr.), devessere composto usando
materiali provenienti dai codici precedenti, Gregoriano, Ermogeniano e
Teodosiano, integrati dalle costituzioni orientali successive, non solo leggi
generali, ma anche rescritti che riceveranno valore di legge generale per
lutilit del loro contenuto , selezionate dopo aver eliminato le costituzioni simili, quelle in contraddizione fra loro, ammesse solo si iuris aliqua
divisione adiuventur, e le desuete, affinch si possano ricavare leggi certe,
redatte in proposizioni brevi, disposte nei titoli opportuni e ordinate
cronologicamente 25 (. 2).
Insomma Giustiniano vuol fare un codice, proprio in senso moderno,
di una raccolta di materiali normativi che incarni un progetto costisuccessivi (528-530) e in un certo senso preannunciano (dando conto del notevole interesse da
parte del legislatore in quegli anni per il processo) una radicale revisione, che si completer per
compiutamente e organicamente solo con la codificazione: sul punto si veda G. BASSANELLI, La
legislazione processuale di Giustino I (9 luglio 518-1 agosto 527), in SDHI. 37 (1971) 119 ss.
23
Tratteggia il rapporto dei compilatori bizantini con il proprio passato F. DIPPOLITO,
Forme giuridiche di Roma arcaica, Napoli 19983, 11 ss.
24
Tanta Dedwken, . 17 [533].
25
Cfr. M. CAMPOLUNGHI, Potere imperiale e giurisprudenza in Pomponio e in Giustiniano. II. La
giurisprudenza nella visione di Giustiniano. Dal 528 al 534: le costituzioni programmatiche. 2. La fase di realizzazione, Perugia 2007; L. DE GIOVANNI, Istituzioni scienza giuridica codici nel mondo tardoantico. Alle
origini di una nuova storia, Roma 2007, 430 ss., con bibliografia.
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Francesca Galgano
26
B. CLAVERO, Cdigo como fuente de derecho y desage de constitucin, in Codici. Una riflessione di fine
millennio. Atti, Firenze 26-28 ottobre 2000, curr. P. Cappellini e B. Sordi, Milano 2002, 69 ss.
27
Cfr. CI. 1.14.12 [529]; poi in Nov. I pr. [535].
28
G. BASSANELLI, Il codice teodosiano ed il codice giustinianeo posti a confronto, in MEFRA 125-2
(2013) 44 ss. URL:http://mefra.revues.org/1920.
29
Per quanto nel pieno riconoscimento delle peculiarit di ciascuno (senza voler ricostruire
367
una forzata continuit nel lungo periodo, come invece sembra in G.L. FALCHI, Sulla codificazione
del diritto cit.). Vd. anche G. BASSANELLI, Il codice teodosiano ed il codice giustinianeo cit. passim, da cui
provengono diversi spunti di riflessione del presente lavoro.
30
Sui poteri dati da Teodosio alla sua commissione, in particolare nel 435, si veda CTh.
1.1.6.
31
Cfr. CI. 12.16.3, Theod. et Valent. [432].
32
Su cui, da ultimo, vd. L. DE GIOVANNI, Gli imperatori e la giustizia, in Societ e diritto nella
tarda antichit, Napoli 2012, 89 ss. Cfr. i noti Amm. Marcell. 30.4.8-22; e Anonim. de rebus bellicis
21.1-2.
33
Vd. ad esempio Proc. paneg. 17.
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Francesca Galgano
34
A cominciare dalla legittimazione del proprio potere in forza di una valida proclamazione: cfr. dialogus lib.V, . 17-18.
35
Si sofferma su tale precipua ideologia, che sorregge peraltro diverse disposizioni giustinianee, fra cui Tanta Dedwken . 18 e Nov. 74 praef. [538], F. CASAVOLA, Giuliano secondo Triboniano, in Giuristi adrianei, nuova ed. Roma 2011, 139 ss. Si veda anche Nov. 137 pr.: civiles leges ...
firmas ab omnibus custodiri ... studemus [541]. Sebbene nelle sue parole rieccheggi lanelito alleternit
(mea sanxit aeternitas), Giustiniano percepisce poi la necessit di apportare correzioni e sanare
lacune alla propria opera nel corso del tempo attraverso la legislazione novellare (cfr. S.
PULIATTI, Mea sanxit aeternitas. Giustiniano e leterno conflitto tra ideale e realt, in MEFRA 125-2
[2013]. URL:http://mefra.revues.org/1920).
36
Anche Giovanni Lido, mag. 3.1, evidenzia come le leggi sono state liberate dalla confusione e dalla mancanza di chiarezza (trad. a cura di G. Matino), soffermandosi sulle doti che
deve avere un buon sovrano e di cui certamente gode Giustiniano, esperienza nelle armi, ma
anche solida cultura (cfr. J. CAIMI, Burocrazia e diritto nel de magistratibus di Giovanni Lido, Milano
1984, 236); la riorganizzazione dello Stato non pu prescindere (passando per la resuscitazione
delle antiche istituzioni) dal riordino delle leggi, in un binomio che appare, dunque, consolidato
anche negli stilemi encomiastici del tempo.
369
37
Sed quoniam in multitudine legum existentium antequam eas constitueremus, et ad conspicuum perduceremus ordinem, plurima et necessaria ignorabantur; et decreta, quae contraria vellent, a iudicibus posita sunt....
38
Immaginando magari che le avesse scritte di proprio pugno, secondo quanto diceva
Procopio di Cesarea, proponendo un altro tema retorico, quello della suprema carica dello Stato
che non delega i suoi doveri, anche minori, ad anonimi funzionari, assumendosene cos la piena
responsabilit.
370
Francesca Galgano
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promulga il novus codex, perci, con la Summa rei publicae, dopo avervi
ancora affermato la obbligatoriet delle leggi, e soltanto delle leggi, in esso
contenute, con poche, veloci parole cerca di affrontare il problema
processuale, consentendo di allegare citazioni degli antichi testi giurisprudenziali contenenti leges imperiali accolte nel codice, purch la
versione in questi racchiusa non si allontani da quella, per cos dire, ufficiale: nulli concedimus ex libris veteris iuris interpretatorum aliter eas habentes recitare,
sed solam iuris interpretatoris sententiam commendare, ut tunc teneat, cum minime
adversetur eiusdem nostri codicis constitutionibus (. 3).
Insomma, secondo Giustiniano, le norme imperiali prevalgono
comunque sugli iura, cui si riconosce autorit solo se corrispondano alla
volont imperiale: se ci fossero dubbi, in CI 1.14.12 si definisce in modo
netto il potere dellimperatore, ora unico e assoluto, di creare e interpretare diritto. La congerie di ricorsi che investono la cancelleria e il numero
crescente di costituzioni che seguono la Summa rei publicae provano la difficolt che attraversa questa fase della riforma giustinianea. Alcune nuove
disposizioni intervengono per risolvere le questioni nascenti dal contrasto
fra lopinione di un giurista e la volont imperiale, come ad esempio
accade in CI. 6.30.19 del 529, appunto, in cui limperatore consente di
estendere, a cognati e extranei, la transmissio delationis prevista dal giurista
Paolo al solo filius familias 41. Tale tipologia di innovazione, non isolata in
quegli anni, anticipa un metodo di lavoro che si sarebbe riproposto poi
nella compilazione dei Digesta: ci pu avallare lipotesi che Giustiniano
indipendentemente dallimmaginare quel primo codex come definitivo e
concluso, o non piuttosto soltanto come il primo passo allinterno di un
progetto pi vasto e complesso, sebbene gi abbozzato avesse ben
chiaro il quadro politico e ideologico allinterno del quale dovesse
muoversi nel tempo a venire.
Univ. Napoli Federico II
Pont. univ. Lateranensis
fragalgano@alice.it
41
Su cui amplius F. GALGANO, Transmissio delationis. Vicende di una pratica successoria, Roma
2007, 111 ss.