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Volume pubblicato
con il patrocinio dellEparchia di Lungro
IndIce
Mons. donato olIverIo
Presentazione.............................................................................................................. pag.
attIlIo vaccaro
Studio introduttivo ...................................................................................................... pag. 13
MassIMo BIdottI
Il culto di Atanasio dAlessandria dalle origini
e la sua venerazione nelle comunit italo-albanesi di Calabria
pag.
29
GrIselda doka
Francescani dAlbania: p. Marin Sirdani O. F. M. (1885-1962)
cultore di storia e letteratura ........................................................................................ pag. 57
pag.
77
steFano ParentI
Qualche osservazione sui codici greci
del Collegio di S. Adriano trasferiti a Grottaferrata.................................................... pag. 103
MarIarosarIa salerno
Fra cielo e terra: Gioacchino e i Florensi tra vita religiosa
e pratiche economiche
pag.
113
Italo sarro
I cattolici al bivio nellAlbania turca ........................................................................... pag. 137
GIoacchIno strano
Valore militare e cultura religiosa
nella formazione del perfetto generale bizantino ............................................................ pag. 175
attIlIo vaccaro
Appunti e note su alcune pergamene di et medievale
nellArchivio di Stato di Cosenza................................................................................ pag. 189
attIlIo vaccaro
P. Giuseppe Lottelli (1632 ca. - 1702):
un esempio di moderno metodo storiografico per la storia di Squillace............................ pag. 227
attIlIo vaccaro
S. Benedetto Ullano detto anche
S. Benedetto dellAbbadia tra medioevo ed et moderna (secc. XI-XVI)
pag.
257
attIlIo vaccaro
Italo-greci e Italo-albanesi: differenze etniche ed ecclesiologiche
nei loro vari stabilimenti nel Mezzogiorno dItalia dal medioevo allet moderna .......... pag. 285
attIlIo vaccaro
Medioevo albanese: LAlbania e gli Albanesi,
un saggio poco conosciuto di p. Marin Sirdani O.F.M. (1885-1962) .......................... pag. 343
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GIoacchIno strano
Valore militare e cultura religiosa
nella formazione del perfetto generale bizantino
1. I testi di strategia militare a Bisanzio dedicano ampio spazio alle virt e alle
caratteristiche che i generali debbono possedere per guidare gli eserciti e reggere le
regioni in cui sono dislocate le loro truppe. Il peso della tradizione era a Bisanzio
assai forte e, in tal senso, un modello era Onasandro (I sec. d.C.) e il suo Strategikos1.
Ebbene, il primo capitolo di questopera dedicato alla scelta del generale (Per
arsewj strathgo) e vi si legge:
Affermo che il generale vada scelto non giudicando in base alla stirpe, come accade
per i sacerdoti, n in base alle ricchezze, come per i ginnasiarchi, ma che sia saggio,
equilibrato, vigile, modesto, capace di sopportare le fatiche, intelligente, non avido,
n troppo giovane n troppo vecchio, possibilmente anche padre di figli, bravo
oratore e stimato2.
Dopo aver approfondito le singole virt e i vari aspetti ad esse correlati, Onasandro
si sofferma sullimportanza della ricchezza nella scelta del buon generale:
Sostengo che non siano le ricchezza a determinare la scelta di un generale, se il
ricco in questione possegga le dovute qualit, n la povert costituisca motivo di
esclusione per il povero, se invece risulti possedere quelle doti3.
W.A. oldFather, A.S. Pease, and J.B. tItchener, Aeneas Tacticus, Asclepiodotus, Onasander, Cambridge,
Mass., 1923 (repr. 1962), 368-526. Testo e trad. italiana in: Onasandro, Il generale. Manuale per lesercizio
del comando, a cura di C. PetrocellI, Bari 2008. Citeremo i passi da questa edizione. Cfr. A. daIn, Les
stratgistes byzantins (texte mis au net et complt par J.-A. De Foucault), in Travaux et Mmoires, 2
(1967), 327-329. Lo studioso giudica severamente lopera di Onasandro, scrivendo che louvrage ne
comporte aucun rappel historique et se ramne des considrations morales et des conseils obscures
de prudence, valables dans toutes les circonstances de la guerre (329). E tuttavia rileva che la fait
que Lon VI ait intgr tout le Strategicus dans son uvre, la multiplication des copies manuscrites,
des paraphrases, des traductions, le got que le Marchal de Saxe et dautres gnraux ont montr
pour lauteur, tout cela a valu Onsandros une rputation de bon aloi (ibidem). Ma limportanza
di Onasandro risiede proprio nella presenza di queste considerazioni morali, che ne hanno fatto un
modello per gli autori bizantini.
2
Vd. Onasandro, Il generale, 26-27: Fhm tonun aresqai tn strathgn o kat gnh krnontaj, sper toj eraj, od kat'osaj, j toj gumnasircouj, ll sfrona, gkrat,
npthn, litn, diponon, noern, filrguron, mte non mte presbteron, n tcV ka patra
padwn, kann lgein, ndoxon.
3
Ibidem, 30-31: Fhm d mte tn plosion, n ktj totwn, aresqai strathgn di t
1
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Gioacchino Strano
E ancora:
Sia oggetto delle nostre aspirazioni il generale che risulti valente, nobile e ricco, per
non escludiamo uno povero, ma dotato di qualit, anche se non vanta nobili natali4.
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militari. Sulla scia di Onasandro, Maurizio si sofferma sulle virt del generale, cui
elargisce tutta una serie di raccomandazioni utili per le attivit correnti e per i periodi
di guerra. Nel libro VIII9 scrive:
Lo stile di vita del generale deve essere lineare e semplice come quello dei suoi
soldati; egli deve mostrare un affetto paterno verso di loro, deve dare ordini con
calma e cercare sempre di dare consigli e di discutere argomenti importanti con
loro di persona. [] nello stile di vita egli deve essere moderato e vigile, ed bene
che prenda di notte le decisioni su questioni importanti. Di notte infatti pi facile
elaborare piani, perch lo spirito libero da disturbi esterni10.
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Gioacchino Strano
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Gioacchino Strano
E ancora:
Insomma, il generale deve essere, per quanto possibile, decoroso e forte nel corpo,
amante delle fatiche, rapidissimo e coraggioso nel suo intendimento, desideroso
donore, serio e pronto a fronteggiare il pericolo. Dovrebbe specialmente essere
attento agli affari divini e alla sua relazione con Dio ed essere controllato nei piaceri
del corpo21.
Il modello del perfetto generale incarnato, nei Tactica di Leone, dalla figura
di Niceforo Foca, detto il Vecchio per distinguerlo dallomonimo nipote, limperatore
Niceforo II. Il suo nome indissolubilmente legato alla politica di espansione
condotta dai sovrani della dinastia macedone fra Occidente e Oriente: nell885-886
Niceforo Foca il Vecchio riconquist la Calabria settentrionale, strappandola agli
Arabi e ai Longobardi e riunendo quei territori agli antichi possedimenti bizantini
della Calabria meridionale, rimasta costantemente greca, e della Terra dOtranto22.
Nei Tactica di Leone la sua figura esaltata e presa a modello23: di lui viene lodata la
magnanimit e il sentimento di giustizia mostrato verso le popolazioni longobarde, a
cui ha garantito, essendosi sottomesse allimpero, la libert e lesenzione dai tributi24.
Tale fu la gratitudine dei provinciali italici che questi gli eressero addirittura una
chiesa25.
Niceforo Foca fu, peraltro, un generale capace di applicare in modo efficace
i metodi della paradrom: mentre i nemici erano intenti ad assediare Mistheia, nei
pressi di Iconio, egli si spinse in territorio nemico fino a minacciare Adana e Tarso,
costringendo in tal modo gli avversari a tornare indietro26. Riusc inoltre, con vari
fmhn, mte non mte gronta, kann d ka prj t lgein p stmatoj n msJ lao, n
tcV d, ka patra padwn, m mporeaj filonta ti toioton, mhd mikryucon, j ka
tn smikrn pragmtwn piqumen, ka plj egen t yuc, e dunatn, ka t smati ka
n pasi megalyucon.
21
Leon. tact. II, 18 Dennis: Keflaion d epen, cr tn strathgn, e dunatn eh, ka t sma
eprep ka wmalon ka filponon ka xtaton ka tn gnmhn ndreon ka filtimon ka
spoudaon ka filokndunon ka mlista to qeou ka per t qea prgmata pimelstaton,
donn d tn mn to smatoj gkrat.
22
F. BurGarella, Le terre bizantine (Calabria, Basilicata e Puglia), in Storia del Mezzogiorno, vol. II, t. II: Il
Medioevo, Napoli 1989, 415-517; S. cosentIno, Storia dellItalia bizantina (VI-XI secolo). Da Giustiniano ai
Normanni, Bologna 2008.
23
Su Niceforo Foca il Vecchio vd. H. GrGoIre, La carrire du premier Nicphore Phocas, in Mlanges St.
Kyriakids [= Hellenika, 4 (1953)], 232-254; J.-C. cheynet, Les Phocas, in G. daGron - h. MIhescu,
Le trait sur la guerrilla (De velitatione) ..., 291-296. Cfr. S. touGher, The Reign of Leo VI (886-912). Politics
and People, Leiden-New York-Kln 1997, 204-206.
24
Leon. tact. XV, 32 dennIs.
25
F. BurGarella, Le terre bizantine, 451-452.
26
Leon. tact. XVII, 65 dennIs. Leone menziona lemiro Abulpher: The identity of the Saracen emir
is less certain; it may have been Abu Gafar: ibidem, 419, n. 9. Cfr. G. daGron - h. MIhescu, Le trait
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Gioacchino Strano
del retto agire dei suoi generali, il cui potere procede dalla volont imperiale. Leone
infatti scrive:
Il generale la persona che, dopo limperatore, ha la pi grande autorit sullintera
provincia soggetta a lui35.
Nei Tactica Leone riprende da Onasandro anche il tema dellorigine nobile degli
strateghi. Dice infatti che essi debbono essere nobili e ricchi, pur se questo non
costituisce un elemento imprescindibile: quanti siano dotati di virt, anche se poveri
e di non illustre stirpe, vanno promossi e incentivati37. Lo stesso criterio va seguito
nella scelta dei comandanti di bande, turme e drunghi, anchessi da selezionare preferibilmente, ma non esclusivamente - fra chi appartiene a gnh aristocratici38.
Leone si rif a Onasandro, ma il riferimento alla nobilt dei generali si spiega meglio,
a mio avviso, proprio alla luce del clima socio-politico dellimpero bizantino fra IX
e X sec.39.
Un altro tema che ritorna assai di frequente nei Tactica il rispetto che il generale
deve avere per Dio e gli uomini di Chiesa, in base al principio che ogni potere deriva
dal Signore celeste:
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Per questo necessario che tu, o generale, curi e osservi prima di ogni altra cosa ci
che attiene al servizio di Dio. In particolare onora e riverisci i suoi preti e vescovi e
tieni i suoi santi templi come luoghi dasilo e che non siano strappati da essi quelli
che vi hanno trovato rifugio, senza lautorizzazione della nostra Maest. Conserva
liberi da danni e violenza e degni di venerazione i santi asceteri dei monaci e quelli
che osservano la verginit in essi. Per dirla in breve, preserva ogni cosa consacrata
a Dio senza molestie, onorata e rispettata perch essa tutta santa e dedicata a Dio
che santo40.
Si tratta ovviamente di motivi topici, frutto di una lunga tradizione parenetica che
rimonta alla trattatistica antica (lAd Demonicum pseudo-isocrateo e lAd Nicoclem).
Altro motivo topico la raccomandazione di tenere lontani gli adulatori (capp. XXII;
XXXII) e di servirsi di magistrati capaci di amministrare lo Stato con onest e
perizia (cap. XXX). Il discorso di Agapeto delinea quindi un sovrano in grado di
dominare le proprie passioni e di amministrare il potere, tenendo a mente che esso
40
Leon. tact., epil. 8-9 Dennis: h/. Di toto de se pnta t ej Qeo qerapean, strathg,
pr tn llwn pntwn pithdeein ka diafulttein, xairtwj tn ej toj erej te ka
rcierej ato timn ka qerapean, ka toj gouj ato naoj ste slouj enai ka
m atn narpzesqai toj n atoj katafegontaj neu diagnsewj tj metraj basile
aj. q/. Ka t er d tn monacn skhtria ka toj n atoj tn parqenean skontaj
blab ka basta ka semn diathresqai. ka plj epen, sa t Qe nkeintai
parafulttein nephrasta ka tmia ka adsima j gia pnta ka t gJ Qe nake
mena.
41
Pubblicati in PG 107, XXI-LVI, sono stati editi criticamente in K. eMMInGer, Studien zu den griechischen
Frstenspiegeln, III, Inaugural-Dissertation zur Erlangung der Doktorwrde der philosophischen Fakultt der K.
Ludwig-Maximilians-Universitt zu Mnchen, Mnchen, 1913, 50-73. Cfr. G. strano, Considerazioni in
merito alla datazione e allattribuzione dei Capitoli Parenetici di Basilio I, in Orpheus, n.s. 21 (2000), 143-163.
42
Agap. cap. XVIII riedinGer: Basila se kat lqeian rzomai tn basileein ka kraten
tn donn dunmenon, j tn stfanon tj swfrosnhj nadhsmenon ka tn porfran tj
dikaiosnhj mfiasmenon.
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Gioacchino Strano
E ancora:
Limperatore il padrone di tutti, ma, insieme a tutti, servo di Dio. Allora
principalmente sar chiamato padrone, quando riuscir a dominare se stesso e non
sar schiavo di turpi piaceri, ma, aiutandosi con il sentimento religioso, invincibile
dominatore delle passioni irrazionali, vincer le indomabili cupidigie dei corpi con le
armi della temperanza44.
Il basileus deve quindi essere degno di Dio e improntare tutta la sua vita al
timore di Dio (cap. XVII), s da risultare misericordioso e philanthropos (cap. XL).
Analoghe affermazioni ritroviamo nei capitoli parenetici di Basilio I al figlio: il tema
della temperanza45; della prudenza46; della giustizia47; limportanza della scelta
di magistrati virtuosi e retti48. E, ancora, il possesso della cultura: lo studio delle
Sacre Scritture49; lacquisizione di una paideia certamente di carattere gnomologico
e sapienziale50. Si pu facilmente rilevare che nella trattatistica militare bizantina
Agap. cap. I Riedinger: Timj pshj prteron cwn xwma, basile, timj pr pantaj
tn totou se xisanta qen, ti ka kaq' mowsin tj pouranou basileaj dwk soi t
skptron tj pigeou dunasteaj, na toj nqrpouj didxVj tn to dikaou fulakn ka
tn kat' ato lussntwn kdixVj tn lakn p tn ato basileumenoj nmwn ka tn
p s basilewn nnmwj.
44
Agap. cap. LXVIII Riedinger: Krioj mn pntwn stn basilej, doloj d met pntwn
prcei qeo: tte d kurwj klhqsetai krioj, tan atj auto despzV ka taj tpoij
donaj m douleV, ll smmacon cwn tn eseb logismn, tn tthton atokrtora
tn lgwn paqn, toj pandamtoraj tn swmtwn rwtaj t panoplv tj swfrosnhj
katagwnzetai.
45
Cap. 11 eMMInGer.
46
Cap. 15 eMMInGer.
47
Cap. 21 eMMInGer.
48
Cap. 30 eMMInGer.
49
Cap. 17 eMMInGer.
50
Cap. 66 Emminger: na d sou t qoj di pntwn kosmsVj, m katknei tj tn palain
diexrcesqai gnmaj: poll gr n atoj erseij t crsima: tn d llwn plon pntwn
t te Solomnteia t te 'Isokrteia, e bolei ka t to 'Ihso to Sirc diamelta
didgmata, j keqen ka politikj ka basilikj retj dunmenoj nadxasqai.
43
185
il tema della virt degli strateghi, costantemente ribadito nel corso dei secoli, ha
come paradigma i capitoli che nelle parenesi sono destinati alle virtutes imperiali:
i generali dovranno conformarsi ai sovrani ed applicare, anche nella conduzione
delle imprese militari, lequilibrio, la giustizia, la temperanza che contraddistinguono
- seppure in via teorica - gli autocrati. E tuttavia, si rileva con ogni evidenza che
c un gap fra le virtutes del generale e le tattiche che gli vengono raccomandate
nella gestione della guerra, in cui gli stratagemmi e gli inganni hanno un ruolo
centrale. Tale contraddizione rinvia alla visione della guerra di cui si detto sopra,
ossia di un male inevitabile che va affrontato nel modo pi prudente possibile e
con il minor dispendio di energie e di costi. Il generale risente, dunque, di questa
ambivalenza, che dovr tuttavia conciliare: avr, da una parte, le virt che, su
modello dellimperatore, ammantano - idealmente - gli archontes, ma, dallaltra, si
muover con astuzia e scaltrezza sullo scenario concreto della storia, adattandosi ai
nemici che di volta in volta si trover ad affrontare. A giusto titolo, dunque, Gastone
Breccia scrive che nella trattatistica militare non vi alcun accenno ad una ipotetica
condotta onorevole delle operazioni: la guerra un male, da evitare se possibile,
comunque da limitare e risolvere nel modo pi rapido e indolore. Di fronte a queste
considerazioni, per Maurizio - e in generale per i teorici bizantini di strategia, forse
per i Bizantini tout court - sarebbe assurdo avere delle remore di qualsiasi tipo51.
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Gioacchino Strano
Se invece desideri consultarti con altri, formino questi uomini una cerchia ristretta e
fidata; non vi manchino, per, n i coraggiosi n i pavidi: soppesa i pareri di entrambi
e, sulla base di tutti e due, fatti una tua idea. Sforzati di superare tutti quanto a
ponderazione, coraggio, saggezza, senno, valore54.
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Gioacchino Strano
esaltano un modello di sapiente che possa essere di una qualche utilit allo Stato62.
Secondo Cecaumeno uno stratego deve attenersi ad alcuni fondamentali
precetti: in relazione ad azioni belliche, egli, per salvaguardare al massimo i suoi
soldati e limpero, guider le truppe con astuzie e macchinazioni, e in ci possono
soccorrerlo gli insegnamenti e le tecniche dei trattati militari. Quanto alla sua vita,
essa dovr essere improntata ai precetti morali e religiosi che gli derivano dalle Sacre
Scritture, fonte di salvezza spirituale, oltre che - elemento non trascurabile - miniera
di consigli strategici.
Cfr. M.D. sPadaro, La figura di Atenodoro in Cecaumeno, in Byzantino-sicula III. Miscellanea di scritti in
memoria di Bruno Lavagnini, Palermo 2000, 321-333
62