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Eccellenza signor Prefetto,

Eccellenza reverendissima mons. Vescovo,


Signor sindaco,
Autorit tutte, civili e militari
Magnifici rettori di tante universit italiane
Carissime studentesse e carissimi studenti
Carissime colleghe e carissimi colleghi, professori e ricercatori
Stimato personale tecnico e amministrativo
Signore e signori

Benvenuti!
La mia gratitudine a tutti coloro che con la loro fiducia hanno consentito
questo nuovo inizio e a chi mi ha preceduto e fin qui guidato, a partire dalla
mia famiglia!
Un caro saluto a chi ha lavorato pi direttamente nel governo dellAteneo,
fin dalle sue origini e nel sessennio che si appena concluso ed in
particolare al mio predecessore.
Un grazie di cuore a chi ha iniziato, con grandissimo entusiasmo, a lavorare
con me per la nostra comunit universitaria e a chi ha preparato questa
mattinata con grande professionalit.
Vi confesso che sento lorgoglio di appartenere a questa comunit, orgoglio
che cresce ogni qual volta (e sono tante) viene richiesta la nostra presenza,
per una collaborazione o anche solo per una testimonianza di condivisione
e di vicinanza, nelle innumerevoli iniziative culturali e imprenditoriali di
questa citt.
Il tono del mio intervento sar ancora decisamente programmatico, non
esaustivo, scarno di dati che sono noti dal consuntivo del mandato
precedente. User probabilmente un registro prevalentemente evocativo,
senza sottrarmi a delineare alcuni impegni programmatici. Luso del noi
in alcuni passaggi sottolinea la realt di condivisione gi avviata.

1/

DALLA STORIA: IL RUOLO DEGLI STUDENTI

LUniversit una comunit di studenti e docenti, sostenuta dal personale


tecnico e amministrativo, indispensabile per il nostro funzionamento.
Per ricordare il senso dellessere una comunit e sottolineare uno dei valori
fondativi dellAccademia: la spontanea, volontaria richiesta del sapere da
parte dei discenti, come da tradizione, abbiamo dato la parola prima al
rappresentante degli studenti e delle studentesse. Dunque grazie a
Stefano Buzi.
Ogni nuovo inizio induce una riflessione sulle origini e questo ci porta
inevitabilmente alle radici delle universit che si trovano in Italia: in
questo paese che ci pare troppo spesso frenato, confuso, in affanno, diviso.
Ebbene noi siamo tra gli eredi di quellidea di comunit di apprendimento
che, nate probabilmente fin dall'antichit, si sono consolidate nel corso del
Medioevo nel mondo occidentale, grazie al contatto delle diverse culture
europee, strutturate attorno a docenti che impartiscono lectio magistrali,
inizialmente di filosofia o di diritto, ma anche di medicina.
A Bologna, dall'istituzionalizzazione di uno di questi primi nuclei, nacque
l'Universit, pare nel 1088 (come stabilito da un comitato di storici guidato da Giosu
Carducci), con un insegnamento libero e indipendente dalle scuole
ecclesiastiche. Dal 1158, l'Impero si impegna a proteggere dalle intrusioni
di ogni autorit politica tutti gli scholares che viaggiano per ragioni di
studio. Non in fondo lo spirito del programma Erasmus, che lanno
prossimo compir 30 anni? Si tratta di un evento fondamentale per la storia
dell'universit europea. L'universit diventa per legge il luogo in cui la
ricerca si sviluppa liberamente, indipendentemente da ogni altro potere.
La libert, cifra che caratterizzava lintento originario, sempre da
riconquistare. Ancora oggi, gli attacchi ciclici che la storia non lesina alle
universit sono forse la prova indiretta che l albergano spiriti liberi.
Solo la libert infatti consente di conoscere e noi siamo una comunit di
persone libere: se ne avessimo sbiadito limmagine sono sicuro che
contribuiremo tutti a ricostruirla.

Attenzione: la libert dell'istituzione accademica nei confronti dei poteri


economici e politici non significa isolamento dalla societ, n
autoreferenzialit, n mancanza di etica, n tanto meno perseguimento di
interessi privati profittando di risorse pubbliche.
Ma quale oggi la percezione dellUniversit da parte degli studenti? Forse
solo quella di una struttura che organizza unofferta didattica in funzione
del conseguimento di un titolo e che cerca di attrarre giovani, competendo
con altre universit in un sistema articolato e complesso? questa una
delle cause della difficile partecipazione alla vita universitaria degli
studenti, attraverso gli organi di rappresentanza?
Ebbene, vorremmo por mano al tentativo di recupero almeno parziale
dello spirito originario, per ridare ai nostri giovani il senso di
appartenenza ad una comunit che strutturalmente dipendente dai
discenti. Su questo dovremo costruire un patto!
I nostri studenti e le nostre studentesse devono impegnarsi per conseguire
una maturazione culturale e professionale e speriamo umana, ma ben
presto diventano importantissimi collaboratori alla costruzione del sapere
che inizialmente i docenti trasmettono loro.
Nelle tesi di laurea e poi nelle collaborazioni post lauream, nonch nella
formazione superiore attraverso il dottorato, chi vive e lavora con noi
contribuisce allavanzamento del sapere. Quante intuizioni, elaborazioni,
buone idee sono venute durante un non sempre facile dialogo tra docenti
e discenti. Quante nuove idee di ricerca sono scaturite dallapporto
originale di chi abbiamo inizialmente formato.
Questa una delle specificit dellUniversit, che ne fa profondamente
diverso il carattere rispetto allistruzione secondaria superiore.
Una seconda, non meno importante, il collegamento tra il momento della
formazione, quello della ricerca e dellinnovazione. Dobbiamo stimolare
l'imprenditorialit degli studenti, mettendoli a confronto con le
problematiche del mondo sociale e produttivo.
Non mancano esperienze positive, ma dovremo inventare qualcosa di pi
efficace per rispondere ad esigenze formative in continua evoluzione.

Unultima nota su questo punto: nella valorizzazione del merito e delle


potenzialit di ciascuno, lUniversit pubblica offre a tutti uguali possibilit.
Per questo, nella perdurante condizione di difficolt economica, non
graveremo di pi sulle risorse delle famiglie, confermando le attuali misure
di esonero per merito e necessit, continuando a investire sui servizi agli
studenti, malgrado la (solita) paventata riduzione di risorse regionali.
Offrire uguali possibilit a tutti richiede per anche la responsabilit di
saper valorizzare il merito. Valorizzare ciascuno significa colmare la misura,
non necessariamente ugualmente capiente, di persone tutte diverse.

2/

IL COMPITO DEI DOCENTI

Detto del ruolo costitutivo degli studenti, non voglio sottrarmi ad una breve
riflessione sulle nostre responsabilit di docenti.
il docente che insegnando, grazie a quello che insegna e al modo con
cui insegna, mira ad aiutare il discente non solo ad arricchirsi di
conoscenze, di nozioni, di saper fare, ma anche a farsi uomo e donna,
imparando. Il ruolo educativo non dunque altro dal ruolo dellinsegnare,
ma inserito, compenetrato nel ruolo del docente, sua parte
integrante (Giuseppe Lazzati Il ruolo educativo del docente universitario in AA. VV.
Giovani, cultura e fede. Punti di riferimento per una pastorale universitaria ed. Vita e
Pensiero, Milano 1984 p. 27).

Noi abbiamo un compito bellissimo e insostituibile: tradurre i risultati della


nostra ricerca scientifica e della nostra esperienza nella capacit di far
crescere sapere e competenze. Non sempre scontato, dobbiamo e
possiamo migliorare sotto tanti aspetti, ma sono sicuro che il rinnovato
Presidio di Qualit dellAteneo veglier su tutto questo e orienter con
forza la nostra didattica (cos come la ricerca) verso traguardi ancora
maggiori di qualit, che anche legata a miglioramenti organizzativi.

La scelta del tema della prolusione e lidea di chiedere al Prof. Venturelli il


contributo, nasce da un desiderio non solo simbolico di segnare un nuovo
inizio. Intendiamo riportarci alle domande di fondo, al senso della ricerca
guidata dalla curiosit. anche un modo di rassicurare tutti che la
differenza tra ci che le persone pi istruite e quelle meno istruite sanno
indicibilmente irrilevante rispetto a ci che sconosciuto (A. Einstein).
E cosa pu stimolare la nostra curiosit pi delle dinamiche sviluppatesi
allorigine dellUniverso? Una domanda nel campo della fisica, che lascia
alla libert di ognuno la possibilit di svilupparla nel campo della metafisica.
Una scelta anche rivendicativa del valore dei nostri ricercatori (l'Italia la
terza potenza mondiale dopo USA e UK per numero di universit tra le
prime 300 per citazioni su Web of Science) e che stimola linvestimento
nella ricerca pubblica, nella ricerca apparentemente slegata dal vivere
quotidiano, ma che ha sempre dimostrato di avere poi effetti dirompenti
sul progresso tecnologico. Dunque grazie al Prof. Luca Venturelli.
Tuttavia non dimentichiamo mai la necessit di ascoltare le domande che
vengono dal territorio in cui siamo cresciuti come Ateneo:
- la domanda di innovazione e la capacit di trasformare il sapere in
impresa;
- la domanda di internazionalizzazione,
- e insieme la capacit di conoscere profondamente storia e caratteri del
territorio in cui agiamo, per contribuire al suo sviluppo.
Vogliamo quindi valutare e potenziare ulteriormente lofferta di corsi di
studio internazionali, gli accordi di doppio titolo o titolo congiunto con
prestigiosi Atenei stranieri; rafforzare i programmi di mobilit di studenti e
docenti, e coinvolgere anche tecnici e amministrativi in questa avventura.
La risposta non solo lofferta didattica in lingua inglese, che per altro
riscontra un notevole successo. Ci richiesto un modo di essere e di agire
innovativi.

La competizione oggi globale sia nella ricerca che nella formazione e la


reputazione e il prestigio di cui molti nostri docenti godono allestero
possono riversarsi sulluniversit nel suo complesso, supportando in modo
efficace le nostre politiche, migliorando il nostro posizionamento e
aumentando lattrattivit di bravi studenti e prestigiosi docenti stranieri.
Anche noi non possiamo dimenticare una storia, certamente pi breve, ma
che ci vede ormai adulti (al compimento del 35 anno di et).
Siamo nati su stimoli derivanti dal territorio. Ingegneria per leccezionalit
del tessuto economico-produttivo; medicina per leccellenza dellofferta
sanitaria cittadina e provinciale; economia anche su uno stimolo che data
un secolo, venuto dalla volont di un commerciante, Milziade Tirandi (nel
1915 fu istituita lUniversit Commerciale Tirandi Milziade con Sede in Brescia);
giurisprudenza per il rilievo della provincia nel sistema giudiziario, come
sede di Corte dAppello.
LUniversit di Brescia stata fortemente voluta da un sistema
ricchissimo di iniziative e di risorse, che ha intuito la necessit di investire
sul futuro. Ancora oggi questo sistema ci misura sulla capacit di
interpretare un futuro complesso, ci chiede competenze, ci sprona a
correre.
Sapendo che dobbiamo puntare ad ampliare e migliorare la nostra offerta
didattica, oggi la nostra possibilit di sviluppo dipende ampiamente dalle
forze che abbiamo e dalle persone che abbiamo fatto crescere. La
significativa promozione di molti colleghi idonei nellabilitazione scientifica
nazionale ci rallegra e ancora ci sentiamo impegnati per coloro che
meritano di veder riconosciuto il loro valore.

3/

LA STRATEGIA

Primo compito di un organo dirigente la costruzione di una visione


strategica condivisa, inscindibilmente legata alla cura dellindispensabile
buona gestione della quotidianit, sulle cui gambe viaggia ogni progetto
ambizioso.

Ai sensi dellArt. 1-ter della Legge 43/2005 Programmazione e valutazione delle Universit,

entro il 30 giugno 2017 adotteremo il programma triennale per individuare:


a) i corsi di studio da istituire e attivare, nonch quelli da trasformare;
b) il programma di sviluppo della ricerca scientifica;
c) le azioni per il sostegno ed il potenziamento dei servizi e degli interventi
a favore degli studenti;
d) i programmi di internazionalizzazione;
e) il fabbisogno di personale docente e non docente.
Solo qualche anticipazione dei temi che saranno oggetto di discussione.
La didattica
LUniversit degli Studi di Brescia una giovane universit pubblica, con
forti aspirazioni internazionali e prospettive di crescita nella Lombardia
orientale, caratterizzando e ampliando la propria offerta formativa. Sono
convinto che una maggiore diversificazione dellofferta sia fattore di
attrazione per tutte le aree esistenti. Siamo presenti, anche se con
unofferta limitata alle professioni sanitarie, in altre cinque sedi oltre
Brescia, e faremo di tutto per non deludere le attese del territorio. Sono
particolarmente lusingato dellinteresse che le citt di Mantova e Cremona
hanno dimostrato verso la nostra Universit.
Non vogliamo crescere contro qualcuno, ma accrescere la quantit di
iscritti al sistema universitario, contribuendo ad innalzare la quota troppo
bassa di laureati italiani (17% contro una media UE del 32%), verificando le
aree di collaborazione con la sede bresciana dellUniversit Cattolica del
Sacro Cuore, con le Universit vicine, da quelle di Bergamo, fino a Pavia e
Milano Bicocca, con cui sono da tempo avviate collaborazioni, al sistema
universitario veneto.
Non possiamo dimenticare che le nuove geografie disegnate dalla riforma
degli enti locali e dallo sviluppo delle reti di trasporto apriranno per noi tutti
scenari nuovi.
La nostra terra ha dato i natali a Camillo Golgi (premio Nobel e Rettore
dellUniversit di Pavia), a Camillo Tarello e Agostino Gallo.

Ci prenderemo un tempo adeguato per verificare con gli Organi di Ateneo


la valenza che pu assumere nel nostro territorio la formazione alle
tecniche agronomiche e dellalimentazione, in una logica ispirata al grande
tema del cibo, delladattamento ai cambiamenti climatici, dellapplicazione
dellautomazione in agricoltura.
Sono convinto che la nostra Universit debba essere motore di sviluppo
in un territorio che vive in pieno la crisi economica e le trasformazioni
della quarta rivoluzione industriale, contribuendo al ragionamento sui
nuovi modelli di sviluppo.
Esiste poi un campo elettivo della nostra attivit dove al centro non vi
solo lo studente, ma anche chi soffre. Molti nostri colleghi della macroarea
medica operano in convenzione con il SSR, in condizioni peculiari e con
grande dedizione nellassolvimento di compiti anche assistenziali.
Abbiamo attivato un confronto permanente con la Direzione dellASST
Spedali Civili di Brescia che ci porter finalmente ad un rinnovo della
convenzione ed alla definizione congiunta di una strategia. Vogliamo
collaborare, anche con la plurima offerta sanitaria della citt e del
territorio, per mantenere il nostro Ateneo a livelli di eccellenza scientifica,
per il bene della societ.
La ricerca
Passi importanti sono stati fatti nel recente passato per migliorare
linformazione rispetto alle opportunit di finanziamento e di
partecipazione a bandi di ricerca europei e internazionali. Anche in questo
campo tuttavia, le possibilit pi significative derivano dalla valorizzazione
dei rapporti interpersonali che i singoli ricercatori e docenti hanno
instaurato con colleghi e istituzioni straniere.
La partecipazione ai bandi europei non basta: si dovr progettare una
partecipazione pi efficace alle piattaforme ove si preparano i temi che
poi saranno oggetto di stanziamento di ricerca, coinvolgendo da subito i
ricercatori capaci e motivati nella strategia per partecipare attivamente in
Europa alla definizione del dopo Horizon 2020 e sostenere le nostre priorit
in tutte le aree.

La scelta recente di riorientare il nostro Ateneo verso unUniversit


tematica, va sottoposta a una riflessione critica e ad un dibattito
approfondito.
condivisibile lintento di rendere attrattiva e riconoscibile l'offerta
formativa e la ricerca della nostra Universit.
giusto maturare la consapevolezza dellirrinunciabile contaminazione
dei saperi perch la conoscenza un tutto e le scienze separate sono parti
di una sola conoscenza (da un discorso di J H Newman, studente del Trinity College di
Oxford, fondatore e Rettore delluniversit cattolica di Dublino nella seconda met
dellottocento).

per altrettanto doveroso perseguire lideale di ampiezza dei saperi, della


formazione umana integrale e concentrare il nostro interesse anche su altri
temi strategici aggiornabili nel tempo, promuovendo tutte le attivit e le
eccellenza gi presenti.
La nostra Universit dovr ascoltare e coltivare le qualit che sono nate al
suo interno in questi anni, facendo crescere ogni esperienza positiva. In
particolare non possiamo esimerci dalla riflessione sulle prospettive dello
sviluppo economico sostenibile, alla luce dei 17 sustainable development
goals approvati dalle nazioni Unite.
Dobbiamo interrogarci anche sul piano etico di cosa significhi investire sul
benessere della popolazione, di quale popolazione?
I risultati che tutti i nostri ricercatori sapranno conseguire, le storie
personali e la capacit di risposta alle domande della societ e del territorio
saranno la nostra prima garanzia per portare avanti qualsiasi strategia.
Quale primo segno siamo gi riusciti a postare, in un bilancio gi
sostanzialmente impostato, risorse per un piano straordinario di
assunzioni di giovani ricercatori di tipo A. Ne entreranno una decina
allanno dal 2017.

La terza missione
La sincera ricerca della verit si deve coniugare con la ricerca del bene
comune per la societ.
Non si deve sganciare luniversalit dei risultati dallaccessibilit per tutti
ad un sapere che sempre si percepisce come sempre pi globale.

La ricerca supera di fatto le frontiere geografiche come supera quelle del


gi noto e produce, quasi come effetto collaterale, la spinta
allinnovazione, al saper fare che in ultima analisi deve essere sempre a
favore dellumano.
La terza missione non quindi ultima di una graduatoria, ma va intesa come
capacit dellUniversit di essere fermento culturale nel territorio, stimolo
alla societ tutta. Ununiversit accessibile, innovativa, sostenibile, pu
costituire un prototipo per le iniziative pubbliche e private nei vari settori.
Nella vita culturale della citt, lUniversit deve essere valorizzata e pu
suscitare nuovi orizzonti, nel rispetto di tutti i fermenti che anche a Brescia
non mancano.
Negli anni passati (fin dagli ultimi anni 90) lAteneo ha perseguito iniziative
per la valorizzazione della propria Propriet Intellettuale, mediante la
regolamentazione delle attivit di deposito di Brevetti, la formazione dei
Ricercatori riguardo a tematiche inerenti ai Brevetti, e la gestione delle fasi
di deposito, negoziazione e difesa dei Brevetti stessi. In questo periodo, la
legislazione di riferimento evoluta, da un quadro di riferimento in cui la
titolarit del Diritto al Brevetto era in capo allUniversit, fino al quadro
attuale, in cui la titolarit passata in capo ai Ricercatori che hanno
sviluppato il trovato oggetto del Brevetto, salvo il loro diritto a trasferire
diritti e oneri allUniversit che poteva depositare il Brevetto, estenderlo e
infine licenziarlo/cederlo a sue spese.
Abbiamo stilato un accordo con gli Atenei di Milano Bicocca, Bergamo e
Pavia per la costituzione di un unico organismo che valorizzi
congiuntamente i Brevetti a carico degli Atenei ed entreremo nella
costituenda fondazione U4I per unazione sinergica in merito alla Propriet
Intellettuale.
La realt attuale purtroppo ancora poco rosea: pochi dei Brevetti sono
stati finora licenziati o venduti, con un conseguente bilancio economico
negativo. Alcuni dei Brevetti sono stati abbandonati dopo alcuni anni di
investimenti effettuati per il loro mantenimento, altri sono in giacenza
senza che venga effettuata alcuna iniziativa per il reperimento di partner
interessati allacquisizione di licenze e dellintero Brevetto.

4/

BRESCIA CITT UNIVERSITARIA

LUniversit di Brescia nata per il forte interessamento del territorio, del


comune e della provincia e deve continuare a crescere, misurandosi nel
contesto internazionale, ma radicandosi nel tessuto locale. Lintenzione dei
padri fondatori era certamente quella di far crescere tutta la collettivit
locale.
I partner sono chiari e i contatti in corso.
Siamo nella mission di CSMT con lintento di rivitalizzare l'obiettivo
primario cio quello di contribuire a rendere l'industria e l'universit
competitive, innovative ed attrattive per investitori, imprenditori e risorse
intellettuali.
Lavoriamo con il sistema sanitario di eccellenza della citt e della provincia.
I dipartimenti di Economia e Giurisprudenza sviluppano importanti rapporti
di collaborazione con le Istituzioni locali.
Cercheremo sinergie con gli Enti di ricerca pubblici e privati che operano
sul territorio, per condividere le infrastrutture e gli investimenti nelle
grandi attrezzature e potenziare la nostra strategia di fund rising,
valorizzando i gi ottimi rapporti con la Fondazione della Comunit
bresciana e con la Fondazione EULO.
Continueremo il progetto del Sistema Universitario Bresciano, con la
Cattolica, le Accademie e il Conservatorio.
Coltiveremo i rapporti gi molto buoni con il mondo delle professioni,
attraverso gli ordini e i collegi, le associazioni di categoria, come lAIB, lAPI,
lANCE.
Brescia la citt dell'industria, che oggi vuol dire soprattutto innovazione,
sostenibilit ambientale, salute pubblica, organizzazione del lavoro,
inclusione. Una citt che ha seri problemi nel trovare lequilibrio tra
industria e ambiente, ma che gi oggi una delle prime smart city italiane,
anche grazie alla sua Universit e alle sue aziende di eccellenza.

Brescia pu e deve diventare la citt della sostenibilit, ribaltando


unimmagine legata al suo passato industriale. Il tema della sostenibilit,
oggetto di specifica delega, ci vede da subito impegnati nella neo-costituita
rete delle Universit impegnate in questo campo (sono oltre 50), al fine di
dare il nostro contributo allattuazione degli obiettivi di sostenibilit
dellAgenda ONU 2030.
Le sedi universitarie nelle citt di medie dimensioni giocano un ruolo
fondamentale anche sulle prospettive di sviluppo urbano, soprattutto
quando sono state realizzate nel tessuto insediativo esistente. Cos come
lUniversit ha contribuito in passato a rivitalizzare alcuni edifici storici, oggi
pu essere uno dei motori della rigenerazione urbana, catalizzando e
orientando anche investimenti privati, come gi avviene per molte nostre
iniziative, puntando a fare di Brescia una citt universitaria, attrattiva per
molti studenti anche fuori provincia.
Il dialogo con il territorio iniziato da subito: con il Comune gi in corso
un intenso scambio di progettualit intorno al tema delle aree
universitarie. Con la Provincia, le Associazioni di categoria, le Fondazioni, si
sta progettando un tavolo di lavoro per definire una nuova strategia
Brescia 2030, in cui la programmazione strategica dellUniversit
traguarda un primo obiettivo a medio termine, che sar il quarantennale
del 2022, termine del mio mandato.

5/

LE PERSONE

Le universit vivono le stesse debolezze di tutte le istituzioni, ma proprio in


quanto istituzioni devono sopravvivere oltre le povert dei loro servitori.

La nostra Universit fatta di molte donne e uomini che, nonostante la


crescente scarsit di risorse economiche, le cicliche critiche, le perduranti
contraddizioni, le incertezze sulle prospettive di crescita professionale e le
esagerate regole di una burocrazia endemica, continuano a svolgere con
impegno e dedizione il loro lavoro.
La valutazione dellorganizzazione della struttura tecnico-amministrativa, il
cui funzionamento intrinsecamente legato al complessivo andamento di
tutta la comunit universitaria, un urgente compito che stiamo
svolgendo.
Lorganizzazione del lavoro cercher di non forzare le persone in rigidi
schemi organizzativi, ma di contemperare le esigenze di una macchina
complessa, con la valorizzazione della qualit delle persone;
unorganizzazione che combini promozione del merito e potenziale di
crescita professionale, pur in un sistema che non ci consente grandi
provvedimenti incentivanti.
Il tema di questanno per la celebrazione del 28esimo anniversario della
firma della Magna Charta Universitatum, in Brasile, stato "Reducing social
inequalities: the role of universities". Unulteriore conferma della direzione
che abbiamo intrapreso per unAteneo inclusivo, anche con la delega alla
Responsabilit sociale per il territorio. Vogliamo essere presenti nella vita
sociale della comunit, come testimonianza di una comunit inclusiva,
aperta alle fragilit, accessibile, attenta alle pari opportunit tra donne e
uomini, aperta alla vita e attenta al disagio sociale.
Anche in questo caso continuiamo nel solco della nostra storia: non deve
essere un caso infatti se le prime donne laureate al mondo siano uscite
dalle Universit di Padova e Bologna, dove la seconda donna laureata
d'Italia e fu anche la prima a intraprendere una carriera accademica e
scientifica e la prima al mondo a ottenere una cattedra universitaria.
LUniversit soprattutto quella pubblica unistituzione, non
unazienda, ma deve essere efficiente. Per questo si deve costruire un
giusto mix di collegialit e capacit manageriale, in un clima di massima
trasparenza e condivisione delle informazioni e delle decisioni, per
alimentare la fiducia reciproca e superare diffidenze e ostilit.

In questi mesi, anche prima di entrare in servizio, ho incontrato decine di


colleghi, personale tecnico-amministrativo e studenti e intendo
continuare a farlo, con il solo limite del tempo.
Il governo dellAteneo gi impostato sul dialogo costante nel collegio
dei Direttori di Dipartimento, importante elemento di raccordo con tutto il
corpo accademico. Nei primi due incontri, vigilando sul rischio
dellautoreferenzialit, i Direttori, con il Rettore e il Vicario, hanno iniziato
a definire elementi di strategia da sottoporre alla valutazione del Senato
Accademico e del Consiglio di Amministrazione, che ne verifica la
sostenibilit finanziaria.
Un Senato rinnovato, che si riunir domani per la prima volta, sul cui
apporto alla gestione dellAteneo confido molto.
Un CdA fatto di grandi competenze esterne e con un rappresentante del
corpo docente: a loro affideremo deleghe specifiche per aiutarci nella
miglior gestione di un bilancio, gi buono e che deve restare tale, anche a
fronte di investimenti che abbiamo in animo di fare.
Si rivedranno lo Statuto e molti regolamenti, ma da subito stiamo
intervenendo in tutte quelle realt che presentano carenza di organico,
rispettando i profili professionali che andranno al massimo valorizzati.
Urge affrontare con decisione quella che avvertita da tutte le componenti
della nostra comunit come una vera e propria oppressione burocratica.
necessario un impegno a livello nazionale e in tutte le sedi istituzionali per
recuperare spazi di autonomia per le Universit, orientare le scelte del
governo e dellANVUR e contrastare con decisione tutti gli interventi a
carattere centralistico e burocratico.

6/

LO SCENARIO ISTITUZIONALE

La nostra Universit deve porsi come interlocutore sullo scenario regionale,


nazionale e internazionale, fare rete con le pi qualificate istituzioni
scientifiche e culturali, per quanto di reciproco interesse.

Allo stesso modo si deve esercitare un ruolo attivo e propositivo per gli
investimenti in ricerca dei fondi strutturali europei, sulle politiche in tema
di diritto allo studio e sanit.
Ecco che quindi un grande onore per noi la presenza del Presidente della
Conferenza dei Rettori delle Universit italiane: grazie al Prof. Gaetano
Manfredi. la testimonianza della nostra volont di guardare al bene
dellintero sistema universitario italiano,
- tessendo collaborazioni l dove un non sempre chiaro metodo
premiale ci obbliga a competere;
- coordinando le nostre attivit per lavanzamento della scienza, l
dove uno Stato che destina troppo poche risorse alla ricerca pubblica
ci obbliga a competere per un pezzo di pane;
- costruendo solidariet, oggi, verso chi stato colpito gravemente da
un evento naturale, di origine fisica, non metafisica (come qualcuno
sciaguratamente ha voluto sostenere), un evento che ha incontrato
un territorio fragile, della cui vulnerabilit non possiamo fare a meno
di farci carico.
La nostra Universit sar presente attivamente nella conferenza dei Rettori
per contribuire a cambiare le regole, ma sostanzialmente per riaffermare
che il premio al merito la nostra regola doro, per riaffermare la dignit
della nostra Istituzione, che va ben oltre la povert dei suoi servitori e che
deve essere difesa con forza per il bene di tutta la societ, anche di quella
parte che crede di poterne fare a meno.
Saremo presenti nel sistema universitario italiano per costruire alleanze e
servire un territorio vasto, pi vasto della nostra grande provincia, da cui
viene oggi la gran parte dei nostri studenti. Non in competizione, ma
impegnati insieme alle universit a noi vicine per aumentare laccesso agli
studi universitari, per colmare il profondo solco che ancora ci distingue
dagli altri paesi europei in numero di laureati, per costruire insieme
finalmente unEuropa coesa e quindi influente, non per porsi contro
qualcuno, ma per continuare a svolgere quella funzione culturale e di civilt
che da sempre il nostro Continente ha svolto nel mondo.

- Siamo pronti ad essere protagonisti con la CRUI nel programma


Industria 4.0 e ad offrire la realt come digital innovation hub
- A contribuire alla revisione della normativa, che semplifichi
drasticamente il quadro attuale, riveda il meccanismo di
reclutamento, riconosca le specificit delle Universit rispetto alle
Amministrazioni Pubbliche, pur mantenendole nellalveo degli Enti
pubblici;
- A sollecitare la semplificazione drastica delle procedure di valutazione
dellANVUR e la certezza dei criteri che devono essere definiti con
largo anticipo rispetto alle scadenze,
- A promuovere un nuovo diritto allo studio, indispensabile e urgente
in un Paese con un numero di iscritti allUniversit drammaticamente
basso: negli ultimi cinque anni il sistema ha perso 130.000 studenti e
sono evidenti le difficolt crescenti di molti studenti a pagare le tasse
universitarie,
- A perorare sempre e di nuovo un aumento degli investimenti in
ricerca, a fronte di una diminuzione del finanziamento pubblico di
quasi un miliardo dal 2009;
- A sollecitare eliminazione del concetto di punto organico a favore di
un sistema basato sui costi reali,
- A premere per il rinnovo del contratto di lavoro del personale tecnico
e amministrativo,

7/

NOI AVREMO UN FUTURO

Ho colto in questi mesi una diffusa voglia di ripartire e vedo ogni giorno
nelle persone che incontro questa attesa che mi carica di responsabilit.
Responsabilit che ho condiviso con molti colleghi, in un cerchio che ancora
si allargher per far s che tutti si sentano, seppur a diverso titolo, coautori
di un progetto di sviluppo e di crescita.

Il Pro-rettore vicario, la professoressa Maria Grazia Speranza, collega di


grande esperienza accademica che mi ha onorato della Sua fiducia,
coordina con me una squadra di delegati, competenti, giovani ed entusiasti,
che incarna i nostri compiti istituzionali, e alcune attenzioni nuove.
A tutti loro ho chiesto franchezza e fiducia reciproca, certo delle qualit
umane e professionali di tutte e di tutti.
Noi avremo un futuro bello ed entusiasmante.
Ma ricordiamo anche chi ha concluso lattivit lavorativa con noi nel corso
dellAnno accademico che si chiuso:
BRESCIANI ELEONORA
BUTTI
FERDINANDO
ARICI
BRUNA
BETTONI CARLA
E i colleghi
CAIMI
LUIGI
CESANA BRUNO MARIO
CESTARI RENZO

CIATTI
BESCOTTI
RANCATI
LICCARDI

GIGLIOLA
LUCIA
BRUNO
GIUSEPPINA

MARIOLI
SACCHETTI

DANIELE
EMILIO

Ricordiamo poi con cordoglio ed esprimiamo vicinanza alle famiglie:


la prof.ssa Amalita Viscusi, professore associato di Diritto commerciale
presso il Dipartimento di Giurisprudenza
il prof. Gian Paolo Treccani, professore ordinario di restauro presso il
Dipartimento di Ingegneria Civile Architettura Territorio Ambiente e di
Matematica
Federico Carrara, studente di Ingegneria elettronica e delle
telecomunicazioni
Animato dal perenne desiderio di ricerca, dalla sollecitudine per la
formazione delle nuove generazioni e per la pace nella famiglia umana,
dichiaro ufficialmente aperto lAnno Accademico 2016/2017
dellUniversit degli Studi di Brescia, 35esimo dalla Istituzione.

Maurizio Tira
Brescia, 28 novembre 2016

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