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vengono a contatto con elementi posti alla destra, ovvero elementi con bassa energia di
ionizzazione con elementi ad alta affinit elettronica.
Quello che si verifica che lelemento pi elettronegativo, con alta affinit elettronica, priva di
un elettrone lelemento meno elettronegativo, che necessita di una modesta energia di prima
ionizzazione. Questo legame , ad esempio, quello che intercorre tra i Sali, come NaCl, in cui il
sodio si ossida ed il cloro si riduce, generando un legame ionico. Quello che viene a crearsi un
dipolo permanente, in cui latomo che cede un elettrone diventa un catione, laltro un anione.
Tale tipo di legame sovente rotto dal processo di solvatazione.
punti con una disposizione geometrica che sempre la stessa in tutto lo spazio. I punti del
reticolo sono atomi,molecole o ioni, ed il reticolo permette di descrivere la struttura atomica dei
cristalli.
Per descrivere la geometria di tutti i reticoli conosciuti sono necessari 14 tipi di reticoli
cristallini, di tipo semplice e composto.
Difetti pi diffusi:
-
vi un legame di tipo sigma tra i due atomi di carboni. Le 4 valenze del C vanno ad ibridarsi
generando orbitali di tipo sp3. E da notare che il legame singolo tra i due atomi di C
permettono la rotazione, quindi gli atomi di H andranno a disporsi in modo da avere la minima
repulsione, ovvero sfasati.
Cu2++2e-->red Cu
pila Daniell, dato dal collegamento delle due barrette al circuito dellutilizzatore, con lo Zn
che funge da anodo, avendo un eccesso di anioni ed il Cu catodo, con eccesso di cationi. Il
passaggio di elettroni, in tale situazione, raggiungerebbe subito lequilibrio, interrompendo
immediatamente lafflusso di elettroni a causa della saturazione della soluzione acquosa. Per
evitare ci, si crea quello che va sotto il nome di ponte salino, composto da un tubo ad U che
mette in comunicazione le due soluzioni elettrolitiche e riempito da materiale ionico solido o
disciolto in gelatina, con rilascio controllato grazie a materiale poroso: tale stratagemma
garantisce lelettroneutralit delle soluzioni, rilasciando anioni e cationi nelle due soluzioni
quando queste tendono a modificare la loro carica.
I ponti salini possono contenere, ad esempio, NaCl, KCl, KNO 3.
Da un punto di vista macroscopico, le reazioni di equilibrio sembrano essere reazioni che
tendono verso un certo punto di equilibrio e che una volta raggiunto sembra fermarsi verso tale
posizione (principio di Le Chatelier ). Da un punto di vista microscopico, invece, si ha una
reazione continua che ruota intorno al punto di equilibrio.
LEQUILIBRIO SI STABILISCE QUANDO LE VELOCITA DELLA REAZIONE DIRETTA E DI QUELLA
INVERSA SONO UGUALI.
Per questo motivo viene utilizzata la simbologia delle due frecce contrapposte. La tendenza
verso destra o sinistra della reazione pu essere misurata per mezzo della costante di
equilibrio, Keq, calcolata nel modo seguente. Data una reazione di equilibrio aA + bB <-> cC +
dD si ha che
Kc = [C]c*[D]d / [A]a*[B]b ad una temperature costante
LEQUAZIONE DI NERNST una relazione che permette, noto il potenziale standard di una
reazione di ossidoriduzione alla temperatura di 25, di ricavare il potenziale della stessa
reazione quando le concentrazioni delle specie coinvolte sono diverse da 1.
Per una generica reazione di riduzione
Oss + ne- -> Rid che avvenga a 25 C possiamo scrivere:
0,0591
[Rid]
[Oss]
Il primo principio della termodinamica legato alla funzione di stato denominata entalpia (H) e
definita come segue: H = U + PV. Considerando un valore H2 e H1, si ha che H = U2U2+P2V2-P1V1 e, considerando P2=P1=P, si ha: H = U+pV.
Lentalpia si definisce come una funzione di stato che esprime la quantit di energia
che un sistema termodinamico pu scambiare con lambiente.
Infatti, nelle condizioni di sistema chiuso, pressione costante e lavoro di sola espansione, si ha
che L=f*l=pAl=pV e quindi H=U+L=q-L+L=q.
In particolare, si definisce Entalpia standard di formazione la variazione di entalpia per la
formazione di un composto; Si definisce Entaplia standard di reazione il calore di reazione per
cui una reazione esotermica presenta una diminuzione di entalpia mentre una reazione
endotermica implica un aumento di entalpia.
Il II principio della termodinamica stato enunciato in vari modi, apparentemente anche molto
diversi tra loro ma in realt equivalenti in termini di possibilit in cui le reazioni termodinamiche
possono avvenire. La formulazione pi adatta allimpiego chimico quello legato alla funzione
di stato entropia:
Considerando un sistema chiuso, in un processo spontaneo lentropia aumenta.
Rimane invece invariata se il processo reversibile o allequilibrio. Quindi S>=0
Lentropia di un sistema una funzione di stato definita come segue:
S=q/T. Per processi irreversibili, si ha S>=q/T. Lentropia legata allentalpia in questo
modo: se il sistema chiuso, T costante, P costante e L di sola espansione/compressione, allora
H=q -> S>=H/T e H<=T*S
E facilmente dimostrabile che lentropia aumenta: sufficiente considerare un sistema chiuso
in cui due sorgenti di calore si trovano alle temperature T1 e T2, con T1<T2. Spontaneamente,
il sistema tender allequilibrio con uno scambio di calore da T2 verso T1; quindi q il calore
che T2 cede e q il calore che T1 assorbe;
lentropia relativa a T2 sar allora :S2 = -q/T2
mentre per T1: S1 = q/T1. Lentropia
totale del sistema uguale alla somma delle due entropie, ovvero St=S1+S2=q/T1-q/T2,
sicuramente >0.
Lentalpia e lentropia concorrono a descrivere la tendenza di una reazione a realizzarsi. In
particolare, la combinazione lineare delle due d luogo ad una nuova funzione di stato,
denominata energia libera o energia di Gibbs che indica proprio la spontaneit o meno di
una reazione:
G=H-TS -> G=H-TS
La definizione di energia libera pu essere utilizzata per rinunciare il II principio: a T e P
costante, un processo spontaneo decorre con diminuzione di energia libera del sistema;
quando in un processo la variazione di energia libera nulla, il sistema in equilibrio.
Plasmi termici -> particelle in equilibrio, urti energetici con aumento temperatura;
Freddi -> Bassa Pressione, poche collisioni, <100C ; PECVD (plasma enhanced vapour
deposition,
Trattamento con plasma per produrre materiali superidrofobici, come col polietilene
Prendendo in considerazione il punto P1, si ha: c=2 (2 composti), f=1 (1 fase), p=1
(temperatura); la varianza vale : v= 2+1-1=2, ovvero fissando la composizione ad una certa
concentrazione, posso variare la temperatura pur rimanendo col sistema in equilibrio.
Partendo dal punto P1, scendiamo con la temperatura, fino a raggiungere la zona in cui
presente solido A e liquido. Si ha: c=2 (2 composti), f=2 (2 fasi, solido e liquido), p=1
(temperatura); la varianza vale : v= 2+1-2=1, ovvero per una certa composizione, esiste una
sola temperatura in cui il sistema in equilibrio su queste fasi. Nel punto eutettico si verifica
che il sistema in equilibrio solo ad una certa concentrazione e temperatura, essendo la v=0
(v=2+1-3, con 2 fasi solide ed una liquida).
Nel caso in cui si abbia a che fare con due fasi, la regola della leva inversa si pu determinare
la concentrazione percentuale delle due fasi.
Nel diagramma precedente si ha a che fare con due componenti miscibili sia allo stato liquido
che allo stato solido. Supponiamo di trovarci nel punto B, alla concentrazione w0 e temperatura
T. In questo punto le fasi sono 2, solido e liquido. Dalla regola delle fasi, si v=2+1-2=1.
Nel punto B, si avr una concentrazione di materiale allo stato liquido proporzionale al
segmento BC e una concentrazione di materiale allo stato solido proporzionale al segmento AB.
La percentuale di concentrazione sar allora data da: Wl=BC/AC*100 e Ws=AB/AC*100.
H-[HN-(CH2)6-NH-C-(CH2)4-C-]-OH
O
Fase di terminazione: avviene facendo in modo da legare un gruppo terminale alla catena, una
volta che questa abbia raggiunto la lunghezza desiderata (alcune migliaia).
polietilene
polipropilene
polistirene
polietilentereftalato
nylon.
I polimeri termoindurenti sono particolari polimeri che una volta prodotti non
possono essere fusi senza andare incontro a degradazione chimica
("carbonizzazione"). Sono polimeri reticolati, ma presentano un grado di reticolazione
molto pi elevato degli elastomeri, per cui le reticolazioni ostacolano la mobilit delle
macromolecole, dando luogo ad un comportamento fragile.
I polimeri termoindurenti rammolliscono al riscaldamento una sola volta, allatto della
formatura dei componenti e poi si consolidano definitivamente. La maggior parte
consiste di una rete di atomi di carbonio legati covalentemente tra di loro per formare
un solido rigido (anche S,O,N a volte sono legati covalentemente nel reticolo
tridimensionale)
In generale, I vantaggi delle materie plastiche termoindurenti sono:
Elevata rigidezza
Basso peso
poliuretano
resina epossidica
polifenolo
polidiciclopentadiene
poliammide.
Tale procedimento consente di ottenere delle ceramiche non smaltate. Per ottenere delle
ceramiche smaltate in monocottura, dopo la fase di essiccamento il prodotto viene smaltato e
successivamente cotto.
Per ottenere ceramiche a doppia cottura, dopo la produzione della ceramica non smaltata, che
ha prodotto il cosiddetto biscotto, il prodotto viene smaltato e ricotto, producendo la
ceramica in bicottura.
In seguito alla cottura, che avviene a temperature inferiori rispetto alla t. di fusione della fase
principale, si ha la fusione della fase secondaria che, liquefattasi, concorre alla compattazione
della fase principale. La fase secondaria successivamente si cristallizzer, conferendo
importanti caratteristiche al prodotto finito.
Le materie prime che costituiranno i materiali ceramici dovranno garantire le seguenti
propriet:
Plasticit: possibilit di poter essere lavorate e plasmate prima della cottura
Smagranti: contenere elementi che contribuiscano a limitare la deformazione in fase di cottura
Fondenti: che si liquefanno per andare a compattare la fase primaria e riduca le porosit, con
successiva cristallizzazione
I materiali refrattari sono materiali ceramici che rispondono a determinate caratteristiche, in
particolare la resistenza ad alte temperature, la capacit di coibentazione, la resistenza ad
attacchi chimici da parte di scorie aggressive. Tali caratteristiche fanno si che i materiali
refrattari vengano particolarmente impiegati nelle aziende siderurgiche per la realizzazione di
forni, altiforni e crogiuoli. Altri impieghi includono i materiali da costruzione, atti a sopportare
forti sollecitazioni fisiche, chimiche, meccaniche.
Una delle principali classificazioni relativa alla resistenza alle scorie aggressive, ovvero:
Refrattari acidi (Silicei)
Refrattari basici(magnesiaci, dolomitici)
Refrattari neutri (grafitici, cromitici)
Tale tipologia di silicio ha una purezza circa del 98% e necessit quindi di un'ulteriore fase di
lavorazione che prende il nome di processo Siemens;
3) Il processo consiste nel far reagire il silicio metallurgico (M-Si) con una soluzione di acido
cloridrico (3HCl) :
Il nuovo composto ottenuto SiHCl3 prende il nome di tricloruro di silano che si presenta come
una forma di silicio gassoso; questo viene fatto condensare e successivamente distillato
accuratamente ritornando a ritroso nella reazione chimica precedente:
Il silicio policristallino ora ottenuto per avr una purezza molto maggiore dell'ordine del
99,9%.
Cristallo di Boemia
E pi duro del vetro comune, incolore e lucente; viene impiegato per servizi da tavola di pregio.
E il vetro di maggior pregio, per le sue propriet di purezza e trasparenza impiegato per la
fabbricazione di oggetti di lusso e per vetri dottica.
Vetro Pirex
Vetro di sicurezza
Vetro infrangibile
E vetro sottoposto a "tembra", cio viene raffreddato rapidamente sulle due facce. Diventa molto
duro ma anche molto fragile.
Vetro smerigliato
Vetri dottica
Con questi vetri si fabbricano lenti per occhiali e per apparecchi ottici.
Vetri stampati
Sono prodotti in molti colori e sono anche utilizzati per la fabbricazione delle vetrate legate al
piombo.
Vetri retinati
Sono vetri nei quali incorporata una rete metallica a maglia quadrata.
Cristalli riflettenti
Sono lastre di vetro su una faccia delle quali sono stati deposti ossidi metallici.
Cristalli termoisolanti
Hanno una intercapedine riempita di aria o gas che assicura una ottima capacit di isolamento
termico.
Specchi
Lastre di vetro trattate su una superficie con uno strato sottile di argento per gli specchi pregiati, di
stagno e alluminio per gli specchi comuni, di piombo per gli specchi scuri.
CARATTERISTICHE
Trasparenza
Durezza
Fragilit
Inalterabilit
Impermeabilit ai liquidi