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TRASMISSIONE DEL CALORE


Si distinguono in genere tre differenti modalit di trasmissione del calore: conduzione,
convezione, irraggiamento.
A rigore, solo la conduzione e lirraggiamento dovrebbero essere classificati come processi di
scambio termico poich, essendo questo definito come la trasmissione di energia da una regione ad
unaltra dovuta ad una differenza di temperatura, solo questi due meccanismi dipendono dalla
semplice esistenza di una differenza di temperatura; la convezione infatti dipende anche dal
trasporto di materia. Tuttavia, poich la convezione comporta anche la trasmissione di energia da
regioni a temperatura superiore verso regioni a temperatura inferiore, invalso luso
dellespressione scambio di calore per convezione.

Energia termica
Non si pu parlare di contenuto di calore di un corpo, essendo esso energia in transito (energia
termica), riconoscibile solo quando attraversa il contorno di un sistema.
La spiegazione fisica della natura del calore si avuta alla met del XIX secolo con lo sviluppo
della teoria cinetica molecolare, che descrive la materia come un gran numero di piccole particelle
(atomi o molecole) dotate di diverso comportamento nei vari stati di aggregazione. Esse nei solidi
non si muovono, ma oscillano e vibrano intorno a posizioni fisse ben precise, nei liquidi sono a
contatto ed hanno maggiore libert di movimento, nei gas, infine, hanno massima libert di
movimento e sono in costante movimento casuale, con moto totalmente disordinato.
Le particelle durante il loro moto possono traslare con una certa velocit, vibrare luna
relativamente allaltra o ruotare attorno ad un asse. A questi moti sono associate le energie cinetiche
di traslazione, vibrazione e rotazione, la cui somma costituisce lenergia cinetica di una molecola.

91

La somma delle energie cinetica e potenziale di tutte le molecole che costituiscono il sistema
rappresenta la sua energia interna, somma di tutte le forme microscopiche di energia.
Essa legata alla struttura molecolare ed al grado di attivit delle molecole e poich sia
questultimo che la loro velocit media sono proporzionali alla temperatura, ne consegue che al suo
crescere aumenta lenergia cinetica delle molecole e quindi lenergia interna.
In seguito allemanazione di tale teoria il calore fu quindi correttamente interpretato come
energia associata al moto delle particelle e quindi allenergia interna di un corpo. In particolare
viene chiamata energia termica la componente dellenergia interna di un sistema la cui variazione
proporzionale alla variazione di temperatura.
Unaltra componente dellenergia interna infatti legata alle forze intermolecolari, ovvero alle
forze che legano tra loro le molecole di un sistema ed una terza componente legata ai legami
atomici allinterno di una molecola. In particolare le forze intermolecolari sono pi intense nei
solidi e pi deboli nei gas, avendo questi ultimi ricevuto una quantit di energia che ne ha rotto il
legame tra le molecole, determinandone il passaggio alla fase gassosa (cambiamento di fase), per
cui un sistema in fase gassosa si trova ad un livello di energia interna pi elevato rispetto al
corrispondente livello in fase solida o liquida.

Conduzione
La conduzione un processo mediante il quale lenergia termica si trasmette per contatto diretto
tra le molecole senza che si spostino sensibilmente. Essa si verifica per effetto dellinterazione delle
particelle di una sostanza dotate di maggiore energia con quelle adiacenti dotate di minore energia.
Lo scambio di energia per conduzione pu avvenire nei solidi, nei liquidi e nei gas, ma il solo
meccanismo secondo cui il calore pu propagarsi nei solidi opachi. Essa anche importante nei
fluidi, ma nei mezzi non solidi di solito associata alla convezione ed allirraggiamento.
Ha una base teorica fondata sulla teoria cinetica molecolare, secondo la quale la temperatura di
un elemento materiale proporzionale allenergia cinetica media delle particelle che lo
costituiscono e poich lenergia interna lenergia posseduta da un elemento materiale in virt della
velocit e della posizione relativa delle molecole: ne risulta che quanto pi velocemente si muovono
le sue molecole, tanto maggiori sono la temperatura e lenergia interna in un elemento di materia.

92

Quando le molecole di una regione acquistano unenergia cinetica media maggiore di quella
delle molecole di una regione adiacente, come peraltro indicato da una differenza di temperatura, le
molecole aventi maggiore energia cedono parte di questa alle molecole della regione a temperatura
minore.

Lo scambio di energia pu avvenire per urto elastico tra le molecole (nei fluidi) o per diffusione
degli elettroni pi veloci da regioni a temperatura maggiore verso regioni a temperatura minore (nei
metalli); nei solidi non metallici invece dovuto alle vibrazioni delle molecole allinterno del
reticolo.
Pi in generale, nei solidi la trasmissione del calore dovuta alla somma di due componenti: gli
effetti delle onde di vibrazione del reticolo prodotte dal movimento vibratorio delle molecole che
occupano posizioni relativamente fisse (componente di reticolo) e lenergia trasportata dal flusso
libero di elettroni (componente elettronica).

La prima componente, che prevale nelle sostanze non metalliche, dipende fortemente dalla
disposizione delle molecole: per solidi cristallini estremamente ordinati (quali i diamanti) arriva ad
esser molto pi alta di quella dei metalli puri, nei quali invece il meccanismo prevalente la
seconda.
Va osservato tuttavia come i solidi cristallini come il diamante (ma anche i semiconduttori, come
il silicio), diversamente dai metalli, buoni conduttori di elettricit e calore, risultino buoni
conduttori di calore ma cattivi conduttori elettrici e per questo trovano largo impiego nellindustria

93

elettronica (vedi dissipatori di diamante usati nel raffreddamento di componenti elettronici


particolarmente delicati o oli e guarnizioni di silicio usati nellassemblaggio).
In un liquido o un gas, invece, le particelle muovendosi urtano tra di loro e con le pareti del
contenitore: quando due molecole che possiedono energie cinetiche differenti collidono, una parte
dellenergia cinetica della molecola pi energetica (a temperatura maggiore) si trasferisce alla
molecola meno energetica (a temperatura minore). Maggiore la temperatura, pi velocemente le
molecole si muovono, pi elevato il numero di tali collisioni e migliore la trasmissione del
calore. In particolare la teoria cinetica dei gas prevede che la conducibilit termica dei gas sia
proporzionale alla radice quadrata della temperatura assoluta T ed inversamente proporzionale alla
radice quadrata della massa molare M.

Legge di Fourier
Nella trasmissione di calore un elemento fondamentale la determinazione della distribuzione di
temperatura, esprimibile in generale con la relazione T f x, y, z, t , che definisce un campo
scalare.
Le superfici caratterizzate da un solo valore di temperatura sono dette superfici isoterme, non si
intersecano tra loro e si estendono fino ai confini del sistema o si richiudono su se stesse restando
tutte allinterno del sistema.

Il gradiente di temperatura in un punto del campo il rapporto tra la variazione di temperatura


corrispondente ad un segmento normale alla superficie isoterma passante per quel punto e la
lunghezza del segmento stesso.

94

Il gradiente di temperatura orientato positivamente verso le temperature crescenti; con la sua


definizione ad esso viene associato un campo vettoriale, le cui linee di forza sono perpendicolari
alle superfici isoterme.
Poich il calore fluisce spontaneamente da punti a temperatura maggiore verso punti a
temperatura minore, il flusso di calore ha verso opposto al gradiente di temperatura.

T
2

T
0
x

q0

verso del flusso termico

gradiente

flusso

di

temperatura

termico

T
0
x

1
T
x

verso del flusso termico

q0

gradiente

flusso

di

temperatura

termico

E possibile definire un nuovo campo vettoriale, quello del flusso di calore, le cui linee di forza
coincidono con quelle del campo del gradiente di temperatura, ossia i due vettori flusso e gradiente
sono paralleli, ma hanno verso opposto. In particolare il vettore densit di flusso di calore q si
definisce come la quantit di calore che nellunit di tempo attraversa lunit di superficie isoterma.
Analiticamente, questa definizione si esprime con la relazione:

95

q k grad T

LEGGE DI FOURIER

dove la costante di proporzionalit k la conducibilit termica del materiale, una grandezza


scalare positiva che costituisce una propriet termofisica del materiale.
Essa rappresenta la densit di flusso di calore relativa ad un gradiente di temperatura unitario e nel
SI essa si misura in

m2
W

.
K m m K

In generale k varia con la temperatura, ma in molti problemi ingegneristici la variazione


trascurabile.

ESEMPI DI DISTRIBUZIONI DI TEMPERATURA


Superfici isoterme
Linee di flusso termico

96

Equazione di FOURIER o equazione generale della conduzione.


Per determinare la distribuzione di temperatura T x, y, z necessario disporre di unequazione
differenziale che esprima come varia la temperatura del mezzo al variare della posizione nello
spazio e nel tempo. A tal fine si considera un elemento di volume V (di spigoli dx, dy, dz paralleli
agli assi rispettivi) di un sistema omogeneo ed isotropo con conducibilit termica costante k ed in
assenza di cambiamenti di fase; il volumetto V sia poi racchiuso da una superficie S .
V = dx dy dz

Il principio di conservazione dellenergia:


dEc dE p dU dQ dL

nel quale si omettono i termini di lavoro, non essendoci lavoro di deformazione, e di energia
cinetica e potenziale, considerando il sistema in quiete rispetto ad un riferimento inerziale,
esprimibile nella forma:

97

quantit di calore quantit di calore quantit di calore prodotta variazione del contenuto di


energia interna del sistema


entrante nel sistema uscente dal sistema all'interno del sistema
dQ dQg du .

Da tale bilancio possibile dedurre unequazione differenziale che lega la temperatura alle
coordinate spazio e tempo.
In particolare dQ rappresenta la quantit di calore che nel tempo d attraversa la superficie dS e
va pertanto calcolata come flusso del vettore q attraverso dS nel tempo d , ossia:

dQ q n dS d
S

con n versore normale alla superficie dS , orientato nel verso uscente dalla superficie stessa.
Utilizzando il teorema di Gauss si ha:

dQ divq dV d div kgradT dV d


V

k TdV d .
2

La quantit di calore dQ g prodotta allinterno dellelemento di volume nel tempo d pu


valutarsi a partire dalla conoscenza della quantit specifica di calore prodotta nellunit di tempo e
per unit di volume, qg, il cui valore viene determinato dallesperienza per i diversi casi che
interessano la tecnica:

dQg

q g dV d .

La variazione di energia interna esprimibile come:

T
du mc dT U c
dV d

dove

dV

dT

T
d .

98

Dividendo per d e raggruppando i tre termini sotto un unico segno di integrale, si ottiene:

T
k 2TdV q g dV c
dV d 0

V
V
V

k T q
2

T
dV 0

Essendo dV 0 perch lintegrale sia nullo si deve annullare la funzione integranda. Dividendo
infine per c si ottiene:

2T

qg

dove

k
c

EQUAZIONE di FOURIER

detta diffusivit termica ed una propriet termofisica del materiale.

W
m2
mK
Dimensionalmente si esprime:
.

kg J
s

m 3 kgk
Lequazione di Fourier unequazione differenziale lineare in T del 2 ordine, le cui condizioni
al contorno sono in generale riconducibili ad uno dei casi seguenti:

valore assegnato della temperatura sulla superficie di contorno, in funzione della posizione e
del tempo;

valore assegnato del flusso di calore che attraversa la superficie di contorno, in funzione della
posizione e del tempo;

valore assegnato del flusso di calore che attraversa la superficie di contorno, dipendente dalla
differenza tra i valori assunti dalla temperatura sulla superficie stessa e ad una distanza tale
da non risentire praticamente del fenomeno di scambio termico in atto (questultima
condizione contempla il verificarsi di scambio termico superficiale convettivo e/o radiativo).

99

Per esprimere le varie forme dellequazione di Fourier opportuno distinguere tra problemi in
cui il tempo non influisce sul valore della temperatura, che costante nel tempo, e problemi in cui
tale parametro ha la sua importanza; i primi vengono detti di regime stazionario, gli altri di regime
non stazionario, distinguendolo in particolare tra transitorio o variabile.
In condizioni stazionarie in qualsiasi punto del sistema la potenza termica entrante deve essere
uguale alla potenza termica uscente e non si ha alcuna variazione di energia interna.
In condizioni di regime non stazionario la potenza invece variabile e la temperatura in ciascun
punto varia nel tempo. Poich una variazione di temperatura sta ad indicare una variazione di
energia interna, laccumulo di energia peculiare del flusso non a regime:

T T mcT U .

In particolare, il termine transitorio viene usualmente riservato a quei problemi nei quali il
regime variabile ad un certo momento ha termine e subentra una situazione stazionaria.
Se il regime stazionario il 2 membro dellequazione di Fourier si annulla e lequazione si
riduce a:
qg

2T

Dividendo per si ottiene:

2T

con

qg
k

qg
k

0 EQUAZIONE di POISSON

sorgente del campo di temperatura.

Nei casi stazionari in cui non si ha generazione di calore, lequazione di Fourier si riduce a
quella pi semplice di Laplace:

2T 0

EQUAZIONE di LAPLACE

Nel caso di conduzione in regime variabile in un mezzo che non sede di generazione di calore,
lequazione si riduce a:

100

2T

Nel seguito verr risolta lequazione generale solo con riferimento al caso pi semplice, ossia
quello di regime stazionario in assenza di generazione di calore, per una geometria piana.
In tal caso essa diviene:

d 2T
0
dx 2

con le condizioni al contorno:

per x = 0

T = T1

per x = x

T = T2

Una prima integrazione fornisce:

d dT
0
dx dx

dT
cos tan te A
dx

ed una seconda integrazione:


dT Adx

T Ax B

Imponendo le condizioni al contorno si ricavano le costanti:

per x = 0

T = T1

T1 B

per x = x

T = T2

T2 Ax B Ax T1

T2 T1
x

101

da cui:

T2 T1
x T1
x

che rappresenta una distribuzione lineare di temperatura.


Si osservi come landamento della temperatura sia indipendente da k e quindi dal materiale
attraversato, mentre funzione solo del suo spessore x e della temperatura sulle due facce.
Dalla legge di Fourier si pu poi ricavare il flusso termico:

q k

T T T T2
dT
k 2 1 1
x
dx
x
k

Conduzione monodimensionale stazionaria senza sorgente di calore


Le espressioni del flusso termico vengono di seguito ricavate per tre diverse geometrie (strato
piano, strato cilindrico, guscio sferico) utilizzando la legge di Fourier, di pi semplice risoluzione.

Strato piano
Consideriamo uno strato di materiale omogeneo ed isotropo, delimitato da due superfici piane e
parallele di estensione infinita, mantenute a temperatura costante ed uniforme. Dalla legge di
Fourier, separando le variabili ed integrando si ottiene:

T1
T2

x
x1

x2

T1

T2

R
x

q kA

2
2
dT
q dx kA dT
dx
x1
T1

x
KA

102

q x 2 x1 kAT2 T1

kAT2 T1 T1 T2

x2 x1
x kA

T1

T2

R x / kA resistenza termica

Cilindro Cavo

Dallequazione di Fourier:

q kA

dT
dT
q k 2 rL
dr
dr

Separando le variabili:

r2

q dr 2
r k 2 L r T dT
1
1

ed integrando: q

Guscio sferico

T1 T2 T1 T2
R1
lnr2 r1

2 kL

T1

T2

lnr2 r1
2 kL

103

Procedendo come nei casi precedenti si ha:

q kA

dT
dT
k 4 r 2
dr
dr

Separando le variabili ed integrando:

r2

k 4
r1

dr 2
dT
r 2 T1

T1 T2 T1 T2

1 1
R1

r1 r2
4 k

q 1 1
T1 T2
4k r1 r2

T1

T2

1 1

r1 r2
R
4 k

Analogia elettrica
Lanalogia che collega tra loro lo studio dei fenomeni termici e di quelli elettrici trae origine
dalla similitudine esistente tra le equazioni che li governano: si ha infatti che formalmente alla legge
di Fourier corrisponde la legge di Ohm e allequazione di Fourier lequazione della distribuzione
del potenziale elettrico.
La formale eguaglianza tra le equazioni consente di utilizzare alcuni risultati analitici propri della
teoria dellelettricit anche per lo studio della trasmissione del calore. Un tipico esempio si ha nel
concetto di resistenza termica che fa s che, analogamente a quelle elettriche, le resistenze termiche
in serie si sommino.

104

Lesistenza di una tale analogia consente quindi di realizzare modelli elettrici per mezzo dei
quali possibile prevedere il comportamento termico di strutture complesse, che difficilmente
potrebbero essere studiate analiticamente.

Sistemi composti

Si analizzeranno nel seguito le due tipologie pi comuni, ossia i sistemi composti piani e quelli
cilindrici.

a) Piani

Per una lastra composta da pi strati (nel seguito ci riferiremo a due), essendo il flusso termico in
regime stazionario lo stesso in ogni elemento, si ha:

T1
(hi)
(Ti)

(he)
(Te)

T2
T3
x1
x1

x2
x2

x3

T T3
T1 T2
2
x1 k1 A x2 k 2 A

Esplicitando le differenze di temperatura:

T1 T2 qR1
T2 T3 qR2

e sommando membro a membro:

T1 T3 qR1 R2 q

T1 T3
T T
1 3
x1 x2 R1 R2

k1 A k 2 A

Generalizzando, si pu affermare che il flusso di calore attraverso pi elementi in serie uguale


al rapporto fra le differenza globale di temperatura e la somma delle resistenze termiche.

105

Se esistono condizioni al contorno di tipo convettivo, la parete di sinistra a contatto con un


fluido a temperatura Ti mentre laltra a contatto con un fluido a temperatura Te , si ha:

q hi ATi T1

da cui q

Ti T1
T Te
he AT3 Te 3
1 hi A
1 he A

Ti T1
T T3
T Te
T T
1 2 2
3
1 hi A x1 k1 A x2 k 2 A 1 he A

Sommando, dopo avere esplicitato le differenze di temperatura, si ottiene:

Ti Te
Ti Te

x1 x 2
1
1
R1 R2 R3 R4

hi A k1 A k 2 A he A

Ti Te
Ri

1
x x
1
1 1
hi A k1 A k 2 A he A

Si semplifica la scrittura combinando le singole resistenze nel coefficiente globale di scambio


termico U :

q UATtot

dove

UA

1
.
Ri

b) cilindrici
L
Te

Si consideri un sistema cilindrico costituito da

r3

due strati di materiale lambito allinterno ed

r2
Ti

allesterno da due fluidi, rispettivamente a


temperatura Ti e Te , che scambiano calore per
convezione con le superfici del cilindro. Si ha:

per la superficie interna: q

Ti T1
T T1
i
1 2 r1 Lhi
R1

T1
T2
T3

r1

106

per il cilindro interno: q

per il cilindro esterno: q

T1 T2
T T
1 2
lnr2 r1
R2
2 k1 L

T2 T3
T T
2 3
lnr3 r2
R3
2 k 2 L

per la superficie esterna: q

T3 Te
T Te
.
3
1 2 r3 Lhe
R4

Esplicitando le differenze di temperatura:


Commentato [u1]:

Ti T1 qR1
T1 T2 qR2
T2 T3 qR3
T3 Te qR4

e sommando membro a membro:

Ti Te qR1 R2 R3 R4 q

Ti Te
lnr2 r1 lnr3 r2
1
1

2 r1 Lhi
2 k1 L
2k 2 L
2 r3 Lhe

Utilizzando il coefficiente globale di scambio termico U :

q UATtot

dove

UA

Nel caso di geometria cilindrica, essendo le superfici diverse, il coefficiente U pu essere


riferito a qualsiasi area: per evitare confusioni, dovrebbe tuttavia sempre essere precisata larea di
riferimento. Essendo il diametro esterno pi facile da misurare, di solito si usa larea della
superficie esterna Ae 2 r3 L , indicando il coefficiente globale come Ue.
Dividendo per Ae si ottiene:

107

2 r3 L
2 r3 L lnr2 r1 2 r3 L lnr3 r2
2 r3 L

2 r1 Lhi
2 k1 L
2 k 2 L
2 r3 Lhe
1
r3
r3 lnr2 r1 r3 lnr3 r2 1

r1 hi
k1
k2
he

Spessore critico dellisolante

Dalle espressioni dei flussi termici scritti per il cilindro esterno e la superficie esterna risulta
come un aumento di r3 , ossia dello spessore dellisolante, faccia aumentare logaritmicamente la
resistenza termica dovuta alla conduzione, ma nel contempo riduca linearmente la resistenza
termica di convezione.
La relazione fra calore trasmesso e spessore dellisolante pu studiarsi quantitativamente
analizzando lespressione sviluppata per i cilindri coassiali. Essendo in molte situazioni pratiche la
resistenza termica concentrata nellisolante e sulla superficie esterna, si semplificher lequazione
supponendo che Ti sia la temperatura della superficie interna dellisolante. In tal caso ci equivale a
considerare lo strato pi interno (il tubo) sottile e di k elevata (metallo), cos da poter trascurare il
salto termico su di esso. Pertanto:

Ti Te
2 LTi Te
.

lnr3 r2
lnr3 r2
1
1

2 k 2 L 2 r3 Lhe
k2
r3 he

Pertanto f r3

lnr3 r2
1
.

k2
r3 he

Derivando ed uguagliando a zero per ricavare il massimo o minimo si ha:

f ' r3
1
r3

1 1 r2 1 1
1 1 1 1

0

0
k 2 r2 r3 he r32
k 2 r3 he r32

1
1 1 he r3 k 2


k
h
r3 k 2 he r3
e r3
2

k
r3 cr 2
he

108

Per verificare se tale valore un massimo o un minimo, si calcola la derivata seconda in


r3 r3 cr :

f '' r3 cr

1
1 2r3 cr
4
2
k 2 r3 cr he r3 cr

Quindi r3 cr

1
k
k 2 2
he

h 2 2h 3
h2
1
2

e3 e3 e3 0 .
3
he k
k 2 he k 2 k 2
2
he

k2
un minimo per la funzione, che rappresenta il denominatore della frazione,
he

per cui q ha un massimo per r3 r3 cr . Si ottiene in particolare landamento riportato in figura.


dal quale si evince che se r r3 cr le perdite di calore aumentano con laggiunta di materiale isolante
mentre se r r3 cr esse decrescono per aggiunta di materiale isolante. Per r3 , q 0 .
Nei casi pratici tuttavia k 2 molto piccolo ed il rcr pi piccolo dello spessore del tubo nudo per
cui sempre utile isolare.

Conducibilit termica variabile.

La dipendenza della conducibilit termica dalla temperatura viene solitamente espressa mediante
una relazione lineare: k k 0 1 bT .

109

Landamento della temperatura dipende dal valore e dal segno di b : se b 0 k cresce con la
temperatura, il materiale buon conduttore ad elevata temperatura e cattivo conduttore a bassa
temperatura. Il contrario si ha per b 0 , nel qual caso k decresce con la temperatura.
Per ottenere il profilo di temperatura, derivando rispetto alla temperatura la relazione si ha:

dk
k0b
dT

T1
b>0
b=0

dk
> 0 se b 0
dT

T2
b<0

dk
< 0 se b 0
dT
dk
= 0 se b 0 .
dT

ossia se b 0 la concavit rivolta verso il basso, se b 0 verso lalto, se b 0 landamento


lineare. In tal caso la legge di Fourier diventa:

a) strato piano

q k 0 1 bT A

dT
dx

separando le variabili ed integrando:

T2
q x2
dx k 0 1 bT dT
T1
A x1
T

2
q
x 2 x1 k 0 T b T 2 k 0 T2 T1 b T22 T12
A
2 T1
2

b
T T1

k 0 T2 T1 T2 T1 T2 T1 k 0 T2 T1 1 b 2

e calcolando il valore medio di k:

110

k1 k 2 k 0 1 bT1 k 0 1 bT2 k 0 k 0 bT1 k 0 k 0 bT2

2
2
2

2k k 0 bT1 T2
T T2
T T2
0
k 0 k 0 b 1
k 0 1 b 1

2
2
2

km

si ha:

q x
k m (T2 T1 )
A
q
T T
km 1 2
A
x

b) cilindro cavo
q k 0 1 bT 2 rL

dT
dr

Separando le variabili ed integrando:

r2

r1

T2
q
dr k 0 1 bT dT
T1
2 rL

Il secondo membro uguale allespressione sviluppata nel caso dello strato piano per cui,
utilizzando il valore medio di k, si avr:

r
q
ln 2 k m T2 T1
2 L r1

da cui: q

T1 T2
lnr2 r1
2k m L

c) guscio sferico

q k 0 1 bT 4 r 2

dT
dr

111

separando le variabili ed integrando:

r2

r1

T2
q
dr k 0 1 bT dT
T1
4 r 2

Anche, qui, analogamente al caso precedente:

q
4

1 1
k m T2 T1 da cui:
r1 r2
T1 T2
1 1

r1 r2
4 k m

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