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agosto-settembre 2016
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Jacques Rancire e Ernesto Laclau discutono su Stato e democrazia, un dialogo a cura di Amador Savater
Populismo, utopia e forme politiche del presente, in dialogo con
Boaventura De Sousa Santos
Populismo, utopia e forme politiche del presente, in dialogo con
Pierre Macherey
Gli autori
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difficile trovare differenze tra quella teoria e questa, salvo per il fatto che
il populismo enfatizza la divisione dello spazio politico in due campi
antagonisti. Nei primi tre capitoli del libro, Laclau esamina le teorie di
Margaret Canovan, Kenneth Minogue e vari altri lavori inclusi nella
conosciuta pubblicazione di Ghita Ionescu e Ernest Gellner sul populismo. Discute anche quello che sostengono Gustave Le Bon, Gabriel
Tarde, William McDougall e Sigmund Freud riguardo i gruppi, le
moltitudini e i leader. Questo prepara il lettore per quello che sar la
sua stessa interpretazione del populismo.
Sebbene questa revisione bibliografica e concettuale sia istruttiva, mi
sembra pi interessante esaminare le sezioni successive, dunque quelle in
cui Laclau formula la propria posizione in maniera esplicita. Non voglio
confondere il lettore con molteplici glosse didattiche su quello che lautore
intende per discorso, differenza, articolazione e tanti altri termini del suo
lessico. Preferisco concentrarmi su alcune tensioni che percepisco fra i suoi
argomenti sul populismo (o sulla politica come populismo). Parafrasando
qualcosa di simile detto da Gaston Bachelard, il modo migliore di onorare
un grande pensatore quello di polemizzare con le sue idee.
Domande, equivalenza, antagonismo e popolo
Laclau elabora la sua questione in due movimenti. Nel primo di questi
ci presenta una serie di assunti semplificatori che in seguito abbandoner
per arrivare a quella che descrive come la sua nozione sviluppata di populismo2. Il passaggio da una fase allaltra viene effettuato, tra le altre cose,
mediante lintroduzione di significanti fluttuanti in un discorso che fino
a questo punto quindi si era concentrato su significanti vuoti. I significanti vuoti gli servono per spiegare la costruzione delle identit popolari
quando in un collettivo le frontiere sono stabili, e ci che rimane fuori.
Nella versione pi elaborata della sue riflessioni, i significanti fluttuanti
gli consentono di contemplare la rimozione di queste frontiere quando
le forze populiste sono impegnate nella guerra di posizione. Tuttavia,
limpressione che il lettore ha nel leggere la Ragione populista che si tratta
meno di due versioni, quanto piuttosto di differenti modulazioni di uno
stesso nucleo concettuale. Questo si deve al fatto che le idee e in breve
la struttura delle discussioni e la sintesi teorica che proprio Laclau offre in
varie parti del libro sono simili nelle due fasi della sua argomentazione,
quella semplificata e quella pi elaborata.
Laclau sviluppa la sua teoria del populismo in sei passaggi che valgono per qualunque delle due fasi o modulazioni del suo argomento.
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Loperazione chiave in questultimo processo la convergenza di domande sociali multiple in una catena di equivalenze e la conseguente
suddivisione della societ in due campi antagonisti. Lidentit che risulta
da questa operazione di equivalenza pi ampia rispetto a quella dei particolarismi che la compongono, ma non annulla la natura differenziale
delle domande e identit che si articolano tra loro nel campo popolare.
O meglio, essa il suo denominatore comune. Questa identit pi ampia
o sovraordinata segue la proposta di Gramsci sullegemonia: a differenza
di unalleanza politica circostanziale, che lascia intatta lidentit dei
conglomerati che vi partecipano, legemonia modifica lidentit delle
forze che intervengono attraverso valori e idee condivise che permettono
loro di configurare un blocco storico.
La costruzione del campo popolare intimamente legata alla maniera
in cui Laclau concepisce il popolo. Egli si riferisce al lavoro di Jacques
Rancire in termini molto elogiativi e compara la sua nozione di popolo
con quella di demos del filosofo francese. Per Rancire, il demos non una
categoria sociale preesistente, ma il nome dei paria, di coloro ai quali
si nega unidentit in un determinato ordine di polizia. Il demos un
intermedio: appare nellintervallo che si apre tra la declassificazione
del luogo che gli stato assegnato nellordine esistente e la sua simultanea identificazione con i soggetti in cui desidera convertirsi6. la parte
di coloro i quali non hanno parte nella comunit e a sua volta la parte
che identifica il suo nome con il nome della comunit7. Laclau usa una
terminologia di origine romana (populus e plebs), ma ugualmente le idee
di Rancire si riverberano nella sua concezione di popolo. Lo vediamo
leggendo che la costituzione del popolo un compito politico e non
un dato della struttura sociale8, la qual cosa coincide con linsistenza di
Rancire nellevitare la confusione tra il demos e un gruppo sociologico
gi identificato: ovvero, allo stesso modo del demos, il popolo scisso
internamente tra populus e plebs, il tutto e la parte e la modalit
populista di costruzione del popolo richiede unoperazione che presenti
la plebs come la totalit del populus9.
Ma Laclau e Rancire differiscono, tra le altre cose, rispetto il ruolo
della legittimit. Per Rancire la politica sorge quando il popolo appare
come eccedenza di tutta la conta empirica delle parti della comunit10.
La legittimit non gioca alcun ruolo nella concettualizzazione dello
6
Cfr. J. Rancire, Poltica, identificacin y subjetivacin, in B. Arditi, El reverso de la
diferencia. Identidad y poltica, Caracas, Nueva Sociedad, 2000, p. 149.
7
Cfr. J. Rancire, Il disaccordo. Politica e filosofia, Roma, Meltemi, 2007, pp. 30-31;
Id., Dieci tesi sulla politica, in Id., Ai bordi del politico, Napoli, Cronopio, 2011, p. 184.
8
Cfr. E. Laclau, La ragione populista cit., p 212.
9
Cfr. ivi, pp. 77, 88 ss.
10
Cfr. J. Rancire, Dieci tesi sulla politica cit., p 189.
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per invoca le due icone del canone occidentale per dare pi sostanza
a questa idea, rapidamente Laclau passa dal nome e dalla singolarit
agli individui in carne e ossa. In primo luogo, ricorda Hobbes, secondo
il quale solo un individuo pu incarnare la natura indivisibile della
sovranit, e successivamente ricorda Freud per cui la formazione di
una individualit e qui siamo daccordo con Freud riguarda anche
la formazione di un popolo14. Il corollario di questa personalizzazione
del principio di unit che senza un leader non ci pu essere popolo e
pertanto non pu esserci nemmeno politica. Forse per questo i lettori di
Laclau che hanno attraversato la politica in Argentina, Spagna, Venezuela
e altrove insistono sul ruolo preponderante del leader.
Chi ha familiarit con il lavoro intellettuale di Gilles Deleuze e di Flix
Guattari, contesterebbe la conclusione di Laclau sul ruolo del leader,
ricordando il provocatorio passaggio di Millepiani nel quale gli autori
segnalano che non sempre sia necessario un generale affinch un insieme
di n di individui sparino contemporaneamente15. Questo significa che ci
pu essere azione concentrata senza che ci sia un direttore dorchestra.
Anche Negri, Hardt, Virno e altri teorici della moltitudine obietteranno al ruolo che Laclau assegna ai leader, dato che la moltitudine un
soggetto collettivo la cui unit cade fuori della logica dellequivalenza.
La moltitudine refrattaria al n+1 di unidentit sovraordinata forzata
mediante catene di equivalenze: ci svaluta pertanto la singolarit delle
singolarit che la compongono. Nel togliere soggettivit alla moltitudine
di unidentit sovraordinata, essi devono rifiutare anche la tesi che la
singolarit debba necessariamente essere concepita sulla base dellidentificazione con un leader. Chiunque abbia partecipato a insorgenze come
quelle degli indignati del 15M in Spagna, Occupy Wall Street negli Stati
Uniti, #YoSoy132 in Messico o il movimento Passe Livre in Brasile non
ha accettato di costituirsi come singolarit nelle modalit proposte da
Laclau. Nonostante questo, non abbiamo dubbi nel qualificare queste
esperienze come politiche.
Il forte attaccamento al leader che in realt lattaccamento a un
leader forte continua a essere discutibile anche nel caso in cui una
persona sia riluttante a ispirarsi a una soggettivit mutitudinaria o a
soccombere alla fascinazione per le assemblee di Occupy Wall Street o
del 15M. Il leader non semplicemente un significante vuoto ma anche
una persona, che apre la possibilit di invertire la rotta sullunificazione
simbolica del gruppo intorno lindividualit. Lanalisi di Laclau si concentra sulla meccanica attraverso la quale la politica-come-populismo
Cfr. Ibidem.
Cfr. G. Deleuze-F. Guattari, Millepiani. Capitalismo e schizofrenia, Roma, Castelvecchi, 2005, p. 52.
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Cfr. C. Lefort, Saggi sul politico, Bologna, Editrice Il Ponte, 2007, p. 27.
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Ibidem.
E. Laclau, La ragione populista cit., p. 76.
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Ibidem.
sua la tesi relativa alle leggi necessarie della storia, tesi che privilegiava la
logica della necessit della teoria a spese della logica della contingenza
politica. Come risultato, la politica socialista si indebolita, subordinando il cambiamento radicale alle condizioni oggettive (quindi inesistenti)
dettate nello specifico dalla dottrina. Lo sforzo di Laclau per vincolare
la politica-come-populismo alle congiunture critiche tenderebbe a un
effetto simile. Ci sarebbe da sperare che si diano le condizioni di anomia
prima di imbarcarsi in un processo politico di cambiamento. O talvolta,
semplicemente, si dovrebbe caratterizzare il populismo come una politica
parassita, e anche opportunista, nella misura in cui esso richiede una crisi
come propria condizione di possibilit. Vive di crisi. Questo, chiaramente,
si scontrerebbe con lo sforzo di Laclau volto a dare dignit alla politica
populista in quanto esperienza creativa anzich reattiva.
Alcuni ulteriori temi
Voglio prendere adesso in considerazione altri aspetti della teoria del
populismo di Laclau, cominciando col pormi alcune domande sul suo
uso autocompiacente degli esempi. Jon Beasley-Murray ricorda che gli
esempi funzionano l per l meno come strumenti di spiegazione o di
chiarimento di argomenti complessi, che come maniera di corroborare
la verit delle affermazioni di Laclau. I casi citati da Laclau, afferma
Beasley-Murray, sono utilizzati come aneddoti o parabole per confermare un sistema i cui principi sono sviluppati in maniera endogena51.
Slavoj iek suggerisce qualcosa di simile, ma in relazione allapparato
concettuale. La sua teoria, afferma iek, un esempio di autoreferenzialit dovuto alla logica dellarticolazione egemonica e vale anche
per lopposizione concettuale tra populismo e politica: il populismo
loggetto a della politica, la figura particolare che occupa il luogo della
dimensione universale della politica, e ci spiega perch il percorso
privilegiato per comprendere il politico52. Legemonia il ponte che
permette a Laclau di salvare la breccia tra il populismo e la politica e
fare in modo che quello coincida con questa.
Non mi sembra troppo preoccupante che Laclau usi esempi scelti con
modi discrezionali, cosa abituale nella pratica accademica e politica, ma
difficile ignorare completamente lobiezione sul tema dellautoreferenzialit. Prendo come esempio quello che Laclau afferma a proposito
del lavoro di Surel e Andreas Schedler sul populismo. Pur concordando
51
J. Beasley-Murray, On Populist Reason and Populism as the Mirror of Democracy,
Contemporary Political Theory, vol. 5, n. 3, 2006, p. 365.
52
S. iek, Against the Populist Temptation, Critical Inquiry 32, 2006, p. 553.
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con loro, Laclau afferma per anche che il sistema di alternative da essi
proposto ristretto: la teoria di questi autori pone enfasi sugli aspetti
sovversivi del populismo pi che sui suoi compiti di ricostruzione
dellordine esistente. Questo fa s che la visione di Surel e Schedler sia
valida per lEuropa occidentale, ma non per altre esperienze populiste.
Per Laclau la prospettiva pi ampia, e questo dunque gli permette di
includere la periferia del capitalismo. Una prospettiva illustrata durante
una breve discussione sul fallimento del processo populista del generale
Boulanger in Francia nel XIX secolo. Laclau descrive le quattro caratteristiche politiche e ideologiche del boulangerismo: laggregazione di forze
e di domande eterogenee che eccedono il solco del sistema istituzionale,
la relazione di equivalenza tra queste domande volte a condividere lo
stesso nemico, la cristallizzazione di una catena di equivalenze dietro il
significante vuoto Boulanger, e la riduzione di Boulanger a nome
che fonda lunit delloggetto53. La conclusione di Laclau che queste
quattro caratteristiche riproducono, quasi punto per punto, le dimensioni tipiche del populismo che abbiamo stabilito in precedenza54.
Un uomo come Silvio Berlusconi, dice Laclau, potrebbe giocare con
lambivalenza e costruire un percorso intermedio fra lordine istituzionale
e luso del linguaggio populista come strumento politico. Boulanger, al
contrario, non poteva darsi il lusso di sovvertire semplicemente lordine
esistente prendendo lEliseo; doveva cercare di ricrearne uno nuovo,
essendo sospinto continuamente fuori dal sistema istituzionale55. Essendo precisamente le stesse cose che Laclau dice nelle prime sezioni del
libro, le conclusioni tratte dallesempio di Boulanger appaiono come
una mera constatazione della verit della sua teoria del populismo.
La sequenza argomentativa della sua discussione del boulangerismo
di fatto una caratteristica di Laclau: egli sviluppa dapprima un solco
teorico, quindi introduce un esempio, e dopo trae le conseguenze
dellesempio in maniera tale da poter concludere che esse combaciano
quasi punto per punto con ci che la sua teoria predice. Questo il
tipo di ragionamento che rafforza la critica che vede nel suo lavoro una
smagliatura autoreferenziale.
Tutta la politica presuppone delle domande?
In secondo luogo, voglio ricordare quello che Laclau dice a proposito
delle domande (nel significato di sollecitazione e non pi di reclamo)
Cfr. E. Laclau, La ragione populista cit., pp. 172-173.
Ivi, p. 172.
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Ivi, p. 173.
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implica una scena teatrale nella quale un soggetto presenta la sua domanda a un Altro che si suppone possa rispondere e essa. Ma quando
parliamo di una politica propriamente rivoluzionaria o emancipatoria,
non dobbiamo alloccorrenza muoverci pi in l dellorizzonte delle
domande? Il soggetto rivoluzionario non domanda qualcosa a coloro
che stanno al potere, o meglio, vuole distruggerli59. In altre parole,
la differenza rispetto il punto di vista di Laclau, una politica (populista)
che si costruisce a partire dalle domande, siano o meno soddisfatte,
presuppone una relazione di interlocuzione, e di conseguenza si ubica
dentro il sistema istituzionale. La radicalit dello sforzo ricostruttivo di
questa politica rimane sospesa o per lo meno interdetta.
Sul vago sentimento di solidariet delle identit stabili
Anche il terzo punto ha a che vedere con la nozione di domanda,
ma in un altro senso. Quando Laclau vi si riferisce, afferma che lunificazione delle varie domande la cui equivalenza, fino a quel punto,
non andata oltre un vago sentimento di solidariet in un sistema
stabile di significazione60, una delle precondizioni strutturali per il
populismo. Un argomento che ritroviamo sviluppato di nuovo alcune
pagine pi avanti, quando Laclau parla del consolidamento della catena equivalenziale tramite la costruzione di unidentit popolare che
qualcosa di qualitativamente superiore a una semplice sommatoria
degli anelli equivalenziali61.
Riflettiamo un po sulle espressioni che usa Laclau in questa citazione. Una di queste il transito da un sentimento vago di solidariet a
un sistema di significazione stabile. Laltra la descrizione dellidentit
popolare come qualcosa di qualitativamente superiore alla somma dei
vincoli che intervengono nella sua formazione, qualcosa che risuona
come una strizzata docchio allidea forza dello strutturalismo per cui
il tutto superiore alla somma aritmetica delle sue parti. Anche per
la teoria dellegemonia, ci che sta in gioco nellidentit popolare
la creazione di una identit sovraordinata condivisa con i soggetti e le
domande che entrano nella catena di equivalenze. Diamo per scontato
che la differenza e lequivalenza si mescolano e che nessuna equivalenza
pu cancellare completamente lelemento differenziale delle domande
partecipanti. Sappiamo anche dunque proprio Laclau si incarica di
ricordarcelo che il suo pensiero sul populismo si sviluppa in due
S. iek, Against the Populist Temptation cit., p. 558.
E. Laclau, La ragione populista cit., p. 70.
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Ivi, p. 72.
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