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CHIESA, ICONA DELLA FAMIGLIA

ALLA LUCE DELLA CROCE GLORIOSA


Pontificia Universit Lateranense
Cattedra Gloria Crucis
Seminario di studio

CHIESA - FAMIGLIA: LE SFIDE DELLA CULTURA DOMINANTE


di Gabriella Gambino
1.

"La famiglia la sorgente da cui attingere la consapevolezza di essere figli di Dio, chiamati
per vocazione all'amore"1.

La famiglia il luogo in cui prende forma la consapevolezza dell'uomo di


avere un Padre che, con la vita, lo chiama ad amare. Non solo ad amare coi
sentimenti e gli affetti, ma ontologicamente, perch ciascun uomo chiamato ad
essere-per-amare in ragione della sua natura filiale. In particolare, l'amore tra
uomo e donna ad emergere "come archetipo di amore per eccellenza"2, con la sua
capacit di donare la vita nel fluire del tempo tra le generazioni, e di donare identit3.
In questo senso, la teo-logia cristiana della famiglia mostra il legame profondo che
c' tra la struttura della famiglia umana e la nostra familiarit con Dio: nella
famiglia, dove l'uomo viene al mondo nella condizione di figlio, che egli apprende il
discorso su Dio Padre, in quella famiglia dove si radicano in maniera stabile le sue
origini e la sua identit umana e cristiana.
Ma che ne oggi di questo discorso su Dio e sull'identit dell'uomo in un'epoca
in cui la cultura sottopone la famiglia a sfide destabilizzanti, che disorientano
l'individuo alla ricerca delle sue origini e della sua identit?
Ci sono alcune dimensioni della famiglia che vengono insistentemente travolte
dalle trasformazioni sociali e culturali in atto: tra queste, la stabilit familiare e il
concetto di filiazione. Dalla stabilit del matrimonio e dalla generazione dei figli
derivano, infatti, le principali relazioni familiari, che fondano la nostra identit.

In corso di pubblicazione.
Sinodo dei Vescovi, III Assemblea Generale Straordinaria, Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto
dell'evangelizzazione, Instrumentum Laboris, Milano, San Paolo, 2014, n. 43.
2
Benedetto XVI, Deus caritas est, n.2.
3
Sul punto, si veda la bella espressione usata da E. Ronchi, Le case di Maria. Polifonia dell'esistenza e degli affetti,
Milano, Paoline, 2006, p. 54 : l'uomo e la donna sono coloro "senza il cui coraggio nemmeno Dio potrebbe avere dei
figli".
1

2.

Nella Relazione finale al Sinodo si legge:

"Bisogna considerare il crescente pericolo rappresentato da un individualismo esasperato


che snatura i legami familiari e finisce per considerare ogni componente della famiglia come
unisola, facendo prevalere, in certi casi, lidea di un soggetto che si costruisce secondo i propri
desideri assunti come un assoluto. A ci si aggiunge anche la crisi della fede che ha toccato tanti
cattolici e che spesso allorigine delle crisi del matrimonio e della famiglia"4.

La crescente fragilit del matrimonio e il diffondersi di rapporti tra individui


vincolati solo da volont mutevoli si stanno traducendo in una mancanza di stabilit
dei legami inter-personali, che incide profondamente sia sul modo di pensare la
generazione della vita e il senso dell'avere figli, sia sulle possibilit di costruire
identit solide, radicate nei legami familiari.
In un documento ministeriale emanato nel 2014 in Francia su "Filiation,
origines, parentalit"5 - alla cui redazione ha contribuito la sociologa Irne Thry viene presentata un'analisi delle trasformazioni a cui andata incontro la famiglia
negli ultimi cinquant'anni e viene spiegato che a partire dagli anni Settanta, in seguito
al diffondersi delle leggi sul divorzio e all'aumento delle unioni libere, si verificata
una vera e propria ridefinizione della coppia, che ha portato con s una ridefinizione
della famiglia. Quella che per molti anni era sembrata la "morte della famiglia"6, a
posteriori si rivelata una ritematizzazione della famiglia su basi diverse da quelle
tradizionali.
I dibattiti degli ultimi anni che hanno portato in Europa al riconoscimento
giuridico di legami inter-individuali che non hanno nulla a che fare con l'unione
stabile ed indissolubile tra uomo e donna (dalla coabitazione domestica, all'unione
civile registrata, al Pacs francese fino ad una ridefinizione giuridica del matrimonio
aperto a individui di qualsiasi sesso e orientamento sessuale) hanno condotto alla
rappresentazione della coniugalit come un legame fondato sulla "conversazione"
intimistica tra due soggetti - nella duplice dimensione amorosa e amicale - che ha
senso in se stessa, indipendentemente dalla dimensione sessuata e procreativa, e
dunque, da una progettualit familiare.
La scissione tra sessualit, matrimonio e famiglia tende poi a legittimare nel
costume pi diffuso l'idea per cui il matrimonio, da un lato, e la famiglia dall'altro,
siano pensabili nel quadro della soggettivit e della privatezza individuale: ciascuno
4

Relazione finale al Sinodo, 19 ottobre 2014, n. 5.


Ministre des affaires sociales et de la sant, Ministre dlgu charg de la famille, Filiation, origine, parentalit. Le
droit face aux nouvelles valeurs de responsabilit gnrationnelle, (Rapport du Group de Travail "Filiation, origine,
parentalit". Il gruppo era presieduto da Irne Thry), 2014.
6
D. Cooper, The death of family, 1971.
5

deve poter vedere nel matrimonio e/o nella famiglia ci che lo appaga e non pi una
struttura di relazione unitaria, stabile ed indissolubile7.
In Francia, ad esempio, la recente legge del 17 maggio 2013 che ha aperto al
"mariage pour tous" non rappresenta solo una istituzionalizzazione definitiva di
nuove modalit di essere coppia, quanto piuttosto una ritematizzazione radicale del
concetto di generazione della vita e di filiazione. Ossia, di famiglia. Nei sistemi
giuridici occidentali essa si sta esprimendo attraverso la filiazione monoparentale,
l'adozione per i single e per le coppie omosessuali8, la fecondazione artificiale
omologa ed eterologa anche per conviventi more uxorio, la maternit surrogata per
coppie eterosessuali, omosessuali e donne single. Semplicemente opzioni per ottenere
il figlio desiderato, partendo dal presupposto che avere figli non dipende
necessariamente dalla presenza di un uomo e di una donna uniti in matrimonio, ma
dalla volont di un soggetto che decide di utilizzare una delle pratiche sociali
disponibili. Il risultato pu essere un figlio a cui - con una decisione privata, ma
possibile nelle sue implicazioni nello spazio pubblico - stata sottratta la doppia
figura genitoriale, o la presenza simbolica di identit sessuate nella famiglia, o quei
legami familiari forti che generano identit e che solo dal matrimonio come alleanza
possono derivare.
3.
Alla radice di tutto questo c' il dmariage9, la ridefinizione del ruolo e dello
spazio riservato al matrimonio nel sistema occidentale della parentela e
nell'organizzazione della dimensione sessuata della vita sociale. Nella societ
individualista e giuridicamente soggettivistica, esso ridotto ad una questione di
coscienza intima e privata, e cio, alternativamente: ad un istituto contrattuale fragile
risolvibile, capace di lasciare tracce nel tempo oltre la volont delle parti (si pensi
all'obbligo di mantenimento dell'ex coniuge); oppure, ad una convivenza
istituzionalizzata in rapporti fragili e deboli nei loro effetti (come le unioni civili
registrate che, quando si sciolgono, non lasciano tracce in legami forti - ossia doveri proprio perch nel loro intento sono ridotte all'attualit della volont dei membri della
coppia); oppure, ancora, pu essere ridotto ad un rapporto meramente privato, la
convivenza more uxorio, peraltro, oggi ormai riconosciuta rispetto ad alcuni degli
effetti giuridici che pu produrre in maniera analoga al matrimonio (per esempio in
materia di filiazione). In tal modo i figli si possono generare all'interno o al di fuori
dei vincoli familiari, creando forme di "plurigenitorialit" e tracciando cos originali e
7

S. Cotta, Sacramentalit e realt esistenziale del matrimonio, in F. D'Agostino (a cura di), Famiglia, diritto e diritto di
famiglia, Studi raccolti, Milano, 1985, p. 23. Cfr. anche A. Nicolussi, La famiglia nel diritto tra antico e moderno, in F.
D'Agostino (a cura di), Valori giuridici fondamentali, Roma, Aracne, 2010, pp. 73-99.
8
Cfr. la sentenza sulle adozioni gay n. 299 del Tribunale per i minorenni di Roma depositata il 30.07.2014.
9
I. Thry, Le Dmariage, Paris, Odile Jacob, 1993.

a volte imprevedibili legami biografici tra genitori e figli (si pensi al recente caso
italiano di scambio di embrioni tra coppie che erano ricorse alla fecondazione in
vitro, che ha obbligato i giudici italiani a frammentare il concetto di maternit,
separando e azzerando il significato della maternit biologica rispetto a quella
gestazionale)10.
Legami che impongono alla societ nuove logiche giuridiche e normative,
secondo le dinamiche flessibili del diritto "libero", ossia di quel pensiero giuridico,
oggi ampiamente diffuso, caratterizzato dal tentativo insistente di disancorare le
decisioni in materia di famiglia dai principi generali del diritto - intesi come
espressione di un diritto naturale - per aderire il pi possibile alle nuove sensibilit
etiche e ai nuovi bisogni sociali emergenti. La possibilit di rivolgersi ai giudici per
superare i limiti posti dalla legislazione e reinterpretare valori e principi
costituzionali, direttamente applicati nelle situazioni concrete, per far valere desideri
e volont che l'ordinamento nel suo complesso non ammetterebbe, si sta tuttavia
rivelando un pericoloso fattore di incertezza giuridica e sociale.
Il diritto libero, infatti, espressione di un pensiero a sua volta libero e
secolarizzato, proprio della post-modernit, disinteressato a dare consistenza teoretica
ai valori, sottrae al diritto stesso ogni fondamento stabile ed assoluto.
Il valore del diritto viene a coincidere con la sua trasformabilit e con le
possibilit della sua negazione, riconoscendo se stesso solo in quanto positivizzato
nelle decisioni e nelle sentenze. Centrato sulla soddisfazione dei bisogni individuali,
esso sta dando forma a diritti auto-referenziali11, secondo la efficace formula di
Raymond Saleilles12 Voglio, dunque ho dei diritti, che sta trovando applicazione
soprattutto in materia di famiglia e di filiazione.
In tal modo, l'idea di famiglia si complica: da un lato si moltiplicano le opzioni
per frammentare la genitorialit, ma dall'altro si cerca di rendere omogeneo il
concetto di filiazione. La scissione della genitorialit biologica da quella sociale,
infatti, ormai una scelta istituzionalizzata, che avr un posto importante nella storia
di questi figli, con tutte le implicazioni che essa potr avere proprio per la sua
frammentariet, per l'instabilit, la confusione tra i ruoli di madre e padre e le
incertezze identitarie che porter con s.
10

Tribunale di Roma, Prima Sez. civile, Ordinanza n. 50935 dell'8 agosto 2014 sullo scambio di embrioni umani.
Cricenti G., Il s e laltro. Bioetica del diritto civile, Roma, Aracne, 2012; Violini L., I diritti fondamentali e il loro
futuro: il banco di prova del biodiritto, in Andrea Pin (a cura di), I nuovi diritti delluomo. Le sfide della societ
plurale, Venezia, Marcianum Press, 2012, pp. 121-142.
12
Il riferimento a Raymond Saleilles e alla sua opera (De la personnalit juridique. Histoire et thories, Paris 19222, p.
535) riportato da F. D'Agostino, Il diritto tra tradizione e contingenza, in Idem, Diritto e religione, Roma, Aracne,
2013, pp. 89, ss.
11

D'altro canto, per cercare di ovviare alle differenze che sono state introdotte nel
modo di essere generati, si sta tentando di rendere unitario il concetto di filiazione:
alla luce delle pi recenti riforme giuridiche in Italia, ad esempio, la distinzione tra
figli naturali, figli legittimi e figli incestuosi stata eliminata; ma se l'abolizione delle
differenze aveva un senso laddove il trattamento giuridico e sociale di figli legittimi e
figli illegittimi dava luogo a ingiustificate "discriminazioni" nei confronti dei minori,
rendere irrilevante ogni differenza tra figli naturali e legittimi ha reso socialmente
inutile il matrimonio.
Che poi ci che si intende per dmariage: disancorare la filiazione dall'ordine
della sessualit umana e, dunque, dal coniugio. E' cos che sociologi e giuristi sono
giunti a proporre un diritto della filiazione comune e pluralista13, in grado di tenere
conto della specificit di ogni forma possibile di filiazione.
Insomma, se la coniugalit d luogo a legami sempre pi fragili e deboli,
l'essere figli resta simbolicamente l'ultimo legame forte, idealmente indissolubile,
l'ultima leva d'appoggio del profondo bisogno umano di sicurezza di stabilit.
Non si pu negare, infatti, che se il senso del matrimonio sempre stato quello
di garantire l'ordine della sessualit nell'ordine delle generazioni, che radicano la
nostra identit di figli, la societ del dmariage caratterizzata dal dis-ordine della
sessualit e dal dis-ordine delle generazioni. Ma che ne sar dei figli del dmariage?
4.
Il passaggio della percezione del senso del matrimonio dalla dimensione
pubblica e sociale a quella della coscienza individuale, non a torto, viene paragonato
nei suoi effetti, a quel che successo nella modernit quando la religione ha cessato
di essere l'orizzonte imprescindibile della vita sociale e politica ed stata ridotta ad
una questione di coscienza personale. A ben vedere, la riduzione della fede religiosa e
del valore del matrimonio alla dimensione soggettivistica della coscienza sono non
solo storicamente sovrapponibili, ma hanno condotto ad una generale instabilit
antropologica. La diffusa mancanza di fede nella Chiesa come Madre, nella quale
avere fiducia, capace di guidarci al vero bene con i suoi insegnamenti, e nella quale
veniamo generati dall'amore di un Padre, va di pari passo con l'incapacit di credere
nel matrimonio indissolubile e nel significato ontologico, cio identitario dei ruoli di
marito e moglie, padre e madre e figlio, che il matrimonio porta con s.
Diventa difficile, in questo contesto sociale in cui si ritrova ad agire la Chiesa
contemporanea, aiutare l'uomo a rispondere alla magna questio di Sant'Agostino: "da
13

Cos sempre I. Thry in Filiation, origine, parentalit. Le droit face aux nouvelles valeurs de responsabilit
gnrationnelle, (Rapport du Group de Travail "Filiation, origine, parentalit"), 2014.

dove vengo e dove vado?"14 L'oblio del nostro Principio - del quale fanno parte le
nostre origini familiari - al quale di fatto ci sta conducendo la societ contemporanea,
rischia di rendere impossibile la ricerca del Fine della nostra vita, del senso
dell'esistenza15.
E', infatti, nel saper vedere che apparteniamo a qualcuno che si compie la
nostra identit. Essere stati desiderati la relazione cruciale intorno a cui si costruisce
psicologicamente l'identit dell'individuo. La relazione originale con chi ci ha amati e
desiderati struttura ciascuno di noi per tutta la sua esistenza16. E per tutta la vita
l'individuo avr bisogno di essere alimentato dal desiderio. E' questa l'origine della
fragilit antropologica costitutiva, per questo l'uomo un soggetto in relazione e ha
strutturalmente bisogno degli altri: ma di legami forti, per alimentare il suo bisogno
di ricevere e dare amore. La fragilit di legami basati sul perenne arbitrio umano o
sull'affetto non soddisfa il bisogno ontologico dell'uomo di avere delle radici. I
legami familiari, strutturati nella carne, infatti, sono sym-bolon (combaciare,
incontrare), parte di una totalit desiderata e cercata, che ontologica, ossia propria
dell'identit umana17: l'uomo ha bisogno della donna, la paternit ha bisogno della
maternit, il figlio del padre. Comprendere le nostre origini, da dove veniamo e
perci chi siamo pre-condizione per poterci donare agli altri, per amare.
E come insegna l'antropologia cristiana, possiamo amare perch "Dio, per
primo, ci ha amati " (1Gv. 4,10). Ma dobbiamo saperlo che alla radice del nostro
esistere c' un grande amore di Dio Padre per ciascuno di noi. C' un desiderio di
Dio: dunque, non solo un desiderio umano dei nostri genitori, ma un amore divino,
fedele, sicuro, stabile, accogliente, che si manifesta in seno ad una famiglia costruita
sull'amore forte e fedele tra un uomo e una donna che ci hanno generati, e che ha
stabilit per ordinamento divino, perch "Dio stesso l'autore del matrimonio" 18.
Solo cos possiamo avere le condizioni per riconciliarci con l'Amore di Dio, scoprire
la sua Paternit gloriosa e diventare davvero capaci di autentico amore.
Papa Francesco, nellEnciclica Lumen Fidei, affrontando il legame tra la
famiglia fondata sul matrimonio e la fede, scrive:

14

Sant'Agostino, Confessioni, IV, 4.


S. Grygiel, Fondamenti antropologici del matrimonio, e non solo..., Lectio magistralis, Pontificio Istituto Giovanni
Paolo II, Citt del Vaticano, 6 novembre 2007 (Inaugurazione dell'Anno Accademico).
16
Per questo nella societ di oggi, nella quale il desiderio del figlio stato separato dal desiderio sessuale e dal
desiderio di alleanza coniugale, esso potr condurre ad una realt solo frammentata che gli individui cercheranno, per
tutta la loro vita, di ricomporre. Cos P. Yonnet, Le conseguenze culturali della rivoluzione demografica, in L. Scaraffia
(a cura di), Custodi e interpreti della vita. Attualit dell'Enciclica Humanae Vitae, Lateran University Press, Citt del
Vaticano, 2010, pp. 79-93. Cfr. anche Rhonheimer M., Etica della procreazione. Lezioni e dispense, Roma, Mursia,
2000.
17
Platone, Simposio, 191d.
18
Gaudium et Spes, n. 48.
15

"Lincontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga lorizzonte
dellesistenza, le dona una speranza solida che non delude. La fede non un rifugio per gente senza
coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione allamore,
e assicura che questamore affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perch il suo
fondamento si trova nella fedelt di Dio, pi forte di ogni nostra fragilit" (Lumen Fidei, 53).

La famiglia fondata sul matrimonio cristiano il luogo nel quale la fedelt di


Dio si pu manifestare con tutta la sua potenza nel rapporto tra i coniugi e tra genitori
e figli, perch si pu esprimere nel modo in cui ci ricorda Ges: "dove due o tre sono
riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Mt. 18, 20).
In tal senso, la Chiesa ha una missione urgente: risvegliare nel cuore delle
persone la fede e aiutarle a credere che essa sia davvero indispensabile per ritornare a
comprendere il senso cristiano della famiglia19.
Nella vita concreta, la fede non che la capacit di fidarsi di Dio. In famiglia,
i figli possono scoprire la paternit di Dio Padre e la sua fedelt guardando all'amore
fedele dei propri genitori, che si sono fidati, si sono aperti a Dio e hanno accolto i
propri figli come un dono. Ma l'aspetto teologico e antropologico pi interessante
che attraverso la paternit, non solo si fa dono ad un altro dell'esperienza di essere
figlio, ma ogni padre fa l'esperienza di essere stato a sua volta generato:
"L'essere uomo non comincia con una decisione della libert, ma con il riconoscimento di un
dono originale, mediato dai propri genitori"20.

E' questa dimensione del dono che rende gratuita la relazione tra padri e figli e
la sottrae alla pericolosa dimensione dell'obbligo esistenziale che sta prendendo
forma nella societ, nella quale domina il moderno paradigma volontaristico del
"voglio, dunque esisti"21.
Lidentit delluomo quella di essere creatura dentro uno spazio di dono. E il
matrimonio lo spazio naturale dove si pu esprimere questa ontologica e definitiva
capacit di donarsi, perch - come diceva Hegel - esso lamore liberato da tutto ci
che pu avere in s di passeggero, capriccioso e soggettivo.
5.
Ecco che allora, tra le sfide alla famiglia, un'ulteriore domanda a cui dare una
risposta urgente come la Chiesa possa aiutare le coppie ad impegnarsi e ad essere
fedeli nel tempo per poter fare esperienza della fedelt di Dio. Nella celebrazione dei
matrimoni civili colpisce la mancanza della promessa di fedelt reciproca tra i
coniugi al momento dello scambio degli anelli (che non fa parte propriamente del rito
19

Cfr. L. Melina, J. Granados (a cura di), Famiglia e nuova evangelizzazione: la chiave dell'annuncio, Siena,
Cantagalli, 2012.
20
L. Melina, La roccia e la casa. Socialit, bene comune e famiglia, Milano, San Paolo, 2013, pp. 110, ss.
21
S. Kampowski, Ricordati della nascita. L'uomo alla ricerca di un fondamento, Siena, Cantagalli, 2013, pp. 29, ss.

del matrimonio civile, che si conclude prima dello scambio degli anelli). La
rimozione dei presupposti per una comprensione profonda della fedelt coniugale
ci che distingue radicalmente, nella cultura odierna, il modo di pensare il
matrimonio civile, da un lato, e il matrimonio cristiano dall'altro.
Karol Wojtyla, in quella raffinata opera teatrale che la Bottega dellOrefice,
spiega chiaramente che le fedi sono espressione e simbolo della fedelt, non perch
cos decidono gli sposi, ma perch sono forgiate dallorefice, cio da Dio. E Lui
lautore della Grazia che sostiene la fedelt degli sposi, ed Lui il primo ad essere
fedele allAmore che unisce gli sposi, sostenendoli sempre. Non a caso, ci ha
ricordato Papa Francesco nella Lumen Fidei, nella Bibbia la fedelt di Dio indicata
dalla parola ebraica 'emnah (dal verbo 'amn), che nella sua radice significa
"sostenere". Si comprende cos perch l'effetto della fedelt sia la possibilit di
costruire il rapporto coniugale davvero sulla "roccia".
In questi termini il sacramento del matrimonio costituisce in s una forza che
sostiene gli sposi e la loro rispettiva volont di rimanere insieme, nel rispetto
dell'amore promesso, non solo come sentimento, ma ancora di pi come adesione ad
una vocazione congiunta, che proprio nel co-niugio trova lo strumento per portare
insieme lo stesso giogo, il quale non un "peso", ma la consapevolezza che bisogna
mantenere lo stesso passo nel corso dell'esistenza.
Solo cos si pu realizzare la promessa d'amore tra Dio e l'uomo, attraverso un
amore stabile e duraturo tra un uomo e una donna, forgiato da Dio stesso e dalla sua
fedelt. Un amore che deve ritrovare nel tempo quella dimensione necessaria per dare
forma ad ogni identit nella famiglia. Ci vuole tutta una vita per diventare fino in
fondo figli, padri e madri. Ed solo il matrimonio a stabilire quell'ordine che riesce a
dare un nome certo ad ogni soggetto familiare. Per questo esso institutum,
fondamento della societ: perch fondamento dell'identit delle nuove generazioni.
In prospettiva teologica, dunque, se il matrimonio ha una dimensione
identitaria, esso va oggi pi che mai riproposto in una luce vocazionale: deve essere
percepito come una chiamata personale, che si scopre quando ci si mette in ascolto
della Croce. Perch, come ci ricorda Giovanni Paolo II, dalla croce nasce e si
diffonde la vita, ossia la nostra identit cristiana.
"Guardando lo spettacolo della Croce (cf. Lc 23, 48), potremo scoprire in questo albero
glorioso il compimento e la rivelazione piena di tutto il Vangelo della vita". "Noi pure, oggi, ci
troviamo nel mezzo di una lotta drammatica tra la cultura della morte e la cultura della vita.

Ma da questa oscurit lo splendore della Croce non viene sommerso; essa, anzi, si staglia ancora pi
nitida e luminosa e si rivela come il centro, il senso e il fine di tutta la storia e di ogni vita umana"22.

Solo guardando questo spettacolo l'uomo di oggi pu ricominciare ad


interrogarsi sul senso del dono radicale e definitivo che Dio Padre ha fatto a ciascuno
di noi e pu sentirsi attratto dal desiderio di imitarlo, di aderire alla sua persona e di
donarsi come ha fatto Lui: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua" (Mt. 16,24)23. Quella croce - vertice dell'amore - che
segno del dono pi grande: la Paternit di Dio.
Siamo cos tornati all'inizio del nostro discorso: nella famiglia cristiana l'uomo
scopre di essere Figlio di Dio. Ci possibile quando il matrimonio vissuto dagli
sposi come vocazione profonda, come una risposta personale ad una chiamata per
aderire a Cristo e alla sua volont. E' questa la sfida pi grande che la cultura
soggettivista e volontaristica di oggi impone al futuro della famiglia.

22

Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae,nn. 50-51.


Sul punto, l'Imitazione di Cristo recita: "Molti desiderano la Gloria del Regno celeste di Ges, ma pochi prendono
volentieri la sua croce; molti desiderano le consolazioni, pochi vogliono i dolori; [...] tutti desiderano di godere con Lui,
ma quasi nessuno vuol soffrire per amor suo; molti lo seguono fino al momento dello spezzar del pane, pochi giungono
a bere con Lui il calice della Passione". L'Imitazione di Cristo, XI, 1 (Edizione a cura di G. C. Bascap, Roma, Citt
Nuova Editrice, 1999, p. 83).
23

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