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PANORAMICA TECNICO PROFESSIONALE

LINGANNO ( MILITARY DECEPTION),


TRA STRATEGIA E DOTTRINA
Punto di situazione alla luce delle conflittualit del XXI secolo
FRANCESCO MARZI

inganno militare, altres detto Military Deception (MILDEC), una strategia propriamente detta? Pu essere considerato come unopzione tout court a disposizione dello stratega militare o solo artefice di quel elemento funzionale alla battaglia decisiva clausewitziana che la
sorpresa?
Per rispondere a queste e altre domande
occorre rispolverare e sviscerare dal punto
di vista teorico tutti quei concetti quali la
strategia, la dottrina e la tattica, nonch focalizzarne le principali differenze semantiche. Non solo, nellaffrontare questo tema
altres dobbligo unexcursus storico a
tutto tondo: limitare la trattazione ai soli
conflitti del XXI secolo sarebbe limitativo
e riduttivo in quanto largomento, fortemente correlato allintelligence e alla sicurezza intesa come security, altamente
classificato, facendo cos venir meno le
cognizioni contingenti che consentono una
dissertazione teorica su un certo avvenimento o modo di agire storico-politico.
Pertanto, nel corso della dissertazione si
cercher di mantenere uno stretto legame
con la storia (nel suo complesso e non solo dellultimo secolo) e con tutte quelle vicende che rientrano nella sfera dellinganno militare, cos da individuare quelle peculiarit che ci permettano da un lato di
comprendere cosa sia la Military DecepRivista Marittima-Ottobre 2010

tion e dallaltro di render consapevole il


lettore dellesistenza di un vuoto dottrinale che meriterebbe unattenzione particolare da parte degli studi strategici e militari.

Strategia, tattica e dottrina: una rifles sione terminologica

olto stato scritto sulla strategia, sul


suo significato e sulle sue conseguenze
storiche; quando se ne parla, il pensiero va
in primis a Clausewitz, Sun Tzu e Jomini.
bene per sottolineare che, per quanto
questi autori abbiano scritto di strategia, si
sono soffermati pochissimo sulla strategia,
dandone semplicemente una definizione,
che non sembra per essere il frutto di
unampia e condivisa riflessione terminologica.
In sintonia con quanto asserito dal dottor Colombo, evitare lancora presente
confusione sul linguaggio (1) fondamentale per comunicare senza fraintendimenti di sorta; pertanto la domanda che ci
si pone la seguente: cosa vuol dire strategia? E inoltre: che differenza c tra
strategia e tattica?
Il dizionario in merito non ha dubbi:
mentre la tattica studia il movimento delle unit terrestri, aeree e navali in un combattimento, la strategia la capacit di
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Linganno (military deception), tra strategia e dottrina

un Comandante di condurre gli eserciti in


guerra e differisce dalla prima in quanto
essa imposta e coordina nelle grandi linee
le operazioni di guerra.
Tali definizioni, che sostanziano limpiego degli aggettivi strategico e tattico nei cosiddetti levels of war, pongono
per un dubbio: a livello operativo, o
di campagna se vogliamo rientrare nella categorizzazione guerra/campagna/battaglia, il Comandante opera mediante
tattiche o strategie? Non solo, se la
differenza consta solo nel fatto che in un
caso si ragiona in termini di guerra
mentre nellaltro di combattimento,
perch soprattutto la strategia da considerarsi unarte (2)? Forse che a livello di
tattica non necessaria una certa arte,
oltre che scienza?
Dubbi in merito non possono non permanere e, di certo, non aumentare allorquando si vuole capire come tali termini,
prendendo vita dalle definizioni suddette,
siano applicati anche in altri campi: perch, per esempio, si parla di strategia
economica e non di tattica economica?
Nellaudace tentativo di trovare una risposta, lo scrivente ha iniziato una frenetica ricerca sui testi disponibili fino a imbattersi in un trattato di strategia che, cos come definito dallo stesso Liddel Hart, il
pi completo, pi accuratamente formulato e aggiornato che sia stato pubblicato
nel corso dellattuale generazione. Si
tratta dellopera di Andr Beaufre, in cui si
definisce la strategia come larte della
dialettica delle volont che impiegano la
forza per risolvere il loro conflitto (3).
Per la prima volta ci si trova di fronte a
una definizione che, esplicitando il fattore
caratteristico e prototipico della strategia, in grado di fornire risposte alle domande sopra esposte. Tale tipicit costituita dal fatto che con la strategia ci si tro64

va in un contesto di contrapposizione di
volont in cui essa larte che ha lo scopo
di raggiungere una decisione creando e
sfruttando una situazione che comporti
una disintegrazione morale dellavversario
sufficiente per fargli accettare le condizioni che gli si vuole imporre (4). In altre parole, scegliere una strategia vuol dire
prendere una decisione sul mezzo da impiegare, tra quelli a disposizione, per far s
che la propria volont prevalga su quella
dellavversario; tali mezzi sono esemplificati nellopera di Beaufre attraverso azioni
quali attaccare, forzare, ingannare,
mettersi in guardia, ecc..
Ovviamente il termine nasce nel contesto della contrapposizione delle volont di
grandi attori quali citt-stato, regni, imperi o stati a seconda del periodo storico
in cui ci si trova; per analogia il termine
trova per applicazione anche in ambito
quotidiano, in cui gli attori sono due semplici individui.
Interessante altres notare come tale
pensiero si incastri perfettamente nella visione metodologica moderna della pianificazione operativa: lOperational Planning Process non altro che un metodo
che permette al Comandante di decidere,
in una situazione conflittuale di volont,
quale sia la strategia da adottare per ottenere lend-state (che non altro che la descrizione della situazione politico-militare
che si vuole raggiungere, ovvero lesplicazione della propria volont) attraverso il
raggiungimento del centro di gravit
(CoG). In tale contesto, lobiettivo rappresenta leffetto che si vuole avere sul
CoG ed esprimibile con un verbo; in altre parole esso coincide con il mezzo
che, nellopera di Beaufre, permette alla
propria volont di prevalere.
La tattica, al contrario, una tecnica
dimpiego e di manovra a prescindere
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Linganno (military deception), tra strategia e dottrina

dallesistenza di una contrapposizione di


volont: essa dovrebbe essere il modo migliore per condurre i propri uomini e
mezzi con uno scopo che non limposizione della propria volont. Ecco quindi
che si parla, per esempio, di tattiche AS
(5) che hanno lo scopo di scoprire, ridurre la libert dazione e attaccare i sommergibili nemici, nonch di evitare la
propria localizzazione.
Occorre anche capire come il concetto
di dottrina si armonizzi con le riflessioni sinora effettuate. In questo caso la situazione fortunatamente meno complicata:
mentre le definizioni di strategia e tattica sono volutamente omesse dal glossario NATO (6), quella di dottrina invece
stata formulata in modo chiaro (7) e altres aderente con quanto comunemente creduto. Essa linsieme dei principi con cui
le forze militari guidano la loro azioni,
senza distinzione se tale azione sia frutto
di una strategia o di una tattica: ecco dunque che logicamente corretto parlare di
dottrina tattica e dottrina strategica,
facendo riferimento con tali accezioni a
quei principi ritenuti validi in campo tattico, nel primo caso, e in campo strategico
nel secondo.
Per completezza poi necessario dirimere un ultimo dubbio: se il binomio strategia/tattica svincolato dal fatto che ci si
trovi nel campo della guerra o del singolo combattimento, perch in questultimo caso si parla comunemente di tattica
mentre nel primo di strategia? La risposta indubbiamente da ricercarsi nella
realt storica: nellantichit il combattimento propriamente detto non aveva come
obiettivo quello di imporre una volont,
ma semplicemente quello di sconfiggere
fisicamente lavversario e pertanto imponeva ladozione di una determinata tattica. Al contrario, a un level of war supeRivista Marittima-Ottobre 2010

riore, la situazione era diversa, pi complessa, e richiedeva qualit superiori; sebbene fosse stato teorizzato e compiutamente motivato solo molti secoli dopo, gi
gli antichi sentivano la necessit di usare
un altro termine per indicare colui il quale
conduceva una guerra, cio il Comandante: si trattava di uno stratgs, che deriva da stratg_ che significa comandare,
da cui il termine strategia.
A tal proposito infine interessante notare come gli antichi usassero anche un altro termine, stratgma (8) in greco (deriva
anchesso da stratg), per indicare azioni
dovute a una particolare qualit del condottiero; data laffinit semantica con il
concetto di inganno, si ritorner sullargomento nel proseguo della trattazione.

Definizione di military deception

In ambito NATO linganno (deception)

definito come those measures designed to


mislead the enemy by manipulation, distortion, or falsification of evidence to induce him to react in a manner prejudicial
to his interests (9). Per quanto attiene la
definizione pi specifica di Military deception (MILDEC), nulla riportato.
In considerazione del fatto che la dottrina atlantica derivata direttamente da
quella statunitense, allora opportuno riferirsi a quanto riportato nelle pubblicazioni americane: essa definita come actions executed to deliberately mislead adversary military decision makers as to
friendly military capabilities, intentions,
and operations, thereby causing the adversary to take specific actions (or inactions)
that will contribute to the accomplishment
of the friendly mission.
Per un auditorio operativo e non propriamente accademico, tali definizioni
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Linganno (military deception), tra strategia e dottrina

potrebbero sembrare corrette, complete e


frutto di una aperta riflessione a livello
dottrinale. Se per si amplia leggermente
il campo visivo e si prendono in esame le
definizioni di materie affini alla deception,
ecco che i dubbi sorgono copiosi. Basti
pensare alle cosiddette Psycological Operations (PSYOPS), definite come planned psychological activities designed to
influence attitudes and behaviour affecting
the achievement of political and military
objectives.
Se da un lato le MILDEC hanno lobiettivo di far s che lavversario ponga in essere azioni o non-azioni che contribuiscano al raggiungimento della propria missione, dallaltro le PSYOPS sono misure atte
a influenzare il comportamento avversario
al fine di raggiungere i propri obiettivi. La
domanda sorge allora spontanea: c una
sostanziale differenza tra le due?
In prima battuta si potrebbe addurre che
la definizione di PSYOPS faccia esplicito
riferimento a una attivit psicologica,
cio riguardante il meccanismo dei fenomeni mentali, mentre laltra impieghi il
termine generico azioni per fuorviare
(10): ma il fuorviare o lingannare il prossimo, non unazione a livello percettivo
e quindi posta sul piano psicologico? La
risposta indubbiamente affermativa: basti pensare a Barton Whaley, che appunto
sosteneva deception is a matter of misperception, it is a psychological phenomenon (11).
Di dubbi analoghi a quelli sin qui esposti se ne potrebbero citare altri e in ogni
caso sarebbe difficile nonch pretenzioso
ritenere che un semplice lettore operativo, intendendosi con questo termine il
militare sul campo senza un background
culturale nel settore, sia in grado di darne
risposta. Ecco quindi che per condurre
unanalisi sul tema della deception e del
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suo significato occorre eseguire un excursus storico-letterario incentrato sullinganno, sulle sue applicazioni in campo militare e sulle eventuali dissertazioni teoreticofilosofiche a riguardo.

La deception tra pensiero filosofico


e applicazione storica
Il mondo occidentale dagli antichi
greci a oggi.
Lattivit di deception compare gi nellantica Grecia: basti pensare a Ulisse e al
cavallo di Troia. A tal proposito, sarebbe
opportuno chiedersi se esso fosse da considerarsi o meno una virt. Tale domanda,
lungi dallessere fine a s stessa, alla base di una considerazione di maggiore
spessore: se linganno fosse stato una virtus propria del condottiero, allora esso
avrebbe dovuto essere studiato e sviluppato a livello teorico nonch applicato in
quello pratico.
Tale asserzione, lontana dal voler suggerire una prospettiva costruttivistica
estrema secondo cui luomo la cultura di
cui portatore (12), vuole semplicemente
evidenziare che, anche in ottica definita
dallo stesso professor Bozzo cerchio-bottista (13), se linganno inteso come
qualit positiva allora esso sar di certo
studiato e messo in pratica; se al contrario
esso frutto di una condizione e necessit
contingente dovuta alla realt, allora potr
s essere applicato, ma non dar luogo di
certo a un approfondito studio teorico
dimpiego.
Purtroppo, anche in questo caso i pareri
sono molti e contrastanti. Da un lato c
chi, come il dottor Zotti, ritiene che ci sia
una certa ritrosia intellettuale sia dei Greci
(Achille era il prototipo delleroe, mentre
Ulisse, sebbene vinse grazie allinganno,
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Linganno (military deception), tra strategia e dottrina

non lo era), sia dei Latini (esso era contrario alla bona fides in senso giuridico, nonostante fosse praticato dai migliori generali come Cesare e Pompeo), sia dei cristiani, che lo condannano in quanto immorale e pertinente al dominio di Satana. Dallaltro c chi, come Thaddeus Holt, concorda con quanto riteneva fosse sostenuto
da Virgilio nellEneide, cio che it wont
matter to the enemy whether you beat him
by guile or by valor (14).
Volendo ricalcare le orme cerchio-bottiste del professor Bozzo, forse la verit
sta proprio nel mezzo. Nel contrapporsi alla virtus romana, che era lelemento fondante della battaglia (strategia diretta),
linganno era effettivamente unopzione
strategica a disposizione del condottiero: pertanto, sebbene la cultura influenzasse il modo occidentale di imporre la volont di un soggetto (citt-stato, regno, impero o Stato che dir si voglia) attraverso lo
scontro diretto, comunque la realt contingente retro-agiva su di esso, imponendo a
volte il dolus anzich la virtus.
Conferma di tale dualismo si pu altres notare nel Stratgmata di Frontino
(15): nellopera lautore sostiene che tutte
le azioni di un generale caratterizzate da
previdenza, vantaggio ottenuto, grandezza
danimo e fermezza siano proprie della
stratga, mentre quelle dovute alla sua
abilit e ingegnosit siano invece parte del
cosiddetto stratgma, vocabolo che non
aveva di certo unaccezione negativa, ma
che costituiva invece una opzione.
Questultimo termine, impiegato appositamente per non confondere il lettore,
da intendersi come strategia secondo la
definizione illustrata al paragrafo 2. Per
capire come si passi dalla stratga di Frontino alla strategia di Beaufre necessario
riflettere brevemente sul concetto di
guerra: essa stata per secoli il mezzo
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con cui si risolvevano le dispute internazionali (16), cio il modo con cui si imponeva la propria volont, ed proprio tale
considerazione che consente di capire levoluzione storica del concetto.
Per secoli lOccidente ha fatto coincidere lattuale concetto beaufriano di strategia con lantica nozione greco-latina.
proprio questa fusione semantica dei termini che ci fornisce unimportante chiave
di lettura per capire come si inserisse linganno nel pensiero di Clausewitz.
In linea con quanto sinora sostenuto,
Clausewitz riteneva che la strategia fosse
limpiego del combattimento agli scopi
della guerra (17); questo fatto, che porta
a considerare lopera dellautore germanico come focalizzata sullinferiore livello
strategico/operativo (18), probabilmente
dovuto al fatto che in Occidente il livello
strategico (nella sua pi alta accezione) e
quello strategico/operativo di fatto coincidevano. Solo con la scoperta di unopera
che non ha subto linflusso della cultura
occidentale, quale Larte della guerra di
Sun Tzu (19), si comincia a intravedere lo
scollamento concettuale tra strategia
beaufriana e frontiniana. In tal senso,
non si pu quindi approdare a conclusioni
diverse da quelle di Handel: la scelta clausewitziana in campo strategico, cio la vittoria nella battaglia decisiva, il fondamento della sua trattazione e ci non fa altro che abbassarne il livello (nel senso di
level of war) avvicinandolo maggiormente
alla tattica in senso stretto.
Quanto detto non pone quindi dubbi
sulle motivazioni che hanno portato Clausewitz a considerare lastuzia e linganno
solo come mezzi funzionali per ottenere la
sorpresa, la quale a sua volta era un fattore favorevole nella condotta della guerra.
Inoltre, non deve meravigliare nemmeno il
fatto che linganno fosse valutato di debo67

Linganno (military deception), tra strategia e dottrina

le effetto e che pertanto non dovesse costituire loggetto di una libera attivit emanante dal condottiero (20).
Contestualizzato linganno a livello teorico, ora opportuno esaminarne lapplicazione pratica. La storia mostra come esso sia stato spesso impiegato a vari livelli
e in diversi ambiti; se Lord Wellington lo
impiega con successo durante la guerra
dindipendenza spagnola (21), Napoleone
ne fa un impiego sui generis a livello prettamente tattico (22), mentre, in tempi pi
recenti, esso stato ampiamente adoperato
durante il secondo conflitto mondiale. A
tal proposito illuminanti sono le opere di
T. Holt, M. Howard, J. Latimer e M.
Lloyd, che sostanziano una realt quantomeno sorprendente: la Military Deception
stata molto pi impiegata nei fatti che
non studiata nella teoria.
Normale a questo punto chiedersi il
perch di tutto ci. Probabilmente la risposta ancora una volta da ricercare nel
binomio guerra-cultura prima menzionato, in particolar modo per quanto attiene
la retro-azione che la realt materiale ha
sulla cultura. Allorquando la realt dei
fatti ci impone di non poter sostenere uno
scontro, cio la battaglia decisiva clausewitziana, quale alternativa rimane a disposizione?
Senza dubbio il ricorso a metodi considerati non ortodossi e non propri dello
stratgs, come la deception. Inoltre, soprattutto nel caso in cui si riveli vincente,
essa sar esaltata ed elogiata, sostanziando
in tal modo la retro-azione della realt sulla cultura.

Il mondo orientale da Sun Tzu


alla Maskirovka
Agli antipodi di quanto visto finora per
il mondo occidentale, Sun Tzu ritiene
che mobilitare una nazione in vista di una
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guerra, impegnare un esercito in battaglia


e rischiare la distruzione di uno stato fossero attivit da intraprendere solo in casi di
estrema gravit (23); di conseguenza linganno assume unimportanza vitale, a tal
punto da arrivare a definire la guerra il
Tao dellinganno (24).
Senza soffermarsi sulle condizioni politico sociali che avevano indotto lo stratega
cinese a sostenere una tale teoria, di certo
si pu condividere la tesi che, nella vision
orientale della guerra, la Military Deception era una vera e propria alternativa allo
scontro diretto clausewitziano, e pertanto
una strategia a tutto tondo.
Successivamente anche Mao Tse-tung,
che considera indispensabile risvegliare
linteresse di tutti i membri del Partito allo
studio delle teorie militari e richiamare la
loro attenzione allo studio dei problemi
militari (25), mette in pratica gli insegnamenti di Sun Tzu, motivato probabilmente
dalle stesse ragioni di insostenibilit di
uno scontro diretto.
Il pensiero dello stratega cinese trova
infine la sua massima espressione nellUnione Sovietica. Lungi dal poter affrontare il tema in modo completo a causa della
mancanza di materiale autentico, occorre basarsi sui pochi elaborati (26) prodotti da studiosi occidentali. La sensazione trasmessa che la riflessione sovietica
sul tema dellinganno sia stata condotta in
modo molto pi approfondito che non in
Occidente. Il termine russo per deception
maskirovka ed essa applicata in campo strategico, operativo o tattico, sia in
ambiente militare, sia diplomatico, sia
economico.
Volendo analizzare casi concreti di applicazione della teoria dellinganno, ci si
trova di fronte allo stesso deficit informativo di cui sopra. Nonostante ci, lanalisi
dei testi a disposizione ha per evidenziaRivista Marittima-Ottobre 2010

Linganno (military deception), tra strategia e dottrina

to un suo effettivo impiego, soprattutto a


livello operativo/tattico, a partire dalla
Grande Guerra Patriottica (27).
Lunico punto su cui forse bene soffermare momentaneamente lattenzione
lapplicazione strategica della maskirovka.
Non solo non esistono esempi concreti di
applicazione, ma la definizione riportata
nel Soviet Military Encyclopedia fonte
di non poche perplessit: strategic maskirovka is implemented by a decision of the
Supreme High Command (VGK) for preserving the secrecy of preparation for strategic operations and campaigns, and for
disorienting dezorientatsiya the enemy
with respect to the real intentions of the
Soviet Armed Forces (28).
Parlando di strategic operations and
campaigns, sembrerebbe quasi che la maskirovka sia teorizzata come un inganno al
level of war strategico: questo per sostanzierebbe il fatto che anche i Sovietici fanno un uso clausewitziano della deception, cio come fosse un fattore funzionale
alla condotta della guerra e non come una
strategia tout court.
Impossibile sapere se la cultura militare sovietica abbia effettivamente assorbito
una visione occidentale o se semplicemente la definizione, che si ricorda stata tratta da una fonte Occidentale, non sia precisa e aderente alla realt. Forse la soluzione
si trova per in una terza opzione non scartabile a priori, cio nel fatto che anche nellambiente sovietico la riflessione culturale non stata cos profonda come avrebbe
dovuto essere.
A sostegno di questultima tesi si riporta, per esempio, la definizione generica e a
tratti fuorviante di Psychological Warfare
nella visione leninista: the method of imposing the will of one nation upon another
may in time be replaced by purely psychological warfare wherein weapons are not
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even used on the battlefield, but instead


the corruption of the human mind, the
dimming of the intellect and the disintegration of the moral and spiritual fibre of
one nation by the will of another are accomplished (29).
Supposto che fosse mai sorto un interrogativo a riguardo, non dato sapere se Lenin avesse chiaro la differenza tra MILDEC e PSYOPS, collocandosi cos sullo
stesso piano degli Occidentali.

La deception oggi

Per capire come si sia arrivati alla situa-

zione attuale, caratterizzata da un insufficiente sviluppo teorico dellinganno militare, occorre fare alcune considerazioni:
innanzitutto, la cultura militare occidentale ha risentito fortemente dellinflusso di autori quali Clausewitz e de Jomini,
precludendo cos per anni un approfondito
studio e confronto accademico;
in secondo luogo, la tradizione cristiana condanna linganno come immorale;
infine, nonostante gli eventi della seconda guerra mondiale siano stati testimoni di un ampio e via via perfezionato impiego della deception, le sentite problematiche di sicurezza (30) ne hanno ostacolato
il successivo sviluppo teorico.
Quanto sopra menzionato ha causato
linevitabile perdita di quel know-how che
avrebbe consentito la stesura di una dottrina specifica. Solo recentemente si tentato, negli Stati Uniti in special modo, di
ravvivare il pensiero e lo studio dellargomento, con risultati per limitati; infatti,
alla luce di quanto stato finora pubblicato, possiamo dire che sono pochissimi gli
autori (31) che si sono cimentati nel tentativo di elaborare una valida trattazione teorica dellinganno.
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Linganno (military deception), tra strategia e dottrina

Una tale carenza sul piano teoretico


non ha per trattenuto gli Stati Uniti dallemanare pubblicazioni dottrinali allargomento, con risultati di dubbia qualit.
Infatti, come ha correttamente notato
Holt (32), la pubblicazione inerente la
Military Deception (USJP 3-13.4) una
gobbledygook (33) della burocrazia di fine ventesimo secolo che si poggia pesantemente su una pretenziosa analisi teoretica del decennio precedente (34) e che
difficilmente pu essere utile dal punto di
vista pratico.
Data la dipendenza concettuale della
NATO, e quindi dellItalia, dagli Stati Uniti (35), il timore che simili pubblicazioni
trovino spazio anche nella nostra realt. Ci
si potrebbe allora chiedere quali conseguenze abbia un evento del genere: indubbiamente negative, considerato soprattutto
leterno bisogno del militare di avere, in
primo luogo, una dottrina chiara, univoca
e inequivocabile (36).
Per capire la situazione in cui ci si potrebbe trovare, basti pensare alle PSYOPS
di cui si gi accennato in precedenza: cosa mai vorrebbe dire to influence attitudes and behaviour? Ingannare o fare
propaganda? E soprattutto, qual il confine semantico tra i due termini?
Jon Latimer, per esempio, sostiene che
le PSYOPS must deal with the truth and
nothing but the truth - although not necessarily the whole truth, mentre la deception deals with lies (37); al contrario
Mark Lloyd propone come obiettivo delle
PSYOPS la continua ricerca di indebolire
il morale del nemico attraverso information which, to the enemy, is credible.
La definizione di un vocabolo o di una
espressione linguistica non deve essere
scritta al solo scopo di creare uniformit di
linguaggio, ma deve risultare da unattenta riflessione teorica che alla base del
70

successivo sviluppo pratico. Daltronde


quanto asserito quanto meno ovvio: anche lOperational Planning Process ci insegna che prima di stabilire una Course of
Action, occorre aver chiaro la missione,
cio il compito e lo scopo.
Nel caso della Military Deception e
quindi di uneventuale operazione MILDEC molto difficile, con il complesso
dottrinale attuale, stabilire inequivocabilmente il compito e lo scopo: non rimarrebbe allora che aver fiducia nelle qualit e
nellingegno dello stratgs a cui affidata tale operazione.
A conclusione di questo paragrafo, si
vuol sottolineare il fatto che le considerazioni sinora effettuate prendono vita alla
luce dei libri, testi e pubblicazioni consultabili; non si esclude pertanto che, insabbiate dal segreto di Stato, non ci siano
teorie e dottrine completamente sviluppate. Questultima possibilit trae spunto
dallesame di documentazione de-classificata del Dipartimento di Stato americano, in cui si accenna, per esempio, a una
Political Warfare che, quale logica applicazione in tempo di pace della dottrina
clausewitziana, consiste di operazioni che
variano from such overt actions as political alliances, economic measures (as
ERP), and white propaganda to such
covert operations as clandestine support
of friendly foreign elements, black
psychological warfare and even encouragement of underground resistance in hostile states (38).
La portata di tale definizione fa credere e sperare nelleffettiva esistenza di una
dottrina consolidata, sebbene luso dellaggettivo black davanti alla psychological warfare (in contrapposizione a white
di fronte a propaganda) solleva non pochi interrogativi su quale sia la dottrina
veramente esportata in ambito NATO.
Rivista Marittima-Ottobre 2010

Linganno (military deception), tra strategia e dottrina

Conclusioni

Una riflessione che voglia inquadrare

esattamente i limiti, le capacit e le potenzialit della deception militare per poi metabolizzarne completamente il concetto
deve essere capace di zoomare dal generale al particolare e viceversa. Volendo creare un parallelismo con la fotografia, occorre osservare la realt con unottica 10x.
Posta la questione in questi termini, si
pu innanzitutto notare che allorquando si
esamina una contrapposizione tra volont
politiche statuali, linganno indubbiamente unopzione disponibile e alternativa
allo scontro militare diretto; zoomando
leggermente, ci si trova poi davanti a due
contrapposte volont militari che, sulla base della pregressa scelta politica di intraprendere un conflitto, si trovano a condurre i rispettivi eserciti: anche in questo caso
linganno una eventualit che, facendo
fare al nemico unazione a lui controproducente, permette di concorrere alla vittoria. Zoomando nuovamente, si possono intravedere due condottieri che devono portare a termine positivamente una campagna per contribuire alla conclusione positiva della guerra: ancora una volta, la deception un efficace misura.
Questo metodo potrebbe essere portato
avanti fino ad arrivare allo scontro tra i

quark della societ, cio i singoli individui; in ogni caso, linganno rimarrebbe
unopzione valida, posto che lobiettivo
sia quello di imporre una volont. Pertanto, la Military deception da ritenersi una
strategia solo nel caso in cui si abbracci
la definizione di Beaufre; ogni altra definizione potrebbe essere quantomeno fuorviante, soprattutto se si tentasse di istituire
legami semantici inter-disciplinari.
Occorre poi evidenziare lincontrovertibile carenza di un complesso dottrinale
adeguato e la conseguente impellente necessit di porvi rimedio; citando Jon Latimer, in considerazione della comune tendenza psicologica a pensare in termini familiari e del fatto che le organizzazioni addestrate a particolari compiti cercheranno
di metterli in pratica, la military deception is likely to be used only if the doctrine, planning apparatus and means are
available, or at least appreciated (39).
Ultima ma non meno importante riflessione che la deception un powerful tool
for reducing the bloodshed inherent in war,
as well as having an enormous influence on
its outcome (40); pertanto, in un contesto
che ripudia il concetto di guerra e che vuole minimizzare le perdite, linganno militare deve essere una strategia adoperabile da
uno strumento militare in grado di sfruttarne appieno le potenzialit.
!

NOTE
(1) Vds. intervento dal titolo La legittimit della guerra nel sistema politico internazionale post-bipolare
tenuta il 30 ottobre 2008 dal dottor A. Colombo in occasione della XXII giornata di studio organizzata dallIstituto di Studi Militari Marittimi.
(2) A tal riguardo si ricorda che la Operational Art, cos come definita dalla AJP-01 (C), mira a obiettivi
strategico/operativi e non tattici.
(3) Beaufre A., Introduzione alla strategia, Bologna, Societ editrice il Mulino, 1966, p. 18.
(4) Op. cit., p. 19.
(5) Anti Sommergibile.
(6) AAP-6, NATO glossary of terms and definitions, gennaio 2006.
(7) Op. cit., p. 2-D-7.

Rivista Marittima-Ottobre 2010

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Linganno (military deception), tra strategia e dottrina

(8) Stratagemma.
(9) Op. cit., p. 2-D-2.
(10) Si impiegato volutamente il verbo fuorviare come traduzione di to mislead in quanto si ritiene,
per evitare confusioni lessicali, che il verbo ingannare debba essere la traduzione di to deceive.
(11) Whaley Barton, Toward a general theory of deception, in The journal of strategic studies, 1982, Volume 5, Numero 1, p. 180.
(12) Vds. conferenza dal titolo Il sistema internazionale e il nuovo concetto di guerra in occidente tenuta dal professor Bozzo il 24 settembre 2008 presso lIstituto di Studi Militari Marittimi.
(13) Nella conferenza citata in precedenza, la tesi sostenuta dal professor Bozzo che le condizioni materiali condizionano lo sviluppo dei singoli, lo sviluppo delle culture, ecc., ma la cultura retro-agisce sulla
realt e ti spinge ad agire in una certa maniera.
(14) Traduzione della frase Dolus an virtus, quis in hoste requirat?; vds. Holt Thaddeus, The deceivers Allied military deception in the second world war, London, Weidenfeld & Nicolson, 2004, p. xi.
(15) Frontin, Les stratagmes, Paris, Economica edizioni, 1999.
(16) Non a caso la Costituzione, allart. 11, ribadisce che lItalia ripudia la guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali: evidentemente in precedenza questo principio non era cos ovvio.
(17) Clausewitz Carl Von, Della Guerra, Bari, in Rivista Militare, 1989, p. 159.
(18) Handel I. Michael, I maestri della guerra - Sun Tzu, Clausewitz e Jomini, Roma, Edizioni Forum di
Relazioni Internazionali, 2000, p. 48.
(19) Senza voler entrare nel merito della querelle sul corretto spelling (Sun Tzu vs Sun Tzi o Sunzi),
si deciso di adottare la trascrizione pi comunemente impiegata.
(20) Op. cit., p. 195.
(21) Davies Huw, Wellingtons use of deception tactics in the peninsular War, in The journal of strategic
studies, 2006, Volume 29, Numero 4, pp. 723-750.
(22) Vds. la parte inerente la manoeuvre sur les derrires in Chandler David G., Le campagne di Napoleone, Milano, Rizzoli editore, 1968, pp. 231-247.
(23) Sun Tzu e Sun Pin, Larte della guerra - I metodi militari, Vicenza, Neri Pozza editore, 2002, p. 60.
(24) Op. cit., p. 96.
(25) Mao Tse-tung, Scritti filosofici, politici, militari, Milano, Feltrinelli editore, 1968, p. 291.
(26) Dailey D. B. e Parker J. P., Soviet strategic deception, Lexington, Lexington Books, 1987.
(27) Espressione sovietica per nominare la seconda guerra mondiale.
(28) Dailey D. B. e Parker J. P., Soviet strategic deception, Lexington, Lexington Books, 1987, p. 43.
(29) Latimer Jon, Deception in war, London, John Murray, 2001, p. 138.
(30) stata (e forse lo ancora) opinione diffusa che occorresse mantenere la massima segretezza in merito a tutto ci che aveva a che fare con la deception; basti pensare, per esempio, al lungo silenzio britannico sullesistenza di Bletchley Park.
(31) Tra questi si vuole ricordare Barton Whaley, Donald C. Daniel insieme a Katherine L. Herbig, Thaddeus Holt e infine il dott. Matteo Rampin.
(32) Holt Thaddeus, The deceivers - Allied military deception in the second world war, London, Weidenfeld & Nicolson, 2004, p. 805.
(33) Il termine anglosassone sta a indicare un linguaggio pomposo e burocratico.
(34) Si ritiene che Holt faccia riferimento allopera di D.C. Daniel e K. L. Herbig, in quanto in riferimento alla pubblicazione in esame.
(35) Il CA (ris) Ramoino, durante la conferenza dal titolo Strategia marittima dal Mahan al Sea Power 21
(ISMM - 02.10.2008), ha definito la dottrina NATO come la copia carbone di quella statunitense.
(36) La dottrina deve s lasciar spazio alliniziativa, ma non pu contenere principi di dubbio significato.
(37) Op.cit., p. 79.
(38) Vds. National Archives and Records Administration, RG 273, Records of the National Security Council, NSC 10/2, Washington, May 4, 1948 (www.state.gov/www/about_state/history/intel/260_269.html).
(39) Op. cit., p. 306.
(40) Ibidem, p. 311.
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Rivista Marittima-Ottobre 2010

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