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SOCIOLOGIA, PEDAGOGIA
E PSICOLOGIA APPLICATA
(FISSPA)
AZIONE
DEL PROGETTO:
Le passeggiate interculturali sono state sono state realizzate grazie alla partecipazione di:
Franca Bimbi - Professore Ordinario di Sociologia Dipartimento FISSPA Universit degli
Studi di Padova
Anna Doneg - associazione Vite in Viaggio
Carmen Gurinov - accompagnatrice turistica
Luca Lideo - associazione Vite in Viaggio
Francesca Panizzolo - esperta di turismo sostenibile
Pamela Pasian - ricercatrice di Sociologia Dipartimento FISSPA Universit degli Studi di
Padova
Per informazioni sul progetto:
www.infinitoviaggiare.it
www.festivaldellalentezza.it - info@festivaldellalentezza.it
Finito di stampare a gennaio 2017.
I diritti appartengono agli autori.
Premessa
delle passeggiate interculturali nelle quali fossero i cittadini immigrati a far conoscere la nostra citt a noi stessi attraverso uno sguardo straniero.
Lidea era quella di ribaltare la logica, rovesciare la prospettiva, offrire a noi
padovani di nascita la possibilit di vedere cose nuove anche in quei luoghi che
nuovi non erano.
Abbiamo imparato a interpretare gesti e rituali, abbiamo imparato che se ci
si pone con latteggiamento di voler incontrare qualcosa o qualcuno non vi
nessuna possibilit di arrivare ad una contrapposizione.
Ovviamente stata altrettanto stimolante la fase di costruzione del percorso,
stato illuminante comprendere che quello che noi chiamiamo centro cittadino non esiste, ma al contrario esistono dei centri cittadini ovvero dei luoghi
di relazione e questi luoghi dipendono dalle persone, non tanto dallurbanista
che ha pensato lo spazio. O, meglio, uno spazio non abitato rimane un luogo,
uno spazio vissuto diviene un centro.
Alla fine del percorso ci siamo accorti di aver disegnato una nuova mappa della citt, diversa da quella che noi avevamo in mente, nuova, n migliore n
peggiore, semplicemente ignota. Il che ci ha dato modo, probabilmente per la
prima volta, di viaggiare nella nostra citt; in quella citt che credevamo non
potesse contenere segreti.
Questa penso sia lessenza stessa del cosiddetto turismo responsabile, o
sostenibile che dir si voglia, credo significhi immaginare il confine non tanto
come il luogo che fa finire qualcosa, ma come il luogo che fa iniziare qualcosa
daltro. Il confine non lo immagino come un limite negativo, ma come quellelemento essenziale che mi consente dinteragire con ci che diverso da me e
che, anche solo per il fatto di essere diverso da me, pu offrirmi unoccasione
di crescita.
In altri termini viaggiare responsabilmente una modalit che nasce da noi,
che decidiamo di assecondare nel momento stesso in cui ci mettiamo in gioco.
In maniera un po irriverente e sarcastica mi viene da dire che il turismo responsabile altra cosa da quello che ci viene offerto dai biglietti Trenitalia che
ci quantificano quanta CO2 abbiamo risparmiato viaggiando con loro!
In conclusione questa, nella sua semplicit, stata lesperienza dellAssociazione Vite in Viaggio, quellesperienza messa in atto mediante la realizzazione del
Festival della Lentezza ed, allo stesso, attraverso tutte quelle attivit, a partire
proprio dalle passeggiate interculturali, che abbiamo cercato di realizzare in
questi anni.
Non abbiamo fatto grandi cose, forse abbiamo solo seguito una passione di
certo abbiamo scoperto cose nuove e, il che non guasta, ci siamo divertiti molto!
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Introduzione
Il Progetto
3 Aspetti legati alla postura del corpo, al tono di voce e alle condizioni ambientali.
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1^ passeggiata interculturale
Partenza: Piazzale della Stazione di Padova
V
1^ tappa: Milki Tea, Corso del Popolo
V
2^ tappa: Ristorante Soho, Via Niccol Tommaseo
V
3^ tappa: Piazza Gasparotto
V
4^ tappa: Fast Food Ali Bab e i 40 panini, Via Morgagni
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5 Articolo Il Mattino di Padova, 29 aprile 2013; articolo Il Gazzettino di Padova, 19 settembre 2014.
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Le ricette
Il secondo laboratorio in aula avvenuto venerd 27 maggio e si aperto con
la condivisione dellesperienza della Passeggiata. Ci si confrontati su aspetti
positivi e criticit al fine di perfezionare lorganizzazione in previsione delluscita
successiva. Prima di addentrarci nella costruzione del secondo itinerario il
gruppo ha sviluppato una riflessione partendo da alcune ricette culinarie. Era
stato chiesto a tutte le corsiste di portare e condividere una ricetta, appartenente
alla cultura dorigine, che fosse significativa nella loro biografia.
Lanalisi della ricetta unoperazione che ha suscitato lattenzione di una
disciplina come la semiotica (Segalla, 2013), Greimas per primo, analizzando
la zuppa al pesto (Greimas 1979), ha rilevato le potenzialit di un approccio
semiotico a questo genere testuale. Il suo saggio ha evidenziato come lintero
progetto di preparazione della zuppa possa essere scisso in un programma
narrativo principale e in altri programmi narrativi duso a esso correlati.
Ciascun programma rappresenta un processo di de-naturalizzazione degli
elementi implicati nella preparazione: attraverso diverse operazioni, gli
elementi manipolati vengono condotti dallo stato crudo a quello di non-cotto
ed eventualmente a quello cotto. Lo svolgersi del programma operativo nel suo
complesso porta il destinante a creare un oggetto di valore, identificabile con
il piatto che verr servito (congiunto) ai destinatari della preparazione (Segalla
2013).
Lobiettivo che come organizzatrici ci si era date allinterno del laboratorio era
lontano dal procedere con unanalisi semiotica delle ricette, si ambiva piuttosto
a cogliere in quale modo i significati attribuiti a ciascuna tradizione culinaria
fossero incorporati nelle pratiche identitarie quotidiane.
La prima ricetta stata presentata da Francesca P., per conto di Leyla, che non
poteva essere presente allincontro, seguono quella di Marcela, Francesca,
Sonya, Meriem e Carmen.
Ricetta di Leyla - Kebbeh
Presento questa ricetta perch era una delle pi presenti a casa, a grande
richiesta di tutti i cugini, finch la mia nonna libanese era viva. Volevo
scegliere un piatto che, oltre ad essere secondo me buonissimo e a ricordarmi
linfanzia e tutte le mie vacanze in Libano, mi faceva piacere raccontare agli
italiani. Anche per sfatare due miti: che non si chiama bulghur ma burghul il
grano che usiamo, e che non serve solo per preparare insalate. E anche per
laffiancamento allo yogurt. Oggi col kebab danno salse yogurt di vario tipo:
noi in Libano usiamo direttamente questo yogurt, acidulo e non zuccherato, per
accompagnare tantissimi piatti. Normale o nella versione con menta e aglio,
simile allo tzatziki greco.
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Ingredienti:
- macinato di bovino (o in alternativa: zucca, patate, pesce, legumi... Spazio alla
fantasia, esistono tantissime varianti)
- burghul
- cipolla
- pinoli
- pepe dolce libanese bharr (e/o, se disponibile, mix appositokebbeh
spice)
- yogurt bianco non zuccherato (non denso come il greco)
- olio o burro (in Libano usano un altro grasso animale che qui non ho mai
visto).
Preparazione:
Lasciare una piccola parte del macinato da parte, mescolare la restante con il
burghul, dopo averlo lasciato in ammollo nellacqua per farlo crescere. In una
padella rosolare la cipolla, i pinoli -senza farli bruciare!-, le spezie e il macinato.
Unire sale e pepe libanese nel primo impasto. Da qui, si pu procedere in due
maniere:
1) Disporre uno strato alto circa 1cm di burghul con carne, poi stendere il
contenuto della padella e coprire con la parte restante di burghul con carne,
decorare a piacere con i denti di una forchetta per favorire una cottura uniforme.
Inserire in forno fino alla doratura. In questo caso, avremo un kebbeh besainiyeh, ovvero un kebbeh al piatto
2) Prendere una piccola quantit di impasto e formare come una pallina nella
mano, lasciando un pertugio aperto. Mettere dentro una cucchiaiata del
macinato speziato con cipolla e pinoli e poi stringere con le dita per chiudere
il kebbeh: non si deve ottenere una sfera, bens una sorta di polpetta ovale
e cilindrica, allungata alle estremit. Questa seconda tipologia di kebbeh
generalmente fritta.
In entrambi i casi, lo yogurt bianco -labneh- fa da accompagnamento. Si
pu anche optare per uninsalata -fattouch o tabbouleh quelle pi note- e
dellhommos.
Ricetta di Marcela - Riso con latte
Questa ricetta semplicissima .. pi un dessert sinceramente non so
fare quasi nessun piatto rumeno, purtroppo, pur essendo nata in Romania
hanno sempre cucinato mia mamma o mia nonna...so preparare pi cibi
italiani che rumeni ... e io cucino per loro i piatti italiani e loro preparano i
piatti rumeni. Questa ricetta rievoca la mia infanzia, io da piccola aggiungevo
il cacao, oppure ora si aggiunge la cannella...quando ero piccola non si usava
acquistare dolci ... anzi da quando sono arrivata in Italia che ho cominciato a
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banano)
pentola per cuocere gli alimenti a vapore
Preparazione:
Mescolare con un litro dacqua tiepida la semola di grano duro, la maizena, le 2
bustine di lievito ,il sale e lo zucchero fino ad ottenere una poltiglia omogenea
che non sia troppo liquida ma neanche troppo densa .
Ottenuto questo impasto coprire il contenitore se possibile ermeticamente e
lasciare che lieviti. Se fa gi caldo e ci sono pi di 25c lasciare riposare per 1 h,
in caso la temperatura sia inferiore lasciare riposare circa 4h.
Immergere i quadratini di pellicola trasparente in una soluzione di acqua e olio
e rivestire allinterno gli stampi di alluminio in modo tale che durante la cottura
il composto liquido non si attacca.
Iniziare a far bollire lacqua nella pentola e nel frattempo versare con un mestolo
la poltiglia negli stampi e poi disporre sulla parte superiore della pentola e
coprire per circa 20 minuti in modo che il vapore permetta la cottura.
Se si sono solidificati e quindi sono cotti sono pronti per essere tolti dallo
stampo. Possono essere serviti sia caldi che freddi e accompagnati da diverse
salse a base di pesce, carne ecc. e a chi piace anche un pizzico di piccante.
Ricetta di Meriem - Cous Cous
Io vi parler di quello che voi chiamate cous cous, perch a casa mia si chiama
Thaam ... fin da piccola la preparazione sembrava una cosa estremamente
difficile che richiedeva molto tempo e molta fatica...ma sin da piccola ho
insistito e mi sono fatta insegnare da mia mamma. Mia nonna lo preparava in
casa il cous cous, proprio la pastina... e creava questi piccoli chicchi, io invece lo
compro direttamente pronto al supermercato
Ingredienti per 10 persone:
Per il cous cous:
- 1 kg (grandezza dei chicchi media)
- burro e olio
- sale e acqua q.b.
Per lo stufato:
- 2 cipolle grandi
- olio 4 cucchiai grandi
- 1000g di carne dagnello
- 600g di passata di pomodoro
- sale ( 1 cucchiaio grande, poi aggiungere in base ai gusti)
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la maionese.
Usiamo posate in legno o plastica e ciotole non in ferro perch il ferro le fa
annerire.
Ciascuna ricetta attinge ad una memoria, sovente legata allinfanzia delle
partecipanti. La preparazione dei piatti presentati appare come un ricordo, non
come una rituale quotidiano, che invece risulta essere caratterizzato da una
supremazia di piatti tipici italiani.
Le preparazioni della cultura dorigine necessitano di evoluzione, adattamento,
innovazione per essere riprodotte in Italia e raccontano di un processo di
mtissage creativo, che da un lato ribadisce lappartenenza ad un determinato
gruppo culturale, dallaltro lato apre a possibilit di ibridazione. In modo simile,
come rileva Gabaccia (1997), negli Stati Uniti la diffusione di unindustria
nazionale di cibi in scatola non ha richiesto la negazione di ogni riferimento
etnico, bens ha sollecitato le differenti tradizioni culinarie a re-inventarsi per
costituire una nuova fetta di mercato.
Terminata la condivisione delle ricette il laboratorio seguito con unattivit di
brainstorming e con la definizione del secondo itinerario.
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2^ passeggiata interculturale
Partenza: Piazza dei Signori
V
1^ tappa: Ristorante Shanghai, Via Marsala
V
2^ tappa: Kebab Alif, Piazza delle Erbe
V
3^ tappa: Letture presso Centro Culturale San Gaetano
V
4^ tappa: Cevapciceria Koliba, Via Belzoni
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Ricordi congelati
Racconto di Leyla Khalil vincitore del Premio Speciale Slow Food 2015
Traslata dallarabo allitaliano, catapultata telefonicamente da un continente
allaltro, che sapore ha la morte?
Tornavo da una serata fra amici in zona Ostiense la notte che, a Zouk Mkayel,
mor Tta. La notizia arriv lindomani via cellulare, Libano-Italia in un secondo:
ricordo la spossatezza di quelle ore, il silenzio sospeso, lestraneit surreale,
ma non ricordo dolore. Non subito. Ricordo quelle quattro lettere impresse
in pancia come se si trattasse di un nome proprio, senza necessit di tradurle:
Tta.
Tta, sei andata via e il freezer conserva ancora memoria dei cibi che hai
cucinato ed impacchettato per me. Sapevo che sarebbe accaduto, forse ero
io a volerlo, ci ho sempre trovato un che di poetico: adesso ho tanti piccoli
kebbeh stipati nel ghiaccio, li trovo esageratamente evocativi e so bene che li
manger con un groppo alla gola e che, celebrando la mia commemorazione
laica, penser fate questo in memoria di me. Ripercorrer le volte che non mi
mandavi via senza una borsa piena di khiara, khobez, kebbeh e, se riuscivi,
addirittura qualche mehshi cousa. Ora il freezer una teca sacra, ostensorio
profano di ricordi congelati.
Ricordo congelato la foto scattata col cellulare di te che prepari il tabbouleh
sfidando gli anni e le intemperie, coi capelli di fronte agli occhi e lo sguardo
basso e concentrato mentre smisti le foglie di prezzemolo e poi tagli fette
finissime di cipolla e pomodori e intanto canticchi le tue filastrocche.
Ricordo congelato il primo cenno di anzianit. Ero piccola quando Tta caduta
nel corridoio e ha perso i sensi. Guardavo la tiv e non me ne sono accorta fino
a che la gola non mi ha portato verso la cucina per chiedere un arous jibneh. Il
corpo fermo a terra che ho trovato a met strada, con un rivolo di sangue che
sgorgava dal labbro, non mi sembrava reale: forte dei miei undici anni, avevo la
certezza che Tta non potesse cadere cos. Invece, da quel momento, cominci
a farlo: cadere o scomparire per qualche ora o giorno, per tornare poi un bel
mattino a casa, a sorpresa. Ho memorie sfocate della volta in cui pap la salv
dallarresto cardiaco notturno davanti alla tiv: guardavano i giochi a premi
insieme e per un lasso di tempo indefinito nessuno si accorse che Tta non
rideva pi e che il suo non era il solito afflosciarsi in uno stanco riposo serale.
Pap, quando cap che il cuore di Tta aveva smesso di funzionare, corse a
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farle il massaggio cardiaco, poi arriv lambulanza, la port via e, non appena
pap appur che Tta si fosse davvero ripresa, le lanci sette otto accidenti in
dialetto libanese. Io quella notte dormivo da ore nella mia stanzetta; credo di
aver dormito per giorni o di aver vissuto in una sorta di infantile torpore: al mio
risveglio, Tta era sempre l, punto fisso della mia quotidianit a Zouk.
Ricordo congelato la frase rituale, ripetuta ogni sera: Quest-ce que Vous
voulez manger demain? Me lha sempre chiesto cos, Tta. A me sembrava di
stare un hotel di lusso e lo zio di Boston la prendeva in giro per quella sua
ostinazione a dare del voi anche ai familiari. Tta sorrideva con aria furbetta e
raccontava per lennesima volta di quel francese scolastico imparato fra lezioni
di economia domestica e di pittura, in ambienti gerarchici in cui non esisteva
che si potesse dare del tu a qualcuno. Per Tta la confidenza in francese non
aveva un corrispondente linguistico e per me sentirla darmi del voi sempre
stato come prendere parte ad un banchetto fra ambasciatori. Io, ambasciatrice
dItalia, in visita a lei, rappresentante del Libano. Lautorevolezza e leleganza
dellalto ceto sicuramente lha sempre avuta Tta, pi di me. Bastava un gesto
e Hala capiva cosa avrebbe dovuto cucinare lindomani, sapeva senza bisogno
di dirlo che non bisognava comprare i lahmi bajin senza fornire al fornaio
limpasto di carne che lei stessa preparava, perch era lunico di cui si fidasse.
Andare in Libano era quindi per dei versi come gettarsi a capofitto nel set di uno
di quei film talmente ben riusciti che sembrano realt, tanta la naturalezza:
io non mi accorgevo di niente, ventenne distratta, ma lei coordinava ogni
minuscolo evento che prendeva vita fra le mura domestiche. Sapevo che al
mio arrivo avrei puntualmente trovato lo shmandour e che a nulla sarebbe
servito offendere lorgoglio di Tta dicendo che con gli anni qualcosa nel
mio gusto era cambiato e che lo shmandour non mi piaceva pi: sapevo che
la cucchiaiata di shmandour, almeno per fare il gesto, dovevo ingoiarla con
estremo riconoscimento. Perch il primo latte della vacca incinta, ingrediente
principale, merce rara e Tta diffondeva ai paesi vicini la notizia del mio arrivo
gi settimane prima, affinch il primissimo latte della vacca partoriente finisse
fra le sue mani e potesse avviare i processi di preparazione di quella primizia
dolce. Tanto pi lo shmandour smetteva di piacermi, quanto pi aumentava la
gratitudine per il gesto fedele di Tta nei confronti di me, figliola prodiga.
A volte mi bastato fissare un piatto con gola per trovare Hala affianco a
porgermelo: subito era chiaro che il mio sguardo fosse stato intercettato da
Tta; un po mi sentivo oppressa o presa in giro, poi mi dicevo che in una
famiglia di maghi le cose non potevano che andare cos. Una famiglia di maghi:
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cos amava descriverla nonno, prima di morire. Il prozio mago era il capostipite,
poi, con lavanzare delle generazioni, quella magia si ridimensionata e si
fatta semplice filosofia. Ma chiss che poi non sia un po la stessa cosa.
Ricordo congelato lo sguardo triste di Tta mentre guarda la tiv e le si spezza
il cuore di fronte alla morte di palestinesi ed israeliani ya kharam, diceva di
entrambi. Io penso a quanto quello stesso conflitto stato strumentalizzato
nellaltra parte del mondo, la mia, riducendosi a rigido gioco di fazioni a distanza
di sicurezza.
Ricordo congelato Tta che, mentre vado in piscina, mi ferma per darmi un
bacio sulla guancia e dirmi serissima Attention de tomber dans leau. Ogni
volta, fino allultimo, ho sospettato che let le giocasse un brutto scherzo
o la facesse allarmare per pericoli inesistenti, ma ogni volta era invece lei a
prendersi gioco di me con ironia sottile. Questa frase, questo francese sbagliato
e maccheronico, era la frase di complicit ridanciana con cui due generazioni si
danno la staffetta -quasi un gioco di ruoli- e a quella pi antica non resta altro
che dare raccomandazioni assurde alla pi giovane, pur con piena coscienza
della loro assurdit.
Ora le foto di Tta invadono il web: i suoi figli e nipoti sparsi per il mondo si
fanno compagnia come possono, si consolano vicendevolmente, cercano di
mantenere vivo il suo ricordo, anche se buona parte ha dimenticato la lingua
madre o la utilizza soltanto sporadicamente. Siamo schegge scagliate nei
cinque continenti e Facebook la nostra disillusa preghierina serale, adesso
che nessuno pi accosta la porta della camera come faceva Tta mentre, con
aria bambina, si inginocchiava sul suo letto per fare il segno della croce. Il social
network una chiesa virtuale con le sedie vuote ed lecito domandarsi in
fondo cosa arriva, cosa passa da un cuore allaltro, da una pancia allaltra e
da un computer allaltro, salendo oltre i pensieri tradotti in tutte le lingue del
mondo, cosa sempre arrivato negli scambi comunicativi fra tutti noi, la Big
Khalil Family, noi che traduciamo goffamente dallinglese al francese allitaliano
allarabo i nostri pensieri e le nostre emozioni, noi che cerchiamo significanti
molteplici per indicare un unico significato e non sappiamo mai quali sfumature
si perdono in questo travaso continuo di informazioni.
Ricordi congelati.
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MATERIALI PRODOTTI
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AZIONE
DEL PROGETTO:
DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA
SOCIOLOGIA, PEDAGOGIA
E PSICOLOGIA APPLICATA
(FISSPA)
PREMESSA
Le passeggiate interculturali sono una delle azioni previste dal progetto Linnito Viaggiare storie, letture
e racconti della societ del migrare sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
nellambito del Bando Culturalmente 2015.
Il progetto proposto dallAssociazione LIES, in collaborazione con lassociazione Vite in Viaggio e il Dipartimento FISPPA dellUniversit di Padova (prof.ssa Franca Bimbi).
Attraverso questa azione si intende approfondire e valorizzare la conoscenza di luoghi condivisi e vissuti da
cittadini di diverse provenienze, inserendoli in percorsi di turismo culturale e responsabile; verranno pertanto
coinvolti giovani migranti per scoprire nuovi percorsi cittadini secondo il loro punto di vista. Una volta deniti
gli itinerari, saranno proposte delle passeggiate aperte a tutti coloro che desiderano scoprire con le parole e
la voce dei migranti luoghi e aspetti della citt di Padova che spesso anche i residenti non conoscono.
In tale occasione verranno prodotti alcuni opuscoli con la traccia degli itinerari e dei punti principali di interesse per mettere a disposizione di tutti i percorsi cos ri-scoperti.
Gli accompagnatori saranno accompagnatori interculturali, preparati per gestire itinerari di tipo didatticoformativo sul tema dellintercultura e, in tale esperienza, verranno afancati da volontari e operatori delle
associazioni partner.
Questa azione ha lobiettivo di far emergere come la citt sia plasmata dallosservatore a seconda del proprio bagaglio umano e culturale. Una citt, tante citt, molte occasioni dincontro e di scambio!
IL TEMA DELLE PASSEGGIATE INTERCULTURALI
ll cibo un oggetto denso di signicati, non solo perch legato alla sopravvivenza umana, ma soprattutto
per le sue valenze sociali, quali il riconoscimento reciproco, lauto-identicazione etnica, la regolazione dei
rapporti di potere e la codicazione di regole, usi e abitudini.
Nel contesto migratorio le appartenenze legate allalimentazione costituiscono notevole rilevanza: il cibo
ingloba ed esprime il legame materiale e simbolico con i Paesi di provenienza e al contempo costituisce un
terreno di confronto con la realt ospite.
Attraverso il cibo e i pasti rituali consumati tra connazionali si rinforza la coesione e si ribadisce la propria
appartenenza. Oltre al cibo anche il modo di mangiare pu svolgere (con le mani, attorno a un unico piatto,
con i bastoncini) la stessa funzione.
Cibo e bevande tipiche agiscono come un marcatore di identit, un fattore di identicazione interna a un
gruppo. Il cibo rappresenta anche un veicolo di interazione con la societ ospite: attraverso il suo consumo
e la sua socializzazione si attivano la comunicazione e lo scambio socioculturale, un modo di parlare di s
agli altri.
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ORGANIZZAZIONE E CALENDARIO
Il percorso consiste di DUE INCONTRI IN AULA e DUE PASSEGGIATE INTERCULTURALI, per un numero complessivo di 12 ore.
Nel corso dei due incontri di programmazione i partecipanti, coordinati da un/a ricercatore/trice dellUniversit di Padova e da una accompagnatrice turistica, saranno aiutati a focalizzare il tema delle passeggiate,
individuarne i percorsi, le tappe ed i contenuti.
Nel periodo di tempo che intercorre tra lincontro in aula e luscita i partecipanti avranno il compito di contattare i referenti delle comunit straniere coinvolte, al ne di coinvolgere il maggior numero di persone
possibili.
Il primo incontro in aula, utile a preparare la prima passeggiata interculturale si svolger venerd 6 maggio
2016 dalle 15 alle 18 nella sala del CSV di Padova, in via Gradenigo 10.
La prima passeggiata interculturale si svolger sabato 21 maggio dalle 15 alle 18 con partenza da stabilire.
Il secondo incontro in aula, utile a preparare la seconda ed ultima passeggiata interculturale si svolger venerd
27 maggio 2016 dalle 15 alle 18 nella sala del CSV di Padova, in via Gradenigo 10.
La seconda passeggiata interculturale si terr sabato 18 giugno dalle 15 alle 18 con partenza da stabilire.
Il resoconto del percorso e la presentazione delle due passeggiate realizzate verr inserito nel seminario di
chiusura del progetto previsto ad ottobre.
PARTECIPAZIONE E ISCRIZIONI
Laccesso allintero percorso di 4 appuntamenti su iscrizione (max 10 persone) ed destinato a ragazzi dai
18 ai 35 anni gli di immigrati, nati in Italia o allestero.
I partecipanti riceveranno un attestato di partecipazione in base alla presenza certicata, un buono acquisto di 50 euro da spendere in una delle librerie partner del progetto Linnito viaggiare
(Pangea, Zabarella, Pel di Carota, Libreria delle donne) e linserimento del propio nome nella pubblicazione
con gli itenerari che verr realizzata entro lautunno 2016.
possibile iscriversi entro il 3 maggio 2016 compilando il modulo discrizione, disponibile nel sito
www.festivaldellalentezza.it e nel sito www.innitoviaggiare.it e che pu essere:
- inviato via mail allindirizzo info@festivaldellalentezza.it
- consegnato a mano previ accordi telefonici al n. 3408169730
Le precedenze di genere verranno valutate in relazione alla legislazione di parit.
Per informazioni possibile scrivere allindirizzo info@festivaldellalentezza.it o tel. 3408169730
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