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Seneca
nasce
a
Cordova
nel
5
d.C
da
una
buona
famiglia
del
ceto
equestre
spagnolo.
Studi
a
Roma:
suoi
maestri
furono
Attalo
e
Sozione,
i
cui
insegnamenti
erano
improntati
ad
un
rigido
rigorismo
morale.
Dopo
un
viaggio
in
Egitto,
Seneca
inizi
a
Roma
la
sua
carriera
politica
e
gli
studi
di
retorica:
la
sua
abilit
oratoria
e
la
sua
elevata
condizione
sociale
gli
consentirono
di
integrarsi
nella
vita
della
corte
imperiale.
Ma,
la
crisi
dei
rapporti
tra
imperatore
e
senato
prima
sotto
Caligola
e
poi
sotto
Claudio
ebbero
ripercussioni
anche
sul
destino
di
Seneca:
Caligola,
infatti,
lo
condann
a
morte
perch
pare
fosse
invidioso
dei
suoi
successi
retorici;
Claudio,
invece,
lo
releg
in
esilio
in
Corsica,
accusandolo
di
adulterio
con
una
principessa
della
casa
imperiale.Lesilio
dur
otto
anni,
dal
41
al
49d.C;
durante
questo
periodo,
Seneca
scrisse
due
consolationes,
quella
Ad
Helviam
matrem
per
consolarla
del
triste
momento,
e
quella
Ad
Polybium,
il
potente
liberto
di
Claudio,
per
consolarlo
della
perdita
del
fratello,
ma,
in
realt,
con
lintento
di
avere
un
intercessione
da
parte
sua
presso
limperatore,
per
la
revoca
dellesilio.
Questa
arriv,
ma
per
lintervento
di
Agrippina
(
seconda
moglie
di
Claudio
e
madre
di
Nerone),
che
volle
Seneca
come
consigliere
e
maestro
da
affiancare
al
figlio.
Alla
morte
di
Claudio,
Nerone
divent
imperatore
sotto
la
guida
di
due
capaci
consiglieri,
Seneca,
appunto,
e
Afranio
Burro,
il
prefetto
del
pretorio.
In
veste
di
precettore
di
Nerone,
Seneca
cerc
di
indirizzare
il
giovane
imperatore
verso
un
governo
saggio
e
oculato,
ma
il
suo
progetto
fall,
poich
ben
presto
Nerone
si
sottrasse
allinfluenza
del
filosofo,
attratto
sempre
pi
dalla
via
del
dispotismo
regale
di
stampo
orientale.
Gli
anni
dal
55
al
59
videro
la
corte
imperiale
teatro
di
trame
politiche
e
di
uccisioni:
tra
le
vittime
illustri
la
stessa
Agrippina
e
Britannico,
il
fratellastro
dellimperatore.
Nel
62,
il
filosofo,
chiese
di
ritirarsi
a
vita
privata:
da
allora
si
dedic
agli
studi,
componendo
un
trattato
filosofico-scientifico,
le
Naturales
Quaestiones
e
le
Epistulae
ad
Lucilium.
Pochi
anni
dopo,
coinvolto
nella
congiura
dei
Pisoni
(65),
fu
costretto
dal
principe
a
suicidarsi:
il
drammatico
racconto
della
sua
morte
si
trova
negli
Annales
di
Tacito.
Pensiero
Lazione
e
lopera
di
Seneca
segnavano,
s
il
risorgere
dellantica
utopia
che
laristocrazia
potesse
indirizzare
verso
esiti
positivi
la
forza
dei
politici
e
degli
autocrati,
comera
stato
allepoca
degli
Scipioni
(II
sec
a.C.);
ma
Seneca
voleva
anche
offrire
unindicazione
a
tutti
coloro
che
si
dedicavano
alla
vita
pubblica.
Il
suo,
era
un
invito
a
considerare
tale
attivit
non
come
un
elemento
preminente
e
assoluto,
ma
a
sentirla
come
un
impegno
a
tempo,
da
vivere
con
filosofia,
cio
con
profondo
senso
del
dovere.
Il
tentativo
politico
di
affiancare
uomini
di
governo
contantes,
tranquilli
e
sapientes
che
fossero
in
grado
di
guidare
limperatore,
si
dimostr
un
fallimento.
Pi
successo,
invece,
ebbe
il
tentativo
etico,
quello
di
sanare
la
spaccatura
tra
vita
privata,
in
cui
lintellettuale
poteva
godere
di
libert
illimitata
e
perseguire
il
suo
ideale
di
humanitas,
e
vita
Seneca
pubblica.
Seneca
cercava,
dunque,
di
dare
una
risposta
alla
crisi
con
un
modello
di
vita
teso
alla
conquista
della
tranquillit
dellanima,
della
fermezza,
e
di
una
vita
felice.
Dal
momento
che
lattivit
pubblica
non
offre
pi
quelle
motivazioni
che
erano
state
sufficienti
per
le
generazioni
passate,
e
che
anche
la
fuga
nellotium,
lantica
alternativa
che
si
offriva
al
civis
romanus,
non
basta
pi,
quello
che
rimane
il
ripiegamento
interiore,
la
cura
di
s.
Questo
precetto,
che
era
stato
gi
indicato
da
Socrate
e
lavevano
fatto
proprio
le
scuole
filosofiche,
dal
Platonismo
allEpicureismo,
solo
adesso
assume
un
carattere
generalizzante
per
diventare
uno
stile
di
vita,
predicato
dallo
stoicismo:
gi
Zenone,
il
fondatore
dello
Stoicismo,
aveva
insistito
sulla
cura
di
s,
e
Musonio
Rufo,
contemporaneo
a
Seneca,
ripeteva:
chi
vuol
salvarsi
deve
vivere
curando
continuamente
se
stesso(citazione
da
Plutarco,
De
ira
453d).
Proprio
su
questo
tema
linvito
di
Seneca
pressante:
scrive
a
Lucilio,
infatti
Fa
cos,
mio
Lucilio:
rivendica
te
stesso(Ad
Luc.,
I);
o
ancora
nel
De
tranquillitate
animi
:
lanimo
deve
essere
richiamato
via
da
tutto
ci
che
esterno(14,
2).Un
aspetto
fondamentale
della
cura
di
s
la
riappropriazione
di
tutto
che
si
perduto,
prima
di
tutto
il
tempo.
Come
spiega
con
chiarezza
Seneca
Tutto
appartiene
ad
altri,
solo
il
tempo
nostro(epistola
1,
3).
Il
tempo
riconquistato
deve
essere
utilizzato
per
le
pi
nobili
attivit:
il
problema,
infatti,
non
la
quantit
ma
la
qualit.
La
vita
deve
essere
vissuta
intensamente;
il
presente
il
momento
irripetibile
del
destino
delluomo,
lunico
mezzo
per
non
dipendere
dal
futuro
per
conquistare
ci
che
conta
cio
le
buone
arti,
lamore
e
la
pratica
della
virt,
la
liberazione
dalle
passioni,
la
scienza
del
vivere
e
del
morire,
una
pace
profonda(De
brevitate
vita,
19).
Protinus
vive,
carpe
diemvivi
adesso
e
cogli
lattimo:
questa
leredit
morale
che
ci
stata
tramandata
dallantico
passato.
Le
Consolationes
Durante
lesilio,
Seneca,
scrisse
opere
di
carattere
consolatorio,
la
Consolatio
ad
Marciam,
la
Consolatio
ad
Helviam
matrem,
e
la
Consolatio
ad
Polybium:
le
consolationes
erano
un
genere
letterario
coltivato
gi
dai
filosofi
greci,
in
cui
si
svolgevano
argomentazioni
filosofiche
atte
a
lenire
le
sofferenze
e
a
renderla
sopportabile.
A
tale
scopo,
si
insisteva
sulla
forza
danimo
che
il
saggio
deve
saper
dimostrare
nelle
situazioni
difficili,
sullimperturbabilit
del
sapiente
e
sulla
constatazione
che
la
vita
una
lunga
sofferenza
e,
come
tale,
bisogna
accettarla.
Questi
schemi
filosofici
li
troviamo
nella
Ad
Marciam,
in
cui
Seneca
vuole
consolare
la
figlia
del
famoso
storico
Cremuzio
Cordo
per
la
morte
del
figlio.
Nella
ad
Helviam
matrem
dove
invece
Seneca
vuole
confortare
la
madre
per
la
lontananza
forzata
causata
dal
suo
esilio.LAd
Polybium
indirizzata
ad
un
potente
liberto
di
Claudio,
per
confortarlo
della
perdita
del
fratello,
morto
prematuramente.
Non
difficile
capire
che
si
tratta
di
uno
scritto
di
natura
adulatoria
verso
limperatore
Claudio
e
verso
Polibio,
per
ottenere
il
perdono
e
la
revoca
dallesilio.
Al
di
l
delle
questioni
superficiali
sulla
coerenza
dellautore
(che
dopo
la
morte
di
Claudio
scriver
una
feroce
opera
satirica
contro
di
lui)
,
tale
opera
ha
un
valore
storico
notevole:
infatti
essa
attesta
lemergere
di
una
Seneca
nuova
figura
sociale,
il
burocrate
modello,
il
perfetto
funzionario
di
stato,
portatore
di
unideologia
e
di
valori
diversi
da
quelli
della
tradizione
senatoria.
Polibio
il
fedelissimo
servitore
dellimperatore,
distinguendosi
per
attaccamento
e
dedizione
al
suo
sovrano.
Il
perfetto
amministratore
vede
il
suo
potere
come
un
peso
che
deve
sopportare
per
lo
stato,
per
garantire
ai
cittadini
la
securitas.
Dora
in
poi
sar
questo
il
modello
che
simporr
a
questo
ceto
sociale.
Il
ritorno
dallesilio:
lApolokuntosis
o
Ludus
de
Morte
Claudii
Nel
48
d.C
Messalina,
moglie
di
Claudio,
cui
Seneca
doveva
lesilio,
fu
uccisa;
il
posto
a
fianco
dellimperatore
fu
preso
da
Agrippina,
donna
astuta
e
senza
scrupoli,
che
tram
affinch
il
proprio
figlio,
Nerone,
fosse
adottato
da
Claudio
per
garantirgli
la
successione
al
trono:
fu
lei
a
chiedere
il
ritorno
di
Seneca
dallesilio,
per
diventare
il
precettore
di
suo
figlio
Nerone.
Claudio
mor
poco
dopo,
avvelenato
da
un
piatto
di
funghi
propinatogli
dalla
moglie
Agrippina.
Nerone
fu
acclamato
imperatore
e
Seneca
,
suo
consigliere,
divent
una
figura
di
primo
piano
nella
corte.
Dopo
la
sua
morte,
Seneca
scrisse
unopera
satirica
dove
il
filosofo
si
prende
una
rivincita
postuma
contro
Claudio,
che
lo
aveva
allontanato
in
Corsica.
Si
tratta
dellApolokuntosis
o
Ludus
de
Morte
Claudii,
una
satira
menippea,
mista
di
prosa
e
versi:
il
racconto
dellapoteosi
alla
rovescia
dellimperatore
Claudio
dopo
la
morte(apolokuntosis
una
parola
greca
che
dovrebbe
significare
inzuccamento
o
trasformazione
in
zucca:
la
zucca,
si
sa,
simbolo
di
vacuit
e
stupidit).
Nella
satira
di
Seneca,
limperatore,
morto
avvelenato
dai
funghi,
bussa
alle
porte
dellOlimpo
per
chiedere
di
far
parte
del
consesso
degli
dei.
Durante
la
riunione
Augusto
pronuncia
una
violenta
invettiva
contro
Claudio,
che
viene
cos
sprofondato
nellOrco
dove
sottoposto
a
giudizio
e
assegnato
come
servo
a
Caligola,
che
lo
regala
al
suo
liberto
Menandro:
cos
come
era
stato
in
vita
servo
del
suo
liberto
Polibio,
cos
ora
Claudio
diviene
anche
dopo
la
morte
servo
di
un
altro
liberto.
Se,
da
un
lato,
lopera
una
satira
feroce
al
regno
di
Claudio,
dallaltro
per
contrasto
diventa
un
esaltazione
dellascesa
al
trono
di
Nerone,
con
cui
si
inaugura
agli
occhi
del
filosofo
una
nuova
et
delloro.
Il
periodo
di
collaborazione
con
Nerone
Seneca
rimase
al
fianco
di
Nerone
fino
al
62
a.C.;
insieme
al
prefetto
del
pretorio,
Afranio
Burro,
fu
il
consigliere
pi
influente
ed
onorato
dallimperatore.
La
tradizione
storiografica
attribuisce
alla
buona
influenza
di
Seneca
i
primi
anni
di
buon
governo
di
Nerone;
in
seguito
si
sarebbe
rivelata
la
vera
natura
dellimperatore
che
lo
avrebbe
condotto
al
suo
dominio
tirannico
e
sanguinario
di
cui
fu
vittima
lo
stesso
Seneca.
Il
ruolo
di
Seneca
a
fianco
dellimperatore
mirava
ad
attuare
un
progetto
pedagogico
che
doveva
portare
a
forgiare
il
principe
secondo
il
modello
e
le
virt
del
buon
sovrano.
Ma
il
progetto
senechiano
mirava,
non
solo
a
fornire
un
modello
di
sovrano,
le
cui
virt
fossero
Seneca
tratte
dalla
speculazione
stoica
e
dalla
tradizione
romana,
ma
anche
di
gettare
le
basi
per
una
collaborazione
fra
luomo
di
cultura
e
il
detentore
del
potere,
grazie
al
quale
lintellettuale
avesse
la
funzione
di
pedagogo
e
di
orientatore
della
coscienza
del
principe.
A
livello
politico
mirava
a
gettare
le
basi
per
un
compromesso
tra
limperatore
e
la
nobilitas,
in
virt
del
quale
laristocrazia
riconosceva
il
potere
del
principe,
e
questultimo
si
impegnava
a
conformarsi
al
modello
del
buon
sovrano,
garantendo
cos
la
nobilitas
dal
pericolo
di
eventuali
abusi
di
potere
nei
suoi
confronti.
Il
vasto
e
ambizioso
progetto
senechiano
documentato
dagli
scritti
contenuti
nella
raccolta
dei
dialoghi.
Gi
in
uno
degli
scritti
giovanili
di
Seneca
si
pu
cogliere
un
primo
accenno
al
progetto
del
principe
ideale
che
occuper
gli
anni
centrali
della
sua
attivit
:
si
tratta
del
De
ira,
in
tre
libri,
composto
probabilmente
nei
primi
anni
del
regno
di
Claudio.
Largomento
centrale
dellopera
la
collera,
di
cui
si
indagano
le
ragioni
psicologiche
e
le
conseguenze
in
campo
sociale.
La
collera
incontrollata
considerata
una
caratteristica
saliente
del
tiranno,
di
colui
che
non
conosce
nessun
freno
al
proprio
sconfinato
potere:
non
a
caso
nel
trattato
ricorre
molto
spesso
il
nome
di
Caligola,
che
viene
additato
come
esempio
di
principe
folle
che
si
lascia
trascinare
dalle
proprie
passioni,
fino
a
sconfinare
in
atti
sanguinari;
al
contrario
invece
Augusto
nominato
come
modello
di
saggezza
e
moderazione:
di
lui
vengono
narrati
molti
aneddoti
per
provare
che
il
suo
dominio
delle
passioni
e
il
controllo
dellira
lo
hanno
reso
come
modello
del
buon
sovrano.
La
necessit
della
moderazione
e
del
sacrificio
in
vista
del
benessere
dei
sudditi
il
tema
centrale
del
De
clementia,
lopera
di
Seneca
che
tratta
in
modo
pi
organico
il
problema
delle
virt
del
principe
ideale.
Il
trattato
era
dedicato
a
Nerone,
da
pochi
anni
giunto
al
potere:
tema
centrale
dellopera
la
necessit
che
un
sovrano,
il
quale
aspiri
ad
essere
un
rex
iustus,
amato
dai
suoi
sudditi,
usi
la
clementia
come
principio
basilare
del
proprio
governo.
Nel
De
clementia
troviamo
anche
i
motivi
gi
presenti
nellAd
Polybium,
che
testimoniano
il
sorgere
dellideologia
del
burocrate.
Nellopera
il
principato
definito
come
una
nobile
servit,
a
cui
limperatore
costretto
per
il
bene
dello
stato.
Il
potere
diventa
dunque
non
pi
un
privilegio,
ma
un
onus,
cio
un
peso
che
limperatore
deve
sobbarcarsi
per
il
bene
dei
suoi
sudditi.
Nel
De
tranquillitate
animi
Seneca
dibatte
il
problema
dellaristocratico,
seguace
della
filosofia
stoica,
allinterno
della
corte
imperiale.
Lopera
dedicata
ad
Anneo
Sereno,
prefetto
delle
guardie
imperiali,
deluso
e
disgustato
dalle
alterne
vicende
della
vita
politica.
Seneca
ricorda
allamico
che
il
saggio
stoico
non
si
lascia
trascinare
dagli
ondeggiamenti
della
fortuna,
perch
in
grado
di
imporsi
il
controllo
assoluto
delle
passioni.
La
parte
pi
interessante
del
De
tranquillitate
animi
quella
che
riguarda
la
partecipazione
alla
vita
politica:
secondo
Seneca,
la
filosofia
stoica
impone
al
sapiente
di
occuparsi
attivamente
delle
vicende
dello
Stato,
anche
se
ci
ostacola
il
raggiungimento
dellequilibrio
interiore.
Il
De
tranquillitate
animi,
completa
il
progetto
pedagogico
senechiano,
sottolineando
la
funzione
centrale
che
lintellettuale
aristocratico
deve
avere
a
fianco
del
principe.
Seneca
La
rottura
con
Nerone
e
il
ritiro
dalla
vita
politica
Il
declino
della
fortuna
politica
di
Seneca
coincise
con
quello
di
Agrippina
in
seno
alla
corte
imperiale:
il
suo
assassinio,
che
la
tradizione
attribuisce
a
Nerone,
e
la
morte
di
Afranio
Burro
segnarono
la
fine
di
un
periodo
e
affrettarono
la
disgrazia
politica
di
Seneca.Unopera
prelude
al
ritiro
della
vita
politica:
si
tratta
del
De
otio,
composto
nel
62
a.C.
,
in
cui
possibile
misurare
il
fallimento
del
progetto
senechiano.
Il
De
otio
segna
una
svolta
nel
pensiero
del
filosofo
rispetto
al
De
tranquillitate
animi:
infatti
nel
De
otio
Seneca
proclama
la
superiorit
dellesistenza
dedicata
agli
studi
nei
confronti
della
vita
politica.
Il
saggio
stoico
non
rifiuta
la
vita
politica
totalmente:
egli
si
dedicher
ad
essa
ed
offrir
il
suo
contributo
se
sar
bene
accetto,
ma
sar
pronto
a
ritirarsi
se
il
suo
aiuto
si
riveler
inutile
o
ci
saranno
impedimenti
di
natura
esterna
a
rendere
impossibile
il
suo
lavoro.
Se
la
res
publica
troppo
corrotta
per
poter
essere
aiutata,
se
oscurata
dai
mali,
il
saggio
non
far
tentativi
inutili,
n
si
impegner,
non
potendo
essere
il
alcun
modo
di
giovamento(De
otio
3,3).
La
produzione
filosofica
scientifica
di
Seneca
fu
molto
copiosa
negli
anni
di
allontanamento
dalla
corte:
dal
62
al
65
,
egli
compose
il
De
beneficiis
in
7
libri,
le
Naturales
quaestiones,
e
le
124
Epistulae
ad
Lucilium.
Nel
De
beneficiis
Seneca
afferma
che
il
legame
tra
il
beneficato
ed
il
benefattore
costituisce
la
base
della
convivenza
umana
e
fornisce
unampia
casistica,
da
cui
risaltano
la
bont
del
benefattore
e
la
riconoscenza
del
beneficiato.
Alcune
pagine
dellopera
alludono
alla
delusione
di
Seneca,
causata
dalla
rottura
con
Nerone,
che
prima
si
era
mostrato
liberale
e
benevolo,
poi
invece,
laveva
allontanato.
Ma
anche
nei
momenti
amari
del
ritiro
dalla
vita
politica
Seneca
ribadisce
i
punti
fondamentali
del
suo
programma:
la
necessit
per
un
principe
di
circondarsi
di
collaboratori
valenti
e
virtuosi
e
di
seguire
un
modello
di
sovranit
virtuosa
e
giusta.
Nel
62
Seneca
compone
e
pubblica
unopera
di
contenuto
scientifico
erudito:
sono
i
7
libri
delle
Naturales
quaestiones,
che
trattano
della
natura
dei
corpi
celesti
e
dei
fenomeni
del
cielo,
delle
acque,
dei
venti
e
dei
fenomeni
tellurici.
Le
Epistulae
ad
Lucilium,
le
lettere
indirizzate
al
fedele
discepolo
ed
amico,
costituiscono
il
punto
di
arrivo
del
pensiero
senechiano:
ormai
letica
stoica
non
pi
usata
come
base
per
un
progetto
di
collaborazione
con
limperatore,
ma
come
giustificazione
per
il
ritiro
dalla
vita
politica
e
per
lopposizione
al
dispotismo
assoluto
di
Nerone.
Le
Epistole
sono
generalmente
considerate
uno
dei
massimi
testi
della
sapienza
antica:
si
fa
notare
che,
in
esse,
la
filosofia
stoica
porta
lautore
a
posizioni
molto
vicine
al
pensiero
cristiano
e
a
quello
moderno.
A
riprova
di
ci
si
portano
le
pagine
famose,
in
cui
Seneca
consiglia
umanit
e
moderazione
verso
gli
schiavi,
o
in
quelle
in
cui
esprime
disgusto
per
i
sanguinari
spettacoli
del
circo.
Il
pensiero
di
Seneca,
nellultimo
periodo
della
sua
vita
attesta
il
vero
significato
di
cultura
dopposizione,
che
la
tradizione
aristocratica
aveva
acquistato
sotto
i
Giulio-Claudii:
al
despota
dissoluto
e
sanguinario,
si
oppone
luomo
virtuoso
e
dai
costumi
severi,
dedito
allo
studio
della
filosofia
e
al
perfezionamento
della
propria
interiorit.
Non
un
caso
che
la
storiografia
senatoria
abbia
rivalutato
la
figura
di
Seneca
proprio
in
seguito
a
Seneca
quest
ultima
fase
della
sua
vita:
infatti
egli
era
stato
sempre
criticato
per
il
suo
atteggiamento
ambiguo,
disposto
talvolta
per
ambizione
ad
avvallare
i
delitti
di
Nerone;
si
ricorda
la
sua
complicit
nellassassinio
di
agrippina,
quando
al
matricida
aveva
dato
coraggio
e
profuso
consigli;
gli
si
rimprovera
di
aver
agito
in
modo
non
conforme
ai
suoi
principi,
di
aver
accumulato
ricchezze
ed
onori
e
di
aver
vissuto
nel
lusso.
Tutte
queste
accuse
scompaiono
quando
Seneca
si
allontana
dalla
corte
imperiale
trasformandosi
nella
severa
figura
del
sapiente
stoico,
perseguitato
dal
potere
di
cui
fu,
alla
fine,
egli
stesso
vittima.
La
produzione
drammatica
Ci
sono
stata
tramandate,
sotto
il
nome
di
Seneca,
dieci
tragedie,
di
cui
9
di
argomento
greco
e
solo
una,
lOctavia,
ambientata
a
Roma:
ma
si
tratta
certamente
di
opera
non
senechiana,
prima
di
tutto
perch
Seneca
compare
come
uno
dei
personaggi
del
dramma(nessun
autore
drammatico
aveva
mai
rappresentato
s
stesso
nei
suoi
lavori)
e
in
secondo
luogo
perch
la
morte
di
Nerone
descritta
in
maniera
troppo
precisa
per
essere
stata
scritta
prima
che
levento
si
verificasse(infatti
Seneca
morto
dopo
Nerone).
Le
altre
nove
tragedie
si
incentrano
su
argomenti
mitologici.
Ispirate
ad
Euripide
sono:
Hercules
furens,
Traodes,
Phoenissae,
Medea
e
Phaedra;
ispirate
al
teatro
di
Sofocle
sono:
Oedipus
e
il
Thyestes;
ispirata
ad
Eschilo
lAgamennon.
E
ipotesi
ampiamente
diffusa
che
le
tragedie
di
Seneca
non
fossero
composte
per
la
rappresentazione
a
teatro,
ma
per
la
declamazione
durante
le
recitationes.
Una
tale
circostanza
non
ha
mancato
di
influire
sullo
stile:
lenfasi,
i
toni
macabri,
la
ricerca
di
pathos
erano
artifici
particolarmente
adatti
ai
drammi
che
dovevano
carpire
lattenzione
dellascoltatore
attraverso
la
forza
espressiva
della
parola.
Seneca
dimostra
di
preferire,
come
modello
per
la
sua
opera,
Euripide,
ma
ci
che
differenzia
le
sue
tragedie
sicuramente
unaccentuata
indipendenza
dai
modelli
ma
ci
potrebbe
dipendere
da
una
contaminazione
dovuta
ad
altre
tragedie
di
origine
greca
o
latina.
Le
tragedie
di
Seneca
hanno
un
preciso
fine
pedagogico
e,
come
la
maggior
parte
delle
sue
opere,
si
rivolgono
al
principe
cercando
di
preservarlo
dalla
tentazione
di
diventare
un
despota
assoluto.
Inoltre
Seneca
arricchisce
le
sue
tragedie
di
particolari
truculenti
e
di
sfrenate
passioni
che
vengono
utilizzate
quasi
come
pretesto
per
condannare,
in
chiave
stoica,
il
genere
umano
che
si
contrappone
al
suoi
insegnamento
di
ordine
morale
per
limperatore.
Per
raggiungere
tale
scopo
lautore
quasi
costretto
ad
adottare
uno
stile
magniloquente
che
per
viene
alternato,
in
situazioni
particolari,
a
toni
enfatici
e
predilezione
per
le
tinte
forti.
Per
la
perdita
quasi
totale
della
produzione
tragica
arcaica,
supponiamo
che
Seneca
stesso
abbia
creato,
per
i
suoi
lavori,
uno
stile
improntato
al
sacrificio
del
movimento
scenico
in
favore
di
unaccentuata
staticit
che
gli
offriva,
in
vantaggio,
la
possibilit
di
approfondire
lesame
della
psicologia
dei
suoi
personaggi.