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Giornate per i riti Orientali

Tuscania 2016
A.M.D.G.

Il monaco e la lotta contro il disordine interiore


LAntirrhetikos ed il Trattato sulla preghiera
di Evagrio Pontico

Premessa.
Spiega Jungmann, (cfr. Missarum Solemnia), che la diversit dei riti cristiani, della spiritualit,
dellarchitettura cristiana, della liturgia, ecc tutto nasce dalla ricchezza spirituale della Fede, la
quale talmente fertile da non poter ridursi ad una od altra delle rappresentazioni esterne concrete.

Questa ricchezza spirituale della Fede Cattolica ci che allo stesso tempo unifica queste diversit.
Perci talmente assurdo e superficiale il fare gare fra i riti, per vedere quale sia pi perfetto
dellaltro. un modo di rimanere rinchiusi nella materialit della Fede; come superficiale dire che
questa diversit sia, di per s, motivo di divisione. La diversit dei riti quindi va difesa in quanto
manifestazione della inesauribile ricchezza della Fede. E bisogna stare attenti a non cadere nella
falsa dialettica opponendo questa diversit di un'unica ed identica Fede.
Questa premessa solo per dire, che pur trattandosi di Giornate di rito orientale, far comunque
riferimento a delle affermazioni di autori di rito latino, con lunico scopo di mostrare che la
diversit non opposizione, ma manifestazione di un'unica e medesima Fede, dalla quale i riti
traggono la loro ricchezza.

* * *

Introduzione.
Qual lo scopo del monaco?
Cercare Dio solo lunico scopo tanto del monaco orientale quanto di ogni religioso,
qualsiasi rito appartenga. Lo scopo della vita religiosa rimuovere gli ostacoli della carit (San
Tommaso, De perfectione vitae spiritualis). Nella terminologia orientale, il monaco deve
sforzarsi per ristabilire il dialogo con Dio come Adamo nellEden, che prima del peccato parlava
con Lui senza intermediari n ostacoli. Cos, ogni religioso vuole trovare Dio in s stesso e in certo
modo parlargli, come Mos, a faccia a faccia. Il monaco cerca di tornare in Paradiso.

Questo cercare Dio senza intermediari lo si deve attribuire a tutta la dottrina


spirituale di San Giovanni della Croce e santa Teresa di Ges (Cfr. Eugenio di Ges
Bambino)

Dal momento in cui si mette in orazione santa Teresa in ricerca del Cristo.
Il suo bisogno di Dio e di Ges non tollera indugi. Non esiste alcun
intermediario per raggiungere Ges, non c sosta lungo la via. Ella non
cerca n pensieri da penetrare n sentimenti n impressioni spirituali da
gustare; non ammette sulla sua via se non ci che pu condurla alla meta.

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Aver trovato Ges, parlargli o semplicemente guardarlo le basta; questa la


sua orazione. Lamore, ansioso di trovare, soddisfatto di questo semplice
contatto1.

Questo il fine proprio di ogni vocazione consacrata. In questo non c differenza in nessuna
Congregazione religiosa, n rito.

Come pu realizzare il monaco questo ideale?


Possiamo trovare diverse modalit nella concretizzazione di questo scopo. I monaci orientali
lo realizzavano allontanandosi dalle cose, fuggendo nel deserto.

Rimane ancora per una difficolt: nel deserto il monaco non pi distratto dalle cose che
ha, n da quelle che fa. I beni materiali, cos sovrabbondanti nel mondo, nel deserto
scarseggiano e non sono di per s motivo di distrazione. Rimangono per gli ostacoli
nellunione con Dio che si danno nei pensieri. In questi risiede lultima e pi tremenda lotta.

SantAlfonso ai sacerdoti: Padri miei, un sacerdote per farsi santo deve attendere
soprattutto nel rettificare sempre l'intenzione in tutte le opere sue. Perch certo che
il sacerdote, specialmente un missionario, necessariamente deve fare ogni giorno
molte opere di Dio, tutto sta, se le fa solo per Dio, solo per dar gusto a Dio.

E questa la battaglia del monaco orientale ed la stessa battaglia di ognuno di noi: la lotta contro i
pensieri distrattivi e cattivi. Uno pu stare in una casa religiosa, con un orario stabilito, con una vita
fraterna allegra attorno, con tanti momenti di preghiera ed essere comunque scoraggiato,
turbato pu avere dellinvidia, sentirsi offeso, spirito di rivalit, pu essersi confessato
sinceramente pentito, perdonato da tutti i peccati, ma attraverso gli scrupoli sentirsi disperato
nonostante la Fede le prometta il Paradiso sono dei pensieri che impediscono la nostra
consacrazione, e soprattutto impediscono che lanima del religioso si apra e si doni fiduciosamente
nelle braccia di Dio. E contro questi pensieri malvagi che i monaci orientali vogliono imparare a
lottare.

Parleremo quindi in questa conferenza di tre punti:

1. Laspirazione del monaco alla preghiera pura.

2. Limportanza della battaglia dei pensieri malvagi (peccaminosi o distrattivi)


(Terminologia ignaziana: purificazione delle affezioni disordinate alle cose).

3. Le armi concrete da utilizzare per questa battaglia.

1
P. Maria Eugenio di Ges Bambino, Voglio vedere Dio, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 2009, 237.

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Per imparare la dottrina dei padri del deserto al riguardo ho scelto un autore. Si tratta di Evagrio
Pontico, autore di diversi opuscoli di grande influsso nella spiritualit orientale e attraverso
Cassiano in quella occidentale. Noi prenderemo in considerazione due: Il trattato sulla preghiera e
dopo lAntirrhetikos, ovvero, il contraddire i pensieri malvagi.

Biografia di Evagrio
Nato nel 345 (ca.) ad Ibora del Ponto (odierna Iveronu, nella Turchia settentrionale),
ricevette una formazione culturale raffinata. Fu amico di Basilio Magno che lo consacr
lettore (370-379). A Costantinopoli, nel 380 fu ordinato diacono da Giovanni
Crisostomo; rimasto a servizio della Chiesa di Costantinopoli, se ne allontan per evitare di
essere coinvolto negli intrighi della moglie di un funzionario imperiale. Nel 382 fu ospite a
Gerusalemme della nobile romana Melania senior che aveva fondato un monastero sul
Monte degli Ulivi. Dopo sei mesi di grave malattia, Evagrio decise di dedicarsi alla vita
monastica, anche su consiglio di Melania. Si rec nel Basso Egitto dove, secondo la prassi,
trascorre due anni nel cenobio di Nitria per poi dirigersi alle Celle, distanti circa 18
km. Conobbe Macario Alessandrino e Macario il Grande (o lEgiziano, fondatore della
vita monastica nel deserto egiziano di Sceti - oggi Wadi en Natrun). Entr in sintonia con
il gruppo dei monaci intellettuali origenisti; in particolare Ammonio e i Lunghi Fratelli
iniziarono ad incontrarsi intorno al beato Evagrio che consideravano maestro spirituale.
Evagrio mor durante lepifania del 399, prima che Teofilo di Alessandria si scagliasse
contro i monaci accusandoli di antropomorfismo e facesse distruggere gli eremitaggi,
costringendo i monaci alla fuga. Evagrio aveva rielaborato gli scritti di Origene per la vita
monastica (irrigidendone il pensiero) pertanto fu coinvolto nelle controversie origeniste e
condannato dal Concilio di Costantinopoli del 553.
Idee e scritti evagriani approdarono in Gallia con Giovanni Cassiano, rinnovando e
segnando la spiritualit delloccidente cristiano. Dunque, Evagrio alle radici della
spiritualit antica.

1.- Laspirazione del monaco alla preghiera pura.

Chi ama Dio conversa sempre con Lui come con un padre,
scacciando ogni pensiero contaminato da passioni
Evagrio Pontico, La preghiera, n.54.

Scrive il Card. Tomas Spidlik:


Adamo, in Paradiso, guardava in alto, dicono i Padri, elevava gli occhi dalle creature al
Creatore. Il peccato lo fece, come dice Origene, guardare in basso. Come si pu tornare
a questo stato? per noi ancora raggiungibile?2.

2
Spidlik, SantIgnazio e la spiritualit orientale, Studium, Roma 1994, 40.

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Il non essere distratto dalle altre cose nellunione con Dio analogo a quello che noi occidentali
chiamiamo santa indifferenza. P. Lallemant, gesuita, nota bene che impossibile possedere la santa
indifferenza quando, privi di unalta stima della vita interiore, non si ha tanta sapienza da preferirla
a qualsiasi altra occupazione3. Dello stesso avviso Evagrio e i padri orientali, lo stato di amicizia
originale con Dio senza essere ostacolato con delle affezioni alle creature, manifesta il suo grado di
perfezione nel modo in cui si prega. Sar quindi veramente indifferente (in linguaggio orientale
apathico) il monaco che riesce a pregare in modo puro.

La mistica antica aveva inventato diverse definizioni per parlare di preghiera pura (ardente, pura,
di fuoco, vera, immateriale) per indicare la preghiera nella sua forma pi gratuita e libera da ogni
attesa; totalmente aperta allazione divina4. In tal modo la preghiera pura non supplica, n
ringraziamento, ma , come dice Evagrio, colloquio con Dio senza alcuna mediazione5; puro
abbandono confidente e costante6; apertura totale e incondizionata allazione divina7.

Quando, infatti, accostandoti alla preghiera, sei pervenuto al di sopra di ogni altra gioia,
allora hai veramente trovato la preghiera8.

La preghiera pura pertanto un incontro immediato e personale con Dio, ed possibile solo
quando lintelletto libero da pensieri e rappresentazioni passionali e dogni altro tipo. Esige la
vigilanza contro gli impedimenti di ogni sorta, fisici e mentali, perch la preghiera richiede
concentrazione accompagnata da riverenza9, e attenzione consapevole. Nulla deve distrarre lorante
dalla presenza di Dio:
- Lascia andare le esigenze del corpo durante la tua preghiera, perch una
punzecchiatura di pulce, di pidocchio, di zanzara, o di mosca non ti faccia
perdere limmenso guadagno della preghiera10.
- Sforzati di mantenere sordo e muto lintelletto nel tempo della preghiera, e cos
potrai pregare11.

3
L. Lallemant, Dottrina Spirituale,
4
Seguiamo larticolo Cenni introduttivi su Evagrio Pontico e Giovanni Cassiano di s. Lorella Fracassa.
5
Evagrio Pontico, La preghiera, 3
6
Cfr. La preghiera, op. cit., c. 87: Se non hai ancora ricevuto il dono della preghiera o della salmodia, insisti, e lo riceverai.; cfr.
Idem, op. cit., c. 98: Nel momento di tali tentazioni, ricorri a una preghiera breve e intensa.
7
Cfr. Idem, La preghiera, op. cit., c. 89: Non volere che le tue cose vadano come sembra bene a te, ma come piace a Dio. Cos sarai
senza turbamento e riconoscente nella tua preghiera.
8
La preghiera, cap. 153.
9
La preghiera, cap. 42.
10
La preghiera, cap. 105.
11
La preghiera, n.11

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- Se il tuo intelletto si distrae proprio nel tempo della preghiera, ci vuol dire che
esso non prega ancora da monaco, ma continua ad essere mondano, volto ad
abbellire la tenda esteriore12. (facciano attenzione gli scrupolosi! Bisogna
intendere bene questa frase. La seguente aiuta)
- Lattenzione che va in cerca della preghiera trover la preghiera, poich, se c
qualcosa a cui segue la preghiera, lattenzione. Per questa bisogna, dunque,
seriamente adoperarsi13.

Attaccato a desideri e sentimenti di vari generi, non facile per lorante giungere alla preghiera
pura che Evagrio indica come meta:
- La tua preghiera non potr essere pura se ti lasci coinvolgere da faccende
materiali e turbare da continue preoccupazioni. Preghiera, infatti, vuol dire
rimozione dei pensieri14.

Lapatheia
Nella spiritualit orientale il termine che definisce questo positivo modo di unione con Dio (come
dicevamo, in terminologia ignaziana sarebbe analoga alla santa indifferenza) lapatheia Il
monaco perfetto , quindi, apatico verso tutto ci che non riguarda la vita in Cristo e con Cristo, ed
, contrariamente, sensibile ad ogni voce di Dio, alla sua volont15. Arrivare a questo stato esige
una purificazione graduale e un lungo sforzo. Una volta purificato e raggiunto lo stato apatico, le
altre cose non sono pi un ostacolo per il dialogo e la preghiera incessante. SantAtanasio a questo
proposito racconta lapatheia di SantAntonio Abate:

Il suo aspetto era rimasto lo stesso []. Ma lo stato della sua anima era tutto puro; non era
corrugato per la pena n dilatato per il piacere; non rideva n era triste; la moltitudine non lo
turbava; tante persone che lo salutavano non gli procuravano gioia eccessiva; sempre uguale
a se stesso, governato dal Logos e stabile nella condizione naturale16.

Apatheia e vita fraterna17.


Pervenire alla preghiera pura esige padronanza del proprio mondo interiore; controllo dei pensieri;
superamento degli attaccamenti, delle passioni (pathe). Raggiunto questo stato di quiete lorante
disposto alla preghiera pura, pronto a consegnarsi allazione divina. La persona del monaco

12
La preghiera, cap. 43.
13
La preghiera, cap. 149.
14
La preghiera, cap. 70.
15
Spidlik, SantIgnazio e la spiritualit orientale, 41.
16
SantAtanasio, Vita di Antonio 14.
17
Cfr articolo di suor Lorella Fracassa

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diventa uno strumento umano sensibile e pronto ad entrare in intimit e a conoscere Dio e
penetrare nei suoi misteri, tanto da far dire ad Evagrio:

Se sei teologo pregherai veramente, e se preghi veramente sei teologo18.

Ma lungi dallessere una ricerca di s stessi ed intimistica, la cura delle passioni ridonda
positivamente sulle relazioni monastiche, sia improntandole a umilt e carit, sia sostituendo
la ricerca di s con il riconoscimento dei meriti altrui:
Beato il monaco che si considera rifiuto di tutti19.
Monaco colui che da tutti separato e con tutti armonicamente unito20.
Monaco colui che si ritiene uno con tutti, abituato com a vedere se stesso in ognuno21.
Beato il monaco che guarda alla salvezza e al progresso di tutti come se fossero suoi
propri, con ogni gioia22.

Lapatheia non solo libera il monaco da ogni peccato e dallinclinazione ad una od altra cosa, ma lo
rende inoltre impassibile davanti alle tentazioni e distrazioni. Rimane pienamente libero per Dio.
Lapatheia secondo san Giovanni Climaco il cielo sulla terra, la risurrezione prima della
risurrezione dei corpi23. Come ogni cosa grande per, bisogna conquistarla con grande fatica.

Pregare senza altri pensieri, senza passioni, senza distrazioni, in un colloquio intimo e diretto
con Dio il vero scopo ma esige una vera e propria ascesi Evagrio ne consapevole e scrive:
- Resisti tenacemente e prega vigorosamente; tieni lontane le occasioni di
preoccupazioni e pensieri, poich ti turbano e ti sconvolgono per fiaccare il tuo
vigore24.
- Sforzati di mantenere sordo e muto lintelletto nel tempo della preghiera, e cos
potrai pregare25.
- Va, vendi quello che hai e dallo ai poveri, prendi la croce e rinnega te stesso,
perch tu possa pregare senza distrazione 26.
E cos possiamo passare al secondo punto: limportanza di combattere i pensieri distrattivi.

18
Evagrio Pontico, La preghiera, 60.
19
La preghiera, c. 121
20
124
21
125.
22
122.
23
Giovanni Climaco, Scala del Paradiso 29 cit. in Spidlik, SantIgnazio e la spiritualit orientale.
24
La preghiera, 9.
25
La preghiera, 11
26
La preghiera, 17

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2.- La battaglia dei pensieri

Discernimento dei pensieri


Lascesi (askesis-allenamento) monastica incentrata sulla lotta ai pensieri affinch
lintelletto e laffettivit restino libere per il dialogo con Dio. Nel deserto i monaci sono poco
attratti dai beni materiali, che scarseggiano, ma pi colpiti nei processi mentali; meno sollecitati
dalla vista di oggetti concreti, risentono di pi della rappresentazione mentale che, proprio perch
mancanti, li rende pi appetibili. Ed qui, nel pensiero, dove Satana lancer i dardi pi infuocati. Il
monaco, dice Evagrio, deve imparare a discernere:
Sii un portiere del tuo cuore e non lasciar entrare alcun pensiero senza interrogarlo. Interroga
ogni singolo pensiero e digli: Sei uno dei nostri o uno dei nostri avversari? E se egli uno
di casa, ti colmer di pace. Se invece del nemico, ti confonder con lira o ti ecciter con
un desiderio. Di questo tipo infatti sono i pensieri dei demoni27.

I Padri sono concordi che sia impossibile liberarsi completamente da questa suggestione al
male. Le distrazioni e aridit saranno sempre presenti nella vita di preghiera. Le anime convertite a
Dio, sostiene Origene, debbono sopportare le battaglie dei pensieri.
Il logismo somiglia al serpente che si introdotto nel Paradiso terrestre distogliendo Adamo ed
Eva dal dialogo familiare con Dio cacciandoli via dal Paradiso. Lo sbaglio consiste nel credere che
davanti a queste tutto quello che si pu fare di non soffermarvisi, di non conversare con essi,
come invece fece Eva con il serpente. Bisogna fare qualcosa in pi affinch la battaglia sia di pari
passo con il maligno. La prudenza esige che vengano massacrati dallinizio quei fanciulli di
Babilonia28, che si schiacci la testa del serpente29 e che non lo si lasci entrare nel Paradiso
interiore del cuore e quindi opporre ai pensieri malvagi o distrattivi, dei pensieri buoni che
muovano al raccoglimento30.

La battaglia dei pensieri forma parte essenziale della vita spirituale di ogni religioso e forse la pi
determinante. Finch luomo vive nel mondo i demoni si accontentano per lo pi di nascondersi
dietro le cose materiali. I monaci che vivono nella solitudine, invece, ordinariamente non
possiedono queste cose; nondimeno hanno a che fare con i pensieri ad essi relativi.

Jacques Philippe, La pace del cuore

27
Evagrio Pontico, Epistulae LXII, in W. Frankenberg, Evagrius Ponticus, 11,3.
28
Doroteo Istruzioni cit. in Spidlik, Introduzione a Racconti di un pellegrino russo, Citt Nuova, Roma Aprile 2011, 15.
29
Esichio, Centurie
30
Cfr. Spidlik, Introduzione a Racconti di un pellegrino russo, 15.

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Ogni cristiano devessere ben convinto che la sua vita spirituale non pu in alcun caso
ridursi a uno scorrere tranquillo di giorni senza storia, ma deve essere il luogo di una lotta
costante (contro il male, le tentazioni, lo scoraggiamento), a volte dolorosa, che terminer
solo alla morte. Questinevitabile lotta da interpretare come una realt estremamente
positiva. Poich non c pace senza guerra (Santa Caterina da Siena), senza lotta non c
vittoria. Tutto posso in colui che mi d la forza (Fil 4,13). Ed ancora: Il Signore mia
luce e mia salvezza, di chi avr paura? (Sal 27).

Uno degli aspetti dominanti della lotta spirituale la lotta sul piano dei pensieri. Spesso
consiste nellopporre a pensieri che provengono dal nostro spirito, dalla mentalit che ci
circonda, oppure dal Nemico e che ci turbano, ci spaventano o ci scoraggiano, dei pensieri
che possano confortarci e ristabilire in noi la pace. In previsione di questa lotta, beato
luomo che piena ha la faretra (Sal 127) di quelle frecce che sono i buoni pensieri 31, vale a
dire quelle solide convinzioni basate sulla fede, che nutrono lintelligenza e fortificano il
cuore nel momento della prova.

Con fondamento possiamo credere che questa certezza di Philippe, sia entrata nella spiritualit
cristiana con il secondo opuscolo di Evagrio che prendiamo in considerazione: LAntirrhetikos.

3.- I mezzi per la lotta: LAntirrhetikos di Evagrio Pontico.


La melete (meditazione di una frase biblica ripetuta a modo di giaculatoria) era una forma di
meditazione gi abituale nel monachesimo e di per s non richiedeva particolari conoscenze
esegetiche. La melete consisteva nel ripetere a modo di giaculatoria, molte volte, una frase biblica
che elevasse a Dio i pensieri che altrimenti avrebbero vagato tra ricordi e sogni, distraendo lorante
dal suo momento presente e, in tal modo, favoriva la concentrazione delle energie interiori. Era
abituale il ricorso alla melete nei vari momenti della giornata e, in particolar modo, durante lo
svolgimento dei lavori manuali che non coinvolgevano molto la riflessione mentale.
La melete fu adoperata da Evagrio non solo come meditazione ma anche come metodo di
contraddizione dei pensieri malvagi. Non originalit di Evagrio la melete certamente, ma la sua
novit laggiungerle a questa pratica un aspetto combattivo. Consiste nellopporre un pensiero
buono e di Fede, ad un pensiero distrattivo o peccaminoso. Se, ad esempio, si sentiva il desiderio di
mangiare pi del necessario, ci si faceva un segno di croce dicendo: Non di solo pane vive
luomo (Mt 4, 4). Per non lasciarsi trascinare a giudicare il prossimo, era sufficiente dirsi: Che
timporta! Tu segui me (Gv 21, 22).

31
Cfr. S. Tommaso dAquino, tra i consigli per acquistare la carit uno tenere il pensiero continuamente rivolto al bene. S.
Ignazio di Loyola e la sua meditazione per raggiungere lamore inseguono questa stessa modalit.

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Evagrio scrisse quindi lAntirrhetikos il libro con il quale offre ai monaci le citazioni bibliche
necessarie a seconda della tentazione che si subisce. Il libro fu richiesto a Evagrio data la sua
autorit e sapienza da un tale abb Lucio che le scrive:

Tu, o padre, abiti nel deserto come in un grembo materno gi da cos tanti anni, lottando
contro gli invisibili nemici, o venerabile padre Evagrio, rivestito delle fatiche [dellascesi]
utili allanima, e sei diventato un cos sperimentato lottatore contro gli spiriti della
malvagit, che tu non solo non ti lasci pi spaventare alla vista dei demoni, ma chiami a te
anche gli altri in maniera che anchessi diventino lottatori contro gli spiriti impuri e i
pensieri contaminati. Prego perci la tua paternit di insegnarmi in che modo io debba
combattere coloro che appartengono alle tenebre e prego insistentemente la tua santit di
comporre un trattato chiaro, che mi spieghi tutta la malizia dei demoni, che di propria
iniziativa intervengono sulla via del monachesimo, e di volermi inviare questo [trattato]
perch senza fatica anche noi scacciamo via da noi i loro perfidi attacchi. So che tu ascolti
colui che ti prega a proposito degli argomenti spirituali; perci ti ho affidato questa
[richiesta]. Sta bene nel Signore.

Abba Lucio. Lettera a Evagrio.

Evagrio raggiunge un'alta autorit morale tra i monaci del suo tempo. Questo attestato anche dal
suo biografo, il fedele discepolo Palladio. E inoltre vediamo come le si chiede non solo di dare le
risposte della Sacra Scrittura ma che mi spieghi tutta la malizia dei demoni. Forse pi profonda
la capacit di Evagrio nellindividuare le tentazioni che nelle risposte.

Abbiamo visto la lettera della tua santit, nella quale tu mostri il tuo grande amore verso di
noi e ci ordini di farti pervenire qualcosa delle nostre fatiche che io spontaneamente non
avrei voluto inviarti, tenuto conto della tua prudenza. Ora per, siccome mi stato ordinato,
ho prontamente ubbidito e ti ho mandato il trattato dellantirrhetikos, perch tu lo legga, lo
corregga, e lo completi in ci che manchevole, nel caso non avessimo descritto
precisamente luno o laltro dei pensieri contaminati e non avessimo trovato la
confutazione appropriata ad esso opposta. Ti confesso infatti che non ho finora ancora
afferrato nella giusta maniera i pensieri demoniaci, dal momento che spesso ho subito
duri attacchi da parte loro e, dopo la tua partenza da me, ho sopportato da parte loro
indicibili sofferenze. Ora per ringrazio Nostro Signore per le cose che ho udite su di te,
come avevo auspicato.
Evagrio Pontico. Lettera ad Abb Lucio.

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Il prologo dellAntirrhetikos32.
Il monaco deciso prende le armi del combattimento spirituale, non rifiuta la fatica che la preghiera
comporta. Ges ci ha procurato tutto quanto di cui abbiamo bisogno per poter pregare bene. Tra
questi mezzi ci ha lasciato un metodo, una strategia che dobbiamo imitare: quando Egli fu tentato
oppose alla tentazione una verit biblica. Dobbiamo anche noi quindi rispondere alle tentazioni con
la verit di Dio.

Quando infatti nella mente non presente un pensiero solido capace di rispondere con una
parola al male, facilmente e rapidamente viene commesso il peccato33.

Notiamo subito che per Evagrio la grande lotta contro le tentazioni anzitutto lotta contro i
pensieri. Ed il pensiero buono che subito deve imporsi a quello cattivo.

Questo dimostra sapientemente Qohelet, quando dice: non proviene subito una sentenza
oppositiva da parte di coloro che commettono il male (Qo 8,11)34.

fondamentale lessere pronti per non lasciare spazio a dei pensieri cattivi, non darli tempo come
invece fecero Adamo ed Eva tentati dal serpente.
Il rispondere prontamente e con la saggezza evangelica alle tentazioni uno
Stare in piedi nella battaglia come guerrieri coraggiosi e combattenti del nostro re vittorioso,
Ges Cristo35.

Ma la lotta non finisce qui. Perch


Questo noi sappiamo, miei cari: quanto pi noi resistiamo ai demoni e rispondiamo loro,
tanto pi essi si inaspriscono contro di noi.
La consapevolezza di questo non indebolisce n scoraggia Evagrio che sa di poter arrivare alla pi
alta contemplazione divina nonostante la ferocia dei pensieri:

Tuttavia, non lasciamoci turbare da loro, ma opponiamoci ad essi tenacemente con la


forza del nostro Redentore. Se infatti crediamo in Cristo (Gv 14,1) e osserviamo i suoi
comandamenti (Gv 15,10), attraverseremo il Giordano e giungeremo alla citt delle palme
(Dt 3,4)36.

32
Evagrio Pontico, Contro i pensieri malvagi, Edizioni Qiqajon, Magnano 2005.
33
Contro i pensieri malvagi, Prologo, cap. 2.
34
Contro i pensieri malvagi, Prologo, cap. 3.
35
Contro i pensieri malvagi, Prologo, cap. 4.
36
Contro i pensieri malvagi, Prologo, cap. 5.

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Per Evagrio alcuni demoni sono straordinariamente rapidi nel momento di tentarci con dei pensieri
distrattivi. Allora proprio lantirrhesis il miglior mezzo per chiudere loro la bocca. Esso, un
[] distogliersi dalla logica del tentatore per volgersi alla pura parola di Dio ed un mezzo
straordinariamente efficace per spegnere i dardi brucianti del nemico, impedendo che i
pensieri tentatori si trattengano in noi. Infatti, quando questi hanno messo radici in noi, il
passaggio a un peccato negli atti spesso dipende solo dalle circostanze.

Eva, discutendo col tentatore, fin nei suoi imbrogli. Se il monaco non attacca il pensiero maligno,
soccombe ad esso. Il problema sta nel non attaccare. Infatti, non sono i pensieri tentatori
responsabili del male ma colui che, non imparando ad evitarli, si fa adescare e finisce con
laccordare il consenso al pensiero ormai consueto, fino a scivolare nel peccato o nella
distrazione37.

Il metodo della confutazione dei pensieri cattivi attraverso la melete con il quale il Pontico ci
offre le armi, un mezzo, non un fine. Il monaco, contraddicendo i pensieri cattivi, deve imparare
a non ascoltarli e a dimenticarli Ironicamente Evagrio scrive:
Pur replicando ai pensieri cattivi, i padri di Scete possedevano per anche una grande
semplicit e timore di Dio. Per la maggioranza di noi, invece, questo non un metodo
affidabile, perch il malvagio non viene confuso per mezzo di una parola. Trascorrendo
infatti tutto il giorno in un vuoto chiacchiericcio, noi siamo resi estranei alla conversazione
con Dio, dal momento che ci intratteniamo con il nemico38.

Non un discutere con Satana lo scopo, ma il parlare con Dio senza essere da Satana disturbati. Per
allontanarlo, bisogna combatterlo, affermando decisamente parole ispirate da Dio che non
possono sbagliare. Alcuni esempi:

Sui pensieri del demone della fornicazione:


- 40. Contro il pensiero che suscita in noi la memoria della casa nella quale abbiamo dato
molti frutti a Satana: Meglio luomo che ascolta il rimprovero del sapiente di colui che
ascolta il canto degli stolti (Qo 7,5).
- 51. Al Signore, riguardo i pensieri di fornicazione che permangono in me: Guarda,
Signore, la mia umiliazione, poich il nemico ne trionfa.

Sui pensieri del demone della tristezza:

37
Cfr articolo di suor Lorella Fracassa
38
Citato da Gabriel Bunge nellIntroduzione alledizione di Contro i pensieri malvagi, op.cit., p. 8.

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- 50. Contro il pensiero che mi dice: La strada che conduce alla conoscenza di Ges
Cristo piena di grande pericolo e molta tribolazione: Il pigro avanza pretesti e dice:
C un leone per le strade e un assassino sulle piazze (Pr 22,13).
- 55. Contro lo spirito malvagio che attacca lanima, evocando i peccati passati,
facendomeli vedere e sforzandosi di insinuare in me la tristezza: Non gioire su di me,
mia nemica, perch sono caduto; ancora mi rialzer, poich, se siedo nella tenebra, il
Signore mi illuminer (Mi 7,8)

Contro i pensieri del demone dellacedia:


- 2. Contro il pensiero che spinto dallacedia ad accusare lAbba di non consolare i
fratelli, di essere duro verso di loro e di non aver compassione di loro nelle loro
tribolazioni: Non oltraggerai il sacerdote del Signore e non parlerai male dei capi del
tuo popolo (Es 22,27).

Contro i pensieri del demone della vanagloria:


- 43. Contro i pensieri della vanagloria che cercano il mondo e raffigurano la sua gloria
davanti ai loro occhi: Non amate n il mondo n le cose del mondo! Se uno ama il
mondo, lamore del Padre non in lui (1Gv 2,15).

4.- Conclusione
- Il religioso ha Dio come unica sua eredit. Lunica cosa che ci viene promessa se siamo
fedeli lunione con Dio. Senza intermediari: n gusti, n altri beni, n consolazioni.
Dio solo.
- La battaglia spirituale non riguarda tanto le nostre azioni esterne, ma principalmente il
disordine interiore dato dai pensieri cattivi e distrattivi dallunione con Dio.
- Lunico modo con cui possiamo vincere in questa lotta con il pensiero continuamente
rivolto al bene. Afferrando la certezza della Fede e opponendola al pensiero che mi
turba:

67. Per lanima che non comprende che il turbamento e il terrore sono causati dalla
debolezza della fede: Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate
fede anche in me (Gv 14,1).

Mi si permetta di concludere con un aggiornamento di Evagrio Pontico fatto da un grande mistico


del XIX secolo, quale fu Teofane il Recluso. Anche lui si riferisce alla battaglia contro i pensieri ma
aggiungendo molta saggezza dei passati.

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Giornate per i riti Orientali
Tuscania 2016
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Mentre Evagrio limita a 8 gruppi i pensieri cattivi Teofane dice che il loro numero illimitato, cos
come la lotta contro di essi deve essere generale e ininterrotta.
Anzitutto ci vuole discernimento: Il discernimento dei pensieri non la stessa cosa del loro
rifiuto; questultimo appartiene alla lotta spirituale ed preceduta dal discernimento, dalla
separazione dei pensieri buoni e dei pensieri cattivi39.

Teofane dice che solitamente i pensieri cattivi hanno origine nelle cose esterne viste. Propone perci
4 regole:
1. Non dar libert ai sensi (soprattutto occhi e orecchie).
2. Tagliar subito ogni occasione di pensiero cattivo.
3. Evitare le percezioni che lesperienza ci mostra pericolose per suscitare questi pensieri.
4. Tradurre le impressioni che producono cose cattive in altre buone. Come SantEfrem che
vedendo una donna elegantemente vestita pens: io mi preoccupo meno di piacere a Dio che
questa donna agli uomini.

Celerit nel cacciare via i cattivi pensieri: Non c che una sola regola: un pensiero cattivo
sopravviene? Caccialo ed finito. Se tu non lo caccerai al primo istante, al secondo sar pi
difficile; a fatica ti renderai conto di come nato un sentimento o un desiderio che,
immediatamente, appariranno la decisione e i mezzi per seguirla, ed ecco che il peccato gi
presente. La prima resistenza ai pensieri cattivi costituita dalla vigilanza e dalla preghiera che
chiede la forza40.

Avvertiamo allora che abbiamo i mezzi a disposizione per combattere e vincere i cattivi
pensieri:
- Discernimento: Esercizi spirituali, direzione spirituale, lettura spirituale.
- Vigilanza: Esame particolare di coscienza, correzioni fraterne.
- Preghiera: Messa, adorazione, breviario, ritiri, esercizi ecc.

Manca per un ultimo elemento. Non sono i pensieri isolati che nuocciono di pi alla vita
spirituale, e questo Teofane lo sa bene. Egli fermamente convinto che la lotta contro di essi sar
inefficace o non avr che un successo effimero finch non cambier il cuore da dove provengono i
sentimenti e sgorgano i pensieri. Voi desiderate imparare a discernere i pensieri? Scendete dalla
testa al cuore41. Solo un sentimento caldo del cuore42 preserva efficacemente dalla dissipazione.

39
Lettere 47, 341. In T. Spidlik, Il Cuore e lo Spirito. La dottrina spirituale di Teofane il Recluso, Libreria Editrice Vaticana, Citt
del Vaticano 2004, 189.
40
Teofane, Pensieri, 314. In Spdlik
41
Teofane, Lettere, 47, 341.
42
Teofane, La vita spirituale, 31, p. 116.

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E necessario provocare, eccitare una avversione contro il pensiero cattivo che ci assale. Un
colpo dato al petto dellavversario lo fa cadere; la tattica che bisogna usare con i pensieri cattivi.

Finiamo con un ultima esortazione di Teofane il Recluso: Il ricordo di Dio qualcosa che Dio
stesso infonde nellanima. Ma, anche lanima deve obbligarsi a perseverare ed allontanarsi dal male.
Soffrano dunque, facciano tutto ci che possano per arrivare al ricordo incessante di Dio. E Dio,
vedendo il fervore del loro desiderio, gli dar questa memoria costante.

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